Lavoro Agile: presentati i dati della ricerca dell’Osservatorio Smart Working

A fine ottobre, l’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano ha presentato i dati della propria ricerca.
Uno studio che apre una finestra su una realtà che sta diventando sempre più importante nel panorama italiano. Basti pensare che ad oggi, sono circa 480 000 i dipendenti che usufruiscono dello smartworking. Per rendere l’idea, stiamo parlando all’incirca del 12% di chi – per tipologia di lavoro e strumentazione informatica – dispone dei requisiti necessari per lavorare in modo agile.
Un dato in continuo aumento, con una crescita del 20% rispetto all’anno passato. Dopo tutto, sono sempre di più le grandi imprese che vedono il lavoro agile come un requisito essenziale per mantenere la propria competitività.
Ma come mai aziende e dipendenti sono sempre più aperti a questo nuovo modello organizzativo?
La riposta è da ricercare nelle conclusioni tratte dall’Osservatorio, che evidenzia come i benefici siano rilevanti, sia a livello di soddisfazione individuale che di performance dei lavoratori e dell’organizzazione nel suo complesso.

Quando smart fa rima con soddisfazione

Secondo i dati raccolti, infatti gli smartworker sono in media più soddisfatti sia del rapporto con colleghi e responsabili che dell’organizzazione del proprio lavoro.
Le ragioni che li spingono ad aderire al progetto sono sia di carattere personale, come la riduzione dello “stress da pendolare” e la ricerca di un migliore equilibrio tra vita privata e professionale, che lavorativo, come l’aumento della motivazione e della produttività.
A questo si aggiunge anche l’attenzione per l’ambiente, con una riduzione delle emissioni legate agli spostamenti tra casa e ufficio.

In una simile analisi non poteva mancare il punto di vista di chi giornalmente collabora con i lavoratori agili ed è chiamato a valutarne le performance. Tra gli aspetti positivi segnalati più frequentemente dai manager coinvolti dall’Osservatorio troviamo una maggiore responsabilizzazione sul raggiungimento dei risultati, un miglioramento dell’efficacia del lavoro e della gestione autonoma delle urgenze, oltre a un impatto positivo sulla condivisione delle informazioni e sul coordinamento.

Tuttavia, anche se gli aspetti positivi sono numerosi e comprovati, è bene mettere in evidenza anche alcune criticità, alle quali manager e collaboratori devono prestare attenzione.
Una di queste, per esempio, è la mancanza di interazione con i colleghi. Questo, sommato a eventuali problemi legati ai mezzi di comunicazione virtuali messi a disposizione, potrebbe rappresentare per alcuni lavoratori una criticità. Altri, invece, segnalano una minore concentrazione dovuta alla presenza di distrazioni esterne.

È proprio nel superamento di queste difficoltà che diventa importante il ruolo del manager.

Anche la leadership diventa agile

Infatti, una rivoluzione come quella del lavoro agile, necessita anche di un cambiamento del modello di leadership, che dovrebbe diventare altrettanto smart.
Come? Il primo passo è passare da un’organizzazione basata sulle urgenze a una per obiettivi condivisi, facilitando così la programmazione dei compiti. Questo va di pari passo con un rinnovato impegno nel responsabilizzare i propri collaboratori, coinvolgendoli nelle decisioni e promuovendone una partecipazione attiva.
Da non sottovalutare è poi lo spirito di gruppo, da mantenere intatto anche quando una o più risorse lavorano da remoto. In questo modo si preserva il passaggio di informazioni e si riduce il senso di isolamento delle risorse. Ecco che in questi casi, ai manager viene richiesta una nuova capacità, quella di saper scegliere gli strumenti di comunicazione più adeguati in base alla situazione.

La rivoluzione continua

Riprendendo il titolo del convegno di presentazione della ricerca dell’Osservatorio Smart Working – Una rivoluzione da non fermare – anche qui alla School of Management la rivoluzione continua. Il MIP, infatti, già da due mesi ha aperto a tutto lo staff la possibilità di lavorare agilmente una volta alla settimana.
Un progetto che propone una nuova sfida: la sviluppo di una nuova cultura manageriale che favorisca collaborazione, organizzazione autonoma delle attività, responsabilizzazione verso i risultati e fiducia.

Nasce MADE, il Competence Center per Industria 4.0 a guida Politecnico di Milano

39 imprese (provider tecnologici, consulenti, integratori di sistema, esperti della formazione e Inail assieme alle Università di Bergamo, Brescia e Pavia) e 22 milioni di Euro di finanziamento triennale complessivo (11 dal Ministero dello Sviluppo Economico e 11 da privati), di cui 14 per attrezzature e personale e 8 per progetti di ricerca applicata e trasferimento tecnologico.

Sono i numeri del Competence Center MADE (#MADECC) guidato dal Politecnico di Milano e presentato l’11 gennaio nell’Aula Magna dell’Ateneo da Ferruccio Resta, Rettore del Politecnico di Milano, Marco Taisch, Professore Ordinario di Advanced and Sustainable Manufacturing, da Giulio Pedrollo, Vice Presidente di Confindustria e da Attilio Fontana, Presidente di Regione Lombardia.

Nel mondo il ruolo delle università è sempre più quello di attrarre e stimolare la capacità del sistema di fare innovazione. L’obiettivo fondamentale di un’università tecnica è quello di porsi al centro delle trasformazioni del proprio territorio, di
essere un punto di riferimento per lo sviluppo economico – commenta Ferruccio Resta, Rettore del Politecnico di MilanoSentendo questa responsabilità abbiamo lavorato per promuovere idee innovative, farle crescere all’interno dell’incubatore PoliHub, sostenerle attraverso il contributo della finanza e delle imprese che scelgono di insediarsi nel Campus di Bovisa, metterle in contatto con realtà internazionali. Il Competence Center è un altro tassello all’interno di una strategia mirata, è un hub di incontro unico per le tecnologie digitali applicate al
manifatturiero.”

“MADE, seguendo un modello di partenariato pubblico-privato – ha specificato Marco Taisch, nominato Presidente del Competence Center – sarà un centro di competenza di rilevanza internazionale per il settore manifatturiero in grado di fornire alle imprese i servizi necessari (dall’orientamento alla formazione, dalla ricerca applicata al trasferimento tecnologico) che consentano loro di affrontare la digitalizzazione 4.0 dei processi produttivi. Le aziende che si rivolgeranno a MADE  saranno quindi supportate in un percorso di crescita e di adozione di nuove tecnologie digitali a copertura dell’intero ciclo di vita del prodotto, consentendo loro di “toccare con mano” e comprendere come le soluzioni attualmente disponibili
possano essere impiegate per migliorare la loro competitività.”

“I competence center sono soggetti chiave per la trasformazione digitale delle
imprese e rappresentano un tassello fondamentale del network per l’innovazione in chiave 4.0 disegnato con il Piano Nazionale Industria 4.0 del 2016 – ha aggiunto Giulio Pedrollo, Vice Presidente di Confindustria – I competence center, infatti, insieme ai Digital Innovation Hub sono il punto di riferimento per le imprese che vogliono avvicinarsi a industria 4.0, conoscerne le opportunità, sperimentare le tecnologie digitali e definire progetti per integrarle nei processi produttivi.”

Sono molto orgoglioso di aver assistito alla nascita di MADE, il Competence center per l’industria 4.0, guidato dal Politecnico di Milano, con 39 imprese che hanno deciso di mettersi insieme e scambiarsi le proprie competenze tecnologiche, con l’obiettivo di accrescere la competitività dell’ecosistema lombardo – ha concluso
Attilio Fontana, Presidente di Regione LombardiaRegione sostiene con forza la creazione di reti e soprattutto la formazione basata su ricerca e innovazione, che sarà in grado di rilanciare nei mercati internazionali il nostro sistema industriale”. 

L’utente del Competence Center avrà a disposizione le più recenti tecnologie digitali per l’industria manifatturiera. Organizzate a isole multi-funzionali, potranno essere visitate, utilizzate per la formazione e il training dei lavoratori secondo un approccio concreto oppure servire per i progetti di trasferimento tecnologico. Si potrà ad esempio comprendere come la realtà aumentata possa essere utilizzata in fase di progettazione o per supportare in remoto la manutenzione degli impianti e sarà possibile verificare come la robotica collaborativa possa aiutare nei processi di assemblaggio.
Il monitoraggio degli impianti e l’analisi dei dati usando tecnologie Big Data e di Cyber-security, inoltre, saranno mostrati come soluzioni per consentire di ridurre i consumi energetici e migliorare la qualità e le prestazioni degli impianti. Il lean manufacturing e la movimentazione interna troveranno infine spazio come abilitatori della fabbrica del futuro.

Il nuovo centro, con una superficie prevista di oltre 2000 m2, avrà sede nel Campus Bovisa – Durando del Politecnico di Milano e sarà attivo a partire da settembre 2019.

Il Campus Bovisa assicurerà un contesto particolarmente favorevole all’espansione di MADE, data la presenza di importanti
realtà dedicate all’innovazione come ad esempio PoliHub, l’acceleratore dell’ateneo milanese che ospita 113 realtà imprenditoriali, e la Joint Platform del Politecnico di Milano con la Tsinghua University di Pechino.
Con l’ambizione di costituire un punto di riferimento nazionale e internazionale in  particolare per le PMI, la progettazione e la strategia di MADE è stata realizzata in funzione degli obiettivi strategici che molte Regioni italiane ed europee hanno
manifestato con i loro programmi di politica industriale e le attività di ricerca e innovazione in ottica Industria 4.0.

Obiettivo a medio termine di MADE è raggiungere in tre anni più di 10.000 persone attraverso attività di informazione e divulgazione sulle potenzialità delle tecnologie digitali, erogare più di 86.000 ore‐uomo di formazione, sviluppare più di 390
progetti e 200 assessment digitali coinvolgendo circa 15.000 aziende italiane, di cui l’80% rappresentato da PMI, che saranno contattate una volta costituito il Competence Center.

Partner privati:

Adecco, Aizoon Consulting, Alleantia, Altair, Alumotion, Beckhoff automation, BIP, Bosch, Brembo, Cefriel, Comau, Consoft Sistemi, CSMT, Ecole, Enginsoft, Fincons, FPT Industrial, GI Group, Hitachi Rail, Hyperlean, IBM, Italtel, Kilometro rosso,
Kuka, MBDA, Parametric Technology, Prima industrie, Reply, RF Celada, Rockwell Automation, SAP, SEI Consulting, SEW Eurodrive, Siemens, STMicroelectronics, Techedge, Tesar, Trust4value, Whirlpool.

Membri del Consiglio di Amministrazione:

Luisa Arienti, SAP Italia, CEO
Gerhard Bambach, Robert Bosch s.p.a, CEO
Alberto Bombassei, Brembo, Presidente o CEO
Giuliano Busetto, Siemens Industry, Country Sector CEO
Massimo De Felice, INAIL, Presidente
Mauro Fenzi, COMAU, CEO
Ferruccio Resta, Politecnico di Milano, Rettore
Paolo Rocco, Politecnico di Milano, Professore
Marco Taisch, Politecnico di Milano, Professor
La costituzione di MADE è stata seguita grazie al supporto dello studio legale Enrica Ghia
e dello studio del commercialista Gilberto Ricci.

 

Recruiting Day: alla ricerca dell’abbinamento perfetto

Per i candidati dell’International Full Time MBA, la scelta del project work è un momento importante. Dopo essere tornati per un anno sui banchi di scuola, è arrivato il momento di riaffacciarsi sul mercato del lavoro forti di nuove esperienze e conoscenze. Non solo quelle apprese sui libri, ma anche quelle imparate dai manager e dai recruiter entrati in aula in questi mesi.

Il forte rapporto che la Scuola ha con il mondo delle imprese, infatti, permette di offrire agli studenti esperienze sul campo, company visit e testimonianze aziendali: tutti elementi che contribuiscono ad arricchire il percorso formativo.
È proprio in virtù di questo rapporto privilegiato con le aziende che gli allievi possono partecipare periodicamente a delle sessioni di recruiting riservate.

 

Il 18 gennaio è il turno degli International Full Time MBA, per i quali i team del Career Development Center e del Company  Engagement & Partners Care hanno organizzato un Recruiting Day ad hoc.
Ventisette aziende di cinque settori diversi – Consulting & Finance, Energy & Industrial, Luxury, Fashion, Lifestyle, Retail & Consumer good e Technology & Digital – saranno al MIP per una mattinata di colloqui e di networking.
I nostri studenti avranno il piacere di incontrare Amplifon, Ariston Thermo Group, Axpo Italia, Azimut Benetti, BTS, Costa Crociere, Danieli & C. Officine Meccaniche S.p.A, Electrolux, Eli Lilly, Epta, Gruppo bancario Crédit Agricole Italia, Hilti Italia, Hyundai motor company Italy, IBM, lastminute.com Group, Leroy Merlin, Lyreco Italia, Marriott International, Marsh, McKinsey & Company, MediaWorld, Moncler, Salini Impregilo, SIA, TeamSystem, Whirlpool e Snam

Una situazione perfetta sia per gli MBA, che sono alla ricerca dell’azienda dove svolgere il proprio project work, che per le aziende, che hanno la possibilità di incontrare in un contesto “riservato” i candidati e di selezionare i migliori talenti.
Inoltre, le aziende hanno potuto studiare in anticipo i profili dei candidati grazie alla innovativa piattaforma digitale dove è possibile accedere alla Talent Bank del MIP, pubblicare il proprio profilo aziendale e promuovere le posizioni aperte.

Al di là della Talent Acquisition – tema portante della giornata – alle aziende viene offerto anche un momento di networking, utile per confrontarsi sulle ultime tendenze del mondo del lavoro e sui servizi messi a disposizione dalla Scuola.

Inizia il 2019 con la Management Academy

La fine dell’anno coincide con il momento dei buoni propositi. In cima alla lista ci sono formazione e sviluppo professionale? La Management Academy, con il suo portfolio rivolto ai profili executive, vi permetterà di approfondire i temi di attualità necessari alla vostra crescita. La flessibilità che contraddistingue la Management Academy offre agli allievi la possibilità di costruire un percorso su misura, sia per contenuti che per tempi e modalità di erogazione.
Ora non resta che trovare il corso più adatto alle tue esigenze!

Ecco i prossimi corsi in partenza:

Scoprite di più sui programmi partecipando alle presentazioni dedicate oppure contattate il nostro staff per una consulenza personalizzata.

Career Development: tante iniziative anche per i candidati executive

Tra i nostri studenti non ci sono solo neolaureati alla ricerca della specializzazione che farà trovare loro la strada giusta o giovani professionisti in piena crescita professionale. In aula ci sono anche manager e imprenditori con tanti anni di carriera alle spalle e altrettanta voglia di rimettersi in gioco e di affinare le skill sviluppate sul campo con le nozioni imparate in aula.

Come guidare in modo efficace il cambiamento? Che cos’è il personal branding? Come definire nuovi obiettivi di crescita?  Anche i profili più executive si pongono queste domande ed è tra gli obiettivi del Career Development Center aiutarli a trovare la risposta.

Proprio per questo, ogni mese, vengono proposte ai profili senior workshop, seminari e tavole rotonde che forniscano loro gli strumenti adatti per continuare a far crescere la loro carriera.

Inoltre, anche se questi profili spesso hanno creato una fitta rete di contatti nel corso degli anni, eventi come questi rappresentano comunque un’ottima occasione di accrescere il proprio network, magari all’esterno della propria comfort zone.

 

La School of Management del Politecnico di Milano nel ranking dei migliori MBA full time al mondo secondo Bloomberg Businessweek

La School of Management del Politecnico di Milano fa il suo ingresso nel ranking che Bloomberg Businessweek dedica ai migliori programmi MBA full time del mondo, in maggioranza erogati da business school americane. Il Master in Business Administration della Scuola milanese risulta 19esimo tra le Università europee.

Bloomberg Businessweek ha intervistato nel 2018 quasi 27.000 tra studenti MBA, alunni e reclutatori e ha chiesto loro un parere sulle esperienze vissute e sugli obiettivi raggiunti o da raggiungere: la classifica si basa infatti sulle loro risposte. I parametri presi in considerazione riguardano la qualità dell’apprendimento, il network di relazioni che si può costruire, la capacità di ciascuna Scuola di facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro e il livello salariale ottenuto.

Il ranking del settimanale economico americano arriva una settimana dopo quello del Financial Times, che per il decimo anno consecutivo ha confermato il giudizio positivo sulla School of Management del Politecnico di Milano, saldamente inserita tra le prime 50 scuole europee  (42esimo posto su 95) e in  particolare tra le prime cinque che appartengono a Università “tecniche”, con uno specifico focus su ingegneria e tecnologia. Anche tra i cinque prodotti classificati dall’FT European Ranking  figura l’MBA full time.

La School of Management è composta dal Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano e dal MIP Graduate School of Business, la business school dell’Ateneo milanese. “Questa classifica internazionale è un’ulteriore conferma della validità dei programmi erogati dalla nostra Scuola. Il successo di un master ‘classico’ ma sempre richiestissimo come l’MBA full time testimonia che abbiamo intrapreso la strada giusta: oggi infatti il nostro MBA coniuga didattica esperienziale, smart learning, progetti sul campo ed ha il supporto di decine di imprese che assicurano la disponibilità di progetti per i nostri allievi che rappresentano un bacino di talenti molto appetibile per le loro attività di recruitment”, commentano Alessandro Perego e Andrea Sianesi, rispettivamente Direttore del Dipartimento e Dean di MIP.

HSE e Politecnico di Milano insieme per lo studio delle prestazioni e dell’efficienza dei sistemi universitari

Un accordo di cooperazione è stato recentemente siglato tra la Higher School of Economics (HSE) di Mosca e il Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano per la realizzazione di uno studio congiunto su larga scala dal titolo “Efficiency, Performance and Impact of Higher Education Institutions (EPI)”.

Secondo l’accordo, il Laboratory for University Development-IOE di HSE (Laboratorio per lo sviluppo universitario – Institute of Education) fungerà da principale sede di ricerca e sviluppo per questa iniziativa, con la supervisione del prof. Tommaso Agasisti, professore associato del Politecnico di Milano.

“Il tema dell’efficienza delle istituzioni universitarie è stato messo sempre più in evidenza nelle recenti politiche e nei dibattiti pubblici in tutto il mondo. Ciò comporta aspettative più alte da parte di vari stakeholder sul contributo che i sistemi universitari devono dare in diversi ambiti socio-economici o in singoli settori industriali, all’interno e all’esterno delle loro comunità ospitanti, anche in virtù delle grandi risorse finanziarie investite nell’istruzione universitaria”, spiega Tommaso Agasisti. “Il programma del progetto EPI presenta una vasta gamma di domande da affrontare; si analizzano i fattori e i meccanismi che determinano il modo in cui le università possono dare un contributo efficace a diversi ambiti socio-economici. Lo studio intende esplorare, tra le altre cose, l’efficienza degli investimenti attuali e potenziali nell’istruzione universitaria, il modo in cui fattori interni (come le pratiche manageriali) nonché quelli esterni, influenzano le prestazioni delle Università”

Partendo da una serie di studi congiunti di gruppi di ricerca HSE e Politecnico di Milano, il progetto EPI si è trasformato molto presto in un ambito di ricerca di vasta portata. I partner ritengono che il progetto si trovi ora in un momento di forte slancio, tanto da stimolare una discussione internazionale più significativa sugli argomenti in questione che miri a coinvolgere studiosi di altri paesi.

Le aree principali su cui l’HSE si è finora focalizzato all’interno di questo settore di ricerca sono, tra le altre, la valutazione dell’impatto di iniziative di eccellenza accademica, l’analisi delle implicazioni derivanti da modelli di finanziamento basati sulle prestazioni, la valutazione del contributo delle università allo sviluppo economico delle regioni russe, ecc. Il progetto EPI incoraggia la partecipazione attiva di giovani ricercatori, consentendo loro di instaurare collaborazioni con accademici esperti in questo campo.

Gabriele Bonomi Boseggia vince l’SCF Thesis Award

Per il terzo anno di fila, un ex studente del Politecnico di Milano si aggiudica il premio per la migliore tesi magistrale nel campo del Supply Chain Finance.

Il Thesis Award della Supply Chain Finance Community è un riconoscimento annuale che vuole premiare gli studenti di Laurea Magistrale o Laurea Triennale di tutto il mondo che hanno sviluppato i propri lavori di tesi nell’ambito del Supply Chain Finance (SCF).

Il Supply Chain Finance si occupa dell’ottimizzazione dei flussi finanziari nelle supply chain. Un requisito essenziale è che almeno due membri primari della supply chain collaborino al fine di migliorare le performance finanziarie, la sostenibilità e la mitigazione dei rischi lungo la filiera.

Gabriele Bonomi Boseggia si è aggiudicato questo ambito riconoscimento con la sua tesi “Supply chain-based creditworthiness. Small and mid corporate rating”. Nel suo lavoro di tesi, Gabriele ha sviluppato due framework il cui obiettivo è mostrare come le prestazioni correlate alla filiera possano prevedere in anticipo la probabilità di default di un’azienda, il tutto tramite l’uso di tecnologie innovative come le reti neurali e il machine learning. L’applicazione permette di migliorare l’attività di valutazione del rischio di credito attraverso l’estrazione di informazioni addizionali da poche e non convenzionali caratteristiche dei dati di filiera.

La lista delle tesi inizialmente presentate era composta da 26 elaborati, da cui poi la Supply Chain Finance Community ne ha ammesse 16 come possibili candidate: 13 lauree magistrali (tra cui 6 dal Politecnico di Milano) e 3 lauree triennali. La giuria ha decretato una shortlist di 4 tesi, tra le quali l’elaborato di Gabriele e l’elaborato di altre due ex studentesse del Politecnico di Milano, Carola Gervasio ed Elena Fusari, arrivate terze nella competizione.

La tesi di Bonomi Boseggia è stata quella che ha soddisfatto maggiormente i criteri di: 1) rilevanza per la diffusione del Supply Chain Finance; 2) Qualità e rigore dell’intera tesi e della metodologia; 3) Originalità e qualità della presentazione orale. La giuria era composta da:

  • Dr Ronald de Boer PMP, Windesheim University of Applied Sciences, Paesi Bassi.
  • Prof Xiangfeng Chen, PhD, Università di Fudan, Cina
  • Prof Federico Caniato, PhD, Politecnico di Milano, Italia
  • Dr Axel Schulte, Fraunhofer IML, Germania
  • Luca Mattia Gelsomino, PhD, Windesheim University of Applied Sciences, Olanda
  • Nick Vyas, Direttore del Centro Global Supply Chain Management, USC Marshall School of Business, Los Angeles, Stati Uniti.
  • Prof. Dr. Janet Godsell, Università di Warwick, Regno Unito.

La premiazione è avvenuta il 29 novembre in occasione del Supply Chain Finance Forum di Amsterdam, l’evento più rilevante a livello mondiale sul SCF, che ha visto la partecipazione di oltre trecento persone.

 

Ranking Financial Times 2018

Per il decimo anno il Financial Times conferma il giudizio positivo sulla School of Management del Politecnico di Milano, che tiene bene il confronto con le maggiori business school europee. La Scuola infatti compare tra le prime 50 (42esimo posto) all’interno dell’FT European ranking 2018, che anche quest’anno ha valutato 95 realtà eccellenti. In particolare, figura tra le prime 5 che appartengono a Università “tecniche”, con uno specifico focus su ingegneria e tecnologia.
La School of Management del Politecnico continua dunque a distinguersi nel panorama europeo per ben cinque linee di prodotto, che vanno dai “tradizionali” ma non per questo meno richiesti MBA full time ed EMBA, al Master of Science in Ingegneria gestionale, a una sempre più ampia e innovativa offerta specifica per manager, professionisti e aziende.

Ogni anno infatti il prestigioso quotidiano finanziario londinese redige la classifica dei migliori master MBA, degli executive MBA, dei master in management, dei corsi a catalogo e di quelli su commessa. I parametri che determinano il posizionamento in graduatoria sono numerosi, tra cui l’opinione che gli stessi diplomati danno dei docenti e del prodotto formativo, la retribuzione o l’avanzamento di carriera che si raggiungono dopo avere frequentato il master e l’esposizione internazionale della Scuola.

Presente nei ranking internazionali dal 2009, anche quest’anno la School of Management del Politecnico di Milano rientra tra le eccellenze con un buon numero di prodotti:
Master Full Time MBA
Master Executive MBA
Master of Science in Ingegneria Gestionale
Programmi Executive ‘su misura’ per le imprese
Programmi Executive Open per manager e professionisti

La SoM è composta dal Dipartimento di Ingegneria Gestionale e dal MIP, che è la business school dell’Ateneo milanese. “Essere considerati ancora una volta da FT tra le migliori realtà europee ci conferma nella validità delle nostre scelte ed è premiante non solo per noi, ma per gli studenti e per le imprese nostre clienti, che continuano ad apprezzare l’ampiezza, lo sviluppo e la qualità della nostra attività formativa”, commentano Alessandro Perego e Andrea Sianesi, rispettivamente Direttore del Dipartimento e Dean di MIP.
La nostra è un’offerta completa e valida a tutto tondo – proseguono – come dimostra il fatto che siamo ben posizionati in questo ranking con corsi e master che si rivolgono sia a executive e professionisti che a neolaureati, che ad aziende. Inoltre, tra i criteri di valutazione rientrano le possibilità di carriera di chi esce dai nostri corsi, la buona opinione dei diplomati sui docenti e i prodotti e l’internazionalizzazione della Scuola, tutti aspetti che ci stanno particolarmente a cuore e su cui abbiamo costruito la nostra proposta”.