Dottorato di Ricerca bandi aggiuntivi

Sono indetti ulteriori bandi per l’ammissione a posti di dottorato con borsa di studio vincolata all’esecuzione di temi specifici di ricerca.
Tutte le informazioni sono disponibili sul sito del Dottorato di ricerca.

Inizio del dottorato è previsto a settembre/novembre 2023 (le date di inizio attività saranno specificate in ciascun singolo bando).

La domanda di ammissione al concorso e relativa documentazione allegata, deve essere redatta e inserita esclusivamente in forma elettronica entro il 29 giugno 2023 (ore 14) [ora italiana].

 

Le borse del Dipartimento di Ingegneria Gestionale

 

In particolare, presso il Dipartimento di Ingegneria Gestionale, sono disponibili 17 borse i cui dettagli sono pubblicati alla sezione:

INGEGNERIA GESTIONALE / MANAGEMENT ENGINEERING

Il programma di Dottorato in Ingegneria Gestionale (DRIG) offre una formazione avanzata e la possibilità di svolgere attività di ricerca nei campi della gestione, dell’economia e dell’ingegneria industriale. Il percorso assicura ai candidati una solida base metodologica e consente di sviluppare conoscenze multidisciplinari, una mente predisposta alla ricerca e la capacità di affrontare i problemi in modo innovativo, combinando prospettive e approcci diversi.

Una presentazione del programma avverrà il giorno 09/06/2023 alle ore 18:00 online.

Per maggiori informazioni e per iscriversi all’evento:
https://www.som.polimi.it/event/phd-programme-in-management-engineering/

 

Made in Polimi – Storie di Ingegneria Gestionale

 

È appena stato inaugurato “Made in Polimi – Storie di Ingegneria Gestionale”, il percorso espositivo che racconta la nascita e l’evoluzione dell’ingegneria gestionale al Politecnico di Milano, in una prospettiva temporale di oltre 50 anni.

Questa avventura, che ha avuto il reale momento di decollo con l’avvio del corso di laurea in “Ingegneria delle Tecnologie industriali ad indirizzo economico organizzativo” di cui quest’anno ricorre il 40° anniversario, è stata resa possibile grazie a tanti professori che hanno fortemente creduto nel progetto e costruito con entusiasmo percorsi formativi e di ricerca profondamente innovativi per i tempi in cui sono stati concepiti. La mostra ne ripercorre le fasi più significative in cinque pannelli multimediali: corso di laurea, dipartimento, osservatori, graduate school. Un luogo sia fisico che digitale dove ritrovare quotidianamente la piena consapevolezza delle nostre “radici”, che sono alla base dell’immaginazione e della costruzione del nostro futuro.

La cerimonia di inaugurazione è stata aperta da Alessandro Perego, direttore del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e promotore del progetto, insieme al rettore Ferruccio Resta e la neo-eletta rettrice Donatella Sciuto. A seguire Federico Bucci, prorettore e delegato alle Politiche Culturali, ha illustrato il progetto nel suo complesso. Poi i curatori Umberto Bertelè, Armando Brandolese, Remigio Ruggeri, Emilio Bartezzaghi sono entrati nel dettaglio dell’articolazione dei contenuti, gli obiettivi e il metodo seguito nella costruzione della narrazione, evocando qualche episodio iconico degli esordi. Ha concluso, prima del taglio del nastro, la progettista dell’allestimento Lola Ottolini.

La mostra è aperta al pubblico dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18, in Via Lambruschini 4/b – Edificio BL26/b.

Per organizzare una visita guidata è possibile scrivere a comunicazione.dig@polimi.it

Ti aspettiamo!

 

Milano, 22 novembre 2022
Credit foto: Lab Immagine, Dipartimento di Design, Politecnico di Milano
labimmagine-design@polimi.it

 

Gli studenti del Lab “Invest in Foreign Markets” tra i migliori nella competizione internazionale “X-Culture”

 

X Culture, la challenge a tema business internazionale, quest’anno ha visto la partecipazione di 6.188 studenti provenienti da 171 università e 53 paesi diversi, suddivisi in 1032 teams misti. Come in ogni edizione, agli studenti viene richiesto di collaborare a distanza per 8 settimane alla realizzazione di un vero e proprio progetto di internazionalizzazione per una delle quattro imprese italiane selezionate da Alibaba.com che hanno aderito a X-Culture.

Alla competizione hanno partecipato i 44 studenti del Lab “Invest in foreign markets” del corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Gestionale che sono stati distribuiti nei team internazionali lavorando a distanza con i colleghi delle università estere. Alla fine della competizione, 12 studenti del Politecnico di Milano  distribuiti in 3 gruppi hanno vinto il premio “Best Team”, conferito sia per le ottime valutazioni peer-to-peer da loro ricevute, sia per la qualità dei report finali da loro realizzati, che rappresentano dei veri e propri business plan a supporto dell’internazionalizzazione delle imprese coinvolte.

Oltre a questo, il Politecnico di Milano si è distinto anche per il premio “Best Instructor”, che è stato conferito al prof. Stefano Elia, supportato da Alessio Di Marco e Ludovico Benetel, per l’impegno e la professionalità con cui sono stati coordinati gli studenti nello svolgimento del loro progetto, consentendo loro di ottenere anche i premi per il “Best Team”.

Studenti premiati:

Gabriele Capobianco
Giuseppe Carrabino
Andrea Cigognini
Federico De Cosmo
Sofia Monica Di Vincenzo
Emma Maria Antonietta Rosa
Francesco Faugno
Alessandro Gastaldo
Simone Gianotti
Martina Mauri
Beatrice Raimondi
Mercedes Maria Ugarte Herrero

Per maggiori dettagli:

Premi, sui progetti e sugli studenti vincitori
Best educators

Inaugurati i nuovi spazi del Dipartimento di Ingegneria Gestionale

Dopo 9 mesi di lavori di ristrutturazione, l’edificio di via Lambruschini a Milano è pronto ad accogliere di nuovo la comunità della School of Management con spazi completamente rinnovati.
Al taglio del nastro, insieme al Direttore di Dipartimento prof. Alessandro Perego, hanno partecipato la prof.ssa Donatella Sciuto, Prorettrice Vicaria, il prof. Emilio Faroldi, Prorettore Delegato del Politecnico di Milano.

 

Sono stati inaugurati qualche giorno fa i nuovi spazi del Dipartimento di Ingegneria Gestionale nel Campus Bovisa del Politecnico di Milano.

Progettati sulla base di concetti d’uso innovativi, i nuovi ambienti sono caratterizzati da migliore illuminazione, risparmio energetico e un ambiente biofilico. In particolare, sono stati concepiti per stimolare lo scambio e la condivisione, grazie ad una maggiore disponibilità di aree comuni con diverse funzionalità e da una componente tecnologica fortemente integrata. Il tutto all’insegna di una grande flessibilità di utilizzo, volta tanto al benessere individuale quanto a favorire l’incontro.

Il Dipartimento di Ingegneria Gestionale si è trasferito nel campus Bovisa del Politecnico di Milano nel 2009, anno in cui l’ateneo ha messo a disposizione alcuni nuovi edifici realizzati a seguito della riqualificazione della zona dei gasometri, con lo scopo di “alleggerire” il campus storico di piazza Leonardo da Vinci in carenza di spazi dovuto all’incremento del numero degli studenti, nonché di personale docente e amministrativo.

Dopo più di 10 anni di residenza in Bovisa, i lavori di ristrutturazione presso il Dipartimento si sono resi necessari per adeguarsi non solo all’aumento del numero dei dipendenti, ma anche ad un modo di lavorare che negli ultimi anni è diventato più digitale, flessibile e collaborativo.

L’area di Bovisa, conosciuta per la presenza degli ex-gasometri, era stata recuperata e ampliata in seguito a un concorso internazionale, bandito nel 1998 dal Politecnico di Milano in collaborazione con gli enti locali (Comune e Regione).
Ora l’attesa è di vedere completata, dopo 30 anni, la riqualificazione dell’intera area con il progetto di cittadella universitaria il cui cantiere dovrebbe partire entro la fine del 2022: quarantamila metri quadrati che diventeranno spazi verdi, i due gasometri trasformati in un centro dell’innovazione che ospiterà aziende e duecento start up, e in un polo del benessere e dello sport di quattro piani aperto a tutta la città.

 

Foto gallery evento di inaugurazione

Foto di Matteo Bergamini, © Lab Immagine Design POLIMI (progettazione, produzione e gestione di prodotti comunicativi)
Dipartimento di DESIGN, Politecnico di Milano
labimmagine-design@polimi.it

Gli spazi rinnovati

Global Management Challenge Italy: la squadra del Politecnico di Milano vince la finale nazionale

 

Si chiama “Oltre” la squadra degli studenti della School of Management del Politecnico di Milano che ha vinto la finale nazionale della Global Management Challenge 2021, la più grande competizione di strategia e gestione imprenditoriale del mondo, uno strumento formativo che prepara gli studenti di qualsiasi ordine e grado e dipendenti di azienda alle dinamiche decisionali di impresa a livello di Consiglio di Amministrazione.

I partecipanti, attraverso un simulatore, devono assumere decisioni imprenditoriali per la loro azienda virtuale, che li posizionano nei confronti della concorrenza rappresentata dalle aziende delle altre squadre. Vince chi riesce a gestire in modo più reddituale la propria azienda in questo contesto competitivo.
Molte le skills da mettere in campo durante la competizione: dalla leadership alla gestione dello stress, dalle dinamiche relazionali all’orientamento al risultato, la challenge fornisce un quadro di insieme completo e realistico di cosa vuol dire prendere decisioni a livello manageriale.

Stefano Muciaccia, Emanuele Massarelli, Simone Iudica, Elia Pellizzaro e Samuel Iuliano, studenti della laurea magistrale in ingegneria gestionale, sono arrivati primi in Italia su oltre 60 squadre, guadagnandosi così la partecipazione alla finale internazionale che si è svolta a Nizhny Novgorod, in Russia.
L’ottimo risultato raggiunto in Russia non è stato sufficiente per aggiudicarsi anche qui la vittoria, andata alla squadra Portoghese, ma ai ragazzi del team Oltre va il ringraziamento di GMC Italia e del Politecnico di Milano per aver rappresentato così egregiamente il nostro paese all’edizione 2021, che ha visto la partecipazione di circa 30.000 persone da 40 paesi, con 150 Università.

 

Per maggiori informazioni:
https://globalmanagementchallenge.pt/worldgmc/
http://www.gmcitaly.it/

Credit foto:
RR – Global Management Challenge

10 Students | 10 Stories: al via la campagna di raccolta fondi per 10 studenti meritevoli

10 Students | 10 Stories – Insieme per gli studenti e le studentesse di Ingegneria Gestionale” è la campagna di raccolta di fondi che la School of Management del Politecnico di Milano promuove per aiutare 10 brillanti giovani a progettare il loro futuro insieme a noi.

Ogni anno cresce il numero di studenti e studentesse che si iscrivono al corso di studio in ingegneria gestionale: un percorso di formazione multidisciplinare, impegnativo ma gratificante, e molto apprezzato dal mondo del lavoro. Ma non tutti possono sostenere le spese che questa scelta comporta, non ultimo il costo di vivere a Milano. La pandemia COVID-19 ha aggravato il problema, mettendo a dura prova la tenuta del nostro sistema economico.

Ingegneria Gestionale prepara studentesse e studenti a essere protagonisti dell’innovazione e del cambiamento, unendo al rigore scientifico di metodi e teorie la continua ricerca di un impatto positivo per tutta la collettività. Sostenendo studentesse e studenti meritevoli contribuiremo tutti insieme alla creazione di una generazione di professionisti competenti e responsabili.

Tutti insieme, possiamo fare la differenza, soprattutto in questo momento, per giovani di talento.
Per maggiori informazioni, visita la pagina della campagna e dona anche tu!

 

La raccolta fondi è organizzata con il supporto dell’ Ufficio Fundraising del Politecnico di Milano.
Visita anche il sito www.dona.polimi.it.

UNITIPOSSIAMO la piattaforma per aiutare gli esercenti

Una Startup no-profit composta da 5 alumni di Ingegneria Gestionale e altri di Energetica, Matematica e Design del Politecnico di Milano, oltre che da altri volontari under 30 per aiutare gli esercenti a superare la crisi economica dovuta al COVID-19.

Unitipossiamo è una iniziativa non profit nata dal desiderio di 15 ragazzi provenienti da tutta Italia – la maggior parte di loro mai conosciutisi di persona – di aiutare i commercianti a superare la crisi economica causata dal Covid-19. Il progetto viene portato avanti grazie all’impegno volontario di giovani professionisti ed è stato premiato all’interno dell’iniziativa Hackforitaly. Al momento sono presenti sulla piattaforma più di 4.000 attività commerciali distribuite su tutto il territorio italiano, che vendono buoni d’acquisto o consegnano prodotti a domicilio. Nei prossimi giorni si prevede di arrivare a più di 43.000 e generare un flusso economico fino a 90 mln di euro verso i commercianti.

Perché uniti possiamo?

A tutti è chiaro di dover offrire il proprio aiuto, per questo sul territorio nazionale si moltiplicano le iniziative che, in vario modo, cercano di sostenere le attività commerciali. Ma la frammentarietà è controproducente. Abbiamo quindi pensato di unire tutte le iniziative esistenti in un’unica piattaforma per aiutare coloro che vogliono dare il loro contributo a farlo più facilmente. Un aggregatore infatti semplifica la ricerca per l’utente che non dovrà districarsi tra decine di siti differenti e aumenta la visibilità delle offerte proposte dai commercianti.
Il fine di tutte queste piccole-medie iniziative nate finora è nobile, ma è difficile che possano avere un impatto sistemico se rimangono sole. Mentre uniti, possiamo.

I numeri del problema e il potenziale impatto

La chiusura temporanea delle attività commerciali può avere importanti ricadute sull’occupazione. Stiamo parlando di 43.000 attività chiuse e negli scenari più bui 630.000 posti di lavoro a rischio.
Con una iniziativa come Unitipossiamo pensiamo di poter raggiungere in pochi giorni 43.000 attività commerciali e 4,5 milioni di utenti che, con una spesa media di 20€ ciascuno, possono veicolare oltre 90 milioni di euro verso esercenti in difficoltà.

Cos’è Hackforitaly?

Prendendo spunto da iniziative precedenti in altri paesi europei, l’edizione italiana Hack for Italy è stata un weekend intenso (27-29 Marzo) durante il quale diversi team hanno lavorato online per trovare soluzioni digitali e non alle sfide economiche e sociali derivanti dalla crisi causata dall’epidemia che stiamo vivendo, divise nelle seguenti categorie: Save Lives, Save Communities, Save Businesses.

Quasi 1500 persone hanno raccolto la sfida, proponendo più di 50 progetti, sviluppati, partendo da semplici idee, durante l’intensa maratona di 48 ore. Nel corso del primo giorno sono stati formati i team contestualmente alla presentazione dei progetti, dove professionisti, esperti ed imprenditori, che non si conoscevano precedentemente, hanno portato una diversità di background che ha contribuito alla creatività e alla fattibilità dei progetti presentati.

Come le scienze comportamentali ci aiutano a salvare il pianeta

 

Come si comportano i consumatori nei confronti delle politiche energetiche e climatiche? Gli interventi di riduzione delle emissioni, dalle tasse alle campagne informative, funzionano davvero?

Lo ha indagato il progetto europeo ERC COBHAM del Prof. Massimo Tavoni, del Dipartimento di Ingegneria Gestionale, che integrando discipline diverse come economia comportamentale, reti complesse, analisi dei big data e modellistica, ha identificato un modello di comportamento dei consumatori e ne ha valutato l’impatto.

In particolare, nel progetto ERC COBHAM (The role of consumer behaviour and heterogeneity in the integrated assessment of energy and climate policies) sono stati testati su centinaia di migliaia di persone in Europa, Stati Uniti, Cina e in Paesi in via di sviluppo, una varietà di interventi comportamentali e la loro efficacia nel far risparmiare energia ed emissioni di CO2.

Le analisi di COBHAM si sono concentrate sulle politiche ambientali basate sul “dare informazioni” utilizzando i “nudge” (interventi comportamentali e strumenti informativi per promuovere scelte pro- ambiente). Tra gli altri è stato condotto un esperimento su 500 famiglie americane sull’uso dell’aria condizionata per testare la teoria psicologica della “discrepanza morale”, in base alla quale le persone evitano informazioni che potrebbero costringerli ad agire moralmente.
L’esperimento ha provato che l’imposizione di un sentimento di obbligo morale per ridurre l’uso di aria condizionata porta ad evitare le informazioni sulle conseguenze dei consumi energetici sull’ambiente. Ovviamente questo effetto è particolarmente significativo quando fuori fa caldo. Quando le famiglie evitano di conoscere gli impatti ambientali dell’aria condizionata, i loro consumi elettrici aumentano del 10%.

Cobham ha dimostrato come gli interventi comportamentali possano aiutare a ridurre l’impatto ambientale individuale, ma anche come gli effetti varino significativamente per tipologia di famiglia e di politica ambientale e che i “nudge”, che sono poco costosi e socialmente accettabili rispetto a strumenti tradizionali come la tassazione ambientale, sono strumenti utili di accompagnamento alle politiche pubbliche tradizionali, ma non le sostituiscono.

In conclusione, a seguito della varietà e non razionalità del comportamento umano, la natura e la forma dell’intervento di politica pubblica deve cambiare per poter risultare efficiente. Bisogna affiancare a strumenti di intervento ambientali classici, quali la tassazione, altri come i “nudge” o i sussidi che agiscano sul comportamento umano e facilitino il cambiamento.

COBHAM: European Research Council under the European Union’s Seventh Framework Programme (FP7/2007-2013) / ERC grant agreement no. 336155

GIOCOnDa, un progetto per la gestione degli Open Data

 

Un progetto internazionale per la gestione condivisa degli open data di una vasta area di confine Italia/Svizzera: è in sintesi il progetto GIOCOnDa, acronimo di “Gestione integrata e olistica del ciclo di vita degli open data”, che è stato presentato lo scorso 21 giugno nella sede di Regione Lombardia, finanziato nell’ambito del Programma di Cooperazione Interreg V-A Italia-Svizzera.
Il progetto GIOCOnDa ha come capofila per l’Italia il Politecnico di Milano, con il Dipartimento di Ingegneria Gestionale, e l’Università Supsi per la Svizzera, ed è coordinato dall’Autorità di Gestione Regione Lombardia con un partenariato che comprende Provincia di Brescia, Provincia di Lecco, EasyGov, Varese Web e la Fondazione Bruno Kessler.

I dati delle PA condivisibili in formato open possono essere messi al servizio del territorio e accelerare lo sviluppo del tessuto imprenditoriale. Ma attualmente la pubblicazione da parte dei Comuni denota una grande varietà di tipologie di dati pubblicati, il che rende difficile sia compararli che utilizzarli a livello nazionale. Per non parlare del livello europeo, per il quale gli open data sono un elemento strategico di governance.

In questo contesto lo scopo di GIOCOnDa è rafforzare la governance transfrontaliera e le capacità di coordinamento e collaborazione delle pubbliche amministrazioni italiane e svizzere della Regio Insubrica. “Solo il 7 per cento dei Comuni ha una gestione virtuosa dei dati. La ricerca che abbiamo condotto nel 2018 dimostra che si è in crescita da questo punto di vista, ma si può fare meglio” commenta Michele Benedetti, Direttore degli Osservatori eGovernment e Agenda Digitale della School of Management del Politecnico di Milano.

E accanto all’utilizzazione sistematica e condivisa dei dati, il progetto ha come obiettivo anche il miglioramento dei processi di partecipazione degli stakeholder – imprese e società civile dei territori coinvolti – insistendo su diverse criticità dell’area: la mancanza, il disallineamento e il sottoutilizzo di informazioni comuni e l’onerosità della condivisione dati. “Individuati i fabbisogni informativi del sistema degli utenti PA e stakeholder, il progetto si occuperà di selezionare e analizzare i relativi dati disponibili, rendendone omogenee le strutture per favorire l’integrazione, l’interoperabilità e l’esposizione tramite un portale dedicato alla Regio Insubrica” spiegano Luca Tangi e Irene Vanini, ricercatori del Politecnico di Milano.

Per Daniele Crespi, responsabile Innovazione Digitale Direzione Strategie e innovazione dell’offerta Lombardia Informatica «Il ruolo di Regione Lombardia con gli Enti del territorio è fondamentale. Nel 2012 siamo partiti con il portale dedicato agli open data e abbiamo detto a tutti gli Enti del territorio che potevano usarlo gratuitamente. Oggi abbiamo lanciato una iniziativa nuova: indicare quali sono i dati utili e gli standard per avere dati omogenei. Il risultato sono 100 Comuni che hanno aderito e messo in comunicazione dati in forma automatica e standard comparabile».

E per la fruizione finale dei dati? “Abbiamo uno spettro di osservazione più ampio grazie al festival di giornalismo Glocal, dove si organizzano costantemente dei percorsi che riguardano gli open data e il data journalism” afferma Tomaso Bassani di Varese Web “in tutte le redazioni si stanno formando persone per la gestione anche giornalistica dei dati. L’evoluzione tecnologica insieme alla crescita di sensibilità ha permesso una prima diffusione, anche nelle redazioni più piccole, di cultura di attenzione al dato, come base del lavoro giornalistico. L’opinione pubblica ha un ruolo importante nel contesto della messa a disposizione del dato”.

Nei prossimi mesi il progetto GIOCOnDa prenderà ulteriormente forma coinvolgendo pubbliche amministrazioni e imprese del territorio insubrico, per arrivare a creare la piattaforma online.

Operazione co-finanziata dall’Unione europea, Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, dallo Stato Italiano, dalla Confederazione elvetica e dai Cantoni nell’ambito del Programma di Cooperazione Interreg V-A Italia-Svizzera.

Stefano Capoferri

È giovane, pieno di idee e, quando parla del suo lavoro, ha gli occhi che brillano per l’entusiasmo. Si chiama Stefano Capoferri, è un Alumnus di Ingegneria Gestionale e, insieme ai suoi genitori, è l’anima di Gulliver, software house di Brescia.
Vengo da una famiglia che ha una forte cultura imprenditoriale e parallelamente sono un appassionato di nuove tecnologie…” Stefano apre così la nostra chiacchierata, scegliendo le sue origini come biglietto da visita.
Dopotutto, la sua è la storia di un giovane che nell’azienda di famiglia ci è cresciuto, imparando sul campo i segreti del core business prima di interessarsi a bilanci e amministrazione.

Gulliver è nata nel 2000, puntando sul mobile quando erano in pochi a immaginare la crescita esponenziale che questo settore avrebbe avuto nei quindici anni successivi. Partendo dalle applicazioni di Sales Force Automation sui Nokia Communicator, oggi Gulliver è cresciuta sia nel mondo B2B – in particolare nella Contract logistics – che nel B2C.

Se da un lato l’interesse per il mondo imprenditoriale è parte del retroterra di Stefano, è stato il Politecnico a dargli gli strumenti per poter fare la differenza in azienda.
Ci spiega infatti: “Ho scelto Ingegneria Gestionale perché pensavo mi potesse dare una visione a 360°, un modo di pensare e di organizzare le varie attività. Gli anni al Politecnico sono stati uno dei momenti più belli fino ad ora…
Un legame forte, quello con l’Ateneo, che non si è allentato nel corso del tempo ma che, al contrario, è diventato sempre più forte. “Il Politecnico – ci racconta – è sempre stato per noi un punto di riferimento perché è qui che nasce l’innovazione. È uno dei migliori centri di ricerca ed è origine per noi di ispirazione. Personalmente, avendo studiato qui, apprezzo molto questa collaborazione, specialmente ora che sono entrati negli Osservatori alcuni ex compagni o che mi ritrovo a lavorare insieme ai docenti che mi hanno fatto lezione in passato.

È anche grazie a questa relazione con il Politecnico che Gulliver riesce a essere aggiornata e a cavalcare l’innovazione con successo.

Un esempio? Capoferri ci parla di tre startup nate da Gulliver: Legur– nel settore dell’agroalimentare, Giotto – dove tutti i colleghi di Gulliver sono soci e hanno l’1% delle quote della società, e WinEx – che unisce il mondo della logistica con quello dell’agroalimentare per assicurare ai ristoranti una cantina fornita e flessibile.
Questi progetti hanno dato a Stefano la possibilità di vedere da vicino il mondo delle startup e di capire che “in Italia spesso ci si ispira al modello americano, dove i venture capitalist sono abituati a investire molte risorse nelle nuove startup. Tuttavia, in Italia, non è sempre così, soprattutto su aziende che non hanno ancora utili.”

Il consiglio di Capoferri per chi vuole diventare uno startupper è di “dimostrare che si è in grado di fare utili, di saper organizzare un team. Poi l’investitore è facile da trovare”.
Un po’ come ha fatto insieme ai colleghi di Giotto per il lancio di Ophelia, una macchina per fare lo Spritz. Dopo aver costruito dei prototipi a mano, hanno avviato la produzione di un piccolo lotto autofinanziato destinato alla vendita, con l’obiettivo, una volta registrati i primi utili, di apparire più interessanti per i potenziali finanziatori.
Quello che il nostro Alumnus consiglia ai futuri imprenditori è di conoscere bene se stessi e i propri obiettivi, senza però trascurare il contesto in cui ci si trova.
Infatti spiega: “non bisogna dimenticarsi che siamo in Italia, un paese bellissimo, ma che ha logiche un po’ diverse da quelle che leggiamo su Bloomberg, Business Insider o Wired. Bisogna quindi informarsi su come vanno le esperienze tedesche, africane, cinesi, italiane, ma poi fare mente locale rispetto a chi si è, a cosa si può fare e a dove ci si trova.

Quello che conta, nel mondo del lavoro, è l’esperienza. L’invito di Stefano è quindi di “ascoltare tanto le persone che hanno più esperienza di noi, conservando però lo spirito critico. Infatti, in alcuni business capita che siano proprio i giovani a conoscere meglio le nuove generazioni e ad avere il polso delle tendenze future.

Ed è proprio quello che accade in Gulliver, dove Stefano impara ogni giorno dai colleghi, che definisce “una vera famiglia”, dai soci, e – ovviamente – dalla madre e dal padre.
Io sono la spalla perfetta per lui, e lui è la spalla perfetta per me”, spiega il nostro Alumnus riferendosi proprio al padre. “C’è questo mix tra giovane e vecchio che ci permette di unire l’approccio di un giovane, che ha tanta voglia di fare, e quello di chi ha l’esperienza per scaricare tutto a terra.

Così se da una parte è grazie al padre che Stefano ha imparato tanto sull’azienda e sull’essere imprenditore, è stato il figlio ad aiutarlo a entrare in empatia con i ragazzi giovani e – soprattutto – a portare una nuova ventata di energia.
E non facciamo fatica a crederci, visto l’entusiasmo e la vitalità con cui ci ha raccontato la sua storia.