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2 luglio 2019 Condividi

made in Italy Marketing

Le tre “i” dell’eccellenza: identità, idee, innovazione

La capacità di innovare senza perdere di vista la tradizione, unita alle migliori espressioni del design e dell’industria. Sono gli elementi cruciali che caratterizzano l’eccellenza del business italiano nel mondo, come è emerso dal modulo Italian Way, che si è svolto a maggio e fa parte dell’International Master in Marketing Management, Omnichannel and Consumer Analytics della School of Management del Politecnico di Milano. Tante le aziende che sono intervenute, portando agli iscritti la propria esperienza, declinata in ambiti diversi, ma che in realtà presentano sfide globali sorprendentemente simili.

 
Crescere senza smarrire l’identità

Una delle sfide comuni a tutte le esperienze illustrate durante il modulo Italian way è la necessità di crescere, senza però snaturarsi.

«In Alessi (nota azienda piemontese produttrice di oggetti di design, ndr) abbiamo intrapreso un percorso di internazionalizzazione che mira all’espansione nel mercato statunitense e in quello asiatico», spiega l’amministratore delegato Marco Pozzo. «Vogliamo crescere, ma anche in questo processo la nostra priorità è conservare il DNA italiano. L’adattamento alle necessità espresse dalle diverse aree geografiche non significa dover snaturare la marca, anzi. Vogliamo che Alessi conservi la propria identità, abbracciando approcci alla tavola diversi come quelli orientali, ma anche democratizzando l’approccio ai prodotti di design. Negli Stati Uniti, ad esempio, ci sono diversi nostri oggetti che fanno parte della collezione permanente del MoMA di New York. Ma vogliamo che gli oggetti di design diventino parte integrante della vita quotidiana di tutti».

 

Il coraggio di rischiare

Dalla tavola alla strada, il passaggio è più breve di quanto si pensi. Nelle sale del MoMA di New York, infatti, troviamo anche la Vespa.

«La nostra filosofia è chiara: mantenere una forte coerenza con il passato, ma puntando sempre all’innovazione sia tecnologica sia di design», racconta Davide Zanolini, Executive vice president marketing and communication di Piaggio. «Quello che ci caratterizza nel mondo è il coraggio di rischiare qualcosa in più rispetto a tutti gli altri. Siamo stati i primi a presentare uno scooter a tre ruote, i primi a sperimentare sull’ibrido. In questo riconosciamo la nostra italianità, oltre che in una fortissima vocazione ingegneristico-tecnologica che si presenta al pubblico con elementi di design iconici».

 

Lo spirito di squadra

Innovazione, tecnologia e design sono anche tre delle caratteristiche su cui punta Ferrari per consolidare la propria brand identity nel mondo.

«Siamo orgogliosi di rappresentare un’eccellenza italiana», ha spiegato Dennis de Munck, head of employer branding. «Soprattutto, vogliamo puntare sullo spirito di squadra. Così come Ferrari è la scuderia per cui tifano tutti gli italiani e milioni di persone in tutto il mondo, allo stesso modo vogliamo che chiunque lavori con noi si senta parte di un grande team, il cui obiettivo è rispondere alle sfide con la forza delle idee e dell’innovazione. L’eccellenza è quello che ci distingue, in pista e fuori, e continuerà a farlo. Per questo siamo sempre alla ricerca dei migliori talenti».

 

Accogliere la diversità

L’apertura al mondo e alla diversità è dunque un’altra caratteristica su cui le aziende italiane puntano molto. «Per essere internazionali cerchiamo di aprirci a diverse culture», sottolinea Laura Salviati, training and communication manager di Artemide, azienda leader nel settore dell’illuminazione.

«Nel mondo, l’approccio alla luce varia molto da un Paese all’altro. Nella produzione industriale, però, non possiamo che riconoscere l’eccellenza italiana. All’estero è molto più difficile trovare industrie capaci di seguirci nei processi produttivi. In Italia abbiamo a disposizione un saper fare che riesce a mettere insieme artigianalità e industria. Non siamo interessati a produrre al minor costo possibile, ma alla qualità».

 

Gusto locale, eccellenza globale

Se Artemide valorizza il know how territoriale, c’è chi invece punta su altre risorse e su tutt’altro tipo di materie prime, stavolta nell’ambito del food. È quello che fa Tancredi Alemagna, fondatore e amministratore delegato di T’a Milano:

«Prendiamo il miglior cioccolato sul mercato e lo abbiniamo alla mandorla d’Avola, al limone di Sorrento, al pistacchio di Sicilia. Puntiamo, quando è possibile, sulle eccellenze alimentari del nostro Paese, proponendo un vero e proprio italian journey del gusto. Dalla tavoletta di cioccolato al packaging, tutto deve ricondurre ai nostri valori: italianità, qualità e design».

 


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