In questi anni il tema della sostenibilità, complici anche le agende delle istituzioni economico-finanziarie a livello europeo, è stato portato sempre più al centro del dibattito.
Proprio per questo abbiamo chiesto alla Prof.ssa Cagliano, docente di People Management and Organization alla School of Management del Politecnico e Direttrice del Master in Sustainability Management and Corporate Social Responsibility del MIP, in che modo un comportamento sostenibile da parte di manager e aziende possa avere un impatto sulla società.
Partiamo dalle basi: quando parliamo di sostenibilità in azienda, a cosa ci riferiamo di preciso?
Oggi le aziende non si devono più concentrare esclusivamente sul raggiungimento del profitto – e quindi sulla sola soddisfazione degli shareholder – ma devono agire a beneficio di un insieme più ampio di stakeholder, che hanno anche obiettivi diversi, come lo sviluppo sostenibile della nostra società, sia dal punto di vista ambientale che sociale.
Obiettivi che però le aziende difficilmente potranno raggiungere da sole. Per dare un contributo significativo è importante che più attori collaborino insieme: imprese, mondo no profit, pubbliche amministrazioni e società civile. Il tema delle partnership è essenziale in questo ambito: solo unendo le forze si può avere un impatto significativo.
Ma cosa sta spingendo le aziende a intraprendere questo cammino proprio ora?
È un percorso iniziato da tempo, anche se ora stiamo assistendo a una sempre maggiore sensibilizzazione su queste tematiche. Soprattutto da parte delle nuove generazioni, che sono più attente e che non accettano più di lavorare per realtà che non sono percepite come sostenibili. Diventa quindi importante per le aziende che vogliono continuare ad attrarre talenti e a vendere a queste fasce di popolazione, muoversi in una nuova direzione più sostenibile.
Da non sottovalutare è poi l’enfasi sempre crescente data a queste tematiche a livello delle istituzioni pubbliche europee, attraverso una serie di politiche che incentivano lo sviluppo sostenibile. Penso al Green New Deal, giusto per citarne una.
Infine, si ha un po’ anche la sensazione che questa pandemia abbia in qualche modo rivitalizzato le coscienze, sensibilizzando le persone su tematiche di più ampio respiro rispetto al passato. Ma si tratta solo di una spinta ulteriore a un fenomeno già ben avviato.
Qualcosa quindi è già cambiato…
Sì, infatti. Proprio questa crescente attenzione per le sfide sociali e ambientali sta avvicinando le imprese ad alcune logiche del mondo no profit.
Siamo di fronte a una sorta di ibridizzazione: se da una parte le aziende “tradizionali” diventano sempre più consapevoli del loro impatto sulla società, quelle “no profit” sfruttano dei modelli di business tipici del mondo imprenditoriale per rendersi economicamente sostenibili e poter reinvestire i profitti negli obiettivi – sociali o ambientali – per cui erano state create.
Proprio questa convergenza tra i due settori ci porta a spiegare come mai il MIP nella propria offerta formativa non abbia dei programmi specifici dedicati al mondo “no profit”.
Piuttosto, si è deciso di declinare il tema della sostenibilità pensando alla funzione aziendale interessata. Infatti, anche se è vero che tutti i manager dovrebbero avere delle competenze sul tema, considerando il ruolo centrale della sostenibilità nella creazione di valore, ci sono anche ambiti che meritano un approccio più specifico.
Così, se per chi deve impostare la strategia di un’azienda in ottica di sostenibilità abbiamo creato l’International Master in Sustainability Management and Corporate Social Responsibility, per chi la vuole applicare al core business produttivo delle aziende industriali, c’è il quello in Sustainable Industrial Management.
Ci sono poi l’International Master in Circular Economy & Green Management, che si concentra sugli obiettivi ambientali, e quello in Social Innovation & Entrepreneurship, che invece tratta di come le aziende e le startup possano affrontare e vincere le grandi sfide sociali.
Infine, un’attenzione specifica è rivolta al mondo della finanza, con l’International Master in Sustainable Finance. Occuparsi di sostenibilità in questo particolare ambito infatti comporta due livelli diversi. Da una parte, sempre più istituzioni finanziarie inseriscono nei propri parametri di valutazione e di scelta degli investimenti anche la sostenibilità; dall’altro, le aziende devono sia gestire i propri asset finanziari includendo una logica di sostenibilità, che sapersi interfacciare correttamente con gli enti finanziatori, che stanno cambiando prospettiva.
Un’offerta formativa così ampia denota una certa attenzione al tema. Dopo tutto il MIP è l’unica Business School in Europa ad aver ricevuto la certificazione B Corp, che attesta l’impegno a coniugare profitto, ricerca di benessere per la società e attenzione all’ambiente…
Ritengo che non si possa insegnare a essere sostenibili se non lo si è in prima persona. Il MIP è un’azienda, che per prima deve applicare quei principi che poi insegna in aula.
Da sempre, per esempio, abbiamo dimostrato un forte interesse per gli aspetti sociali della sostenibilità, come l’inclusione, le pari opportunità e l’accesso alla formazione. Basti pensare all’Associazione Gianluca Spina, che con le sue borse di studio garantisce l’accesso ai Master a giovani meritevoli che altrimenti difficilmente potrebbero farlo.
Tuttavia, negli ultimi anni ci siamo impegnati per abbracciare anche altri aspetti della sostenibilità, come abbiamo fatto per esempio con la riduzione dello spreco alimentare, dell’uso della carta e della plastica e con il corretto smaltimento dei rifiuti.
Degli sforzi che ci sono stati riconosciuti anche dalla certificazione B Corp. Essere l’unica Business School in Europa ad aver ricevuto questa certificazione non deve essere un traguardo, ma il punto di partenza verso un percorso di continua crescita. Proprio per questo la Scuola sta sviluppando un piano strategico volto al miglioramento di quegli aspetti della sostenibilità che ancora necessitano di una spinta ulteriore.
L’idea è quella di diventare una tra le Business School leader a livello mondiale nella trasmissione di questo messaggio. Oltre ovviamente a voler costruire un migliore futuro per tutti.