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24 Luglio 2025 Share

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La rappresentazione dello scienziato nella società: un’immagine ancora dominata da stereotipi

Una scoping review pubblicata su Sociology Lens analizza oltre cento studi accademici, evidenziando come la rappresentazione collettiva dello scienziato rimanga ancorata a stereotipi rigidi e poco inclusivi.

 

Perché, ancora oggi, l’immagine più diffusa dello scienziato è quella di un uomo geniale, solitario, magari un po’ eccentrico, chiuso in un laboratorio? Partendo da questa domanda, Cristina Rossi-Lamastra e Omar Mazzucchelli della POLIMI School of Management del Politecnico di Milano hanno condotto una scoping review, pubblicata su Sociology Lens, intitolata Still a Man in a Lab Coat? A Scoping Review on the Stereotypical Scientist”.

La scoping review esamina 106 studi accademici selezionati tramite la banca dati Scopus, con l’obiettivo di indagare come la figura dello scienziato venga rappresentata nei media, nella comunicazione pubblica e nei materiali educativi. Attraverso un inquadramento teorico basato sulla teoria della rappresentazione sociale, l’autore e l’autrice distinguono tra elementi centrali, stabili e condivisi nel tempo, ed elementi periferici, più soggetti a evoluzione.

Dall’analisi emerge che lo stereotipo dello scienziato si fonda sugli elementi centrali, particolarmente persistenti: il genere maschile, l’intelligenza geniale e l’appartenenza alle scienze fisiche e naturali. Questi elementi rimangono stabili, nonostante l’aumento della presenza femminile nella ricerca e le politiche di inclusione nelle discipline STEM. Invece, gli elementi periferici, che includono caratteristiche come l’aspetto fisico (camice, occhiali, capelli arruffati) o alcuni tratti di personalità (solitudine, eccentricità), risultano più flessibili, ma non modificano sostanzialmente l’immagine prevalente. Il cuore dello stereotipo resta quindi invariato: lo scienziato è ancora percepito come uomo.

Lo studio riflette su come l’immagine dello “scienziato stereotipico” influenzi il modo in cui il pubblico si relaziona con la scienza, soprattutto in un’epoca di crescente disinvestimento nella ricerca scientifica. In un contesto segnato da tagli ai finanziamenti pubblici e talvolta diffidenza nei confronti della scienza, una percezione distorta degli scienziati – come élite distaccate, poco trasparenti o addirittura minacciose – può contribuire ad alimentare scetticismo e giustificare politiche di disinvestimento. Inoltre, lo stereotipo limita l’inclusione di profili diversi, riducendo la visibilità di ricercatrici, giovani studiosi ed esperti delle scienze sociali e umanistiche.

La review si conclude con un invito all’azione. La rappresentazione pubblica della scienza e dei suoi protagonisti non è neutrale: può favorire fiducia e partecipazione oppure distanza e disinformazione. Sarebbe quindi necessario un impegno collettivo – da parte delle istituzioni educative, dei media, dei decisori politici e del mondo accademico stesso – per costruire narrazioni più inclusive e realistiche. Solo in questo modo sarà possibile trasformare l’immaginario collettivo, rafforzare la fiducia nella scienza e renderla davvero accessibile a tutte e tutti.

Per maggiori dettagli sull’articolo: https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/johs.70003


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