Il ruolo delle tecnologie 4.0 per migliorare la sostenibilità nelle strutture logistiche

La ricerca analizza come le tecnologie 4.0 possano migliorare la sostenibilità nelle strutture logistiche, individuando opportunità per aumentare l’efficienza e diminuire l’impatto ambientale. Lo studio evidenzia diverse aree di sviluppo, considerando le implicazioni economiche, sociali e ambientali.

 

Con la crescente complessità delle catene di distribuzione, la necessità di ridurre i tempi di consegna e rispondere ad una domanda progressivamente più articolata ed esigente, i manager della logistica si affidano sempre di più ad una combinazione di soluzioni di magazzino che vedono la coesistenza di attività manuali e automazione, supportata anche dalle tecnologie 4.0, così da bilanciare flessibilità ed efficienza. Questi sviluppi comportano anche implicazioni ambientali e sociali ed emergono pressioni crescenti da parte degli stakeholder per considerare l’effetto di tali tecnologie 4.0 sulla sostenibilità delle strutture logistiche.

Tali implicazioni sono al centro di uno studio pubblicato sulla rivista International Journal of Production Research (IJPR) dal titolo “Reviewing and conceptualising the role of 4.0 technologies for sustainable warehousing”.

Lo studio è il risultato di una collaborazione internazionale tra la POLIMI School of Management del Politecnico di Milano, con la partecipazione della prof.ssa Sara Perotti e dell’ing. Luca Cannava, l’Universität des Saarlandes in Germania, con il contributo del prof. Eric H. Grosse e la Bayes Business School di Londra, con il coinvolgimento del prof. Jörg M. Ries.

Lo studio, a partire da una attenta analisi della letteratura scientifica, sviluppa un modello concettuale per valutare l’impatto in termini di sostenibilità delle soluzioni 4.0 applicate nelle strutture logistiche, valutandone la triplice prospettiva economica, ambientale e sociale e le implicazioni in termini di Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) esaminando l’applicazione delle tecnologie 4.0 nelle diverse fasi dei processi di magazzino (es. ricezione, stoccaggio, prelievo degli ordini, imballaggio e spedizione).

Questo approccio sistematico ha consentito di individuare le aree di lavoro su cui agire per rendere più sostenibili i processi logistici realizzati all’interno dei magazzini (ad esempio in termini di riduzione dei consumi e della carbon footprint) e migliorare l’attività lavorativa degli operatori secondo un approccio human-centric.

In particolare, la ricerca evidenzia come i benefici delle tecnologie 4.0 si realizzano solo attraverso un’integrazione efficiente nei processi di magazzino, la cui efficacia è strettamente legata ai processi coinvolti. In termini di ricadute legate all’adozione delle tecnologie 4.0, vi sono ancora sfide importanti legate all’impatto ambientale e sociale di tali innovazioni.

Lo studio consente infine di identificare quattro principali aree di sviluppo e opportunità per il futuro:

  • “Opportunities from a processual perspective”: legate alla tipologia di processi di magazzino, con una attenzione particolare alle attività di allestimento ordini;
  • “Opportunities from a technological perspective”: opportunità tecnologiche, fra cui quelle legate all’applicazione di soluzioni di intelligenza artificiale;
  • “Opportunities from a measurement perspective”: legate alla misurazione/quantificazione sia sul versante dei KPI ambientali che su metriche legate alle attività svolte dall’operatore, con focus sulle fasi di raccolta e processamento dati;
  • “Opportunities from a sustainability perspective”: opportunità legate alla sostenibilità, in particolare nei contesti che vedono la coesistenza automazione e capitale umano.

 

Per leggere l’articolo completo: Reviewing and conceptualising the role of 4.0 technologies for sustainable warehousing

Premio di laurea sul tema “Logistica” in memoria del prof. Gino Marchet – Anno 2021

 

E’ aperto il bando per 2 premi di Laurea sul tema “Logistica” del valore di € 2.000 ciascuno, istituito in ricordo del Professor Gino Marchet, Professore Ordinario di Logistica presso il Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, scomparso prematuramente nel 2017.

I premi sono destinati a laureati/e in Ingegneria (Laurea Magistrale) che abbiano conseguito il relativo titolo dal 1° ottobre 2020 al 31 luglio 2021.

I lavori dovranno trattare tematiche di Logistica tra cui: Automazione di magazzino, Picking, Logistica 4.0, Ottimizzazione dei processi logistici e della supply chain, Outsourcing Logistico, Gestione delle scorte.

Per maggiori informazioni, si prega di consultare il bando disponibile alla pagina: https://www.som.polimi.it/albo-e-bandi/

ERS European Research Seminar 2021

 

Il 10 e 11 Giugno scorsi il Politecnico di Milano ha ospitato la sedicesima edizione dello European Research Seminar (ERS) on Logistics and Supply Chain Management (https://www.ers-conference.org/).

A causa dell’emergenza COVID, la conferenza si è tenuta interamente online, ma questo non l’ha resa meno interattiva e stimolante, e non sono mancate occasioni di scambio.

Hanno partecipato circa 50 professori e ricercatori da tutto il mondo, che hanno presentato i propri lavori e fornito interessanti elementi di discussione in merito ai principali trend nel settore della logistica e del supply chain management.
Diversi i temi che sono stati toccati: innovazione, tecnologia, circular economy, sostenibilità economica, ambientale e sociale.

Carl Marcus Wallenburg (WHU – Otto Beisheim School of Management, Germany) e Andreas Wieland (Copenhagen Business School, Denmark) sono stati i co-chair della conferenza. Angela Tumino e Riccardo Mangiaracina sono stati gli host locali, nonché membri del comitato scientifico. Arianna Seghezzi, Chiara Siragusa ed Elena Tappia hanno moderato alcune delle principali sessioni come chair.

La conferenza si è chiusa con grande soddisfazione di tutti i partecipanti.

I cambiamenti nella logistica a fronte del Covid-19

La pandemia Covid-19 ha imposto al settore della logistica, più che in altri, di adattarsi rapidamente alle nuove necessità dei territori, delle filiere e dei consumatori, sperimentando nuovi modelli collaborativi e organizzativi basati su flessibilità e digitalizzazione. Il punto di partenza per affrontare le prossime sfide.

 

Prof Marco Melacini, professore di Logistics Management, Direttore Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet”
School of Management Politecnico di Milano

 

La risposta all’emergenza che la popolazione sta vivendo vede in prima linea il sistema sanitario, a fianco del quale stanno lavorando altri comparti che forniscono i servizi essenziali. A garantire il loro funzionamento attraverso l’approvvigionamento di tutti i prodotti necessari, c’è la logistica, le cui origini in ambito militare hanno fornito i cromosomi per affrontare la sfida odierna. Sebbene siamo ancora in piena emergenza è utile cominciare a pensare alla “fase 2” e a come cambierà la logistica, soprattutto perché difficilmente il Paese riprenderà a funzionare come prima nel medio periodo e ci potranno essere diversi momenti di stop and go, magari con applicazione delle “zone rosse” a aree del Paese più limitate.

Il modo migliore per rispondere alla domanda su come cambierà la logistica è osservare la reazione mostrata nell’ultimo mese, che ha sconvolto la vita di ognuno e delle aziende, con particolare attenzione alla logistica della filiera farmaceutica e di quella alimentare, che hanno mantenuto una piena operatività.

In primo luogo, emerge l’importanza di adottare una strategia “agile” rispetto a una strategia maggiormente orientata alla minimizzazione dei costi in un contesto di domanda prevedibile. Concretamente questo significa lavorare con una maggiore ridondanza di risorse (in primis magazzini) per poter riallocare velocemente le scorte e superare le criticità, come lo stop delle attività, a livello locale. L’implementazione di tale strategia richiede anche un incremento della velocità decisionale, in cui le scelte devono essere sempre più data driven e dinamiche. Per la parte di pianificazione, un metodo adottato è stato lo smart working, la cui efficacia è stata maggiore per le aziende che avevano già sperimentato questa modalità di lavoro da remoto e che adottano tecnologie e software in cloud. Quest’ultime infatti facilitano l’accesso ai sistemi informatici da remoto e favoriscono l’incremento della visibility lungo la filiera.

Esiste poi una parte di attività che rimane forzatamente sul campo, come l’allestimento degli ordini e il trasporto. Su queste è fondamentale declinare il concetto di responsabilità sociale in termini di sicurezza del luogo di lavoro. Concretamente questo si è tradotto nella distribuzione dei DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) per tutti i lavoratori, nella frequente sanificazione dei luoghi di lavoro (magazzini, cabine dei mezzi di trasporto, ma anche risorse utilizzate come terminali o supporti di movimentazione come le cassette per la consegna dei farmaci), nel monitoraggio delle temperature corporee di tutte le persone prima dell’accesso al sito, oltre che nella revisione delle procedure operative (ad esempio per ridurre la condivisione di risorse, come le cuffie per il voice picking, o aumentare le distanze fra gli operatori). La riduzione dei “contatti” fisici sarà sempre più favorita dalla digitalizzazione della filiera, che consentirà ad esempio di evitare la stampa e la gestione cartacea dei documenti di trasporto.

La strategia “agile” si basa anche sul concetto di flessibilità, che consente di implementare velocemente le soluzioni più idonee per rispondere ai cambiamenti del contesto. In questa situazione le aziende sono riuscite ad essere flessibili grazie alla terziarizzazione della logistica e al modello di terziarizzazione adottato nel Paese. Alcuni operatori logistici hanno riallocato in poco tempo merci per oltre 25.000 m2 di occupazione di magazzino. La collaborazione orizzontale fra gli operatori della logistica conto terzi (un settore che vale oltre 84 miliardi di fatturato) è risultata e sarà sempre più fondamentale anche in un’ottica di sharing economy. La collaborazione ha significato l’impiego di camion/autisti fermi di operatori di altre filiere per gestire le crescite elevate della domanda e soprattutto i picchi improvvisi, generati nei consumi a fronte dei timori della popolazione. Analogamente è stato possibile spostare personale di magazzino da siti le cui attività si erano fermate, supplendo alla riduzione di capacità operativa a fronte di una fisiologica crescita dell’assenteismo. Il rapporto stretto fra azienda e lavoratore, tipico del modello cooperativo, ha favorito la comunicazione all’interno dell’azienda e la risoluzione di potenziali aree di rischio, oltre che una maggiore flessibilità operativa, volta a compensare parzialmente l’inevitabile perdita di produttività. Soprattutto si è passati ad una pianificazione giornaliera delle attività, lavorando in stretto contatto con le aziende committenti per allineare il più possibile la capacità logistica alla domanda di mercato. Tale attività è fondamentale per garantire la sostenibilità economica in un contesto a margini contenuti come la logistica conto terzi.

Il contesto che stiamo vivendo ha portato ad un modello di coordinamento specifico per le emergenze: riunioni frequenti di allineamento, adozione di scelte che nel breve periodo non sempre ottimizzano i costi (si pensi alla maggiore difficoltà di trovare i viaggi di ritorno o le distanze da rispettare in magazzino, a discapito della produttività) ma garantiscono la continuità del servizio, relazione di collaborazione con le aziende committenti che va oltre al contratto di outsourcing, con un approccio open book, e condivisione dei segnali di mercato e delle scelte operative.

A livello di macro-scelte strategiche, accanto all’analisi critica del livello di servizio da fornire in futuro in base alle riflessioni contingenti (ad esempio alcune aziende hanno ridotto il numero di consegne per punto di destino per ridurre la frammentazione degli ordini), emerge la centralità della capacità di consegna in ambito urbano, non solo a livello di consegne a domicilio (l’e-commerce ha fatto il salto definitivo per il suo sviluppo in Italia con crescite superiori al 50%) ma anche a livello di singolo punto vendita con la riscoperta del valore dei negozi di prossimità (spesso utilizzati anche come punti di allestimento per le consegne in ambito urbano in una prospettiva di omnicanalità). La stessa logistica urbana, con origine e destinazione all’interno della città, sarà sempre più importante. Sempre in ambito trasporto, si osserva lo sviluppo dell’intermodalità strada-ferrovia, fondamentale per superare i blocchi nel trasporto fra paesi della Comunità Europea, oltre che per gestire in futuro l’attraversamento/l’approvvigionamento di nuove “zone rosse”. Da ultimo l’automazione di magazzino, ad oggi ancora poco sviluppata, sarà sempre più rilevante anche per favorire il lavoro in luoghi protetti e con minore concentrazione di persone.

Tempi di attraversamento alle “frontiere” fra gli Stati Europei (fonte: sixfold.com/covid-19)

In conclusione, anche per la logistica non si tratta semplicemente di tornare alla “normalità”, ma di trovare nuovi equilibri che ci permetteranno di affrontare non solo questa sfida ma quelle future, quali il rischio di una recessione economica e la necessità di una sempre maggiore attenzione al tema del cambiamento climatico.

 

Robot e veicoli a guida autonoma per innovare le PMI

 

 

Nuovo progetto del Politecnico di Milano per l’industria manifatturiera europea

L4MS Logistics for Manufacturing SMEs (le PMI italiane) è un progetto Horizon 2020 per l’innovazione delle piccole e medie imprese manifatturiere europee. Grazie ai robot, utilizzati come veicoli autonomi, il progetto fornisce le soluzioni per automatizzare e digitalizzare la logistica interna all’azienda, con l’obiettivo di ridurre tempi e costi di installazione fino a un fattore stimato pari a 10. Ciò consentirà l’implementazione economica di soluzioni logistiche piccole e flessibili, che non richiedono modifiche dell’infrastruttura, fermi di produzione e competenze interne.

Le soluzioni di L4MS si basano su una infrastruttura informativa denominata OPIL (Open Platform for Innovation in Logistics), la cui implementazione rende possibile la sostituzione, con un tempo di installazione molto breve, delle classiche attrezzature logistiche (muletti, transpallet, ecc.) con robot mobili più flessibili, gli AGV (Automated Guided Vehicles).

L’adozione dell’infrastruttura OPIL permette di sfruttare il paradigma IoT (Internet of Things) per abilitare la comunicazione tra i diversi elementi della fabbrica (macchinari, robot, programma di pianificazione, ecc.), creando un sistema logistico flessibile e reattivo, nonché facilmente riconfigurabile, incontrando le esigenze dell’attuale mondo produttivo, molto incentrato nella personalizzazione del prodotto.

L4MS è un’unica struttura che fornisce alle aziende, oltre alle soluzioni tecnologiche e il supporto necessario per implementarle nelle proprie realtà, anche il trasferimento delle competenze tecniche necessarie per gestire le nuove tecnologie, nonché consulenza sul modello di business e l’accesso ai finanziamenti europei tramite l’innovativo meccanismo delle Open Call dei progetti H2020.

Uno dei modi per accedere all’offerta di L4MS è di presentare il proprio caso studio durante la fase di Open Call del progetto. I candidati con il maggior potenziale di innovazione avranno la possibilità di accesso a vari servizi, tra cui: matchmaking con integratori di sistemi e produttori di robot mobili, finanziamento fino a € 250.000, ambiente di test all’avanguardia, tutoraggio per modelli di business e servizi innovativi, esperti di tecnologia per l’adozione delle più recenti soluzioni di automazione logistica, formazione per il potenziamento del nuovo modello di business basato sulle tecnologie avanzate in ambito robot per la logistica industriale.

La call per il bando si aprirà il 1 settembre 2019 e si chiuderà il 30 novembre 2019.

Per maggiori informazioni e per partecipare al bando consultare il sito: https://www.l4ms.eu/l4ms/#/home