Dall’online a l’on campus: gli i-Flex EMBA al MIP per una settimana residenziale

Il 2020 è stato l’anno in cui la nostra routine si è spostata online.

Eppure, al MIP, il distance learning era una realtà consolidata già prima della pandemia. Risale infatti al 2014 il lancio della prima edizione del FLEX EMBA, il primo Executive MBA online, presto raggiunto anche da una versione internazionale in lingua inglese – l’International Flex EMBA.
Anche se questi due Executive MBA sono nati per essere svolti interamente online, per favorire il networking sono previste anche due settimane intensive in presenza – all’inizio del percorso e nella seconda metà.
Un momento importante per conoscere i compagni di viaggio e poi rafforzare il legame formatosi giorno dopo giorno grazie alle esperienze condivise.
Due momenti di cui non volevamo – nonostante tutto – privare i nostri studenti.
Così a settembre, quando le condizioni di mobilità internazionale ce lo hanno permesso – siamo stati felici di accogliere al MIP, le due classi dell’International Flex EMBA che non avevano potuto godere della residential week nei tempi previsti dal curriculum.
Team building, lezioni focalizzate sulle soft skill, visite ai laboratori e testimonial aziendali: ecco alcune delle attività organizzate nelle settimane del 13 e del 20 settembre per i nostri allievi, culminate per classe del 2019 con la cerimonia di Graduation del 24 settembre.

In un’esperienze digitale, il tocco umano che fa la differenza.

FLEX EMBA: l’esperienza di una vita

Era il 2014 quando il MIP ha lanciato il primo Executive MBA in distance learning. Sei anni fa, era una scommessa. Oggi, si è rivelata una scelta lungimirante.

La pandemia ha modificato profondamente le nostre abitudini, accelerando la trasformazione digitale. Le nostre case sono diventati i nostri uffici, costringendoci a destreggiarci tra lavoro e famiglia. Abbiamo imparato a connetterci con le persone ovunque esse siano, a collaborare in modi nuovi. Anche la formazione è diventata digitale.

Tuttavia, far diventare digitale un corso pensato in presenza non è la stessa cosa che crearne uno direttamente pensato per l’online. Proprio come evidenzia Vito Conversano, studente i-Flex:

“L’i-Flex è nato come un programma già pensato per l’online e quindi l’impatto causato dalle restrizioni e dai cambiamenti resi necessari da questa situazione critica è stato minimo. Ci si avvale di strumenti, documenti e video che possono essere fruiti da remoto quando si preferisce…”

Come spiega il nostro studente, è proprio la flessibilità uno dei punti di forza degli MBA in distance learning. La possibilità di studiare in qualsiasi luogo ci si trovi e nei momenti più congeniali, permette agli studenti di scegliere il programma che preferiscono. Questo vuol dire studiare alla Business School del Politecnico di Milano, una delle università tecniche più rinomate al mondo, senza il problema di doversi spostare a migliaia di chilometri dalla propria famiglia.
Inoltre, questo percorso è stato studiato appositamente per adattarsi alle agende imprevedibili di quei professionisti che avrebbero difficoltà a conciliare un programma on campus con gli impegni lavorativi e familiari.

Tutto questo è reso possibile da una piattaforma tra le più avanzate, che offre ai nostri studenti la possibilità di partecipare alle lezioni e alle attività extracurricolari proprio come se si trovassero fisicamente al MIP. Grazie a social come Whatsapp, Facebook e Teams, gli studenti possono intrecciare rapporti, condividere esperienze e interessi e costruire un vero e proprio senso di appartenenza.
Infatti, anche se le lezioni sono digitali, le relazioni che si creano sono reali, proprio come spiega Elivar Golemi, Alumna i-Flex:

Di solito, c’è un certo pregiudizio verso la formazione online, perché la si considera un’attività sociale, oltre che intellettuale. [… ] Quando ho deciso di iscrivermi a un EMBA online, anche io avevo questo timore. Tuttavia, proprio ora che questa esperienza così importante e sfidante arriva a conclusione, non ho più dubbi sulla scelta che ho fatto quasi due anni fa. Le interazioni sociali non mancano durante lo studio online, solo hanno cambiato forma grazie all’uso della piattaforma. Proprio come sono cambiati i concetti di insegnamento e conoscenza. […] è ovvio che c’è stata un’evoluzione dall’insegnare all’imparare.

Come sottolinea la nostra Alumna, il formato Flex ha rivoluzionato non solo l’esperienza degli studenti, ma anche il modo di insegnare dei professori. La nostra faculty ha una formazione specifica su come gestire delle lezioni efficaci e coinvolgenti in distance learning, su come avviare il dibattito e gestire la discussione di casi pratici in piccoli gruppi virtuali.

Questo – e molto altro – rendono il nostro Flex EMBA e l’International Flex EMBA dei programmi di successo! Il Flex EMBA è stato il primo corso in Italia ad aver ricevuto la certificazione EFMD EOOCS per la qualità dei programmi online; inoltre, è l’unico programma italiano a essere stato incluso tra i 10 migliori al mondo dal Financial Times.

I ranking e i riconoscimenti sono importanti. Ma per noi, le opinioni dei nostri studenti lo sono ancora di più. Così, quando il nostro Alumnus Ammar Akhtar ha descritto l’International Flex EMBA come “l’esperienza di una vita”, ci ha reso più orgogliosi che mai.

«Tra il MIP e la Croce Rossa: studio e lavoro per aiutare il Libano»

Christian Lenz è iscritto all’Emba i-Flex del MIP Politecnico di Milano. Un corso che riesce a seguire da Beirut, dove guida una squadra di ingegneri che si occupa di salute pubblica. Qui racconta le sfide del suo lavoro e la conciliazione dello studio con un ruolo così impegnativo

 

Lavorare per la Croce Rossa Internazionale (Icrc) in un Paese come il Libano e, al contempo, frequentare un master presso il MIP Politecnico di Milano. È quello che fa Christian Lenz, Deputy water and habitat coordinator per l’organizzazione e studente del corso iFlex 2019-2021. Un doppio impegno che lascia poco spazio ad altro, senza dubbio: «La pressione, sia nello studio sia nel lavoro, cambia nel corso del tempo e può portare a livelli significativi di stress», spiega. «Ma non mancano i benefici. Grazie al master, sono più consapevole dei problemi chiave quando redigo un budget, e ho sviluppato un buon background che mi permette di capire le dinamiche della crisi economica del Libano. Questo ha reso il mio lavoro più soddisfacente, più solido da un punto di vista tecnico e anche più efficiente».

 

L’esplosione di Beirut

Christian Lenz lavora per la Icrc da oltre quattro anni. Attualmente, è impiegato presso il dipartimento che si occupa di salute pubblica: «Guido una squadra di ingegneri. Uno degli aspetti chiave è l’integrazione di queste attività nello scenario più ampio di ciò che fa la Icrc, con l’obiettivo di massimizzare l’impatto umanitario». L’evento drammatico verificatosi nella capitale libanese lo scorso 4 agosto (l’esplosione di un deposito presso il porto, che ha provocato l’uccisione di oltre 200 persone e il ferimento di 7mila, ndr) ha richiesto un grande sforzo a Lenz e alla Icrc: «La Croce Rossa è un’organizzazione abituata a operare in contesti emergenziali, così siamo stati in grado di rispondere immediatamente ai bisogni più urgenti. Il mattino successivo all’esplosione, i nostri ingegneri hanno lavorato fianco a fianco con le autorità locali, ripristinando le riserve idriche per 120 mila persone entro la fine del pomeriggio», racconta. «Adesso continuiamo a rispondere ai bisogni urgenti fornendo medicinali, donazioni di denaro alle famiglie maggiormente colpite e sostegno psicologico alle persone coinvolte».

 

Sfide, ostacoli, urgenze: un lavoro diverso

Il lavoro di Lenz non è quindi un lavoro come tutti gli altri, a causa del contesto e delle situazioni, quasi sempre difficili, in cui si opera: «La Croce Rossa è presente in situazioni di conflitti armati e violenza. Questo accresce il livello di sfida rispetto ai “normali” ambienti lavorativi. Oltre agli ostacoli tecnici, dobbiamo affrontare altre sfide: comprendere il contesto in cui lavoriamo, identificare i bisogni umanitari più pressanti e definire delle priorità, ma anche prenderci cura del nostro staff e guidarlo in condizioni difficili. In situazioni di urgenza, siamo chiamati a prendere decisioni basate su informazioni limitate per poter sviluppare rapidamente soluzioni efficienti sia in termini di tempo che di costi. Può essere molto stressante. In alcuni contesti, le costrizioni logistiche possono rallentare significativamente il nostro lavoro».

 

L’importanza delle soft skill in un contesto umanitario

Ma se queste sfide sono eminentemente tecniche, è anche vero che non sarebbe possibile affrontarle senza delle ottime soft skill. Competenze che Lenz sta sviluppando anche grazie all’Emba che frequenta: «Sono le soft skill a permetterti di realizzare un lavoro di qualità, anche quando è di natura tecnica. Nel lavoro umanitario probabilmente sono ancora più importanti: ci troviamo di continuo in contesti nuovi e sconosciuti. Lavoriamo in team multiculturali, i cui membri provengono da decine di Paesi. È importantissimo sapersi approcciare con una mentalità aperta, rispettosa, conservando sempre un’attitudine positiva. Per orientarsi e sviluppare delle strategie significative è fondamentale ascoltare gli altri, che si tratti di colleghi o di persone colpite dalla violenza e dai conflitti armati».

 

i-Flex: i vantaggi di un formato flessibile

In un contesto simile, è il formato i-Flex a permettere a Lenz di frequentare l’Emba: «È erogato quasi del tutto digitalmente. Provenendo da un approccio tradizionale, all’inizio mi spaventava. Ma durante la settimana iniziale, svolta in presenza, siamo stati introdotti ai concetti di didattica e collaborazione online. Mi sono adattato e ho imparato in fretta che la didattica e la collaborazione online rappresentano il futuro. Le interazioni con la mia classe sono piacevoli. Raccomando l’iFlex a chiunque sia interessato a un Emba internazionale di alta qualità e che richieda flessibilità sia in termini di tempo che dal punto di vista geografico».