Idee radicali? Trova un partner

La storia di Katalin Karikó e Drew Weissman, vincitori del Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina 2023 per le loro scoperte alla base dei vaccini a mRNA contro il Covid-19, offre importanti spunti a coloro che perseguono idee radicali. In un articolo su Harvard Business Review, Paola Bellis, Ricercatrice in Organizational Behavior and Leadership and Innovation, e Roberto Verganti, Professore di Leadership and Innovation, basandosi sulla loro intervista con Karikó spiegano perché le coppie possono essere più efficaci nell’innovare controcorrente e indicano come trovare un compagno  con cui intraprendere il viaggio.

 

Considera l’idea di avere un’idea non convenzionale, che metta in discussione i presupposti dominanti all’interno della tua organizzazione e del tuo settore. Come puoi svilupparla? Andare avanti da soli è difficile. D’altra parte, è improbabile che i singoli individui attraggano o dispongano di una squadra per perseguire un’idea considerata folle all’interno della loro organizzazione.

La ricerca di Paola Bellis e Roberto Verganti suggerisce che chi innova contro gli assunti dominanti in un settore, prospera quando trova un altro individuo con cui lavorare, ossia operando in coppia.

L’articolo “Got a Radical Idea at Work? Find a Partner”, pubblicato recentemente su Harvard Business Review, esplora perché e come una coppia può aiutare a sviluppare idee non ortodosse.

Oltre all’interpretazione della storia di Katalin Karikò e Drew Weissman – basata su un’intervista e altre fonti – lo studio si basa su oltre 30 interviste a coppie in tutto il mondo e sull’analisi di più di 60 casi celebri, come ad esempio Steve Jobs e Steve Wozniak per lo sviluppo del personal computer, Daniel Kahneman e Amos Tversky, J.R.R. Tolkien e C.S. Lewis, solo per citarne alcuni.

Tra i fattori di successo delle coppie di innovatori emergono aspetti relazionali e comportamentali, come ad esempio il fatto che osare di condividere un’idea pazza è più facile nello spazio intimo del lavoro in coppia. Le coppie sono inoltre piu´ resistenti, rispetto ai team, di fronte ai momenti difficili tipici dell’innovazione radicale.

Per leggere l’articolo completo:
Got a Radical Idea at Work? Find a Partner” – Harvard Business Review

 

 

Il leader alla prova delle soft skill

Nella vita delle aziende, la fusione rappresenta una delle fasi più delicate. È il momento in cui due entità con culture, storie, stili di leadership differenti si incontrano. Un processo che va pianificato e gestito con attenzione, ponendosi l’obiettivo di dare vita a una nuova cultura aziendale condivisa. Solo in questo modo un’integrazione può considerarsi davvero riuscita. Sergio Gonella, Culture and People Development & Recruiting Director di Wind Tre, azienda nata alla fine del 2016 dalla più grande fusione Europea nelle Telecomunicazioni, quella tra Wind Telecomunicazioni e H3G, questo percorso l’ha seguito in prima persona e lo ha raccontato agli studenti dell’Executive MBA della School of Management del Politecnico di Milano all’interno del ciclo “A point of view on Leadership”: «Abbiamo lavorato due anni per realizzare al meglio questa integrazione e, fin da subito, è parso evidente che le sfide maggiori non le avremmo affrontate solo a livello tecnologico o di business. Era fondamentale concentrarsi sulle persone. Così abbiamo deciso di coinvolgerle, attraverso un ampio cantiere di iniziative in cui le soft skill hanno giocato un ruolo preponderante».

I tre pilastri della leadership

Queste iniziative includevano «attività di ascolto come le engagement survey, attività di coinvolgimento attraverso communities, iniziative dedicate al welfare, allo sviluppo, al learning e alla gestione delle performance». Una strategia che è valsa sin da subito a Wind Tre la certificazione di Top Employer, e che ha preso ispirazione da un nuovo modello di leadership, definito anche in questo caso dal coinvolgimento delle persone scelte per guidare la nuova azienda. «Grazie alle interviste e ai focus group che hanno coinvolto i manager», spiega Gonella, «abbiamo individuato i tre pilastri che costituiscono il modello di leadership di Wind Tre: self, people e business».
Per quanto riguarda l’ambito self, «il leader deve dimostrare doti di stabilità, imprenditorialità e esemplarità». Caratteristiche interne che però devono essere poi tradotte all’esterno, ossia portate verso il team. «I nostri leader devono motivare i propri collaboratori e dar loro fiducia, permettere loro di esprimersi liberamente e in maniera costruttiva e stimolare la crescita di un network di relazioni interno ed esterno all’azienda», continua Gonella. Tutti elementi dove la padronanza delle soft skill è centrale.
L’approccio costruttivo della leadership si riflette anche sul business: «Su questo versante, le nostre priorità sono la generazione di valore, un forte orientamento al cliente e un’attitudine all’esplorazione e alla continua innovazione».

Osservare, imparare, innovare

La centralità attribuita alle soft skill è coerente con le trasformazioni del contesto globale, che vedranno mutare profondamente la gerarchia delle competenze lavorative richieste. È lo stesso Gonella a spiegarlo, citando il Future of Jobs Report stilato dal World Economic Forum nel 2018: «Se mettiamo a confronto le skill più richieste nel 2018 con quelle che lo saranno maggiormente nel 2022, possiamo notare non solo che queste ultime sono tutte competenze soft, ma che le capacità di apprendere, la creatività, l’originalità, assumeranno un ruolo preponderante». Questo perché si prevede che nel 2022 i ritmi dell’innovazione e del mutamento degli scenari saranno ancora più rapidi rispetto al presente. «La capacità di imparare, ma anche quella di sapere imparare, mettendo in atto delle strategie definite, diventerà persino più importante dell’onnipresente problem solving. Il leader del futuro dovrà essere in grado di analizzare le criticità pensando sempre a soluzioni innovative. E, per farlo, dovrà mettere in campo tutta le sue capacità di apprendimento», conclude Gonella.