FLEXA, “digital mentor” di MIP Politecnico di Milano e realizzato in collaborazione con Microsoft, è ora accessibile a tutti e in modalità gratuita.

La piattaforma di formazione continua e personalizzata è operativa dallo scorso anno ed è stata riconosciuta come uno dei progetti più innovativi al mondo.

MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business annuncia di aver reso accessibile a tutti e in modalità gratuita FLEXA la piattaforma di formazione continua e personalizzata realizzata in collaborazione con Microsoft e BlueIT. FLEXA promuove inoltre il networking tra studenti, alumni e aziende, alle quali fornisce supporto nelle campagne recruiting attraverso l’utilizzo di algoritmi di intelligenza artificiale che facilitano l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.

Il progetto, già riconosciuto dall’Associazione internazionale AMBA – che certifica i migliori programmi MBA delle business school di tutto il mondo – come uno dei più innovativi promossi da una Business School in assoluto, è operativo da poco più di un anno e fino ad oggi si è rivolto esclusivamente a studenti e alumni della Business School.

FLEXA si basa sulla piattaforma cloud di Azure e sulle funzionalità di analisi e intelligenza artificiale di Microsoft. Si propone come un digital mentor che ha accesso ad un ecosistema di circa 800mila contenuti, tra i quali corsi digitali self-paced, webinar, podcast, articoli e casi di studio, alcuni dei quali restano riservati a studenti e alumni di MIP. La piattaforma crea e suggerisce percorsi formativi personalizzati per ciascun utente partendo da una fase di assessment che valuta i gap di competenze da colmare per raggiungere i propri obiettivi professionali. La modalità di fruizione prevede un approccio “smart”, adattabile cioè alla disponibilità di tempo che ciascuno può spendere per il proprio aggiornamento professionale.

Federico Frattini, Dean del MIP Politecnico di Milano: Dopo un anno siamo riusciti a rispondere all’esigenza di apprendimento e di lifelong learning di un numero sempre più crescente di studenti ed alumni della nostra scuola grazie all’utilizzo di FLEXA. Ora ci proponiamo di contribuire allo sviluppo ed all’aggiornamento delle competenze di chiunque voglia mettersi in gioco e sviluppare continuamente le proprie professionalità nel tempo, aprendo gratuitamente FLEXA a chiunque sia interessato ad utilizzarla.  Crediamo fortemente che ci sia bisogno di un amplissimo processo di re-skilling nel nostro paese ma non solo, per far sì che manager, imprenditori e professionisti restino aggiornati e sviluppino le proprie skills attraverso uno strumento efficace e rigoroso come FLEXA. È per questo che abbiamo deciso di mettere a disposizione la nostra piattaforma a chiunque sia interessato, gratuitamente ”.

Sostenibilità e aziende: verso un modello ibrido

In questi anni il tema della sostenibilità, complici anche le agende delle istituzioni economico-finanziarie a livello europeo, è stato portato sempre più al centro del dibattito.
Proprio per questo abbiamo chiesto alla Prof.ssa Cagliano, docente di People Management and Organization alla School of Management del Politecnico e Direttrice del Master in Sustainability Management and Corporate Social Responsibility del MIP, in che modo un comportamento sostenibile da parte di manager e aziende possa avere un impatto sulla società.

Partiamo dalle basi: quando parliamo di sostenibilità in azienda, a cosa ci riferiamo di preciso?

Oggi le aziende non si devono più concentrare esclusivamente sul raggiungimento del profitto – e quindi sulla sola soddisfazione degli shareholder – ma devono agire a beneficio di un insieme più ampio di stakeholder, che hanno anche obiettivi diversi, come lo sviluppo sostenibile della nostra società, sia dal punto di vista ambientale che sociale.
Obiettivi che però le aziende difficilmente potranno raggiungere da sole. Per dare un contributo significativo è importante che più attori collaborino insieme: imprese, mondo no profit, pubbliche amministrazioni e società civile. Il tema delle partnership è essenziale in questo ambito: solo unendo le forze si può avere un impatto significativo.

Ma cosa sta spingendo le aziende a intraprendere questo cammino proprio ora?

È un percorso iniziato da tempo, anche se ora stiamo assistendo a una sempre maggiore sensibilizzazione su queste tematiche. Soprattutto da parte delle nuove generazioni, che sono più attente e che non accettano più di lavorare per realtà che non sono percepite come sostenibili. Diventa quindi importante per le aziende che vogliono continuare ad attrarre talenti e a vendere a queste fasce di popolazione, muoversi in una nuova direzione più sostenibile.
Da non sottovalutare è poi l’enfasi sempre crescente data a queste tematiche a livello delle istituzioni pubbliche europee, attraverso una serie di politiche che incentivano lo sviluppo sostenibile. Penso al Green New Deal, giusto per citarne una.

Infine, si ha un po’ anche la sensazione che questa pandemia abbia in qualche modo rivitalizzato le coscienze, sensibilizzando le persone su tematiche di più ampio respiro rispetto al passato. Ma si tratta solo di una spinta ulteriore a un fenomeno già ben avviato.

Qualcosa quindi è già cambiato…

Sì, infatti. Proprio questa crescente attenzione per le sfide sociali e ambientali sta avvicinando le imprese ad alcune logiche del mondo no profit.

Siamo di fronte a una sorta di ibridizzazione: se da una parte le aziende “tradizionali” diventano sempre più consapevoli del loro impatto sulla società, quelle “no profit” sfruttano dei modelli di business tipici del mondo imprenditoriale per rendersi economicamente sostenibili e poter reinvestire i profitti negli obiettivi – sociali o ambientali – per cui erano state create.

Proprio questa convergenza tra i due settori ci porta a spiegare come mai il MIP nella propria offerta formativa non abbia dei programmi specifici dedicati al mondo “no profit”.

Piuttosto, si è deciso di declinare il tema della sostenibilità pensando alla funzione aziendale interessata. Infatti, anche se è vero che tutti i manager dovrebbero avere delle competenze sul tema, considerando il ruolo centrale della sostenibilità nella creazione di valore, ci sono anche ambiti che meritano un approccio più specifico.

Così, se per chi deve impostare la strategia di un’azienda in ottica di sostenibilità abbiamo creato l’International Master in Sustainability Management and Corporate Social Responsibility, per chi la vuole applicare al core business produttivo delle aziende industriali, c’è il quello in Sustainable Industrial Management.

Ci sono poi l’International Master in Circular Economy & Green Management, che si concentra sugli obiettivi ambientali, e quello in Social Innovation & Entrepreneurship, che invece tratta di come le aziende e le startup possano affrontare e vincere le grandi sfide sociali.

Infine, un’attenzione specifica è rivolta al mondo della finanza, con l’International Master in Sustainable Finance. Occuparsi di sostenibilità in questo particolare ambito infatti comporta due livelli diversi. Da una parte, sempre più istituzioni finanziarie inseriscono nei propri parametri di valutazione e di scelta degli investimenti anche la sostenibilità; dall’altro, le aziende devono sia gestire i propri asset finanziari includendo una logica di sostenibilità, che sapersi interfacciare correttamente con gli enti finanziatori, che stanno cambiando prospettiva.

Un’offerta formativa così ampia denota una certa attenzione al tema. Dopo tutto il MIP è l’unica Business School in Europa ad aver ricevuto la certificazione B Corp, che attesta l’impegno a coniugare profitto, ricerca di benessere per la società e attenzione all’ambiente…

Ritengo che non si possa insegnare a essere sostenibili se non lo si è in prima persona. Il MIP è un’azienda, che per prima deve applicare quei principi che poi insegna in aula.
Da sempre, per esempio, abbiamo dimostrato un forte interesse per gli aspetti sociali della sostenibilità, come l’inclusione, le pari opportunità e l’accesso alla formazione. Basti pensare all’Associazione Gianluca Spina, che con le sue borse di studio garantisce l’accesso ai Master a giovani meritevoli che altrimenti difficilmente potrebbero farlo.
Tuttavia, negli ultimi anni ci siamo impegnati per abbracciare anche altri aspetti della sostenibilità, come abbiamo fatto per esempio con la riduzione dello spreco alimentare, dell’uso della carta e della plastica e con il corretto smaltimento dei rifiuti.
Degli sforzi che ci sono stati riconosciuti anche dalla certificazione B Corp. Essere l’unica Business School in Europa ad aver ricevuto questa certificazione non deve essere un traguardo, ma il punto di partenza verso un percorso di continua crescita. Proprio per questo la Scuola sta sviluppando un piano strategico volto al miglioramento di quegli aspetti della sostenibilità che ancora necessitano di una spinta ulteriore.
L’idea è quella di diventare una tra le Business School leader a livello mondiale nella trasmissione di questo messaggio. Oltre ovviamente a voler costruire un migliore futuro per tutti.

 

The Economist’s 2021 ranking of full-time MBA programmes: la School of Management del Politecnico di Milano è tra le prime novanta al mondo

Il MIP Politecnico di Milano, parte della School of Management, entra per la prima volta nella classifica stilata da The Economist e dedicata ai migliori full time MBA del mondo.

MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business è lieta di annunciare il proprio ingresso, per la prima volta nella sua storia, nel ranking 2021 dei programmi full-time MBA di The Economist, la classifica che premia i migliori full time Master of Business Administration (MBA) al mondo. La School of Management del Politecnico di Milano è infatti tra le novanta scuole selezionate e, nel dettaglio, si posiziona all’86esimo posto.

A livello europeo, la scuola è l’unica in classifica tra le Università Tecniche che hanno una Business School o un Dipartimento di Management e la quarta tra le Università Generaliste che hanno competenza tecnica e una Business School o un Dipartimento di Management. Più in generale, sono presenti nel ranking trentacinque scuole europee.

Tra i parametri considerati dalla classifica, la School of Management del Politecnico di Milano si distingue nella percentuale di studenti che hanno trovato lavoro a tre mesi dal termine del corso, nell’incremento medio del loro stipendio e nella presenza di studenti e Alumni internazionali.

Vittorio Chiesa e Federico Frattini, rispettivamente Presidente e Dean del MIP Politecnico di Milano: “Siamo onorati di entrare a far parte di questo ranking per la prima volta nella nostra storia. E’ un risultato che vogliamo condividere con tutti gli studenti che hanno scelto la nostra scuola e con quelli che, ci auguriamo, vorranno farlo nel corso dell’anno appena iniziato”.

 

‘Change management e digital innovation’, alla Asl Latina prende il via un innovativo progetto formativo per migliorare l’assistenza a pazienti e cittadini

L’iniziativa, realizzata in collaborazione con MIP Politecnico di Milano e Novartis Farma, parte a febbraio e si svilupperà nell’arco di tre mesi.

L’emergenza sanitaria Covid-19 ha messo in luce alcune criticità del sistema sanitario italiano ma, allo stesso tempo, sta fornendo indicazioni importanti per migliorare questo stesso sistema e rispondere alle esigenze dei pazienti e dei cittadini. La prima consiste senz’altro in un più ampio ricorso alle potenzialità del digitale e, in particolare, alla telemedicina, risorsa in grado di assicurare un vero salto di qualità nell’assistenza al paziente. Consente infatti di evitare spostamenti non necessari, ‘muovendo’ solo i dati, e di migliorare l’accessibilità, la qualità e l’appropriatezza delle prestazioni, nonché di monitorare a distanza l’efficacia del percorso terapeutico.

Inoltre, strumenti avanzati come la televisita e il teleconsulto offrono opportunità ulteriori, su tutte quella di promuovere un approccio multidisciplinare nel gestire le problematiche di salute del paziente, aumentare il grado di accessibilità alle prestazioni e facilitare l’archiviazione dei dati clinici.

Un’evoluzione in questo senso implica anche significativi cambiamenti nelle modalità di lavoro che, inevitabilmente, presuppongono da un lato un diverso rapporto tra medico e paziente, dall’altro una sempre più stretta integrazione di competenze tra gli specialisti, chiamati a collaborare insieme a vantaggio dell’assistito.

In quest’ottica si rende necessaria una formazione specifica, in grado di sostenere questo ‘cambio di passo’, rivolta agli specialisti e in generale ai professionisti della salute.
L’obiettivo è quello di incrementare le soft skill utili tanto per la gestione a distanza del paziente quanto per programmare l’attività complessiva rispetto a determinati segmenti di popolazione.

Nasce da qui ‘Change Management e Digital innovation’, un percorso formativo rivolto agli operatori sanitari di Latina e provincia che prende il via a febbraio 2021 e durerà tre mesi.

L’iniziativa coinvolge la Asl di Latina, il MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business, e Novartis Farma, Dipartimento Medico, che hanno dato vita a questo scopo a una partnership pubblico-privato che mette a fattore comune le diverse competenze di cui ognuno è portatore.

‘Change Management e Digital innovation’ si articolerà in corsi online che utilizzano la piattaforma formativa ad hoc messa a disposizione dal MIP, che da sempre punta sulla qualità e sull’innovazione della didattica e della ricerca.

Il progetto formativo della Asl di Latina si pone nell’ottica di un potenziamento dei servizi sanitari locali a cui l’azienda lavora da anni e si avvale di due importanti partner che rappresentano, ognuno nei propri campi di competenza, delle eccellenze in ambito nazionale e internazionale.

Giorgio Casati, Direttore Generale della Asl di Latina, ha dichiarato: “Il Covid ha messo in evidenza che, nonostante tutti gli sforzi compiuti negli anni, non è stato sviluppato un programma organico per la telemedicina tale da assicurare ai pazienti cronici non Covid di essere adeguatamente seguiti. Soprattutto nel primo lockdown questi pazienti non sono stati gestiti in presenza dai loro medici. In più di qualche caso si è optato per forme ‘minori’ di telemedicina che consentissero comunque un contatto con il paziente a distanza”.

Abbiamo capito in questi mesi difficilissimi che c’è la necessità di rafforzare questa area di attività, non solo in tempi di emergenza sanitaria ma anche come modello di gestione ordinaria dei pazienti cronici.  La telemedicina, infatti, offre l’opportunità di non interrompere la continuità assistenziale e consente di raggiungere tante persone che si trovano in zone distanti dai luoghi di cura. Per questo la Asl di Latina sente il bisogno di inquadrare tutta l’attività svolta in un modello generale e fare in modo che vi partecipi il più elevato numero possibile di professionisti per dare ai pazienti tutti gli strumenti, pur restando a casa, che consentano loro di accedere ai servizi del Ssn”, ha concluso Casati.

Gaia Panina, Direzione Medica di Novartis Farma Italia, partner del progetto, ha sottolineato che “L’iniziativa che si sta per concretizzare a Latina è frutto di un approccio che mira a sviluppare partnership con tutti gli attori del sistema salute, allo scopo di aggregare risorse e competenze di persone, istituzioni e imprese con l’obiettivo di incrementare sempre più la sostenibilità del sistema stesso e l’accessibilità ai pazienti cittadini a servizi e trattamenti più efficaci e innovativi”.

Francisco Garcia, Country Chief Digital Officer di Novartis Italia, a sua volta ha ricordato che “Attraverso le proprie attività di ricerca scientifica e le progettualità messe in campo in collaborazione con i propri interlocutori, Novartis è fortemente impegnata nel cogliere le opportunità che il Data & Digital offre per migliorare il più possibile l’efficacia degli strumenti a disposizione di clinici e operatori sanitari nell’assistenza e la cura ai pazienti”.

“Siamo lieti di essere accanto a Novartis e ad Asl Latina in un progetto che, facilitando la vita dei pazienti, rappresenta un passo in avanti verso un futuro migliore per tutti”, spiega infine Davide Chiaroni, Associate Dean for Executive Education del MIP.

In questi mesi è emerso in modo forte quanto l’innovazione tecnologica possa migliorare la nostra vita, sia nella quotidianità che in ambiti di primaria importanza come la salute. Siamo quindi orgogliosi di dare il nostro contributo, mettendo a disposizione del settore sanitario, così coinvolto dalla pandemia, il nostro know-how accademico e un’innovativa piattaforma di distance learning.”

Master Professione Agente: al via il progetto nato dalla collaborazione tra MIP e Cattolica Assicurazioni

Con la cerimonia di kickoff del 21 dicembre ha preso ufficialmente il via il Master Professione Agente, il percorso accademico realizzato da Cattolica Assicurazioni in collaborazione con il MIP per promuovere la crescita dei futuri agenti assicurativi Cattolica.
Come è nato questo progetto e quali saranno le competenze che svilupperanno i partecipanti del Master? Ne abbiamo parlato con il Dott. Marco Lamola, Vice Direttore Generale di Cattolica Assicurazioni, e con il Prof. Marco Giorgino, Co-direttore del Master.

Dott. Lamola, come è nata l’idea di investire sulle nuove generazioni di agenti attraverso un Master?

Da molti anni Cattolica Assicurazioni investe in termini di competenze e professionalizzazione per valorizzare quello che consideriamo il vero patrimonio della Compagnia: i nostri Agenti.
Il Master è la dimostrazione della concreta volontà del nostro Gruppo di garantire una continuità manageriale nella gestione dell’attività di agenzia, puntando su giovani motivati che siano formati per assicurare all’impresa un vantaggio competitivo sostenibile nel tempo.

Mai come oggi, in un momento in cui la pandemia ci ha mostrato la fragilità di vecchi e consolidati modi di essere e di lavorare, è opportuno affrontare la sfida che ci attende accumulando competenze e accrescendo la consapevolezza che, di fronte a una realtà incerta e in continua trasformazione, occorre guardare al mercato cambiando prospettiva. Quella prospettiva che un giovane ha già nel suo modo di pensare e che un Master qualificato può affinare e focalizzare. Perché un Master ha un approccio multidisciplinare, si modella sulle predisposizioni e gli interessi del singolo, permette il confronto all’interno del gruppo ed è orientato all’innovazione.

Grazie a focus esclusivi sul ruolo della trasformazione digitale e sulle molteplici competenze commerciali, gestionali e manageriali necessarie per gestire un’attività imprenditoriale, a conclusione del percorso formativo i partecipanti avranno acquisito un profilo coerente con l’attuale contesto di mercato in termini competitivi, organizzativi e di offerta.

Per questa nuova edizione avete deciso di farvi affiancare dal MIP…

Ormai da qualche anno Cattolica Assicurazioni collabora con il Politecnico di Milano e con Giuliano Noci, Professore di Strategy & Marketing nonché co-direttore di questo Master, per offrire una formazione distintiva agli Agenti di Cattolica Assicurazioni. Non ci riferiamo solo alle giovani figure professionali che si affacciano al panorama assicurativo, ma anche agli imprenditori affermati, dalle competenze già consolidate, comunque desiderosi di tenersi al passo con i tempi e di affinare le proprie competenze.

Il MIP Politecnico di Milano, pertanto, ha rappresentato l’ideale risposta alle esigenze di Cattolica in termini di formazione digitale, di innovazione, di company engagement, di attenzione alla persona.

Coniugare le competenze di settore che abbiamo in casa con quelle della Business School del Politecnico di Milano significa poter fruire di insegnamenti di alto livello impartiti da docenti appartenenti alla comunità scientifica internazionale.

Infine, il MIP sa valorizzare l’unicità dell’individuo, ponendolo al centro di un percorso strutturato volto al miglioramento della performance, così come Cattolica Assicurazioni da sempre, ispirata dai suoi valori fondanti, attribuisce grande attenzione alla persona, ai giovani e a tutti i componenti del suo sistema azienda.

Un’unione di due brand destinata a moltiplicare le capacità originarie di entrambi e a segnare la differenza sul mercato.

Il Dott. Lamola ha parlato della volontà di fare la differenza sul mercato. Nello specifico, Prof. Giorgino, in che modo questo Master potrà preparare gli Agenti alle sfide future?

Il MIP ha due punti di forza storici: il primo è quello di lavorare sulle nuove tendenze, cercando di capire come meglio posizionare le persone e le imprese all’interno dei vari sistemi economici. Il secondo è quello di avere un approccio molto pratico, orientato alla gestione delle attività, una concretezza importante per rendere le competenze spendibili in modo veloce.

Detto questo, credo che il Master Professione Agente abbia tre elementi che possano aiutare i partecipanti a sviluppare le abilità necessarie ad affrontare le sfide future.

Il primo, è un inquadramento dei macro-trend, sia in atto che prospettici, per comprendere bene quali siano le opportunità che oggi gli agenti hanno, non soltanto nel medio-lungo termine, ma anche nel breve termine.
Penso ad esempio a quello che è emerso in modo forte durante il COVID e che ancora stiamo vivendo, ovvero il tema della protezione sia della salute delle persone che del patrimonio. Abbiamo visto quanto il risparmio sia cresciuto in questi mesi e come le persone abbiano difficoltà a comprendere come allocarlo in modo efficiente e come costruire forme di tutela del patrimonio personale per il futuro.

Il secondo elemento è sviluppare riflessioni su quello che può essere il ruolo degli agenti nel futuro, anche attraverso il rafforzamento degli approcci di tipo imprenditoriale. Oggi avere una maggiore imprenditorialità e innovatività aiuta a essere più competitivi sul mercato.

Collegato a questo, c’è un terzo elemento importante, ovvero lavorare su competenze specialistiche con un approccio concreto. In aula avremo la possibilità di sviluppare insieme competenze basate su casi reali, su quelle che sono le esigenze del mercato, con riferimento ad alcune aree in modo particolare, a contenuti di tipo tecnico. Ma lavoreremo anche sulle competenze digital; oggi, infatti, non possiamo prescindere da questa variabile, che non andrà a sostituire il fattore umano ma che vi si dovrà integrare in modo vincente. Ci sono infine le competenze manageriali, associate non solo a fabbisogni di tipo organizzativo, di gestione delle risorse e delle attività, ma anche competenze di relazione col cliente, un cliente che diventa sempre più esigente, che dobbiamo conoscere in modo sempre più approfondito per poterlo servire al meglio.

Credo che queste componenti tutte insieme possano rendere questo Master un percorso molto utile rispetto alle sfide future e rappresentare quindi un’occasione di arricchimento del bagaglio professionale e delle competenze degli agenti che su questo mercato vorranno essere di successo nei prossimi anni.

Grazie a entrambi per il vostro contributo! Non ci resta che fare i nostri migliori auguri agli Agenti che proprio in questi giorni hanno iniziato a seguire le prime lezioni del Master!

 

Innovators’ Talks: arriva il podcast del MIP sull’innovazione

Dal 18 gennaio, Davide Chiaroni e Antonella Moretto conducono un format innovativo che mette al centro gli innovatori. Per parlare di idee con energia e vitalità. Un formato agile che vuole stimolare la curiosità degli ascoltatori. Un’iniziativa rivolta a una platea che va oltre la community del MIP

 

Far raccontare l’innovazione da chi la vive in prima persona con vitalità, energia, visione. È la sfida di Innovators’ Talks, il podcast del MIP Politecnico di Milano che, a partire dal 18 gennaio, sarà fruibile su tutte le principali piattaforme. Ospite della prima puntata sarà Fabio Moioli, Head of Microsoft Consulting and Services ed esperto di intelligenza artificiale, che parlerà delle città del futuro. Ma è solo uno dei temi trattati, perché nel corso degli appuntamenti successivi si spazierà dal fintech all’economia spaziale, passando per le piattaforme di innovazione B2B e la robotica educativa. A condurre, Davide Chiaroni e Antonella Moretto, rispettivamente Associate Dean for Executive Education e Associate Dean for Open Programs, che ci hanno raccontato la genesi e gli obiettivi di questo progetto.

Un formato agile per raccontare la visione degli innovatori

«L’iniziativa nasce da due sollecitazioni», racconta Chiaroni. «La prima deriva dall’esperienza dei Talk with CEO, una serie di webinar con cui avevamo voluto rispondere con ottimismo alle restrizioni dei primi mesi di lockdown. Ci eravamo resi conto, però, che quel formato andava un po’ a discapito dell’immediatezza. Mentre riflettevamo su questo problema, siamo stati contattati da un nostro alumnus che si occupa di contenuti audio per la formazione aziendale con la società Digital MDE. Da queste due spinte è nata l’idea di dare vita a un podcast». Un formato che si differenzia dalle esperienze precedenti, anche perché in questo caso, più che i temi, a essere centrali sono le persone. «Parliamo di innovazione, certo, ma i protagonisti sono gli innovatori», spiega Moretto. «Anche se provenienti da ambiti di impresa diversi, i nostri ospiti sono accomunati dalla stessa energia e vitalità. Sono dei sognatori orientati da un purpose che guida le loro azioni, un obiettivo chiaro che diventa essenziale quando bisogna prendere delle decisioni, cercando di discriminare tra scelte giuste e sbagliate. È un approccio inclusivo e sostenibile, dove il profitto non è né ostacolo né fine, ma strumento per raggiungere il purpose

Ambiti diversi, passione comune

Le fa eco Chiaroni: «Ci sono tre elementi che accomunano gli innovatori nostri ospiti. Il primo è la passione. Nelle loro parole si avverte chiaramente quel quid in più, quella piccola molla che fa scattare l’innamoramento nei confronti di un’idea. Il secondo è l’attenzione ai dettagli, soprattutto nella fase esecutiva, che richiede un cambio di atteggiamento. Si sogna in grande, ma poi si diventa razionali e pragmatici. Il terzo e ultimo elemento è l’attenzione al cliente e ai suoi bisogni. Se non si vuole correre il rischio dell’autoreferenzialità, bisogna sapersi mettere nei panni di chi poi andrà a utilizzare l’output di quella idea». È Moretto a raccontarci i primi nomi che hanno deciso di raccontarsi: «Il primo sarà Fabio Moioli, poi sarà il turno di Ivan Mazzoleni, ad di Flowe, l’applicazione fintech di Banca Mediolanum. Seguiranno Valeria Cagnina e Francesco Baldassarre, di OfpassiON, Lucia Chierchia, managing partner di Gellify e Luca Rossettini, CEO di D-Orbit».

Le possibilità del podcast

L’esperienza di Chiaroni e Moretto alla conduzione del podcast ha fornito uno spunto di riflessione anche sulle diverse modalità di comunicazione di contenuti e sulle loro possibilità. «Abbiamo dovuto studiare», racconta Moretto. «Per noi è uno strumento nuovo, e abbiamo dovuto apprenderne regole e linguaggi. Per fortuna, a seguirci, c’era Digital MDE. Come già era accaduto nei mesi scorsi con la didattica a distanza, abbiamo avuto la conferma che è importantissimo pensare i contenuti in funzione della piattaforma su cui verranno fruiti. Così come una lezione a distanza non deve essere una replica dei contenuti erogati in presenza, allo stesso modo un podcast non è una banale registrazione audio». Per Chiaroni, poi, questa esperienza segna un importante passo in avanti per il MIP: «Questo podcast sottolinea l’importanza del MIP come luogo dove la formazione passa anche dalla discussione di idee innovative, e non solo dalla didattica. Per la quale, invece, il podcast è solo un primo passo: ci piacerebbe dare vita a dei corsi erogati proprio con questo formato.»

 

Il primo episodio e le puntate successive saranno disponibili sulla pagina Innovators’ Talks e sulle migliori piattaforme di podcast.

 

Ascolta il trailer!

 

 

Cattolica e MIP Politecnico di Milano: presentato il Master Professione Agente

È appena partito ‘Master Professione Agente’, il percorso accademico realizzato da Cattolica Assicurazioni in collaborazione con MIP Politecnico di Milano per promuovere la crescita dei futuri Agenti assicurativi Cattolica.

Il Master, della durata di nove mesi, ha l’obiettivo di trasformare i giovani partecipanti in professionisti in grado di gestire l’attività di Agenzia attraverso l’acquisizione e il potenziamento di specifiche abilità professionali.

Grazie al focus sul ruolo della trasformazione digitale e sulle molteplici competenze commerciali, gestionali e manageriali necessarie a gestire un’attività imprenditoriale, al termine del percorso formativo i partecipanti avranno acquisito un profilo coerente con le sfide del mercato in chiave competitiva, organizzativa e di offerta. Particolare attenzione sarà dedicata al processo di change management conseguente al contesto emergenziale da Covid 19, che ha accelerato trend di mercato quali la digital innovation e la multicanalità e ha fatto emergere nuovi bisogni di protezione.

Si tratta di un percorso di alta formazione, che prevede l’intervento in qualità di relatori anche dei manager di Cattolica, a dimostrazione della volontà della Compagnia di promuovere un investimento convinto a favore della crescita della rete agenziale della Società. Realizzato sotto la Direzione Scientifica dei Professori Marco Giorgino e Giuliano Noci per il Politecnico di Milano e dal Dottor Marco Lamola per il Gruppo Cattolica Assicurazioni, il Master prevede nove momenti didattici così strutturati: un momento di apertura/Kick Off, 7 Challenge tematiche, una fase di project work e Graduation Ceremony. La conclusione del primo ciclo di studi, al quale parteciperanno 24 giovani selezionati, è prevista per luglio 2021 a cui seguiranno i project work finali prima della consegna dei diplomi programmata per novembre.

Marco Lamola, Vice Direttore Generale e Direttore Commerciale del Gruppo Cattolica Assicurazioni, ha commentato: “Il Master Professione Agente, giunto alla sua quinta edizione e oggi completamente rinnovato nel contenuto e nella partnership con una istituzione di riconosciuto valore internazionale come il Politecnico, vuole essere un punto di riferimento per la formazione delle nuove generazioni di Agenti Cattolica. Grazie a un percorso di assoluta eccellenza, interamente finanziato dall’Azienda, possiamo contribuire alla crescita di giovani intermediari secondo le tecniche e gli strumenti più moderni di gestione dell’Agenzia e del business assicurativo. Negli ultimi anni abbiamo coinvolto già quasi cento giovani futuri Agenti nelle nostre iniziative di formazione – gli ultimi dei quali premiati proprio oggi, contestualmente all’avvio del nuovo progetto – e continueremo a farlo, coltivando i migliori talenti della nostra Rete, nel solco della grande tradizione agenziale che da sempre contraddistingue la Compagnia. Con questo investimento Cattolica non coltiva solo giovani di talento ma il talento dei giovani”.

“Siamo felici di essere partner di questa nuova edizione del Master Professione Agente, che dimostra ancora una volta come Cattolica Assicurazioni metta al centro della propria strategia le nuove generazioni di professionisti”, spiegano i Prof. Marco Giorgino e Giuliano Noci, Direttori Scientifici del Master.  “Nel disegnare insieme a Cattolica questo progetto abbiamo voluto concentrarci non solo sulla trasformazione digitale, ma fornire ai giovani agenti anche gli strumenti necessari per poter guidare il cambiamento in questo contesto così sfidante. Alle solide basi teoriche garantite dalle lezioni dei nostri docenti si uniscono momenti più esperienziali, come assignment e testimonianze da parte dei manager di Cattolica Assicurazioni, per dare agli allievi un’esperienza quanto più completa e vicina alla realtà in cui si troveranno ad operare.”

FLEX EMBA: l’esperienza di una vita

Era il 2014 quando il MIP ha lanciato il primo Executive MBA in distance learning. Sei anni fa, era una scommessa. Oggi, si è rivelata una scelta lungimirante.

La pandemia ha modificato profondamente le nostre abitudini, accelerando la trasformazione digitale. Le nostre case sono diventati i nostri uffici, costringendoci a destreggiarci tra lavoro e famiglia. Abbiamo imparato a connetterci con le persone ovunque esse siano, a collaborare in modi nuovi. Anche la formazione è diventata digitale.

Tuttavia, far diventare digitale un corso pensato in presenza non è la stessa cosa che crearne uno direttamente pensato per l’online. Proprio come evidenzia Vito Conversano, studente i-Flex:

“L’i-Flex è nato come un programma già pensato per l’online e quindi l’impatto causato dalle restrizioni e dai cambiamenti resi necessari da questa situazione critica è stato minimo. Ci si avvale di strumenti, documenti e video che possono essere fruiti da remoto quando si preferisce…”

Come spiega il nostro studente, è proprio la flessibilità uno dei punti di forza degli MBA in distance learning. La possibilità di studiare in qualsiasi luogo ci si trovi e nei momenti più congeniali, permette agli studenti di scegliere il programma che preferiscono. Questo vuol dire studiare alla Business School del Politecnico di Milano, una delle università tecniche più rinomate al mondo, senza il problema di doversi spostare a migliaia di chilometri dalla propria famiglia.
Inoltre, questo percorso è stato studiato appositamente per adattarsi alle agende imprevedibili di quei professionisti che avrebbero difficoltà a conciliare un programma on campus con gli impegni lavorativi e familiari.

Tutto questo è reso possibile da una piattaforma tra le più avanzate, che offre ai nostri studenti la possibilità di partecipare alle lezioni e alle attività extracurricolari proprio come se si trovassero fisicamente al MIP. Grazie a social come Whatsapp, Facebook e Teams, gli studenti possono intrecciare rapporti, condividere esperienze e interessi e costruire un vero e proprio senso di appartenenza.
Infatti, anche se le lezioni sono digitali, le relazioni che si creano sono reali, proprio come spiega Elivar Golemi, Alumna i-Flex:

Di solito, c’è un certo pregiudizio verso la formazione online, perché la si considera un’attività sociale, oltre che intellettuale. [… ] Quando ho deciso di iscrivermi a un EMBA online, anche io avevo questo timore. Tuttavia, proprio ora che questa esperienza così importante e sfidante arriva a conclusione, non ho più dubbi sulla scelta che ho fatto quasi due anni fa. Le interazioni sociali non mancano durante lo studio online, solo hanno cambiato forma grazie all’uso della piattaforma. Proprio come sono cambiati i concetti di insegnamento e conoscenza. […] è ovvio che c’è stata un’evoluzione dall’insegnare all’imparare.

Come sottolinea la nostra Alumna, il formato Flex ha rivoluzionato non solo l’esperienza degli studenti, ma anche il modo di insegnare dei professori. La nostra faculty ha una formazione specifica su come gestire delle lezioni efficaci e coinvolgenti in distance learning, su come avviare il dibattito e gestire la discussione di casi pratici in piccoli gruppi virtuali.

Questo – e molto altro – rendono il nostro Flex EMBA e l’International Flex EMBA dei programmi di successo! Il Flex EMBA è stato il primo corso in Italia ad aver ricevuto la certificazione EFMD EOOCS per la qualità dei programmi online; inoltre, è l’unico programma italiano a essere stato incluso tra i 10 migliori al mondo dal Financial Times.

I ranking e i riconoscimenti sono importanti. Ma per noi, le opinioni dei nostri studenti lo sono ancora di più. Così, quando il nostro Alumnus Ammar Akhtar ha descritto l’International Flex EMBA come “l’esperienza di una vita”, ci ha reso più orgogliosi che mai.

The Purposeful Re Engagement Event

Il mese di dicembre rappresenta spesso un momento di bilanci e di sguardi al futuro. È proprio guardando al futuro della nostra Community che sabato 12 dicembre abbiamo voluto organizzare un momento di incontro dedicato a tutti i nostri Alumni.

Il MIP in questi ultimi mesi si è impegnato per imprimere una nuova direzione all’orientamento strategico della nostra Scuola e per riallinearne il purpose, i valori e la cultura, grazie anche alla collaborazione dei professionisti di The Mind at Work. In un processo di rinnovamento così importante, tuttavia, non potevamo non coinvolgere i nostri Alumni, uno dei motori della nostra scuola.

È stato così un piacere per noi poterli invitare – seppur virtualmente – di nuovo al MIP per un evento tutto dedicato a loro.
Insieme al Dean, Federico Frattini, e al Prof. Josip Kotlar i nostri Alumni hanno avuto la possibilità di scoprire tutte le novità riguardanti la community e di confrontarsi sulle sue sfide future.

È intervenuto inoltre, in qualità di Guest Lecturer, Darren Rudkin di The Mind at Work, che ha coinvolto gli Alumni in un workshop tutto incentrato sul nuovo purpose della scuola.

Un’opportunità apprezzata anche dai membri della nostra community, che ci hanno ringraziato per aver creato uno spazio di condivisione e di riflessione e per aver, ancora una volta, mantenuto vivo il legame non solo con la Scuola, ma anche all’interno del gruppo stesso degli Alumni.

Questo evento ha rappresentato per noi un momento importante, l’occasione per guardare insieme al futuro e coinvolgere ancora una volta gli Alumni nella vita della Scuola e renderli attori del cambiamento che stiamo vivendo.

Financial Times European Business Schools Ranking 2020: la School of Management del Politecnico di Milano tra le 3 migliori scuole di Università “tecniche” in Europa e la 41° in assoluto

Il MIP Politecnico di Milano, parte della School of Management, migliora ulteriormente il proprio posizionamento rispetto al 2019 in un anno in cui crescono del 13% le application dall’Italia ai propri corsi MBA.

 

MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business è lieta di annunciare la propria presenza all’interno del Financial Times European Business Schools Ranking 2020, la classifica che premia le migliori Business School europee.

La scuola si posiziona come la terza tra le realtà appartenenti a una Università tecnica in Europa e, più in generale, la 41° su 90 scuole totali, guadagnando quattro posizioni rispetto al 2019, quando era risultata 45° su 95.

La Business School del Politecnico di Milano guadagna tre posizioni anche nella classifica dedicata ai corsi MBA, classificandosi al 38° posto e migliorando soprattutto nel parametro riguardante “Salary increase”, che indica l’aumento della retribuzione a tre anni dalla graduation. Tra le eccellenze dei percorsi formativi proposti, si evidenziano i risultati nell’Executive Education 2020, con gli Open programmes e i Custom programmes che passano entrambi dal dal 41° al 39° posto. Cresce anche la percentuale “Female faculty” (dal 39% al 41%) e “Faculty with doctorate” (dall’81% all’83%).

Per quanto riguarda la classifica delle Università tecniche con una Business School o un Dipartimento di Management, la School of Management del Politecnico di Milano conferma il 3° posto in graduatoria, dietro a Imperial College School (UK) e Aalto University (Finlandia). Se si considerano poi le realtà generaliste con competenza tecnica e una Business School, la School of Management si piazza in 11° posizione.

Il posizionamento nel ranking si accompagna ad altrettanto importanti dati relativi al coinvolgimento degli studenti. In un periodo reso particolarmente complessa dalla pandemia, MIP ha infatti aumentato del 13% le application da parte di candidati residenti in Italia ed è cresciuto significativamente il numero complessivo dei partecipanti a corsi MBA e Master Specialistici.

Vittorio Chiesa e Federico Frattini, rispettivamente Presidente e Dean del MIP Politecnico di Milano: “La nostra Business School è riuscita a raggiungere straordinari risultati anche nelle difficoltà dell’anno che sta per concludersi. Siamo lieti di condividere la soddisfazione per il riconoscimento del Financial Times con studenti e candidati, in costante crescita, e con tutte le persone che con noi hanno contribuito al raggiungimento di questi traguardi attraverso il proprio impegno quotidiano”.