Knowledge

10 maggio 2021 Condividi

digitalizzazione internazionalizzazione smart export

Tra digitalizzazione e internazionalizzazione: il contributo del MIP a Smart Export

Le principali business school italiane uniscono le forze per offrire al sistema imprenditoriale italiano una serie di corsi di alta formazione. L’obiettivo è fornire strumenti strategici alle imprese e guidarle all’interno di un panorama globale che sta mutando rapidamente

Guidare le aziende italiane nei processi di digitalizzazione e internazionalizzazione. È il cuore di Smart Export, progetto promosso e finanziato dalla Farnesina e realizzato in collaborazione con Agenzia ICE e CRUI (Conferenza dei rettori delle università italiane), che vede unite cinque business school italiane (oltre al MIP, la Bologna Business School, l’SDA Bocconi School of Management, la Luiss Business School e Federica Web Learning – Università di Napoli Federico II).

L’obiettivo del progetto è ambizioso e urgente. I mutamenti globali causati dal Covid impongono infatti di rafforzare le competenze del sistema imprenditoriale italiano in due ambiti sempre più strategici. Per spiccare quello che il ministero degli Esteri definisce un “salto gestionale e digitale senza precedenti”, le aziende italiane potranno contare sulle eccellenze della formazione italiana. Tra queste, il MIP Politecnico di Milano. «Siamo molto contenti di poter dare il nostro contributo in un ambito considerato critico per lo sviluppo delle imprese», ha spiegato il presidente del MIP Vittorio Chiesa, «e di riversare la nostra esperienza nella trasformazione digitale in questo programma di formazione, che consideriamo di grande valore per il Paese».

La centralità dei canali digitali: il contributo del MIP

La partita, come detto, si gioca sull’internazionalizzazione e sulla digitalizzazione. «È importantissimo che si vadano a coniugare due elementi cruciali per la competitività delle imprese», riprende Vittorio Chiesa, illustrando in particolare quale sarà l’apporto del MIP all’interno di Smart Export. «Il nostro contributo si concentrerà principalmente sul tema dell’e-commerce, fondamentale nella competizione odierna». I numeri dell’ultimo anno parlano chiaro: «La crescita nell’utilizzo di questi strumenti all’interno dei mercati B2C è stata di oltre il 30%. E ha avuto un ruolo decisivo nel contenere il calo generato dalla pandemia sui tradizionali canali dell’export. Il ricorso al canale digitale ha consentito di conservare un buon livello di prestazioni da parte del nostro sistema imprenditoriale». La sfida del commercio elettronico è complessa e articolata: «Si compone di piattaforme, sistemi di pagamento, fatturazione elettronica, esige un sistema logistico strutturato appositamente e chiede che venga scelto un modello di export opportuno», spiega Chiesa. «Il nostro contributo consisterà nell’aiutare e sostenere le imprese a prendere coscienza di questo insieme di aspetti. Il tema della trasformazione digitale, poi, ci sta particolarmente a cuore: mi fa piacere ricordare che abbiamo lanciato il nostro primo Executive MBA in digital learning nel 2014».

Il corso del MIP per Smart Export

Il modulo curato dal MIP per Smart Export, infatti, sarà quello in Trasformazione digitale e gestione del cambiamento. Affrontando i temi dell’E-Commerce B2C, del Digital B2B e dell’export digitale, le aziende saranno in grado di sviluppare una strategia di digital export attraverso l’identificazione di elementi chiave come la scelta del canale commerciale, lo sviluppo di una strategia di marketing e comunicazione efficace e la strutturazione di una rete distributiva adeguata. Competenze fondamentali per poter affrontare le sfide di un mercato globale in cui anche le piccole e medie imprese possono e devono far valere i loro valori produttivi.


Tags:
|
|
Condividi

Accreditations, Rankings & Memberships

  •