Muspell, il sistema di stoccaggio dell’energia di nuova generazione

Finanziamento UE di 3,5 milioni per una soluzione innovativa di gestione dell’energia e un futuro più sostenibile

 

Il consorzio composto da Swisspod Technologies, EURAC Research, Fraunhofer Institute for Solar Energy Systems, il National Institute of Chemistry (Slovenia), il Politecnico di Milano e l’Universitat Politècnica de Catalunya ha ricevuto un finanziamento Pathfinder di 3,5 milioni di euro dal Consiglio europeo per l’innovazione (EIC): 3,1 milioni di euro della Commissione europea, integrati da un ulteriore contributo di 400.000 euro della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione della Confederazione Svizzera (SEFRI).

Il finanziamento guiderà lo sviluppo del progetto Muspell, un nuovo sistema di accumulo di energia termica (TESS) all’avanguardia, importante componente di un sistema energetico sostenibile e affidabile. Il progetto è iniziato nell’ottobre 2023 e avrà una durata di 4 anni.

Muspell mira a introdurre sul mercato un TESS più efficiente a medio-lungo termine, superando i limiti degli attuali sistemi. Adottando un approccio innovativo basato sulla ricerca sui materiali, il consorzio si propone di progettare un sistema compatto, altamente flessibile e modulare che offra una maggiore densità energetica e una perfetta integrazione delle capacità delle pompe di calore. Il nuovo TESS aprirà la strada a nuove applicazioni in tutte le industrie ad alta intensità energetica, dalla produzione, al tessile, alla trasformazione alimentare e ai materiali da costruzione, ai trasporti, all’energia e ai servizi ambientali.

Un TESS consente lo stoccaggio e l’utilizzo efficiente dell’energia termica, fornendo flessibilità, gestione dell’energia, risparmi di denaro, nonché benefici ambientali in quanto può integrare fonti di energia rinnovabili. Il funzionamento di questo sistema comporta la ricezione di input di energia termica da varie fonti come rifiuti e calore in eccesso, collettori solari termici, elettricità e immagazzinarlo in un mezzo adatto, come un materiale termochimico o a cambiamento di fase. Quando serve l’energia immagazzinata, il TESS la trasferisce all’applicazione desiderata al livello di temperatura richiesto.

Questo progetto innovativo si pone in linea con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, facilitando l’accesso all’energia pulita e mitigando contemporaneamente l’impronta di carbonio associata a vari settori. Ponendo l’accento sullo sviluppo e l’ottimizzazione dei materiali, nonché sull’innovazione a livello di sistema, il progetto si impegna a raggiungere prestazioni elevate riducendo al minimo l’impatto ambientale nella massima misura possibile.

Il nuovo TESS fungerà anche da batteria termica all’avanguardia, consentendo l’acquisizione, lo stoccaggio e l’utilizzo efficienti del calore di scarto generato durante i processi industriali. Pertanto, il sistema non solo riduce lo spreco di energia, ma mitiga anche l’impatto ambientale associato alle emissioni di gas serra.

Il Politecnico di Milano sfrutta la sua esperienza nell’innovazione e nella gestione della tecnologia per dare priorità all’efficienza energetica, alla valutazione tecnologica e alle soluzioni rinnovabili per il settore industriale. In collaborazione con Swisspod e EURAC Research,  condurremo interviste e raccoglieremo approfondimenti di mercato sugli scenari applicativi di TESS, analizzando al contempo la sua integrazione in un ecosistema più ampio.

Polimi ritiene estremamente importante effettuare un’analisi dei potenziali mercati della tecnologia che il Consorzio si accinge a sviluppare. L’attività mira ad analizzare l’idoneità tecnologica ed economica del TESS in diversi settori applicativi nonché a valutarne gli impatti ambientali ed economici.

ha spiegato Simone Franzò, Professore Associato della School of Management del Politecnico di Milano.

RITESSERE: gli scarti della seta rinascono in nuovi materiali

Recuperare la sericina per produrre materiali ad alto valore tecnologico, in un’ottica di economia circolare. 

 

Ha preso il via il progetto RITESSERE (Silk Sericin materials from textile industry by-products), che si propone di utilizzare il prodotto di scarto dal trattamento della seta grezza, la sericina, per la produzione di nuovi materiali e dispositivi in ambito delle scienze della vita.

RITESSERE valuterà nuove tecnologie che, partendo dalla sericina ottenuta da materia prima di origine italiana con certificazione di tracciabilità (il bozzolo o la seta grezza), porteranno ad ottenere sia matrici bidimensionali elettrofilate composte solamente da sericina, sia nuovi materiali a base di sericina specificamente modificata. Tali prodotti saranno caratterizzati dal punto di vista chimico-fisico e morfologico, e verrà analizzato l’impatto della loro introduzione nel mercato dell’industria tessile e in altri settori dall’alto valore tecnologico.

In particolare, verranno dimostrati i vantaggi dell’approccio circolare attraverso tre azioni dimostrative:

  • maschere facciali a base di sericina per l’industria cosmetica
  • scaffold tridimensionali di sericina per colture cellulari
  • film a base di sericina modificata per l’industria del packaging.

RITESSERE vuole dimostrare come la sericina possa essere recuperata in modo sistematico e utilizzata per produrre materiali ad alto valore tecnologico. Partendo da seta di origine italiana, RITESSERE definirà e ottimizzerà un processo tecnologico volto a dare nobiltà a questo prodotto di scarto, proponendo un nuovo metodo sostenibile e circolare per il ciclo di produzione della seta.

I risultati del progetto saranno veicolati e messi a disposizione anche mediante una continua interazione con l’Advisory Board, composto da attori con un ruolo propulsivo in ambito dell’industria serica, nella definizione di nuove pratiche di economia circolare e nel coinvolgimento della società civile (Associazione Costruttori Italiani di Macchinario per l’Industria Tessile, Donne in Campo, Ufficio Italiano Seta, MADE-Competence Center Industria 4.0, Rigano Laboratories, Associazione per il Museo della Seta di Como).

Il progetto triennale RITESSERE è un progetto finanziato da Fondazione Cariplo con il programma Economia Circolare – Promuovere ricerca per un futuro sostenibile, ed è condotto dai professori Paolo Rosa e Sergio Terzi del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e dal professor Simone Vesentini del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano.

Il Dipartimento di Ingegneria Gestionale si occuperà delle analisi economiche del mercato della sericina, del settore serico e delle attuali strategie circolari adottate nel settore tessile.

Partner del progetto, coordinato dal nostro ateneo, sono Università degli studi di Milano Bicocca e Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria.

Si conclude Green SUIte: il progetto a sostegno della sostenibilità che ha coinvolto oltre 60 team di 5 aziende

Agos, Gruppo Enercom, Sparkasse, Gruppo Tea, la School of Management del Politecnico di Milano, animati dall’Osservatorio Startup Intelligence, hanno promosso comportamenti sostenibili virtuosi, fuori e dentro l’azienda.

 

Si è conclusa con successo Green SUIte, l’iniziativa a salvaguardia dell’ambiente con cui i dipendenti di Agos, Gruppo Enercom, Sparkasse, Gruppo Tea e la School of Management del Politecnico di Milano hanno attivato comportamenti virtuosi in chiave sostenibile, con il coinvolgimento di Up2You, la start up innovativa certificata B Corp che sviluppa soluzioni personalizzate per accompagnare le imprese verso la carbon neutrality.

Il progetto, nato da un’idea di Agos e Up2You nel corso di uno dei tavoli di lavoro dell’ottava edizione dell’Osservatorio Startup Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano, ha visto l’adesione di oltre 600 utenti che, negli ultimi mesi, sono stati impegnati in task giornalieri volti ad accrescere la consapevolezza e l’effettiva tutela ambientale. Delle oltre 19mila missioni totali, le cui tematiche preferite sono state la riduzione di spreco alimentare e di consumo di plastica e energia, il 96% è stata conclusa con successo, per una media di circa 32 azioni per ogni iscritto. Grazie all’ampia adesione, è conseguito un risparmio di circa 40mila kg di CO2, la nascita di 100 nuovi alberi e la neutralizzazione di 50mila kg di CO2.

Il 3 maggio, alla presenza dei rappresentanti delle società coinvolte nel contest, si è svolta presso il Politecnico di Milano la cerimonia di premiazione, che ha visto la partecipazione di circa 60 dipendenti presenti all’evento ed altri 100 collegati da remoto. In linea con la vocazione green dell’iniziativa, tutti i premi riservati ai vincitori sono stati all’insegna della sostenibilità: dai riconoscimenti individuali come l’annualità Carbon Neutral, in grado di neutralizzare le emissioni di viaggio e consumo di cibo con progetti certificati volti a preservare gli ecosistemi, sino ai riconoscimenti di squadra come le videochiamate a emissioni zero con colleghi e clienti e i codici promo con cui incentivare la forestazione in Italia o nel mondo.

Green SUIte ha così ulteriormente potenziato la già forte collaborazione tra le grandi imprese italiane e le start up, a beneficio dell’intero ecosistema innovativo italiano, e ha favorito l’Open Innovation nel tessuto economico nazionale, dimostrando che la collaborazione porta a benefici concreti e diffusi.

 

P.E.A.S: la app per conoscere l’impatto ambientale della moda

Un sistema intelligente che integra tracciabilità sociale e ambientale dei capi d’abbigliamento con la gamification: P.E.A.S – Product Environmental Accountability System è un innovativo progetto realizzato grazie al supporto di Regione Lombardia dalla School of Management del Politecnico di Milano, dalle aziende MOOD, 1TrueID e WWG, in collaborazione con WRÅD

 

Nuova frontiera nel campo della comunicazione per la sostenibilità del settore moda e abbigliamento, la tecnologia P.E.A.S. non solo rende facilmente visibili per tutti informazioni sull’origine e impatto dei nostri vestiti ma, grazie ad un algoritmo, è anche in grado di comunicarci di quanto l’iniziale costo ambientale di quello che indossiamo viene ammortizzato nel tempo grazie al nostro amore ed utilizzo – incentivandone quindi, con un gioco, un uso duraturo nel tempo.

Ogni secondo l’equivalente di un camion carico di vestiti viene bruciato o gettato in discarica. I problemi sociali ed ambientali causati dall’industria della moda derivano dal fatto che noi tutti siamo stati indotti a disconnetterci emotivamente dai capi che compriamo” afferma Matteo Ward, CEO di WRÅD ed ideatore iniziale di P.E.A.S. “Tutti da anni ci ricordiamo dell’importanza di amare i nostri vestiti e di viverli a lungo per avere un impatto positivo sull’ambiente ma poco, o nulla, è cambiato – anzi! Da questa necessità l’idea di creare P.E.A.S., un gioco intelligente per contrastare in modo innovativo la sovrapproduzione e il sovraconsumo di vestiti”.

La tecnologia P.E.A.S offre ai clienti la possibilità di connettersi con i propri vestiti attraverso lo smartphone, di interagire con loro e di monitorare in tempo reale quanto il nostro modo di viverli può avere un concreto impatto positivo sul loro costo ambientale. Per far questo P.E.A.S. lavora ed elabora dati scientifici ottenuti, per questo primo progetto pilota, grazie ad un Life Cycle Assessment, seguito dalla società Process Factory, che ha calcolato l’impatto ambientale di tutti i passaggi produttivi necessari a trasformare un fiocco di cotone in una felpa. Un’analisi della catena produttiva, tracciata in una blockchain a ridotto consumo energetico, che ha restituito quindi una fotografia del costo ambientale del prodotto rispetto a 13 aree d’impatto diverse, dal cambiamento climatico al consumo idrico, che P.E.A.S. usa ed elabora per aiutarci a comprendere il reale valore della felpa e per ispirarci a viverla a lungo.

Ad ogni interazione con i propri utenti P.E.A.S. riconosce infatti da quanto tempo la felpa è stata utilizzata, restituisce aggiornamenti rispetto alla relativa diluizione del suo costo ambientale, premia comportamenti virtuosi legati al suo utilizzo e ricompensa, in primis, la scelta radicalmente rivoluzionaria di non averla abbandonata. In media, nel mondo, un capo di abbigliamento viene gettato dopo solo 7 utilizzi. Un consumo eccessivo, incompatibile con qualunque strategia di sviluppo sostenibile contemporanea, che deve essere contrastato.

E’ questo l’obiettivo comune che ha motivato questa partnership unica tra la School of Management del Politecnico di Milano, le aziende Mood, 1TrueID e WWG e WRÅD, uniti nella loro diversità di competenze e funzioni dalla volontà di portare la relazione tra persone e vestiti ad un nuovo livello di connessione, per il bene della società e del pianeta.

Dai risultati della nostra ricerca scientifica sulle cause della non sostenibilità del sistema moda e lusso emerge come sia impossibile raggiungere gli obiettivi di sostenibilità di lungo termine senza il contributo attivo di tutti gli attori coinvolti. Pensare che la responsabilità del cambiamento sia in capo ad un determinato soggetto della filiera moda è sbagliato e potenzialmente anche controproducente. Con P.E.A.S. per la prima volta abbiamo fatto il tentativo di mettere assieme tutti gli attori, dai brand di moda ai fornitori a monte lungo la filiera, fino al cliente finale. Solo con un atteggiamento responsabile e collaborativo sarà possibile un cambio di passo per ottenere risultati ambiziosi in tempi brevi” (Alessandro Brun, Professore Ordinario di Quality Management e Supply Management, School of Management del Politecnico di Milano).

P.E.A.S. è una tecnologia che si rivolge sia alle aziende, con design e applicazioni personalizzabili, che, in futuro, al pubblico finale. “La si può definire innovazione solo quando è sostenibile e impatta positivamente sulle persone, sulla comunità e sul nostro ambiente” (Mohamed Deramchi, CEO e founder di WWG).

Il progetto è stato supportato da Regione Lombardia con il bando Fashiontech, misura che sostiene i progetti di ricerca e sviluppo finalizzati all’innovazione del settore “Tessile, moda e accessorio”, secondo il principio della sostenibilità, dal punto di vista ambientale, economico e sociale.

 

Parte Green SUIte: la sfida per la sostenibilità che impegna 60 squadre aziendali

Agos, Gruppo Enercom, Sparkasse, Gruppo Tea, la School of Management del Politecnico di Milano, animati dall’Osservatorio Startup Intelligence, promuovono e premiano i comportamenti virtuosi fuori e dentro l’azienda in collaborazione con la startup Up2You.  

 

Parte Green SUIte, la sfida per l’ambiente che coinvolge i dipendenti di Agos, Gruppo Enercom, Sparkasse, Gruppo Tea e la School of Management del Politecnico di Milano, in un percorso volto a sensibilizzare, educare e attivare comportamenti virtuosi sulla sostenibilità, con il coinvolgimento di Up2You, start up innovativa e azienda certificata B Corp, che promuove lo sviluppo sostenibile.

Il progetto è nato da un’idea di Agos e Up2You in uno dei tavoli di lavoro della settima edizione dell’Osservatorio Startup Intelligence, uno dei 46 Osservatori della School of Management del Politecnico di Milano, rivolto allo sviluppo dell’open innovation e alla contaminazione con le startup. Green SUIte ha l’obiettivo di valorizzare le tematiche legate alla sostenibilità, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e gli ESG, coinvolgendo attivamente e in modo divertente i dipendenti delle società partecipanti. La reazione è stata molto positiva e circa 600 dei 5.000 dipendenti totali hanno risposto organizzandosi in 60 agguerriti team.

Con Green SUite le squadre saranno impegnate per 12 settimane in quiz e missioni da superare, volte a sviluppare cultura e consapevolezza sulla sostenibilità, fuori dal paradigma per cui essere sostenibili possa essere faticoso o noioso. Ingaggiando i partecipanti in piccole azioni quotidiane, come la cucina creativa per ridurre lo spreco alimentare, la ricerca e l’acquisto di prodotti sfusi, a km zero, di stagione, o la mobilità condivisa, oppure un utilizzo più virtuoso delle tecnologie, si sviluppa in tutti i partecipanti una maggiore consapevolezza circa l’impatto ambientale di ogni singola azione, per essere più eco-sostenibili dentro e fuori dall’azienda, e si rilegge la quotidianità in un’ottica nuova. E’ un esempio la missione “Passa al lato oscuro!”, in cui i partecipanti saranno esortati a usare la modalità scura su pc e telefono. “Il nero si sa, è chic! Ma oltre a essere cool (e farti sentire più cool), la dark mode riduce il consumo di energia e quindi, le emissioni di CO2”. Difficile a questo punto non seguire il suggerimento ricevuto su Green SUite!

Green SUIte si configura come una piattaforma digitale innovativa multi azienda basata sullo spirito di squadra e il coinvolgimento di team aziendali in azioni sostenibili, alla cui base c’è il prodotto Play di Up2You, unica azienda in Europa che, oltre a essere autorizzata a gestire Crediti di Carbonio certificati VERRA e Gold Standard, lo fa utilizzando la Blockchain.

Questo progetto è diventato ben presto un virtuoso caso di Open Innovation, approccio che, complice anche la situazione pandemica, sta dimostrando alle imprese sempre più l’importanza dell’ecosistema esterno per l’innovazione e dando prova che spesso la collaborazione è lo strumento chiave per dare alla luce soluzioni in grado di portare effettivo cambiamento e impatto in azienda e nella società.

I dati delle Ricerca 2021 dell’Osservatorio Startup Intelligence parlano chiaro: più di un terzo delle grandi imprese italiane già collabora con le startup, registrando trend positivi rispetto agli anni passati. Un dato veramente confortante per l’intero ecosistema innovativo italiano che rivela un cambio di paradigma in atto e la crescita in dimensione e in casi di successo – afferma Alessandra Luksch, Direttore dell’Osservatorio Startup Intelligence. Il progetto Green SUIte, è stato reso possibile dalle attività sviluppate dall’Osservatorio Startup Intelligence per favorire l’open innovation nelle imprese e grazie alla vivace community di aziende partner che lo caratterizza. L’iniziativa è davvero la dimostrazione che nessuno innova da solo e che la collaborazione porta velocemente risultati concreti e benefici diffusi.”

Gli Hub di quartiere contro lo spreco alimentare hanno vinto l’Earthshot Prize

Il premio è dedicato alle azioni per proteggere l’ambiente e il progetto di Milano contro lo spreco alimentare ha vinto un milione di sterline e il supporto della Royal Foundation per i prossimi anni

 

Milano, 18 ottobre 2021 – Nella notte di domenica 17 ottobre 2021 il Principe William ha annunciato che la Città di Milano, con il progetto della Food policy degli Hub di quartiere contro lo spreco alimentare, è vincitrice della prima edizione del prestigioso premio internazionale Earthshot Prize sulle migliori soluzioni per proteggere l’ambiente.

Un mese fa era arrivato l’annuncio di essere tra i 15 finalisti nella sezione “un mondo senza sprechi” e ieri in collegamento su BBC e Discovery Channel il Principe William ha svelato i vincitori, dopo la valutazione di un comitato di esperti internazionale che ha scelto Milano tra 750 iniziative candidate da tutto il mondo.

Insieme a Milano nelle altre quattro categorie del premio sono risultati vincitori: dalla Repubblica della Costa Rica per la protezione delle foreste, dall’India per la riduzione delle emissioni dei fumi in aria, da Berlino per lo sviluppo di tecnologie ad idrogeno per la produzione energetica e dalle Bahamas per la difesa delle barriere coralline.

A Milano la BBC ha preparato un collegamento con Londra da una terrazza con vista Duomo, al quale ha preso parte la Vicesindaco Anna Scavuzzo, con rappresentanti di tutti i partner che rendono vivo questo progetto.

Il premio di un milione di sterline verrà utilizzato per potenziare sempre più questi Hub, aprirne di nuovi, garantendone la sostenibilità sul lungo periodo e replicare questa virtuosa buona pratica nella rete delle città che lavorano con Milano sulle food policy, partendo dalla rete delle città di C40 e del Milan Urban Food Policy Pact.

Vincere l’Earthshot prize è il riconoscimento di un grande lavoro di squadra che ha coinvolto l’intera città: grazie al Comune e a tante realtà del Terzo settore, delle università, della Grande Distribuzione e della filantropia operative sul territorio, oggi Milano ha 3 Hub di quartiere a Isola (2019), Lambrate (2020) e al Gallaratese (2021).

Il progetto è nato nel 2017 da un’alleanza  tra Comune di Milano, Politecnico di Milano con il gruppo di ricerca del Dipartimento di Ingegneria Gestionale Food Sustainability Lab di cui fa parte l’Osservatorio Food Sustainability, Assolombarda, Fondazione Cariplo e il Programma QuBì.
La realizzazione del primo Hub ha poi coinvolto Banco alimentare della Lombardia e ha permesso di salvare oltre 10 tonnellate di cibo al mese, assicurando in un anno un flusso di 260.000 pasti equivalenti, che hanno raggiunto 3.800 persone, grazie al contributo di 20 supermercati, 4 mense aziendali e 24 enti del Terzo settore.

In particolare, il ruolo dell’Osservatorio Food Sustainability, è stato quello di elaborare lo studio di fattibilità della rete e di monitorare l’operatività degli hub e gli impatti generati dal progetto, che ha permesso di costruire un modello logistico estendibile e replicabile in altri quartieri della città.

A seguire, è stato infatti avviato l’Hub di Lambrate, subito dopo il primo lockdown nella primavera 2020, gestito sempre da Banco alimentare della Lombardia in uno spazio messo a disposizione da AVIS Milano e con il contributo di BCC Milano. Il terzo Hub, al Gallaratese, è gestito da Terre des Hommes con il contributo di Fondazione Milan.

Il prossimo, in fase di progettazione, sarà l’Hub di quartiere di Corvetto, con la gestione del Banco Alimentare della Lombardia e il contributo della Fondazione SNAM; mentre per aprirne un quinto il Comune di Milano ha recentemente avviato il tavolo di coprogettazione per l’Hub del Centro con l’Associazione IBVA e con il contributo di BCC Milano.

 

Il team del Dipartimento di Ingegneria Gestionale:
Alessandro Perego, Marco Melacini, Giulia Bartezzaghi, Annalaura Silvestro e Andrea Rizzuni del gruppo di ricerca Food Sustainability.

 

Partner coinvolti:
Il progetto coinvolge importanti insegne della grande distribuzione tra cui Lidl Italia, Esselunga, Carrefour, NaturaSi, Erbert, Coop Lombardia, Il Gigante, Bennet, Penny Market con il supporto di Number1 Logistics Group che ha fornito i furgoni per gli Hub di Isola e Lambrate. Sono state coinvolte inoltre le mense di Pirelli, Siemens, Deutsche Bank e Maire Tecnimont coordinate dal Gruppo Pellegrini per l’Hub Isola.
Con Fondazione Cariplo e SogeMi il Comune di Milano ha inoltre lanciato l’iniziativa Foody zero sprechi per replicare il modello degli hub anche all’Ortomercato e recuperare il cibo fresco insieme a Banco alimentare della Lombardia, Recup, Croce rossa sud milanese, Università degli studi di Milano e molti altri partner in supporto..

 

Gli Hub di Quartiere contro lo spreco alimentare tra i finalisti dell’Earthshot Prize

Il premio è dedicato alle azioni per proteggere l’ambiente e il progetto di Milano contro lo spreco alimentare è tra i 3 finalisti della sezione “Un mondo senza sprechi”

 

Il 17 settembre scorso il Principe William ha annunciato che la Città di Milano con il progetto degli Hub di quartiere contro lo spreco alimentare, parte della Milano Food Policy, è tra i 15 finalisti della prima edizione dell’Earthshot prize, prestigioso premio internazionale sulle migliori soluzioni innovative per proteggere l’ambiente.

In particolare, Milano si contenderà il premio dedicato alla sezione “Build a Waste Free World” (Un mondo senza sprechi) con altri due progetti: uno di conversione di rifiuti in prodotti sicuri per l’agricoltura (Kenya) e uno che riguarda un impianto di trattamento che trasforma il 98% delle acque reflue in acqua pulita (Giappone). Il progetto degli Hub di quartiere, selezionato tra 750 iniziative candidate da tutto il mondo, propone un modello innovativo di distribuzione di eccedenze e aiuti alimentari per le persone vulnerabili, facendo leva su reti di collaborazione locali. Il progetto permette quindi di ridurre lo spreco di cibo e il suo impatto negativo sull’ambiente, recuperando e distribuendo cibo a chi ha più bisogno nella città.

Essere arrivati alla finale dell’Earthshot prize è il riconoscimento di un grande lavoro di squadra che ha coinvolto l’intera città: grazie al Comune e a tante realtà private e del Terzo settore operative sul territorio, oggi Milano ha 3 Hub di quartiere a Isola (2019), Lambrate (2020) e al Gallaratese (2021).

Il progetto è nato da un protocollo d’intesa siglato nel 2016 tra Comune di Milano, Politecnico di Milano e Assolombarda, in stretta sinergia con il Programma QuBì coordinato da Fondazione Cariplo.

In particolare, il ruolo della School of Management del Politecnico di Milano, attraverso il gruppo di ricerca dell’Osservatorio Food Sustainability, è stato quello di elaborare lo studio di fattibilità della rete e di monitorare l’operatività degli hub e gli impatti generati dal progetto, che ha permesso di costruire un modello logistico estendibile e replicabile in altri quartieri della città.

Ad oggi sono stati coinvolti nel progetto diversi attori privati e la rete è in continua espansione: Banca di Credito Cooperativo di Milano e Fondazione Milan che, insieme a Fondazione Cariplo, hanno finanziato i tre hub attivi, le aziende della rete Assolombarda, tra cui Pellegrini, Siemens, Pirelli, Deutsche Bank, Maire Tecnimont, Samsung e Armando Testa, che partecipano con donazioni di cibo e sponsorizzazioni, l’operatore logistico Number1, che ha messo a disposizione i furgoni refrigerati, e importanti insegne della grande distribuzione organizzata, in qualità di donatori di cibo, tra cui Lidl Italia, Esselunga, Carrefour, NaturaSi, Erbert, Coop Lombardia, Il Gigante, Bennet e Penny market.
Una cordata di associazioni del Terzo Settore dà un contributo fondamentale al funzionamento e alla replicabilità del sistema degli hub: Banco Alimentare della Lombardia, che gestisce gli hub di Isola e Lambrate, Terre des Hommes, gestore dell’hub nel Gallaratese, insieme a Croce Rossa Italiana – Comitato Milano, IBVA – Solidando, Mitades, STAG, Mamme a Scuola, Global Thinking Foundation e Rimaflow – Fuori Mercato.

Con Fondazione Cariplo e SogeMi il Comune di Milano ha inoltre lanciato l’iniziativa Foody Zero Sprechi per recuperare il cibo fresco rimasto invenduto dall’Ortomercato insieme a Banco alimentare della Lombardia, Recup, Croce Rossa, Università degli Studi di Milano e molti altri partner in supporto.

Per saperne di più:
Comunicato Food Policy
Annuncio finalisti

 

SOM per gli SDGs: premi di laurea per tesi con impatti connessi ai Sustainable Development Goals

E’ aperto il bando per 2 premi di laurea: SOM per gli SDGs: Tesi con impatti connessi ai Sustainable Development Goals.

La School of Management del Politecnico di Milano promuove i principi di una gestione responsabile e sostenibile in tutti i suoi programmi e sostiene attività di apprendimento e ricerca coerenti con i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile/ Sustainable Development Goals (SDG) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite (https://unric.org/it/agenda-2030).

I premi di laurea, del valore di € 1.000,00 ciascuno, sono destinati a laureati/e al corso di Laurea Magistrale o Laurea Specialistica o V.O in Ingegneria Gestionale che abbiano conseguito il relativo titolo nel periodo novembre 2020 – ottobre 2021.

I lavori (tesi o tesine) dovranno dimostrare di avere ricadute su uno o più SDGs (es. sviluppo di ricerche in ambito di progetti, prodotti o servizi alla persona per la promozione della salute e del benessere, parità di genere, sicurezza, protezione dell’ambiente, conservazione del patrimonio culturale, miglioramento delle condizioni di vita delle fasce deboli).

Per maggiori informazioni, si prega di consultare il bando disponibile alla pagina: https://www.som.polimi.it/albo-e-bandi/

 

 

Premio di Laurea 2021: Save The Duck e la School of Management del Politecnico di Milano premiano la tesi più sostenibile

Save The Duck, il primo marchio di piumini 100% animal free, ha consegnato oggi nella sua seconda edizione il premio di laurea alla migliore tesi sul tema della sostenibilità nel settore fashion, dedicato agli studenti del Politecnico di Milano

 

Save The Duck, il primo marchio di piumini 100% animal free, in collaborazione con la Sustainable Luxury Academy della School of Management del Politecnico di Milano, ha consegnato oggi il premio di laurea dall’importo di 5.000 euro alla migliore tesi di uno studente o studentessa del Politecnico di Milano che abbia affrontato il tema della sostenibilità nel settore fashion. Ad aggiudicarsi il riconoscimento è stata Eleonora Coira con la tesi “Progettare la circolarità – Strategie progettuali per l’integrazione di modelli di circular economy nel sistema moda”: “un lavoro completo e approfondito – si legge nella motivazione – con diverse idee innovative per aumentare la sostenibilità e aiutare l’evoluzione nel settore moda verso un modello di economia circolare”.

Al premio hanno potuto candidarsi tutti coloro che hanno conseguito il titolo di laurea magistrale al Politecnico di Milano nel periodo aprile 2020 – aprile 2021, in tutti i corsi di studio, e con una votazione non inferiore a 100/110. La vincitrice si è focalizzata sui modelli di business e le scelte progettuali per migliorare l’impatto ecologico di un brand e dei suoi prodotti. Il progetto è incentrato in particolare su come sia possibile integrare nei processi di sviluppo di una collezione i principi di sostenibilità che tengono conto delle 3 P: Profit, Planet, People, individuando le strategie progettuali circolari a oggi percorribili e verificando nuovi approcci alla progettazione sostenibile.

Il riconoscimento è stato consegnato con una cerimonia digitale dalla giuria che ha valutato le tesi, insieme ad Alessandro Brun, direttore del Master in Global Luxury Management e department chief della Sustainable Luxury Academy della School of Management del Politecnico di Milano.

L’obiettivo del progetto promosso da Save The Duck è investire sul futuro delle giovani generazioni e sensibilizzarle ulteriormente su un tema cruciale per tutti: la sostenibilità a 360°. Lanciata nel 2012, l’azienda realizza capi privi di piume, pellami, pellicce e in generale materiali/tessuti di derivazione animale. Nel 2019 è stata la prima azienda fashion in Italia ad avere ottenuto la certificazione B Corp, che distingue le aziende che volontariamente rispettano i più alti standard di responsabilità e trasparenza in ambito sociale e ambientale. Una tematica che sta a cuore a Save The Duck fin dalla sua fondazione e che l’ha resa capofila ed esempio nell’avvicinare la moda alle questioni ambientali e sociali.

“È per noi di Save The Duck fondamentale investire nella formazione dei giovani, affinché arrivino preparati ad affrontare le sfide che li aspettano. Dare spazio alle loro visioni e alle loro proposte di approccio rigenerativo significa dare voce ai protagonisti di domani. Siamo molto contenti del percorso instaurato con il Politecnico di Milano che sicuramente ci vedrà impegnati anche l’anno prossimo con la terza edizione del premio di laurea. ” dichiara Nicolas Bargi, fondatore e CEO di Save the Duck.

“Alla School of Management del Politecnico di Milano siamo convinti di poter contribuire a realizzare un futuro più sostenibile – gli fa eco Alessandro Brun, a capo della Sustainable Luxury Academy e Direttore del Master in Global Luxury Management del Politecnico di MilanoConsapevoli che ‘non esiste un pianeta B’, vogliamo che ogni settore industriale diventi ogni giorno più eco-compatibile, in particolare il fashion-luxury, e in questo cammino siamo grati a Save The Duck per aver finanziato, per il secondo anno, un premio di laurea alla miglior tesi sulla moda sostenibile. I 17 lavori candidati testimoniano che i nostri studenti hanno idee innovative e concrete in grado di impattare sulla società, la tesi vincitrice ad esempio propone un quadro completo di metodologie che i Fashion designer possono applicare per ridurre gli sprechi, adottando un’ottica di prodotti circolari. Il concetto che sta alla base della ‘moda sostenibile’ è una vera rivoluzione: solamente riscrivendo i modelli di business e le pratiche produttive e gestionali si potranno ottenere risultati significativi”.

SER Social Energy Renovations

Al via il progetto H2020 per finanziare l’edilizia sostenibile nel terzo settore

 

Finanziare ristrutturazioni edilizie sostenibili nel Terzo Settore grazie a uno strumento innovativo che consentirà di accelerare la transizione ecologica e contrastare la povertà energetica. È l’obiettivo del progetto europeo SER-Social Energy Renovations, cui partecipano, per il nostro Paese, CGM Finance,  la School of Management del Politecnico di MilanoENEA e Fratello Sole, società consortile di enti no profit impegnata nel contrasto alla povertà energetica;  gli altri partner sono la società spagnola GNE Finance, capofila del progetto, Secours Catholique-Caritas France e la filiale bulgara della società Econoler.

Il progetto, finanziato nell’ambito del programma Horizon 2020, si sviluppa sull’arco di tre anni, nei quali verrà ideato e sviluppato un meccanismo di de-risking per ridurre il rischio associato ai finanziamenti e consentire l’accesso al credito anche a soggetti con capacità economica limitata. Il  meccanismo includerà l’analisi e la standardizzazione tecnica del processo di definizione degli interventi di efficientamento energetico degli immobili.

I progetti saranno aggregati e sottoposti a valutazione dell’impatto sociale per poi essere finanziati, consentendo agli investitori di accedere a investimenti sicuri, efficaci, in linea con i criteri ESG; e alle imprese sociali di effettuare ristrutturazioni green a prezzi accessibili, con l’assistenza tecnica necessaria.

ENEA e Fratello Sole coinvolgeranno gli enti del Terzo Settore e selezioneranno gli edifici dedicati ad attività no profit sui quali intervenire con le ristrutturazioni edilizie energicamente efficienti e sostenibili. I lavori di riqualificazione energetica saranno a cura di Fratello Sole Energie Solidali – ESConata dalla joint venture tra Fratello Sole Scarl e Iren Energia.

Nell’ambito del progetto, la School of Management identificherà gli indicatori di valutazione e analizzerà l’impatto sociale dei progetti finanziati.

“La questione della valutazione dell’impatto sociale è tanto attuale quanto com­plessa, e da argomento di interesse di pochi è diventato ormai parte integrante della strategia imprenditoriale e tema essenziale della finanza”, sottolinea il professor Mario Calderini, Professore di Social Innovation del Dipartimento di Ingegneria Gestionale.
E aggiunge: “Con questo progetto si vuole valorizzare non solo l’impatto ambientale generato dagli interventi di efficientamento energetico degli immobili, ma anche quello sociale generato dalle organizzazioni del Terzo Settore che grazie ai benefici di questo intervento saranno in grado di offrire maggiori servizi.”

Infine, Secours Catholique-Caritas France insieme alla filiale bulgara della società di consulenza sull’efficienza energetica Econoler esploreranno la replicabilità dello strumento in altri Paesi europei.