Il ruolo delle tecnologie digitali nella transizione circolare del settore tessile

 

Le tecnologie digitali stanno trasformando il settore tessile, un’industria dal forte impatto ambientale, verso un modello più circolare e sostenibile. Uno studio condotto dalla POLIMI School of Management del Politecnico di Milano esplora come soluzioni come IoT, blockchain e intelligenza artificiale possano ridurre sprechi, migliorare la trasparenza e ottimizzare i processi lungo l’intero ciclo di vita del prodotto, gettando le basi per una filiera più responsabile e innovativa.

 

I consumi relativi al settore tessile rappresentano il quarto impatto più elevato sull’ambiente e sui cambiamenti climatici. Il settore tessile è tra i settori con più alta intensità di risorse utilizzate a causa di un approccio ancora fortemente lineare, che si basa su un flusso take-make-waste e per questo motivo deve trovare nuove soluzioni per affrontare problemi ambientali. Nonostante la crescente consapevolezza di questi problemi e gli sforzi da parte del settore nell’adottare pratiche di economia circolare volte a ridurre gli sprechi, riutilizzare i materiali e riciclare i prodotti, ad oggi risulta ancora frammentata l’integrazione dei principi circolari nell’intero ciclo di vita del prodotto. Inoltre, le tecnologie digitali come IoT, blockchain e AI sono ampiamente riconosciute come promettenti abilitatori di questa transizione.

Uno studio di Rabia Hassan, dottoranda presso la School of Management del Politecnico di Milano, in collaborazione con Federica Acerbi, Paolo Rosa e Sergio Terzi, esamina il ruolo delle tecnologie digitali nella transizione circolare del settore tessile attraverso le fasi del ciclo di vita del prodotto pubblicato sul Journal of the Textile Institute.

Lo studio analizza criticamente la letteratura per offrire approfondimenti sul possibile ed efficiente utilizzo delle tecnologie digitali nella produzione tessile dalla progettazione alla fase di smaltimento. Il documento evidenzia tecnologie come Internet of Things (IoT), tecnologie 3D, blockchain, intelligenza artificiale (AI) e piattaforme digitali, che sono essenziali per abilitare questa transizione. Queste tecnologie migliorano la trasparenza della supply chain, ottimizzano i processi di produzione e promuovono il riciclaggio e il riutilizzo. Ad esempio, IoT consente un migliore tracciamento dei materiali, blockchain garantisce transazioni sicure e trasparenti e AI può prevedere le tendenze e gestire i rifiuti in modo più efficace. Gli autori hanno proposto un quadro concettuale per includere queste tecnologie lungo il ciclo di vita del prodotto per aiutare le aziende del settore tessile a raggiungere la circolarità attraverso la digitalizzazione.

Sebbene l’applicazione di queste tecnologie abbia diversi vantaggi per il settore tessile, ci sono alcuni problemi che questo settore deve affrontare durante l’adozione. Ad esempio, alcune delle sfide sono riferite agli elevati costi di implementazione, alle infrastrutture talvolta limitate e la necessità di formazione della forza lavoro. Pertanto, gli autori suggeriscono la creazione di partnership strategiche tra fornitori IT e aziende tessili, consapevoli allo stesso tempo della necessità di un adeguato supporto governativo per la realizzazione di una digitalizzazione sostenibile. Inoltre, suggeriscono anche altre forme di supporto e di scambio come ad esempio il leasing e quindi l’utilizzo di nuove tecnologie sottoforma di servizio.

Verso l’economia circolare: un approccio evolutivo per la riconfigurazione delle catene di approvvigionamento

La trasformazione delle catene di approvvigionamento è una sfida cruciale per le aziende che puntano a un modello economico più sostenibile. Un nuovo studio propone un framework strategico che aiuta le imprese a navigare questa transizione, mantenendo flessibilità e capacità di adattamento in un contesto industriale incerto.

 

La transizione verso l’economia circolare è un processo di cambiamento necessario, ma complesso da governare per molti settori industriali. Le aziende manifatturiere sono oggi chiamate a trasformare le loro catene di approvvigionamento e realizzare filiere sempre più circolari (Closed-Loop Supply Chains, CLSC) integrando processi di logistica inversa, recupero e riciclaggio. Questa trasformazione è una risposta alle necessità ambientali ed è anche una strategia per rimanere competitivi in un contesto di mercato in rapida evoluzione. Il settore automobilistico è certamente un epicentro di questo cambiamento radicale.

Nello studio, “Strategic closed-loop supply chain configuration in the transition towards the circular economy of EV batteries: an evolutionary analytical framework”, di Armaghan Chizaryfard, Yulia Lapko e Paolo Trucco, gli autori introducono un quadro innovativo che offre una visione d’insieme e un approccio evolutivo allo sviluppo delle catene di approvvigionamento circolari (CLSC). Il paper è stato premiato con l’Outstanding Paper Award ai 2024 Emerald Literati Awards nel International Journal of Logistics Management. Il riconoscimento evidenzia l’importanza di sviluppare ricerca interdisciplinare per supportare la transizione verso l’economia circolare. Esaminando le interazioni dinamiche tra tecnologia, design del prodotto, produzione e infrastrutture, il l’articolo fornisce chiare indicazioni su come governare il complesso percorso di transizione da tradizionali modelli industriali lineari a quelli circolari. Il tema è particolarmente rilevante per industrie come quella degli autoveicoli, dove la tecnologia e i mercati stanno cambiando rapidamente e con grandi incertezze sotto la spinta di una progressiva elettrificazione della mobilità. Per creare una filiera circolare per le batterie dei veicoli elettrici occorre infatti definire una strategia di sviluppo a lungo termine, che sappia orchestrare le evoluzioni, non necessariamente sincrone, delle tecnologie, del mercato e delle relazione tra i diversi attori della filiera.

 

Una visione evolutiva della configurazione della catena di approvvigionamento chiusa

Il framework proposto offre indicazioni di natura strategica e pratica per affrontare le incertezze e le sfide legate a una trasformazione così significativa.
I punti chiave sono:

  • Allineare la pianificazione a breve e lungo termine

Allineare le azioni immediate agli obiettivi di lungo termine è fondamentale nello sviluppo di una filiera circolare, specialmente in un contesto tecnologico e di mercato imprevedibile. Ad esempio, i produttori di veicoli elettrici devono sviluppare strategie che tengano conto dell’aumento graduale dei volumi di batterie a fine vita e delle traiettorie di innovazione delle tecnologie di riciclaggio al momento ancora poco mature. . Nella selezione dei fornitori, le imprese devono quindi orientarsi verso partner in grado di gestire la domanda attuale e di espandersi man mano che i volumi cresceranno e le tecnologie di riciclaggio matureranno. Questo allineamento strategico è indispensabile per garantire flessibilità e capacità di adattarsi ai cambiamenti del contesto industriale e di mercato.

  • Nel breve periodo flessibilità e adattamento della filiera sono più importanti della sua efficienza

La flessibilità è un elemento centrale del modello proposto. Le catene di approvvigionamento devono essere adattabili, capaci di evolvere insieme alle tecnologie e ai mercati. Le aziende possono sviluppare strategie di transizione che consentano cambiamenti graduali anziché ristrutturazioni improvvise. Adottando configurazioni di transizione, le imprese possono aumentare lentamente il loro coinvolgimento in processi come la rigenerazione o il riciclaggio senza impegnare risorse eccessive troppo presto. Questo approccio riduce il rischio di restare bloccati in strategie non ottimali e fornisce l’agilità per adeguarsi a nuove condizioni di mercato.

  • Promuovere collaborazione e co-sviluppo

Affrontare i cambiamenti tecnologici al di fuori delle competenze core di un’azienda pone un dilemma: un’azienda dovrebbe investire pesantemente per acquisire nuove conoscenze, collaborare con i fornitori o affidarsi completamente a partner esterni? Co-sviluppare tecnologie consente alle aziende di mantenere un certo controllo sull’innovazione, condividendo al contempo rischi e benefici. Questo equilibrio tra indipendenza e cooperazione aiuta le imprese a rimanere competitive in tempi incerti. Tuttavia, affidarsi troppo ai fornitori per tecnologie critiche può limitare la flessibilità. Le imprese industriali devono quindi considerare attentamente i loro obiettivi a lungo termine, per garantire che le loro catene di approvvigionamento rimangano resilienti e adattabili.

  • Gestire le dipendenze e i vincoli

Le decisioni prese nelle fasi iniziali iniziali di sviluppo di filiere circolari possono generare condizioni difficili da modificare nelle fasi successive, riducendo la capacità di realizzare modelli efficienti in regimi più stabili e con un mercato che ha già raggiunto grandi volumi.. Se un’azienda investe inizialmente  in una sola tecnologia o fornitore, potrebbe faticare a cambiare rotta nel momento in cui emergessero  nuove tecnologie e fornitori. Il framework proposto fornisce indicazioni per configurare filiere con un maggior grado di reversibilità e scalabilità degli investimenti che vincolano in modo minore scelte di configurazione future.

  •  Sfruttare le complementarietà

E’ frequente che diverse parti di una filiera industriale si rafforzino a vicenda. I miglioramenti conseguiti in un’area possono avere un impatto positivo sull’intero sistema industriale. Ad esempio, un miglior design delle batterie può rendere i processi di riciclaggio più efficienti e favorire una collaborazione più agevole con operatori attivi nel riciclaggio. Queste complementarità sono di cruciale importanza per governare la transizione verso di filiere circolari. Tuttavia, le aziende devono gestirle attentamente per evitare di generare nuove dipendenze o vincoli legati ad una specifica tecnologia o partner, il che potrebbe limitare opzioni future più efficienti ed efficaci.

 

Mettere in pratica il framework
Manager di diversi settori possono utilizzare questo framework per supportare decisioni strategiche e tattiche legate alo sviluppo di filiere circolari. Partendo dalla mappatura della loro attuale catena di approvvigionamento e dall’individuazione dei fattori tecnologici e di mercato a maggior grado di incertezza, il framework indirizza i manager verso i) la selezione di appropriati elementi di flessibilità e collaborazione; ii) lo sviluppo di strategie che consentano miglioramenti graduali, fissando obiettivi a breve termine senza perdere di vista quelli a lungo termine; iii) l’implementazione di sistemi per monitorare i cambiamenti tecnologici e di mercato in modo che la catena di approvvigionamento possa rispondere efficacemente. Questo approccio proattivo aiuta a evitare le insidie di dipendenze e vincoli nascosti, garantendo la necessaria  agilità. 

Uno sguardo al futuro
Il framework evolutivo proposto è uno strumento potente per affrontare la transizione da filiere lineari a circolari; ponendo l’accento sulla pianificazione a lungo termine, lo sviluppo di capacità adattive l’adozione di approcci collaborativi con nuovi attori di filiera, fornisce ai manager una guida pratica per configurare catene di approvvigionamento circolari, resilienti e adattabili.

L’evoluzione dei sistemi industriali verso modelli più sostenibili e circolari rappresenta nel medio periodo un elemento strategico di crescente rilevanza. Sarà quindi sempre più pressante per il top management aziendale disporre di criteri e strumenti che li guidino nella formulazione di coerenti strategie di supply chain.

 

Per leggere lo studio completo:

Chizaryfard A., Lapko Y., Trucco P., “Strategic closed-loop supply chain configuration in the transition towards the circular economy of EV batteries: an evolutionary analytical framework”,
The International Journal of Logistics Management, Vol. 34, No. 7, 2023, pp. 142-176

Liberare il vero potenziale del riciclo: un cambiamento verso l’economia circolare

Uno studio di Davide Chiaroni su The Parliament Magazine

 

Nell’odierno dibattito, il riciclo è spesso salutato come una strategia chiave per la sostenibilità. Tuttavia, questa concezione comune tende a semplificare eccessivamente il concetto, trascurando in particolare la distinzione cruciale tra riciclo lineare e circolare.

L’articolo “Why a circular economy would be a game-changer for the EU” di Davide Chiaroni, docente della School of Management del Politecnico di Milano pubblicato suThe Parliament Magazine” approfondisce questo argomento, sottolineando l’urgente necessità che l’Unione Europea (UE) abbracci le pratiche di riciclo circolare per migliorare la produttività industriale e mantenere la competitività globale.

Il riciclo lineare, come semplice componente della gestione dei rifiuti, soffre infatti di notevoli svantaggi.

Innanzitutto, si tratta quasi sempre di downcycling, in cui i materiali recuperati vengono reimpiegati in prodotti di valore inferiore, diminuendo la loro redditività economica. Inoltre, è impostato sulla base della “origine” dei materiali, ossia da quale filiera provengono, e non sulla loro “natura”, facendo fare quindi allo stesso oggetto percorsi completamente diversi (ed a volte molto tortuosi) ed inefficienti.

Il riciclo circolare offre invece una soluzione trasformativa. Dando priorità all’upcycling, i materiali mantengono o addirittura aumentano il loro valore quando vengono reintrodotti nei cicli produttivi. Questo approccio richiede però la separazione meticolosa dei materiali in base alle loro proprietà, consentendo la loro reintegrazione nel processo produttivo, e la contemporanea collaborazione tra produttori e riciclatori fin dalla fase di progettazione.

La posta in gioco per l’UE è alta. Con importazioni consistenti di materiali critici come litio, cobalto, silicio e terre rare, la transizione verso il riciclo circolare è essenziale per ridurre la dipendenza dalle risorse e bilanciare la domanda e l’offerta di materiali.

L’articolo esplora questi temi in dettaglio, fornendo approfondimenti sui limiti del riciclo lineare e sul vasto potenziale di un approccio circolare.

 

 

Per saperne di più
Davide Chiaroni
Why a circular economy would be a game-changer for the EU

The Parliament Magazine, May 2024

Industria5.0 – Il valore della sostenibilità nel settore manifatturiero

Non solo un’espressione di consapevolezza ma un valore per il successo. Una produzione sostenibile come opportunità per i produttori per differenziarsi nel mercato attuale.

 

Manufacturing Group, School of Management

 

Il settore manifatturiero si trova oggi a un bivio, in cui sostenibilità ambientale non è più considerata soltanto una bella espressione di consapevolezza dei problemi ambientali, ma un vero e proprio valore essenziale per il successo. Le pratiche sostenibili vengono riconosciute dagli stakeholder non solo per le considerazioni etiche e produttive ma anche per l’impatto importante sulla redditività finanziaria, l’immagine del marchio e la compliance normativa.

In termini finanziari, se la sostenibilità ambientale veniva inizialmente percepita come un onere di costo, le pratiche sostenibili nel corso del tempo sono state riconosciute come fattori di risparmio e di efficienza operativa, diminuendo il consumo di energia, riducendo la generazione di rifiuti e ottimizzando l’utilizzo delle risorse permettendo ai produttori di ridurre in modo considerevole le spese operative. Gli investimenti in fonti di energia rinnovabile, in tecnologie ad alta efficienza energetica e in iniziative di riduzione degli sprechi portano spesso sostanziali risparmi sui costi nel lungo termine, migliorando la redditività e la competitività.

Le pratiche di produzione sostenibile, così come l’adozione di strategie di economia circolare, mitigano i rischi finanziari associati alla volatilità dei prezzi, alla scarsità di risorse e all’incertezza della normativa permettendo alle aziende che abbracciano la sostenibilità un miglior posizionamento per far fronte alle fluttuazioni del mercato e mantenere stabili i costi di produzione. Inoltre, considerato che nei propri processi decisionali gli investitori lungimiranti tengono sempre più conto delle performance ambientali, di conseguenza aumenta l’attrattività degli investimenti di capitale in iniziative di sostenibilità promuovendo una crescita sostenibile.

Nel mercato attuale, l’immagine del marchio è un fattore chiave nella percezione e nelle decisioni di acquisto dei consumatori poiché le aziende che dimostrano di impegnarsi alla sostenibilità ambientale non solo attirano i consumatori attenti all’ambiente, ma aumentano anche la fedeltà dei consumatori e migliorano la propria reputazione. L’adozione di pratiche produttive sostenibili attenua l’impatto ambientale e, per di più, mette le aziende al riparo da possibili danni reputazionali e conseguenti boicottaggi. Allineando il proprio marchio con i valori della responsabilità d’impresa, i produttori possono distinguersi sul mercato e dare a consumatori e agli altri stakeholder un’immagine positiva del  brand. Di fatto, le aziende che danno priorità alla sostenibilità non solo ne raccolgono i frutti in termini finanziari (risparmi sui costi e maggior efficienza operativa), ma migliorano anche la fidelizzazione al marchio e precorrono i requisiti normativi riducendo i rischi reputazionali.

I governi di tutto il mondo si stanno dotando di norme ambientali sempre più severe per affrontare il cambiamento climatico, l’inquinamento e l’esaurimento delle risorse e i produttori si trovano a dover affrontare una complessa rete di mandati ambientali che richiedono misure di compliance proattive, dagli standard sulle emissioni ai regolamenti per la gestione dei rifiuti. La mancata osservanza delle normative in vigore può comportare multe consistenti, responsabilità legali e interruzioni dell’operatività.

Tuttavia, la compliance normativa non serve solo a evitare le sanzioni ma rappresenta un’opportunità per i produttori di essere all’avanguardia e di conquistare un vantaggio competitivo. Inoltre, tenendosi al passo con l’evoluzione normativa i produttori possono anticipare le sfide del futuro in materia di compliance e adeguare la propria attività secondo quanto opportuno, assicurandosi redditività e resilienza nel lungo termine in un ambiente sempre più regolamentato.

La necessità di rispondere alle sfide ambientali mondiali induce il settore manifatturiero a evolversi in modo continuo. Abbracciare la sostenibilità non è più solo un atto di responsabilità ma diventa un impegno strategico per il successo e la resilienza nel lungo termine: la sostenibilità è un fattore che può portare le aziende a diventare leader di settore e a ottenere trattamenti preferenziali da parte di regolatori, clienti e investitori.

Il settore manifatturiero italiano si compone di tante realtà piccole e medie che si trovano a dover affrontare varie sfide per compiere una transizione verso la sostenibilità: hanno infatti risorse finanziarie limitate e sono afflitte dalla carenza di competenze e di infrastrutture adeguate. Per loro, la sostenibilità è un motore estremamente importante.  Consapevole di questo impegnativo contesto, il Manufacturing Group della School of Management del Politecnico di Milano mira a promuovere la transizione sostenibile e circolare delle aziende manifatturiere tramite il trasferimento delle conoscenze scientifiche generate dai progetti di ricerca nazionali e internazionali nel settore.

Il Manufacturing Group ha sviluppato e sviluppa metodologie di valutazione diverse e specifiche, per offrire un sostengo completo su tutti i diversi aspetti della transizione. Le aziende manifatturiere potranno ricevere supporto per individuare le pratiche circolari da instaurare al proprio interno e da perseguire all’esterno tramite la collaborazione con altre entità, ciascuna secondo i propri obiettivi strategici e la propria operatività attuale. Le aziende, grazie al supporto da parte del gruppo di ricerca, potranno inoltre individuare una serie di azioni atte ad instaurare pratiche circolari e a selezionare fornitori validi valutando la loro performance e il loro orientamento alla sostenibilità. Il gruppo di ricerca supporta le imprese nel misurare la carenza di competenze mappando le competenze e i profili professionali disponibili in seno all’azienda per suggerire percorsi formativi adeguati incentrati sulla circolarità e sulle diverse dimensioni della sostenibilità.

 

Festival dell’Ingegneria – terza edizione

 

Torna per la terza edizione dal 22 al 24 settembre 2023 al Politecnico di Milano nel Campus Bovisa la manifestazione del festival dell’Ingegneria: tre giorni di incontri e spettacoli per raccontare la vita nei laboratori, le ricerche in corso, e il futuro della scienza.

 

Dopo il successo degli anni precedenti, il Politecnico di Milano organizza la terza edizione del Festival dedicato all’Ingegneria in cui docenti e ricercatori raccontano a grandi e piccoli la loro vita nei laboratori e i tanti traguardi raggiunti.

Tre giorni di incontri, lezioni, laboratori aperti, eventi per bambini, film, spettacoli, performance serali e molto altro per offrire l’occasione di vivere un’esperienza nel mondo dell’Ingegneria con uno sguardo puntato verso il futuro delle tecnologie, ponendo l’accento sulla parola INGEGNERA, per sottolineare l’importante contributo delle donne allo sviluppo della scienza.

 

Il Festival si terrà presso il Campus Bovisa e l’ingresso è libero e gratuito; per alcune attività è necessaria la prenotazione.

Anche il Dipartimento di Ingegneria Gestionale della School of Management partecipa a “POLIMIopenLABS“ e apre i suoi laboratori: IoT Lab (Internet of Things) e PHEEL Physiology-Emotion-Experience Lab.

Nella categoria “POLIMIforKIDS” domenica 24 settembre alle ore 10.00 è prevista l’attività “Piccoli Campioni della Sostenibilità: alla scoperta di prevenzione e recupero dello spreco alimentare” a cura di Federica Ciccullo, dove ai più piccoli verranno insegnati i possibili approcci e le strategie di prevenzione, riutilizzo/ridistribuzione, riciclo e recupero contro lo spreco alimentare.
Per maggiori dettagli e iscrizione: https://www.festival-ingegneria.polimi.it/prodotto/piccoli-campioni-della-sostenibilita/

Nella rassegna “VISIONI POLITECNICHE” domenica 24 settembre alle ore 15.40 si terrà l’evento “L’Economia che fa bene – Coniugare innovazione, sostenibilità e profitto attraverso l’Economia Circolare” a cura di Davide Chiaroni, dove si scoprirà cosa vuol dire fare Economia Circolare, partendo dal ri-disegno dei prodotti (dalle auto, ai computer, dalle navi …alle pentole), ai modelli di business e all’impatto positivo che questa può avere sulla nostra società.
Per maggiori dettagli e iscrizione: https://www.festival-ingegneria.polimi.it/prodotto/leconomia-che-fa-bene-coniugare-innovazione-sostenibilita-e-profitto-attraverso-leconomia-circolare/

 

Per ulteriori informazioni sul Festival: https://www.festival-ingegneria.polimi.it/

RITESSERE: gli scarti della seta rinascono in nuovi materiali

Recuperare la sericina per produrre materiali ad alto valore tecnologico, in un’ottica di economia circolare. 

 

Ha preso il via il progetto RITESSERE (Silk Sericin materials from textile industry by-products), che si propone di utilizzare il prodotto di scarto dal trattamento della seta grezza, la sericina, per la produzione di nuovi materiali e dispositivi in ambito delle scienze della vita.

RITESSERE valuterà nuove tecnologie che, partendo dalla sericina ottenuta da materia prima di origine italiana con certificazione di tracciabilità (il bozzolo o la seta grezza), porteranno ad ottenere sia matrici bidimensionali elettrofilate composte solamente da sericina, sia nuovi materiali a base di sericina specificamente modificata. Tali prodotti saranno caratterizzati dal punto di vista chimico-fisico e morfologico, e verrà analizzato l’impatto della loro introduzione nel mercato dell’industria tessile e in altri settori dall’alto valore tecnologico.

In particolare, verranno dimostrati i vantaggi dell’approccio circolare attraverso tre azioni dimostrative:

  • maschere facciali a base di sericina per l’industria cosmetica
  • scaffold tridimensionali di sericina per colture cellulari
  • film a base di sericina modificata per l’industria del packaging.

RITESSERE vuole dimostrare come la sericina possa essere recuperata in modo sistematico e utilizzata per produrre materiali ad alto valore tecnologico. Partendo da seta di origine italiana, RITESSERE definirà e ottimizzerà un processo tecnologico volto a dare nobiltà a questo prodotto di scarto, proponendo un nuovo metodo sostenibile e circolare per il ciclo di produzione della seta.

I risultati del progetto saranno veicolati e messi a disposizione anche mediante una continua interazione con l’Advisory Board, composto da attori con un ruolo propulsivo in ambito dell’industria serica, nella definizione di nuove pratiche di economia circolare e nel coinvolgimento della società civile (Associazione Costruttori Italiani di Macchinario per l’Industria Tessile, Donne in Campo, Ufficio Italiano Seta, MADE-Competence Center Industria 4.0, Rigano Laboratories, Associazione per il Museo della Seta di Como).

Il progetto triennale RITESSERE è un progetto finanziato da Fondazione Cariplo con il programma Economia Circolare – Promuovere ricerca per un futuro sostenibile, ed è condotto dai professori Paolo Rosa e Sergio Terzi del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e dal professor Simone Vesentini del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano.

Il Dipartimento di Ingegneria Gestionale si occuperà delle analisi economiche del mercato della sericina, del settore serico e delle attuali strategie circolari adottate nel settore tessile.

Partner del progetto, coordinato dal nostro ateneo, sono Università degli studi di Milano Bicocca e Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria.

Economia circolare: al via al progetto CIRC-UITS

Soluzioni digitali per il riuso di componenti elettronici a fine vita nei settori automotive e degli elettrodomestici

 

Ha preso il via il progetto triennale CIRC-UITS (Circular Integration of independent Reverse supply Chains for the smart reUse of IndusTrially relevant Semiconductors), co-finanziato dalla Commissione Europea con il programma Horizon Europe e coordinato dai professori Paolo Rosa e Sergio Terzi del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano.

CIRC-UITS si propone, da un lato, di sviluppare nuove tecnologie per progettare, produrre, disassemblare e riusare in modo efficiente e sostenibile componenti elettronici a fine vita all’interno di nuovi prodotti; dall’altro, di definire nuovi modelli di business migliorando la condivisione e la standardizzazione di dati tra i leader industriali coinvolti nelle stesse filiere.

In particolare verranno dimostrati i vantaggi dell’economia circolare digitale attraverso 4 progetti pilota:

  • Sviluppo di un’unità di controllo elettronica rispettosa dell’ambiente incorporata negli inverter dei veicoli elettrici e nei sistemi di gestione della batteria
  • Sviluppo di sensori per pneumatici di nuova generazione
  • Sviluppo di circuiti integrati
  • Classificazione e stoccaggio dei circuiti stampati obsoleti di varie apparecchiature elettriche ed elettroniche

In tal modo, CIRC-UITS supporterà concretamente le aziende del settore automotive ed elettronica di massa, dimostrando i benefici ottenibili dall’applicazione del paradigma dell’economia circolare sia da un punto di vista del business e delle supply chain che da quello tecnologico e della sostenibilità, attraverso l’adozione delle tecnologie di Industria 4.0 nei processi di gestione dei componenti elettronici fuori uso e nella progettazione dei nuovi prodotti.

Per maggiori informazioni: www.circuitsproject.eu

T.I.M.E. Association finanzia ricerca sulla transizione circolare dell’industria

Due progetti di ricerca del Politecnico di Milano hanno vinto un grant di 10.000 euro ciascuno nell’ambito dei progetti T.I.M.E. di cui uno coordinato dal Dipartimento di Ingegneria Gestionale della School of Management con la dottoressa Alessandra Neri come principal investigator.

“Il ruolo della digitalizzazione a supporto della transizione circolare dell’industria” è  il tema del progetto chesi propone di indagare la relazione tra l’adozione delle tecnologie digitali e l’implementazione di pratiche di economia circolare all’interno del settore industriale.  L’obiettivo è comprendere il ruolo di supporto offerto dalle tecnologie digitali, passando dalla valorizzazione e generazione di capacità dinamiche. Ciò verrà fatto conducendo un sondaggio internazionale che fornirà approfondimenti empirici.

KTH Royal Institute of Technology (Svezia) e Universidad Politecnica de Madrid (Spagna) sono partner del progetto e membri di T.I.M.E. Association. University of the West of England e Aston University (Regno Unito) partecipano al progetto come membri esterni.

L’Associazione T.I.M.E. (Top International Managers in Engineering), fondata nel 1989, è una rete di importanti università tecniche e scuole di ingegneria in Europa e in tutto il mondo, con una forte dimensione internazionale nell’insegnamento, nella ricerca e nelle relazioni industriali. L’associazione è attualmente composta da 57 membri di 25 paesi e il Politecnico di Milano è membro del Comitato Consultivo.

Oltre alle attività di doppia laurea, T.I.M.E. promuove una serie di altre iniziative, tra cui i progetti T.I.M.E., attraverso i quali l’associazione cofinanzia iniziative nuove o esistenti tra università associate, in cui T.I.M.E. può rappresentare un valore aggiunto.

Per saperne di più:
https://www.polimi.it/articoli/due-progetti-polimi-finanziati-da-time-association/

 

 

Al via il progetto TREASURE

Nuove opportunità di test di nuove tecnologie per rendere il settore automotive più circolare

 

Ha preso il via il 1° giugno 2021 il progetto TREASURE (leading the TRansion of the European Automotive SUpply chain towards a circulaR futurE), coordinato da Sergio Terzi e da Paolo Rosa del Dipartimento di Ingegneria Gestionale della School of Management.
TREASURE è un’Azione di Ricerca e Innovazione co-finanziata dalla Commissione Europea con il programma H2020, il cui scopo è offrire nuove opportunità di test di nuove tecnologie per rendere il settore automotive più circolare.

I principali obiettivi sono:

  1. garantire uso sostenibile delle materie prime nel settore automotive riducendo i rischi legati agli approvvigionamenti;
  2. applicare in pratica il paradigma dell’economia circolare nel settore automotive, agendo come dimostratori per il macrosettore manifatturiero;
  3. offrire delle prestazioni economiche, ambientali e sociali migliori relative ai veicoli per tutti gli utenti;
  4. creare nuove supply chain intorno ai veicoli fuori uso, focalizzandosi sull’uso circolare delle materie prime.

In tal modo, TREASURE supporterà concretamente le aziende del settore automotive, dimostrando in pratica i benefici ottenibili dall’applicazione del paradigma dell’economia circolare, sia da un punto di vista del business e delle supply chain che da quello tecnologico e della sostenibilità, attraverso l’adozione delle tecnologie di Industria 4.0 nei processi di gestione dei veicoli fuori uso e dei loro componenti.

I principali risultati attesi includono:

  1. lo sviluppo di uno strumento basato sull’intelligenza artificiale per l’analisi e il confronto di possibili supply chain circolari nel settore automotive;
  2. la realizzazione di una serie di casi di successo per gli attori chiave nella gestione dei veicoli a fine vita, quali demolitori auto, impianti di macinazione rottami, riciclatori di materie prime e costruttori di veicoli;
  3. l’integrazione di tecnologie abilitanti chiave per la progettazione, disassemblaggio e riciclo efficiente e sostenibile delle componenti elettroniche delle auto.

Partner del progetto, coordinato dal Politecnico di Milano, sono: il centro di ricerca olandese TNO, l’Università spagnola di Saragozza, la scuola universitaria professionale della Svizzera italiana, l’Università degli Studi dell’Aquila, la società di consulenza olandese Material Recycling and Sustainability B.V., la società estone sugli studi sociali Edgeryders OU, la società lituana produttrice di schermi LCD EUROLCDS SIA, la società spagnola produttrice di componenti auto Walter Pack SL, la società di demolizione veicoli Pollini Lorenzo e Figli Srl, il principale costruttore di auto spagnolo SEAT SA, la società di sviluppo software TXT E-Solutions Spa, la società spagnola di riciclo rottami metallici Industrias Lopez Soriano SA, l’ente nazionale italiano di unificazione ed il cluster automotive francese NEXTMOVE.

Nuova vita ai rifiuti elettronici grazie all’economia circolare

Un esempio virtuoso di economia circolare esito del progetto Horizon2020 FENIX di cui è partner il Politecnico di Milano.

 

Come una fenice che rinasce dalle proprie ceneri, il progetto FENIX è riuscito nell’intento di dare nuova vita ai rifiuti elettronici, che diventano così materia prima per prodotti ecocompatibili come nuovi filamenti metallici per la stampa 3D, polveri metalliche green per la manifattura additiva e gioielli sostenibili stampati in 3D.

Il Progetto Horizon 2020 FENIX, di cui il Politecnico di Milano è partner, si è concluso dopo 40 mesi di lavoro e ha raggiunto l’obiettivo di sviluppare nuovi modelli di business e strategie industriali in un’ottica di economia circolare.

In particolare il Laboratorio Industry 4.0 del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano ha implementato una stazione automatizzata per il disassemblaggio di schede elettroniche di cellulari grazie ai collaborative-robot (cobot) che sono tra le soluzioni di automazione più avanzate in termini di tecnologia robotica, in quanto garantiscono flessibilità operativa consentendo interazione con l’ambiente circostante e con gli operatori con cui condividono le mansioni.

Il cobot, tramite un processo semiautomatizzato, riesce a dissaldare i componenti elettronici di una scheda e a salvaguardarne le caratteristiche chimiche: sfruttando un flusso di aria calda scioglie lo stagno che lega i componenti in modo che questi possano essere staccati e gestiti separatamente dalla scheda.

Grazie alla filiera circolare istituita dal consorzio che aderisce al progetto, le schede elettroniche disassemblate dal Politecnico di Milano sono trattate dall’Università dell’Aquila, che recupera dalle schede e dalle componenti elettroniche alcuni materiali puri (quali rame, stagno, oro, argento e platino). Rame e stagno vengono successivamente trasformati sia in polveri metalliche (dall’azienda MBN Nanomaterialia Spa di Treviso) che in filamenti adatti alla stampa 3D (congiuntamente dalle aziende MBN Nanomaterialia Spa, e dalle aziende I3DU e 3DHUB di Atene – Grecia), entrambi testati successivamente dal centro di ricerca Fundaciò CIM di Barcellona – Spagna. I metalli preziosi vengono invece utilizzati dalle aziende I3DU e 3DHUB di Atene – Grecia per la creazione di gioielli ecocompatibili. Questi gioielli realizzati e messi in vendita attraverso il consorzio possono anche essere personalizzati attraverso un servizio di scansione 3D ed assumere le forme di oggetti o visi di persone.

L’auspicio è che al termine del progetto, i modelli di business pensati e testati da FENIX siano replicabili da parte di altri soggetti esterni, al fine di promuovere la creazione di nuove filiere circolari.

Segnaliamo inoltre che due dei risultati sviluppati dal team del Politecnico di Milano coinvolto nel progetto FENIX sono stati citati dall’EU Innovation radar e che un articolo scritto dal team ha ricevuto un riconoscimento dalla casa editrice Taylor & Francis ed appare sul sito dell’ International Journal of Production Research come top cited article. Clicca qui per leggere l’articolo.

Fonte: https://www.polimi.it/pressroom/comunicatistampa/

Per maggiori info sul progetto: http://www.fenix-project.eu/
Link video youtube: https://www.youtube.com/channel/UCEg3DZSWyo62lSaMg7xxZrg