Blockchain e cultura: nuove frontiere per i servizi pubblici

Uno studio interdisciplinare esplora come la tecnologia blockchain possa rivoluzionare i servizi culturali pubblici, dalla gestione dei diritti digitali alla conservazione del patrimonio, mappando opportunità e sfide in un settore ancora poco esplorato.

 

La tecnologia blockchain è sempre più riconosciuta per il suo potenziale trasformativo in vari settori, tra cui i servizi culturali pubblici. Un recente articolo a cura di Deborah Agostino della POLIMI School of Management, insieme a Federica Rubino e Davide Spallazzo del Dipartimento di Design del Politecnico di Milano, esplora questo potenziale attraverso una revisione sistematica della letteratura esistente sul tema.

Lo studio pubblicato su International Journal of Public Sector Management identifica i principali casi d’uso ed esamina esempi empirici di applicazioni della blockchain nei servizi culturali pubblici trattati in letteratura, ambito in cui l’adozione di questa tecnologia rimane ancora poco esplorata, nonostante le sue promettenti possibilità.

La revisione della letteratura ha messo in luce un insieme interdisciplinare di studi esistenti, che integra prospettive provenienti da campi come l’informatica, il management culturale, digital humanities, ingegneria, diritto e scienze politiche.
Dei 54 articoli iniziali individuati, 38 articoli pubblicati su riviste scientifiche peer-reviewed (dove il lettore può conoscere sia l’identità del revisore che la sua valutazione) sono stati selezionati per un’analisi dettagliata, riflettendo l’ampio e frammentato interesse verso le applicazioni della blockchain nei servizi culturali pubblici. Geograficamente, gli studi includono contributi da paesi come gli Stati Uniti, l’Italia, la Cina e il Regno Unito, evidenziando la natura globale del dibattito esistente in accademia. Tuttavia, una notevole concentrazione di studi è emersa in Europa, sottolineando l’interesse regionale per il patrimonio culturale e l’integrazione della tecnologia blockchain nei servizi culturali.

La ricerca mette in evidenza diversi casi d’uso principali della tecnologia blockchain nel settore culturale. Tra questi figurano la tokenizzazione, ovvero la rappresentazione digitale di un asset, dunque dei beni culturali e la proprietà frazionata, la gestione dei diritti digitali, la digitalizzazione dei processi di asset management, i sistemi di finanziamento decentralizzato e le piattaforme decentralizzate per la conservazione del patrimonio culturale. Ad esempio, la tokenizzazione consente la proprietà frazionata di beni come manoscritti rari o artefatti digitali, democratizzando l’accesso a questi contenuti e potenzialmente generando nuove fonti di reddito. Allo stesso modo, la blockchain può garantire i diritti di proprietà intellettuale, migliorando la trasparenza e la responsabilità nelle organizzazioni culturali.

Nonostante queste prospettive, l’articolo sottolinea la limitata disponibilità di dati empirici sulle applicazioni della blockchain in questo settore. La maggior parte del dibattito attuale rimane a livello teorico, evidenziando la necessità di studi più approfonditi e di valutazioni pratiche. Sfide come l’incertezza normativa, la mancanza di formazione adeguata per professionisti culturali, e la resistenza all’adozione di nuove tecnologie sono indicate in letteratura come barriere significative all’integrazione della blockchain.

L’articolo esplora inoltre le implicazioni più ampie delle tecnologie blockchain per la governance pubblica nella gestione di servizi culturali. Promuovendo strutturalmente la trasparenza e il coinvolgimento delle comunità, la blockchain ha il potenziale di rivoluzionare l’erogazione dei servizi pubblici, spingendo verso la distribuzione di potere sempre più orizzontali e decentralizzate. Tuttavia, per raggiungere questo obiettivo, sono necessari quadri normativi solidi e una collaborazione tra istituzioni pubbliche, responsabili politici e stakeholder coinvolti.

Questo lavoro contribuisce alla conversazione accademica emergente sulla blockchain nei servizi pubblici, con particolare attenzione alla sua applicazione nei contesti culturali. Mappando la ricerca esistente e identificando le lacune di conoscenza, gli autori forniscono una base per future indagini, aprendo la strada a una comprensione più approfondita su come la blockchain possa contribuire a portare innovazione digitale nei servizi culturali pubblici.

 

Tiresia tra i vincitori del premio EIC “Blockchains for social good”

 

Tiresia, il centro di ricerca sull’innovazione, l’imprenditorialità e la finanza sociale della School of Management del Politecnico di Milano, è tra i 6 vincitori del premio della Commissione Europea EIC Horizon “Blockchains for Social Good”, che riceveranno complessivamente 5 milioni di euro per l’applicazione di tecnologie Distributed Ledger per affrontare le maggiori sfide della nostra società.

Mentre il potenziale della tecnologia blockchain è stata testata nell’ambito finanziario, le sue applicazioni in ambito sociale e in relazione alla sostenibilità sono ancora poco sviluppate. L’obiettivo del premio “Blockchains for Social Good” è appunto quello di sostenere gli innovatori e la società civile nell’esplorazione delle possibili applicazioni della tecnologia blockchain per l’innovazione sociale digitale.

Tiresia è partner del consorzio guidato dalla Aalto University (Finlandia) che ha vinto nella categoria “Inclusione finanziaria”, con il progetto GMERITS (Generalised Merits for Respect and Social Equality) che verrà finanziato con un milione di euro.
GMERITS è un esperimento su vasta scala per valutare strutture economiche alternative, analizzando gli schemi di governance più efficaci e i diversi modelli di compensazione.
Il ruolo di Tiresia è quello di indagare l’importanza che i dati e le tecnologie possono giocare in quanto fattori abilitanti della generazione e della gestione dell’impatto. Inoltre sarà ente valutatore dell’impatto sociale generato dalle applicazioni sperimentali all’interno progetto.

Il consorzio comprende anche tre iniziative imprenditoriali social-tech in ambito europeo (REC di Barcelona, Me Sensei di Helsinki e Merits di Milano).

Il premio, lanciato con i fondi dell’Enhanced European Innovation Council (EIC) è parte integrante dell’iniziativa europea Next Generation Internet (NGI) che supporta innovatori, imprenditori, PMI
e ricercatori affinché possano sviluppare le loro idee, grazie a fondi, attività di networking e coaching, ed esplorare le potenzialità del Blockchain in nuove aree di applicazione, in
particolare per individuare soluzioni alle sfide locali e globali di sostenibilità.