Ridisegnare il linguaggio dei prodotti: innovare senza perdere identità

In un contesto in costante trasformazione, rinnovare il linguaggio dei prodotti è fondamentale per ridefinire la percezione dei clienti e aprire le porte a nuovi mercati. Un recente studio analizza come un prodotto possa comunicare in modo diverso con i consumatori, evolvendo il suo linguaggio senza perdere la propria identità.

 

Il panorama socio-tecnologico in costante evoluzione spinge le aziende a reinventare il modo in cui comunicano i propri prodotti e il significato che questi assumono per i clienti. Il linguaggio di un prodotto, ovvero l’insieme di segni come forma, colori e materiali che ne definiscono l’identità, gioca un ruolo fondamentale nel guidare la percezione e l’attribuzione di significato da parte dei consumatori.

Per restare competitive sul mercato, le aziende devono innovare costantemente il linguaggio dei loro prodotti, trasformando il significato che i clienti attribuiscono agli stessi.

L’articolo “When products speak differently: Designing new languages for established products“, scritto da Federico Artusi, Paola Bellis e Roberto Verganti della POLIMI School of Management del Politecnico di Milano, esplora come un prodotto possa comunicare in modo nuovo con i consumatori, trasformando il suo linguaggio senza comprometterne l’essenza.

L’innovazione del linguaggio di prodotto non solo ridefinisce la percezione dei clienti, ma può anche aprire la strada a nuove categorie di mercato.

Gli autori illustrano questo concetto attraverso il caso studio di Videndum, un’azienda di strumenti e accessori premium per la creazione di contenuti, impegnata a ridefinire il linguaggio dei suoi prodotti esistenti per integrare nuove narrazioni in linea con le preferenze dei clienti in evoluzione.

Attraverso 18 interviste con il personale aziendale a tutti i livelli dell’organizzazione, analisi di dati d’archivio e osservazioni dirette, l’articolo approfondisce le azioni di Videndum per cambiare il linguaggio dei suoi prodotti esistenti.

I risultati evidenziano il ruolo dei principi di progettazione come ponte tra scelte strategiche e progettuali e mostrano che i designer possono lavorare su due livelli di principi progettuali:

  • I principi di valore ovvero i Values Design Principles, legati alla dimensione valoriale dell’azienda
  • I principi di soluzione, Solution Design Principles, che traducono questi valori in caratteristiche pratiche del prodotto.

Questi due tipi di Design Principles lavorano in sinergia, influenzando il linguaggio del prodotto creando un’identità coerente.

Questa ricerca offre quindi spunti preziosi e pratici su come innovare il linguaggio del prodotto, per gestire la transizione dai significati astratti, concepiti in fase di definizione di nuove strategie, alla progettazione concreta del linguaggio di prodotto senza abbandonare ciò che ha reso un prodotto vincente.

 

Per ulteriori approfondimenti: https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/caim.12637

 

Innovazione e Visione: l’arte di lasciare andare per creare idee rivoluzionarie

La creazione di una visione innovativa non si limita all’ideazione individuale, ma richiede la capacità di lasciar andare le intuizioni iniziali per far emergere soluzioni collettive migliori. Lo studio, pubblicato sul Journal of Business Research, sfida le concezioni tradizionali sull’innovazione, dimostrando che il “letting go” è cruciale quanto la generazione di idee.

 

Cosa serve davvero per creare una visione innovativa? Non è solo una questione di avere l’idea giusta, ma di saperla lasciare andare.

Questo è il punto cruciale dello studio di Paola Bellis, Roberto Verganti e Federico Zasa, docenti alla POLIMI School of Management del Politecnico di Milano, pubblicato sul Journal of Business Research, che esplora come le intuizioni individuali e la capacità di “letting go” (lasciar andare) siano fondamentali per far emergere visioni di prodotto completamente nuove all’interno di un team.

L’articolo dal titolo “Who drives the creation of a novel vision? The role of individual insights and the ability of “lettingGo”” affronta due approcci contrastanti che dominano la letteratura sull’innovazione.

Da un lato, c’è l’idea che la visione nasca dal leader creativo che guida il processo e ottiene il consenso degli altri membri del team. Dall’altro, si suggerisce che una visione possa svilupparsi attraverso uno sforzo collaborativo equilibrato, in cui tutti i membri contribuiscono in modo paritario.

Gli autori, tuttavia, introducono una nuova prospettiva, sottolineando che non importa tanto chi sia il principale promotore della visione, ma piuttosto la capacità dei membri del team di abbandonare le prime intuizioni quando necessario.

Attraverso l’analisi di 26 gruppi di top management, i ricercatori dimostrano come le descrizioni iniziali di una visione si trasformano da semplici idee individuali a concetti condivisi. Questo processo, chiamato “sense-breaking“, è altrettanto importante quanto l’aggiunta di nuove intuizioni: abbandonare o modificare le prime idee permette alla creatività collettiva di evolversi e crescere.

Questo suggerisce che il successo nell’innovazione non deriva solo dalla brillantezza di un’idea iniziale, ma dalla capacità di adattarsi e rielaborare collettivamente le intuizioni, lasciando spazio a una visione più grande e condivisa.

 

Per leggere l’articolo completo: Who drives the creation of a novel vision? The role of individual insights and the ability of “letting go”

Promuovere la Transizione e favorire l’Innovazione Sostenibile: Il Progetto MUSA Spoke 5

 

Milano è rinomata a livello globale per la sua industria del lusso, che comprende moda, design e tutti i settori correlati come la bellezza e la gioielleria. Queste industrie stanno attualmente subendo una profonda trasformazione, fondendo i loro elevati standard e caratteristiche eccezionali con la crescente domanda globale dei consumatori per prodotti e pratiche sostenibili.

Per gestire la complessità di questa transizione, MUSA Spoke 5, un progetto finanziato dal PNRR mira a progettare e diffondere best practice fornendo supporto per favorire l’innovazione sostenibile a partire dalla municipalità di Milano.

L’evento “Dove il lusso incontra la sostenibilità” tenutosi il 16 maggio 2024 al Politecnico di Milano ha segnato un passo significativo in questo percorso, creando una comunità di aziende interessate ad attivare un processo di collaborazione, attivando una dialogo costruttivo verso nuove pratiche grazie ad interventi di ospiti rinomati.

Gli ospiti hanno arricchito la conversazione fornendo approfondimenti sulle principali innovazioni nei settori correlati, a partire dal ruolo che le tecnologie digitali possono offrire.

Paolo Stella, influencer e direttore creativo del progetto @suonarestella ha condiviso il valore di riflettere criticamente sul ruolo che gli oggetti intorno a noi possono svolgere per nutrire l’innovazione.
Durante l’incontro ha presentato il progetto Suonare Stella come un’opportunità per sfruttare i social media per generare consapevolezza su campi come il design, tradizionalmente lontani dalla coscienza mainstream, introducendo nuovi concetti e tendenze a un pubblico più ampio.

Per rafforzare il ruolo della digitalizzazione, Valentina Pontiggia, Direttrice dell’Osservatorio eCommerce B2c e Innovazione Digitale nel Retail degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano ha sottolineato l’importanza di integrare le tecnologie digitali per supportare l’innovazione sostenibile.
Attraverso la ricerca degli osservatori, ha evidenziato come l’analisi dei dati e la tracciabilità dei prodotti stiano diventando cruciali per promuovere un’innovazione equa e affidabile. Questa integrazione non solo migliora la sostenibilità ambientale, ma rafforza anche la responsabilità sociale.

Carlo Salvato, Professore di Strategia aziendale all’Università Bocconi di Milano, ha contribuito al dialogo discutendo di come le piccole e medie imprese (PMI) possano raggiungere l’innovazione sostenibile sfruttando le loro capacità uniche di flessibilità e connessione locale. Condividendo i dati della ricerca dell’Osservatorio AUB, ha sottolineato l’importanza della diversità in termini di età e genere come catalizzatori per un’innovazione accresciuta e prestazioni superiori, mettendo in luce il potenziale dei team diversificati per guidare il progresso nella sostenibilità.

Edoardo Iannuzzi, fondatore della startup ACBC, ha sottolineato, riecheggiando i valori fondamentali della comunità MUSA, che la trasformazione sostenibile va oltre i cambiamenti materiali. Comporta una rimodellazione fondamentale delle collaborazioni tra le parti interessate e la promozione dell’innovazione sistemica. Con la sua azienda, Iannuzzi ha evidenziato la necessità di creare un sistema globale e interconnesso in cui vari attori cooperano per ridurre il consumo di materiali e promuovere pratiche sostenibili.

L’essenza di questo evento risiedeva nella sessione di matchmaking, instaurando i primi legami all’interno della comunità di aziende nei settori della moda, del design, della bellezza e del lusso. Questa comunità mira a riunire aziende già impegnate nella sostenibilità con quelle che aspirano a transitare verso pratiche più sostenibili, favorendo la collaborazione per sostenersi reciprocamente nel plasmare un futuro sostenibile. La diversità dei background dei partecipanti rafforza le opportunità di innovazione che queste interazioni consentono, diventando un’opportunità fondamentale per interagire con aziende che sono tipicamente difficili da raggiungere.

L’obiettivo finale della comunità MUSA è diventare un hub centrale per promuovere pratiche innovative e supportare sia le PMI che le aziende affermate nel loro percorso verso l’innovazione sostenibile. Per raggiungere questo obiettivo, MUSA Spoke 5 attiverà nel prossimo periodo una piattaforma digitale per nutrire e sostenere nel tempo questa comunità, aprendo la strada a un futuro più sostenibile nell’industria del lusso di Milano.

 

 

Una transizione verso pratiche agricole e forestali sostenibili: l’obiettivo del progetto PRUDENT

Un nuovo progetto europeo con l’obiettivo di rivoluzionare le pratiche attuali e accelerare la transizione verso sistemi rispettosi dell’ambiente.

 

PRUDENT aspira a cambiare il modo in cui attualmente operano i sistemi agricoli e forestali per accelerare la transizione verso pratiche agricole e forestali sostenibili e tecnologie agricole intelligenti.

Una ricerca della durata di 4 anni che fa dell’innovazione il suo punto cardine, studiando l’efficacia dei “green nudges” – termine che si può tradurre come spingere delicatamente all’azione – nella promozione di pratiche e tecnologie sostenibili nei settori agricolo e forestale e lo sviluppo di innovazione sociale e modelli di business, insieme a politiche a sostegno della futura politica agricola comune.

Verranno studiati quattro diversi sistemi che rappresentano i principali sistemi agricoli e forestali per tenere conto dell’eterogeneità dei sistemi e dei contesti agricoli/forestali in varie regioni dell’Europa: seminativi, colture perenni, bestiame e foreste.

Il concetto di “Green nudges” gioca un ruolo centrale e si concentra su interventi positivi e delicati volti a incoraggiare individui o organizzazioni ad adottare comportamenti sostenibili, strumenti di spinta innovativi e percorsi trasformativi per incentivare la transizione verso sistemi equi, sani e rispettosi dell’ambiente.

Facendo leva su una vasta esperienza nell’innovazione orientata alla sostenibilità per il settore agroalimentare e nell’economia comportamentale, il team del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano è guidato da Raffaella Cagliano e Massimo Tavoni.

Il team di ricercatori lavorerà in stretta collaborazione con Jacopo Bonan, dell’ente affiliato CMCC (Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici), per progettare esperimenti di nudging e testare l’impatto di stimoli per promuovere un cambiamento comportamentale duraturo verso un’agricoltura e una silvicoltura sostenibili.

Capofila del progetto è l’Università Agraria di Atene (Grecia). I partner sono, oltre al Politecnico di Milano, Flanders Research Institute for Agriculture, Fisheries and Food (Belgio), Università degli Studi di Trento (Italia), Green & Digital Idiotiki Kefalaiouchiki Etaireia (Grecia), Balkan Eco-Innovations (Serbia), Athens University Of Economics And Business – Research Center (Grecia), European Forest Institute (Finlandia), Q-plan International Advisors PC (Grecia), Boerenbond (Belgio), AgriFood Lithuania DIH (Lituania), Associazione Nazionale Condifesa Italia (Italia), Jrc -Joint Research Centre- European Commission (Belgio).

Idee radicali? Trova un partner

La storia di Katalin Karikó e Drew Weissman, vincitori del Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina 2023 per le loro scoperte alla base dei vaccini a mRNA contro il Covid-19, offre importanti spunti a coloro che perseguono idee radicali. In un articolo su Harvard Business Review, Paola Bellis, Ricercatrice in Organizational Behavior and Leadership and Innovation, e Roberto Verganti, Professore di Leadership and Innovation, basandosi sulla loro intervista con Karikó spiegano perché le coppie possono essere più efficaci nell’innovare controcorrente e indicano come trovare un compagno  con cui intraprendere il viaggio.

 

Considera l’idea di avere un’idea non convenzionale, che metta in discussione i presupposti dominanti all’interno della tua organizzazione e del tuo settore. Come puoi svilupparla? Andare avanti da soli è difficile. D’altra parte, è improbabile che i singoli individui attraggano o dispongano di una squadra per perseguire un’idea considerata folle all’interno della loro organizzazione.

La ricerca di Paola Bellis e Roberto Verganti suggerisce che chi innova contro gli assunti dominanti in un settore, prospera quando trova un altro individuo con cui lavorare, ossia operando in coppia.

L’articolo “Got a Radical Idea at Work? Find a Partner”, pubblicato recentemente su Harvard Business Review, esplora perché e come una coppia può aiutare a sviluppare idee non ortodosse.

Oltre all’interpretazione della storia di Katalin Karikò e Drew Weissman – basata su un’intervista e altre fonti – lo studio si basa su oltre 30 interviste a coppie in tutto il mondo e sull’analisi di più di 60 casi celebri, come ad esempio Steve Jobs e Steve Wozniak per lo sviluppo del personal computer, Daniel Kahneman e Amos Tversky, J.R.R. Tolkien e C.S. Lewis, solo per citarne alcuni.

Tra i fattori di successo delle coppie di innovatori emergono aspetti relazionali e comportamentali, come ad esempio il fatto che osare di condividere un’idea pazza è più facile nello spazio intimo del lavoro in coppia. Le coppie sono inoltre piu´ resistenti, rispetto ai team, di fronte ai momenti difficili tipici dell’innovazione radicale.

Per leggere l’articolo completo:
Got a Radical Idea at Work? Find a Partner” – Harvard Business Review

 

 

AIRIC: primo annual meeting

Il centro del Politecnico di Milano per la ricerca applicata sull’intelligenza artificiale si racconta

 

Lunedì 21 novembre si è svolto il primo Annual Meeting di AIRIC, il Centro per la Ricerca e l’Innovazione in ambito Intelligenza Artificiale del Politecnico di Milano.

L’incontro è stata l’occasione per presentare il nuovo centro che riunisce le principali competenze su intelligenza artificiale e innovazione dei processi del Politecnico, e per condividere i risultati dei primi progetti di ricerca, presentati direttamente dalle aziende che per prime hanno aderito a questa iniziativa.

AIRIC si connota come un centro di ricerca molto innovativo: ispirato alle migliori esperienze internazionali, il cuore di AIRIC è rappresentato dalla sua multidisciplinarietà: competenze tecniche per lo sviluppo di algoritmi e strumenti di intelligenza artificiale, che hanno la loro naturale collocazione nel Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria, e competenze di management e gestione dei progetti, fornite dal Dipartimento di Ingegneria Gestionale. AIRIC si avvale inoltre della collaborazione di tutti gli altri dipartimenti, sia in ambito tecnico sia di dominio applicativo.

La missione di AIRIC è aiutare le aziende a mettere a fuoco le potenzialità dell’intelligenza artificiale, guidarle nell’introduzione dell’AI nei propri processi e prodotti, e supportarle nello sviluppo di competenze interne che siano all’altezza delle sfide future. Punta di diamante della collaborazione è la capacità di sviluppare soluzioni ad hoc, affiancando l’azienda anche nel trasferimento e nella formazione tecnica necessaria: una combinazione indispensabile per creare un differenziale competitivo e usare l’AI in modo esperto, per generare valore di business.

AIRIC è diretto dai professori Nicola Gatti e Marcello Restelli del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria e da Giovanni Miragliotta del Dipartimento di Ingegneria Gestionale.

NEXT GENERATION UPP: un progetto per migliorare le prestazioni della giustizia nell’Italia del nord-ovest

NEXT GENERATION UPP mira a fornire un metodo più efficiente per gestire gli affari giudiziari e contribuire così ad abbattere l’arretrato e a ridurre la durata media dei procedimenti di giustizia.

 

Il progetto, coordinato dall’Università degli Studi di Torino in partenariato con undici atenei dell’Italia del nord-ovest a cui il Politecnico di Milano partecipa con il Dipartimento di Ingegneria Gestionale, il Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria e il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani, è promosso dal Ministero della Giustizia nell’ambito del PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020 e realizzato in sinergia con gli interventi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) a sostegno della riforma della giustizia.

Next Generation UPP si propone di migliorare le prestazioni della giustizia dell’Italia del nord-ovest attraverso il potenziamento degli Uffici per il processo (UPP), l’innovazione tecnologica e la sperimentazione di nuovi schemi collaborativi tra le università e gli uffici giudiziari ed è rivolto agli uffici giudiziari della Macro Area 01, che include le Corti di appello di Brescia, Genova, Milano e Torino, i Tribunali e i Tribunali per i minorenni dei relativi distretti.

In particolare il gruppo di lavoro del Dipartimento di Ingegneria Gestionale, sotto la guida del Prof. Giancarlo Vecchi, sta realizzando una mappatura dell’organizzazione dell’Ufficio per il processo presso la Corte di Appello e il Tribunale di Milano.
L’analisi mira a rappresentare nel dettaglio le soluzioni organizzative messe in campo, i punti di forza e le criticità, l’impatto sulla riduzione dell’arretrato e sul disposition time, vale a dire il tempo di definizione dei procedimenti di giustizia. Si occuperà inoltre di progettare e sperimentare soluzioni organizzative innovative per consolidare, potenziare e trasferire i risultati ottenuti.

Il progetto, avviato il 1° aprile 2022, terminerà il 30 settembre 2023.


Per maggiori info:
Prof. Giancarlo Vecchi: giancarlo.vecchi@polimi.it

Formazione Executive: una nuova offerta tutta dedicata alla Sanità

Al MIP arriva una nuova offerta formativa tutta dedicata al mondo della sanità.
Dopo l’Executive Master in Gestione dell’Innovazione in Sanità, sviluppato per fornire ai partecipanti le competenze gestionali necessarie per innovare con successo i modelli di business, le modalità di servizio e i sistemi tecnologici nel sistema sanitario, il MIP inaugura quest’anno una vera e propria piattaforma di formazione executive dedicata al settore, con due nuovi Master – quello in Innovazione Organizzativa e Digitale nelle strutture Universitarie in Medicina e quello in Management dell’Innovazione e della Ricerca Clinica.

“La difficile situazione che stiamo vivendo ci ha ricordato non solo l’importante ruolo che ricopre il servizio sanitario, ma anche quanto l’innovazione possa avere un impatto positivo in ambiti di primaria importanza come la salute. È per questo che come Scuola abbiamo voluto dare il nostro contributo, mettendo a disposizione del settore sanitario il nostro know-how e gli strumenti per poter affrontare le attuali sfide dell’evoluzione organizzativa e digitale”, spiegano i Prof. Emanuele Lettieri e Paolo Locatelli, direttori dei Master.

Per maggiori informazioni, contatta ipa@mip.polimi.it

Al via l’Executive PhD in Innovation in collaborazione con Tsinghua University

Al via in questi giorni un nuovo progetto che rafforza la presenza della School of Management in Cina; si tratta dell’Executive PhD in Innovation,  programma che si inserisce all’interno del China-Italy Design Innovation Hub, il più grande polo dell’innovazione europeo, che vede come protagonisti il Politecnico di Milano e Tsinghua University, nella ricerca e formazione di talenti e di innovative leaders del futuro.

Una collaborazione quella tra il Politecnico di Milano e Tsinghua University che, dopo l’avvio ufficiale a febbraio 2017 con l’istituzione del China-Italy Design Innovation Hub alla presenza di Sergio Mattarella e di Xi Jinping, è maturata negli anni, fino a portare oggi all’avvio di questo Executive PhD.

Questo Executive PhD è capace di riunire le eccellenze accademiche di Cina e Italia in un programma innovativo, pensato per insegnare ai profili senior a unire in modo creativo l’esperienza maturata negli anni con la ricerca applicata per generare idee e soluzioni innovative, ma anche per far crescere imprenditori e manager che promuovono l’innovazione integrando competenze manageriali e pensiero scientifico.

Il 10 settembre, alla presenza del Prof. Ferruccio Resta, Rettore del Politecnico di Milano, del Prof. Giuliano Noci, Pro-Rettore per la Cina e del Prof. Paolo Trucco, Direttore del progetto, si è tenuta la cerimonia di apertura.
Un’occasione per sottolineare l’importanza della collaborazione tra i due Atenei e ricordare i momenti salienti delle relazioni tra Italia e Cina.

 

 

Poste Italiane e gli studenti della School of Management per una sfida sull’innovazione

Presentate dagli studenti della School of Management del Politecnico di Milano soluzioni innovative per rispondere alle sfide lanciate da Poste Italiane su tre temi di interesse aziendale: ripensare gli spazi del workplace dopo la pandemia, ideare soluzioni innovative per i pagamenti digitali, rafforzare la brand reputation

 

La challenge è stata organizzata da Poste Italiane e dalla School of Management del Politecnico di Milano, con circa 220 studenti del corso Leadership&Innovation della laurea magistrale in  Ingegneria Gestionale, divisi in 30 team, con lo scopo di avvicinare e creare un ponte tra il mondo accademico e quello dell’impresa.

Ripensare gli ambienti di lavoro del futuro

Agli studenti è stato chiesto di cimentarsi su un tema molto complesso e lontano dalla loro quotidianità, come quello di immaginare come saranno i workplace post pandemia, ovvero gli spazi di lavoro del futuro, per rispondere alle nuove esigenze di lavoro sempre più orientate all’utilizzo di tecnologie digitali di collaboration e allo smart working.
Guardando anche alle realtà aziendali internazionali più innovative, gli studenti hanno immaginato ambienti di lavoro che promuovono la collaborazione grazie a spazi dedicati alle relazioni informali tra i dipendenti, per favorire socialità, come dimensione particolarmente penalizzata durante la pandemia.

Soluzioni per incentivare i pagamenti digitali

Altro tema di particolare rilievo su cui gli studenti hanno espresso la loro progettualità è quello dei pagamenti digitali, che rappresentano una delle innovazioni più rilevati nel processo di digitalizzazione per la crescita di Poste Italiane e di tutto il sistema Paese.
Le soluzioni incentivano la diffusione dei pagamenti digitali, attente in particolare agli aspetti ambientali e di sostenibilità premiando, ad esempio, i merchant che hanno fatto la scelta di aderire a progetti green. Tema particolarmente caro a Poste Italiane che con la nuova carta Postepay Green ha avviato anche nell’ambito dei pagamenti la conversione dei prodotti verso materiali ecosostenibili.
Molti progetti hanno evidenziato anche l’importanza di coinvolgere non solo consumatori e merchant, ma anche associazioni del territorio per promuovere e finanziare iniziative locali e di quartiere. Inoltre, l’acquisto di un particolare servizio o prodotto esprime gusti e preferenze personali e dunque della propria identità verso l’esterno.

In tutti i progetti è emersa l’importanza del coinvolgimento come leva per raggiungere sia i merchant che i clienti, tanto che alcuni studenti hanno ipotizzato anche l’utilizzo dei cosiddetti meccanismi di gamification per mantenere elevato il livello di coinvolgimento.

Rafforzare la brand reputation

Infine, gli studenti si sono cimentati con la sfida di rafforzare la reputazione di Poste Italiane tra i giovani della Generazione Z, in cui gli stessi studenti del Politecnico si sono potuti identificare, essendo molti di loro proprio nati proprio fra il 1995 e il 2001. L’obiettivo di questa Challenge era quello di veicolare un’immagine nuova dell’azienda e renderla attrattiva per questa fascia di giovani, sia a fini professionali ma anche di formazione e orientamento. Diverse le soluzion presentate: piattaforme ed applicazioni volte ad agevolare la conoscenza del mondo Poste tra chi non è ancora parte dell’azienda, nuove modalità di ingaggio, attraverso, ad esempio, eventi on-site fino ad arrivare ad ipotizzare l’utilizzo dei nuovi canali social per raggiungere più facilmente il target.