Best Paper Award nella categoria Immersive Technologies per il team della POLIMI School of Management alla AIRSI Conference 2025

Michele Di Dalmazi, Marco Mandolfo, Francesco Di Paolo, e Lucio Lamberti vincono il Best Paper Award nella categoria Immersive Technologies alla AIRSI Conference 2025

 

Durante la conferenza AIRSI 2025 – The Metaverse Conference, organizzata dall’Università di Zaragoza – Spagna, sono stati annunciati i vincitori dei Best Paper Awards nelle diverse aree tematiche.

AIRSI è una conferenza scientifica internazionale dedicata allo studio delle tecnologie immersive, dell’intelligenza artificiale e dell’interazione uomo-macchina, con l’obiettivo di promuovere il confronto tra accademici, professionisti e aziende sui cambiamenti in atto nei mondi digitali.

L’edizione 2025 ha riunito studiosi, professionisti e rappresentanti del mondo aziendale per un confronto interdisciplinare sugli effetti delle tecnologie emergenti nei campi del marketing, del comportamento dei consumatori e della comunicazione immersiva.

Nel corso dell’evento, sono stati premiati i contributi accademici di particolare rilevanza nell’ambito della ricerca, tra cui l’articolo di Michele Di Dalmazi, Marco Mandolfo, Francesco Di Paolo e Lucio Lamberti della POLIMI School of Management del Politecnico di Milano, vincitore del premio Best Paper Award for Full Paper, PhD – Immersive Technologies.

All’interno del programma scientifico, il paper dal titolo “Exploring Individual Attention in Virtual Environments: A multi-method investigation involving eye-tracking and EEG” ha ricevuto il premio per il miglior contributo nella categoria Full Paper, PhD – Immersive Technologies. Lo studio combina dati neurofisiologici (EEG) e comportamentali (eye-tracking), contribuendo in modo significativo alla comprensione dei processi cognitivi alla base della fruizione immersiva.

Il riconoscimento ottenuto sottolinea il valore scientifico e applicativo della ricerca, confermandone il contributo allo sviluppo di modelli interpretativi innovativi per l’analisi delle esperienze digitali immersive.

 

Per maggiori dettagli sull’articolo: Exploring Individual Attention in Virtual Environments: A multi-method investigation involving eye-tracking and EEG – ScienceDirect

 

QS World University Rankings: il Politecnico di Milano è al 98° posto

È la prima università italiana a entrare nella Top 100 mondiale

 

Un’università italiana entra per la prima volta nella Top 100 del QS World University Rankings, una delle classifiche accademiche più prestigiose al mondo: il Politecnico di Milano si posiziona al 98° posto nell’edizione 2026, raggiungendo un risultato storico che segna un primato nazionale e al tempo stesso un importante riconoscimento al valore dell’eccellenza italiana nel panorama della formazione e della ricerca.

Con questo traguardo, il Politecnico si colloca nel top 6% delle università mondiali. Il passaggio dalla 111ª alla 98ª posizione testimonia la solidità di una crescita costante nel tempo: in dieci anni, l’Ateneo ha scalato ben 89 posizioni, di cui 41 nell’ultimo triennio (dal 139° del 2023) distinguendosi come punto di riferimento per il sistema universitario italiano e tra le eccellenze accademiche internazionali.

In Italia, il Politecnico di Milano si conferma primo assoluto per performance complessiva e per la qualità dei suoi indicatori chiave.

Tra gli indicatori che hanno contribuito in modo determinante al raggiungimento della Top 100 si segnalano, in particolare, la Employer Reputation e la Academic Reputation. La prima – che misura la stima espressa da datori di lavoro internazionali nei confronti dei laureati – evidenzia la capacità del Politecnico di formare professionisti altamente qualificati, pronti ad affrontare le sfide del mondo del lavoro. La seconda – che valuta il prestigio percepito da parte della comunità accademica globale – conferma l’elevata qualità della ricerca e della didattica svolte in Ateneo.

Risultati eccellenti emergono anche dall’indicatore Employment Outcomes, che attesta un alto tasso di occupazione tra i laureati e un impatto significativo delle loro carriere nei rispettivi settori. In netta crescita anche il dato relativo alle Citations per Faculty, che misura la media delle citazioni scientifiche per docente e riflette la rilevanza della produzione scientifica a livello internazionale.

Questo insieme di risultati positivi è sostenuto anche da un aumento significativo della produttività scientifica, segno tangibile di una comunità accademica attiva, attrattiva e orientata all’innovazione.

 

Un risultato particolarmente significativo. L’Italia entra finalmente nella top 100 del QS World Rankings come gli altri paesi del G7. È questa la dimostrazione della validità e del prestigio non solo del Politecnico di Milano, ma del sistema della formazione e della ricerca italiane. Un balzo in avanti che ha preso il via dieci anni fa. Espressione di una strategia di crescita chiara; della passione e della dedizione dell’intera comunità del Politecnico di Milano; di una pianificazione e di una gestione attenta delle risorse; di un sistema di scambio efficace con le imprese e con il territorio.

Donatella Sciuto, Rettrice del Politecnico di Milano

Il QS World University Rankings 2026 ha analizzato oltre 8.400 università in 106 Paesi. Di queste, 1.501 sono entrate in classifica, tra cui 43 italiane. Il risultato del Politecnico di Milano rappresenta un punto di svolta per l’università italiana e un segnale forte della sua capacità di competere, innovare e crescere a livello globale.

 

I numeri

Posizione globale: 98° posto su oltre 8.400 università valutate. È la prima volta che un’università italiana entra nella Top 100 del ranking QS.
Posizione in Italia: 1° posto assoluto.
Università analizzate: 8.467 atenei da 106 Paesi. Di queste, 1.501 sono entrate in classifica. Le università italiane presenti sono 43.Indicatori di eccellenza:

  • Employer Reputation: 90,1/100
  • Academic Reputation: 83,4/100
  • Employment Outcomes: 72,0/100
  • Citations per Faculty: 53,9/100
  • International Faculty: 74,4/100

Trend decennale: +89 posizioni guadagnate in dieci anni. Il Politecnico è passato dal 187° posto nel 2016 al 98° nel 2026.

Produttività scientifica: oltre 27.000 pubblicazioni e 270.000 citazioni registrate nel periodo 2019–2024 (fonte: Scopus/QS)

 

Visualizza i ranking: https://www.topuniversities.com/world-university-rankings

Ricerca, impatto e collaborazione: alla POLIMI School of Management il confronto internazionale sugli Outcomes-Based Contracts

Come ripensare la progettazione e il finanziamento dei servizi pubblici per affrontare sfide complesse come la salute, l’educazione o la rigenerazione urbana? Alla POLIMI School of Management un workshop dedicato agli Outcomes-Based Contracts (OBCs)

 

Il 29 e 30 maggio 2025 la POLIMI School of Management del Politecnico di Milano ha ospitato l’Outcomes-Based Contracts Workshop, un evento internazionale che ha riunito oltre 30 tra accademici e professionisti da tutta Europa – e non solo – organizzato dal centro di ricerca TIRESIA.

Al centro del confronto: i contratti basati sui risultati – noti come Outcomes-Based Contracts (OBCs) – e il loro potenziale nel generare maggiore efficacia, innovazione e impatto sociale nella gestione delle politiche pubbliche. Per OBCs si intende un meccanismo contrattuale che lega il finanziamento al risultato, che sposta l’attenzione dall’output al risultato nel lungo periodo.

Le partnership tra attori eterogenei sono sempre più studiate come meccanismi per rendere operative strategie volte ad affrontare le grandi sfide globali, come delineato dall’Agenda 2030 (SDG 17). In questo contesto, gli OBCs, tra cui rientrano i Social Impact Bonds (SIBs) e le iniziative Pay-for-Success, si stanno affermando come forme innovative di collaborazione tra settore pubblico e privato, con l’obiettivo di affrontare problemi complessi e sistemici. Questi strumenti contrattuali mirano a riformare i servizi pubblici, coordinando finanziamento, gestione ed erogazione attraverso partenariati orientati ai risultati. Collegando le risorse finanziarie ai risultati raggiunti, gli OBCs pongono al centro delle negoziazioni tra gli stakeholder la valutazione della performance e della creazione di impatto pubblico.

L’Outcomes-Based Contracts Workshop è senz’altro un segnale di interesse verso queste tematiche. Durante le sessioni, sono stati presentati contributi teorici e metodologici che hanno esplorato le diverse prospettive degli attori coinvolti: dal ruolo delle imprese private nella sostenibilità, alle logiche ibride nei processi di investimento, fino all’analisi dell’impatto sociale e dei meccanismi contrattuali più efficaci. Particolare attenzione è stata dedicata al ruolo delle pubbliche amministrazioni come orchestratori di ecosistemi di innovazione sociale, mettendo in luce come gli OBCs possano abilitare nuove forme di governance partecipativa e territoriale.

Durante le due giornate di workshop, i partecipanti hanno condiviso casi studio e ricerche empiriche su come gli OBCs possano migliorare l’accountability e l’efficienza dei servizi pubblici. Numerose le esperienze discusse, provenienti da contesti differenti – dal Regno Unito al Sudafrica, passando per l’Italia e il Ghana – tra cui l’Education Outcomes Fund, attivo in diversi Paesi africani per migliorare l’accesso e la qualità dell’educazione prescolare, e il progetto pilota italiano TOUCH, volto a creare un fondo regionale per contrastare la dispersione giovanile.

Il workshop ha rappresentato un’importante occasione per rafforzare una comunità internazionale di ricerca e pratica, condividere esperienze emergenti e riflettere su nuove modalità di collaborazione tra pubblico, privato e terzo settore per generare valore sociale. Un confronto che ha confermato quanto sia urgente – e possibile – innovare i meccanismi di finanziamento e gestione delle politiche pubbliche, mettendo al centro i risultati e l’impatto per le persone.

Positive Impact Rating 2025: POLIMI Graduate School of Management è l’unica Scuola europea a ottenere il massimo riconoscimento per l’impatto generato

La Business School della POLIMI School of Management del Politecnico di Milano è l’unica Scuola in Europa ad aver raggiunto il Livello 5 nel Positive Impact Rating 2025, dimostrando la propria leadership in tutte le dimensioni dell’Impatto

 

POLIMI Graduate School of Management, parte della POLIMI School of Management del Politecnico di Milano, è stata nuovamente riconosciuta per il proprio impatto sociale e per il proprio impegno nei confronti della sostenibilità. Nell’ambito della sesta edizione del Positive Impact Rating (PIR), la Scuola ha ottenuto il Livello 5, il massimo possibile, distinguendosi come unica business school in Europa a ottenere tale riconoscimento. Il report 2025, dal titolo RETHINKING SOCIETAL IMPACT – A roadmap for business schools to implement positive impact, è stato presentato in occasione del PIR Global Summit 2025 e discusso anche durante il PRME Global Forum delle Nazioni Unite.

Il PIR nasce con l’obiettivo di valutare l’impatto positivo sulla società generato dalle business school a livello globale e riflette una tendenza crescente nel mondo dell’alta formazione: formare leader consapevoli, capaci di affrontare le sfide complesse del nostro tempo. Quest’anno, il rating ha coinvolto 86 scuole di 28 Paesi, distribuite su tutti e cinque i continenti, per un totale di oltre 17.167 studenti (+13% rispetto all’edizione precedente). Ben 26 istituzioni sono state valutate per la prima volta, a conferma dell’interesse crescente verso un modello formativo sempre più orientato all’impatto.

POLIMI Graduate School of Management è stata l’unica Scuola europea a raggiungere il Livello 5, che la qualifica come Pioneering School nell’ambito del PIR, avendo ottenuto un punteggio tra l’8,8 e il 10, che dimostra la sua leadership in tutte le dimensioni dell’Impatto.

Il PIR si basa su 20 domande distribuite su otto indicatori (Governance, Cultura, Programmi formativi, Metodi didattici, Supporto agli studenti, Ricerca, Role model e Coinvolgimento con la società), organizzati in quattro aree principali: Motivare, Educare, Abilitare e Coinvolgere. I risultati ottenuti classificano le business school mondiali in cinque livelli a seconda del loro impatto, tre dei quali resi pubblici: Livello 3 (Progressing), Livello 4 (Transforming) e Livello 5 (Pioneering).

Uno degli elementi distintivi del PIR è che si tratta di una valutazione costruita dagli studenti, per gli studenti. Essi rappresentano infatti i principali stakeholder dei percorsi formativi e, attraverso il rating, possono esprimere il proprio punto di vista su come la Scuola affronta le sfide sociali e ambientali, come prepara futuri leader responsabili e quali aspetti potrebbero essere migliorati. È anche per questo che la Scuola ha deciso di partecipare per il secondo anno consecutivo: per dare ascolto attivo alle nuove generazioni e orientare in modo sempre più consapevole la propria evoluzione strategica.

Ricevere il massimo livello nel Positive Impact Rating 2025 ed essere riconosciuti come Pioneering School è per noi motivo di grande orgoglio, ma soprattutto di responsabilità. Questo risultato ci incoraggia a proseguire nel nostro impegno ad integrare in modo strutturale la sostenibilità e l’impatto sociale in ogni dimensione della Scuola: dalla didattica alla ricerca, fino alle scelte strategiche e operative”, commenta Federico Frattini, Dean di POLIMI Graduate School of Management. “Il messaggio che arriva dagli studenti di tutto il mondo è chiaro: vogliono una formazione che li prepari ad affrontare le sfide sistemiche del nostro tempo, non a replicare i modelli del passato. È una richiesta che condividiamo e che continueremo a tradurre in esperienze concrete, interdisciplinari e connesse con il mondo reale. Essere l’unica scuola in Europa in questa categoria ci stimola a fare da ponte tra le aspirazioni globali e le esigenze locali, contribuendo alla trasformazione del nostro ecosistema formativo e imprenditoriale.

Il Positive Impact Rating è stato sviluppato da una coalizione di esperti di business school e organizzazioni non governative quali WWF, Oxfam e Global Compact delle Nazioni Unite, ed è supportato da associazioni studentesche come oikos, AIESEC e Net Impact. È inoltre sostenuto da VIVA Idea (Costa Rica), dalla Foundation Institute for Business Sustainability e da FehrAdvice (Svizzera).

FT Executive Education Rankings 2025: POLIMI Graduate School of Management scala il ranking del Financial Times e consolida la propria posizione a livello globale

Gli importanti progressi registrati nei programmi Open e le solide performance nei Custom confermano la qualità della formazione executive offerta dalla Business School del Politecnico di Milano

 

La POLIMI Graduate School of Management, parte della POLIMI School of Management del Politecnico di Milano, si è distinta nel panorama internazionale della formazione executive grazie ai risultati ottenuti nell’Executive Education Ranking 2025 pubblicato dal Financial Times. La Scuola è presente in entrambe le classifiche dedicate ai programmi per executive pubblicate dal prestigioso quotidiano: Open-enrolment e Custom.

Nel ranking dei programmi Open, la Scuola compie un significativo passo avanti, avanzando di 12 posizioni rispetto al 2024 e posizionandosi al 57° posto su 85 istituzioni valutate a livello globale. Questo risultato riflette la capacità di proporre percorsi formativi sempre più innovativi, pratici e aderenti alle necessità di manager e professionisti in continua evoluzione. Un indicatore particolarmente rilevante in questa categoria è la soddisfazione complessiva degli alumni (Overall Satisfaction), dove la Scuola raggiunge la 15ª posizione al mondo con un punteggio di 9,67 su 10, in netta crescita rispetto all’anno precedente. Un dato che conferma la qualità percepita e l’impatto delle esperienze formative offerte.

Per quanto riguarda i programmi Custom, sviluppati in stretta collaborazione con le aziende per rispondere a esigenze specifiche, la Scuola consolida la propria presenza a livello internazionale posizionandosi al 67° posto su 95 business school. Questo posizionamento assume particolare rilievo alla luce del crescente numero di istituzioni incluse nel ranking.
Tra gli indicatori di performance più significativi nei Custom, emergono:

  • il Follow-up, che misura il supporto fornito ai partecipanti anche dopo la conclusione del percorso formativo, dove la Scuola si posiziona al 37° posto;
  • il Future Use, che valuta la propensione delle aziende a rinnovare la collaborazione per futuri programmi, con un 39° posto a livello globale.

Completano il quadro i miglioramenti registrati nei punteggi relativi alla percezione del valore dell’esperienza formativa (Value for Money) e alla diversità della faculty, espressione dell’impegno costante verso un ambiente accademico sempre più internazionale, inclusivo e orientato all’eccellenza.

“I risultati dei ranking FT 2025 confermano la qualità e la rilevanza della nostra offerta formativa executive, sia per i singoli professionisti sia per le aziende”, commenta Federico Frattini, Dean di POLIMI Graduate School of Management. “Siamo particolarmente orgogliosi del salto nella classifica Open, frutto di un lavoro costante sul fronte dell’innovazione didattica e della personalizzazione dei percorsi. Allo stesso tempo, il consolidamento nel Custom dimostra la nostra capacità di costruire soluzioni su misura ad alto impatto, in un contesto sempre più competitivo.”

La presenza stabile e crescente nei principali ranking internazionali conferma il ruolo di primo piano della POLIMI Graduate School of Management nella formazione manageriale, con un’offerta che continua a distinguersi per innovazione, internazionalizzazione e impatto concreto su persone e organizzazioni.

Disponibile il secondo numero di SOMe, l’eMagazine della POLIMI School of Management

SOMe, l’eMagazine della POLIMI School of Management, torna con un nuovo numero ricco di spunti, approfondimenti e progetti che raccontano l’impegno della nostra Scuola verso l’innovazione, la sostenibilità e l’impatto sociale.

 

Tra imprenditorialità, modelli di business e innovazione

In questa edizione, scopriamo come le strategie data-driven stiano rivoluzionando i servizi di manutenzione e come la progettazione dei modelli di business influenzi la percezione del valore da parte dei consumatori. Approfondiamo inoltre il potenziale degli innovation contest per stimolare lo spirito imprenditoriale all’interno delle aziende.

Trattiamo anche il tema dell’agricoltura digitale con il progetto europeo Farmtopia, analizziamo la sicurezza sul lavoro nell’era digitale grazie al progetto PrePaRa e illustriamo gli ultimi risultati dell’Osservatorio Open Innovation Lookout e dell’Osservatorio Minibond.

Non mancano infine gli aggiornamenti sul prossimo convegno EurOMA 2025 e sul nuovo POLIMI School of Management Impact Report – BSIS Assessment, che evidenzia l’impatto concreto della nostra Scuola su società, territorio e imprese.

 

Per leggere i numeri precedenti di SOMe, clicca qui.

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In arrivo l’edizione 2025 della European Union Week: un evento per approfondire il ruolo e le prospettive dell’Unione Europea

Si terrà dal 12 al 19 maggio la European Union Week 2025, iniziativa per promuovere il dialogo, l’innovazione e la cooperazione internazionale nell’ambito dell’Unione Europea

 

Giunta alla sua quinta edizione, la European Union Week si conferma un appuntamento di rilievo nel panorama accademico internazionale. Con l’obiettivo di celebrare l’Unione Europea, la manifestazione prevede una serie di eventi sia in presenza sia online rivolti a studenti, alumni, pubblico in generale e professionisti interessati ad approfondire il ruolo dell’Unione Europea, la sua importanza e la sua evoluzione in un’epoca di profondi cambiamenti.

 

Crescita e collaborazione per l’Europa del futuro

Nata nel 2021 grazie all’iniziativa di TUM School of Management (Germania) e di HEC Paris (Francia), la European Union Week ha visto negli anni un continuo ampliamento della rete di istituzioni coinvolte. A partire dalle successive adesioni di Kozminski University (Polonia) ed altre organizzazioni universitarie, l’iniziativa è oggi sostenuta da un solido network di partner accademici internazionali. Ne fanno parte, oltre ai partner già menzionati, Bucharest University of Economic Studies (Romania), Estonian Business School (Estonia), Vlerick Business School (Belgio) e, novità di quest’anno, ESADE, Ramon Llull University, Barcelona (Spagna) e Corvinus University of Budapest (Ungheria). Questa rete interculturale testimonia l’impegno condiviso a promuovere la cooperazione europea attraverso il confronto su temi di attualità.

Anche per l’edizione di quest’anno, la nostra Scuola rinnova il proprio impegno nella realizzazione della European Union Week, contribuendo attivamente a promuovere una riflessione condivisa sul ruolo e sul valore dell’Unione Europea.

Tanti eventi per esplorare le opportunità e il futuro dell’Unione Europea

L’edizione 2025 della European Union Week offre un programma variegato e stimolante, ricco di seminari, eventi e interventi tematici di professionisti e speaker d’eccezione che condividono la passione per l’innovazione, la sostenibilità e il futuro dell’Unione Europea. I relatori, provenienti da diversi ambiti, condivideranno le loro prospettive e offriranno spunti sulle sfide e le opportunità che l’UE si trova oggi ad affrontare. Questa iniziativa sarà una preziosa occasione per ampliare il proprio network e comprendere più a fondo il valore del progetto europeo.

Tutti gli eventi, disponibili gratuitamente, verranno organizzati dalle istituzioni partner dell’iniziativa e sarà possibile partecipare in presenza o da remoto.

Di seguito gli eventi organizzati dalla nostra scuola:

  • 13 maggio | 3.30 – 5.00 PM (CEST)
    Maurizio MolinariHead of European Parliament Liaison Office in Milan
    “The EU in a digital world: where to next?”
    Evento in inglese; in presenza oppure online
    Per registrarsi all’evento cliccare qui.

 

  • 14 maggio | 6.00 – 7.00 PM (CEST)
    Matteo VillaSenior Research Fellow at ISPI and co-heads the ISPI Data Lab
    “Could the European Union aspire for Global Market Leadership in the current turbulent times?”
    Evento in inglese; online
    Per registrarsi all’evento cliccare qui.

 

  • 19 maggio | 11.30 AM – 1.00 PM (CEST)
    Michela NardoDeputy Head of unit at the Joint Research Centre in the Unit of Economic and Financial resilience
    “Is globalisation coming to an end? The EU amid current geopolitical challenges”
    Evento in inglese; in presenza oppure online
    Per registrarsi all’evento cliccare qui.

 

Per consultare il programma completo e iscriversi agli eventi organizzati dai partner europei, visita il sito di TUM Business School.

Dati che raccontano il cambiamento: il nuovo Impact Report della POLIMI School of Management

La POLIMI School of Management presenta il nuovo Impact Report sviluppato nell’ambito della valutazione BSIS. Un’analisi approfondita dell’impatto della Scuola su società, territorio e imprese. Dati concreti e risultati misurabili per valorizzare un impegno quotidiano verso il futuro.

 

A seguito del recente lancio dell’Impact Committee, la POLIMI School of Management del Politecnico di Milano è lieta di annunciare la pubblicazione del documento di sintesi “POLIMI School of Management Impact Report – BSIS Assessment”.

Con l’obiettivo di mantenere informati gli stakeholder sui progressi compiuti e celebrare i risultati raggiunti nell’ultimo anno, a seguito del completamento del processo di valutazione BSIS (Business School Impact System), la Scuola presenta alcuni elementi chiave delle attività che promuovono un impatto positivo sulla società.

La valutazione BSIS è uno strumento promosso da EFMD (Fondazione Europea per lo Sviluppo Manageriale) – uno dei tre enti di accreditamento più importanti al mondo – che analizza l’impatto delle scuole di business sulle loro aree geografiche e sulla società nel suo complesso. Attraverso questo processo, la Scuola ha visto certificato e misurato il suo impegno nel contribuire positivamente alla società attraverso attività accademiche, di ricerca e di collaborazione con le imprese e le istituzioni locali.

Questo breve documento riassume i risultati della valutazione mettendo in luce il contributo della Scuola all’ecosistema in cui opera, dimostrando il valore del lavoro svolto quotidianamente nell’istituzione, esaminando specificamente il suo impatto in base a sette sfere di influenza.

Di seguito, una panoramica dei principali insight contenuti nel report con dati aggiornati al 2022:

Impatto Finanziario:

  • Impatto Finanziario Totale: €105 milioni in costi diretti e indiretti.
  • Crescita dei Ricavi: aumento del 92% dal 2015 al 2022.
  • Principali Fonti di Reddito: fondi di ricerca (36%), tasse di iscrizione post-laurea (26%), formazione executive (16%).
  • Investimento nella Digitalizzazione: miglioramento dell’efficienza e delle competenze del personale.

Impatto a livello educativo:

  • Alumni: 13.700 che lavorano a livello locale, contribuendo anche allo sviluppo industriale.
  • Studenti/esse che hanno completato il percorso di studi: 1.923 nell’ultimo anno, 595 che entrano nel mercato del lavoro a livello regionale.
  • Studenti internazionali: 80% fanno parte dell’International MBA, 32% rimangono nella regione.
  • Partnership con Aziende: 203 aziende coinvolte nei programmi part-time.

Impatto sullo sviluppo aziendale:

  • Tirocini e Progetti: equivalenti a oltre 700 posti di lavoro a tempo pieno per un impatto pari a 10,5 milioni di euro.
  • Imprenditorialità: supportata da PoliHub, abbiamo creato 219 nuovi posti di lavoro e nel 2022 sono nate 17 start-up.
  • Iniziative di rilievo: Fybra – miglioramento della qualità dell’aria e dell’efficienza energetica.

Impatto a livello intellettuale:

  • Risultati di ricerca: più di 370 articoli, oltre 90 libri e 81 progetti di ricerca.
  • Eventi: 1.300 partecipanti a conferenze e 10.700 a 120 eventi di divulgazione.
  • Valutazione dell’Impatto della Ricerca: quadro per la valutazione dell’impatto della ricerca.

Impatto sull’ecosistema regionale:

  • Collaborazioni: con istituzioni accademiche locali, autorità pubbliche e imprese.
  • Professionisti Locali: 443 professionisti che condividono la loro esperienza.
  • Integrazione nella Comunità: contributi significativi all’ecosistema regionale.

Impatto sociale:

  • Iniziative di sostenibilità: il 59% degli studenti di MSc e altri master riceve formazione in materia di sostenibilità.
  • Eventi pubblici: 85 eventi aperti al pubblico e 5.500 partecipanti.
  • Progetti ambientali: “Zero Sprechi” e “Ambassador in Green Technologies.”

Impatto sull’Immagine:

  • Reputazione: accreditamento Triple Crown, forte reputazione nazionale e internazionale.
  • Eventi di divulgazione: 400 eventi, 50.000 partecipanti, 11.500 citazioni stampa.
  • Social Media: forte presenza su LinkedIn, Facebook e Instagram.

Per maggiori dettagli: POLIMI School of Management Impact Report BSIS Assessment.

La condizione “ibrida” delle organizzazioni come strumento chiave per lo sviluppo di business sostenibili

Le imprese non puntano solo al profitto: lo studio del Politecnico di Milano e dell’Università di Bologna analizza le organizzazioni ibride, aziende che integrano sostenibilità e crescita economica. Focus sulle B Corp, con due macro-tipi di condizione ibrida: missione sociale interna o strategia di mercato. Un modello per il futuro del business sostenibile.

 

Nel panorama economico attuale, caratterizzato da crisi ambientali e sociali sempre più urgenti, le imprese non possono più limitarsi a massimizzare il profitto. Cresce la consapevolezza che il successo aziendale debba essere misurato non solo in termini finanziari, ma anche in base all’impatto sociale e ambientale generato. In questo contesto si inseriscono le organizzazioni ibride, ovvero quelle imprese che si distinguono per integrare una logica sia sociale che economica nel modo di fare impresa.

Ma cosa significa realmente essere un’organizzazione ibrida? Lo studio condotto da Leonardo Boni, Assistant Professor della POLIMI School of Management del Politecnico di Milano, e afferente al centro di ricerca TIRESIA, insieme a Riccardo Fini e Laura Toschi dell’Università di Bologna, analizza la natura e misura le varie sfaccettature della condizione ibrida all’interno di un campione di imprese italiane che possiedono la certificazione B Corp, uno standard ottenuto da imprese for-profit che possiedono alti livelli di performance sociali ed ambientali.

Lo studio propone una scala di misurazione dell’ibridazione che si sviluppa su tre livelli principali:

  • L’emergere della condizione ibrida – Perché un’azienda decide di perseguire obiettivi sociali insieme a quelli economici? Le motivazioni possono essere strategiche (migliorare la reputazione, attrarre nuovi clienti sensibili alla sostenibilità) o più profonde, legate alla visione etica dell’imprenditore e all’influenza di stakeholder esterni.
  • L’integrazione della dimensione sociale – Non basta dichiarare un impegno verso la sostenibilità, serve tradurlo in azioni concrete. Le imprese ibride devono poter sviluppare competenze specifiche per gestire al meglio il duplice obiettivo economico e sociale, adottano processi interni per allineare governance e strategia d’impresa, e creano meccanismi di incentivazione per i dipendenti.
  • Lo sviluppo della tesi di impatto – Le imprese ibride non si devono limitare a mitigare gli effetti negativi della loro attività, ma devono puntare a creare un impatto positivo duraturo. Questo approccio richiede la definizione di una chiara tesi di impatto: quali obiettivi sociali e ambientali si vogliono raggiungere? Come misurarli?

Dall’analisi di 101 B Corp italiane, lo studio ha identificato e validato una scala di misurazione con quattro fattori: (i) l’interpretazione strategica dell’impatto sociale; (ii) le dinamiche individuali e imprenditoriali; (iii) la diffusione di competenze organizzative; e (iv) l’influenza degli attori esterni. Da questa scala, lo studio ha prodotto come risultato due macro-tipi di imprese ibride:

  • Le B Corp orientate all’identità interna – Imprese che nascono con una missione sociale forte e la incorporano in ogni aspetto della loro strategia. Per loro, il profitto è un mezzo per amplificare l’impatto positivo.
  • Le B Corp orientate al mercato – Aziende che adottano il modello B Corp per differenziarsi, attrarre investimenti e rispondere a pressioni esterne (clienti, fornitori, istituzioni).

Questo studio aiuta la comprensione di come e quanto un’impresa coglie una condizione ibrida, supportando il percorso di innovazione e di aggiustamento di pratiche e processi fondamentali alla generazione di impatti sociali positivi. Da questo paper si supera la divisione tra profit e non-profit, ma si propone alle due anime di poter coesistere in modelli organizzativi che possono essere misurati e realizzati.

SOMe, l’eMagazine della POLIMI School of Management, si rinnova

Una nuova veste grafica e tanti contenuti di valore per il nuovo numero di SOMe, l’eMagazine della POLIMI School of Management.

L’ultima edizione offre uno sguardo approfondito su ricerca, innovazione e iniziative strategiche che caratterizzano la nostra Scuola.

 

Tra ricerca, purpose e transizione digitale

In questo numero, esploriamo le più recenti pubblicazioni scientifiche della Faculty, con focus sulla disclosure in R&D, la sicurezza nei luoghi di lavoro nelle PMI manifatturiere e il valore strategico dei dati nel settore Insurtech.

Diamo spazio ai risultati dell’Osservatorio Purpose in Action e a progetti innovativi su idrogeno e sostenibilità marittima, oltre a iniziative a supporto dei giovani NEET.

Chiudiamo con un approfondimento sulla transizione digitale, grazie agli insight emersi dal nostro evento HumanTech Day e alle ultime novità sulla food policy milanese, in cui siamo attivamente coinvolti.

 

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