Costruire la resilienza delle Infrastrutture Critiche transfrontaliere – Convegno internazionale del progetto SICt

“Costruire la resilienza delle Infrastrutture Critiche transfrontaliere: Learn global to act local”: è titolo del convegno internazionale del progetto SICt – Sicurezza delle Infrastrutture Critiche transfrontaliere che si terrà online nei giorni 1 e 2 ottobre 2020.

Il tema della sicurezza e resilienza delle infrastrutture critiche è al centro dell’attenzione di governi, forze economiche e mondo della ricerca sia a livello internazionale sia locale. La forte interdipendenza tra infrastrutture può generare impatti su diverse reti ed aree geografiche non contigue, e la conoscenza che si acquisisce studiando fenomeni globali può essere applicata in contesti locali, e viceversa. In questo scenario si colloca il progetto SICt – di cui il Dipartimento di Ingegneria Gestionale è partner scientifico – che ha come obiettivo lo sviluppo della cooperazione transfrontaliera, finalizzata all’individuazione di strategie per garantire la continuità delle reti di trasporto tra Italia e Svizzera.

Il convegno si articolerà in tre momenti. Nella prima mattinata si affronteranno vari aspetti legati agli avanzamenti del progetto SICt, mettendo a confronto gli stakeholder e i soggetti interessati. Nel pomeriggio saranno presentati e delineati due scenari di studio di interesse transfrontaliero, favorendo l’interazione tra i partecipanti.
Infine, la mattina di venerdì 2 ottobre sarà l’occasione per entrare in contatto con alcuni progetti internazionali che condivideranno le loro esperienze nell’ambito delle Infrastrutture Critiche.

Il Convegno è finanziato dal Programma di cooperazione Interreg V-A Italia-Svizzera 2014-2020, che si propone di generare significativi miglioramenti economici e sociali, mettendo a fattor comune le risorse di cui dispongono le aree di frontiera in una logica di rete.

Organizza e coordina i lavori del Convegno la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana – SUPSI, Istituto scienze della Terra.

Per maggiori informazioni e per iscriversi:
https://www.progetti.interreg-italiasvizzera.eu/it/b/78/aperteleiscrizionialconvegnointernazionalesictottobre/1?v=Nv&p=sictproject

Iscrizione online entro il 21.09.2020 tramite il seguente link:
www.supsi.ch/go/sict

 

Infrastrutture di trasporto: gestione dei rischi senza confini

 

Le infrastrutture critiche di un territorio sono quelle che ne soddisfano le necessità socio-economiche fondamentali, quali ad esempio energia, trasporti, comunicazioni, o servizi finanziari. Sono “critiche” in quanto una loro eventuale perdita o interruzione di servizio, anche parziale o momentanea, produce conseguenze gravi in termini di perdita economica, sicurezza o benessere della popolazione.
Tali infrastrutture, per le loro caratteristiche di estensione geografica, interconnessione ed interdipendenza, sono esposte a molteplici fattori che ne minacciano l’integrità fisica e la continuità di servizio. Ad esempio, eventi naturali o metereologici, come frane, abbondanti nevicate o alluvioni, sono spesso la causa del blocco di strade, autostrade e ferrovie. Non di rado sono le infrastrutture a cavallo di 2 paesi, ad esempio nelle nostre montagne ai valichi di frontiera, ad essere danneggiate con conseguenze su vaste aree transfrontaliere. E’ proprio in tali situazioni che azioni condivise e coordinate di monitoraggio del rischio e di gestione della fase emergenziale sono fondamentali, per aumentare la resilienza delle infrastrutture e per garantire uno sviluppo sostenibile delle regioni interessate.
Su questi temi, il Dipartimento di Ingegneria Gestionale è partner scientifico del progetto “SICt-Sicurezza delle Infrastrutture Critiche transfrontaliere”, finanziato dal “Programma di cooperazione Interreg V-A Italia-Svizzera 2014-2020” il cui evento di kick off si è svolto ad aprile 2019.
Il progetto ha lo scopo di aumentare la capacità di governance di eventi accidentali a carico di Infrastrutture Critiche di trasporto ed energia tra Italia e Svizzera, grazie alla implementazione di tecnologie avanzate di monitoraggio e di gestione dei flussi informativi tra gli attori coinvolti.
Ne abbiamo parlato con il professor Paolo Trucco, docente di Industrial Risk Management.

Qual è il vantaggio per due paesi confinanti essere in grado di gestire questi rischi in modo congiunto?

Le grandi infrastrutture di trasporto ed energia di un paese non si fermano al confine ma sono strettamente collegate con quelle di paesi confinanti creando una maglia di dimensione continentale. La rete di trasmissione elettrica europea ha continuità metallica da Lisbona a Kiev.
Allora eventi incidentali in un Paese possono produrre effetti negativi di disservizio o problemi di sicurezza in regioni anche distanti per propagazione ad effetto domino. Allo stesso modo, nessun Paese è in grado di gestire autonomamente in modo efficace questo tipo di eventi. La mutua conoscenza dei rischi e delle modalità di intervento in paesi confinanti, ma soprattutto la condivisione di informazioni e il coordinamento operativo in fase di emergenza sono indispensabili.

L’area geografica di interesse del progetto si estende da Zurigo a Milano interessando più di 440 nodi di trasporto stradale e ferroviario, gestiti da diversi operatori. Quali strategie vengono messe in campo?

L’area geografica di intervento del progetto SICt è stata stabilita esattamente in base alla estensione delle zone influenzate da eventi che possano accadere nell’area di confine Lombardia-Canton Ticino. Ad esempio, a seguito di un blocco del valico di Chiasso, il re-indirizzamento dei mezzi di trasporto merci e dei viaggiatori deve avvenire a Zurigo su lato Svizzero, e nell’area metropolitana di Milano sul versante Italiano. Per fare questo occorre certamente fornire ai diversi decisori informazioni più precise e tempestive sugli eventi attivi o previsti, ma soprattutto serve concordare delle modalità di intervento coordinate e collaborative: chi fa cosa, in quali tempi, con che mezzi ed eventualmente con quale livello di supporto ricevuto dagli altri attori. All’atto pratico, per ottenere questo tipo di pianificazione transfrontaliera occorre conoscersi di più tra operatori, allineare il più possibile i “modus operandi” e scambiarsi tempestivamente informazioni utili.

Il progetto terminerà nel 2021, quali sono i risultati attesi?

Il progetto renderà più facile e più rapida l’implementazione delle strategie dette prima grazie a due livelli di intervento. Da un lato potenzieremo la dotazione di strumentazione per il monitoraggio in tempo reale dei nodi critici, con installazioni fisse o mobili; si tratta principalmente di telecamere e droni, ma utilizzeremo anche immagini satellitari. Dall’altro verrà realizzata una piattaforma informativa che metterà in comunicazione e consentirà la condivisione di informazioni strutturate tra tutti gli operatori interessati, sia sul lato italiano sia su quello svizzero. La piattaforma sarà realizzata da LISPA (Regione Lombardia) come evoluzione ed estensione del “Cruscotto delle Emergenze”, un’applicazione predisposta in occasione di EXPO 2015. Nel 2021 faremo poi una esercitazione per testare sul campo la funzionalità e l’entità dei benefici ottenuti.

Gli altri partner del progetto SICt sono Regione Lombardia, capofila del consorzio, Polizia Cantonale Ticinese, Repubblica e Cantone Ticino – Dipartimento del territorio, Laboratorio Mobilità e Trasporti del Politecnico di Milano e Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI).