Coronavirus e didattica online: la parola ai nostri studenti

Davide, Massimiliano e Sergey raccontano la loro esperienza con le lezioni via web, che in questi giorni stanno sostituendo quelle previste originariamente in presenza: «Una soluzione positiva, che ci ha permesso di prendere parte anche ad attività complesse come i lavori di gruppo»

Il Coronavirus ha avuto un impatto non solo sulle attività produttive e sugli esercizi commerciali, ma come sappiamo ha portato alla temporanea sospensione anche delle attività didattiche, fra le quali ovviamente quelle del MIP. Quello che in un primo momento poteva sembrare un ostacolo difficile da superare, si è rivelato un’opportunità mettendo in luce la grande reattività della scuola e il suo Dna digitale: numerose lezioni, infatti, si sono comunque svolte (e si stanno svolgendo) regolarmente online. Non solo quelle originariamente previste via web ma anche molte di quelle programmate in presenza, così da garantire il più possibile la prosecuzione dell’attività limitando i disagi per gli studenti.

Teoria e pratica: la lezione è via web

Davide è iscritto al master in Supply Chain Management: martedì 25 il suo programma prevedeva una lezione in aula dedicata alla negoziazione dei contratti, curata dal professor Ronchi. Lezione che avrebbe dovuto comprendere anche un momento di lavoro di gruppo insieme agli altri 25 studenti, durante il quale simulare una negoziazione. Il giorno prima – lunedì 24 – una mail lo informa che la lezione (che si pensava cancellata) si sarebbe comunque svolta, ma in modalità digitale: la mail recava in calce il link a una meeting room virtuale sulla piattaforma digitale. «È uno strumento che già conoscevamo – racconta Davide – e a cui si può accedere anche via smartphone o tablet, e questo ha reso tutto semplice. La parte didattica si è svolta senza problemi, seguivamo le slide preparate dal professore come se fossimo stati in aula. Giunti al momento del lavoro in gruppo, sono state aperte altre meeting room private per discutere – a voce o in chat – con i colleghi dello stesso gruppo e con gli altri gruppi separatamente, per poi riunirci tutti insieme al termine della lezione per il debriefing». Esperienza promossa, quindi? «È stato tutto organizzato molto velocemente, di questo dobbiamo ringraziare i responsabili del nostro corso. La lezione del professore non ha presentato problemi particolari, era come essere presenti in aula; è stato più strano condurre un lavoro di gruppo davanti a un dispositivo, ma ci siamo abituati presto e, anche se non tutte le dinamiche che si possono vivere di persona riescono a essere replicate via web, l’esperienza è stata positiva, soprattutto perché ci ha dato modo di non perdere la lezione».

Anche gli studenti si riuniscono online

Esperienza analoga quella che ha coinvolto Massimiliano, iscritto al master in Energy Management. Anche nel suo caso – e con le stesse tempistiche – a partire da martedì 25 diverse lezioni sono state spostate online: «Normali docenze, ma anche testimonianze esterne a cura di professionisti del settore che hanno portato la loro esperienza. Devo dire che all’inizio ero un po’ scettico sull’efficacia di questa modalità, ma mi sono ricreduto presto; bastava un microfono per interloquire con il docente e partecipare così attivamente alla discussione. Considerata la rapidità con cui la scuola ha dovuto mettere in moto questo sistema, si è rivelata una soluzione validissima».
Nel caso di Massimiliano, poi, lo stop alle lezioni in aula poteva comportare un’ulteriore complicazione: il suo corso prevedeva infatti proprio per quei giorni la consegna di un lavoro di gruppo incentrato sul tema dell’efficienza energetica. «Dovevamo analizzare la situazione energetica di un’azienda a partire da un suo audit, fare la mappatura degli interventi e proporne di nuovi, sempre considerando ovviamente gli aspetti economici. Insomma, un lavoro molto articolato. Grazie a questa modalità, ogni gruppo è riuscito a riunirsi, anche se solo virtualmente, e a ultimare il lavoro in tempo utile per la consegna».

Per Sergey, studente proveniente dalla Russia, l’emergenza poteva causare disagi ancora più gravi. Sergey si è infatti recato a Milano proprio il giorno prima della cancellazione delle lezioni, per frequentare un Bootcamp MBA dedicato al Global Management; la notizia del provvedimento lo ha raggiunto appena sbarcato nella nostra città. «Le tempistiche per me sono state davvero sfavorevoli. Tuttavia, se il Bootcamp fosse stato semplicemente cancellato, sarebbe stato molto peggio, con tutto il tempo e gli sforzi investiti per partecipare. È davvero fantastico che il MIP ci abbia dato la possibilità di studiare online. Certo, mi è molto dispiaciuto non poter incontrare di persona gli studenti degli altri Paesi, ma le tecnologie attuali ci offrono l’opportunità per rispettare i tempi e seguire i piani didattici anche in caso di emergenza: ho dovuto seguire le lezioni via smartphone – non avevo portato con me a Milano il mio laptop – ma le ho apprezzate molto. Oltretutto, gli eventi dei giorni successivi hanno dimostrato che si è trattato di una decisione responsabile, che doveva essere presa».

FT Online MBA Ranking: l’International Flex MBA di MIP Politecnico di Milano nella Top 10 mondiale dei master online

È l’unico programma italiano nella classifica del Financial Times, tra i primi 4 in Europa

Federico Frattini, Dean del MIP: “In un periodo di esplosione del dibattito sulla trasformazione digitale dei processi formativi e sulla didattica a distanza, l’Italia ha un riferimento a livello mondiale nella nostra Scuola. Un riconoscimento che viene da lontano

L’international Flex MBA della School of Management del Politecnico di Milano è l’unico programma italiano in distance learning tra i migliori 10 al mondo e il quarto se si considerano solo le business school europee. A sancirlo è il Financial Times che oggi ha reso pubblico l’FT Online MBA 2020 Ranking relativo alle performance dei migliori Master in Business Administration fruibili a distanza.

In un momento in cui tanto si parla della necessità di accedere da remoto alla didattica, come approccio innovativo, flessibile e inclusivo, non come risposta a un’emergenza, la School of Management del Politecnico di Milano dimostra ancora una volta di avere perseguito questa strada da tempo e con risultati eccellenti – commentano Federico Frattini e Vittorio Chiesa, di recente nominati rispettivamente Dean e Presidente del MIP, che progetta ed eroga i master e i corsi per conto della School of Management -. La nostra offerta formativa infatti è oramai in gran parte fruibile in modalità smart learning”.

Erogato grazie a una specifica piattaforma sviluppata in partnership con Microsoft, l’international Flex MBA è la versione full English del Flex MBA, il primo MBA in smart learning lanciato in Italia nel 2014 e divenuto il maggior successo della Scuola, con quasi 500 studenti che hanno frequentato le due aule, italiana e internazionale, ad oggi. Selezionato nel 2016 tra i più innovativi MBA al mondo da AMBA (Association of MBAs), il Flex MBA ha ottenuto per primo in Italia nel 2017 l’accreditamento EOOCS dell’EFMD, che certifica la qualità dei programmi online, e lo scorso anno si è piazzato settimo al mondo nel QS Distance/Online MBA Rankings 2019.

Più in dettaglio, l’International Flex MBA ha ottenuto ottime valutazioni nell’FT Online MBA 2020 Ranking per quanto riguarda l’altissima qualità dell’interazione online tra i colleghi di corso, la faculty e lo staff della Scuola grazie alla piattaforma progettata ad hoc per questo tipo di master, per la capacità di incidere sulle retribuzioni dei partecipanti (che in media aumentano del 40% a tre anni dal diploma) e sulla loro progressione di carriera, per l’ottimo rapporto costi-benefici, per l’alta percentuale di donne (47%) e di profili internazionali (65%) nel Board della Scuola e per le politiche di Corporate Social Responsability.

Sono risultati straordinari – continuano Frattini e Chiesa – raggiunti grazie ai continui sforzi di miglioramento del programma e di internazionalizzazione del curriculum. Ormai è sotto gli occhi di tutti l’eccellenza del MIP Graduate School of Business nello sviluppo di soluzioni digitali a supporto dei processi di education e la validità dell’offerta formativa online, tesa a rendere ottimale la fruibilità e l’accessibilità dei contenuti senza trascurare la qualità dell’insegnamento e la personalizzazione dell’esperienza formativa”.

Coronavirus: la didattica si sposta online

Il MIP assicura il regolare svolgimento delle lezioni e risponde all’emergenza spostando le attività didattiche online. «Mettiamo la nostra esperienza nel digital learning ulteriormente al servizio degli studenti, per ridurre i disagi», spiegano il Presidente Vittorio Chiesa e il Dean Federico Frattini

L’evoluzione della situazione legata al Coronavirus in Lombardia ha portato all’adozione di alcune misure precauzionali per il contenimento del contagio, tra cui il rinvio di una settimana delle attività degli atenei del territorio, incluso ovviamente il Politecnico di Milano. «Ovviamente ci siamo adeguati alle disposizioni previste, ma per cercare di soddisfare le esigenze degli studenti assicurando la prosecuzione dell’attività didattica ed evitando, per quanto possibile, i disagi», ha dichiarato il Presidente Vittorio Chiesa, «il MIP ha deciso in primo luogo di confermare le lezioni previste online fin dal principio e, in seconda battuta, di adoperare il più possibile le stesse modalità per le attività che erano originariamente state programmate in presenza».

Le attività si spostano online

Dal 25 al 29 febbraio, dunque, sono state sospese le prove di valutazione individuali e le attività previste presso aziende esterne. «Invito però gli studenti a non cancellare dalle loro agende tutte le altre lezioni. Come ben sanno i nostri iscritti, da sempre una parte consistente dell’offerta formativa del MIP si trova online sulla piattaforma D-Hub, che si affianca a FLEXA, la nostra piattaforma di personalised e continuous learning. Molti dei nostri corsi, quindi, saranno erogati in modalità online, anche quelli inizialmente previsti con un’altra modalità», dichiara il Dean Federico Frattini. D’altra parte, spiega Frattini «al MIP siamo da sempre convinti sostenitori del digital learning, e in questi anni abbiamo maturato una grande esperienza in questo ambito. In una situazione di questo tipo, ci preme continuare a offrire ai nostri studenti un servizio con un alto standard qualitativo, in attesa della ripresa del regolare svolgimento delle lezioni».

L’obiettivo è limitare i disagi

L’attenzione del MIP riguardo alle potenzialità del digital learning era scaturita, negli anni scorsi, da tutt’altro tipo di valutazioni, ovviamente: «Volevamo rispondere all’esigenza di maggiore flessibilità e personalizzazione, anche per venire incontro alle necessità lavorative e familiari degli iscritti. Il tutto senza rinunciare all’efficacia didattica. Per tutti questi anni abbiamo lavorato al raggiungimento di uno standard elevato da garantire ai nostri studenti; adesso ci sentiamo in dovere di utilizzare questo know how per continuare a erogare un servizio formativo e minimizzare i disagi causati da queste misure straordinarie», continua Frattini. D’altronde, proprio il rettore del Politecnico Ferruccio Resta nel suo comunicato a studenti e colleghi del 27 febbraio ha annunciato la decisione di avviare il semestre in modalità a distanza.

Precauzioni temporanee

La Scuola ha da subito adottato misure precauzionali in linea con le disposizioni previste dall’Ordinanza firmata dal Ministro della Salute e dal Presidente della Regione Lombardia e in continuità con l’impostazione del Politecnico.
Sta, inoltre, monitorando l’evolversi della situazione attraverso gli organi ufficiali, al fine di garantire ai propri studenti e alle loro famiglie sicurezza e tranquillità sia relativamente alla permanenza in Italia che al regolare svolgimento dell’attività didattica.
Qualora la situazione dovesse rientrare e tali misure dovessero essere sospese, secondo quanto indicheranno le unità sanitarie e le autorità territoriali, le lezioni e le attività torneranno a svolgersi nel modo consueto. Il MIP, però, lascia aperta anche un’altra possibilità: «Chi lo volesse, a fronte di esigenze specifiche, potrà continuare a fruire dei contenuti a distanza», conclude Frattini.

Al MIP si formeranno i nuovi manager del mercato del lusso

In partenza il Global Excutive Master of Luxury Management in collaborazione con la University of Wollongong Dubai

 

Il MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business formerà le nuove figure manageriali nel mercato dei beni e dei servizi di lusso. Con un doppio  titolo (in Italia e negli Emirati Arabi Uniti),  infatti, partirà, il Global Executive Master of Luxury Management, della durata di  14 mesi, che offre la possibilità di poter acquisire le skills distintive nella gestione di marchi di lusso, attraverso una visione internazionale. I candidati potranno trascorrere, pertanto, periodi di studio sia a Milano che a Parigi, Ginevra e Dubai, le capitali dello shopping di lusso più iconiche al mondo.

Il programma nasce in collaborazione con la University of Wollongong Dubai dove i candidati, al conseguimento dei requisiti e alla consegna del progetto finale, riceveranno un doppio diploma.

Il corso sarà erogato in lingua inglese ed è rivolto a professionisti con esperienza nel settore,  interessati a intraprendere un percorso di crescita in ruoli manageriali del  mondo del lusso.

Le domande saranno valutate da docenti e personale di ammissione presso UOWD e MIP Politecnico di Milano, dove i requisiti di ammissione devono essere soddisfatti per entrambe le istituzioni.

Le lezioni si terranno in parte a Milano e in parte a Dubai, e saranno affiancate da study tour (“Doing Business In”) in Europa (a Parigi e a Ginevra), dove, grazie alle sessioni in aula e presso le aziende partner e ai project work, si potranno applicare gli studi teorici alla pratica.  È prevista, inoltre, l’elaborazione di un progetto finale che metterà in risalto le potenziali idee imprenditoriali dei candidati e le loro attitudini nel campo del luxury.

MIP Politecnico di Milano migliora i processi e amplia la collaborazione con l’ecosistema di imprese grazie a IBM Services e Public Cloud

Sistema ERP di nuova generazione SAP S/4HANA basato su IBM Cloud per rispondere in modo più efficace e efficiente alle esigenze di migliaia di studenti di 68 paesi diversi e per favorire l’ampliamento del network internazionale di Business School e aziende

 

Il MIP, la prestigiosa Business School del Politecnico di Milano, nel suo percorso di Digital Transformation collabora con IBM per una gestione più efficace ed efficiente dei processi amministrativi e di business e per favorire lo sviluppo internazionale delle sue attività, ampliando la rete di partner, di docenti e studenti provenienti da tutto il mondo.

MIP è una società consortile che ha visto negli ultimi anni un significativo aumento del proprio fatturato. Questa crescita ha richiesto la necessità di un’evoluzione del sistema informativo per gestire in modo più efficiente la complessità di tutti i processi aziendali e, allo stesso tempo, per soddisfare meglio le specifiche esigenze dei clienti in modo capillare sul territorio.

È stato scelto il sistema gestionale SAP S/4HANA su IBM Public Cloud per consentire al MIP di supportare uno sviluppo di business a livello internazionale attraverso la standardizzazione dei processi e la centralizzazione delle principali informazioni su un unico data base, che può essere interrogato in real time grazie a tecnologie di analytics per la reportistica.

In particolare, MIP e IBM hanno creato un’applicazione sviluppata con SAP Fiori, il Calendar, completamente integrata con con l’ERP di SAP, che permette la pianificazione dei percorsi formativi dei Master, la generazione automatica degli incarichi ai docenti, la pianificazione delle aule e la stampa del calendario dei corsi. Il Calendar ha ridotto drasticamente i tempi di emissione degli incarichi, in precedenza inseriti manualmente, e gli errori derivanti da una immissione manuale dei dati.

L’introduzione di SAP rappresenta un punto di svolta nella storia della nostra scuola di business.
Nell’ultimo decennio, non solo il fatturato, ma anche la complessità gestionale sono cresciuti notevolmente. L’approccio tradizionale alla gestione delle nostre attività non era più coerente per sostenere la crescita della scuola. Quindi abbiamo scelto una soluzione di fascia alta che prevediamo accompagnerà la nostra crescita per diversi anni. Un progetto così impegnativo ha richiesto un partner di valore, quindi abbiamo identificato IBM che ci ha supportato in questo grande programma di trasformazione, fondendo efficacemente le loro competenze con la nostra conoscenza del contesto e del settore: un mix eccellente per raggiungere il successo” dichiara Federico Frattini, Dean di MIP Politecnico di Milano

Oggi sono oltre 120 i dipendenti della Business School di 11 nazionalità diverse, più di 15.000 gli alumni della community, migliaia gli studenti provenienti da 68 Paesi. A questi si aggiungono migliaia di partecipanti a corsi svolti con oltre 100 clienti aziendali di differenti settori. Un ecosistema quindi in costante ampliamento.

La standardizzazione dei processi e la centralità dei dati hanno richiesto al MIP una revisione dell’operatività e degli strumenti a supporto del lavoro quotidiano, e hanno offerto il vantaggio di poter controllare in modo efficace tutte le informazioni.

IBM collabora da tempo con il Politecnico di Milano su diversi fronti, per lo sviluppo delle competenze digitali, per la formazione aziendale, per preparare i giovani ad affrontare uno scenario tecnologico in costante e profondo mutamento. Questo progetto è una ulteriore conferma di una solida partnership che aiuterà il MIP ad essere ancora più competitivo in ambito internazionale ampliando il proprio network offrendo servizi d’eccellenza a studenti e imprese” – dichiara Enrico Cereda, Presidente e AD di IBM Italia

Nello specifico, le aree coinvolte del progetto sono l’Amministrazione, Finanza e Controllo, Ciclo Passivo e Ciclo Attivo. Le anagrafiche del Ciclo Passivo sono state arricchite dei dati relativi alla Docenza e di tutti i controlli necessari per la gestione della Pubblica Amministrazione. L’acquisto della cancelleria, voce di costo rilevante per la scuola, è stato automatizzato mediante un’integrazione on line con il principale fornitore.
L’architettura relativa al Ciclo Attivo è stata completamente rivista per permettere un’integrazione in real time con il sistema di CRM che genera le anagrafiche, i sistemi di e-commerce e il provider che gestisce la fatturazione elettronica.

Prossimamente sono previste nuove evoluzioni di questo progetto, da un lato per poter rendere più efficace l’automazione di alcuni processi e dall’altro per aumentare ulteriormente l’efficacia delle attività di business.

La collaborazione tra il MIP e IBM, socio sin dalla sua costituzione, è di lunga data.

Insieme, ad esempio, hanno sviluppato l’International Master in Business Analytics and Big Data (BABD), un programma innovativo dove teoria e pratica sono strettamente connesse attraverso il supporto continuo di aziende e partner internazionali. Inoltre, IBM è partner e contribuisce con interventi anche al corso principe International Full Time MBA, oltre che nell’International Master in Omnichannel Marketing and consumer analytics.

Open Lab Smart Home – Time to HACK!

Sei appassionato di IoT? Passi il tempo libero smanettando con dispositivi elettronici? Oppure sei uno sviluppatore software, appassionato di C++, Java, Python o altri linguaggi?
Che tu sia studente, laureato o appassionato, questa è la sfida che fa per te.
Partecipa all’Hackathon “Open Lab Smart home – Time to HACK!” e mettiti alla prova in uno dei contesti più dinamici ed innovativi del mondo IoT: la Smart Home.

Dai spazio alla tua creatività: fai parlare tra loro gli oggetti della casa intelligente usando oltre 30 dispositivi multi-brand e i relativi product-cloud per costruire nuovi scenari, use-case ed esperienze.

I migliori progetti verranno selezionati e accompagnati lungo un percorso di sviluppo verso l’implementazione di un proof-of-concept, con il supporto del laboratorio IOT del Politecnico di Milano e 8 aziende leader del settore. Le 3 squadre migliori saranno premiate con dispositivi per la smart home e gadget per un valore complessivo di oltre 3.000€.

Le idee sviluppate rimarranno di proprietà dei proponenti, che potranno eventualmente proporle sul mercato avvalendosi del supporto di nostre aziende partner.

La partecipazione è gratuita.
Registrati subito qui: http://tiny.cc/OpenLabHackathon

Per maggiori informazioni:
https://www.iotlab.polimi.it/open-lab-smart-home-time-to-hack/

CleanTech Challenge Italy

 

È il MIP la Business School italiana scelta per organizzare la CleanTech Challange Italy, la fase italiana della competizione internazionale dedicata al mondo delle tecnologie sostenibili, supervisionata dalla London Business School (LBS) e dalla University College London (UCL).

La sfida consiste nello sviluppare idee innovative nel campo della clean technology, dalla fase di progettazione fino all’ottenimento di fondi per realizzare il progetto.

La CleanTech Challange è una competizione improntata sull’innovazione globale, aperta a studenti e Alumni provenienti dalle migliori università e business school del mondo, al fine di riconoscere le idee cleantech con le seguenti caratteristiche:

– sono innovative e originali

– hanno un potenziale in termini di business

– hanno un impatto positivo sull’ambiente

Alumni e studenti potranno presentare la propria idea entro il 1 Marzo 2020 alle ore 23:59.

I progetti finalisti saranno presentati presso la sede del MIP il 3 e 4 Aprile 2020.

Alla fine della fase italiana, saranno assegnati due premi predisposti dall’Associazione Gianluca Spina, l’associazione non profit, creata per lo sviluppo di progetti educativi e innovativi e fondata in onore dell’ex Presidente e Dean del MIP, scomparso prematuramente nel 2015.

I due premi saranno così suddivisi:

– Premio di €5,000 al gruppo vincitore della CleanTech Challange

– Premio di €3,000 eventuale nel caso non sia il primo, per la migliore idea che supporterà la #plastic challange, ovvero la riduzione della produzione e l’abbandono di plastica a livello ambientale.

I vincitori rappresenteranno, poi, l’Italia alle finali della CleanTech Challange, che si terrà presso la London Business School il 23 e 24 Aprile 2020.

In questa fase finale il premio ammonta a £10,000

Ai partecipanti è chiesto di inviare, entro la scadenza del 1 marzo, un estratto di 300 parole via email a CleantechChallenge2020@mip.polimi.it.

Per maggiori informazioni sulla programmazione e sul regolamento della competizione, registrati QUI.

Formare, innovare, adattarsi al contesto: il futuro del MIP

Vittorio Chiesa e Federico Frattini, da poco nominati rispettivamente Presidente e Dean, raccontano cambiamenti, strategia e obiettivi della Graduate School of Business del Politecnico di Milano

Archiviato il quarantennale celebrato nel 2019, il MIP inizia il 2020 all’insegna del cambiamento. A partire dai vertici. Vittorio Chiesa e Federico Frattini vanno a ricoprire rispettivamente le cariche di Presidente e Dean.
Cambiano quindi le persone nei ruoli di responsabilità, ma non cambia l’obiettivo della Business School: offrire ai propri studenti tutti gli strumenti per competere in un mercato del lavoro sempre più complesso. Ma, per farlo, è necessario mettere in campo nuove proposte e nuove strategie. «Lo scenario delle business school si è trasformato», ci racconta Vittorio Chiesa. «Il panorama in cui agiamo è cambiato, è diventato più competitivo e ha messo in discussione il modello della formazione tradizionale, mostrandone tutti i suoi limiti». Una realtà che, come ribadisce Federico Frattini, «impone un ripensamento nelle modalità di erogazione dell’offerta formativa, sempre più orientata al lifelong learning».

La digitalizzazione che guarda al mondo

Contenuti nuovi, formati differenti, lifelong learning: sono le parole chiave che raccontano le linee guida del MIP, e che a loro volta indicano anche le sfide da affrontare. «La prima riguarda l’innovazione delle modalità con cui avviene la formazione», spiega Frattini. «Vogliamo portare avanti una riflessione sugli spazi fisici in cui formiamo i nostri studenti. Il campus del futuro è distribuito, costituito da spazi più piccoli, agili e flessibili. È un’evoluzione resa possibile dalle tecnologie digitali. Ma proprio in quest’ottica dobbiamo interrogarci sulla natura dei formati: sono corretti? Possono diventare più integrabili con la vita professionale e privata dei nostri studenti? Noi abbiamo già sperimentato con dei progetti in questo campo, ad esempio con Flexa, ma dobbiamo fare ancora di più in ottica di continuous learning».
La digitalizzazione, d’altra parte, è uno dei due assi strategici che hanno portato alla crescita del MIP negli ultimi anni. «L’altro», racconta Vittorio Chiesa, «è l’internazionalizzazione. Le nostre classi accolgono studenti da tutto il mondo. Ma non dobbiamo fermarci qui: dobbiamo allargare il nostro scope geografico. E se da una parte possiamo contare su una città, Milano, che ormai può vantare lo stesso appeal delle più grandi e moderne capitali europee, dall’altra sta anche a noi espandere la nostra portata internazionale. La seconda sfida è questa».

Insieme alle aziende la formazione è continua

La terza e ultima sfida, invece, si ricollega al tema della formazione continua: «Va ripensato il concetto stesso di alumnus», interviene Federico Frattini. «Fino a non molto tempo fa, un percorso di formazione come un master terminava ed avviava gli studenti al lavoro. Oggi questo passaggio non è più così netto: il bisogno di formazione è continuo, per questo la didattica va ripensata secondo questa prospettiva. Ed è per questo che non possiamo prescindere dallo sviluppare nei nostri studenti capacità critiche ed il saper apprendere».
La stessa natura societaria del MIP offre un punto di vista privilegiato sulla realtà del mondo del lavoro e sulle esigenze delle aziende, come spiega il presidente Chiesa: «Il MIP è una società consortile per azioni senza scopo di lucro. Nel CDA del MIP siedono numerose aziende leader italiane e internazionali. Abbiamo notato che questa presenza si è tradotta in una moltiplicazione del valore della nostra offerta, sempre al passo con le richieste che arrivano dal mondo del lavoro».

Una business school competitiva

Le sfide, quindi, sono chiare. Così come la strategia per il futuro. «il panorama della business education è un contesto altamente competitivo», conclude Federico Frattini. «Una business school è a tutti gli effetti una azienda soggetta a forti pressioni competitive, determinate dall’ingresso di nuovi competitor nel mercato ed accelerate dalla digitalizzazione. La nostra priorità è impostare una modalità di gestione della scuola improntata a una professionalizzazione sempre maggiore. Lo si può fare coinvolgendo persone con capacità e competenze specifiche. Competitività, professionalità e velocità d’azione sono tre parole chiave per il futuro del MIP».

Il prodotto non basta. Il B2B e la sfida della trasformazione digitale

 

Il digitale rivoluziona anche il rapporto tra fornitore e cliente. Le parole chiave delle imprese diventano così marketing e servizio

Marketing e imprese B2B: un connubio recente, ma già imprescindibile. Fino a poco tempo fa era il reparto commerciale a occuparsi tanto della costruzione della reputazione nei confronti delle aziende, quanto della conversione di queste in clienti. Con la trasformazione digitale il panorama è mutato. Le imprese italiane, storicamente poco sensibili al marketing, sono ora protagoniste di una presa di coscienza improvvisa. Ce lo spiega il professor Giuliano Noci, Professore di Strategia e Marketing
presso il Politecnico di Milano: «Il cambiamento deriva da due elementi. Uno è di ordine tecnologico, l’altro è legato a un calo di risultati delle reti commerciali tradizionali».

La tecnologia impone un rapporto più profondo con il cliente

La componente tecnologica che impone alle aziende B2B di puntare sul marketing presenta due aspetti: «Innanzitutto, oggi non basta più che il prodotto sia tecnologicamente avanzato. Per essere attrattivo deve funzionare in un certo modo, secondo le aspettative del cliente», racconta Noci. «Viene rivoluzionato il rapporto tra fornitore e cliente, dove quest’ultimo non compra tanto il prodotto, quanto piuttosto il servizio a esso associato. Tradizionalmente, le imprese B2B hanno sempre vantato una grande conoscenza di ciò che vendevano, a cui però non corrispondeva una conoscenza altrettanto approfondita del cliente e dei suoi bisogni. Il marketing, oggi, è lo strumento con cui instaurare questa nuova intimità. Ed è qui che entra in gioco il secondo elemento legato all’aspetto tecnologico: i confini della competizione oggi sono mutevoli. Le analisi organiche e sistematiche del contesto, dei competitori, dei clienti diventano cruciali. Solo conoscendo tutti questi fattori si possono intercettare i trend e rispondere ai bisogni dei clienti, fornendo loro dei servizi che altrimenti sarebbero erogati da qualcun altro».

La relazione, prima della transazione

D’altra parte, le performance delle reti commerciali a cui si sono appoggiate finora le aziende non sono paragonabili a quelle di una volta. Questo impone un ripensamento strategico, secondo Noci: «Il buyer industriale adotta comportamenti simili a quelli dei privati che oggi comprano online. Si costruisce una rete di alternative di acquisto possibili, e solo dopo incontra il fornitore. Questo significa che bisogna pensare alla costruzione di un sistema omnicanale, a partire dal classico sito web, per proseguire anche sui social, come LinkedIn. Per gestire tutti questi nuovi elementi, diventa ineludibile l’integrazione tra marketing e commerciale, tant’è che quest’ultimo vira sempre più verso la funzione di advisor nei confronti dei clienti».
Questi cambiamenti impongono alle aziende un ribaltamento dei paradigmi operativi: «Il modello su cui basarsi non sarà più transazionale, ma relazionale, perché le nuove tecnologie sublimano la dimensione umana. Analogamente, non bisogna più pensare in termini di prodotto, ma di servizio. Se un’azienda invece si appiattisce sul prodotto, potrà avere dei margini operativi solo su quello, mentre la vera sfida e i veri guadagni sono legati ai servizi connessi al prodotto stesso. Ci vuole coraggio, soprattutto per le piccole imprese, che possono sfruttare una maggiore flessibilità: uscire dalla comfort zone, e capire come posizionarsi in una rete di imprese che offrono servizi», consiglia Noci.

Per i manager la sfida è culturale

In questo processo le figure dei manager diventano fondamentali. «Non devono essere solo estremamente competenti e avere capacità di marketing e strategiche. Poiché devono portare le aziende a un cambiamento che è prima di tutto culturale, devono possedere grandi capacità di leadership, con le quali farsi seguire anche da chi per molti anni ha lavorato in un contesto differente» conclude Noci. In questa prospettiva i corsi brevi dell’area B2B del marketing del MIP hanno l’obiettivo di fornire strumenti concreti per far fronte alla crescente importanza della trasformazione digitale.

Food Policy. Oltre 150mila pasti recuperati con 77 tonnellate di cibo: il successo dell’Hub di via Borsieri

Pronto a partire un nuovo centro contro lo spreco alimentare nel Municipio 3

L’Hub di quartiere di via Borsieri contro lo spreco alimentare compie un anno e festeggia con un grande successo: 77 tonnellate di cibo per 154.000 pasti equivalenti recuperati e 21 organizzazioni non profit coinvolte, 11 supermercati e 5 mense aziendali. Pronto a decollare un nuovo Hub in Municipio 3.

Possiamo decisamente parlare di un grande successo per l’Hub di via Borsieri – commenta la Vicesindaco con delega alla Food Policy Anna Scavuzzo –, che ha così posto le basi per poter essere replicato anche in altri Municipi. I numeri raggiunti dimostrano ancora una volta che se tutti gli attori collaborano per un obiettivo comune è possibile creare una rete efficace e solidale capace di rispondere ai bisogni anche di una grande città come Milano. Grazie alla partecipazione di due nuovi importanti attori come AVIS Comunale di Milano e Banca di Credito Cooperativo di Milano siamo dunque pronti ora a partire anche nel Municipio 3”.

Il progetto dell’Hub di quartiere è nato all’interno delle azioni definite nel protocollo “Zero Sprechi” promosso da Comune di Milano, Assolombarda, Politecnico di Milano, realizzato in collaborazione con Banco Alimentare della Lombardia e sostenuto dal Programma QuBì – La ricetta contro la povertà infantile promosso da Fondazione Cariplo con il sostegno di Fondazione Vismara, Intesa Sanpaolo, Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi, Fondazione Fiera Milano e Fondazione Snam.
Programma QuBì – afferma Monica Villa Vicedirettrice dell’area servizi alla persona della Fondazione Cariplo – ha scelto fin da subito di sostenere gli Hub in quanto permettono di recuperare il fresco, in particolare frutta e verdura e quindi migliorare l’alimentazione delle persone in povertà.
Programma QuBì continuerà a sostenere anche per il 2020 l’Hub di via Borsieri e quello del Municipio 4, che lavoreranno in connessione con il nuovo Hub di Lambrate.

Obiettivo dell’Hub di quartiere è quello di fornire risposte concrete alla domanda di riduzione degli sprechi alimentari in città e di accesso al cibo da parte delle persone bisognose, garantendo un servizio di raccolta alimentare e redistribuzione su piccola scala.
Le tonnellate di cibo donato nell’Hub di via Borsieri sono state 77, per un totale di circa 154.000 pasti equivalenti, con un valore economico di 308.000 euro, raggiungendo i livelli previsti dal modello studiato dal Politecnico di Milano tra i partner del progetto. Sono inoltre aumentati nel corso dell’anno gli attori sociali che usufruiscono del servizio: le organizzazioni non profit sono infatti passate da 14 a 21.

Esprimo una enorme soddisfazione nell’aver contribuito a realizzare una soluzione di sistema per affrontare il recupero delle eccedenze piccole e diffuse, le più difficili da gestire. Questi progetti hanno un valore di educazione alla solidarietà – sia per i singoli sia per la collettività – di cui abbiamo profondo bisogno in questa epoca in cui sono alti i rischi di aumento della disuguaglianza sociale e della emarginazione” afferma Alessandro Perego, Direttore del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e Responsabile Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano.

A distanza di un anno i risultati del progetto, stimolato e coordinato da Banco Alimentare della Lombardia nella logistica e nel rispetto degli aspetti igienico sanitari, confermano che è una risposta vincente al bisogno alimentare sul territorio grazie alla rete di collaborazione tra Istituzioni Pubbliche, profit, non profit e Università.” dichiara Marco Magnelli, Direttore di Banco Alimentare della Lombardia.

Anche molte aziende associate ad Assolombarda, attraverso le mense hanno partecipato alla donazione del cibo in avanzo favorendo la diminuzione degli sprechi. A queste si aggiungono anche quelle della grande distribuzione organizzata che recupera ogni giorno diverse tipologie di alimenti che transitano dall’Hub e vengono redistribuiti ai diversi soggetti – in totale 11 supermercati e 5 mense aziendali.

Il successo dell’Hub di Quartiere di via Borsieri e l’ apertura del nuovo Hub nel Municipio 3 sono la dimostrazione della forza del fare sistema – ha dichiarato Alessandro Scarabelli, Direttore Generale di Assolombarda -. Un traguardo che ci rende orgogliosi, reso possibile grazie anche al determinante contributo delle nostre imprese, che hanno deciso di giocare un ruolo attivo per ridurre lo spreco alimentare promuovendo un modello replicabile ed efficace. I risultati dell’iniziativa ci spingono a rafforzare il nostro impegno sul tema, con l’obiettivo di diffondere sempre di più le buone pratiche e la cultura della riduzione dello spreco in una logica di maggiore sostenibilità e responsabilità verso il nostro territorio

La novità più importante per il 2020 è il nuovo progetto per l’apertura di un ulteriore Hub di quartiere nel Municipio 3, in zona Lambrate, grazie alla partecipazione di AVIS Comunale di Milano e Banca di Credito Cooperativo di Milano, che hanno partecipato all’avviso pubblicato dal Comune di Milano nei mesi scorsi.

Siamo consapevoli dell’urgenza di rafforzare su tutta Milano questa rete capace di combattere la povertà alimentare e al tempo stesso lo spreco di cibo – dichiara Giuseppe Maino, Presidente di BCC Milano – perciò abbiamo deciso di sostenere il progetto, di cui condividiamo obiettivi e valori. In particolare, siamo orgogliosi dei nostri Soci che, rinunciando al consueto dono natalizio della Banca, hanno scelto di devolvere la cifra corrispondente alla realizzazione dell’Hub di quartiere. Da tempo siamo impegnati a sviluppare un network virtuoso con le più importanti realtà associative e istituzionali della Città Metropolitana per sostenere e potenziare le migliori energie del territorio”.

Anche Avis Milano ha partecipato all’Avviso Pubblico dedicato agli Hub di quartiere poiché in linea con i nostri obiettivi – afferma Sergio Casartelli Direttore Generale di Avis Milano ” e attraverso la messa a disposizione dei nostri spazi nel Municipio 3, daremo il nostro contributo a questo importante progetto in città entrando a far parte della rete degli attori coinvolti nella lotta allo spreco alimentare a Milano“.