Al MIP si formeranno i nuovi manager del mercato del lusso

In partenza il Global Excutive Master of Luxury Management in collaborazione con la University of Wollongong Dubai

 

Il MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business formerà le nuove figure manageriali nel mercato dei beni e dei servizi di lusso. Con un doppio  titolo (in Italia e negli Emirati Arabi Uniti),  infatti, partirà, il Global Executive Master of Luxury Management, della durata di  14 mesi, che offre la possibilità di poter acquisire le skills distintive nella gestione di marchi di lusso, attraverso una visione internazionale. I candidati potranno trascorrere, pertanto, periodi di studio sia a Milano che a Parigi, Ginevra e Dubai, le capitali dello shopping di lusso più iconiche al mondo.

Il programma nasce in collaborazione con la University of Wollongong Dubai dove i candidati, al conseguimento dei requisiti e alla consegna del progetto finale, riceveranno un doppio diploma.

Il corso sarà erogato in lingua inglese ed è rivolto a professionisti con esperienza nel settore,  interessati a intraprendere un percorso di crescita in ruoli manageriali del  mondo del lusso.

Le domande saranno valutate da docenti e personale di ammissione presso UOWD e MIP Politecnico di Milano, dove i requisiti di ammissione devono essere soddisfatti per entrambe le istituzioni.

Le lezioni si terranno in parte a Milano e in parte a Dubai, e saranno affiancate da study tour (“Doing Business In”) in Europa (a Parigi e a Ginevra), dove, grazie alle sessioni in aula e presso le aziende partner e ai project work, si potranno applicare gli studi teorici alla pratica.  È prevista, inoltre, l’elaborazione di un progetto finale che metterà in risalto le potenziali idee imprenditoriali dei candidati e le loro attitudini nel campo del luxury.

BRANDING E-VOLUTION

Branding e-volution è un progetto di ricerca nato dalla collaborazione tra UPA, che riunisce i più importanti investitori in pubblicità e comunicazione in Italia, e la School of Management del Politecnico di Milano. La ricerca, coniugando dati, analisi e insight sullo scenario italiano di imprese di marca e player della filiera, vuole offrire al mercato un contributo concreto e innovativo alla comprensione delle criticità e delle possibili opportunità di sviluppo delle marche nell’ecosistema digitale.

In attesa di direttive riguardo la disponibilità dell’aula Aula Magna del Politecnico di Milano per ragioni sanitarie, i risultati della ricerca saranno presentati nel corso di due eventi, ciascuno di mezza giornata, che verranno trasmessi via streaming:

  • 1° EVENTO: 24/09/2020 ore 9.30 – 12.45 (LINK PER L’ISCRIZIONE)
  • 2° EVENTO: 01/10/2020 ore 14.30 – 17.45 (LINK PER L’ISCRIZIONE)

Le tematiche affrontate saranno

  • Il senso della Marca e il futuro dell’advertising
    • Quali sono le principali sfide che le marche devono affrontare in uno scenario complesso come quello attuale?
    • In che modo la comunicazione, con particolare focus sui mezzi digitali, contribuisce a costruire e a rafforzare il valore del brand?
  • Dati e strumenti di misurazione come asset per la Marca
    • Qual è l’approccio delle imprese italiane alla misurazione delle iniziative di branding e delle performance di marketing e di comunicazione?
    • In che modo la gestione del dato diventa elemento strategico?

L’edizione della ricerca è realizzata in collaborazione con GFK, GroupM, Integral Ad Science, Inmediato Mediaplus, Kantar, LinkedIn, Nextplora, Rai Pubblicità, Sensemakers, Teads, WebAds.

Gruppo di Ricerca

Responsabili Scientifici
Vittorio Meloni, Direttore generale UPA
Giuliano Noci, Ordinario di Marketing e Prorettore delegato del Polo territoriale cinese del Politecnico di Milano

Responsabili della Ricerca
Valentina Palummeri, School of Management del Politecnico di Milano
Nicola Spiller, School of Management del Politecnico di Milano
Alberto Vivaldelli, UPA

Informazioni utili
La partecipazione al Convegno è gratuita.

Per maggiori informazioni in merito alla ricerca contattare valentina.palummeri@polimi.it

 

 

Come sviluppare le skills giuste per raggiungere gli obiettivi

Definizione, strategia e action plan

Quale direzione dare alla propria carriera professionale e quali sono le competenze da acquisire e le azioni da intraprendere per raggiungere gli obbiettivi professionali prefissati?

Il MIP ha progettato per i percorsi MBA ed Executive MBA, il “Career Self-Design”, un programma formativo volto ad accelerare lo sviluppo dei percorsi di carriera dei partecipanti attraverso fasi differenti: dalla definizione dell’obiettivo professionale fino all’identificazione delle barriere.

Il percorso parte dalla definizione del proprio obiettivo professionale, identificando le barriere acquisendo i tools per costruire piani personalizzati. Questo primo step rappresenta il processo di trasformazione professionale che mira a diventare imprenditori di successo.

#CareerLeader

MIP Politecnico di Milano migliora i processi e amplia la collaborazione con l’ecosistema di imprese grazie a IBM Services e Public Cloud

Sistema ERP di nuova generazione SAP S/4HANA basato su IBM Cloud per rispondere in modo più efficace e efficiente alle esigenze di migliaia di studenti di 68 paesi diversi e per favorire l’ampliamento del network internazionale di Business School e aziende

 

Il MIP, la prestigiosa Business School del Politecnico di Milano, nel suo percorso di Digital Transformation collabora con IBM per una gestione più efficace ed efficiente dei processi amministrativi e di business e per favorire lo sviluppo internazionale delle sue attività, ampliando la rete di partner, di docenti e studenti provenienti da tutto il mondo.

MIP è una società consortile che ha visto negli ultimi anni un significativo aumento del proprio fatturato. Questa crescita ha richiesto la necessità di un’evoluzione del sistema informativo per gestire in modo più efficiente la complessità di tutti i processi aziendali e, allo stesso tempo, per soddisfare meglio le specifiche esigenze dei clienti in modo capillare sul territorio.

È stato scelto il sistema gestionale SAP S/4HANA su IBM Public Cloud per consentire al MIP di supportare uno sviluppo di business a livello internazionale attraverso la standardizzazione dei processi e la centralizzazione delle principali informazioni su un unico data base, che può essere interrogato in real time grazie a tecnologie di analytics per la reportistica.

In particolare, MIP e IBM hanno creato un’applicazione sviluppata con SAP Fiori, il Calendar, completamente integrata con con l’ERP di SAP, che permette la pianificazione dei percorsi formativi dei Master, la generazione automatica degli incarichi ai docenti, la pianificazione delle aule e la stampa del calendario dei corsi. Il Calendar ha ridotto drasticamente i tempi di emissione degli incarichi, in precedenza inseriti manualmente, e gli errori derivanti da una immissione manuale dei dati.

L’introduzione di SAP rappresenta un punto di svolta nella storia della nostra scuola di business.
Nell’ultimo decennio, non solo il fatturato, ma anche la complessità gestionale sono cresciuti notevolmente. L’approccio tradizionale alla gestione delle nostre attività non era più coerente per sostenere la crescita della scuola. Quindi abbiamo scelto una soluzione di fascia alta che prevediamo accompagnerà la nostra crescita per diversi anni. Un progetto così impegnativo ha richiesto un partner di valore, quindi abbiamo identificato IBM che ci ha supportato in questo grande programma di trasformazione, fondendo efficacemente le loro competenze con la nostra conoscenza del contesto e del settore: un mix eccellente per raggiungere il successo” dichiara Federico Frattini, Dean di MIP Politecnico di Milano

Oggi sono oltre 120 i dipendenti della Business School di 11 nazionalità diverse, più di 15.000 gli alumni della community, migliaia gli studenti provenienti da 68 Paesi. A questi si aggiungono migliaia di partecipanti a corsi svolti con oltre 100 clienti aziendali di differenti settori. Un ecosistema quindi in costante ampliamento.

La standardizzazione dei processi e la centralità dei dati hanno richiesto al MIP una revisione dell’operatività e degli strumenti a supporto del lavoro quotidiano, e hanno offerto il vantaggio di poter controllare in modo efficace tutte le informazioni.

IBM collabora da tempo con il Politecnico di Milano su diversi fronti, per lo sviluppo delle competenze digitali, per la formazione aziendale, per preparare i giovani ad affrontare uno scenario tecnologico in costante e profondo mutamento. Questo progetto è una ulteriore conferma di una solida partnership che aiuterà il MIP ad essere ancora più competitivo in ambito internazionale ampliando il proprio network offrendo servizi d’eccellenza a studenti e imprese” – dichiara Enrico Cereda, Presidente e AD di IBM Italia

Nello specifico, le aree coinvolte del progetto sono l’Amministrazione, Finanza e Controllo, Ciclo Passivo e Ciclo Attivo. Le anagrafiche del Ciclo Passivo sono state arricchite dei dati relativi alla Docenza e di tutti i controlli necessari per la gestione della Pubblica Amministrazione. L’acquisto della cancelleria, voce di costo rilevante per la scuola, è stato automatizzato mediante un’integrazione on line con il principale fornitore.
L’architettura relativa al Ciclo Attivo è stata completamente rivista per permettere un’integrazione in real time con il sistema di CRM che genera le anagrafiche, i sistemi di e-commerce e il provider che gestisce la fatturazione elettronica.

Prossimamente sono previste nuove evoluzioni di questo progetto, da un lato per poter rendere più efficace l’automazione di alcuni processi e dall’altro per aumentare ulteriormente l’efficacia delle attività di business.

La collaborazione tra il MIP e IBM, socio sin dalla sua costituzione, è di lunga data.

Insieme, ad esempio, hanno sviluppato l’International Master in Business Analytics and Big Data (BABD), un programma innovativo dove teoria e pratica sono strettamente connesse attraverso il supporto continuo di aziende e partner internazionali. Inoltre, IBM è partner e contribuisce con interventi anche al corso principe International Full Time MBA, oltre che nell’International Master in Omnichannel Marketing and consumer analytics.

Open Lab Smart Home – Time to HACK!

Sei appassionato di IoT? Passi il tempo libero smanettando con dispositivi elettronici? Oppure sei uno sviluppatore software, appassionato di C++, Java, Python o altri linguaggi?
Che tu sia studente, laureato o appassionato, questa è la sfida che fa per te.
Partecipa all’Hackathon “Open Lab Smart home – Time to HACK!” e mettiti alla prova in uno dei contesti più dinamici ed innovativi del mondo IoT: la Smart Home.

Dai spazio alla tua creatività: fai parlare tra loro gli oggetti della casa intelligente usando oltre 30 dispositivi multi-brand e i relativi product-cloud per costruire nuovi scenari, use-case ed esperienze.

I migliori progetti verranno selezionati e accompagnati lungo un percorso di sviluppo verso l’implementazione di un proof-of-concept, con il supporto del laboratorio IOT del Politecnico di Milano e 8 aziende leader del settore. Le 3 squadre migliori saranno premiate con dispositivi per la smart home e gadget per un valore complessivo di oltre 3.000€.

Le idee sviluppate rimarranno di proprietà dei proponenti, che potranno eventualmente proporle sul mercato avvalendosi del supporto di nostre aziende partner.

La partecipazione è gratuita.
Registrati subito qui: http://tiny.cc/OpenLabHackathon

Per maggiori informazioni:
https://www.iotlab.polimi.it/open-lab-smart-home-time-to-hack/

CleanTech Challenge Italy

 

È il MIP la Business School italiana scelta per organizzare la CleanTech Challange Italy, la fase italiana della competizione internazionale dedicata al mondo delle tecnologie sostenibili, supervisionata dalla London Business School (LBS) e dalla University College London (UCL).

La sfida consiste nello sviluppare idee innovative nel campo della clean technology, dalla fase di progettazione fino all’ottenimento di fondi per realizzare il progetto.

La CleanTech Challange è una competizione improntata sull’innovazione globale, aperta a studenti e Alumni provenienti dalle migliori università e business school del mondo, al fine di riconoscere le idee cleantech con le seguenti caratteristiche:

– sono innovative e originali

– hanno un potenziale in termini di business

– hanno un impatto positivo sull’ambiente

Alumni e studenti potranno presentare la propria idea entro il 1 Marzo 2020 alle ore 23:59.

I progetti finalisti saranno presentati presso la sede del MIP il 3 e 4 Aprile 2020.

Alla fine della fase italiana, saranno assegnati due premi predisposti dall’Associazione Gianluca Spina, l’associazione non profit, creata per lo sviluppo di progetti educativi e innovativi e fondata in onore dell’ex Presidente e Dean del MIP, scomparso prematuramente nel 2015.

I due premi saranno così suddivisi:

– Premio di €5,000 al gruppo vincitore della CleanTech Challange

– Premio di €3,000 eventuale nel caso non sia il primo, per la migliore idea che supporterà la #plastic challange, ovvero la riduzione della produzione e l’abbandono di plastica a livello ambientale.

I vincitori rappresenteranno, poi, l’Italia alle finali della CleanTech Challange, che si terrà presso la London Business School il 23 e 24 Aprile 2020.

In questa fase finale il premio ammonta a £10,000

Ai partecipanti è chiesto di inviare, entro la scadenza del 1 marzo, un estratto di 300 parole via email a CleantechChallenge2020@mip.polimi.it.

Per maggiori informazioni sulla programmazione e sul regolamento della competizione, registrati QUI.

Formare, innovare, adattarsi al contesto: il futuro del MIP

Vittorio Chiesa e Federico Frattini, da poco nominati rispettivamente Presidente e Dean, raccontano cambiamenti, strategia e obiettivi della Graduate School of Business del Politecnico di Milano

Archiviato il quarantennale celebrato nel 2019, il MIP inizia il 2020 all’insegna del cambiamento. A partire dai vertici. Vittorio Chiesa e Federico Frattini vanno a ricoprire rispettivamente le cariche di Presidente e Dean.
Cambiano quindi le persone nei ruoli di responsabilità, ma non cambia l’obiettivo della Business School: offrire ai propri studenti tutti gli strumenti per competere in un mercato del lavoro sempre più complesso. Ma, per farlo, è necessario mettere in campo nuove proposte e nuove strategie. «Lo scenario delle business school si è trasformato», ci racconta Vittorio Chiesa. «Il panorama in cui agiamo è cambiato, è diventato più competitivo e ha messo in discussione il modello della formazione tradizionale, mostrandone tutti i suoi limiti». Una realtà che, come ribadisce Federico Frattini, «impone un ripensamento nelle modalità di erogazione dell’offerta formativa, sempre più orientata al lifelong learning».

La digitalizzazione che guarda al mondo

Contenuti nuovi, formati differenti, lifelong learning: sono le parole chiave che raccontano le linee guida del MIP, e che a loro volta indicano anche le sfide da affrontare. «La prima riguarda l’innovazione delle modalità con cui avviene la formazione», spiega Frattini. «Vogliamo portare avanti una riflessione sugli spazi fisici in cui formiamo i nostri studenti. Il campus del futuro è distribuito, costituito da spazi più piccoli, agili e flessibili. È un’evoluzione resa possibile dalle tecnologie digitali. Ma proprio in quest’ottica dobbiamo interrogarci sulla natura dei formati: sono corretti? Possono diventare più integrabili con la vita professionale e privata dei nostri studenti? Noi abbiamo già sperimentato con dei progetti in questo campo, ad esempio con Flexa, ma dobbiamo fare ancora di più in ottica di continuous learning».
La digitalizzazione, d’altra parte, è uno dei due assi strategici che hanno portato alla crescita del MIP negli ultimi anni. «L’altro», racconta Vittorio Chiesa, «è l’internazionalizzazione. Le nostre classi accolgono studenti da tutto il mondo. Ma non dobbiamo fermarci qui: dobbiamo allargare il nostro scope geografico. E se da una parte possiamo contare su una città, Milano, che ormai può vantare lo stesso appeal delle più grandi e moderne capitali europee, dall’altra sta anche a noi espandere la nostra portata internazionale. La seconda sfida è questa».

Insieme alle aziende la formazione è continua

La terza e ultima sfida, invece, si ricollega al tema della formazione continua: «Va ripensato il concetto stesso di alumnus», interviene Federico Frattini. «Fino a non molto tempo fa, un percorso di formazione come un master terminava ed avviava gli studenti al lavoro. Oggi questo passaggio non è più così netto: il bisogno di formazione è continuo, per questo la didattica va ripensata secondo questa prospettiva. Ed è per questo che non possiamo prescindere dallo sviluppare nei nostri studenti capacità critiche ed il saper apprendere».
La stessa natura societaria del MIP offre un punto di vista privilegiato sulla realtà del mondo del lavoro e sulle esigenze delle aziende, come spiega il presidente Chiesa: «Il MIP è una società consortile per azioni senza scopo di lucro. Nel CDA del MIP siedono numerose aziende leader italiane e internazionali. Abbiamo notato che questa presenza si è tradotta in una moltiplicazione del valore della nostra offerta, sempre al passo con le richieste che arrivano dal mondo del lavoro».

Una business school competitiva

Le sfide, quindi, sono chiare. Così come la strategia per il futuro. «il panorama della business education è un contesto altamente competitivo», conclude Federico Frattini. «Una business school è a tutti gli effetti una azienda soggetta a forti pressioni competitive, determinate dall’ingresso di nuovi competitor nel mercato ed accelerate dalla digitalizzazione. La nostra priorità è impostare una modalità di gestione della scuola improntata a una professionalizzazione sempre maggiore. Lo si può fare coinvolgendo persone con capacità e competenze specifiche. Competitività, professionalità e velocità d’azione sono tre parole chiave per il futuro del MIP».

Il prodotto non basta. Il B2B e la sfida della trasformazione digitale

 

Il digitale rivoluziona anche il rapporto tra fornitore e cliente. Le parole chiave delle imprese diventano così marketing e servizio

Marketing e imprese B2B: un connubio recente, ma già imprescindibile. Fino a poco tempo fa era il reparto commerciale a occuparsi tanto della costruzione della reputazione nei confronti delle aziende, quanto della conversione di queste in clienti. Con la trasformazione digitale il panorama è mutato. Le imprese italiane, storicamente poco sensibili al marketing, sono ora protagoniste di una presa di coscienza improvvisa. Ce lo spiega il professor Giuliano Noci, Professore di Strategia e Marketing
presso il Politecnico di Milano: «Il cambiamento deriva da due elementi. Uno è di ordine tecnologico, l’altro è legato a un calo di risultati delle reti commerciali tradizionali».

La tecnologia impone un rapporto più profondo con il cliente

La componente tecnologica che impone alle aziende B2B di puntare sul marketing presenta due aspetti: «Innanzitutto, oggi non basta più che il prodotto sia tecnologicamente avanzato. Per essere attrattivo deve funzionare in un certo modo, secondo le aspettative del cliente», racconta Noci. «Viene rivoluzionato il rapporto tra fornitore e cliente, dove quest’ultimo non compra tanto il prodotto, quanto piuttosto il servizio a esso associato. Tradizionalmente, le imprese B2B hanno sempre vantato una grande conoscenza di ciò che vendevano, a cui però non corrispondeva una conoscenza altrettanto approfondita del cliente e dei suoi bisogni. Il marketing, oggi, è lo strumento con cui instaurare questa nuova intimità. Ed è qui che entra in gioco il secondo elemento legato all’aspetto tecnologico: i confini della competizione oggi sono mutevoli. Le analisi organiche e sistematiche del contesto, dei competitori, dei clienti diventano cruciali. Solo conoscendo tutti questi fattori si possono intercettare i trend e rispondere ai bisogni dei clienti, fornendo loro dei servizi che altrimenti sarebbero erogati da qualcun altro».

La relazione, prima della transazione

D’altra parte, le performance delle reti commerciali a cui si sono appoggiate finora le aziende non sono paragonabili a quelle di una volta. Questo impone un ripensamento strategico, secondo Noci: «Il buyer industriale adotta comportamenti simili a quelli dei privati che oggi comprano online. Si costruisce una rete di alternative di acquisto possibili, e solo dopo incontra il fornitore. Questo significa che bisogna pensare alla costruzione di un sistema omnicanale, a partire dal classico sito web, per proseguire anche sui social, come LinkedIn. Per gestire tutti questi nuovi elementi, diventa ineludibile l’integrazione tra marketing e commerciale, tant’è che quest’ultimo vira sempre più verso la funzione di advisor nei confronti dei clienti».
Questi cambiamenti impongono alle aziende un ribaltamento dei paradigmi operativi: «Il modello su cui basarsi non sarà più transazionale, ma relazionale, perché le nuove tecnologie sublimano la dimensione umana. Analogamente, non bisogna più pensare in termini di prodotto, ma di servizio. Se un’azienda invece si appiattisce sul prodotto, potrà avere dei margini operativi solo su quello, mentre la vera sfida e i veri guadagni sono legati ai servizi connessi al prodotto stesso. Ci vuole coraggio, soprattutto per le piccole imprese, che possono sfruttare una maggiore flessibilità: uscire dalla comfort zone, e capire come posizionarsi in una rete di imprese che offrono servizi», consiglia Noci.

Per i manager la sfida è culturale

In questo processo le figure dei manager diventano fondamentali. «Non devono essere solo estremamente competenti e avere capacità di marketing e strategiche. Poiché devono portare le aziende a un cambiamento che è prima di tutto culturale, devono possedere grandi capacità di leadership, con le quali farsi seguire anche da chi per molti anni ha lavorato in un contesto differente» conclude Noci. In questa prospettiva i corsi brevi dell’area B2B del marketing del MIP hanno l’obiettivo di fornire strumenti concreti per far fronte alla crescente importanza della trasformazione digitale.

Master in Performing Arts Management: aperte le iscrizioni

Sono aperte le iscrizioni per la nuova edizione del Master in Performing Arts Management (MPAM), in partenza a novembre 2020.

Per saperne di più, partecipa alle presentazioni in programma:

-Martedì 22 gennaio alle ore 17.30, presso il nostro partner Accademia Teatro Alla Scala

Martedì 28 gennaio al MIP.

Il Master MPAM, infatti, è stato sviluppato in partnership con Accademia Teatro alla Scala e in collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa.

Prendere parte a questo Master significa comprendere a fondo l’intero mondo delle arti performative.

Lo stretto legame con il Teatro alla Scala e la possibilità di frequentare lezioni tenute da professionisti, infatti, consentono agli studenti di acquisire conoscenze teoriche e pratiche estremamente approfondite, arricchite da internship presso alcune delle più importanti istituzioni culturali italiane e internazionali.

Career Development Training 2020

Il Career Development Center riapre la stagione 2020 con un catalogo formativo di 12 Career Workshop e Career Lab, realizzato in collaborazione con prestigiosi Trainer e Coach, esperti di Career Management a livello internazionale.

Questo percorso esclusivo, dedicato ai corsi MBA ed Executive MBA, consente di sviluppare competenze di Career Self-Design che, all’interno di un mercato del lavoro sempre più complesso ed esigente, risultano fondamentali per trasformarsi in “Career Leader” di successo.

Grazie al team IP Career Trainer MIP, di cui fanno parte, tra gli altri, Luigi Centenaro, Fondatore e Managing Partner di Big Name,  Sandra Bichl, Partner di Career Angels ed Edorado Sala, Director di Ideas on Stage, i partecipanti potranno, a partire dalla definizione di un obiettivo professionale individuale, acquisire la metodologia e gli strumenti necessari a costruire un piano di sviluppo personalizzato.

Obiettivo finale? Diventare imprenditori di sè stessi.