QS World University Rankings by Program 2020

Global MBA e master specialisti: la School of Management del Politecnico di Milano sempre tra le migliori del mondo

 

 

I QS World University Rankings 2020 confermano nella parte alta della classifica i master in Management, Business Analytics, Finance e Marketing e l’MBA Full Time. Tra i punti di forza della Business School, la facilità di accesso al mondo del lavoro per i suoi studenti, l’attenzione alla diversità, la “thought leadership”

 

Maggiori probabilità di accedere al mondo del lavoro, ritorno sull’investimento e rapporto qualità-prezzo ottimi, grande attenzione alle diversità. Sono questi i “plus” che ancora una volta posizionano la School of Management del Politecnico di Milano tra le migliori del mondo. A sancirlo è il QS World University Rankings by Program 2020, la classifica internazionale dei master, che vede eccellere la Scuola con i master specialistici in Management, Business Analytics, Finance e Marketing e l’MBA Full Time. L’edizione 2020 appena rilasciata ha analizzato quasi 700 corsi di oltre 400 Business School e Università distribuite in più di 50 Paesi.

La School of Management del Politecnico di Milano si colloca sempre nella parte alta dei rankings. La prestazione migliore a livello globale è di nuovo quella dell’International Master in Project Management (iMPM), che ha ottenuto valutazioni superiori alla media in “Value for money”, o rapporto qualità-prezzo, “Employability”, cioè le chance che i suoi studenti hanno di accedere al mercato del lavoro e “Thought Leadership”.

Molto buona anche la performance dell’MBA Full Time, che nel ranking dedicato ai Global MBA si è classificato al 33simo posto tra i programmi europei presi in esame, risultando assai competitivo per “Employability” e “Diversity”, ossia la percentuale di donne e di stranieri sia tra gli studenti che all’interno della faculty.

La nostra reputazione nel mondo e in Europa si mantiene salda – commenta Andrea Sianesi, Dean del MIP Politecnico di Milano – dimostrando la correttezza delle scelte che abbiamo operato, prime fra tutte il processo di internazionalizzazione e la grande attenzione alla ‘diversity’ in ogni sua forma”.

La School of Management del Politecnico di Milano è presente nelle classifiche anche con i Master in Business Analytics (BABD), in Finance (MIFRIM) e in Marketing (IM4).

La School of Management del Politecnico di Milano è composta dal Dipartimento di Ingegneria Gestionale e dal MIP, la Business School dell’Ateneo milanese.

I futuri manager uzbeki si formeranno al MIP Politecnico di Milano

Da gennaio il Master in Global Project Management riservato a loro

Firmato l’accordo con la Republican Graduate School of Business and Management di Tashkent, che recluterà i candidati per la selezione. Sianesi: “L’acquisizione del Master costituisce un prezioso plus per inserirsi nel mercato del lavoro uzbeko, perché il programma al momento non ha eguali nell’offerta formativa del Paese, che ha grande necessità di competenze manageriali per gestire progetti di sviluppo”.
In arrivo a Milano a novembre anche una quarantina di executive uzbeki per un corso breve.

 

Il MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business formerà i futuri manager uzbeki. Da gennaio infatti partirà a Milano un master universitario di primo livello in Global Project Management, della durata di due anni, che ha l’obiettivo di offrire a giovani studenti uzbeki la formazione specialistica necessaria per gestire progetti con una visione sistemica e multidisciplinare.

Il programma nasce dalla collaborazione con la RGSBM, Rebublican Graduate School of Business and Management di Tashkent, in Uzbekistan, sancita proprio a Milano nella sede del MIP con la firma dell’accordo tra Andrea Sianesi, Dean di MIP e condirettore del master, e Rustam Abduraupov, Direttore della Scuola uzbeka. Direttore del corso è invece il professor Antonio Calabrese.

Un Paese in forte crescita come l’Uzbekistan ha grande necessità di competenze che permettano di gestire con successo progetti di natura industriale, infrastrutturale e di sviluppo in genere”, spiega Sianesi. Per questo la RGSBM si è rivolta alla business school del Politecnico di Milano, che con entusiasmo ha aderito alla richiesta di formare i futuri manager euroasiatici. E non solo, a novembre sono attesi in città anche una quarantina di executive uzbeki per un corso di 6 giorni su “Project and Portfolio Management” che prevede, tra l’altro, testimonianze di top manager e responsabili della PA e visite istituzionali.

Gli studenti che concluderanno il percorso avranno come sbocco occupazionale naturale le aziende, gli enti governativi e le organizzazioni che operano per progetti in Uzbekistan – continua Sianesi -. L’acquisizione del Master infatti, insieme alla possibilità di sostenere un esame di certificazione delle competenze di project management secondo il modello IPMA (International Project Management Association), costituisce un prezioso plus per inserirsi nel mercato del lavoro uzbeko, perché il programma al momento non ha eguali nell’offerta formativa del Paese”.

Il corso sarà erogato in lingua inglese e l’aula sarà formata da giovani proposti dalla Rebublican Graduate School of Business and Management di Tashkent, che si occuperà del reclutamento dei candidati, poi successivamente selezionati. Parte delle lezioni si terranno in Uzbekistan e parte in Italia e saranno costituite da sessioni frontali in aula, discussioni di casi di studio, esercitazioni, business game, simulazioni, testimonianze aziendali, cui andranno aggiunte ore di studio individuale.

L’innovazione digitale in azienda? È roba per manager

Da novembre al MIP Politecnico di Milano il primo Executive Program in Digital Transformation FLEX erogato in distance learning

 

La business school coniuga l’eccellenza riconosciuta a livello mondiale negli MBA erogati a distanza con la competenza sui temi digitali affrontati dal punto di vista strategico, per lanciare un percorso online dedicato a manager e imprenditori che vogliano cavalcare la trasformazione digitale nella propria impresa. L’ennesimo tassello dell’ampia offerta di corsi e master con cui la Scuola intende supportare il cambiamento culturale e organizzativo legato alla digitalizzazione

 

“Learning digital in a digital environment”. Ovvero, quando contenuto e forma coincidono. Per la prima volta, parte a novembre al MIP Politecnico di Milano un percorso di perfezionamento per executive sulla trasformazione digitale erogato quasi totalmente online, sfruttando, da un lato, l’eccellenza raggiunta dalla business school negli MBA a distanza (il Flex EMBA è settimo al mondo e quarto in Europa nei ranking internazionali dedicati alla categoria), dall’altro, la grande competenza sui temi tecnologici e di innovazione affrontati dal punto di vista imprenditoriale, strategico e organizzativo. Né poteva essere altrimenti per una scuola di management che ha anche radici e anima “politecniche” e che può far leva sul principale centro di ricerca italiana sull’innovazione digitale, rappresentato dagli Osservatori Digital Innovation.

Il nuovo percorso si chiama Executive Program in Digital Transformation FLEX, prevede 8 moduli in distance learning (da novembre a giugno) di carattere sia metodologico che applicativo e si basa su una consapevolezza che da anni permea la School of Management del Politecnico di Milano: la trasformazione digitale non è un tema da specialisti dell’ICT, ma pervade tutti i processi e i ruoli aziendali, le linee di business, i prodotti e i servizi, impatta sulle performance, genera nuovi mercati e opportunità, incide sull’organizzazione.

Dunque, la rivoluzione digitale deve essere conosciuta e governata da manager, imprenditori e liberi professionisti, deve rientrare nelle competenze di general management. E il MIP si candida a diventare la scuola di riferimento in questo cambiamento culturale, sfruttando in maniera sinergica le proprie competenze formative e quelle contenutistiche e professionali maturate negli anni dagli Osservatori Digital Innovation del Politecnico. Per formare una nuova classe di leader capaci di portare l’innovazione nei processi di business.

L’Executive Program in Digital Transformation FLEX è l’evoluzione in distance learning di un analogo percorso executive che continuiamo a svolgere con grande soddisfazione in modo “tradizionale” da 11 anni – spiega Antonio Ghezzi, docente di Strategia e Imprenditorialità alla School of Management e direttore del progetto insieme a Mariano Corso -. Adesso però, per la prima volta, il digitale sarà sia il cuore dell’insegnamento che il canale di erogazione, una sorta di “corso digitale al quadrato” che inaugurerà una serie di percorsi executive tutti in modalità flex, cavallo di battaglia della nostra scuola”.

Apprendere a distanza significa personalizzare modi e tempi di studio attraverso decine di video clip didattiche, lezioni da seguire in tempo reale ma anche interazioni “asincrone” rese possibili da una specifica piattaforma informatica sviluppata in collaborazione con Microsoft che permette il confronto tra docenti, partecipanti e un folto advisory board, un centinaio tra manager e imprenditori con forte background in ambito digitale ben lieti di condividere la loro esperienza ed entrare a fare parte del network. La flessibilità sarà massima, al punto che si potrà passare dalla forma tradizionale a quella flex, o viceversa, qualora le esigenze lavorative o di vita lo richiedano.

Il programma è un percorso di perfezionamento che dà diritto a 25 crediti CFU ed è costituito da 8 moduli di 3 settimane ciascuno fruibili in distance learning da novembre a giugno: 4 corsi metodologici che forniscono chiavi di lettura del fenomeno con un approccio strategico, imprenditoriale e organizzativo e altri 4 più applicativi che vertono sulla gestione strategica delle principali wave tecnologiche, come blockchain, big data, intelligenza artificiale, internet of things, cloud computing.

Inoltre, la MIP Management Academy mette a disposizione delle candidate interessate a partecipare al percorso un contributo allo studio di 1.000 euro (MIP4WOMEN).

Real estate crowdfunding: una crescita sostenuta in tutto il mondo

 

É nella cornice del Fintech District di Milano, in occasione dell’evento di presentazione del real estate crowdfunding report, che sono stati divulgati i dati aggiornati sullo stato dell’arte nell’ambito del crowdfunding immobiliare, sia a livello domestico che internazionale.

Il report nasce con l’obiettivo di mappare l’ecosistema delle piattaforme di crowdfunding a livello mondiale, al fine di comprenderne l’evoluzione nei modelli di business e di valutare i livelli di maturità e consapevolezza raggiunti da imprese e investitori.

Alcuni dati: secondo le anticipazioni, globalmente, attraverso le piattaforme digitali sono transati 11,9 miliardi di dollari e gli Stati Uniti si confermano leader del settore con $7.4miliardi. $1,75miliardi sono stati invece investiti attraverso piattaforme europee, mentre $1,7miliardi nel resto del mondo; la categoria “resto del mondo” rappresenta una novità importante dell’edizione di quest’anno perché per la prima volta sono state mappate piattaforme nell’area Asia-Pacifico, Medio Oriente e Sud America.

Il mercato del real estate crowdfunding continua dunque una fase di forte espansione non soltanto nei capitali raccolti ma anche nel numero di piattaforme che hanno scelto di operare in questa verticale. Guardando meglio questo dato si vede però come negli Stati Uniti, dove il fenomeno è nato prima, ci sia stata un’esplosione del numero dei portali nel biennio 2013/2014, mentre in Europa questa forte crescita si è avuta più tardi, a cavallo tra il biennio 2015/2016. Se negli USA le piattaforme attive sono 38, venti in più se ne contano in Europa, mentre nel resto del mondo ne sono state censite 27.

Interessante notare come negli USA, mercato certamente più maturo, ci siano meno operatori ma in grado di concentrare grandi volumi di raccolta; in Europa la situazione è opposta: di fronte ad una raccolta complessiva di “appena” 1,75 miliardi, le piattaforme rilevanti censite sono 58. Dato questo che fa ritenere ragionevolmente l’eventualità di un fenomeno di aggregazione nel futuro prossimo.

Facendo uno spaccato sull’Italia, è da rilevare come gli operatori attivi, sia italiani che esteri, siano soltanto 5. La quota di mercato più ampia, in termini di capitali raccolti, spetta a Walliance, che ha raggiunto gli 11,1 milioni di euro. Secondo posto per la piattaforma spagnola Housers con 6,28 milioni e a chiudere il podio c’è Crowdestate con 2,6 milioni di euro.

L’elaborato offre infine un’analisi di scenario sulle prospettive future, che si articolano su quattro direttive: 1) concentrazione del mercato 2) creazione di fondi di investimento interni alle piattaforme 3) operazioni trans-frontaliere e 4) opportunità di sviluppo offerte dal mondo proptech.

Il secondo report sul real estate crowdfunding nasce dalla partnership tra il Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, attraverso il prof. Giancarlo Giudici, e il Gruppo Bertoldi, attraverso la sua controllata Walliance e si conferma essere l’esempio vincente di sodalizio tra Università e Impresa.

Gruppo Bertoldi collabora da tempo con il Politecnico con vari progetti e iniziative, a dimostrazione del grande interesse che il mondo delle imprese riserva nei confronti dell’attività di ricerca svolta dall’Ateneo milanese. Un rapporto che ha prodotto anche quest’anno un prodotto di eccellenza, in grado di fornire informazioni rilevanti per addetti ai lavori, ma con un taglio divulgativo che ne consente la fruizione anche a un pubblico più ampio.

Sarà possibile scaricare il report dal sito realestatecrowdfundingreport.com.

MBA e Master internazionali: al via le nuove selezioni

Sono aperte le candidature per le nuove edizioni dei Master Specialistici Internazionali e dei programmi MBA. Un’occasione da non perdere!
Il prossimo intake, infatti, si annuncia ricco di novità per tanti dei nostri programmi.

All’interno del percorso Full-Time MBA potrai scegliere una specializzazione tra Innovation & Entrepreneurship, Digital Transformation & Big Data, Luxury & Design management, General management.

La Digital Transformation coinvolgerà non solo i programmi MBA, ma anche i Master Specialistici: IMIE, iMSCPM e IM4 beneficeranno dei corsi in digital learning attraverso l’innovativa piattaforma sviluppata insieme a Microsoft.

Inoltre, IMIE – International Master in Innovation & Entrepreneurship, ha in serbo anche un’altra sorpresa per i futuri studenti: gli allievi frequenteranno il pre-incubation lab per tutta la durata del master.

Infine, abbiamo il piacere di accogliere come partner di due master due aziende di calibro internazionale: PRADA Group sarà uno dei partner ufficiali del Master IMLUX, mentre BCG collaborerà all’interno del Master GMIM, con possibilità per gli studenti di svolgere progetti di consulenza durante il semestre presso il MIP.

Nuove attività di Career Development

 

Il nuovo anno accademico si apre con tante novità per gli studenti MBA ed Executive che possono accedere a un programma personalizzato di Career Development disegnato per loro e integrato nella didattica dei Master. L’obiettivo è di sviluppare quelle competenze di Career Management indispensabili per la definizione, la costruzione e la gestione continua del proprio percorso professionale in un’ottica di autoimprenditorialità.

Il programma di Career Development messo a disposizione degli allievi per sviluppare le proprie competenze e gestire al meglio il proprio percorso professionale è stato infatti rinnovato e arricchito di nuove attività ad alto valore aggiunto.
Tra le novità, per esempio, l’inserimento a catalogo di due nuovi Career Workshop:

  • Set your professional objective
  • Career Action Plan

Grazie a questi due momenti interattivi di formazione in aula, i partecipanti acquisiscono consapevolezza dell’importanza di definire un obiettivo misurabile e condivisibile, condizione necessaria per poter pianificare una strategia efficace per il raggiungimento degli obiettivi professionali e quindi mettere in campo azioni concrete per ottenere il risultato.

A New Awareness: un veicolo di cambiamento attivo e inclusivo per una moda responsabile

10 Corso Como, Fashion Revolution Italia, School of Management del Politecnico di Milano e Design Studio WRAD si uniscono per sensibilizzare il pubblico a una moda consapevole e sostenibile.

A New Awareness – Una Nuova Consapevolezza – con una serie di impegni ed eventi intende mostrare come la moda possa diventare realmente più sostenibile e non solo “meno insostenibile”.

 

A New Awareness nasce per coinvolgere università, media, organizzazioni non governative, industria e società civile, per aiutare ad accelerare la trasformazione verso la sostenibilità nel contesto della moda.

Aspetti economici e socio-politici come il costo del lavoro, la complessità della filiera, l’instabilità del mercato, il prezzo delle materie prime, la delocalizzazione e la crisi economica hanno aumentato l’impronta ambientale e sociale della moda. L’industria moda è caratterizzata da problematiche critiche e da sfide impegnative. Ogni anno 93 miliardi di metri cubi di acqua vengono usati per la produzione tessile; il 20% dell’inquinamento globale delle acque dolci proviene da trattamenti tessili e fasi di tintura; ogni anno vengono prodotti 100 miliardi di capi, mentre il 35% del totale dei materiali immessi finisce per diventare scarto nella filiera della moda, producendo 92 milioni di tonnellate di rifiuti corrispondenti al 4% dei rifiuti solidi globali.

La sostenibilità nella moda conta. L’industria della moda ha avviato azioni importanti per accelerare la transizione, serve una continua consapevolezza per azioni trasformative che garantiscano collaborazione, innovazione e coordinamento a livello di sistema.
In questo contesto Camera Nazionale della Moda Italiana ha assunto un ruolo centrale: dal 2011 si impegna a diffondere il principio di una moda sostenibile, in quanto valore fondante del sistema moda italiano, e opera come supporto e stimolo per le aziende italiane interessate a investire concretamente nella sostenibilità.

A New Awareness è un evento numero zero dedicato alla sostenibilità per aiutare a fare conoscere il modo in cui i modelli attuali potrebbero realmente cambiare, attraverso una collaborazione tra più soggetti.
Con un approccio multidisciplinare, A New Awareness intende mostrare come l’innovazione radicale possa ispirare il design, e incoraggiare opinion leaders e organi decisionali a confrontarsi su come fare crescere la sostenibilità nella moda.

Dal 18 al 20 settembre 2019 in Corso Como 10 – Tazzoli, la prima edizione di A New Awareness presenta alcune nuove proposte per una sostenibilità consapevole con i progetti innovativi di Fashion Revolution, Design Studio WRAD, Bethany Williams, Helen Kirkum, Duran Lantink, Awareness Infinitum, Consorzio Detox, Manteco, Marini Industrie e Com.i.stra.

A New Awareness ringrazia per il sostegno e l’impegno 10 Corso Como, 24 Bottles, CNMI Fashion Trust, ES Progetti, Favini, From Studio, POLIMI Sustainable Luxury Academy, Stella Stone, Studio Punto Zero e Design Studio WRAD.

A New Awareness è stata ideata da Sara Maino Sozzani e sviluppata insieme ai fashion thinkers Marina Spadafora, Hakan Karaosman e Design Studio WRAD.

Sara Maino Sozzani, Deputy Editor in Chief Vogue Italia, Head of Vogue Talents and International Brand Ambassador Camera Nazionale della Moda Italiana, commenta: “Tutti oggi dobbiamo pensare in modo più responsabile per un futuro migliore. I grandi cambiamenti non accadono in un giorno solo, ma dobbiamo trasformare il nostro modo di consumare in modo che ciò avvenga. A New Awareness vuole aiutare a rendere i consumatori più consapevoli“.

Marina Spadafora, Country coordinator of Fashion Revolution Italia e United Nations ambassador, dichiara: “L’uomo si sta finalmente rendendo conto della realtà dell’emergenza climatica. Questo sarà un elemento essenziale della piattaforma A New Awareness e allo stesso tempo cercherà di indirizzare giustizia sociale e innovazione verso un’economia circolare. Uno scenario unico vedrà designers, artisti, attivisti, opinion leader e policy maker riuniti per discutere di come tutti noi possiamo unire le forze per una trasformazione concreta verso un futuro sostenibile.

Matteo Ward, fondatore e CEO di Design Studio WRAD, spiega: “L’attuale crisi è la nostra migliore opportunità di progresso. In questo contesto il design diventa mezzo per ispirare e dare al pubblico forme di investimento personale verso un futuro più sostenibile.

Dr. Hakan Karaosman, ricercatore del Politecnico di Milano School of Management e consulente delle Nazioni Unite, sottolinea: “Sono necessarie delle trasformazioni sistemiche per cambiare le modalità in cui il business della moda è gestito. Professionisti, accademici, consumatori e responsabili politici devono agire insieme. A New Awareness è una piattaforma fondamentale per ispirare e riconoscere ciò che deve cambiare. Facilitando la collaborazione e la comunicazione proattiva, è un ottimo esempio per mostrare come la partnership tra più soggetti sia una premessa essenziale alla sostenibilità nella moda.

A New Awareness a partire da settembre 2019 in 10 Corso Como – Tazzoli attiva una serie di eventi che proseguiranno nel corso dell’anno in una seconda fase. Promuovendo collaborazioni industriali nel settore moda, il sostegno a talenti creativi provenienti da settori diversi e l’incontro di opinion leaders e decision makers, A New Awareness vuole diventare un acceleratore della sostenibilità nel contesto della moda, attraverso una comunicazione trasparente e dibattiti su un’economia circolare e responsabile.

10 Corso Como Milano Tazzoli – via Enrico Tazzoli 3
Mercoledì, 18 settembre, ore 14.00 – 16.00, su invito
Giovedì, 19 settembre, ore 10.00 – 19.00, ingresso libero
Venerdì, 20 settembre, ore 10.00 – 17.00, ingresso libero

www.fashionrevolution.org/event/a-new-awareness/

Prada “Shaping a Sustainable Future Society” si terrà a New York l’8 novembre 2019

Terza edizione della conferenza annuale sui temi della sostenibilità organizzata in collaborazione con le Schools of Management di Yale e del Politecnico di Milano

 

Prada annuncia che “Shaping a Sustainable Future Society”, il terzo incontro culturale del suo programma sui temi della sostenibilità, si terrà a New York l’8 novembre 2019.

Promuovendo un dibattito tra esponenti del mondo accademico, istituzionale, artistico e imprenditoriale, il Gruppo Prada intende offrire spunti di riflessione sui cambiamenti più significativi in atto nella società contemporanea attraverso conversazioni che coinvolgano anche le giovani generazioni.

L’incontro di quest’anno esplorerà i temi di libertà, uguaglianza e giustizia nel mondo del lavoro quali strumenti di sviluppo armonico della società. Inoltre, la natura e l’impatto delle valutazioni etiche nelle scelte e nei comportamenti sociali delle persone sarà oggetto di studio nel corso della mattinata di lavori.

La complessità dell’attuale contesto politico e sociale richiede una riflessione sui temi della diversità e dell’inclusione e di delineare azioni concrete a riguardo. Il Gruppo Prada sente l’esigenza di contribuire a questo percorso di sviluppo culturale, ben consapevole del rischio che corrono le aziende e le comunità se non affrontano in modo adeguato i temi della discriminazione e dell’inclusività.

La conferenza sarà trasmessa in diretta su www.pradagroup.com, mentre l’agenda dell’evento e l’elenco dei relatori saranno disponibili nei prossimi mesi.
#ShapingASustainableSociety

Le conferenze “Shaping a Future”

Il Gruppo Prada ospita dal 2017 un evento annuale il cui obiettivo è stimolare il dibattito sui cambiamenti più significativi in atto nella società contemporanea. In entrambe le precedenti edizioni, il Gruppo ha collaborato con le Schools of Management di Yale e del Politecnico di Milano.
Nel 2017 la prima conferenza, intitolata “Shaping a Creative Future”, ha esplorato le connessioni tra creatività, sostenibilità e innovazione. La seconda, “Shaping a Sustainable Digital Future”, svoltasi nel 2018, ha indagato il rapporto tra innovazione digitale e sostenibilità.
La conferenza è strutturata secondo un discorso di apertura condotto da relatori di spicco, una o più tavole rotonde e promuove contest studenteschi.

Milano-Cortina 2026: la sfida della resilienza

L’Italia tornerà a ospitare una manifestazione olimpica. Ma affinché l’evento si trasformi in una vera opportunità, servono professionalità e preparazione. Per questo il Politecnico di Milano promuove un Master in Progettazione Costruzione Gestione delle infrastrutture Sportive

 

 

Per Milano e Cortina la vera sfida inizia adesso. Smaltito l’entusiasmo per essersi aggiudicate i Giochi Olimpici Invernali 2026, ora bisogna pensare a organizzarli e gestirli nel migliore dei modi, per valorizzare quella che potrebbe rivelarsi un’importante opportunità: «La gestione virtuosa di un grande evento sportivo rappresenta una grande occasione di rilancio, sia sociale che economico. Non solo per le città direttamente coinvolte, ma potenzialmente per l’intera nazione» ci spiega Davide Allegri, assegnista di ricerca al Politecnico di Milano e coordinatore del Master in Progettazione Costruzione Gestione delle infrastrutture Sportive.

L’eredità di un grande evento

Tra gli esempi positivi più recenti, il case study di maggior rilievo è quello di Londra 2012. «Una edizione dei Giochi che ha evidenziato alcuni concetti dai quali ormai non si può non prescindere. Chiunque si ponga come obiettivo la sostenibilità sociale ed economica dell’evento, non può fare a meno di partire da una attenta pianificazione, che passa soprattutto dalla riqualificazione degli impianti esistenti» continua Allegri. «Eventuali nuove infrastrutture, invece, devono essere concepite con un alto livello di resilienza, devono cioè avere caratteristiche di flessibilità, adattabilità e trasformabilità. Terminato l’evento, devono poter essere riconvertite. È il concetto di legacy: tutto quello che un grande evento può lasciare in eredità a un territorio, in termini sia materiali che immateriali».

Più sport, più inclusività

E proprio questo è l’approccio che ha guidato la candidatura Milano-Cortina: il recupero di infrastrutture esistenti da una parte, la costruzione di un nuovo grande impianto dall’altra, e cioè il Palaghiaccio che riqualificherà indirettamente il quartiere San Giulia e il villaggio allo scalo di Porta Romana che diventerà poi residenza universitaria. «Queste nuove infrastrutture contribuiranno a fare di Milano una città sempre più turistica dalla grande attrattività culturale, con spazi per lo sport e il tempo libero sempre più innovativi. È quello che è successo, ormai diversi anni fa, a Barcellona proprio grazie alle Olimpiadi del 1992, il cui effetto è ancora oggi ben tangibile» spiega Allegri.
In questo modo la città si avvicina alle persone e diventa quindi più inclusiva: «Oggi lo sport invade ogni settore della città contemporanea. Coinvolge tutto ciò che è benessere, cura del proprio corpo, intrattenimento, tempo libero, per ogni fascia d’età e categoria sociale. Avere delle infrastrutture sportive adeguate significa porre le fondamenta per una società basata su valori educativi condivisi e riconosciuti» spiega Allegri.

Un cambio di mentalità

Ma l’Italia ha ancora molta strada da fare. «In Francia il ministero dello sport è tra i più importanti, mentre in Italia raramente ha avuto una sua autonoma forza e riconoscibilità. Le strutture di cui disponiamo risalgono prevalentemente all’epoca fascista; ne sono state costruite altre negli anni 70 e 90, ma nessuna di queste è stata progettata pensando alla sua gestione a lungo termine. Per non parlare delle tante palestre scolastiche che punteggiano il nostro territorio e giacciono in stato di degrado: le piccole infrastrutture sportive diffuse, a partire da quelle scolastiche e oratoriali, sono cellule fondamentali che generano virtuosi processi di riqualificazione sociale» racconta Allegri. «Bisogna ripartire da un nuovo approccio culturale, che veda lo sport e i suoi spazi come valori imprescindibili della società contemporanea. Per questo è importante una formazione rivolta in primo luogo alla gestione».

È proprio questo l’obiettivo del Master in Progettazione Costruzione Gestione delle infrastrutture Sportive, istituito dal Politecnico di Milano con Federazione Italiana Giuoco Calcio, Istituto per il Credito Sportivo, Sport e Salute Spa, Coni Lombardia e Lega Serie A. «Questo corso si rivolge ai laureati magistrali in architettura, ingegneria e design. Ma è un ambito talmente multidisciplinare che coinvolge anche le discipline economiche e legali, per esempio. Quello sportivo è ormai un settore che richiede grande preparazione scientifica e specializzazione. Le opportunità occupazionali sono molteplici: società sportive di ogni livello e settore; grandi società di ingegneria e architettura; istituzioni pubbliche e private di gestione di impianti sportivi; pubbliche amministrazioni».

Il Gruppo Prada supporta l’International Master in Luxury Management di MIP Politecnico di Milano

Il Gruppo Prada e Champagne Taittinger a fianco del prestigioso master specialistico IMLux, primo al mondo nel formare professionisti del lusso

 

 

Il programma, condotto in collaborazione con la francese Neoma Business School, offre un doppio titolo di studio. Al via le lezioni della settima edizione, ma da ottobre ci si può già iscrivere alla successiva

 

L’International Master in Luxury Management (IMLux) è il primo master specialistico al mondo in luxury management secondo il ranking EdUniversal 2018 (nella cui classifica è preceduto solo da due MBA con differenti finalità) e da quest’anno è supportato dal Gruppo Prada ‐ uno dei leader internazionali nel settore del lusso ‐ in qualità di main sponsor insieme al francese Champagne Taittinger.

Il corso si configura come una collaborazione italo‐francese ‐ i due Paesi più importanti al mondo per prodotti di alta gamma ‐ e dà accesso a un doppio titolo di studio: master di I livello del Politecnico di Milano e “master of science” della francese Neoma Business School.

IMLux è in partenza il 9 settembre 2019 e da ottobre sarà già possibile iscriversi all’edizione 2020: un programma formativo erogato da MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business e da Neoma Business School in collaborazione con il Gruppo Prada e Champagne Taittinger, specificamente pensato per chi vuole acquisire le competenze necessarie a ricoprire posizioni chiave nelle aziende del lusso che, per la loro natura, richiedono abilità e creatività particolari.

Il programma in lingua inglese ‐ 12 mesi full time più un project work finale, trascorsi per metà a Reims, città francese ben nota per lo champagne, e per metà a Milano, una delle capitali della moda ‐ si sviluppa in un contesto internazionale per provenienza degli studenti (ogni anno si contano circa venti differenti nazionalità), della faculty e delle aziende partner e offre l’opportunità di entrare in contatto con vere eccellenze nel campo della moda, della cosmesi, dell’arredamento, del food&beverage, dell’hôtellerie e dell’automotive.

Stefano Rastrelli, Direttore Risorse Umane Gruppo Prada: “Consapevoli del prezioso valore dell’istruzione nell’attuale panorama contemporaneo, siamo lieti di annunciare che il Gruppo Prada aderisce con entusiasmo a questo progetto, apprezzando la multiculturalità degli studenti coinvolti provenienti da diversi paesi, e le loro competenze trasversali. È con piacere che sosteniamo questo percorso geograficamente articolato e contraddistinto da differenti contribuiti provenienti dal mondo accademico e dal mondo delle imprese”.

La vicinanza con le imprese fa di questo master un programma praticamente unico – aggiunge Fabrizio Maria Pini, direttore del Master-. Infatti, non ci limitiamo a ospitare in aula testimonianze di imprenditori e manager e seminari specifici, o a proporre visite sul campo, pur fondamentali per una full immersion nel mondo del lusso, ma le aziende intervengono anche attivamente sui contenuti del corso chiedendo agli studenti di affrontare progetti concreti, di dare il loro contributo per risolvere problemi o sfide che davvero in quel momento hanno bisogno di una soluzione. Un ulteriore aspetto di unicità – prosegue Pini – è l’approccio integrato alla creazione del valore nel comparto del lusso. IMLux infatti offre una visione approfondita sull’intero processo di value creation: dall’ideazione ai processi di manufacturing, dalla supply chain al retail, alla comunicazione on e off line”.