Elisa Negri vince il “Digital Twin Young Scientist Award”

Alla conferenza internazionale DigiTwin 2024, la ricercatrice del Politecnico di Milano vince il “Digital Twin Young Scientist Award” per i suoi studi sull’uso dei “Gemelli Digitali” nella gestione della produzione industriale, con impatti su efficienza, sostenibilità e economia circolare.

 

La conferenza DigiTwin è un rinomato evento internazionale che riunisce aziende di diversi settori per condividere esperienze e necessità nell’ambito delle applicazioni industriali, promuovendo l’uso della tecnologia dei gemelli digitali in svariati campi come progettazione, produzione, biomedicina, urbanistica, energia, ingegneria civile e molti altri.

La 4ª edizione di DigiTwin, svoltasi dal 14 al 18 ottobre 2024 al Politecnico di Milano, ha visto Elisa Negri, ricercatrice della POLIMI School of Management del Politecnico, ricevere il prestigioso “Digital Twin Young Scientist Award” per il suo contributo nella gestione dei sistemi produttivi tramite i Digital Twins.

Elisa Negri conduce dal 2017 ricerche sul ruolo che i Digital Twins rivestono per la gestione e il controllo dei sistemi produttivi.

I cosiddetti “Gemelli Digitali” stanno sempre più riscuotendo l’interesse di realtà accademiche e industriali per le potenzialità che possono abilitare.
Si tratta di modelli virtuali, comprendenti dati, algoritmi e simulatori opportunamente costruiti che permettono di riflettere quello che succede nella realtà fisica nel mondo digitale, potendo quindi sfruttare le potenzialità dell’elaborazione dei dati, della simulazione di scenari futuri e del monitoraggio di deviazioni rispetto a percorsi definiti.

Il lavoro di Elisa si colloca in un filone di ricerca mirato a dimostrare e quantificare come l’utilizzo dei Digital Twins possa semplificare, rendere più preciso e accelerare il processo decisionale nella gestione dei sistemi produttivi, lungo l’intero ciclo di vita: dalla progettazione e messa in opera, alla gestione operativa e manutenzione, fino alla dismissione, con una particolare attenzione alle pratiche di economia circolare.

Il ruolo del Digital Twin per la presa di decisioni in questo campo è variegato, dal supporto al monitoraggio, fino alla predizione di scenari futuri e alla ottimizzazione di parametri e quindi alla prescrizione di cosa è meglio da fare.

I benefici dimostrati riguardano una migliore produttività (anche in ottica di migliore gestione integrata della produzione e della manutenzione del sistema produttivo), un migliore impatto di sostenibilità ambientale e sociale riducendo i consumi di materiale ed energia (ma anche impattando l’operatività del personale attivo in fabbrica) e la facilitazione di adozione di pratiche di economia circolare relative al manifatturiero.

Global IoT and Edge Computing Summit: l’articolo scritto dal Manufacturing Group vince il “Best Paper Award”

Durante la GIECS -Global IoT and Edge Computing Summit 2024, tenutasi il 24 settembre a Bruxelles, l’articolo è stato premiato con il prestigioso “Best Paper Award”.

 

Il Global IoT and Edge Computing Summit è un’importante conferenza internazionale che mira a raccogliere e presentare le ricerche più avanzate nel campo dell’Internet of Things e computing continuum. Questo evento riunisce ricercatori, ingegneri, scienziati e professionisti di tutto il mondo, offrendo una piattaforma ideale per confrontarsi sugli ultimi sviluppi tecnologici e sulle tendenze del settore.

Il summit rappresenta un’opportunità per i principali esperti del settore di condividere i propri studi attraverso articoli e presentazioni, permettendo così ai partecipanti di rimanere aggiornati sui progressi più significativi. Un rigoroso processo di peer review consente al comitato organizzativo di selezionare i migliori contributi provenienti dai membri della comunità tecnico-scientifica che operano nell’intersezione tra cloud, edge e Internet of Things (IoT), promuovendo una comprensione più approfondita di come il computing continuum stia plasmando il futuro della valorizzazione dei dati.

Quest’anno, l’articolo scritto da Danish Abbas Syed, Walter Quadrini, Nima Rahmani Choubeh, Marta Pinzone e Sergio Gusmeroli del Manufacturing Group della POLIMI School of Management, è stato premiato come miglior lavoro scientifico. Il paper, dal titolo “Approaching interoperability and data-related processing issues in a human-centric industrial scenario”, è stato riconosciuto per la sua rilevanza e originalità dal comitato scientifico della conferenza.

Il lavoro, che ha come primo autore il collega ricercatore Danish Abbas Syed, si inserisce in una nuova visione antropocentrica che guiderà il futuro della produzione industriale.

In linea con HumanTech il progetto finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) per il periodo 2023-2027 nell’ambito dell’iniziativa “Dipartimenti di Eccellenza”, l’articolo esplora l’uso di reti mobili private e architetture software distribuite per risolvere problematiche legate alla latenza e alla gestione dei dati generati dagli operatori di processo. In particolare, il suo contenuto pone le basi per la realizzazione di una rete di calcolatori distribuiti tra i diversi livelli di un’architettura software per monitorare lo stato di affaticamento di un operatore addetto a delle mansioni di assemblaggio manuale.

Nella sua versione prototipale, realizzata presso il centro di sperimentazioni “MADE Competence Center”, lo stato di affaticamento dell’operatore è infatti costantemente monitorato e, all’aumentare della fatica dello stesso, una serie di operazioni ausiliarie vengono prese in carico da due robot collaborativi, rilevando i carichi di lavoro più impegnativi e consentendo quindi un recupero delle condizioni ottimale, prevenendo inoltre disturbi e infiammazioni dell’apparato muscolo-scheletrico.

La comunità tecnico-scientifica dell’Alliance for IoT and Edge Computing Innovation (AIOTI), promotrice dell’evento, ha inoltre manifestato il suo interesse verso le soluzioni proposte nell’articolo, così come ha condiviso la necessità, evidenziata dal paper, di opportuni framework conformi ai principi etici di trasparenza al centro dell’attuale dibattito a livello europeo.

Verso l’economia circolare: un approccio evolutivo per la riconfigurazione delle catene di approvvigionamento

La trasformazione delle catene di approvvigionamento è una sfida cruciale per le aziende che puntano a un modello economico più sostenibile. Un nuovo studio propone un framework strategico che aiuta le imprese a navigare questa transizione, mantenendo flessibilità e capacità di adattamento in un contesto industriale incerto.

 

La transizione verso l’economia circolare è un processo di cambiamento necessario, ma complesso da governare per molti settori industriali. Le aziende manifatturiere sono oggi chiamate a trasformare le loro catene di approvvigionamento e realizzare filiere sempre più circolari (Closed-Loop Supply Chains, CLSC) integrando processi di logistica inversa, recupero e riciclaggio. Questa trasformazione è una risposta alle necessità ambientali ed è anche una strategia per rimanere competitivi in un contesto di mercato in rapida evoluzione. Il settore automobilistico è certamente un epicentro di questo cambiamento radicale.

Nello studio, “Strategic closed-loop supply chain configuration in the transition towards the circular economy of EV batteries: an evolutionary analytical framework”, di Armaghan Chizaryfard, Yulia Lapko e Paolo Trucco, gli autori introducono un quadro innovativo che offre una visione d’insieme e un approccio evolutivo allo sviluppo delle catene di approvvigionamento circolari (CLSC). Il paper è stato premiato con l’Outstanding Paper Award ai 2024 Emerald Literati Awards nel International Journal of Logistics Management. Il riconoscimento evidenzia l’importanza di sviluppare ricerca interdisciplinare per supportare la transizione verso l’economia circolare. Esaminando le interazioni dinamiche tra tecnologia, design del prodotto, produzione e infrastrutture, il l’articolo fornisce chiare indicazioni su come governare il complesso percorso di transizione da tradizionali modelli industriali lineari a quelli circolari. Il tema è particolarmente rilevante per industrie come quella degli autoveicoli, dove la tecnologia e i mercati stanno cambiando rapidamente e con grandi incertezze sotto la spinta di una progressiva elettrificazione della mobilità. Per creare una filiera circolare per le batterie dei veicoli elettrici occorre infatti definire una strategia di sviluppo a lungo termine, che sappia orchestrare le evoluzioni, non necessariamente sincrone, delle tecnologie, del mercato e delle relazione tra i diversi attori della filiera.

 

Una visione evolutiva della configurazione della catena di approvvigionamento chiusa

Il framework proposto offre indicazioni di natura strategica e pratica per affrontare le incertezze e le sfide legate a una trasformazione così significativa.
I punti chiave sono:

  • Allineare la pianificazione a breve e lungo termine

Allineare le azioni immediate agli obiettivi di lungo termine è fondamentale nello sviluppo di una filiera circolare, specialmente in un contesto tecnologico e di mercato imprevedibile. Ad esempio, i produttori di veicoli elettrici devono sviluppare strategie che tengano conto dell’aumento graduale dei volumi di batterie a fine vita e delle traiettorie di innovazione delle tecnologie di riciclaggio al momento ancora poco mature. . Nella selezione dei fornitori, le imprese devono quindi orientarsi verso partner in grado di gestire la domanda attuale e di espandersi man mano che i volumi cresceranno e le tecnologie di riciclaggio matureranno. Questo allineamento strategico è indispensabile per garantire flessibilità e capacità di adattarsi ai cambiamenti del contesto industriale e di mercato.

  • Nel breve periodo flessibilità e adattamento della filiera sono più importanti della sua efficienza

La flessibilità è un elemento centrale del modello proposto. Le catene di approvvigionamento devono essere adattabili, capaci di evolvere insieme alle tecnologie e ai mercati. Le aziende possono sviluppare strategie di transizione che consentano cambiamenti graduali anziché ristrutturazioni improvvise. Adottando configurazioni di transizione, le imprese possono aumentare lentamente il loro coinvolgimento in processi come la rigenerazione o il riciclaggio senza impegnare risorse eccessive troppo presto. Questo approccio riduce il rischio di restare bloccati in strategie non ottimali e fornisce l’agilità per adeguarsi a nuove condizioni di mercato.

  • Promuovere collaborazione e co-sviluppo

Affrontare i cambiamenti tecnologici al di fuori delle competenze core di un’azienda pone un dilemma: un’azienda dovrebbe investire pesantemente per acquisire nuove conoscenze, collaborare con i fornitori o affidarsi completamente a partner esterni? Co-sviluppare tecnologie consente alle aziende di mantenere un certo controllo sull’innovazione, condividendo al contempo rischi e benefici. Questo equilibrio tra indipendenza e cooperazione aiuta le imprese a rimanere competitive in tempi incerti. Tuttavia, affidarsi troppo ai fornitori per tecnologie critiche può limitare la flessibilità. Le imprese industriali devono quindi considerare attentamente i loro obiettivi a lungo termine, per garantire che le loro catene di approvvigionamento rimangano resilienti e adattabili.

  • Gestire le dipendenze e i vincoli

Le decisioni prese nelle fasi iniziali iniziali di sviluppo di filiere circolari possono generare condizioni difficili da modificare nelle fasi successive, riducendo la capacità di realizzare modelli efficienti in regimi più stabili e con un mercato che ha già raggiunto grandi volumi.. Se un’azienda investe inizialmente  in una sola tecnologia o fornitore, potrebbe faticare a cambiare rotta nel momento in cui emergessero  nuove tecnologie e fornitori. Il framework proposto fornisce indicazioni per configurare filiere con un maggior grado di reversibilità e scalabilità degli investimenti che vincolano in modo minore scelte di configurazione future.

  •  Sfruttare le complementarietà

E’ frequente che diverse parti di una filiera industriale si rafforzino a vicenda. I miglioramenti conseguiti in un’area possono avere un impatto positivo sull’intero sistema industriale. Ad esempio, un miglior design delle batterie può rendere i processi di riciclaggio più efficienti e favorire una collaborazione più agevole con operatori attivi nel riciclaggio. Queste complementarità sono di cruciale importanza per governare la transizione verso di filiere circolari. Tuttavia, le aziende devono gestirle attentamente per evitare di generare nuove dipendenze o vincoli legati ad una specifica tecnologia o partner, il che potrebbe limitare opzioni future più efficienti ed efficaci.

 

Mettere in pratica il framework
Manager di diversi settori possono utilizzare questo framework per supportare decisioni strategiche e tattiche legate alo sviluppo di filiere circolari. Partendo dalla mappatura della loro attuale catena di approvvigionamento e dall’individuazione dei fattori tecnologici e di mercato a maggior grado di incertezza, il framework indirizza i manager verso i) la selezione di appropriati elementi di flessibilità e collaborazione; ii) lo sviluppo di strategie che consentano miglioramenti graduali, fissando obiettivi a breve termine senza perdere di vista quelli a lungo termine; iii) l’implementazione di sistemi per monitorare i cambiamenti tecnologici e di mercato in modo che la catena di approvvigionamento possa rispondere efficacemente. Questo approccio proattivo aiuta a evitare le insidie di dipendenze e vincoli nascosti, garantendo la necessaria  agilità. 

Uno sguardo al futuro
Il framework evolutivo proposto è uno strumento potente per affrontare la transizione da filiere lineari a circolari; ponendo l’accento sulla pianificazione a lungo termine, lo sviluppo di capacità adattive l’adozione di approcci collaborativi con nuovi attori di filiera, fornisce ai manager una guida pratica per configurare catene di approvvigionamento circolari, resilienti e adattabili.

L’evoluzione dei sistemi industriali verso modelli più sostenibili e circolari rappresenta nel medio periodo un elemento strategico di crescente rilevanza. Sarà quindi sempre più pressante per il top management aziendale disporre di criteri e strumenti che li guidino nella formulazione di coerenti strategie di supply chain.

 

Per leggere lo studio completo:

Chizaryfard A., Lapko Y., Trucco P., “Strategic closed-loop supply chain configuration in the transition towards the circular economy of EV batteries: an evolutionary analytical framework”,
The International Journal of Logistics Management, Vol. 34, No. 7, 2023, pp. 142-176

Alessandro Paravano insignito del “PMI Young Researcher Award 2024”

Durante il Global Summit 2024 del Project Management Institute a Los Angeles, il più importante evento dell’anno dedicato ai professionisti del Project Management con oltre 4.000 partecipanti, Alessandro Paravano ha ricevuto il prestigioso PMI Young Researcher Award.

 

Il PMI Young Researcher Award, un premio assegnato annualmente a livello mondiale sulla base di un rigoroso e competitivo processo di selezione, riconosce e celebra i leader emergenti nel campo accademico della gestione di progetti, programmi e/o portafogli, con risultati potenzialmente in grado di avere un impatto significativo sulla disciplina e sulla pratica del project management.

Il comitato del PMI ha riconosciuto che la ricerca di Alessandro Paravano, Post-Doc alla POLIMI School of Management del Politecnico di Milano, si distingue per il suo rigoroso contributo alla teoria e alla pratica del project management, ampiamente documentato in articoli sottoposti a peer review. La sua capacità di colmare il divario tra i progressi teorici e la loro applicazione pratica dimostra la sua eccezionale attitudine a contribuire sia alla conoscenza accademica che al successo dell’industria.

La ricerca, apporta contributi significativi ai campi della gestione dei progetti e della Space Economy, avanzando la comprensione del valore dei progetti complessi. Tradizionalmente, il valore dei progetti viene valutato a livello del singolo progetto, con un focus sui risultati a breve termine e sui ritorni economici diretti per gli stakeholder. L’autore ridefinisce ed estende la concettualizzazione del successo dei progetti, spostando l’attenzione verso le ecologie di progetto, che considerano l’interconnessione tra i progetti e il contesto più ampio in cui operano. Questo cambiamento permette una comprensione più completa delle trasformazioni socio-economiche a lungo termine che i progetti complessi, in particolare nel settore spaziale, possono catalizzare.

Lo studio estende la visione tradizionale di successo dei progetti, includendo forme di valore sia tangibili che intangibili. Ad esempio, vengono esaminati e dimostrati il valore dei progetti complessi spaziali nel rispondere a sfide globali come il cambiamento climatico, attraverso la tecnologia satellitare, o nell’avanzare la conoscenza umana studiando la vita in condizioni estreme sulle stazioni spaziali commerciali. La ricerca evidenzia come il valore generato da questi progetti vada ben oltre il loro impatto finanziario immediato, creando benefici sociali duraturi.

L’approccio dello studio si basa sulla Value Theory e sul Systems Architecting, che consente di analizzare la natura dinamica e multidimensionale del valore dei progetti. Sottolinea il ruolo critico delle relazioni tra gli attori all’interno delle ecologie di progetto, come stakeholder, utilizzatori finali e organizzazioni, e come queste relazioni plasmino il valore di un progetto nel tempo. Questa prospettiva sfida l’enfasi tradizionale del project management sui soli metriche di successo di progetto (tempo, costi, e qualità), promuovendo una visione sinottica che include il potenziale trasformativo dei progetti a livello industriale o sociale.

La ricerca inoltre contribuisce alla comprensione approfondita della Space Economy, un ambito in rapida crescita guidato dall’innovazione tecnologica, dalla commercializzazione e dall’emergere di nuovi stakeholder. Questo lavoro colma così il divario tra la ricerca teorica e l’applicazione pratica, offrendo a politici e leader del settore nuovi strumenti per valutare e sfruttare meglio il valore dei progetti spaziali complessi.

 

Per maggiori dettagli: https://www.pmi.org/about/awards/research-academic

 

APM Conference 2024: Tristano Sainati e Giorgio Locatelli vincono il premio “Research Paper of the Year”

Durante la Conferenza APM 2024, intitolata “Navigating Tomorrow: Future Skills for Project Professionals”, svoltasi il 5 e 6 giugno 2024, sono stati annunciati i vincitori degli Education and Research Awards.

 

L’Associazione per il Project Management (APM) è un’organizzazione dedicata alla promozione della scienza, della teoria e della pratica della gestione di progetti e programmi, con l’obiettivo di fornire benefici al pubblico attraverso l’istruzione, le qualifiche e la conduzione di ricerche nel campo della gestione dei progetti.

La conferenza annuale APM, “Navigating Tomorrow”, ha rappresentato un’importante occasione per i partecipanti di approfondire il tema dello Skills Gap, confrontarsi sulla continua evoluzione della professione e comprendere il profondo impatto che essa sta avendo a livello globale.

Nel corso dell’evento, sono stati riconosciuti i contributi accademici eccezionali nel campo della gestione dei progetti, annunciando Tristano Sainati e Giorgio Locatelli della School of Management del Politecnico di Milano vincitori del premio “Research Paper of the Year”.

Il loro articolo di ricerca, intitolato “Digging in the megaproject’s graveyard: Why do megaprojects die, and how to check their health?”, è stato premiato per l’esame approfondito della conclusione dei megaprogetti infrastrutturali durante la fase di consegna.

La ricerca ha analizzato 30 megaprogetti terminati durante la fase di consegna, introducendo una nuova teoria, “The Reverse Escalation of Commitment”, che chiarisce le ragioni dietro l’abbandono dei megaprogetti e le circostanze che portano a tali decisioni, fornendo una lista di controllo pratica per valutare lo stato di salute dei megaprogetti infrastrutturali.

Questo riconoscimento sottolinea l’importanza del lavoro svolto da Sainati e Locatelli nel contribuire alla comprensione e al miglioramento della gestione dei megaprogetti, fornendo strumenti utili per il futuro della professione.

 

Per maggiori dettagli sull’articolo: https://www.apm.org.uk/apm-conference/er-awards/research-paper-of-the-year/

Il team del Politecnico di Milano trionfa con il suo progetto all’Investor Day della Enactus National Competition

Grazie al potenziale del progetto e al suo approccio innovativo, il Team del Politecnico di Milano ha ricevuto un riconoscimento che favorirà lo sviluppo futuro della startup.

 

La National Competition (NC) tenutasi il 16 e 17 maggio 2024, rappresenta l’evento più importante di Enactus, dove team universitari provenienti dai principali atenei italiani con i propri progetti di startup si contendono la vittoria per ottenere il titolo di Champion.

Quest’anno per la prima volta nella storia di Enactus Italia, è stata ospitato l’Investor Day, una sessione dedicata ai progetti Enactus decisi a sbarcare sul mercato nel breve-medio termine.

Per questo evento, Enactus Italia e Wda – una società di venture building con esperienza nell’accelerazione d’impresa – hanno selezionato 5 startup d’impatto che hanno presentato le loro visioni imprenditoriali a un gruppo di giudici e investitori.

Enactus, fondata nel 1975 negli Stati Uniti, è una rete internazionale attiva in 33 paesi. Il suo obiettivo è formare leader che utilizzino il business come strumento per il cambiamento, generando un impatto positivo sulla società e sull’ambiente e sostenendo progetti di utilità sociale.
L’organizzazione offre l’opportunità di mostrare, valutare e celebrare gli sforzi dei team all’interno di una rete globale, creando connessioni virtuose con persone affini, professionisti del settore e potenziali collaboratori.

Tra le cinque squadre selezionate per la presentazione dei progetti, il Team del Politecnico di Milano ha conquistato il premio assegnato da Impatta4Equity durante l’Investor Day con il progetto Oyster2Life.

Questo progetto, coordinato da Alessia Boscarato, Giacomo Pistore, Isabelle Martin e Alice Bertozzi, ha sviluppato una nuova tecnica per il trattamento dei rifiuti delle ostriche, trasformandoli in risorse attraverso un modello di business circolare per i gusci ottenendo un premio in denaro volto al futuro sviluppo della startup.

L’approccio innovativo del progetto, che affronta le sfide ambientali, ha dimostrato il potenziale delle pratiche sostenibili in settori inaspettati, meritando il riconoscimento ottenendo così un premio in denaro volto al futuro sviluppo della startup.

Nel 2023, Oyster2Life aveva già vinto la Enactus National Competition a Trento, ottenendo l’opportunità di rappresentare l’Italia alla Enactus World Cup. In quell’occasione, il team si era distinto come il primo team italiano nella storia di Enactus Italia a raggiungere le semifinali mondiali.

Il progetto fa parte dell’iniziativa Smart Manufacturing Innovation, Learning-labs, and Entrepreneurship (SMILE), di cui il Dipartimento di Ingegneria Gestionale è partner.

SMILE mira a costruire un ecosistema innovativo e imprenditoriale a livello europeo, fornendo soluzioni di alto livello alle sfide globali della produzione intelligente. L’obiettivo è promuovere un cambiamento istituzionale sistemico, il trasferimento di conoscenze, lo sviluppo delle competenze e l’adozione del concetto di imprenditorialità aperta a livello istituzionale.

Il Piano d’Azione per la Visione dell’Innovazione (IVAP) prevede un approccio sistemico con nuove azioni interconnesse per il successo del progetto. I partecipanti apprendono reciprocamente, identificando le conoscenze cruciali da condividere per aumentare la capacità imprenditoriale e innovativa complessiva della rete.

 

Per maggiori dettagli relativi al progetto Oyster2Life: https://it.linkedin.com/company/oyster2life