Career skills e professional development: i servizi del nostro Career Development Center

Oggi è quanto mai fondamentale, soprattutto dal momento in cui si sceglie un percorso di alta specializzazione, lavorare al proprio personal brand.

Che cos’è il personal branding? Quel complesso di strategie messe in atto per promuovere sé stessi, le proprie capacità ed esperienze, la propria carriera alla stregua, appunto, di un brand.

Per questo il nostro Career Development Center offre agli studenti del MIP, sia dei Master EMBA ed MBA che dei Master Specialistici, tutta una serie di servizi finalizzati a sviluppare una strategia di carriera e a potenziare il network professionale, preparandoli ad affrontare il mercato del lavoro, sempre più complesso e cangiante.

Tra le diverse attività in cui vengono coinvolti i canditati, vi sono i cosiddetti Career workshop & LAB, momenti formativi ed esperienziali che hanno l’obiettivo di fornire strumenti concreti per lo sviluppo delle Career skills: Self Awareness & Context Analysis, Career Self- Design, Planning and Execution, sulle quali bisogna lavorare per diventare attori della propria carriera e governarla con successo.

Di recente, ad esempio, i nuovi studenti dell’International Full Time MBA, hanno preso parte ad un progetto innovativo di Assessment Center, dedicato allo sviluppo delle competenze di imprenditorialità. Circa 53 corsisti hanno preso parte a questo momento laboratoriale virtuale, esercitando le proprie attitudini imprenditoriali.

Concretamente, in seguito alla somministrazione di alcuni test di tipo situazionale, i ragazzi si sono dovuti cimentare nell’elaborazione di una propria idea di business. L’idea è stata poi presentata in plenaria, contribuendo così anche all’esercitazione delle competenze di public speaking e alla successiva costruzione di dinamiche di gruppo, lavorando in team al raggiungimento di un obiettivo comune.

Dopo questa esperienza, attraverso incontri one-to-one con i Consulenti Career, potranno creare un piano di sviluppo customizzato per divenire Career Leaders, sulla base delle evidenze emerse durante l’Assessment.

Non c’è hard skill che tenga, senza il supporto di altrettante consolidate soft skills, per raggiungere i più ambiziosi obiettivi professionali!

Il leader alla prova delle soft skill

Nella vita delle aziende, la fusione rappresenta una delle fasi più delicate. È il momento in cui due entità con culture, storie, stili di leadership differenti si incontrano. Un processo che va pianificato e gestito con attenzione, ponendosi l’obiettivo di dare vita a una nuova cultura aziendale condivisa. Solo in questo modo un’integrazione può considerarsi davvero riuscita. Sergio Gonella, Culture and People Development & Recruiting Director di Wind Tre, azienda nata alla fine del 2016 dalla più grande fusione Europea nelle Telecomunicazioni, quella tra Wind Telecomunicazioni e H3G, questo percorso l’ha seguito in prima persona e lo ha raccontato agli studenti dell’Executive MBA della School of Management del Politecnico di Milano all’interno del ciclo “A point of view on Leadership”: «Abbiamo lavorato due anni per realizzare al meglio questa integrazione e, fin da subito, è parso evidente che le sfide maggiori non le avremmo affrontate solo a livello tecnologico o di business. Era fondamentale concentrarsi sulle persone. Così abbiamo deciso di coinvolgerle, attraverso un ampio cantiere di iniziative in cui le soft skill hanno giocato un ruolo preponderante».

I tre pilastri della leadership

Queste iniziative includevano «attività di ascolto come le engagement survey, attività di coinvolgimento attraverso communities, iniziative dedicate al welfare, allo sviluppo, al learning e alla gestione delle performance». Una strategia che è valsa sin da subito a Wind Tre la certificazione di Top Employer, e che ha preso ispirazione da un nuovo modello di leadership, definito anche in questo caso dal coinvolgimento delle persone scelte per guidare la nuova azienda. «Grazie alle interviste e ai focus group che hanno coinvolto i manager», spiega Gonella, «abbiamo individuato i tre pilastri che costituiscono il modello di leadership di Wind Tre: self, people e business».
Per quanto riguarda l’ambito self, «il leader deve dimostrare doti di stabilità, imprenditorialità e esemplarità». Caratteristiche interne che però devono essere poi tradotte all’esterno, ossia portate verso il team. «I nostri leader devono motivare i propri collaboratori e dar loro fiducia, permettere loro di esprimersi liberamente e in maniera costruttiva e stimolare la crescita di un network di relazioni interno ed esterno all’azienda», continua Gonella. Tutti elementi dove la padronanza delle soft skill è centrale.
L’approccio costruttivo della leadership si riflette anche sul business: «Su questo versante, le nostre priorità sono la generazione di valore, un forte orientamento al cliente e un’attitudine all’esplorazione e alla continua innovazione».

Osservare, imparare, innovare

La centralità attribuita alle soft skill è coerente con le trasformazioni del contesto globale, che vedranno mutare profondamente la gerarchia delle competenze lavorative richieste. È lo stesso Gonella a spiegarlo, citando il Future of Jobs Report stilato dal World Economic Forum nel 2018: «Se mettiamo a confronto le skill più richieste nel 2018 con quelle che lo saranno maggiormente nel 2022, possiamo notare non solo che queste ultime sono tutte competenze soft, ma che le capacità di apprendere, la creatività, l’originalità, assumeranno un ruolo preponderante». Questo perché si prevede che nel 2022 i ritmi dell’innovazione e del mutamento degli scenari saranno ancora più rapidi rispetto al presente. «La capacità di imparare, ma anche quella di sapere imparare, mettendo in atto delle strategie definite, diventerà persino più importante dell’onnipresente problem solving. Il leader del futuro dovrà essere in grado di analizzare le criticità pensando sempre a soluzioni innovative. E, per farlo, dovrà mettere in campo tutta le sue capacità di apprendimento», conclude Gonella.