FLEX EMBA: l’esperienza di una vita

Era il 2014 quando il MIP ha lanciato il primo Executive MBA in distance learning. Sei anni fa, era una scommessa. Oggi, si è rivelata una scelta lungimirante.

La pandemia ha modificato profondamente le nostre abitudini, accelerando la trasformazione digitale. Le nostre case sono diventati i nostri uffici, costringendoci a destreggiarci tra lavoro e famiglia. Abbiamo imparato a connetterci con le persone ovunque esse siano, a collaborare in modi nuovi. Anche la formazione è diventata digitale.

Tuttavia, far diventare digitale un corso pensato in presenza non è la stessa cosa che crearne uno direttamente pensato per l’online. Proprio come evidenzia Vito Conversano, studente i-Flex:

“L’i-Flex è nato come un programma già pensato per l’online e quindi l’impatto causato dalle restrizioni e dai cambiamenti resi necessari da questa situazione critica è stato minimo. Ci si avvale di strumenti, documenti e video che possono essere fruiti da remoto quando si preferisce…”

Come spiega il nostro studente, è proprio la flessibilità uno dei punti di forza degli MBA in distance learning. La possibilità di studiare in qualsiasi luogo ci si trovi e nei momenti più congeniali, permette agli studenti di scegliere il programma che preferiscono. Questo vuol dire studiare alla Business School del Politecnico di Milano, una delle università tecniche più rinomate al mondo, senza il problema di doversi spostare a migliaia di chilometri dalla propria famiglia.
Inoltre, questo percorso è stato studiato appositamente per adattarsi alle agende imprevedibili di quei professionisti che avrebbero difficoltà a conciliare un programma on campus con gli impegni lavorativi e familiari.

Tutto questo è reso possibile da una piattaforma tra le più avanzate, che offre ai nostri studenti la possibilità di partecipare alle lezioni e alle attività extracurricolari proprio come se si trovassero fisicamente al MIP. Grazie a social come Whatsapp, Facebook e Teams, gli studenti possono intrecciare rapporti, condividere esperienze e interessi e costruire un vero e proprio senso di appartenenza.
Infatti, anche se le lezioni sono digitali, le relazioni che si creano sono reali, proprio come spiega Elivar Golemi, Alumna i-Flex:

Di solito, c’è un certo pregiudizio verso la formazione online, perché la si considera un’attività sociale, oltre che intellettuale. [… ] Quando ho deciso di iscrivermi a un EMBA online, anche io avevo questo timore. Tuttavia, proprio ora che questa esperienza così importante e sfidante arriva a conclusione, non ho più dubbi sulla scelta che ho fatto quasi due anni fa. Le interazioni sociali non mancano durante lo studio online, solo hanno cambiato forma grazie all’uso della piattaforma. Proprio come sono cambiati i concetti di insegnamento e conoscenza. […] è ovvio che c’è stata un’evoluzione dall’insegnare all’imparare.

Come sottolinea la nostra Alumna, il formato Flex ha rivoluzionato non solo l’esperienza degli studenti, ma anche il modo di insegnare dei professori. La nostra faculty ha una formazione specifica su come gestire delle lezioni efficaci e coinvolgenti in distance learning, su come avviare il dibattito e gestire la discussione di casi pratici in piccoli gruppi virtuali.

Questo – e molto altro – rendono il nostro Flex EMBA e l’International Flex EMBA dei programmi di successo! Il Flex EMBA è stato il primo corso in Italia ad aver ricevuto la certificazione EFMD EOOCS per la qualità dei programmi online; inoltre, è l’unico programma italiano a essere stato incluso tra i 10 migliori al mondo dal Financial Times.

I ranking e i riconoscimenti sono importanti. Ma per noi, le opinioni dei nostri studenti lo sono ancora di più. Così, quando il nostro Alumnus Ammar Akhtar ha descritto l’International Flex EMBA come “l’esperienza di una vita”, ci ha reso più orgogliosi che mai.

Flessibilità, competenze, intelligenza artificiale: la sfida di Logol nasce dal MIP

Marco Farina, alumnus del Flex EMBA 2015, racconta come è nata Logol e che cosa ha appreso dalla partecipazione al master. A partire dalla capacità di lavorare a distanza, usando le nuove tecnologie

Perché intorno alla tecnologia, spesso, è ancora diffuso un sentimento negativo? E perché non si abbracciano appieno le sue potenzialità? Sono le domande da cui è partito Marco Farina, alumnus del Flex EMBA 2015 presso il MIP Politecnico di Milano, per fondare Logol, società svizzera che dal 2017 opera nel campo dell’intelligenza artificiale. «La mia idea», spiega Farina, «è che troppo spesso i servizi di trasformazione digitale siano gestiti in maniera improvvisata. L’obiettivo era e rimane quello di portare competenze vere all’interno delle aziende, competenze che possono tradursi in un reale valore aggiunto per il business. E in questo processo l’intelligenza artificiale gioca ormai un ruolo fondamentale».

I pilastri operativi di Logol

Sono quattro i pilastri su cui si regge il business model di Logol, racconta Farina: «Siamo innanzitutto degli advisor. Il nostro primo obiettivo è sostenere le aziende nel loro avvicinamento all’IA». Il secondo pilastro, invece, si ricollega all’idea da cui Logol è nata: «Nasciamo come una società senza un ufficio fisico. Lo smart working fa parte della nostra mentalità, ed è lo stesso atteggiamento che vogliamo esportare nelle aziende che si rivolgono a noi. Questo processo passa soprattutto dalla migrazione delle infrastrutture dai server al cloud. Nel passaggio di questi dati sensibili, l’aspetto della data security è fondamentale, e l’IA aiuta ad accrescere il livello di sicurezza».

Il terzo pilastro riguarda le business application. «Oggi le aziende devono essere snelle, se vogliono essere competitive. L’oro di oggi sono i dati, quindi la progettualità di un sistema informativo va pensata usando applicativi moderni che permettano di avere una visione olistica dell’azienda».

L’ultimo pilastro riguarda l’IA pura. «Dopo aver razionalizzato le tecnologie e i processi dell’azienda, applichiamo l’intelligenza artificiale alla tecnologia di riferimento, che si tratti di un chatbot, dell’ottimizzazione di uno stock di magazzino o dell’engagement del cliente nell’ecommerce».

Logol fa della flessibilità uno dei suoi punti di forza e opera sia con imprese medio-piccole sia con aziende più grandi: «Nel mondo dello small e medium business ci poniamo come unici interlocutori, perché andiamo a ridisegnare totalmente il loro approccio tecnologico», spiega Farina. «Nel rapporto con le imprese più grandi, con cui non abbiamo un rapporto esclusivo, esprimiamo le nostre competenze in ambiti più specifici».

L’esperienza Flex Emba: prove generali di flessibilità

Prima di fondare una realtà di business così innovativa, Marco Farina ha frequentato il Flex EMBA. Un’esperienza che gli è stata utile da diversi punti di vista: «Innanzitutto sentivo il bisogno di irrobustire il bagaglio delle mie competenze. Presso il Politecnico avevo già studiato ingegneria informatica, ma dovevo ancora acquisire le nozioni necessarie alla comprensione e alla gestione dei processi aziendali». Il master ha anche permesso a Farina di stringere relazioni importanti con i suoi colleghi: «Il rapporto con loro era fantastico, e lo è ancora, visto che siamo ancora in contatto. Ad accomunarci, ora come allora, è la voglia di metterci continuamente in gioco con l’obiettivo di migliorare. La possibilità di confrontarsi con persone dai background formativi molto diversi, adottando così punti di vista sempre nuovi, era un vero e proprio valore aggiunto». Il formato FLEX si sposava poi alla perfezione con le esigenze di quel particolare periodo della sua carriera: «Era un momento decisamente impegnativo, la flessibilità era fondamentale». Una flessibilità che si è tradotta in un banco di prova importante, su cui sviluppare quelle modalità di lavoro smart su cui poi sarebbe nata Logol: «Per due anni ci siamo abituati a interagire da remoto come se fossimo uno di fronte all’altro. Questo è fondamentale: si tratta di pratiche che noi, come imprenditori e dirigenti, dobbiamo trasmettere ai collaboratori. I lavoratori del futuro saranno persone che interagiranno in questo modo».