Istituto Marangoni e MIP Politecnico di Milano insieme per un master esclusivo dedicato ai professionisti del lusso

Il mercato del lusso sta vivendo negli ultimi anni una trasformazione radicale sulla spinta dei grandi cambiamenti dettati dall’innovazione tecnologica, dal mondo digitale e da una nuova sensibilità verso i processi produttivi e di distribuzione da parte delle giovani generazioni, ovvero da parte di coloro che sono la forza motrice dei consumi a livello globale e che possono influenzare il successo di una marca.

Diventa quindi fondamentale per i professionisti del settore sviluppare conoscenze e skill che uniscano capacità di analisi dei dati e dei piani di marketing anche un approccio visionario e “creativo”, attento all’evoluzione dei trend legati al digitale e alle nuove forme di comunicazione.

Per formare professionisti di alto livello e pronti a sostenere le dinamiche di un settore fortemente competitivo, Istituto Marangoni – leader a livello internazionale nell’alta formazione nella moda, arte e design – e MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business – istituzione storica nella formazione manageriale – hanno unito competenze e best practice per realizzare un Global Master for Luxury Business Professionals; un programma della durata di 12 mesi a partire da giugno 2022, sviluppato in forma ibrida (ovvero con lezioni in classe ma anche on line), alla fine dei quali verrà assegnato il titolo di Master di 1° livello da parte del MIP e un Diploma da parte di Istituto Marangoni.

I temi trattati dal Master spaziano dal marketing alla trasformazione digitale, dalla sostenibilità alla supply chain e a tutti gli aspetti economico-finanziari, per creare brand di successo capaci di ripensare le proprie strategie generando valore.

Nel Master sono previste tre settimane “esperienziali” nelle scuole di Istituto Marangoni a Milano, Londra e Parigi, gli epicentri della moda e del lusso, dove i partecipanti al corso potranno vivere una vera immersione nella bellezza, creatività e unicità di queste città che rappresentano delle vere e proprie vetrine per i brand del lusso. Inoltre durante questi soggiorni, i partecipanti potranno partecipare a delle lecture e workshop da parte di importanti professionisti del settore nei paesi di riferimento.

Secondo Paolo Meroni, Istituto Marangoni Academic and Q&A Director” Il corso permette di rispondere in maniera innovativa alle richieste del mercato del luxury business attraverso un approccio teorico pratico ma anche esperienziale che porterà i partecipanti nel cuore delle principali capitali della moda e del lusso mondiali. Istituto Marangoni e MIP, due istituzioni riconosciute tra le migliori realtà formative a livello internazionale, hanno fuso le loro specificità per formare una nuova figura professionale in grado di affrontare le sfide che il mercato del lusso globale incontrerà nel prossimo futuro.”

Federico Frattini, Dean del MIP, aggiunge: “La digital transformation, le nuove dinamiche del retail su scala globale e uno scenario economico in continua evoluzione hanno portato il settore del lusso a vivere un momento di profonda trasformazione. In un contesto come questo, per i brand potersi avvalere di professionisti capaci di governare il cambiamento e creare valore è ancora più importante che in passato.

Ecco perché abbiamo scelto di lanciare un nuovo master – il Global Master for Luxury Business Professionals – e di farlo insieme a un’eccellenza internazionale come Istituto Marangoni. Una partnership che ci permetterà di offrire ai nostri studenti un’esperienza unica, capace di unire il know-how indiscusso sui settori del lusso e del fashion di Istituto Marangoni, e la nostra esperienza sui temi del business e dell’innovazione.”

La comunicazione ha bisogno di rotondità

Oggi quando parliamo di pubblicità, pensiamo subito a slogan accattivanti e messaggi che lasciano il segno. Ce ne sono alcuni che sono diventati iconici, basti pensare al “Just do it” della Nike o a “Un diamante è per sempre” di De Beers.Eppure, non è sempre stato così. In origine, le agenzie di comunicazione si limitavano alla vendita di spazi pubblicitari, mentre i claim – ideati dai venditori – avevano un messaggio univoco. Comprami.  È stato J. Walter Thompson, a inizio ‘900, il primo ad affidare la concezione dei claim pubblicitari a scrittori e sceneggiatori teatrali, trasformando così le pubblicità da semplice invito all’acquisto a contenuto di comunicazione di qualità.

Da allora, come è cambiato il ruolo della comunicazione? E quali sono le prospettive di carriera in questo settore? Lo abbiamo chiesto al Prof. Lucio Lamberti, Direttore International Master in Media and Communication Management del MIP.

 

A volte, si ha una percezione un po’ limitata di cosa significhi “fare comunicazione”. Come mai? E qual è il ruolo che invece ricopre oggi?

Fare il capo della comunicazione è un po’ come fare l’allenatore della Nazionale di calcio: tutti hanno la propria opinione in merito. È molto percepibile che cos’è la comunicazione e forse proprio per questo viene vista come qualcosa di banale. Invece non lo è affatto.

Basti pensare a quanti ruoli diversi ci sono in questo settore. C’è chi acquista spazi pubblicitari, chi progetta i messaggi di comunicazione, chi fa pubbliche relazioni, chi si occupa dei social network, chi fa Search Engine Marketing…
Tra l’altro, la comunicazione è un fenomeno economico tutt’altro che banale, da cui dipende anche una filiera occupazionale importante. Per darvi un’idea, l’investimento a livello globale in pubblicità si aggira intorno ai 590 miliardi di dollari all’anno, di cui il 25% è dedicato al digitale.

Investimenti che, per raggiungere gli obiettivi di comunicazione prefissati, devono essere allocati su diversi canali. Per farlo, non solo è importante conoscere perfettamente come i singoli canali possono contribuire al raggiungimento del risultato,ma anche saperli orchestrare in modo da veicolare un’immagine coerente e di valore. Ma non solo, occorre anche valutare quale fetta del budget destinare a ogni canale.
Dopotutto, non è così banale come può apparire a prima vista. Anzi, è richiesta una professionalità avanzata. Ed è da questa necessità che è nato l’International Master in Media and Communication Management.

 

Da quelle prime agenzie di comunicazione dedite solamente all’acquisto di spazi pubblicitari, il settore ne ha fatta di strada. In che modo è cambiato l’approccio delle aziende e delle agenzie?  

Il digitale ha cambiato il mondo della comunicazione, rendendola accessibile non solo alle grandi realtà ma anche quelle più piccole, grazie a meccanismi come il cost per click.

L’avvento dei canali digitali ha messo in evidenza anche il tema dell’ottimizzazione delle spese di comunicazione. Grazie a modelli statistici, è possibile infatti modificare le percentuali di budget allocato ai vari canali in modo da ottimizzare l’output in termini di vendite, brand awareness…

Non è un’operazione semplice, tutt’altro. E infatti, tradizionalmente, le aziende si sono sempre appoggiate alle agenzie per farlo.
Agenzie che, dopo aver subito una grande frammentazione negli anni a causa di una eccessiva specializzazione, oggi stanno andando nella direzione contraria. Abbiamo assistito a un consolidamento che ha portato alla formazione delle big 4 – WPP, che tra l’altro è partner del Master, Omnicon, Publicis e Interpublic – a cui si è aggiunta Dentsu.

Le agenzie sono importanti per le aziende anche perché hanno una visione del mercato tale da identificare i nuovi trend di comunicazione e conoscere al meglio le piattaforme, che sono in continua evoluzione.
Questo è sempre più importante perché, con l’esplosione dei canali digitali, la comunicazione si è trasformata in conversazione. Oggi le aziende sono chiamate ad ascoltare, oltre che a comunicare. Il che rappresenta un’opportunità per conoscere meglio il proprio target e identificare i toni, i registri e i contenuti a cui è sensibile.

Sapevate che, secondo le statistiche, siamo espositi a più di 800 messaggi di marketing al giorno? Di questi, quali ricorderemo? Probabilmente quelli che per noi sono rilevanti. E solo ascoltando il consumatore, un’azienda può capire cosa è rilevante per il proprio pubblico.

 

Appare evidente che il mondo della comunicazione è molto vario e in continua evoluzione. A livello di opportunità professionali, quali sono i profili più ricercati oggi e quale consiglio vuole dare a chi desidera entrare in questo settore?

Il mio consiglio? Di non porsi come obiettivo quello di diventare social media manager. Non perché non sia una professione valida o interessante, ma perché in questo momento un professionista della comunicazione dovrebbe avere una visione a 360 gradi. Non è tanto importante specializzarsi, ma piuttosto comprendere a fondo i processi. La specializzazione si costruisce nel corso del proprio percorso professionale. Chi ha le basi, ha anche la capacità di trasformarsi di pari passo al mondo della comunicazione.
L’obiettivo è dell’International Master in Media and Communication Management è proprio questo: creare un professionista rotondo, che conosca tutto sufficientemente bene, ma che la cosa che conosce meglio è il tutto.

Questo significa saper comprendere i vari canali, le logiche di comunicazione, conoscere i processi creativi così come gli aspetti analitici. Vogliamo che i nostri studenti possano comprendere sia il punto di vista del committente, ovvero l’azienda, che dell’agenzia, che è l’esecutore.
Infatti, il lavoro in agenzia è molto diverso da quello del responsabile comunicazione di un’azienda. Motivo per cui all’interno del Master abbiamo deciso di valorizzare questi due diversi approcci tramite due filoni dedicati.

C’è poi un altro tema che un professionista “rotondo” non può ignorare: è quello della sostenibilità.
A volte si pensa che comunicazione e sostenibilità siano termini antitetici, dimenticando che gli stessi strumenti possono essere usati in un’impresa così come in una ONG. Anzi, proprio il settore No Profit spesso è un esempio di grandi capacità a livello comunicativo e di importanti investimenti nel settore.
Diverso è invece quando si parla di comunicazione sostenibile nel senso di etica. Infatti, è importante che un professionista conosca i confini entro i quali muoversi per evitare di scadere nella comunicazione ingannevole o nel greenwashing. Ecco perché abbiamo inserito anche questo aspetto nel programma del Master.

Il mondo della comunicazione è un ecosistema frammentato, che vede la partecipazione di player diversi, con ruoli diversi e a volte sovrapposti. Solo chi ne ha una visione chiara è in grado non solo di gestire la complessità che ne deriva, ma anche di sfruttarla per creare valore.

È proprio questa la cifra caratterizzante di questo master: creare un professionista in grado di sapersi adattare al contesto.

Infatti, in un mondo che corre sempre più veloce, quello di cui hanno bisogno le aziende è di una persona che sia in grado di muoversi non solo in verticale, ma anche in orizzontale, in modo da poter essere speso su più fronti.

È tutta una questione di mindset. E qui arriva il valore aggiunto di fare un master in comunicazione in una scuola di ingegneri. Un certo tipo di impostazione nella risoluzione dei problemi ti permette di gestire tutto, dalla progettazione di un impianto ingegneristico automatizzato alla modellizzazione delle interazioni sociali.

 

 

Autostrade per l’Italia lancia un master per assumere 20 giovani laureati

L’iniziativa nasce dalla collaborazione con Politecnico di Torino, Politecnico di Milano e MIP, la Graduate School of Business dell’ateneo milanese, e prevede un contratto in azienda per gli studenti selezionati.

Al via la selezione dei candidati per il Master universitario di secondo livello in “Ingegneria e gestione integrata delle reti autostradali”, lanciato da Autostrade per l’Italia insieme alla Scuola di Master e Formazioni Permanente del Politecnico di Torino, il Politecnico di Milano e il MIP, la Graduate School of Business dell’Ateneo Milanese, grazie a una partnership siglata per individuare e far crescere professionalmente giovani talenti.

Il Master, promosso da Autostrade per l’Italia, rappresenta una concreta opportunità occupazionale per 20 neolaureati under30 e vedrà fin dal suo avvio l’effettiva assunzione in azienda dei ragazzi selezionati, con un contratto in apprendistato di alta formazione della durata di due anni. In questo periodo, attraverso la formazione accademica e il lavoro sul campo, i ragazzi potranno contribuire alla realizzazione del Piano di Trasformazioni di ASPI, grazie ad un programma formativo teso a rafforzare competenze ingegneristiche di progettazione, gestione trasportistica, manutenzione e controllo delle infrastrutture stradali, oltre alla competenze digitali applicate all’infrastruttura (Monitoraggio IoT, Infrastrutture Smart Mobility) e competenze manageriali di project management, per garantire profili in uscita in grado di governare processi complessi di sviluppo e progettazione della rete autostradale. L’obiettivo è quello di formare talenti che sappiano distinguersi nella ricerca e nell’attuazione di soluzioni innovative nell’ambito della gestione e del monitoraggio delle reti autostradali, accompagnando l’azienda nel percorso di digital transformation prevista dal Piano industriale di Autostrade per l’Italia.

Questa iniziativa nasce in seno alla Autostrade Corporate University, la nuova scuola di formazione aziendale del Gruppo, riconosciuta dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri, nata nell’ambito del più vasto programma di HR Transformation avviato dalla società e in grado di erogare corsi per oltre 100.000 ore annue ad oltre 4.000 dipendenti, sia in modalità tradizionale che e-learning, avvalendosi di docenze certificate interne e di selezionati professionisti sul mercato, oltre che di partnership con le principali Università italiane. Il Master di secondo livello in “Ingegneria e gestione integrata delle reti autostradali” partirà nel mese di maggio 2021 e durerà per 24 mesi, mentre le selezioni (link) si chiuderanno il giorno 31 marzo 2021.

“Siamo orgogliosi di aver stimolato tre eccellenze italiane a collaborare con Autostrade Corporate University per la costruzione del Master” ha affermato Gian Luca Orefice, Human Capital & Organization Director di ASPI. “Un’iniziativa di rilievo che risponde alla filosofia di rendere la nostra infrastruttura un’autostrada dei saperi. Un luogo per sviluppare, promuovere e scambiare competenze sempre più in linea con l’innovazione tecnologica di processo, metodi e prodotto. La nostra strategia punta a valorizzare i mestieri e le professioni per garantire l’eccellenza delle conoscenze al servizio del Paese. Cominciamo dalle scuole e dall’Università il nostro on-boarding, per crescere persone consapevoli verso un futuro sostenibile”.

“Il Master – afferma Fabio Biondini, Direttore scientifico del Master – si inquadra nell’ambito di una crescente attenzione al settore delle infrastrutture legata alla necessità di garantire livelli di sicurezza, funzionalità e resilienza sempre più elevati e un utilizzo sostenibile delle risorse naturali ed energetiche che condiziona in modo rilevante l’economia e l’ambiente, coinvolgendo più generazioni. Il Master risponde a queste esigenze promuovendo una formazione trasversale e una visione sistemica in grado di coniugare il ciclo di vita e la manutenzione delle opere, in particolare ponti e gallerie, lo sviluppo di strutture e infrastrutture intelligenti, la trasformazione digitale della mobilità e la gestione integrata della rete infrastrutturale, con una impostazione che rende il percorso formativo fortemente attuale e proiettato nel futuro.”

“Per il Politecnico di Torino e la sua Scuola Master – commenta Paolo Neirotti, Direttore della Scuola di Master e Formazione Permanente del Politecnico di Torino – questa iniziativa rappresenta uno dei diversi fronti dove tramite lo strumento dell’Alto Apprendistato aiutiamo le imprese a formare persone di talento secondo un profilo di competenze in cui, a fianco della verticalizzazione in un particolare ambito tecnico, forniamo competenze orizzontali e complementari di economia e management, soprattutto su fronti legati alla trasformazione digitale e all’innovazione. Poter fare questo combinando le esperienze di due Politecnici e del MIP rappresenta un’opportunità per continuare a confrontarci su approcci innovativi alla didattica”.

“Le infrastrutture e le reti di trasporto sono un asset strategico della società moderna e lo saranno sempre di più nel futuro: questo è innegabile” afferma Daniela Peila, Direttore scientifico del Master, che aggiunge: “Questo settore ritenuto ormai “maturo” sta affrontando le sfide della modernità e dell’innovazione che richiedono professionalità con competenze e abilità trasversali, in grado di gestire la complessità. Il Master è stato pensato e sviluppato per rispondere a questa esigenza e formare i giovani talenti che diventeranno i dirigenti del futuro. Per raggiungere questo obiettivo il percorso prevede sia lezioni frontali per fornire le conoscenze necessarie a padroneggiare i problemi in modo interdisciplinare, sia giovani che si confrontino con la realtà del lavoro, del cantiere e dell’ufficio tecnico interagendo, con colleghi esperti che diventeranno inevitabilmente i loro mentori. Infine, lo sviluppo di un project work per gruppi ristretti consentirà, con un processo di learning by doing, di crescere non solo dal punto di vista professionale, ma anche dal punto di vista umano. È una sfida eccitante per un giovane ingegnere”.

“Siamo felici di essere partner, insieme a Politecnico di Milano e Politecnico di Torino, del Master promosso da Autostrade per l’Italia” commenta Federico Frattini Dean del MIP, la Graduate School of Business del Politecnico di Milano, che conclude: “Un progetto che offre ai giovani talenti non solo un’occasione di alta formazione presso tre realtà di spicco del panorama accademico, ma anche una concreta opportunità professionale. Un primo passo per diventare promotori della digital transformation in azienda.”

MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business e BNL Gruppo BNP Paribas insieme per il tuo futuro

BNL Gruppo BNP Paribas offre agli studenti MIP Graduate School of Business residenti in Italia la possibilità di accesso ad un finanziamento per programmare il proprio futuro con maggiore libertà e sicurezza.

Il prestito BNL Futuriamo consente di far fronte a quanto necessario per affrontare al meglio il proprio percorso di studio, in Italia e all’estero: rette, libri di testo, spese per l’alloggio e di trasporto, acquisto di un PC o Tablet.

BNL Futuriamo può finanziare da 5.000 a 70.000 euro, erogati in un’unica soluzione e rimborsabili in un periodo fino a 10 anni, con la possibilità di posticipare il rimborso del capitale dai 12 ai 36 mesi dall’erogazione.

Per gli studenti più giovani è prevista la cointestazione con un genitore/tutore residente in Italia.

Il prestito è gestito interamente da BNL Gruppo BNP Paribas. La concessione del finanziamento è subordinata all’approvazione della banca. Per tutte le informazioni e le condizioni contrattuali ed economiche visita il sito BNL.it o fissa un appuntamento presso una delle filiali BNL.

 

Sei un candidato Junior? Per maggiori informazioni clicca qui

Sei un candidato Executive? Per maggiori informazioni clicca qui

 

Per contattare i consulenti BNL e richiedere il finanziamento sarà sufficiente cliccare su «Fatti Richiamare» e compilare il form di richiesta.

Sostenibilità, Big data, Communication, Cybersecurity… Scopri i nuovi master del MIP all’avanguardia nella digital transformation

La nostra business school ha appena dato vita a una serie di nuovi master specialistici focalizzati su diverse aree di management particolarmente emergenti.

Al MIP offriamo una vasta gamma di programmi post-laurea tra cui i Master Specialistici, ovvero percorsi verticali volti ad approfondire le competenze di una specifica funzione, area aziendale o settore di attività.

All’offerta formativa del MIP si sono aggiunti corsi con tematiche quanto mai attuali, ai quali si aggiungerà a breve anche un percorso internazionale dedicato esclusivamente al mondo dei Big Data, in continua espansione ed evoluzione anche nel settore Supply Chain e Healthcare.

Si tratta di percorsi strutturati in 12 mesi di intensa formazione, project work, company visit e momenti di networking con professionisti, che hanno l’obiettivo di sviluppare le hard e le soft skills dei candidati, tenendo conto delle esigenze delle aziende di oggi.

Ve li descriviamo brevemente:

International Masters in Sustainability Management Con il recente conseguimento della certificazione B Corp, il concetto di sostenibilità ha assunto un peso ancora più forte nei programmi della Scuola. Studiamo e insegniamo in che modo la sostenibilità cambia i processi aziendali, le catene di fornitura, le operazioni e le tecnologie in diversi settori: questo ha portato MIP a creare 5 nuovi master internazionali interamente focalizzati sul tema della sostenibilità.

International Master in Cybersecurity Management La sicurezza informatica sta diventando sempre più rilevante in tutte le organizzazioni, grazie alla crescente digitalizzazione delle attività in un mondo globalmente iperconnesso e inoltre, il Covid-19 con la relativa diffusione dello smartworking, spinge maggiormente a tutelarsi dai rischi informatici. Per questo è nato il master che preparerà gli studenti ad assumere un ruolo di leadership nel mondo della cybersecurity.

International Master in Media and Communication Management Le aziende, le società dei media, le agenzie di comunicazione e le società di comunicazione richiedono nuove competenze, menti fresche e idee innovative all’intersezione tra creatività e capacità analitiche, soprattutto oggi. Nasce per questo un percorso ad hoc, per rafforzerai il bagaglio di competenze nei media e nella comunicazione.

International Master in Digital Transformation La Digital Transformation non è una mera combinazione di tecnologie, ma un più ampio fenomeno con profonde implicazioni strategiche e manageriali per tutte le aziende, a prescindere dall’industria in cui operino. Nasce iMDT per insegnare a guidare la Digital Transformation ovunque, in organizzazioni sia pubbliche che private.

Per avere ulteriori dettagli sui programmi non perdere le giornate di presentazione online: conoscerai i requisiti di accesso, scoprirai di più sull’ampio network aziendale attivo sia durante che dopo il periodo formativo, con internship e project work.

Attivando la tua domanda di ammissione entro il 30 gennaio 2020 potrai accedere ad una scontistica di 1.000€ sulle fee dei Master sopraelencati. Non perdere l’occasione di diventare un digital leader del domani!

Digital transformation: adesso o mai più

Il professor Antonio Ghezzi presenta l’International master in digital transformation: dalle ricadute strategiche a quelle organizzative, passando dalla necessità di sviluppare un mindset imprenditoriale per gestire un cambiamento ormai ineludibile. Per qualsiasi azienda

 

Digital transformation sì. Ma a patto di parlarne nel modo giusto, comprendendone a fondo la natura e le ricadute sulle aziende. «Oggi assistiamo a un abuso di questo termine da parte di molte realtà, allo scopo di collocarsi e riposizionarsi», ci spiega Antonio Ghezzi, Professore Associato e Direttore dell’International Master in DigitalTransformation presso il MIP Politecnico di Milano. «Quello che dobbiamo fare, invece, è definire i confini di questo concetto. Troppa enfasi rischia di portare a un’inflazione, con il rischio di vedere esplodere una bolla come accadde con le dot-com nei primi anni 2000. Dobbiamo cercare invece di capire la natura delle ondate tecnologiche, che cosa possono portare al business e come cambierà il ruolo dei manager, che non possono più permettersi di ignorare le trasformazioni in atto».

 

Un’opportunità anche per i più piccoli

Secondo Ghezzi, adottare la digital transformation porta prima di tutto a dei processi di trasformazione che vanno interpretati. «Il primo tema è di natura strategica. Attraverso la combinazione di diverse tecnologie, possono crearsi nuovi mercati. Inoltre, la natura della competizione cambia, si evolve, abbandona le forme del passato. Il secondo tema è di natura imprenditoriale», continua Ghezzi. «Questo fenomeno fa emergere nuove opportunità di business, che bisogna saper cogliere. La creatività diventa fondamentale, da questo punto di vista. E permette alle startup e a tutte quelle realtà born digital di competere con aziende molto più strutturate». Il terzo e ultimo tema è quello organizzativo: «Difficile mettere in atto un piano strategico, se l’organizzazione non è allineata. E poi, bisogna pensare a come incide il digitale: che impatto ha sulla macrostruttura? E sulla microstruttura? Sono presenti le competenze adeguate per portare avanti il piano?»

 

L’azienda digital deve sperimentare

Ovviamente, il ruolo del manager diventa fondamentale di fronte a un cambiamento così ineludibile e così necessario. «È importante riconoscere che il mondo, ormai, è digitale», spiega Ghezzi. «Anche chi è riuscito a posizionarsi in uno spazio ristretto, deve sapere che, prima o poi, quella nicchia si eroderà. Per trovare nuove strade, le aziende devono imparare a sperimentare, investendo poco in direzioni diverse, imparando a saggiare la qualità delle proprie scelte, per capire quale sia la migliore. In un contesto così turbolento, dove le discontinuità non sono solo di natura tecnologica, diventa impossibile una pianificazione classica. Lo hanno capito anche le aziende più grandi, che ora cominciano a imitare questo approccio finora tipico delle start-up». Per affrontare queste sfide, il mindset imprenditoriale è, secondo Ghezzi, ideale: «La ricerca delle opportunità di business deve essere costante. La discontinuità in cui viviamo ci costringe a farlo. A meno che le aziende non vogliano essere soppiantate. Pensiamo a quanto hanno realizzato, in poco tempo, imprese digitali come Amazon, Airbnb, Uber».

 

Dal know-how al know-where

Le tecnologie in gioco, però, bisogna conoscerle. Meglio ancora, bisogna sapere dove andare a cercarle. «Passiamo dal modello del know-how al modello del know-where. È improbabile che una singola impresa detenga tutte le tecnologie che oggi stanno segnando la digital transformation. Se mettiamo in cima alla piramide l’intelligenza artificiale, scendendo vedremo che questa avrà bisogno del machine learning, dei big data e della raccolta dati, che può avvenire a livello consumer, o tramite l’Internet of Things. E tutti questi dati, poi, vanno immessi nel cloud. Ecco, difficile per una sola azienda gestire questa complessità, e per questo diventa importante conoscere dove trovare questi servizi digitali».

Il MIP Politecnico di Milano ha creato l’International master in digital transformation allo scopo di formare professionalità capaci di destreggiarsi in questo ambito. «Noi diamo innanzitutto dei fondamenti di general management a tutti i nostri iscritti, insieme a nozioni di strategia di marketing e di finanza. Quindi approfondiamo le tecnologie, valutandone l’impatto manageriale. Il terzo blocco prevede un’analisi degli approcci lean start-up e di design thinking. Gli studenti avranno modo di mettere concretamente in pratica quanto studiato. Non esiste momento migliore di questo per iscriversi. Le organizzazioni che non mettono in attesa questo processo rischiano di finire ai margini», conclude Ghezzi.

 

«Le buone idee non bastano: al MIP ho imparato a svilupparle»

Il confronto con i colleghi di master, i due anni di esperimenti e miglioramenti e, soprattutto, una mentalità votata al miglioramento continuo. Martin Leban, alumnus AMIE (ora IMIE), racconta come è nata l’idea di uno shampoo contenuto in biglie biodegradabili.

La formazione nell’azienda di famiglia, il confronto con i colleghi di master provenienti da tutto il mondo e, infine, la nascita di una startup che, ispirandosi a principi di sostenibilità sociale e ambientale, dà vita a un prodotto piccolo, ma dal grande potenziale. È la storia di Martin Leban, giovane imprenditore sloveno e co-fondatore della startup OneTwoThreeZero, nonché alumnus AMIE (ora evolutosi in IMIE, International Master in Innovation and Entrepreneurship) presso il MIP Politecnico di Milano: «Il master mi ha insegnato che di idee, buone e meno buone, ce ne sono tante. A fare la differenza è l’impegno che ci si mette per svilupparle. Ed è proprio così che io e i miei colleghi abbiamo concepito lo shampoo in biglie biodegradabili».

Dall’idea alla sua realizzazione

Leban proviene da una famiglia che possiede una piccola azienda di prodotti per la cura dei capelli. «Un ambiente in cui ho imparato molto, osservando di giorno in giorno», racconta Leban. «Creare cosmetici senza produrre rifiuti è stato uno dei miei obiettivi fin da quando lavoravo nell’azienda di famiglia e vedevo quanta plastica utilizzavamo. Quando ho visto il progetto di shampoo biodegradabili che Renata Alessio, Indira Pambudy e Sarra Elamin avevano iniziato nell’ambito del master AMIE, mi è subito piaciuto e ho chiesto loro di entrare a far parte del team».
Il potenziale ecologico di questa idea è evidente: «L’industria cosmetica utilizza molta plastica per i propri packaging, anche per piccole quantità di prodotto, come capita, ad esempio, con i flaconcini distribuiti negli hotel. Noi siamo partiti da un prodotto concettualmente simile alle capsule di detersivo utilizzate nelle lavastoviglie. In quel caso, però, l’involucro è un materiale plastico. La sfida, per noi, consisteva nel trovare un materiale biodegradabile che al contempo fosse abbastanza resistente da contenere lo shampoo al suo interno». Una sfida raccolta dai suoi due partner e chimici, Anja Pajntar e Uros Novak. «È un processo di ricerca che dura ormai da due anni. La difficoltà è data dalla piccola percentuale di acqua che compone lo shampoo, il 10%, di per sé un grande risparmio rispetto all’80% degli shampoo medi. Potevamo ripiegare su un prodotto senz’acqua, ma l’effetto sui capelli non sarebbe stato lo stesso». La tabella di marcia di OneTwoThreeZero prevedeva una serie di importanti test ad aprile 2020, ma l’attuale situazione sanitaria ha costretto Leban e il suo team a rimandare. «Ormai ci siamo, però. Tant’è che il laboratorio che ci ha ospitati finora non basta più; a breve cominceremo a produrre maggiori quantità del nostro prodotto».

L’importanza di non accontentarsi

Leban non nasconde che l’esperienza al MIP è stata cruciale, per la vita di questa startup. «A cominciare dai miei compagni di corso, di 17 nazionalità differenti. Questa diversità si è rivelata un autentico valore aggiunto, perché mi ha permesso di confrontarmi con punti di vista e culture differenti, che hanno generato un vero flusso creativo. Oggi sfrutto i principi del design thinking appresi grazie al master, che mi ha insegnato anche come dare vita a un team equilibrato, valutando quali possono essere le individualità più strategiche per l’azienda».
Importante anche l’esperienza del project work: «È uno dei motivi per cui ho scelto proprio il MIP. Ho imparato in che cosa consiste il processo di sviluppo, che non è solo una questione di nozioni, ma anche di mentalità. Concentrarsi a fondo su un’idea, per trovarne il vero potenziale e dare vita a una serie di possibilità virtualmente infinite».
Infine, un consiglio a chi sta per iscriversi a un master: «Il modo migliore per viverlo è cercare di arrivare lì con le idee chiare su che cosa si vuole ottenere. E non accontentarsi mai, ma lavorare su sé stessi. Il livello delle lezioni è altissimo, e spinge a puntare ancora più in alto, ad approfondire sempre di più. È questa mentalità che permette di avvicinarsi ai propri obiettivi, sia che si voglia lavorare come imprenditori, sia come consulenti. Le prospettive lavorative legate a questo master sono molteplici».

Al via illimity academy: primo master in gestione del credito in collaborazione con MIP Politecnico di Milano

Illimity, gruppo bancario ad alto tasso tecnologico fondato e guidato da Corrado Passera, ha istituito illimity academy, la corporate business school studiata per creare percorsi di alta formazione economica e finanziaria per i nuovi professionisti del credito attraverso programmi didattici e training sul campo. 

Il primo Master di illimity academy è dedicato alla gestione del credito ed è stato strutturato in collaborazione con MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business che ne cura la direzione scientifica. Il Master, in partenza a settembre 2020, mira a formare gli Asset Manager di nuova generazione di neprix, il servicer specializzato nella gestione dei crediti distressed corporate di illimity. 

Il percorso formativo, che combina stage retribuito per 6 mesi con la formazione diretta curata da docenti provenienti dal mondo universitario e della consulenza, oltre che dal management di illimity, avrà una durata di sei mesi ed è rivolto a 25 laureandi e neolaureati in materie sia umanistiche che scientifiche che abbiano conseguito un titolo di studio (Laurea o Master) da non oltre 1 anno. 

Al termine del Master i profili che si distingueranno per capacità, motivazione e potenziale verranno assunti a tempo indeterminato come Junior Asset Manager. 

La selezione dei candidati al Master avverrà in due fasi: la prima prevede l’invio entro il 30 giugno della candidatura e di un video motivazionale attraverso www.illimity.com/mastercredito, mentre nella seconda fase i candidati selezionati affronteranno interviste volte a valutare competenze, potenziale e profilo in linea con i valori e la cultura aziendale di illimity. 

Per gli studenti selezionati, la frequenza del Master sarà giornaliera e alternativamente distribuita in aula (400 ore) e presso la sede milanese di illimity dove si svolgerà lo stage (540 ore). 

Il gruppo illimity si farà carico della maggior parte dei costi del Master il cui valore è di 10.000€. Ai candidati selezionati verrà infatti richiesto un contributo di 2.000€ che verrà rimborsato in caso di assunzione. Saranno inoltre messe a disposizione borse di studio e il percorso di stage sarà interamente retribuito (700€ lordi al mese oltre ai buoni pasto). 

Marco Russomando, Head of Human Resources di illimity, ha dichiarato: “abbiamo deciso di promuovere illimity academy per scommettere ancora una volta su giovani donne e uomini di talento e formare le nuove professionalità del futuro. In illimity le persone sono la nostra vera forza e risorsa e i numeri lo dimostrano: in poco più di un anno, contiamo già quasi 500 illimiters di ogni età, provenienti da 120 settori, 19 Paesi e con un’età media di 36 anni. Abbiamo puntato sulle nuove generazioni fin dall’inizio e vogliamo continuare a farlo. Siamo quindi estremamente felici di intraprendere questo percorso e di avere riscosso interesse e disponibilità dal mondo accademico a partire da un partner di altissimo livello come il MIP Politecnico di Milano”. 

Laura Grassi, docente del MIP in area finance e Direttore Scientifico del Master: “Puntare alla formazione continua, selezionare giovani talenti, promuovere l’innovazione del business dell’azienda e coinvolgere gli stessi manager che guideranno il cambiamento sono le caratteristiche distintive di questo Master. Un Master in cui MIP, la business school del Politecnico di Milano, ha messo a disposizione le sue competenze e conoscenze e ha creduto nello spirito collaborativo dell’iniziativa dove Professori di importanti Atenei italiani si alterneranno in aula insieme a rinomati Professionisti e al Top Management di illimity”. 

MBA e Master: scopri le Borse di Studio

Borse di studio, contributi e finanziamenti sono alcune delle agevolazioni che il MIP mette a disposizione degli aspiranti studenti e degli Alumni che vogliono continuare la propria esperienza di formazione

Il candidato interessato a Master o MBA erogati presso la nostra scuola infatti, può contare su una grande varietà di aiuti volti a favorire studenti meritevoli e, in alcuni casi, a garantire un maggior contatto con aziende leader attraverso stage e tirocini.

Di seguito sono riportate le principali Borse di Studio disponibili.

 

Borsa di Studio GS1 – MASTER iMSCPM

Ogni anno GS1 sceglie e sponsorizza alcuni candidati del master iMSCPM con un contributo parziale.

I candidati avranno la possibilità di entrare in contatto con le aziende del network GS1 ed essere scelti per lo svolgimento di un tirocinio presso una di queste.

Requisiti:

-Aver superato la selezione per l’International Master in Supply Chain and Procurement Management

-Avere una buona conoscenza della lingua italiana

 

Borsa di Studio ALUMNI – TUTTI I MASTER

Sono disponibili diversi contributi basati sul merito, per Alumni dei corsi MIP o di altri dipartimenti del Politecnico di Milano.

 

Borsa di Studio GMAT/GRE – TUTTI I MASTER

I candidati di qualunque Master del MIP che abbiano raggiunto un alto punteggio GMAT/GRE potranno fare richiesta per ottenere una parziale esenzione sul costo di iscrizione.

 

Borsa di Studio Gianluca Spina – Full Time MBA, iMSCPM, MEM, MPAM

La Borsa di Studio Gianluca Spina è disponibile per studenti meritevoli che vogliano iscriversi ai Master FT MBA, iMSCPM e MPAM nell’anno accademico 2020/2021 e copre il 50% della retta. Inoltre per il Master MEM, la borsa copre il 100% del costo del Master.

Il contributo è offerto dall’Associazione Gianluca Spina, nata nel 2015 a seguito della prematura scomparsa dell’allora Dean del MIP, Gianluca Spina, professore di Business Management e Supply Chain Management presso il Dipartimento di Management, Economics and Industrial Engineering del Politecnico di Milano.

La deadline per partecipare è fissata al 31 maggio 2020. I candidati verranno scelti da una commissione universitaria.

Al fine di presentare la domanda per il beneficio, i candidati dovranno presentare:

-Form di iscrizione

-Certificazione TOEFL, IELTS o CPE

-Rilevanti lettere di referenze

-Documenti che attestino l’ammissione al programma e il pagamento della quota d’iscrizione

-Un saggio dedicato al tema della Supply Chain

 

Maggiori informazioni sui singoli contributi e borse di studio potranno essere visionate sulle pagine dedicate ai Master sul nostro sito web.

Internazionalità, entusiasmo e confronto: al via le nuove edizioni dei Master MIP

Al MIP Politecnico di Milano, il 2020 è iniziato con l’avvio delle nuove edizioni dei nostri Master.

Il 21 gennaio, infatti, abbiamo dato il benvenuto alle classi dell’International Master in Luxury Management e del Global Master in Industrial Management 4.0, mentre il 3 febbraio sono stati i partecipanti al Master in Global Luxury Goods and Services Management a entrare per la prima volta in aula.

Internazionalità, entusiasmo, voglia di mettersi alla prova e fare networking sono gli ingredienti che caratterizzano l’atmosfera dei kickoff, momenti introduttivi attraverso i quali si inizia a conoscere l’ambiente MIP.

Dopo i saluti istituzionali, gli allievi hanno avuto l’opportunità di conoscere i Direttori dei Master e alcuni Alumni, oltre che di scoprire servizi e opportunità a disposizione degli studenti.
Valore aggiunto dei Master è, inoltre, il profilo d’aula, caratterizzato da una grande varietà. Gli allievi, infatti, vengono da più di venti paesi del mondo e portano al MIP idee, esperienze e bagagli culturali differenti

India, Pakistan, Russia, Italia, sono solo alcuni dei luoghi di origine dei nostri studenti, giunti a Milano per intraprendere percorsi di specializzazione, la cui la parola chiave è “eccellenza”.
Nei prossimi mesi li attendono lesson, masterclass, company visit e contatto diretto con esperti provenienti da aziende leader.

In questo contesto, la mescolanza di background accademici, scientifici e umanistici, favorisce l’apprendimento di nuove modalità di studio e di pensiero che, insieme, garantiscono un costante arricchimento umano, oltre che accademico e professionale.