Trasformare le catene di valore agroalimentari: il Modello di Innovazione Sostenibile Ploutos

 

Dopo tre anni di intenso lavoro, nel settembre 2023 si è concluso con successo il progetto Ploutos, finanziato nell’ambito del programma Horizon 2020.

 

L’iniziativa, pensata per riequilibrare la catena del valore agroalimentare, ha rivolto particolare attenzione a favorire la transizione verso sistemi più sostenibili.

Al cuore del progetto l’obiettivo di sviluppare un Modello di Innovazione Sostenibile (MIS) che adotti un approccio sistemico al settore agroalimentare facendo leva su tre ambiti chiave di innovazione: innovazione dei modelli di business in ottica collaborativa e sostenibile, innovazione tecnologica guidata dai dati e innovazione comportamentale.

Per passare dalla teoria alla pratica, sono stati sviluppati 11 progetti pilota rappresentativi di ecosistemi diversi in 13 Paesi differenti. Adottando un approccio multi-attore, questi progetti hanno coinvolto diversi stakeholder per implementare, testare e valutare nuove soluzioni e metodologie innovative, tra cui il MIS. Grazie alla sperimentazione è stato possibile ricavare una serie di raccomandazioni pratiche e di insegnamenti per favorire una continua trasformazione dei sistemi agroalimentari.

Il MIS Ploutos è stato sviluppato da un team di ricercatori del Food Sustainability Lab della School of Management del Politecnico di Milano, guidato dalla Prof.ssa Raffaella Cagliano. La versione iniziale del Modello è stata ideata nelle prime fasi del progetto sulla base di teorie e studi tratti della letteratura accademica e grigia, che sono stati valutati insieme a un gruppo di esperti (rappresentanti del settore agroalimentare, delle università e dei centri di ricerca e delle organizzazioni governative). Questa versione preliminare è stata poi migliorata attraverso un ciclo iterativo basato su applicazione, valutazione e continuo perfezionamento del modello, condotto in stretta collaborazione con i rappresentanti dei progetti pilota e gli esperti del settore. Inoltre, è stata sviluppata una serie di raccomandazioni e di strumenti pratici che rendono facilmente replicabile l’applicazione del MIS.

Secondo il MIS Ploutos, il processo di innovazione nel settore agroalimentare inizia con la fase di formazione ed è innescato da una combinazione di spinte dal settore (p. es. le politiche agricole e ambientali), di richieste che provengono dal mercato (p. es. i cambiamenti nelle preferenze dei consumatori) e da una maggiore offerta tecnologica (p. es. l’introduzione di tecnologie agroalimentari più sostenibili).

Il processo vero e proprio inizia quando più attori si riuniscono e convergono su una missione comune. Durante questa fase si sviluppa una comprensione iniziale dei cambiamenti necessari in termini di modelli di business, tecnologie e comportamenti. L’integrazione dei tre ambiti di innovazione assume un’importanza fondamentale, poiché la sostenibilità è un problema sistemico che non può essere affrontato con approcci settoriali.

La seconda fase del processo di innovazione, denominata valutazione delle condizioni iniziali, richiede di definire chiare priorità di sostenibilità, di individuare indicatori di prestazione rilevanti per la loro misura e di valutare le prestazioni iniziali.

Concentrandosi sul fulcro del processo, la fase di innovazione, il MIS suggerisce di seguire una sequenza iterativa di “comprensione – definizione – ideazione – prototipazione – valutazione” delle innovazioni, che deve essere eseguita per ciascun ambito di innovazione. Si dovrebbe partire dal modello di business e sviluppare una versione preliminare che fornisca risposte chiare a domande quali: “Come le risorse contribuiscono a generare valore?”, “In che modo i prodotti o i servizi realizzati soddisfano le esigenze dei clienti e aiutano a rispondere alle sfide della società?”, “Chi sono i partner e i collaboratori chiave per la creazione di valore?”.

Una volta ideato un modello di business promettente, è possibile destinare le risorse all’innovazione tecnologica. Gli aspetti chiave delle innovazioni tecnologiche per il settore agroalimentare includono la condivisione dei dati (assicurandosi che i dati non siano utilizzati contro gli agricoltori), l’interoperabilità (la possibilità di collegare sensori, database e sistemi informativi diversi) e l’utilizzo congiunto di diverse tecnologie, come i sistemi di tracciabilità e le piattaforme per il calcolo dei crediti di carbonio che permettono di avere accesso a fonti di reddito aggiuntive.

Il nuovo modello di business e l’innovazione tecnologica daranno poi il via a interventi comportamentali per garantire un’effettiva diffusione delle soluzioni sviluppate. Le innovazioni comportamentali possono avere obiettivi molto diversi che vanno dal una maggior livello di adozione della tecnologia alla responsabilizzazione dei consumatori, fino alla creazione di ecosistemi resilienti.

Le soluzioni sviluppate in ciascun ambito di innovazione vengono poi migliorate e messe a punto attraverso cicli iterativi fino al completamento del processo di innovazione.

L’ultima fase del MIS consiste nella valutazione finale, che permette di valutare il contributo delle innovazioni proposte al raggiungimento delle priorità di sostenibilità che erano state definite in precedenza.

Il MIS Ploutos è stato seguito da tutti gli 11 progetti pilota e ha permesso di raggiungere o addirittura superare la maggior parte degli obiettivi prefissati, dimostrando di essere un modello efficace e facile da applicare per un ampio spettro di innovazioni per la filiera agroalimentare.

SER Social Energy Renovations

Al via il progetto H2020 per finanziare l’edilizia sostenibile nel terzo settore

 

Finanziare ristrutturazioni edilizie sostenibili nel Terzo Settore grazie a uno strumento innovativo che consentirà di accelerare la transizione ecologica e contrastare la povertà energetica. È l’obiettivo del progetto europeo SER-Social Energy Renovations, cui partecipano, per il nostro Paese, CGM Finance,  la School of Management del Politecnico di MilanoENEA e Fratello Sole, società consortile di enti no profit impegnata nel contrasto alla povertà energetica;  gli altri partner sono la società spagnola GNE Finance, capofila del progetto, Secours Catholique-Caritas France e la filiale bulgara della società Econoler.

Il progetto, finanziato nell’ambito del programma Horizon 2020, si sviluppa sull’arco di tre anni, nei quali verrà ideato e sviluppato un meccanismo di de-risking per ridurre il rischio associato ai finanziamenti e consentire l’accesso al credito anche a soggetti con capacità economica limitata. Il  meccanismo includerà l’analisi e la standardizzazione tecnica del processo di definizione degli interventi di efficientamento energetico degli immobili.

I progetti saranno aggregati e sottoposti a valutazione dell’impatto sociale per poi essere finanziati, consentendo agli investitori di accedere a investimenti sicuri, efficaci, in linea con i criteri ESG; e alle imprese sociali di effettuare ristrutturazioni green a prezzi accessibili, con l’assistenza tecnica necessaria.

ENEA e Fratello Sole coinvolgeranno gli enti del Terzo Settore e selezioneranno gli edifici dedicati ad attività no profit sui quali intervenire con le ristrutturazioni edilizie energicamente efficienti e sostenibili. I lavori di riqualificazione energetica saranno a cura di Fratello Sole Energie Solidali – ESConata dalla joint venture tra Fratello Sole Scarl e Iren Energia.

Nell’ambito del progetto, la School of Management identificherà gli indicatori di valutazione e analizzerà l’impatto sociale dei progetti finanziati.

“La questione della valutazione dell’impatto sociale è tanto attuale quanto com­plessa, e da argomento di interesse di pochi è diventato ormai parte integrante della strategia imprenditoriale e tema essenziale della finanza”, sottolinea il professor Mario Calderini, Professore di Social Innovation del Dipartimento di Ingegneria Gestionale.
E aggiunge: “Con questo progetto si vuole valorizzare non solo l’impatto ambientale generato dagli interventi di efficientamento energetico degli immobili, ma anche quello sociale generato dalle organizzazioni del Terzo Settore che grazie ai benefici di questo intervento saranno in grado di offrire maggiori servizi.”

Infine, Secours Catholique-Caritas France insieme alla filiale bulgara della società di consulenza sull’efficienza energetica Econoler esploreranno la replicabilità dello strumento in altri Paesi europei.

Al via il progetto TREASURE

Nuove opportunità di test di nuove tecnologie per rendere il settore automotive più circolare

 

Ha preso il via il 1° giugno 2021 il progetto TREASURE (leading the TRansion of the European Automotive SUpply chain towards a circulaR futurE), coordinato da Sergio Terzi e da Paolo Rosa del Dipartimento di Ingegneria Gestionale della School of Management.
TREASURE è un’Azione di Ricerca e Innovazione co-finanziata dalla Commissione Europea con il programma H2020, il cui scopo è offrire nuove opportunità di test di nuove tecnologie per rendere il settore automotive più circolare.

I principali obiettivi sono:

  1. garantire uso sostenibile delle materie prime nel settore automotive riducendo i rischi legati agli approvvigionamenti;
  2. applicare in pratica il paradigma dell’economia circolare nel settore automotive, agendo come dimostratori per il macrosettore manifatturiero;
  3. offrire delle prestazioni economiche, ambientali e sociali migliori relative ai veicoli per tutti gli utenti;
  4. creare nuove supply chain intorno ai veicoli fuori uso, focalizzandosi sull’uso circolare delle materie prime.

In tal modo, TREASURE supporterà concretamente le aziende del settore automotive, dimostrando in pratica i benefici ottenibili dall’applicazione del paradigma dell’economia circolare, sia da un punto di vista del business e delle supply chain che da quello tecnologico e della sostenibilità, attraverso l’adozione delle tecnologie di Industria 4.0 nei processi di gestione dei veicoli fuori uso e dei loro componenti.

I principali risultati attesi includono:

  1. lo sviluppo di uno strumento basato sull’intelligenza artificiale per l’analisi e il confronto di possibili supply chain circolari nel settore automotive;
  2. la realizzazione di una serie di casi di successo per gli attori chiave nella gestione dei veicoli a fine vita, quali demolitori auto, impianti di macinazione rottami, riciclatori di materie prime e costruttori di veicoli;
  3. l’integrazione di tecnologie abilitanti chiave per la progettazione, disassemblaggio e riciclo efficiente e sostenibile delle componenti elettroniche delle auto.

Partner del progetto, coordinato dal Politecnico di Milano, sono: il centro di ricerca olandese TNO, l’Università spagnola di Saragozza, la scuola universitaria professionale della Svizzera italiana, l’Università degli Studi dell’Aquila, la società di consulenza olandese Material Recycling and Sustainability B.V., la società estone sugli studi sociali Edgeryders OU, la società lituana produttrice di schermi LCD EUROLCDS SIA, la società spagnola produttrice di componenti auto Walter Pack SL, la società di demolizione veicoli Pollini Lorenzo e Figli Srl, il principale costruttore di auto spagnolo SEAT SA, la società di sviluppo software TXT E-Solutions Spa, la società spagnola di riciclo rottami metallici Industrias Lopez Soriano SA, l’ente nazionale italiano di unificazione ed il cluster automotive francese NEXTMOVE.

Nuova vita ai rifiuti elettronici grazie all’economia circolare

Un esempio virtuoso di economia circolare esito del progetto Horizon2020 FENIX di cui è partner il Politecnico di Milano.

 

Come una fenice che rinasce dalle proprie ceneri, il progetto FENIX è riuscito nell’intento di dare nuova vita ai rifiuti elettronici, che diventano così materia prima per prodotti ecocompatibili come nuovi filamenti metallici per la stampa 3D, polveri metalliche green per la manifattura additiva e gioielli sostenibili stampati in 3D.

Il Progetto Horizon 2020 FENIX, di cui il Politecnico di Milano è partner, si è concluso dopo 40 mesi di lavoro e ha raggiunto l’obiettivo di sviluppare nuovi modelli di business e strategie industriali in un’ottica di economia circolare.

In particolare il Laboratorio Industry 4.0 del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano ha implementato una stazione automatizzata per il disassemblaggio di schede elettroniche di cellulari grazie ai collaborative-robot (cobot) che sono tra le soluzioni di automazione più avanzate in termini di tecnologia robotica, in quanto garantiscono flessibilità operativa consentendo interazione con l’ambiente circostante e con gli operatori con cui condividono le mansioni.

Il cobot, tramite un processo semiautomatizzato, riesce a dissaldare i componenti elettronici di una scheda e a salvaguardarne le caratteristiche chimiche: sfruttando un flusso di aria calda scioglie lo stagno che lega i componenti in modo che questi possano essere staccati e gestiti separatamente dalla scheda.

Grazie alla filiera circolare istituita dal consorzio che aderisce al progetto, le schede elettroniche disassemblate dal Politecnico di Milano sono trattate dall’Università dell’Aquila, che recupera dalle schede e dalle componenti elettroniche alcuni materiali puri (quali rame, stagno, oro, argento e platino). Rame e stagno vengono successivamente trasformati sia in polveri metalliche (dall’azienda MBN Nanomaterialia Spa di Treviso) che in filamenti adatti alla stampa 3D (congiuntamente dalle aziende MBN Nanomaterialia Spa, e dalle aziende I3DU e 3DHUB di Atene – Grecia), entrambi testati successivamente dal centro di ricerca Fundaciò CIM di Barcellona – Spagna. I metalli preziosi vengono invece utilizzati dalle aziende I3DU e 3DHUB di Atene – Grecia per la creazione di gioielli ecocompatibili. Questi gioielli realizzati e messi in vendita attraverso il consorzio possono anche essere personalizzati attraverso un servizio di scansione 3D ed assumere le forme di oggetti o visi di persone.

L’auspicio è che al termine del progetto, i modelli di business pensati e testati da FENIX siano replicabili da parte di altri soggetti esterni, al fine di promuovere la creazione di nuove filiere circolari.

Segnaliamo inoltre che due dei risultati sviluppati dal team del Politecnico di Milano coinvolto nel progetto FENIX sono stati citati dall’EU Innovation radar e che un articolo scritto dal team ha ricevuto un riconoscimento dalla casa editrice Taylor & Francis ed appare sul sito dell’ International Journal of Production Research come top cited article. Clicca qui per leggere l’articolo.

Fonte: https://www.polimi.it/pressroom/comunicatistampa/

Per maggiori info sul progetto: http://www.fenix-project.eu/
Link video youtube: https://www.youtube.com/channel/UCEg3DZSWyo62lSaMg7xxZrg

La sfida della circolarità nelle filiere estese

In Europa cresce la consapevolezza circa l’impatto ambientale dei prodotti e dei processi e quindi aumenta l’importanza dell’adozione di utilizzi sostenibili delle risorse, motivo per il quale il paradigma dell’economia circolare sta ottenendo sempre più successo.

Partendo da questa riflessione, il Progetto Horizon 2020 FENIX, di cui il Politecnico di Milano è partner, si è posto come obiettivo principale quello di sviluppare nuovi modelli di business e strategie industriali atti ad abilitare prodotti e servizi che abbiano un valore aggiunto in termini di circolarità.
Sono tre gli impianti pilota che verranno implementati grazie allo sviluppo di processi sostenibili per il trattamento congiunto di diversi tipi di rifiuti elettronici (circuiti stampati):

1) Un impianto pilota modulare, multi-materiale e riconfigurabile che produce polveri metalliche per la stampa 3D.
2) Un impianto pilota modulare, multi-materiale e riconfigurabile che produce gioielli stampati in 3D
3) Un impianto pilota modulare, multi-materiale e riconfigurabile che produce filamenti avanzati per la stampa 3D.

Tutti e tre gli impianti pilota saranno progettati in modo tale da poter ospitare e sfruttare appieno le soluzioni di industria 4.0 rappresentate da sensori intelligenti in grado di inviare dati in tempo reale ed online attraverso siti appositi sviluppati in FENIX.

Ciò migliorerà la condivisione delle capacità produttive tra i vari partecipanti alle catene di approvvigionamento di settori molto diversi, favorendo il coinvolgimento degli utenti finali (sia privati che aziende) nei processi industriali e la fornitura di nuovi servizi alle imprese per il monitoraggio ed il controllo degli impianti.

Il ruolo scientifico del Dipartimento di Ingegneria Gestionale è molteplice. In primo luogo lo studio dei nuovi modelli di business circolari che possano sfruttare gli impianti pilota sviluppati nel progetto FENIX. In secondo luogo, si vuole analizzare come l’impiego delle tecnologie di Industria 4.0 possa supportare i processi circolari, in particolare quelli legati al disassemblaggio delle schede elettroniche. In ultima istanza il Dipartimento di Ingegneria Gestionale è responsabile della disseminazione e comunicazione dell’intero progetto FENIX e della gestione dei diritti di proprietà intellettuale.

Fra le iniziative promosse dal Dipartimento, è stata avviata una raccolta di vecchi cellulari e smartphone usati che verranno smontati nel laboratorio Industria 4.0 allo scopo di recuperare componenti elettronici, tramite processi chimici green, che possano essere utilizzati sotto forma di polveri e filamenti nella stampa 3D.

Il secondo obiettivo di FENIX è la promozione di una serie di storie di successo provenienti dall’applicazione dei principi dell’economia circolare in diversi settori industriali: in questo modo FENIX dimostrerà con esempi concreti come l’adozione dei principi dell’economia circolare possa consentire la creazione di catene di approvvigionamento più sostenibili, aumentando la qualità, il valore di mercato e lo sfruttamento alternativo dei materiali secondari.

Il terzo obiettivo di FENIX è l’integrazione delle Tecnologie Abilitanti Fondamentali (Key Enabling Technologies – KETs) per il recupero efficiente delle risorse secondarie. FENIX supporterà l’integrazione di diverse KETs all’interno di un unico impianto industriale.

FENIX prenderà in considerazione tre tipi di KET:
1) Sistemi di produzione avanzati: un ampio numero di sensori sarà incorporato in ciascun modulo che costituisce l’impianto pilota FENIX.
2) Biotecnologie industriali: sin dalle prime fasi, FENIX ha tenuto conto dello sfruttamento della biometallurgia per il recupero sostenibile di materiali da diversi tipi di rifiuti.
3) Nanotecnologie: questo tipo di tecnologia dei materiali consente di migliorare le proprietà meccaniche dei materiali, nonché la conducibilità termica ed elettrica e le proprietà funzionali.

 

FENIX (Future business models for the Efficient recovery of Natural and Industrial secondary resources in eXtended supply chain contexts)

Le medie imprese ad alta crescita in Europa: il dataset RISIS-Cheetah

 

Oltre 42 mila medie imprese ad alta crescita in 30 paesi europei: sono le ‘Cheetah firms’, mappate grazie al dataset RISIS-Cheetah sviluppato dai ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Gestionale, in collaborazione con l’Università del Sussex.

Il 24 Ottobre, a Bruxelles, si è tenuto il primo Policy meeting del progetto RISIS2, focalizzato sulle prime evidenze empiriche derivanti dal dataset RISIS-Cheetah e sulla rilevanza politica di questa categoria di imprese. RISIS2 è un progetto finanziato nell’ambito del programma Horizon 2020, e ha l’obiettivo di fornire un’infrastruttura di ricerca Europea per supportare lo sviluppo di nuovi dataset e di indicatori.

La discussione sulle ‘Cheetah firms’ è stata guidata da Massimiliano Guerini, professore della School of Management, e da Roberto Camerani, ricercatore dell’Università del Sussex. “Le Cheetah firms sono imprese di medie dimensioni che hanno registrato una crescita eccezionale. Queste imprese possono svolgere un ruolo chiave per favorire la crescita economica e la creazione di nuovi posti di lavoro”, commenta Guerini. “Con il progetto RISIS siamo ora in grado di studiarle e di comprendere meglio i loro driver di crescita“.

Le imprese ad alta crescita hanno ricevuto notevole attenzione da parte di studiosi, accademici e policy makers, dal momento che giocano un ruolo cruciale per la creazione di nuovi posti di lavoro. Ad esempio, è noto che la maggior parte delle imprese non registra performance di crescita elevata e che, se questo avviene, i fattori alla base del processo di crescita sono difficili da prevedere. Inoltre, si sa che tassi di crescita sostenuti tendono a non persistere nel tempo.

Ciononostante, l’evidenza empirica disponibile tende a concentrarsi su imprese di piccole dimensioni, start-up o su imprese di grandi dimensioni, mentre la dinamica di crescita delle imprese di media dimensione è poco nota. Eppure, le medie imprese possono fornire un contributo significativo per sostenere l’espansione occupazionale dell’economia europea.

L’evento aveva come obiettivo discutere il ruolo cruciale rivestito dalle ‘Cheetah firms’ nella creazione di posti di lavoro, con l’idea di fornire nuovi spunti di riflessione per lo sviluppo di politiche a supporto della crescita, presentando i risultati principali ottenuti tramite il dataset RISIS-Cheetah, in particolare sulla distribuzione geografica, sulla specializzazione settoriale e sui processi di agglomerazione che caratterizzano le medie imprese europee ad alta crescita, rispetto alle altre medie imprese europee che non hanno sperimentato la stessa performance di crescita elevata.

Robot e veicoli a guida autonoma per innovare le PMI

 

 

Nuovo progetto del Politecnico di Milano per l’industria manifatturiera europea

L4MS Logistics for Manufacturing SMEs (le PMI italiane) è un progetto Horizon 2020 per l’innovazione delle piccole e medie imprese manifatturiere europee. Grazie ai robot, utilizzati come veicoli autonomi, il progetto fornisce le soluzioni per automatizzare e digitalizzare la logistica interna all’azienda, con l’obiettivo di ridurre tempi e costi di installazione fino a un fattore stimato pari a 10. Ciò consentirà l’implementazione economica di soluzioni logistiche piccole e flessibili, che non richiedono modifiche dell’infrastruttura, fermi di produzione e competenze interne.

Le soluzioni di L4MS si basano su una infrastruttura informativa denominata OPIL (Open Platform for Innovation in Logistics), la cui implementazione rende possibile la sostituzione, con un tempo di installazione molto breve, delle classiche attrezzature logistiche (muletti, transpallet, ecc.) con robot mobili più flessibili, gli AGV (Automated Guided Vehicles).

L’adozione dell’infrastruttura OPIL permette di sfruttare il paradigma IoT (Internet of Things) per abilitare la comunicazione tra i diversi elementi della fabbrica (macchinari, robot, programma di pianificazione, ecc.), creando un sistema logistico flessibile e reattivo, nonché facilmente riconfigurabile, incontrando le esigenze dell’attuale mondo produttivo, molto incentrato nella personalizzazione del prodotto.

L4MS è un’unica struttura che fornisce alle aziende, oltre alle soluzioni tecnologiche e il supporto necessario per implementarle nelle proprie realtà, anche il trasferimento delle competenze tecniche necessarie per gestire le nuove tecnologie, nonché consulenza sul modello di business e l’accesso ai finanziamenti europei tramite l’innovativo meccanismo delle Open Call dei progetti H2020.

Uno dei modi per accedere all’offerta di L4MS è di presentare il proprio caso studio durante la fase di Open Call del progetto. I candidati con il maggior potenziale di innovazione avranno la possibilità di accesso a vari servizi, tra cui: matchmaking con integratori di sistemi e produttori di robot mobili, finanziamento fino a € 250.000, ambiente di test all’avanguardia, tutoraggio per modelli di business e servizi innovativi, esperti di tecnologia per l’adozione delle più recenti soluzioni di automazione logistica, formazione per il potenziamento del nuovo modello di business basato sulle tecnologie avanzate in ambito robot per la logistica industriale.

La call per il bando si aprirà il 1 settembre 2019 e si chiuderà il 30 novembre 2019.

Per maggiori informazioni e per partecipare al bando consultare il sito: https://www.l4ms.eu/l4ms/#/home