Meglio un master specialistico o un MBA?

Non c’è una risposta valida per tutti. Perché prima di compiere una scelta, è sempre bene tenere in considerazione due fattori: la propria esperienza professionale e l’obiettivo da conseguire

Orientarsi in un’offerta formativa ampia come quella dei master può essere tutt’altro che semplice. Soprattutto se non si hanno ben chiare le premesse su cui i master stessi si basano, e se non si ha un’idea chiara dell’obiettivo che si vuole conseguire. A volte capita che il dubbio oscilli tra due percorsi, entrambi validi ma molto diversi tra loro: i master specialistici e gli MBA. Come scegliere fra l’uno e l’altro?

Il curriculum fa la differenza

Una domanda a cui risponde Greta Maiocchi, Head of Marketing & Recruitment del MiP Politecnico di Milano: «La prima grande differenza è data dall’esperienza professionale. Il master specialistico si avvicina al Master of Science, cioè alla laurea specialistica, e quindi si rivolge principalmente a chi ha appena finito un percorso triennale o a chi ha cominciato a lavorare da poco. Per accedere all’MBA è necessario, invece, avere almeno tre anni di esperienza lavorativa».

E proprio chi ha l’esperienza maggiore, a volte, commette un errore di valutazione: «Sempre più persone che magari hanno già quattro o cinque anni di seniority ci chiedono di iscriversi a un master specialistico. Il problema è che vanno in aula con un bagaglio culturale troppo elevato rispetto agli altri partecipanti. Sono situazioni che cerchiamo di evitare», spiega Maiocchi.

Un master verticale e un master orizzontale

La seconda grande differenza, invece, riguarda i temi affrontati. Il master specialistico ha un’impostazione di tipo verticale, spiega Maiocchi: «Può essere sul lusso, sulla supply chain, sull’energy management, sui big data. Sviluppa insomma delle competenze grazie a cui si può diventare molto validi in un ambito o in una funzione specifici. Solitamente, è scelto dai giovani che vogliono specializzarsi».

Tutt’altro discorso per i master MBA, che hanno un taglio generalista e affrontano tutte le discipline utili a poter apprendere quelle skill che sono poi applicate in un contesto strategico. «L’obiettivo in questo caso – spiega Maiocchi – è fornire una panoramica di come funziona un’organizzazione, per poter così puntare a un ruolo manageriale di alto livello. Un partecipante di un nostro MBA nel 2009 oggi è vicepresidente di una grandissima azienda di credito. Aveva appena quattro anni di esperienza lavorativa».

Le soft skill prima di tutto

Poiché tra gli obiettivi dell’MBA spicca la capacità di gestire il cambiamento e le persone, le soft skill acquisiscono un peso predominante, già in fase di selezione. «Oltre a quattro test scritti, in cui verifichiamo le capacità analitiche, svolgiamo anche dei lunghi colloqui in cui valutiamo l’attitudine del candidato a risolvere problemi, essere propositivo, gestire lo stress. Anche le capacità empatiche e comunicative sono importanti: negli MBA si impara tantissimo dagli altri. Una persona che non ha nulla da offrire ai suoi compagni di classe non è il nostro candidato ideale. Ma non è il candidato ideale di nessuna azienda, se il suo obiettivo è essere un leader».

Può essere un candidato ideale, invece, chi ha nel suo bagaglio anche delle qualità creative: «Ultimamente abbiamo avuto dei partecipanti più bravi dal punto di vista artistico, persone con una laurea in economia che poi, ad esempio, sono andate a fare i videomaker. Vantavano un’incredibile capacità di visualizzare risultati e obiettivi. Per questo guardiamo con grande interesse anche alla parte più creativa e innovativa».

Come ribadisce Maiocchi, poi, diventa importantissimo sviluppare quelle competenze che per le aziende fanno la differenza: «Bisogna sapersi adattare al cambiamento e stimolarlo. Il mondo va di fretta, e offre opportunità e sfide che evolvono continuamente. Il compito di un buon leader sta anche nel trascinare il suo team in questi processi. Infine, è fondamentale saper lavorare per progetti. Tutto l’MBA è strutturato per progetti: più che una disciplina, è una vera e propria metodologia che può essere applicata a una pluralità di settori».

Build it with the brick: quando l’Open Day si trasforma in gioco

Caschetti, mattoncini colorati e una città da progettare: ecco che cosa si sono trovati davanti gli aspiranti studenti del MIP sabato 13 aprile in occasione dell’Open Day dedicato ai Master Specialistici.

“I nostri Master specialistici internazionali  – spiega Anna Bacigalupi, Head of Admissions International Full Time Master  – si rivolgono a giovani laureati. Attraverso un approccio maggiormente specializzato, hanno l’obiettivo di fornire ai candidati le conoscenze specifiche necessarie per operare in determinate aree o settori all’avanguardia, basti pensare al master in FINTECH, Big DATA, Industry 4.0, Innovazione digitale solo per nominarne alcuni”

Dopo una breve presentazione della scuola e dei programmi, è arrivato per tutti i partecipanti il momento di mettersi alla prova con un game di team building sul tema “Build it with the brick”.

L’obiettivo del gioco? Ogni squadra doveva costruire una città con i mattoncini colorati, superando prove e piccole sfide. Un game nato per mettere in evidenza skill come leadership, problem solving e pensiero laterale, ma che ha anche permesso ai ragazzi di migliorare le proprie capacità di team working e di superare le diversità di provenienza e di background.

Questa volta però la voglia di collaborare e di raggiungere l’obiettivo è andata oltre le aspettative: le squadre, al posto di mettersi in competizione tra di loro, hanno lavorato insieme creando una bellissima città a misura d’uomo, ribattezzata “Il Bosco Orizzontale”.

Un’ora e trenta in cui – a differenza di altri business game –  non si è parlato di numeri ma ci si è concentrati sulle soft skill, altrettanto importanti nel mondo del lavoro di oggi delle competenze più tecniche.

Un approccio apprezzato anche dai partecipanti, come ci racconta uno di loro: “Vorrei ringraziarvi per la giornata di Open Day e Presentazione dei Master Specialistici a cui ho avuto modo di partecipare nella giornata di sabato: lasciatemi dire che è stata molto esplicativa e che, attraverso il Lego Game, le meccaniche di proattività e impegno costante che verranno richieste dai Master sono state ben raccontate. Complimentarmi ancora per l’ottima riuscita dell’Open Day!”

La mattinata si è poi conclusa con una sessione di Q&A con Alumni e studenti dei programmi, che hanno potuto condividere con gli aspiranti studenti esperienze, sfide, obiettivi raggiunti e percorsi di carriera.