Ricerca della POLIMI School of Management premiata alla Academy of Management Annual Meeting 2025

Giacomo Dei, dottorando presso la POLIMI School of Management del Politecnico di Milano, ha vinto il Ronald B. Shuman Award alla Academy of Management Annual Meeting 2025 con uno studio su come le narrative storiche influenzano le decisioni nei megaprogetti infrastrutturali.

 

L’Annual Meeting dell’Academy of Management è il principale appuntamento mondiale per il confronto scientifico su management e organizzazioni, che ogni anno riunisce migliaia di studiose e studiosi per far avanzare la ricerca, creare reti e condividere conoscenza sulle sfide del XXI secolo. 

Nell’edizione 2025, svoltasi a Copenaghen, Giacomo Dei, dottorando della POLIMI School of Management del Politecnico di Milano, ha ricevuto il prestigioso Ronald B. Shuman Award per il Best Student Paper della Management History Division. Il riconoscimento è stato assegnato al suo contributo “The Battle of Narratives: How outsiders create pasts to shape Fehmarn Belt Link’s prospects”, elaborato insieme ai coautori Joana Geraldi e Giorgio Locatelli. 

La ricerca affronta una questione cruciale per la realizzazione e la governance dei megaprogetti infrastrutturali: come attori esterni (media, gruppi di interesse, partiti) costruiscono narrative storiche per orientare le decisioni presenti e influenzare i futuri esiti del progetto. Il caso studio è il Fehmarnbelt Fixed Link, il tunnel immerso che collegherà Danimarca e Germania, ma le evidenze emerse offrono indicazioni operative utili per chi progetta, governa e comunica opere complesse in diversi contesti. 

Dal lavoro emergono tre leve pratiche per la gestione strategica degli stakeholder: 

  1. Continuità: inquadrare l’opera dentro traiettorie storiche riconoscibili (integrazione europea, connettività territoriale) rafforza la legittimazione di scelte di investimento e di pianificazione delle fasi progettuali e finanziarie.
  1. Lessons learned: l’uso selettivo di esperienze passate (ad esempio, modelli di finanziamento, governance, mitigazioni ambientali) consente di anticipare colli di bottiglia e calibrare contratti, permessi e interfacce lungo la supply chain. 
  1. Pattern ricorrenti: riconoscere in anticipo i copioni che tendono a ripetersi (ritardi, extra-costi, contestazioni) permette di predisporre contromisure preventive. 

Il messaggio chiave è che le narrative sono parte integrante dell’architettura di progetto. Mappare chi racconta cosa diventa un’attività strategica a sé: si traduce in scenari, milestone comunicative, criteri di successo misurabili e contratti che incorporano requisiti di trasparenza, dati e monitoraggi ambientali. Non si tratta di imporre una narrativa dominante, ma di orchestrare voci diverse affinché il progetto sia sostenuto da tutti gli stakeholder. 

Questo riconoscimento mette in luce l’eccellenza scientifica della POLIMI School of Management e la sua capacità di sviluppare conoscenza utile a supportare decisioni strategiche in contesti complessi. 

Sesta edizione del Premio di Laurea Save The Duck

Un riconoscimento da 5.000 euro per la miglior tesi magistrale dedicata all’innovazione e alla sostenibilità nel settore moda, lusso e design.

 

Giunge alla sua sesta edizione l’iniziativa promossa da Save The Duck, in collaborazione con la POLIMI School of Management del Politecnico di Milano.

Il Premio di laurea, del valore di 5.000 euro lordi, è destinato agli studenti che abbiano conseguito una laurea magistrale al Politecnico di Milano tra giugno 2024 e luglio 2025, in qualsiasi corso di studio, con una votazione minima di 100/110.

Le candidature devono essere inviate attraverso il sito del Politecnico di Milano, nella sezione Borse di studio non DSU e premi di laurea, entro le ore 12:00 del 10 ottobre 2025. Il vincitore sarà proclamato nel mese di novembre 2025.

Il riconoscimento verrà attribuito alla miglior tesi di laurea nell’ambito “Moda–lusso–design” che tratti temi legati a:

  • materie prime innovative e sostenibili;
  • processi produttivi innovativi e sostenibili;
  • nuovi modelli di business basati sull’economia circolare;
  • approcci animal free (che escludano l’utilizzo di materiali di origine animale, anche rigenerati);
  • catena del valore nel settore moda, dalla fornitura delle materie prime alla distribuzione al cliente finale.

La collaborazione tra la POLIMI School of Management e Save The Duck, avviata nel 2019, ha l’obiettivo di offrire un sostegno concreto ai giovani che si impegnano per costruire un futuro più sostenibile, dal punto di vista ambientale e sociale.

La POLIMI School of Management premiata alla TEMSCON Global 2025

Dal 4 al 7 agosto 2025, a San Diego (California), si è svolta la conferenza internazionale TEMSCON Global 2025, organizzata da IEEE Technology and Engineering Management Society (TEMS), punto di riferimento mondiale per la ricerca sulle pratiche di innovazione e gestione della tecnologia.

In questa cornice di rilievo internazionale, Francesco Alessandro Cuzzola, ricercatore della POLIMI School of Management, ha ricevuto il Best Paper Award per lo studio “Mitigating Demand Fluctuations in Long Supply Chains Through Dataspaces”, realizzato insieme ai co-autori Marco Taisch e Walter Quadrini.

La ricerca, condotta nell’ambito del progetto MAASive – volto a sviluppare modelli e soluzioni tecnologiche che supportino le imprese e le value chain nell’adozione di approcci di Manufacturing as a Service per rafforzarne la resilienza – analizza il problema delle fluttuazioni della domanda nelle catene di fornitura complesse, conosciuto come effetto frusta.
Attraverso l’uso di un simulatore lineare semplificato, lo studio mette a confronto due scenari:

  • uno con trasparenza limitata, in cui i partner della supply chain dispongono di informazioni parziali,
  • e uno con trasparenza totale, resa possibile dall’adozione di tecnologie dataspace che abilitano la condivisione dei dati in tempo reale.

I risultati evidenziano come la trasparenza garantita dai dataspace permetta di ridurre in maniera significativa sia l’amplificazione della domanda sia le oscillazioni dei livelli di inventario lungo l’intera catena di approvvigionamento.

Questo riconoscimento conferma ancora una volta il ruolo di primo piano della POLIMI School of Management nella ricerca internazionale sui temi della gestione dell’innovazione e delle tecnologie per le imprese del futuro.

SOMe, online la terza edizione dell’eMagazine della POLIMI School of Management

Nel nuovo numero di SOMe, l’eMagazine della POLIMI School of Management, vengono raccontate ricerche, progetti e collaborazioni a cui prende parte la nostra Scuola con l’obiettivo di affrontare le grandi sfide del presente.

 

Dalle filiere corte al 5G, passando per progetti europei e riconoscimenti internazionali

Questa edizione mette in luce il contributo delle filiere corte alla sostenibilità, le opportunità del posizionamento 5G e il ruolo delle partnership cross-settoriali nella trasformazione urbana. Vengono anche presentati due progetti europei di rilievo: ADALTIM, focalizzato sull’Impact Rating, e RISE-IN, che sviluppa soluzioni resilienti e modelli di finanziamento innovativi a fronte del cambiamento climatico.

Tra gli altri contenuti, raccontiamo i principali eventi ospitati dalla Scuola, come il Workshop iBEGIN sul tema della Digital Globalization, il XXXIII Meeting AEDE su educazione e policy e il workshop INFLUENCES sul ruolo dell’inflazione. Viene dato spazio anche a HumanTech | Unfolding Pathways for the More-than-Human Society, evento pubblico che si terrà il 30 ottobre 2025 e che sarà dedicato all’interazione tra tecnologia e individui nell’ambito della transizione digitale, con il contributo di aziende ed esperti.

Infine, celebriamo i traguardi raggiunti dalla Scuola: l’ingresso del Politecnico di Milano nella Top 100 del QS World University Rankings, il riconoscimento della POLIMI Graduate School of Management come Pioneering School nel Positive Impact Rating 2025 e nuove partnership e network a supporto della collaborazione internazionale.

 

Per leggere i numeri precedenti di SOMe, clicca qui.

Per riceverlo direttamente nella tua casella di posta, iscriviti qui.

MEETmeTonight 2025: la POLIMI School of Management racconta la sua ricerca su società, innovazione e trasformazione digitale

La POLIMI School of Management del Politecnico di Milano partecipa anche quest’anno a MEETmeTonight, l’evento che si terrà a Milano il 26 e 27 settembre 2025 in occasione della Notte Europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori. Un appuntamento dedicato alla divulgazione scientifica, con attività, laboratori e incontri pensati per avvicinare il grande pubblico al mondo della ricerca.

 

Ispirata alle missioni del programma Horizon Europe, l’edizione 2025 si articolerà in cinque aree tematiche con talk, workshop, attività interattive e spettacoli. Durante gli eventi, si affronteranno alcune delle grandi sfide globali del nostro tempo: dalla salute alla sostenibilità, fino al rapporto tra tecnologia e società.

L’iniziativa, gratuita e aperta alla cittadinanza, si terrà presso l’Università degli Studi di Milano, in via Festa del Perdono 7. Un’occasione per incontrare anche ricercatrici e ricercatori della POLIMI School of Management del Politecnico di Milano e approfondire il ruolo della ricerca nella comprensione dei cambiamenti sociali, economici e tecnologici.

 

Il contributo della nostra Scuola

La POLIMI School of Management partecipa con tre appuntamenti dedicati alla trasformazione digitale, al ruolo dei dati e alle nuove frontiere dell’intelligenza artificiale.

 

  • Racconti di trasformazione digitale nelle aziende tradizionali
    Venerdì 26 settembre, ore 18.00-18.20 – Spazio Talk
    Un incontro per raccontare, attraverso casi reali e strumenti concreti, come le aziende tradizionali possano intraprendere percorsi di innovazione, adottando soluzioni digitali e valorizzando al tempo stesso la propria identità.
    A cura dei Prof. Tommaso Buganza e Daniel Trabucchi della POLIMI School of Management del Politecnico di Milano.
    Per visitare la pagina ufficiale dedicata a questo talk, clicca qui.

 

  • Dati per le disuguaglianze sociali: come i cittadini possono favorirne la raccolta e l’utilizzo
    Sabato 27 settembre, ore 11.00-13.00 oppure 14.00-16.00 – Aula 420
    Un workshop per indagare e riflettere sulle principali sfide sociali che interessano la città di Milano, con un’attenzione particolare al ruolo dei dati: quali dati possono aiutarci a comprendere meglio queste sfide, chi può raccoglierli e in che modo utilizzarli per sviluppare soluzioni innovative.
    Il workshop, tenuto dai ricercatori Enrico Bellazzecca e Federico Bartolomucci, avrà una durata di 2 ore e si svolgerà in due turni alternativi (11.00-13.00 oppure 14.00-16.00).
    È richiesta la prenotazione. Per iscriverti al workshop, clicca qui.

 

  • L’intelligenza artificiale e il futuro della sanità digitale
    Sabato 27 settembre, ore 16.00-16.20 – Spazio Talk
    Un talk per approfondire l’impatto dell’Intelligenza Artificiale sulla sanità digitale. Partendo dai dati dell’Osservatorio Sanità Digitale, l’incontro offrirà spunti di riflessione su scenari futuri, sfide e opportunità legate alle sue applicazioni.
    Relatore del talk sarà Mattia Olive, ricercatore della POLIMI School of Management del Politecnico di Milano.
    Per visitare la pagina ufficiale dedicata a questo talk, clicca qui.

 

Per saperne di più e consultare il programma completo, visita il sito ufficiale di MEETmeTonight.

Un progetto della POLIMI School of Management vince il Best Proposal Award alla SEJ-ESSEC Paper Development Workshop

La proposta di ricerca di Davide Moiana e Antonio Ghezzi, dedicata ai meccanismi di coordinamento nei venture studios, ha ottenuto il Best Proposal Award alla prima edizione europea del SEJ-ESSEC Paper Development Workshop.

 

Durante l’edizione 2025 del SEJ-ESSEC Paper Development Workshop, tenutasi a Parigi, il progetto di ricerca della POLIMI School of Management del Politecnico di Milano proposto da Davide Moiana e Antonio Ghezzi ha ricevuto il Best Proposal Award. Si tratta di una proposta di ricerca dedicata al tema del coordinamento nei processi di creazione di startup all’interno dei venture studios.

Il workshop, organizzato dal Strategic Entrepreneurship Journal, una delle riviste di riferimento a livello internazionale nel campo dell’imprenditorialità e della strategia, in collaborazione con la ESSEC Business School, ha avuto luogo per la prima volta in Europa. L’iniziativa ha riunito studiose e studiosi da tutto il mondo per confrontarsi su progetti di ricerca in fase iniziale, promuovendo il dialogo scientifico e lo sviluppo di contributi innovativi nell’ambito della strategia e dell’imprenditorialità.

In questo stimolante contesto, la proposta di Davide Moiana e Antonio Ghezzi si è distinta per il suo potenziale. Il lavoro analizza la complessa dinamica del coordinamento delle attività di sperimentazione nei venture studios, un modello imprenditoriale emergente in cui un’organizzazione agisce come co-fondatore e investitore, contribuendo strategicamente e operativamente allo sviluppo di un portafoglio di startup. L’obiettivo è far luce sui meccanismi che consentono a queste realtà di gestire processi imprenditoriali seriali, mantenendo coerenza strategica ed efficacia operativa.

La giuria, composta da membri della faculty di ESSEC e dagli editor dello Strategic Entrepreneurship Journal, Sam Garg, Yong Li e Pinar Ozcan, ha premiato l’originalità dell’approccio e il potenziale impatto del progetto, incoraggiando il team a svilupparlo ulteriormente in vista della pubblicazione su una rivista scientifica. A seguito di questo importante riconoscimento, Davide Moiana e Antonio Ghezzi proseguiranno nello sviluppo di questa ricerca.

Il premio ricevuto non solo evidenzia l’eccellenza accademica della POLIMI School of Management, ma anche la capacità di contribuire in modo significativo al dibattito globale su imprenditorialità strategica e sui nuovi modelli organizzativi per la creazione di startup.

La POLIMI School of Management eccelle alla ENTFIN Conference 2025 con ricerche su AI e accelerazione startup

David Heller, ricercatore della POLIMI School of Management del Politecnico di Milano, premiato con il “Best Paper Award” e con l’“European Investment Fund Best Paper Award on Policy Impact” alla ENTFIN Conference 2025 per due studi pionieristici sul ruolo dell’intelligenza artificiale generativa nella produttività aziendale e sull’impatto delle politiche pubbliche sull’internazionalizzazione delle startup.

 

In occasione della 9ª edizione dell’Annual Meeting of the Entrepreneurial Finance Association (ENTFIN), tenutasi dal 2 al 4 luglio 2025 presso l’Erasmus University di Rotterdam, David Heller, ricercatore della POLIMI School of Management del Politecnico di Milano, ha ricevuto due importanti riconoscimenti: il Best Paper Award e l’European Investment Fund Best Paper Award on Policy Impact.

La conferenza ENTFIN è un evento internazionale di riferimento per studiosi e professionisti interessati alla finanza imprenditoriale, che coinvolge esperti di management, finanza ed economia. L’obiettivo di ENTFIN è favorire la collaborazione tra accademici e practitioner del settore, stimolando la realizzazione di ricerche di alta qualità in questo ambito.

Nel corso dell’edizione 2025, David Heller è stato premiato per due studi che esplorano rispettivamente gli effetti dell’intelligenza artificiale generativa (GenAI) sulla produttività delle imprese e l’impatto dei programmi pubblici di accelerazione sull’internazionalizzazione delle startup.

Il Best Paper Award è stato assegnato allo studio “Generative AI and Firm-level Productivity: Evidence from Startup Funding Dynamics”, di cui è co-autore Dominik Asam (è possibile accedere al paper a questo link). La ricerca fornisce una delle prime evidenze su larga scala dell’impatto della GenAI sulla produttività aziendale. Analizzando il lancio di GitHub Copilot nel 2021 come esperimento naturale, lo studio mostra che le startup attive nello sviluppo software ottengono finanziamenti iniziali in modo significativamente più rapido (+19%) e con un numero inferiore di sviluppatori impiegati (-20%). Tuttavia, questi effetti si concentrano nelle startup guidate da fondatori con elevata esperienza, evidenziando come i benefici della GenAI dipendano fortemente dalla presenza di capitale umano qualificato.

L’European Investment Fund Best Paper Award on Policy Impact è stato conferito a David Heller per il paper “Learning from Abroad? Startup Accelerators and International Market Entry” (co-autori Daehyun Kim e Dietmar Harhoff). La ricerca analizza le strategie di internazionalizzazione delle startup, una leva fondamentale per molte realtà imprenditoriali, focalizzandosi sul German Accelerator (GA), un programma finanziato dal governo tedesco per supportare l’ingresso delle startup nei mercati esteri. Utilizzando un dataset unico che unisce dati proprietari sulle candidature al programma con informazioni dettagliate su startup, fondatori e investimenti, lo studio mostra che le startup partecipanti hanno ottenuto finanziamenti più consistenti e aumentato il numero di dipendenti nei Paesi target del programma. Tuttavia, gli effetti sono meno marcati per le startup che hanno preso parte ai programmi online introdotti in risposta alla pandemia di COVID-19, mentre risultano più significativi per quelle con fondatori che avevano una limitata esperienza internazionale pregressa. In questo modo, la ricerca contribuisce ad approfondire la comprensione del potenziale e dei limiti dei programmi di accelerazione nel supportare l’internazionalizzazione delle startup.

I premi ricevuti confermano il valore scientifico e l’impatto concreto delle ricerche svolte e ribadiscono il contributo della POLIMI School of Management del Politecnico di Milano allo sviluppo di nuove conoscenze nei campi della finanza imprenditoriale, delle politiche per l’innovazione e del potenziale trasformativo delle tecnologie emergenti.

La rappresentazione dello scienziato nella società: un’immagine ancora dominata da stereotipi

Una scoping review pubblicata su Sociology Lens analizza oltre cento studi accademici, evidenziando come la rappresentazione collettiva dello scienziato rimanga ancorata a stereotipi rigidi e poco inclusivi.

 

Perché, ancora oggi, l’immagine più diffusa dello scienziato è quella di un uomo geniale, solitario, magari un po’ eccentrico, chiuso in un laboratorio? Partendo da questa domanda, Cristina Rossi-Lamastra e Omar Mazzucchelli della POLIMI School of Management del Politecnico di Milano hanno condotto una scoping review, pubblicata su Sociology Lens, intitolata Still a Man in a Lab Coat? A Scoping Review on the Stereotypical Scientist”.

La scoping review esamina 106 studi accademici selezionati tramite la banca dati Scopus, con l’obiettivo di indagare come la figura dello scienziato venga rappresentata nei media, nella comunicazione pubblica e nei materiali educativi. Attraverso un inquadramento teorico basato sulla teoria della rappresentazione sociale, l’autore e l’autrice distinguono tra elementi centrali, stabili e condivisi nel tempo, ed elementi periferici, più soggetti a evoluzione.

Dall’analisi emerge che lo stereotipo dello scienziato si fonda sugli elementi centrali, particolarmente persistenti: il genere maschile, l’intelligenza geniale e l’appartenenza alle scienze fisiche e naturali. Questi elementi rimangono stabili, nonostante l’aumento della presenza femminile nella ricerca e le politiche di inclusione nelle discipline STEM. Invece, gli elementi periferici, che includono caratteristiche come l’aspetto fisico (camice, occhiali, capelli arruffati) o alcuni tratti di personalità (solitudine, eccentricità), risultano più flessibili, ma non modificano sostanzialmente l’immagine prevalente. Il cuore dello stereotipo resta quindi invariato: lo scienziato è ancora percepito come uomo.

Lo studio riflette su come l’immagine dello “scienziato stereotipico” influenzi il modo in cui il pubblico si relaziona con la scienza, soprattutto in un’epoca di crescente disinvestimento nella ricerca scientifica. In un contesto segnato da tagli ai finanziamenti pubblici e talvolta diffidenza nei confronti della scienza, una percezione distorta degli scienziati – come élite distaccate, poco trasparenti o addirittura minacciose – può contribuire ad alimentare scetticismo e giustificare politiche di disinvestimento. Inoltre, lo stereotipo limita l’inclusione di profili diversi, riducendo la visibilità di ricercatrici, giovani studiosi ed esperti delle scienze sociali e umanistiche.

La review si conclude con un invito all’azione. La rappresentazione pubblica della scienza e dei suoi protagonisti non è neutrale: può favorire fiducia e partecipazione oppure distanza e disinformazione. Sarebbe quindi necessario un impegno collettivo – da parte delle istituzioni educative, dei media, dei decisori politici e del mondo accademico stesso – per costruire narrazioni più inclusive e realistiche. Solo in questo modo sarà possibile trasformare l’immaginario collettivo, rafforzare la fiducia nella scienza e renderla davvero accessibile a tutte e tutti.

Per maggiori dettagli sull’articolo: https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/johs.70003

Come la Brexit ha ridisegnato il mercato del venture capital

Uno studio della POLIMI School of Management del Politecnico di Milano pubblicato su Research Policy

 

Dopo la Brexit, Londra ha frenato gli investimenti in Europa. L’Europa, invece, continua a puntare sul Regno Unito. È questa la fotografia scattata da un nuovo studio pubblicato sulla rivista internazionale Research Policy, firmato da Andrea Odille Bosio, Vincenzo Butticè e Annalisa Croce della POLIMI School of Management del Politecnico di Milano, in collaborazione con Simone Signore e Andrea Crisanti dell’European Investment Fund (EIF).

Il lavoro analizza oltre dieci anni di investimenti di venture capital (VC) tra Regno Unito e Unione Europea, distinguendo con precisione le fasi del pre-annuncio, del periodo di incertezza (tra il referendum del 2016 e l’uscita formale) e del post-Brexit. Il risultato? Una reazione asimmetrica da parte degli investitori delle due sponde.

Gli investitori britannici hanno reagito subito, tagliando gli investimenti in Europa già dopo l’annuncio della Brexit. Quelli europei, invece, hanno atteso maggiore chiarezza prima di modificare il proprio comportamento. È coerente con l’ipotesi che la Brexit abbia aumentato l’incertezza nel mercato della finanza per l’imprenditorialità innovativa”, spiega Vincenzo Butticè, docente di Business Data Analytics.

Secondo le analisi, dopo il referendum del 2016 i fondi UK hanno ridotto drasticamente le operazioni in Europa continentale, mantenendo poi una linea prudente e più centrata sul mercato interno. Al contrario, gli investitori dell’UE non hanno cambiato atteggiamento nell’immediato, ma hanno aumentato in modo significativo gli investimenti verso startup britanniche dopo l’attuazione formale della Brexit, nel 2020.

Una possibile spiegazione? L’aumento degli investimenti UE nel Regno Unito potrebbe essere dovuto a una ridotta capacità di fundraising da parte dei fondi britannici, unita a nuove strategie di collaborazione tra investitori UK e UE per superare le barriere post-Brexit, come suggerisce l’analisi dei dati sugli investimenti in sindacato fra fondi localizzati nelle due aree.

Lo studio offre una chiave di lettura originale su come i flussi di capitale legati all’innovazione si stiano ridefinendo a livello europeo, con effetti di lungo periodo sull’ecosistema delle startup. Per l’Italia, che oggi rappresenta solo una piccola quota del mercato VC europeo, si apre la sfida di rafforzare la propria posizione nell’ecosistema europeo degli investimenti, cogliendo le opportunità offerte dalla Brexit.

Per maggiori informazioni: How Brexit reshaped venture capitals market: An analysis of UK and EU investments – ScienceDirect

Educazione e policy: al Politecnico di Milano il XXXIII Meeting AEDE riunisce esperti da tutto il mondo

Il 26 e 27 giugno 2025, il Politecnico di Milano ha ospitato il 33° Meeting AEDE, evento internazionale che ha esplorato il legame tra ricerca, pratica educativa e decisioni politiche. Oltre 110 esperti da 77 atenei hanno discusso sfide globali e soluzioni per sistemi scolastici più equi ed efficaci.

 

Il 26 e 27 giugno 2025, la POLIMI School of Management del Politecnico di Milano ha ospitato il meeting annuale dell’ Associación de Economía de la Educación (AEDE) – Università di Zaragoza (Spagna) – che ha riunito oltre 110 ricercatori ed esperti provenienti da 77 atenei di tutto il mondo.

Giunta alla sua 33esima edizione, la conferenza rappresenta dal 1992 uno spazio di riflessione e di discussione a livello internazionale sul ruolo dell’istruzione nella vita economica e sociale dei singoli Paesi, da numerosi punti di vista.

Al centro del dibattito, come evidenziato in apertura dal Prof. Tommaso Agasisti, docente del Politecnico di Milano, un tema cruciale per il mondo della ricerca e della politica educativa: come costruire ponti solidi tra evidenza scientifica, pratica didattica e decisioni di policy.

All’interno di un contesto in cui il lavoro di analisi dei dati, la costruzione di modelli rigorosi e l’elaborazione di risultati solidi da parte della ricerca rischia di rimanere confinato nel circuito accademico, il Meeting AEDE si pone come un luogo privilegiato di dialogo tra ricerca e decisione politica.

All’interesse accademico dell’evento si unisce dunque l’impegno concreto degli organizzatori e dei partecipanti a trasferire alla società civile e ai decisori pubblici i principali spunti e risultati emersi dal dibattito. L’obiettivo finale è approfondire la conoscenza del sistema educativo e contribuire all’orientamento delle politiche educative in tutte le loro dimensioni per migliorare davvero i sistemi educativi a livello globale.

Per raggiungere tale ambizioso obiettivo, fondamentale, oltre alla condivisione delle numerose esperienze, è stato favorire la comprensione di come funzionano le istituzioni nei vari Paesi di provenienza, come essi affrontano le sfide quotidiane delle politiche educative e quali sono gli spazi di interazione con il mondo della ricerca.

Durante le plenarie, Roberto Ricci di INVALSI, Carmen Tovar di INEE – Spagna e Miguel Urquiola della Columbia University – tra i maggiori esperti nell’ambito dell’economia dell’istruzione e della valutazione educativa – hanno offerto riflessioni di ampio respiro sui trend globali dell’istruzione, come la trasformazione digitale, le riforme dei curricula e le disuguaglianze sistemiche.

Le sessioni parallele hanno poi affrontato in profondità diverse tematiche:

  • le disuguaglianze educative, analizzando come genere, status socioeconomico e contesto influenzino l’accesso e i risultati scolastici;
  • i determinanti della performance scolastica, esplorando fattori ambientali, sociali e organizzativi che incidono sull’apprendimento;
  • la valutazione delle politiche educative, con l’uso di dati internazionali e strumenti quantitativi per misurare l’efficacia degli interventi;
  • il rapporto tra istruzione superiore e mercato del lavoro, evidenziando come l’università influenzi occupabilità e sviluppo professionale;
  • il benessere e le competenze non cognitive, riconosciuti come elementi centrali per il successo formativo e la crescita personale degli studenti.

Il XXXIII Meeting di AEDE ha confermato l’importanza di un dialogo internazionale, basato su dati e ricerca empirica, per guidare l’evoluzione dei sistemi educativi, e messo in evidenza come le politiche scolastiche debbano tenere conto non solo delle performance, ma anche dell’inclusività, dell’equità e del benessere degli studenti per costruire un’istruzione più giusta ed efficace.