«Hostmate: così al MIP è nata la nostra startup»

La storia di questa società che opera nel mercato degli affitti brevi, nata tra i banchi del MIP. Ce la racconta uno dei suoi fondatori, Felipe Aguilera, alumnus MBA, che illustra opportunità e sfide e offre qualche consiglio a chi sta per intraprendere il percorso del master.

Le buone idee, da sole, non bastano. Devono essere studiate, approfondite, discusse, difese. È il modo migliore per tirare fuori il loro vero potenziale: «D’altra parte, se un’idea nasce perfetta, vuol dire che non è abbastanza innovativa», afferma Felipe Aguilera, alumnus del Master in Business Administration del MIP e tra i fondatori di Hostmate, startup innovativa con sede a Milano che opera nel mercato degli affitti brevi. «Gestiamo ogni aspetto del servizio, dalla messa online dell’immobile alla pulizia degli appartamenti, passando attraverso l’adempimento della parte compliance, l’accoglienza degli ospiti e la manutenzione».

Competenze trasversali per un servizio unico

Come spesso accade, Hostmate nasce da un brainstorming: «Circa tre anni fa, insieme ad alcuni amici e colleghi ci siamo messi a discutere sui cosiddetti megatrend del mercato immobiliare. Tra questi spiccava l’home sharing», racconta Felipe. «E così abbiamo dato vita a Hostmate. Attualmente operiamo soprattutto a Milano, ma piano piano ci stiamo espandendo verso Torino e Venezia. Roma e Firenze saranno le nostre prossime grandi sfide. Ci teniamo a distinguerci dai nostri competitor e a offrire un servizio unico». Le variabili da gestire sono molte e richiedono un variegato ventaglio di professionalità: «Per questo, al team si sono uniti altri due alumni del MIP: Virginia Soana, attualmente business manager, e Amr Aladl, operations strategy advisor. Due profili con background accademici molto diversi, in giurisprudenza e in ingegneria. Ma la complessità del business lo richiede», spiega Felipe. «Il nostro obiettivo primario è offrire una customer experience di alto livello, che per noi è uno dei parametri più importanti. Il cliente deve essere soddisfatto: è la migliore garanzia per il successo del nostro business. Ma per rispondere alle sue esigenze, dobbiamo conoscere il business in ogni sfaccettatura».

Tra burocrazia e innovazione

Anche il contesto operativo assume la sua rilevanza. «L’Italia offre due vantaggi fondamentali per il mercato degli affitti brevi: la diffusione delle abitazioni di proprietà e grandi volumi turistici. D’altra parte, però, troviamo una forte resistenza al cambiamento, senza dimenticarsi dell’aspetto burocratico e amministrativo: è davvero sfidante districarsi tra le varie pratiche», spiega Felipe. Per fortuna, però, questi limiti sono compensati «dalla grande disponibilità di talenti e di giovani, e meno giovani, che hanno il desiderio di innovare, cambiare le regole, combattere la paura del nuovo».

Un master che insegna a fare

Caratteristiche che, poi, hanno contraddistinto l’esperienza di Felipe al MIP. «La mia formazione precedente era nell’ambito della finanza, ma sentivo il bisogno di approfondire le basi della logistica, delle operations, dell’innovazione in generale. Soprattutto, di un master che mi portasse a “fare”, oltre che a “imparare”. L’MBA ha risposto in pieno alle mie aspettative. Abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con professori che hanno condiviso ottime linee guida per la definizione di modelli di business, operativi e organizzativi “agili”, in grado di sopravvivere ad ambienti incerti e in continua evoluzione, come quello in cui viviamo oggi. Allo stesso modo, la comunicazione aperta e il costante scambio di esperienze con i miei colleghi hanno favorito la proliferazione e il miglioramento di idee che poi si sono concretizzate in progetti reali. Hostmate è uno di questi». Infine, un consiglio a chi sta per intraprendere questo percorso: «Bisogna prepararsi a un periodo intenso di studio e di pratica, e non dimenticare che gran parte del valore dell’MBA nascerà proprio dal confronto con i colleghi, come quello tra me, Amr e Virginia, e i professori. Quindi alzate la voce e alzate la mano».

Una risposta alle sfide Covid-19

Nonostante la pandemia del Covid-19 abbia impattato notevolmente il settore dell’hospitality, Hostmate e il suo team hanno saputo reagire. «Abbiamo deciso di approfittare di questo particolare frangente per accelerare alcuni importanti progetti inclusi nel piano strategico, in particolare, Hostmate Strutture Ricettive e Hostmate Centro Affitti» afferma Felipe «Il primo progetto, ad esempio, punta ad aiutare le strutture ricettive meno digitali , inserendo e gestendo la propria struttura nelle principali piattaforme virtuali di prenotazione e aiutandoli nella comunicazione con i propri ospiti». Rispetto al futuro del settore, l’alumnus commenta invece così «Ci aspettiamo lato inquilini e ospiti una maggiore attenzione a tematiche igienico-sanitarie nonché un incremento nell’utilizzo dei canali digitali per la prenotazione, comunicazione e pagamento dei servizi, ma saremo pronti ad affrontare le nuove sfide».

Quali sono le differenze tra un MBA e un Executive MBA?

differenza MBA ed Executive MBA

 

I diversi master proposti dalla School of Management del Politecnico di Milano si differenziano per la seniority dei partecipanti (e quindi anche per l’approccio didattico). Ma l’obiettivo è sempre lo stesso: formare degli autentici leader aziendali

 

Gli Executive MBA e gli MBA della School of Management del Politecnico di Milano sono dei master intensivi con un focus specifico sui temi di general management. Il loro obiettivo principale è lo stesso: sviluppare una figura che possa diventare un leader d’azienda grazie a estese competenze manageriali. La differenza sostanziale tra un Executive MBA e un MBA riguarda invece la seniority delle persone che li frequentano. Un MBA è rivolto a studenti e neolaureati che abbiano tra i tre e i cinque anni di esperienza, mentre un Executive MBA è rivolto a chi ha una seniority superiore a cinque anni, e cioè ai manager e ai professionisti che vogliono migliorare la carriera professionale in azienda.

 

Neolaureato o manager esperto? A ognuno il suo master in Business Administration

Antonella Moretto, Vice direttore dell’area MBA & EMBA, spiega che, in realtà, negli Executive MBA la seniority può essere anche di molto superiore. «L’aula di un corso Executive vede presenti in media persone con 13-14 anni di esperienza. Questo influisce sulla tipologia dell’approccio didattico: poiché si confrontano tra di loro individui con una grande esperienza, l’obiettivo non è solo trasferire nozioni, ma anche lavorare molto sul brainstorming all’interno dell’aula, sulle opportunità di confronto, sull’eterogeneità. La competenza stessa degli iscritti è una risorsa che viene sfruttata».
Il livello dei partecipanti è quindi molto elevato: si imparano a leggere i macrotrend in atto nelle imprese e negli scenari internazionali, così che i profili manageriali possano diventare decision maker più efficaci.

 

I docenti sono manager di grande esperienza

Un’altra differenza riguarda le personalità coinvolte in aula. Negli MBA e negli Executive MBA alle lezioni tradizionali si affiancano attività che ricadono nell’ambito del learning by expert e del learning by doing. «Negli Executive MBA vengono coinvolti in veste di docenti persone che occupano ruoli apicali nelle imprese, come amministratori delegati e direttori generali» illustra Moretto. «Si tratta di leader riconosciuti, con soft skill particolarmente sviluppate. Si ha così la possibilità di costruire un network di valore imparando da persone di riconosciuta fama».
Analogo, ma differente, il percorso MBA. «Il principio è lo stesso, ma i profili manageriali coinvolti sono più giovani» continua Moretto. «La loro esperienza può essere un boost per l’aula, in modo da far comprendere come si può raggiungere quell’obiettivo. Negli MBA, inoltre, l’apprendimento passa anche dal role play: gli studenti possono calarsi in situazioni simulate che presentano problemi complessi che nella propria realtà operativa quotidiana non hanno ancora avuto modo di affrontare».

 

Un solo obiettivo: formare leader d’azienda

Al netto di questi due aspetti, i temi affrontati e gli obiettivi sono i medesimi. «MBA ed Executive MBA toccano tutte le tematiche specifiche sul funzionamento dell’impresa. Si vanno a conoscere tutti i processi e le diverse funzioni. L’obiettivo è comprendere come lavora l’impresa, come funziona all’interno e all’esterno, quali sono le principali decisioni manageriali da assumere» spiega Moretto. «In entrambi i corsi le tematiche affrontate partono da basi di economia aziendale, temi di organizzazione, gestione dell’innovazione, gestione dei processi, project management, strategia e finanza. L’obiettivo non è creare uno specialista su un determinato tema; al contrario, si vuole creare una figura che abbia la capacità di diventare un leader e un manager dell’azienda, che sappia leggere la totalità dell’impresa, che sappia comprendere le dinamiche di tutte le funzioni e abbia un linguaggio trasversale. Così potrà comunicare efficacemente con qualsiasi stakeholder, con qualsiasi funzione, con qualunque attore interno o esterno all’azienda».

Quali competenze si acquisiscono in un MBA?

Competenze MBA

Dalla comprensione del contesto d’impresa alla gestione dei processi, passando per la pianificazione dell’innovazione e la capacità di lanciare una startup: dai master della School of Management del Politecnico escono i manager di domani

 

Gli scenari internazionali odierni offrono un panorama caratterizzato da grande competitività e trasformazioni incessanti. Una grande sfida per chi si è posto l’obiettivo professionale di diventare un manager capace ed efficiente. I Master MBA della School of Management del Politecnico di Milano vogliono formare persone desiderose di dare una svolta alla propria carriera, partendo da ciò che è più importante: le competenze.

 

Un master tra competenze hard e soft

È Riccardo Mangiaracina, Direttore dell’International Flex EMBA (i-FLEX), a spiegarci quali sono le competenze hard che si apprendono nei Master MBA: «Possiamo identificare quattro ambiti principali. Il primo riguarda il contesto entro il quale l’impresa opera; in altri termini, tutto ciò che è affine alle discipline macroeconomiche, che riguardino l’ambito nazionale o internazionale». Rimanendo in questo ambito, ma spostando la nostra attenzione verso l’attività d’impresa vera e propria e la gestione dei suoi processi tipici, «le hard skill sono quelle classiche: corporate finance, financial accounting e management accounting. Quest’ultima è la disciplina che prova a comprendere come misurare efficacemente le performance d’impresa. Infine, è fondamentale la capacità di definire il brainwork strategico dell’impresa».
Il secondo ambito è maggiormente legato alla gestione dell’attività, dei processi e delle persone. «Fondamentale è il people management, dove intervengono le soft skill, ma possiamo citare anche il marketing management, il supply chain management e l’operations management» spiega Mangiaracina. Ossia, dalle persone al marketing, passando per la comunicazione, gli acquisti, la pianificazione, la distribuzione.

 

Un master per i manager che vogliono innovare

Ambito altrettanto cruciale è quello che riguarda la pianificazione dell’innovazione e della trasformazione. Come spiega Mangiaracina, «è un tema tipicamente culturale. Il corso di innovation leadership approfondisce le strategie con cui l’innovazione è introdotta all’interno dell’impresa. La sfida consiste nel trasmettere alle persone che lavorano nell’organizzazione i benefici e i vantaggi legati al cambiamento, allontanando al contempo la paura di esso». Compito tutt’altro che semplice, ma fondamentale, quale che sia la forma dell’innovazione, incrementale o radicale. Il problema è sempre farla accettare.
«E poi ci sono errori che le aziende compiono spesso, e che vanno corretti, come l’errata convinzione che l’innovazione possa essere introdotta in piccoli ambiti, senza avere una visione complessiva. L’innovation strategy serve proprio a questo».
Strettamente legato a questo tema, prosegue Mangiaracina, è il product management: «Oggi i progetti sono particolarmente complessi e vanno gestiti, a maggior ragione quando si parla di innovazione. I progetti stravolgono l’impresa e la modellano. Per questo non si può prescindere da una metodologia rigorosa. Il nostro corso dà gli strumenti necessari per gestire i progetti complessi».

 

Un bravo manager è anche un bravo imprenditore

Concludiamo con uno sguardo al quarto ambito disciplinare dei Master MBA. «L’innovazione di cui abbiamo appena parlato può concretizzarsi sia dal punto di vista manageriale, che dal punto di vista imprenditoriale. Nel primo caso, è importante avere delle nozioni di design thinking, disciplina che indaga come portare attivamente idee innovative in un’organizzazione. Nel secondo caso, abbiamo organizzato dei veri e propri corsi che cercano di insegnare come lanciare una startup, come redigere un business plan e come cercare e conseguire delle fonti di finanziamento» conclude Mangiaracina.

 

 

Quali competenze si acquisiscono con un Executive MBA?

 

Per assumere decisioni occorrono pensiero critico e una solida conoscenza del proprio ambito. Senza dimenticare le capacità relazionali, che, nel lungo periodo, possono segnare la differenza tra un semplice manager e un vero leader del cambiamento

 

«Poche cose ci danno più soddisfazione degli alunni che, dopo aver frequentato uno dei nostri Executive MBA, a distanza di anni ci contattano per dirci quanto sono ancora attuali le competenze che hanno appreso in questo percorso». Parola di Antonella Moretto, Vice direttore dell’area MBA & EMBA della School of Management del Politecnico di Milano. «Chi sceglie di seguire un Executive MBA si aspetta molto. È rivolto a professionisti con un’elevata seniority, già inseriti nel mondo del lavoro e disposti a sacrificare una parte considerevole del proprio tempo. Si tratta quindi di un impegno importante, nonché di un vero e proprio investimento sul futuro. Per questo è fondamentale sviluppare competenze manageriali che possano essere sfruttate a lungo».

 

La prima competenza è il critical thinking

Ma prima ancora delle competenze, l’approccio didattico comune agli Executive MBA prevede lo sviluppo di una capacità primaria: tra le finalità del corso spicca il critical thinking. «Tutti i temi del master vengono affrontati da questa prospettiva – spiega Antonella Moretto –. Gli studenti imparano ad assumere decisioni in maniera consapevole, grazie a un approccio critico che permette di analizzare rapidamente le situazioni e risolvere così anche quelle più complesse». Questa è la base imprescindibile su cui poi poggiano le competenze vere e proprie: «Si va dall’analisi e dalla lettura dei processi aziendali, alla capacità di redigere un business plan, di leggere un bilancio, di comprendere le dinamiche di business, passando per la capacità di individuare i canali dove trovare investitori. Ma un aspetto particolarmente importante, dal nostro punto di vista, è la gestione dell’innovazione».
Negli scenari internazionali la competizione è ai massimi livelli, alimentata anche da una trasformazione digitale sempre più invasiva: diventa fondamentale saperla gestire e sfruttare. «L’innovazione va pianificata con attenzione. Non può essere implementata senza aver compreso a fondo le dinamiche attuali – avverte Moretto –. Solo sulla base di questa competenza si può andare a rivoluzionare i progetti, i prodotti, i business model attualmente presenti».

 

Le competenze soft di un manager competitivo

Non bisogna poi pensare che, essendo il Politecnico una scuola tecnica, le soft skill vengano trascurate a favore di quelle hard. Anzi. Il Future of jobs report, realizzato dal World Economic Forum nel 2018, mostra chiaramente come nel 2022 saranno proprio le competenze soft a essere le più richieste sul mercato del lavoro, specie in quelle aree caratterizzate da una spiccata fast growing economy.
Il MIP segue questa strada. «Noi abbiamo sempre creduto nelle hard skill e continuiamo a farlo – spiega il Vice direttore dell’area MBA & EMBA – ma è stato dimostrato che, nel lungo periodo, la differenza tra un manager e un vero leader del cambiamento all’interno della propria azienda è data proprio dalla capacità di sviluppare delle eccellenti soft skill».
Anche in questo ambito, le diramazioni delle competenze sono molteplici: «Si va dalla capacità di gestione di team multiculturali alla gestione di team in ambienti sempre più virtuali, passando per le capacità di leadership più tradizionali ma anche per quelle più emozionali. E ancora, il public speaking, il time management. Tutte competenze che un tempo venivano considerate un mero di più, mentre oggi sono considerate imprescindibili per chiunque voglia far crescere la propria carriera».

Fabio Sdogati: Le imprese tra stagnazione secolare, protezionismo Usa, Belt and Road cinese, Brexit

Evento Alumni

Siamo felici di annunciare i dettagli dell’atteso evento che vedrà protagonista il Prof. Fabio Sdogati.
“Le imprese tra stagnazione secolare, protezionismo Usa, Belt and Road cinese, Brexit” costituirà per tutta la Community un importante momento di riflessione tra memoria e attualità e chiuderà le celebrazioni per i 40 anni della Scuola.
Durante questa serata speciale, ripercorreremo insieme a tre Alumni alcuni momenti significativi per la vita della Scuola e della Community, per poi lasciare la parola a Fabio Sdogati che ci illustrerà il suo punto di vista sui temi d’attualità a lui più cari.

Agenda

17.00 – 17.30 Accoglienza ospiti
17:30 – 17.40 Introduzione a cura del Prof. Alessandro Perego
17.40 – 17.45 Introduzione a cura della Prof.ssa Cristina Rossi Lamastra
17.45 – 18.05 Interventi degli Alumni Chiara Mainolfi – Southern European Business Region Manager at APMG, Gianluca Ferranti – Co-Founder & CEO at Vivocha e Giorgio Fiammenghi – International Partner Manager at Antolini & Social Selling Trainer&Coach at Linkedin
18.05 – 18.55 Intervento del Prof. Fabio Sdogati
18.55 – 19.25 Q&A
19.25 – 19.30 Chiusura a cura del Prof. Andrea Sianesi
19.30 – 21.00 Aperitivo di Networking

L’evento sarà tenuto in italiano. L’evento è riservato alla Community degli Alumni e studenti della School of Management.

Inspirational EMBA Saturday

Sabato 28 settembre alle 10.30 ripartiranno gli appuntamenti con i Contemporary Tales. Durante questo primo evento incontreremo CEO, Professori, Executive Manager e Alumni EMBA che ci racconteranno come affrontano le loro sfide di business attraverso la gestione della complessità e del cambiamento.
Gli Alumni EMBA fondatori di BrightNet | Hub for Ideas condivideranno com’è nato il progetto che li ha portati a fondare l’associazione e introdurranno l’Inspirational CEO Panel in cui Emanuela Trentin CEO di Siram by Veolia, Dario Scaffardi CEO di Saras e Stefano Ricotti CEO di DALTER SPA si confronteranno sul tema “La Gestione della complessità e del cambiamento”.
Dopo un light lunch di networking, Mariano Corso, Full Professor di Leadership e Innovation alla School of Management del Politecnico di Milano, approfondirà il tema di Change Management con l’intervento e la testimonianza pratica di un altro CEO: Giorgio Ferraris CEO di Fine Foods & Pharmaceuticals.

Agenda:
  • 10:30: Registrazione e caffè di benvenuto
  • 11:00: Presentazione di BrightNet | Hub for Ideas e Intro della giornata
  • 11:15: Inspirational CEO Panel con Emanuela Trentin CEO di Siram by Veolia, Dario Scaffardi CEO di Saras e Stefano Ricotti, CEO di DALTER SPA
  • 12:30: Q&A
  • 13:00: Networking light lunch
  • 14:30: BrightNet | Hub for Ideas con Mariano Corso, Professore Ordinario di Leadership e Innovation del Politecnico di Milano e Giorgio Ferraris CEO di Fine Foods & Pharmaceuticals
  • 17:00: Chiusura lavori e saluti

L’evento è rivolto agli allievi dei master Executive MBA, agli Alumni della School of Management del Politecnico di Milano, ai membri di BrightNet e a tutti i professionisti interessati a partecipare.

Per registrarti, clicca qui.

Informazioni utili:

Quando: 28 settembre, ore 10.30
Dove: Aula Magna Carassa e Dadda, Building BL28, via Lambruschini 4, 20156 Milano