Al via la prima edizione del Master Fintech

 

Al MIP queste sono state le settimane dei kick off: studenti provenienti da tutto il mondo sono arrivati a Milano per prendere parte a uno dei Master Specialistici in partenza.

Tra le novità di questo anno accademico, c’è l’International Master in Fintech, Finance and Digital Innovation, sviluppato in partnership con i dipartimenti di Matematica, Ingegneria Gestionale, Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano. L’obiettivo è quello di analizzare la rivoluzione fintech, fornendo un’attenta analisi delle nuove tecnologie e delle loro applicazioni nel mondo finanziario.
L’offerta formativa si completa con nozioni IT e finanziarie – dalla gestione dei big data alla cybersecurity, dalla blockchain all’intelligenza artificiale – per poter fornire agli allievi tutti gli strumenti necessari per costruire modelli di business capaci di andare oltre le intermediazioni dei players tradizionali del settore.

Il Master Fintech – come consuetudine per il MIP – è sviluppato insieme alle aziende, al fine di formare dei professionisti con concrete possibilità di inserimento nel mondo del lavoro. Sostenitori di questa edizione sono Anima, Aviva, Banca IMI, Intesa Sanpaolo, Deloitte, Fabrick, IBM, MoneyFarm, Net Insurance e ZeroKM Finance, mentre AEGIS HCG, Accenture, OliverWyman e Unicredit interverranno in aula.

A riprova dello stretto legame con il mondo delle imprese, in occasione dell’avvio del Master, gli allievi hanno potuto incontrare Davide Roberto e Alessandra Tessari di Aegis Human Consulting Group, Antonio Castagna di ZeroKM Finance, Rossella Vignoletti di Net Insurance, Andrea Prampolini di Banca IMI, Giuseppe Camera di Intesa Sanpaolo e Roberto Villa e Cesare Baroni di IBM.

Con Epson e Re Mago, MIP Politecnico di Milano crea in Italia la prima Smart Classroom dedicata alla collaboration e pensata per favorire il brainstorming

Il MIP ha completato il processo di digitalizzazione delle proprie aule didattiche. Con l’utilizzo delle più moderne tecnologie di videoproiezione e di collaborazione è ora possibile condurre lezioni in maniera completamente interattiva e coinvolgente.

 

 

Il MIP, la scuola di management del Politecnico di Milano, ha completato il processo di digitalizzazione totale delle proprie aule didattiche e inaugura la prima Digital Classroom “speciale”, dedicata alla condivisione visuale delle informazioni ed al brainstorming. Con questa iniziativa si conferma ancora una volta il continuo e forte impegno nell’utilizzare le possibilità offerte dai più moderni strumenti digitali per offrire la migliore esperienza di apprendimento.

Come le altre 13 già attrezzate con strumenti analoghi nel Campus Bovisa, a Milano, l’aula utilizza la più innovativa soluzione tecnologica messa a punto da Epson in partnership con Re Mago Ltd., società inglese che si è affidata ad un team di sviluppo in buona parte italiano e che ha sviluppato un software per visual collaboration e brainstorming, ideale per Smart Classroom e Smart Working. Il software permette di condividere, annotare e presentare contenuti digitali (testi, suoni, immagini, video, link) ed informazioni in tempo reale da qualsiasi dispositivo PC o Mobile presente in aula o collegato da remoto. Tutte queste attività vengono svolte in maniera semplice ed intuitiva, grazie all’interfaccia utente del software, studiato e messo a punto in modo da poter essere immediatamente utilizzato anche dalle persone meno amanti della tecnologia.

Otto videoproiettori interattivi laser Epson EB-710Ui, disposti a coppie sulle quattro pareti dell’aula, le trasformano in altrettante aree di lavoro condivise, dove docente e allievi posso scrivere, condividere, annotare e modificare i documenti, registrando ogni passo dell’attività svolta e salvando il tutto al termine per avere una copia digitale completa e totalmente usufruibile.

Il MIP – ha affermato Federico Frattini, Associate Dean for Digital Transformation – è una scuola di management che affronta le esigenze del mondo del business con corsi di formazione specializzati, post-laurea e post-experience, progettati per chi ha già intrapreso una carriera professionale. Con la realizzazione delle Smart Classroom vogliamo dare a docenti e allievi una modalità ancora più interattiva, moderna ed ingaggiante per lavorare in aula in modo collaborativo.

Come è fatta e come funziona la Smart Classroom?

Nel mondo della formazione così come in azienda, la sfida per una reale e ottimale collaborazione è fare in modo che tutte le parti coinvolte possano agire utilizzando in modo semplice, diretto e immediato tutti gli strumenti e le funzionalità disponibili, così da non stravolgere le abitudini dei singoli, ma anzi di offrire un vero e valido supporto.

Ciascuno dei due videoproiettori presenti sui lati della Smart Classroom può essere utilizzato per proiettare contenuti diversi (per esempio la lezione del docente e i contributi degli allievi) o per formare un’unica grande area di lavoro. In entrambi i casi, tutta la superficie proiettata è interattiva e le persone possono intervenire impiegando non solo le apposite penne fornite con i videoproiettori, ma anche semplicemente utilizzando le dita (grazie alla funzione Finger Touch) oppure, se collegati da remoto, scrivendo sul proprio dispositivo smartphone, tablet o pc connesso alla stessa sessione tramite il Cloud.

In questo modo, l’area può essere utilizzata per fare brainstorming, per disegnare, per condividere file di qualsiasi tipo (immagini, video, PDF, documenti di Office, link a siti internet), ma anche per navigare sul web e accedere e presentare applicazioni. Dietro a semplici strumenti, come ad esempio il “Lazo Tool” del software Re Mago, si nasconde tutta la complessità di servizi AI (Machine Learning) che permettono ad esempio di riconoscere e suggerire immagini vettoriali il più vicine possibile al disegno originale effettuato a mano libera dall’utente, immagini che verranno poi utilizzate durante le presentazioni. Altre funzioni speciali come il riconoscimento della scrittura (OCR) e delle forme geometriche e la ricerca di immagini, video, siti online sono a portata di mano o con comando vocale. Sarà sufficiente trascinare nell’area di lavoro il risultato ottenuto dalla ricerca per poterlo utilizzare e consultare. I file possono essere facilmente condivisi da e verso qualsiasi sistema di storage locale o servizio Cloud.

Un altro vantaggio è che, durante la lezione o al termine della stessa, i partecipanti non hanno bisogno di fotografare l’area di lavoro o di prendere appunti perché il riepilogo completo di quanto fatto (compresi tutti gli schizzi, le note, i file, le registrazioni audio video, ecc) può essere salvato, memorizzato e condiviso attraverso diversi canali.

Google: l’intelligenza artificiale al servizio delle imprese italiane

 

Dalla collaborazione tra Google e la School of Management del Politecnico di Milano nasce il Machine Learning Checkup: uno strumento gratuito che permetterà alle imprese italiane di valutare la propria maturità per l’adozione di soluzioni di intelligenza artificiale (IA) e comprendere come sfruttare al meglio le sue applicazioni nel proprio settore di riferimento.

Annunciato a Roma in occasione dell’evento “L’economia dell’intelligenza. Machine Learning: il futuro delle imprese”, il Machine Learning Checkup è disponibile su www.leconomiadellintelligenza.it e offrirà un report personalizzato sui potenziali benefici dell’IA, insieme alle migliori applicazioni in base al settore di riferimento dell’azienda e al suo posizionamento nella filiera produttiva. Oltre al report, le aziende interessate potranno accedere alla consulenza dedicata di Unioncamere, attraverso i Punti Impresa Digitale delle Camere di Commercio sul territorio, e agli incentivi del Ministero dello Sviluppo Economico.

Attraverso una ricerca commissionata da Google, la School of Management del Politecnico di Milano ha individuato per i settori a maggiore potenziale di adozione dell’IA in Italia, agroalimentare, tessile, arredamento, metalsiderurgico e metalmeccanico, 65 applicazioni IA e 230 diverse possibilità applicative, concentrate principalmente sulle aree di analisi predittiva e riconoscimento delle immagini e dei suoni.

Per alcune applicazioni, come per esempio l’agricoltura di precisione, in cui l’IA aiuta a definire trattamenti e piani di coltivazione personalizzati per ciascuna pianta, la ricerca ha evidenziato come esistano potenzialità di risparmio fino all’80% nei costi e nell’utilizzo dei fattori produttivi (acqua, diserbanti, insetticidi, ecc.). Riduzione dei costi, dei tempi di produzione e di risposta ai clienti, aumento dell’efficienza e miglioramento dei prodotti, controllo della qualità e pianificazione avanzata sono gli aspetti su cui l’IA può portare i maggiori benefici.

Insieme a Google, Politecnico e Unioncamere, sul palco dell’evento sono intervenute anche due aziende italiane che rappresentano un esempio di adozione matura dell’IA in Italia.
Nata nel 1939 per produrre sacchi da vecchi tessuti, Saccheria Franceschetti conta oggi 50 addetti ed è il terzo distributore di imballaggi flessibili in Europa. Attraverso l’adozione di soluzioni IA per l’ottimizzazione dei magazzini e della logistica, riesce a monitorare in tempo reale i processi aziendali dalle forniture alla consegna. “Grazie anche a questo efficientamento,” ha detto il Presidente dell’azienda, Luigi Franceschetti, “il fatturato è salito dai 16 milioni del 2015 ai quasi 20 previsti nel 2019 e la marginalità è raddoppiata. Dato ancora più interessante, il numero di contestazioni per errori occasionali si è enormemente ridotto, fidelizzando ulteriormente i nostri clienti.
Agrintesa, azienda che riunisce una comunità di 4.000 aziende agricole prevalentemente di piccole e medie dimensioni, utilizza grazie all’IA il riconoscimento visivo per selezionare parte della sua produzione da oltre 440.000 tonnellate l’anno. “I risultati sono stati evidenti: si sono ridotte le contestazioni dei clienti per la qualità del prodotto e il processo è diventato più rapido ed efficiente,” afferma Federico Cavassi, Responsabile Magazzini e Logistica di Agrintesa. “Entro due anni contiamo di vedere anche un miglioramento consistente della marginalità”.

Il quadro che emerge dalla nostra ricerca è quello di un ventaglio decisamente ampio di possibilità applicative per le nostre PMI, con possibili ricadute in grado non solo di migliorare i risultati della singola impresa, ma di contribuire a un’innovazione dei loro modelli di business, aiutando il nostro sistema industriale a valorizzare le proprie eccellenze e a superare alcune debolezze strutturali, dalla scalabilità delle soluzioni offerte al miglioramento dell’efficacia dell’azione commerciale. Non si tratta né di soluzioni appannaggio esclusivo di grandi imprese, né di formule “magiche” per la trasformazione delle imprese. Si tratta di soluzioni che a livello internazionale stanno trovando crescente applicazione e rispetto alle quali è importante posizionarsi anche per non perdere competitività.Lucio Lamberti, docente della School of Management del Politecnico di Milano e Responsabile Scientifico della ricerca

Questa iniziativa permetterà a tanti imprenditori di accedere con facilità ai servizi delle Camere di commercio per la digitalizzazione. Sono i servizi di informazione, formazione, assistenza, orientamento e sostegno offerti dagli 88 Punti impresa digitale del sistema camerale che hanno già raggiunto oltre 70mila imprese. In particolare finora 15mila aziende hanno misurato il proprio livello di maturità digitale attraverso l’assessment offerto dai Pid per conoscere i propri punti di forza e debolezza sui cui investire per competere cavalcando la quarta rivoluzione industriale.Giuseppe Tripoli, Segretario generale di Unioncamere

L’intelligenza artificiale rappresenta oggi una nuova opportunità per il Paese e per noi è fondamentale che sia al servizio delle persone e accessibile a tutti. Da molti anni siamo impegnati in Italia in progetti di alfabetizzazione digitale e approfondimento delle competenze necessarie per trovare un lavoro o potenziare la propria attività grazie a Internet: con il Machine Learning Checkup facciamo un ulteriore passo in questa direzione.Fabio Vaccarono, Managing Director Italia, Google

QS World University Rankings by Program 2020

Global MBA e master specialisti: la School of Management del Politecnico di Milano sempre tra le migliori del mondo

 

 

I QS World University Rankings 2020 confermano nella parte alta della classifica i master in Management, Business Analytics, Finance e Marketing e l’MBA Full Time. Tra i punti di forza della Business School, la facilità di accesso al mondo del lavoro per i suoi studenti, l’attenzione alla diversità, la “thought leadership”

 

Maggiori probabilità di accedere al mondo del lavoro, ritorno sull’investimento e rapporto qualità-prezzo ottimi, grande attenzione alle diversità. Sono questi i “plus” che ancora una volta posizionano la School of Management del Politecnico di Milano tra le migliori del mondo. A sancirlo è il QS World University Rankings by Program 2020, la classifica internazionale dei master, che vede eccellere la Scuola con i master specialistici in Management, Business Analytics, Finance e Marketing e l’MBA Full Time. L’edizione 2020 appena rilasciata ha analizzato quasi 700 corsi di oltre 400 Business School e Università distribuite in più di 50 Paesi.

La School of Management del Politecnico di Milano si colloca sempre nella parte alta dei rankings. La prestazione migliore a livello globale è di nuovo quella dell’International Master in Project Management (iMPM), che ha ottenuto valutazioni superiori alla media in “Value for money”, o rapporto qualità-prezzo, “Employability”, cioè le chance che i suoi studenti hanno di accedere al mercato del lavoro e “Thought Leadership”.

Molto buona anche la performance dell’MBA Full Time, che nel ranking dedicato ai Global MBA si è classificato al 33simo posto tra i programmi europei presi in esame, risultando assai competitivo per “Employability” e “Diversity”, ossia la percentuale di donne e di stranieri sia tra gli studenti che all’interno della faculty.

La nostra reputazione nel mondo e in Europa si mantiene salda – commenta Andrea Sianesi, Dean del MIP Politecnico di Milano – dimostrando la correttezza delle scelte che abbiamo operato, prime fra tutte il processo di internazionalizzazione e la grande attenzione alla ‘diversity’ in ogni sua forma”.

La School of Management del Politecnico di Milano è presente nelle classifiche anche con i Master in Business Analytics (BABD), in Finance (MIFRIM) e in Marketing (IM4).

La School of Management del Politecnico di Milano è composta dal Dipartimento di Ingegneria Gestionale e dal MIP, la Business School dell’Ateneo milanese.

I futuri manager uzbeki si formeranno al MIP Politecnico di Milano

Da gennaio il Master in Global Project Management riservato a loro

Firmato l’accordo con la Republican Graduate School of Business and Management di Tashkent, che recluterà i candidati per la selezione. Sianesi: “L’acquisizione del Master costituisce un prezioso plus per inserirsi nel mercato del lavoro uzbeko, perché il programma al momento non ha eguali nell’offerta formativa del Paese, che ha grande necessità di competenze manageriali per gestire progetti di sviluppo”.
In arrivo a Milano a novembre anche una quarantina di executive uzbeki per un corso breve.

 

Il MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business formerà i futuri manager uzbeki. Da gennaio infatti partirà a Milano un master universitario di primo livello in Global Project Management, della durata di due anni, che ha l’obiettivo di offrire a giovani studenti uzbeki la formazione specialistica necessaria per gestire progetti con una visione sistemica e multidisciplinare.

Il programma nasce dalla collaborazione con la RGSBM, Rebublican Graduate School of Business and Management di Tashkent, in Uzbekistan, sancita proprio a Milano nella sede del MIP con la firma dell’accordo tra Andrea Sianesi, Dean di MIP e condirettore del master, e Rustam Abduraupov, Direttore della Scuola uzbeka. Direttore del corso è invece il professor Antonio Calabrese.

Un Paese in forte crescita come l’Uzbekistan ha grande necessità di competenze che permettano di gestire con successo progetti di natura industriale, infrastrutturale e di sviluppo in genere”, spiega Sianesi. Per questo la RGSBM si è rivolta alla business school del Politecnico di Milano, che con entusiasmo ha aderito alla richiesta di formare i futuri manager euroasiatici. E non solo, a novembre sono attesi in città anche una quarantina di executive uzbeki per un corso di 6 giorni su “Project and Portfolio Management” che prevede, tra l’altro, testimonianze di top manager e responsabili della PA e visite istituzionali.

Gli studenti che concluderanno il percorso avranno come sbocco occupazionale naturale le aziende, gli enti governativi e le organizzazioni che operano per progetti in Uzbekistan – continua Sianesi -. L’acquisizione del Master infatti, insieme alla possibilità di sostenere un esame di certificazione delle competenze di project management secondo il modello IPMA (International Project Management Association), costituisce un prezioso plus per inserirsi nel mercato del lavoro uzbeko, perché il programma al momento non ha eguali nell’offerta formativa del Paese”.

Il corso sarà erogato in lingua inglese e l’aula sarà formata da giovani proposti dalla Rebublican Graduate School of Business and Management di Tashkent, che si occuperà del reclutamento dei candidati, poi successivamente selezionati. Parte delle lezioni si terranno in Uzbekistan e parte in Italia e saranno costituite da sessioni frontali in aula, discussioni di casi di studio, esercitazioni, business game, simulazioni, testimonianze aziendali, cui andranno aggiunte ore di studio individuale.

DIGITALIZATION 2019

Stato dell’arte nel settore impiantistico

La Sezione Systems & Information Management di ANIMP presenta l’evento sulla Digitalizzazione che riunisce aziende fornitrici di componenti, tecnologie e servizi IT e società che operano nel settore impiantistico.
Oltre che alla classica platea Information Technology e Digital Information, l’incontro si rivolge a tutti gli attori coinvolti nei processi “core” delle aziende di impiantistica industriale.
Obiettivo è quello di dare una visione a 360° delle soluzioni disponibili in tema di Digitalizzazione e del loro impatto sia sui modelli di business sia sugli aspetti organizzativi.
La sessione del mattino sarà dedicata alla “Prospettiva delle Tecnologie”, con interventi da parte delle aziende fornitrici di servizi IT.

Nel pomeriggio, attraverso le testimonianze di rappresentanti provenienti dal mondo impiantistico, verrà delineata la “Prospettiva del Business” sui processi di digitalizzazione.

Tutti gli aggiornamenti sul sito: www.animp.it

La partecipazione è gratuita previa iscrizione qui

Programma

09:00 – 09:30 Registrazione

09:30 – 09:45 Saluti di benvenuto e apertura dei lavori

  • Antonio Careddu, Presidente ANIMP
  • Roberto Borelli, Delegato Sezione SIM ANIMP

09:45 – 12:15* Sessione: “La Prospettiva delle Tecnologie

Intervengono:

  • Andrea Dentone, Engineering Innovation Director Accenture – L’evoluzione digitale nell’esecuzione dei progetti di impiantistica
  • Angelo Crippa, Principal Application Consultant & Technical Sales Specialist Aveva – How to enable a good Digital transformation
  • Gianluca Ricozzi, Regional Manager Cadmatic – Ottimizzare la costruzione tramite la digitalizzazione
  • Davide Rovesti Business Solutions Division Director;
    Giulia Marcheselli Technical Account Manager Errevi System
    Capital Project: approcci reali alla gestione integrata dei documenti nei processi di engineering e procurement
  • Maurizio M. Granata, PPM-EMIA Business Development Executive Digital Transformation Hexagon – Oltre il Digital Twin
  • Simone Benini, Technical Director;
    Marco Della Torre, Key Account Manager Siemens Industry Software
    PlantSight Digital Reliability

Modera: Guido Micheli, Associate Professor Politecnico di Milano

*È previsto un coffee break dalle ore 10:45 alle ore 11:05

12:15 – 13:00 Tavola rotonda e Q&A: “La Prospettiva delle Tecnologie”

Modera: Guido Micheli

13:00 – 14:00 Buffet lunch

14:00 – 15:50 Sessione: “La Prospettiva del Business

Intervengono:

  • Simone Macciò, Digital Engineer;
    Lorenzo Stocchino, Director of Power Plant Engineering & Estimating Ansaldo Energia
    Le linee guida della trasformazione digitale di Ansaldo Energia
  • Michele Bellino, Head of Knowledge Management Bonatti – Come impatta la digitalizzazione del processo di gestione documentale sul modello organizzativo di un’impresa
  • Guido Luigi Mor, Head of Global IT Platforms Enel Green Power Digital Hub – La digitalizzazione in ENEL
  • Danilo Neretti, Corporate IT Solutions Fincantieri – Come l’innovazione si fa strada in un’industria millenaria
  • Giuseppe Battista, Project Information Manager TechnipFMC – Un’esperienza di ingegneria integrata e l’handover del progetto


Modera
: Giuseppe Pugliese, Membro del Comitato Direttivo della Sezione SIM

15:50 – 16:45 Tavola rotonda e Q&A: “La prospettiva del Business”

Modera: Giuseppe Pugliese

16:45 – 17:00 Conclusione dei lavori

L’innovazione digitale in azienda? È roba per manager

Da novembre al MIP Politecnico di Milano il primo Executive Program in Digital Transformation FLEX erogato in distance learning

 

La business school coniuga l’eccellenza riconosciuta a livello mondiale negli MBA erogati a distanza con la competenza sui temi digitali affrontati dal punto di vista strategico, per lanciare un percorso online dedicato a manager e imprenditori che vogliano cavalcare la trasformazione digitale nella propria impresa. L’ennesimo tassello dell’ampia offerta di corsi e master con cui la Scuola intende supportare il cambiamento culturale e organizzativo legato alla digitalizzazione

 

“Learning digital in a digital environment”. Ovvero, quando contenuto e forma coincidono. Per la prima volta, parte a novembre al MIP Politecnico di Milano un percorso di perfezionamento per executive sulla trasformazione digitale erogato quasi totalmente online, sfruttando, da un lato, l’eccellenza raggiunta dalla business school negli MBA a distanza (il Flex EMBA è settimo al mondo e quarto in Europa nei ranking internazionali dedicati alla categoria), dall’altro, la grande competenza sui temi tecnologici e di innovazione affrontati dal punto di vista imprenditoriale, strategico e organizzativo. Né poteva essere altrimenti per una scuola di management che ha anche radici e anima “politecniche” e che può far leva sul principale centro di ricerca italiana sull’innovazione digitale, rappresentato dagli Osservatori Digital Innovation.

Il nuovo percorso si chiama Executive Program in Digital Transformation FLEX, prevede 8 moduli in distance learning (da novembre a giugno) di carattere sia metodologico che applicativo e si basa su una consapevolezza che da anni permea la School of Management del Politecnico di Milano: la trasformazione digitale non è un tema da specialisti dell’ICT, ma pervade tutti i processi e i ruoli aziendali, le linee di business, i prodotti e i servizi, impatta sulle performance, genera nuovi mercati e opportunità, incide sull’organizzazione.

Dunque, la rivoluzione digitale deve essere conosciuta e governata da manager, imprenditori e liberi professionisti, deve rientrare nelle competenze di general management. E il MIP si candida a diventare la scuola di riferimento in questo cambiamento culturale, sfruttando in maniera sinergica le proprie competenze formative e quelle contenutistiche e professionali maturate negli anni dagli Osservatori Digital Innovation del Politecnico. Per formare una nuova classe di leader capaci di portare l’innovazione nei processi di business.

L’Executive Program in Digital Transformation FLEX è l’evoluzione in distance learning di un analogo percorso executive che continuiamo a svolgere con grande soddisfazione in modo “tradizionale” da 11 anni – spiega Antonio Ghezzi, docente di Strategia e Imprenditorialità alla School of Management e direttore del progetto insieme a Mariano Corso -. Adesso però, per la prima volta, il digitale sarà sia il cuore dell’insegnamento che il canale di erogazione, una sorta di “corso digitale al quadrato” che inaugurerà una serie di percorsi executive tutti in modalità flex, cavallo di battaglia della nostra scuola”.

Apprendere a distanza significa personalizzare modi e tempi di studio attraverso decine di video clip didattiche, lezioni da seguire in tempo reale ma anche interazioni “asincrone” rese possibili da una specifica piattaforma informatica sviluppata in collaborazione con Microsoft che permette il confronto tra docenti, partecipanti e un folto advisory board, un centinaio tra manager e imprenditori con forte background in ambito digitale ben lieti di condividere la loro esperienza ed entrare a fare parte del network. La flessibilità sarà massima, al punto che si potrà passare dalla forma tradizionale a quella flex, o viceversa, qualora le esigenze lavorative o di vita lo richiedano.

Il programma è un percorso di perfezionamento che dà diritto a 25 crediti CFU ed è costituito da 8 moduli di 3 settimane ciascuno fruibili in distance learning da novembre a giugno: 4 corsi metodologici che forniscono chiavi di lettura del fenomeno con un approccio strategico, imprenditoriale e organizzativo e altri 4 più applicativi che vertono sulla gestione strategica delle principali wave tecnologiche, come blockchain, big data, intelligenza artificiale, internet of things, cloud computing.

Inoltre, la MIP Management Academy mette a disposizione delle candidate interessate a partecipare al percorso un contributo allo studio di 1.000 euro (MIP4WOMEN).

Real estate crowdfunding: una crescita sostenuta in tutto il mondo

 

É nella cornice del Fintech District di Milano, in occasione dell’evento di presentazione del real estate crowdfunding report, che sono stati divulgati i dati aggiornati sullo stato dell’arte nell’ambito del crowdfunding immobiliare, sia a livello domestico che internazionale.

Il report nasce con l’obiettivo di mappare l’ecosistema delle piattaforme di crowdfunding a livello mondiale, al fine di comprenderne l’evoluzione nei modelli di business e di valutare i livelli di maturità e consapevolezza raggiunti da imprese e investitori.

Alcuni dati: secondo le anticipazioni, globalmente, attraverso le piattaforme digitali sono transati 11,9 miliardi di dollari e gli Stati Uniti si confermano leader del settore con $7.4miliardi. $1,75miliardi sono stati invece investiti attraverso piattaforme europee, mentre $1,7miliardi nel resto del mondo; la categoria “resto del mondo” rappresenta una novità importante dell’edizione di quest’anno perché per la prima volta sono state mappate piattaforme nell’area Asia-Pacifico, Medio Oriente e Sud America.

Il mercato del real estate crowdfunding continua dunque una fase di forte espansione non soltanto nei capitali raccolti ma anche nel numero di piattaforme che hanno scelto di operare in questa verticale. Guardando meglio questo dato si vede però come negli Stati Uniti, dove il fenomeno è nato prima, ci sia stata un’esplosione del numero dei portali nel biennio 2013/2014, mentre in Europa questa forte crescita si è avuta più tardi, a cavallo tra il biennio 2015/2016. Se negli USA le piattaforme attive sono 38, venti in più se ne contano in Europa, mentre nel resto del mondo ne sono state censite 27.

Interessante notare come negli USA, mercato certamente più maturo, ci siano meno operatori ma in grado di concentrare grandi volumi di raccolta; in Europa la situazione è opposta: di fronte ad una raccolta complessiva di “appena” 1,75 miliardi, le piattaforme rilevanti censite sono 58. Dato questo che fa ritenere ragionevolmente l’eventualità di un fenomeno di aggregazione nel futuro prossimo.

Facendo uno spaccato sull’Italia, è da rilevare come gli operatori attivi, sia italiani che esteri, siano soltanto 5. La quota di mercato più ampia, in termini di capitali raccolti, spetta a Walliance, che ha raggiunto gli 11,1 milioni di euro. Secondo posto per la piattaforma spagnola Housers con 6,28 milioni e a chiudere il podio c’è Crowdestate con 2,6 milioni di euro.

L’elaborato offre infine un’analisi di scenario sulle prospettive future, che si articolano su quattro direttive: 1) concentrazione del mercato 2) creazione di fondi di investimento interni alle piattaforme 3) operazioni trans-frontaliere e 4) opportunità di sviluppo offerte dal mondo proptech.

Il secondo report sul real estate crowdfunding nasce dalla partnership tra il Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, attraverso il prof. Giancarlo Giudici, e il Gruppo Bertoldi, attraverso la sua controllata Walliance e si conferma essere l’esempio vincente di sodalizio tra Università e Impresa.

Gruppo Bertoldi collabora da tempo con il Politecnico con vari progetti e iniziative, a dimostrazione del grande interesse che il mondo delle imprese riserva nei confronti dell’attività di ricerca svolta dall’Ateneo milanese. Un rapporto che ha prodotto anche quest’anno un prodotto di eccellenza, in grado di fornire informazioni rilevanti per addetti ai lavori, ma con un taglio divulgativo che ne consente la fruizione anche a un pubblico più ampio.

Sarà possibile scaricare il report dal sito realestatecrowdfundingreport.com.

Master in Management of Research, Innovation and Technology

Incontra i Direttori del Master MIT e partecipa alla Masterclass

È in partenza la sesta edizione del Master Universitario in Management of Research, Innovation and Technology (Master MIT), che avrà inizio a dicembre 2019.

Il Master, organizzato dal MIP Politecnico di Milano e da NETVAL Network per la valorizzazione della ricerca universitaria, nasce con l’obiettivo di formare la figura del Manager della Ricerca e dell’Innovazione: un professionista che sappia innovare con successo, valorizzare la ricerca trasformandola in conoscenza produttiva, seguire l’intera filiera di un progetto di R&I, dal momento della pianificazione strategica fino all’implementazione e gestione del progetto stesso.

Il termine per l’invio delle application è fissato al 21 ottobre 2019. Partecipa alla presentazione online che si svolgerà il 7 ottobre alle 17.00.

Inoltre,  per chi volesse vivere in prima personal l’esperienza del Master MIT, il 15 ottobre si terrà una Masterclass dal titolo “Nuovi modelli di innovazione, open innovation e nuove sfide per l’innovazione create dal digitale”.

Master in Management of Research, Innovation and Technology

Masterclass “Nuovi modelli di innovazione, open innovation e nuove sfide per l’innovazione create dal digitale”

È in partenza la sesta edizione del Master Universitario in Management of Research, Innovation and Technology (Master MIT), che avrà inizio a dicembre 2019.

Il Master, organizzato dal MIP Politecnico di Milano e da NETVAL Network per la valorizzazione della ricerca universitaria, nasce con l’obiettivo di formare la figura del Manager della Ricerca e dell’Innovazione: un professionista che sappia innovare con successo, valorizzare la ricerca trasformandola in conoscenza produttiva, seguire l’intera filiera di un progetto di R&I, dal momento della pianificazione strategica fino all’implementazione e gestione del progetto stesso.

Sei interessato al tema dell’open innovation e delle nuove sfide create dal digitale?

Non perdere l’opportunità di assistere alla Masterclass “Nuovi modelli di innovazione, open innovation e nuove sfide per l’innovazione create dal digitale” tenuta dal Prof. Federico Frattini, che si terrà il 15 ottobre 2019 al MIP Politecnico di Milano, a partire dalle 17:00.

L’evento sarà anche l’occasione per presentare tutti i dettagli della sesta edizione del “Master in Management of Research, Innovation and Technology” – Master MIT, che prenderà avvio nel prossimo mese di dicembre.
La partecipazione alla Masterclass è gratuita. Se non riesci a raggiungerci on campus presso il MIP per seguire la Masterclass, puoi richiederci l’accesso alla diretta streaming dell’evento. Al termine dell’evento, durante l’aperitivo di networking, il Direttore e il Coordinamento del Master saranno a disposizione per rispondere a tutte le domande e curiosità.