Tra soft skill, personalizzazione ed empowerment: il management secondo il MIP

La figura del manager oggi deve confrontarsi con nuove sfide e opportunità, come quelle presentate dal digitale. E se le competenze hard sono fondamentali, sono le soft skill a fare la differenza. Ce lo racconta Simone Franzò, direttore dell’Executive master in management

 

Una profonda conoscenza dei principi del management e un buon bilanciamento tra soft e hard skill. Sono queste le basi su cui un manager deve costruire il proprio successo. Ce lo racconta Simone Franzò, direttore dell’Executive master in management (Emim) presso il MIP Politecnico di Milano. «Sembra scontato, eppure troppe volte le figure manageriali mostrano gravi lacune nella formazione. Oggi più che mai, invece, è fondamentale poter contare su competenze solide. Anche perché il digitale sta cambiando i confini di questa professione».

 

Affrontare le sfide, cogliere le opportunità

La diffusione sempre più pervasiva delle tecnologie digitali sta giocando un ruolo molto importante: «Da una parte abbiamo delle sfide, dall’altra delle opportunità», spiega Franzò. «Pensiamo alla diffusione dello smartworking. Pone sicuramente una sfida dal punto di vista della gestione del team». Ma c’è anche l’altro lato della medaglia: «Le nuove tecnologie abilitano nuove opportunità, possono migliorare la produttività e l’efficacia del lavoro svolto. Non sono però la panacea di tutti i mali: devono essere opportunamente gestite. Solo così possono diventare uno strumento virtuoso a beneficio dell’azienda». La sfida è anche culturale: «È necessario un cambio di mindset. Così come la presenza fisica sul posto di lavoro non può più essere considerata un valore imprescindibile, allo stesso modo l’adozione del digitale richiede una formazione che coinvolga tanto i manager quanto le risorse umane. Facciamo un esempio: il tema della gestione dei dati e della conoscenza. Non si può digitalizzare senza saper gestire il flusso relativo al knowledge management». Ma le tecnologie, appunto, non sono tutto. Anzi, non sono niente, senza competenze. «Oggi più che mai», continua Franzò, «è evidente l’esigenza di coniugare le hard skill, ossia le competenze più nozionistiche, che si apprendono tramite i classici percorsi formativi, con le soft skill: per esempio, la gestione della leadership, del team, il public speaking. Sono queste le competenze che diventano sempre più fonte di successo e di vantaggio competitivo per alcuni manager rispetto ad altri».

 

Un master per chi vuole rafforzare le proprie competenze

L’Executive master in management offre una formazione in linea con questi principi. «Si tratta di un master in general management che si rivolge a chi ha un’esperienza di lavoro tipicamente consolidata e sente il bisogno di aggiornare e rafforzare le proprie competenze in aree chiave del sapere manageriale», illustra Franzò. «La struttura formativa si articola in quattro macro-blocchi. Il primo set di corsi si basa sui fondamentali di management, all’interno dei quali lo studente potrà scegliere tra i sei e gli otto corsi. Il secondo blocco è costituito da corsi elective: proponiamo oltre cento corsi, e tra questi gli allievi ne sceglieranno tra i sei e gli otto. Il terzo blocco è il Percorso executive: un percorso di otto moduli precostituiti che affrontano un macrotema da molteplici punti di vista fra loro complementari (digital transformation, project management, energy management e così via). Infine, il project work, che ha l’obiettivo di applicare le nozioni apprese fino a quel momento su un problema reale di stampo manageriale».

 

Dal networking al career empowerment, passando dalle soft skill

Il master, che può essere fruito online a seguito del manifestarsi della pandemia Covid-19, si caratterizza quindi per un’elevata personalizzazione dei contenuti. «È il suo punto di forza. Non solo perché ogni studente potrà scegliere quali ambiti approfondire, ma anche perché questo permetterà a tutti gli iscritti di incrociare un ampio numero di colleghi diversi da un corso all’altro e che condividono le medesime esigenze formative. Approssimativamente, il networking potrebbe raggiungere un’ampiezza di oltre un centinaio di persone, tutte legate da interessi comuni». Particolare rilievo, poi, è dato proprio alle soft skill, oltre che al career empowerment: «Oltre ai corsi maggiormente incentrati sulle competenze soft, abbiamo previsto una serie di iniziative a supporto dello sviluppo di carriera per i nostri allievi. Ad esempio, i nostri allievi avranno l’opportunità di confrontarsi con manager e head hunter, che illustreranno quali sono le competenze più appetibili dal mercato», conclude Franzò.

 

Janssen Italia punta sulle persone e lancia lo Janssen Leadership Lab, un programma di formazione pluriennale per rafforzare le competenze dei propri dipendenti

Realizzato in collaborazione con SDA Bocconi School of Management, MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business, Open Sky e PoliHub, questo progetto di formazione triennale si aggiunge ai percorsi che Johnson & Johnson offre ai dipendenti del Gruppo nell’ottica dell’apprendimento continuo.

Janssen Leadership Lab è pensato per coinvolgere tutti i dipendenti coprendo le esigenze di diverse funzioni e livelli aziendali.

Janssen, l’azienda farmaceutica del gruppo Johnson & Johnson, presenta oggi lo Janssen Leadership Lab, un programma di formazione per i propri dipendenti volto a offrire le competenze necessarie per comprendere la complessità del momento che stiamo vivendo e affrontare le sfide di un ambiente in rapida evoluzione. Il progetto, che avrà durata triennale, è stato creato in stretta collaborazione tra Janssen, SDA Bocconi School of Management, MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business, Open Sky, società di consulenza specializzata in progetti per lo sviluppo delle persone e delle organizzazioni e PoliHub, l’Innovation Park & Startup Accelerator del Politecnico di Milano.

Lo Janssen Leadership Lab coinvolgerà i circa 650 dipendendenti dell’azienda della sede di Cologno Monzese (MI) e del territorio in una serie di corsi che ne accresceranno le soft skills per potenziare in loro orientamento all’innovazione, resilienza, pensiero strategico, doti di negoziazione, abilità nella pianificazione.

L’investimento sulle persone e sulle competenze aumentate è da sempre una priorità per Janssen”, ha dichiarato Massimo Scaccabarozzi, Presidente e Amministratore Delegato di Janssen Italia. “Nel contesto attuale, tuttavia, che vede il mondo nel mezzo di una crisi non solo sanitaria, ma anche sociale ed economica, è necessario più che mai farsi trovare pronti di fronte alle sfide e alle opportunità che si incontrano. Ed è proprio per questo che abbiamo deciso di investire in maniera importante sulle nostre persone, al fine di offrire loro le soft skills necessarie per una Janssen Italia a prova di futuro”.

Nel corso dell’evento di presentazione del progetto, SDA Bocconi School of Management, ha tratto ispirazione da alcune recenti ricerche svolte sui primi livelli e sui profili di middle management di oltre 500 aziende italiane e spiegato come la trasformazione del mondo del lavoro stia avvenendo in un contesto di profonda incertezza, ulteriormente esasperato dall’emergenza sanitaria mondiale. “Per aver successo le organizzazioni devono saper dimostrare non solo una forte resilienza al cambiamento, ma anche la capacità di generare e gestire la discontinuità. Si rivela importante, in particolare, un modello di leadership “inquiry-driven”, ovvero fondato sulla capacità di mettere in discussione i propri principi, promuovendo nuove prospettive e ponendosi degli interrogativi capaci di riformulare il problema e di accendere l’immaginazione.” – spiega Beppe Soda, Dean di SDA Bocconi.

È proprio in quest’ottica che Janssen Italia lancia oggi questo progetto di formazione, con l’obiettivo di fornire ai dipendenti tutti gli strumenti necessari per abbracciare e incoraggiare il cambiamento e promuovere un approccio creativo rispetto alle sfide che si incontrano, trasformando i potenziali ostacoli in opportunità, gli errori in spunti per migliorare, e le opinioni e prospettive diverse in creatività e innovazione.

“Siamo orgogliosi di raccogliere, insieme a SDA Bocconi e Open Sky, la sfida che Janssen Italia ci ha posto con il fine di supportarli nella trasformazione dei loro leader”, ha dichiarato Federico Frattini, Dean del MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business “Sono tre le parole chiave attorno alle quali abbiamo costruito il nostro contributo: il ruolo della tecnologia, per abilitare e supportare la trasformazione delle organizzazioni e dei processi; l’ attenzione alla resilienza, come risposta alla necessità di confrontarsi con un contesto in continua e spesso imprevedibile evoluzione; centralità di innovazione e imprenditorialità, soprattutto se finalizzate esplicitamente alla costruzione di un futuro migliore rispetto al quale esercitare una nuova leadership d’impresa”

Federico Frattini ospite del X Leadership Learning Lab di Asfor

“Il tempo delle scelte. Responsabilità, iniziativa e coraggio della leadership”  è il titolo del X Leadership Learning Lab di Asfor, in diretta streaming giovedì 26 novembre, dalle 9.00 alle 13.30. Nel corso dell’evento, ospitato in modalità virtuale da AFORISMA School of Management, interverranno anche l’economista Tito Boeri, il direttore generale del Censis Massimiliano  Valerii ed Enrico Letta, Dean della Paris School of International Affairs. E ancora, l’imprenditore Ali Reza Arabnia, il presidente della Fondazione Crui  Alberto Felice De Toni e Raoul Claudio Nacamulli, Università degli Studi di Milano Bicocca. In chiusura, un dialogo con la scienziata Ilaria Capua sul tema “La pandemia e il dopo”.

Non è più tempo di prendere tempo. La pandemia ha messo a nudo problematiche economiche, sociali, culturali e organizzative che affliggono il nostro paese da anni e che occorre risolvere ora. Assumendo la responsabilità di scelte non più rinviabili perché troppo a lungo rinviate.

Da questa constatazione prende le mosse la decima edizione del Leadership Learning Lab promosso da Asfor – Associazione Italiana per la Formazione Manageriale giovedì 26 novembre e intitolato “Il tempo delle scelte. Responsabilità, iniziativa e coraggio della leadership”. La diretta streaming, che andrà in onda dalle 9.00 alle 13.30, è ospitata sulla piattaforma digitale di AFORISMA School of Management, associato Asfor.

Partendo dalla riflessione sui cambiamenti indotti dall’emergenza Covid, l’evento esplora le complessità e le sfide che investono quanti, a tutti i livelli e in tutti i contesti, assumono responsabilità decisionali. L’appuntamento si rivolge infatti ai vertici e al management delle aziende private e pubbliche, ai professionisti della formazione, alle università e alle business school che sviluppano programmi executive sulle tematiche della leadership e dell’innovazione. Lo fa con la guida di ospiti prestigiosi, interpreti attenti della realtà in cui viviamo: l’economista Tito Boeri e il Direttore Generale del Censis, Massimiliano Valerii;

Enrico Letta, Dean della Paris School of International Affairs, e l’imprenditore Ali Reza Arabnia, Group Chairman e CEO di Gecofin. E ancora, Alberto Felice De Toni, Presidente della Fondazione Crui e Direttore Scientifico di Cuoa Business School; Federico Frattini, Dean del Mip – Politecnico di Milano Graduate Business School; Raoul Claudio Nacamulli, docente di Organizzazione aziendale presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca.In chiusura, un dialogo con la scienziata Ilaria Capua sul tema “La pandemia e il dopo”. La virologa italiana, direttrice del One Health Center of Excellence dell’Università della Florida, ci aiuterà a capire meglio la fase che stiamo attraversando e quelle che verranno, fino all’auspicabile superamento dell’emergenza.

Afferma il presidente di Asfor, Marco Vergeat: “Come ogni anno, il Leadership Learning Lab di Asfor inquadra, nella maniera più ampia possibile, i temi e le dinamiche sociali più rilevanti della realtà contemporanea. Con l’intenzione di far emergere prospettive, approcci e soluzioni da cui ogni leader possa trarre ispirazione per interpretare il proprio contesto di riferimento, dando significato e direzione alla propria azione manageriale. Occorre mettere a fuoco nuove visioni del mondo in cui viviamo, nuove idee di società, di democrazia e anche di impresa”.

Nel corso dell’evento sarà presentato il Manifesto sulla formazione manageriale elaborato da Asfor in collaborazione con Apaform – Associazione Professionale Asfor dei Formatori di Management.

“La formazione manageriale potrà avere un ruolo primario nel rilancio del paese se saprà indicare valori, strategie e strumenti capaci di mettere a frutto il potenziale evolutivo che ogni crisi racchiude in sé. Nulla sarà più come prima, lo sappiamo, ma non è affatto detto che il cambiamento sia in meglio: molto dipende dalla nostra capacità di trovare le strade che portano a un vero progresso e di percorrerle con determinazione”, conclude Vergeat. Media partner dell’evento, “La Gazzetta del Mezzogiorno” e “FormaFuturi”, il magazine di cultura manageriale promosso da Asfor insieme ad Apaform –Associazione Professionale ASFOR dei Formatori di Management. Trovi FormaFuturi su: www.formafuturi.news.

La partecipazione è gratuita previa registrazione obbligatoria: https://it.surveymonkey.com/r/LearningLabASFOR2020  

“Accelera con Amazon” in collaborazione con ICE, MIP Politecnico di Milano, CONFAPI e Netcomm per sostenere la digitalizzazione di oltre 10.000 startup e piccole e medie imprese italiane

Attraverso sessioni di formazione e coaching, le piccole e medie imprese supereranno le barriere esistenti per vendere online in Italia e all’estero. Il programma include risorse di apprendimento online, corsi di approfondimento virtuali e un boot camp intensivo di una settimana per aiutare le imprese ad implementare la propria presenza in rete. È inoltre prevista la possibilità di accedere a consulenze mirate su strategia di business, di finanziamento, nonché su marketing e internazionalizzazione. Attualmente sono più di 14.000 le piccole e medie imprese italiane che vendono su Amazon in tutto il mondo.

 

Annunciato oggi “Accelera con Amazon”, un programma di formazione gratuito realizzato in collaborazione con ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business, Confederazione italiana della piccola e media industria privata (CONFAPI), la principale organizzazione di rappresentanza delle Pmi italiane e Netcomm, il Consorzio del Commercio Digitale Italiano, per accelerare la crescita e la digitalizzazione di oltre 10.000 piccole e medie imprese italiane (PMI).

 

In Italia le vendite attraverso l’e-commerce stanno crescendo ma continuano a rappresentare solo una piccola parte degli acquisti complessivi. In base all’analisi dell’Osservatorio eCommerce B2C Netcomm – School of Management Politecnico di Milano l’incidenza del valore delle vendite online sul totale delle vendite in ambito retail è cresciuto dal 6% all’8% nel 2020. Le piccole e medie imprese italiane hanno un gap da colmare se comparate ai cugini europei. Solo un terzo di loro è digitalizzata e solo una su sette (di quelle con più di 10 impiegati) ha una presenza online significativa. Di gran lunga indietro rispetto alle altre nazioni europee, l’Italia si posiziona al 25° posto tra i 28 Stati Membri dell’Unione Europea nell’edizione 2020 del DESI Digital Economy and Society Index.

 

Sono oltre 14.000 le piccole e medie imprese italiane che vendono su Amazon. Nel 2019 hanno registrato vendite all’estero per più di 500 milioni di euro ed hanno creato più di 25.000 posti di lavoro in Italia. Nel periodo dal 1° giugno 2019 al 31 maggio 2020, i partner di vendita italiani hanno registrato vendite per una media di oltre 75.000 euro ciascuno, ed hanno venduto più di 60 milioni di prodotti negli store Amazon

 

Francois Saugier, VP Seller Services Amazon in Europa, ha affermato “Il supporto alle imprese è al centro di tutto ciò che facciamo. Nel 2019, Amazon ha investito oltre 2,2 miliardi di euro in logistica, strumenti, servizi, programmi e persone per aiutarle a raggiungere il loro pieno potenziale”.

 

Il programma offre strumenti online di apprendimento e di consulenza per coloro che desiderano avviare una nuova attività online o accelerarne una già esistente. Inoltre, l’iniziativa offre moduli dedicati su come creare un’immagine del brand efficace e implementare strategie di marketing e di social media, strumenti per sviluppare modelli di business e corsi su come creare il team più efficace dal punto di vista delle risorse umane. Le realtà che parteciperanno potranno inoltre beneficiare di:

 

  • Un hub di apprendimento online realizzato con MIP Politecnico di Milano che include una serie di moduli e corsi online gratuiti che le piccole e medie imprese possono frequentare indipendentemente dal livello di digitalizzazione e conoscenza. Le PMI riceveranno formazione su un’ampia gamma di tematiche come la strategia commerciale, il finanziamento, il marketing e l’internazionalizzazione. I corsi saranno tenuti da docenti della School of Management del Politecnico di Milano e da esperti di e-commerce, oltre ad esperti Amazon e metteranno a disposizione degli studenti un metodo di apprendimento community-based.
  • Boot camp intensivi MIP Politecnico di Milano ha progettato un corso intensivo virtuale di una settimana per offrire a 500 startup e piccole imprese un percorso su misura per sviluppare le loro competenze digitali per vendere online.
  • Webinar organizzati con le sedi territoriali di Confapi per la promozione dei corsi di digitalizzazione offerti dal programma.
  • Webinar e Contenuti video realizzati dall’Agenzia ICE per fornire contenuti formativi sul commercio elettronico e l’internazionalizzazione d’impresa.
  • Un percorso di webinar realizzati da Netcomm per comprendere come il digitale stia trasformando lo scenario di mercato globale e supportare le PMI nel definire le iniziative digitali che possono intraprendere sia in ambito BTB che BTC.
  • Webinar AWS “Primi passi nel Cloud per le PMI” – I Primi Passi nel Cloud Amazon Web Services (AWS) sono una serie di appuntamenti online gratuiti in Italiano – progettati per Piccole e Medie Imprese – che hanno l’obiettivo di aiutare a innovare con il cloud AWS e di sfruttare a pieno le potenzialità della Regione AWS Italiana attraverso tutorial e dimostrazioni pratiche tenute dagli esperti di AWS.

 

Partner istituzionali e del settore insieme per supportare imprenditori e aziende interessate a digitalizzarsi e lanciare le loro attività online, offrendo un’ampia gamma di servizi di formazione.

 

Carlo Ferro, Presidente ICE Agenzia: “Gli interventi di supporto alla ripresa, e di riposizionamento strutturale sui nuovi mercati, richiedono un’accelerata transizione verso il digitale. È questa una sfida di capitale umano, una sfida alla sua capacità di essere attore di nuove proposte e di adeguarsi ai nuovi paradigmi del commercio mondiale e dell’innovazione tecnologica. In una parola, è una sfida di formazione. In accordo con il Patto per l’Export siamo molto attivi su questo fronte con una serie di azioni, tra cui la formazione di 150 digital export manager, per accompagnare le imprese, particolarmente le PMI, in tutte le fasi del processo di digitalizzazione; con l’obiettivo di aiutarle a prendere quell’ “ascensore digitale” per affrontare, con rinnovata energia, le sfide imposte dall’emergenza pandemica e tornare leader sui mercati internazionali”.

 

Confapi è la Confederazione della piccola e media industria privata italiana, nata nel 1947, rappresenta oggi la sintesi di un ampio sistema di Pmi: 83mila imprese con più di 800mila addetti che applicano i 13 Contratti nazionali di lavoro firmati da Confapi (dati Inps); 60 sedi territoriali e distrettuali; 13 Unioni nazionali e un’Associazione nazionale di categoria a cui si aggiungono 2 Gruppi di interesse e 13 Enti bilaterali.

 

Maurizio Casasco, Presidente di Confapi: “A causa della crisi pandemica, l’intero nostro sistema industriale e produttivo è stato costretto a far fronte alla necessità di innovare ed essere adeguatamente preparato a nuovi scenari. L’innovazione e la formazione risultano quindi essere il modo migliore non solo per supportare modelli di sviluppo già consolidati, ma anche per introdurne di nuovi. Confapi lavora per supportare le aziende associate non solo per le soluzioni ai problemi attuali, ma anche per aprirsi a nuove opportunità che permettano di vincere nuove sfide. L’accordo con Amazon aiuterà ad accelerare questi processi, considerando anche l’e-commerce come uno strumento formidabile per le nostre aziende manifatturiere e in generale per una maggiore penetrazione dei prodotti Made in Italy. Un marchio di successo di cui molti dei nostri imprenditori della piccola e media impresa privata ne sono testimonial eccezionali”.

 

Federico Frattini, Dean MIP Politecnico di Milano: “Siamo lieti di supportare le piccole e medie imprese nella ridefinizione dei processi di business in questo particolare momento storico. La condivisione delle conoscenze e delle competenze relative alla gestione del marchio e allo sviluppo dei canali online consentirà alle aziende di rispondere meglio alla crescente domanda dei consumatori proveniente dal mercato online”.

 

Roberto Liscia, Presidente di Netcomm ed Executive Board Member di Ecommerce Europe: “In questi giorni in cui si stanno decidendo le sorti delle Next Generation, la formazione è sicuramente uno degli assi che può permettere di generare una ripresa duratura dell’economia italiana e creare nuove prospettive occupazionali. Investire in piani di formazione sul digitale permetterà alle PMI italiane di aprirsi a nuovi mercati, definire nuove strategie competitive e dare valore al know-how produttivo che caratterizza le nostre imprese. Siamo lieti di contribuire a questo progetto mettendo a disposizione l’esperienza di Netcomm sull’e-commerce e sul digital retail, la cui rete del valore in Italia si colloca al terzo posto tra le 99 attività economiche italiane per incidenza sul fatturato nel 2019 con 678mila imprese e 290mila lavoratori che ne fanno parte.”

 

Per maggiori informazioni su “Accelera con Amazon” visita la pagina:

http://www.amazon.it/accelera-con-amazon.html

MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business e BNL Gruppo BNP Paribas insieme per il tuo futuro

BNL Gruppo BNP Paribas offre agli studenti MIP Graduate School of Business residenti in Italia la possibilità di accesso ad un finanziamento per programmare il proprio futuro con maggiore libertà e sicurezza.

Il prestito BNL Futuriamo consente di far fronte a quanto necessario per affrontare al meglio il proprio percorso di studio, in Italia e all’estero: rette, libri di testo, spese per l’alloggio e di trasporto, acquisto di un PC o Tablet.

BNL Futuriamo può finanziare da 5.000 a 70.000 euro, erogati in un’unica soluzione e rimborsabili in un periodo fino a 10 anni, con la possibilità di posticipare il rimborso del capitale dai 12 ai 36 mesi dall’erogazione.

Per gli studenti più giovani è prevista la cointestazione con un genitore/tutore residente in Italia.

Il prestito è gestito interamente da BNL Gruppo BNP Paribas. La concessione del finanziamento è subordinata all’approvazione della banca. Per tutte le informazioni e le condizioni contrattuali ed economiche visita il sito BNL.it o fissa un appuntamento presso una delle filiali BNL.

 

Sei un candidato Junior? Per maggiori informazioni clicca qui

Sei un candidato Executive? Per maggiori informazioni clicca qui

 

Per contattare i consulenti BNL e richiedere il finanziamento sarà sufficiente cliccare su «Fatti Richiamare» e compilare il form di richiesta.

Recuperare la spiritualità (per diventare manager più consapevoli ed efficaci)

Oltre le soft skill. Il percorso executive in spiritualità e management si propone di guidare i suoi iscritti in un livello profondo di conoscenza dell’umano per dare vita a una contaminazione virtuosa con tematiche più legate al business. «Ci rivolgiamo a chi vuole conoscersi meglio per fare un salto in avanti», spiega il docente Luciano Traquandi

 

L’importanza delle soft skill in ambito formativo e lavorativo è ormai accettata da tutti. Esiste, però, un livello più profondo da esplorare, apparentemente antitetico rispetto a concetti come business, produttività, tecnologia, ma fondamentale per ritrovare un equilibrio profondo: la spiritualità. «Viviamo in un’epoca in cui l’eccesso di tecnologia, con i suoi percorsi definiti, può condurre a uno stato entropico, e quindi di decadenza. Lo spirito, invece, è profondamente umano e, per natura, anti-entropico. È proprio ciò di cui abbiamo bisogno», spiega il professor Luciano Traquandi, che per il MIP Politecnico di Milano cura il Percorso executive in spiritualità e management (SPEM).

 

Il bilanciamento tra umano e tecnologia

Ma che cosa significa, esattamente, spiritualità? E come mai il MIP ha deciso di dedicare addirittura un corso a questa tematica? «Abbiamo deciso di adoperare questo termine perché era quello che più di tutti indicava qualcosa di incommensurabile e intangibile, sfuggente a qualsiasi tipo di misurazione. Per capirne meglio la natura, pensiamo al termine “cultura”», spiega Traquandi. «Non si può “pesare” la cultura. Ma culture differenti portano a esiti differenti. Con il percorso SPEM vogliamo andare oltre, e affrontare dimensioni che spesso sfuggono».

Un corso, questo, che ha richiesto una lunga preparazione: «È da circa dieci anni che ci lavoriamo. Ma arriva nel momento ideale, in una fase storica in cui siamo profondamente scossi proprio da qualcosa di apparentemente insignificante e intangibile», illustra Traquandi, facendo riferimento al coronavirus. Ma questo bisogno di spiritualità è legato anche alla poderosa accelerazione tecnologica degli ultimi anni: «Il futurologo John Naisbitt affermava che all’high tech doveva corrispondere un high touch: ossia, un “tocco” umano che facesse da contrappeso alla tecnologia. Ma non commettiamo l’errore di mettere in contrapposizione questi due ambiti: la tecnica beneficia della spiritualità, e la spiritualità è aiutata dalla tecnica; pensiamo ad esempio a quei monaci buddhisti che sono anche fisici teorici», racconta Traquandi.

 

Non si quantifica: si percepisce

Gli obiettivi del percorso SPEM si legano proprio a questo ambito: proporre chiavi di lettura per la comprensione della dimensione dello spirito, allo scopo di una contaminazione virtuosa con il mondo della produzione. E la spiritualità ha ricadute su moltissimi ambiti: sul change management, sull’economia, sul diritto, sul decision making, persino sull’intelligenza artificiale. «La categoria dello spirito è pervasiva», spiega Traquandi. «Ma attenzione: non è possibile misurarla. Di fronte a questo, dobbiamo arrenderci. La possiamo sentire, percepire, avvertire, ma non controllare. E anche se questo corso è rigorosamente laico, vale la pena ricordare casi di aziende che, a seguito di acquisizioni problematiche hanno accettato delle vere e proprie analisi teologiche che hanno poi permesso di superare le criticità rilevate. Ed è normale che sia così: tutti noi viviamo questa dimensione profonda. Magari facciamo fatica a confessarlo a noi stessi, ma la viviamo».

 

Un percorso che mira alla comprensione

Il corso SPEM affronta tutti questi temi: «Si rivolge a persone coraggiose e sensibili, di grande competenza», spiega Traquandi. «Persone che sentono il bisogno di fare un salto in avanti, sia per lavoro sia per sé stessi. Perché proprio la conoscenza di sé è un elemento fondamentale di questo percorso. L’approccio è complesso. Ogni modulo sarà dedicato a un tema. E, visto che, come dicevamo prima, lo spirito è pervasivo, avremo dei relatori provenienti da ambiti molto diversi: medici, teologi, militari, imprenditori, esperti dal mondo della ricerca e dell’economia. Proporremo agli iscritti una molteplicità di stimoli, necessari per arrivare a una piena comprensione. Non ci sono e non possono esserci teorie e risultati unificati. Ogni partecipante vivrà un’esperienza personale che attingerà dal proprio serbatoio di spiritualità. Da questo punto di vista, sarà fondamentale la partecipazione: il confronto interno al gruppo sarà determinante per il successo di questa esperienza», conclude Traquandi.

Cambiare il business per cambiare il mondo. Una nuova partnership per il MIP: l’obiettivo è portare il mondo delle imprese ad un senso più alto delle proprie finalità

Il MIP, la Graduate School of Business del Politecnico di Milano, ha avviato con la società di consulenza indipendente The Mind at Work una partnership innovativa che punta a rivedere quella che è generalmente considerata l’essenza stessa di un’impresa.

Si tratta di una collaborazione che valorizza due eccellenze in campi distinti e che introduce un nuovo modo di creare valore per l’impresa, perché integra nella strategia del business la prospettiva dell’esperienza umana.

Questa partnership ha avuto il suo avvio con il riallineamento del purpose, dei valori e della cultura del MIP, che a sua volta imprimerà un cambiamento profondo al proprio orientamento strategico e al suo approccio alla formazione.

Di seguito parleremo di come l’abilità da parte di The Mind at Work di integrare il purpose all’interno della definizione e messa in atto della strategia, insieme alla lunga tradizione di innovazione del MIP e al suo rigoroso approccio metodologico, possano creare un nuovo tipo di organizzazione. Un’organizzazione dalle prestazioni elevate, e al tempo stesso fondata su una definizione alta della propria finalità, del proprio significato e di ciò che costituisce stakeholder value.

 

Il legame tra un futuro migliore e le business school – La sfida del MIP:

The business of business is business”. Il paradigma che ha dominato la teoria e la pratica del management negli ultimi 50 anni, è ora messo in discussione sotto molti punti di vista. L’impatto di questo modello tradizionale viene sempre più spesso percepito come causa di disuguaglianza economica, di degrado ambientale e di esclusione sociale. Esiste oggi una nuova generazione di leader emergenti, determinati a dare al business uno scopo che vada oltre la visione ristretta del “profitto sopra ogni cosa”.

Le organizzazioni si trovano di fronte a una scelta cruciale: farsi guidare dal solo profitto o riconsiderare da cima a fondo il ruolo che hanno nella società. Sono chiamate a rendersi conto che il profitto è un mezzo per scopi più elevati. In una parola, devono mirare a una finalità che abbia un impatto positivo su tutto il sistema di cui sono parte, e non solo sul bilancio.

In quanto parte di questa trasformazione, le stesse business school devono adattare i loro obiettivi. Non si devono limitare a formare le persone affinché abbiano carriere di successo, ma spingerle a perseguire finalità più alte, più ampie e collettive, superando la falsa contrapposizione tra purpose e profitto.

Scegliendo una partnership startegica con The Mind at Work, che vanta una grande esperienza nella conoscenza e applicazione del purpose alla leadership, alla cultura e alla strategia aziendali, il MIP ha deciso di impegnarsi in questa sfida svolgendo un ruolo proattivo e innovativo.

Federico Frattini, Dean del MIP, spiega: «Vogliamo ispirare e stimolare i nostri studenti e le organizzazioni con cui lavoriamo a contribuire attivamente alla costruzione di un futuro migliore per tutti, ripensando in maniera profonda il ruolo che deve avere un leader in questa trasformazione. Nel tentativo di sviluppare queste competenze, ossia la capacità di connettere la dimensione manageriale più esterna con i valori e le passioni che ci motivano, abbiamo scelto di farci affiancare da The Mind at Work, una squadra di professionisti entusiasti che da decenni aiuta le organizzazioni a raggiungere risultati straordinari grazie al potere che deriva dall’agire guidati da un purpose scelto con consapevolezza».

 

L’essere umano al centro

Le business school sono il luogo in cui si formano i corporate leader di domani e vantano una posizione unica per agire da catalizzatori di questo cambiamento radicale. Il lavoro richiesto per rispondere alla domanda fondamentale: “Sì, ma come?” è però solo all’inizio.

Il direttore e co-fondatore di The Mind at Work, Darren Rudkin, è entusiasta di lavorare insieme a una business school innovativa e internazionale come il MIP.

«Da anni desideravo lavorare con una business school. Ho capito da subito che il cambiamento voluto da Federico non era superficiale; vuole davvero che il MIP metta al centro l’essere umano, a cominciare dalla stessa business school».

«Condividiamo l’obiettivo di ispirare una trasformazione profonda del paradigma dominante, che la maggior parte delle organizzazioni ha seguito per 50 anni».

Darren ha proseguito sottolineando l’importanza di evitare alcune trappole che hanno cominciato a emergere nel momento in cui “purpose” è diventato un termine sulla bocca di tutti.

«C’è il rischio concreto che “purpose” diventi una parola nuova per un’idea vecchia, ad esempio il banale riconfezionamento del concetto di “mission”. Ma il purpose non è questo; è una forza umana essenziale, che si manifesta nella nostra capacità di infondere significato ed energia in ciò per cui ci impegniamo».

«Non è un sinonimo di “sostenibilità” o di “visione”, e allo stesso modo è sbagliato affermare che purpose si contrapponga a profitto, perché non sono concetti alternativi. Laddove termini come “sostenibilità” o “responsabilità sociale d’impresa” si concentrano soprattutto sul “cosa” e sul “come”, il purpose sottolinea il “perché”, il senso profondo, e fornisce l’energia capace di trasformare il “business as usual” in qualcosa il cui significato ispira e connette le persone».

«Il purpose rappresenta il momento presente, una forza viva e utile a guidare i leader nell’affrontare le proprie responsabilità, nel fare scelte spesso non facili e nell’agire in modo sempre consapevole. Per questo il leader guidato dal purpose riesce ad essere pienamente cosciente, pieno di energia e concentrato su qualcosa che va molto al di là del compito specifico da portare a termine».

«Sono entusiasta di poter avvicinare il MIP e la sua vivace comunità di studenti ad una conoscenza approfondita del purpose e alla sua applicazione».

 

Se c’è un purpose, i risultati seguono

A mettere in contatto il MIP e The Mind at Work è stato l’ex AD di Moleskine, Arrigo Berni, oggi adjunct professor presso la business school e partner di The Mind at Work Italy: «La mia esperienza è che, all’inizio, trovare l’equilibrio tra la pressione di dover raggiungere determinati risultati di carattere finanziario e il restare fedeli a un purpose più alto, sembra una missione impossibile».

«Ma alla fine ho capito che questa dicotomia è, in realtà, falsa: se si riesce a costruire un’azienda di persone che condividono un purpose comune, i risultati sono una diretta conseguenza. Non c’è una contraddizione tra questi due elementi.

«Questo non significa dover abbandonare gli strumenti tradizionali di analisi, ma adoperarli per sviluppare e mettere in atto il purpose. E The Mind at Work sa come fare»

Il purpose, dunque, alla base di tutto. Ma deve essere autentico.

Spiega Darren: «Il purpose è un’opportunità per non continuare a fare le stesse cose di prima. Le organizzazioni sono come gli esseri umani. Dopo un po’, tendono a perdere quella consapevolezza che magari avevano all’inizio».

«Lavorare seguendo un purpose, invece, richiede una consapevolezza continua. Ma è molto facile ricadere nelle vecchie abitudini. Inoltre, trattandosi di un cambio di paradigma che ha conseguenze anche sulla struttura e sul modus operandi aziendali, non sempre tutti gli attori in campo sono pronti a recepire questi cambiamenti».

«Ma la difficoltà più grande consiste nel comprendere a fondo che purpose non è solo una parola. Non basta pronunciarla, per mettere in atto il cambiamento: bisogna comprenderne a fondo il significato».

 

Una didattica guidata dal purpose

Il MIP, che ha già ottenuto la certificazione B Corp, assegnata a quelle aziende e organizzazioni che hanno “l’obiettivo di diffondere un paradigma di business più evoluto”, vuole continuare su questa strada.

«La nostra aspirazione», conclude Federico, «è formare e ispirare leader e decision maker più consapevoli, autenticamente coinvolti nel costruire una società più responsabile».

«Lavoreremo innanzitutto sulla nostra cultura aziendale, per far sì che il cambiamento sia autentico. E poi ripenseremo il cuore delle business school, ossia gli MBA e gli EMBA, per adottare formati didattici orientati dal purpose».

 

Per maggiori informazioni sul MIP contattaci a info@mip.polimi.it. Per maggiori informazioni o per contattare The Mind at Work visita www.themindatwork.co.uk/contact-us/ o invia un’email a arrigo.berni@themindatwork.it

 

Sostenibilità, Big data, Communication, Cybersecurity… Scopri i nuovi master del MIP all’avanguardia nella digital transformation

La nostra business school ha appena dato vita a una serie di nuovi master specialistici focalizzati su diverse aree di management particolarmente emergenti.

Al MIP offriamo una vasta gamma di programmi post-laurea tra cui i Master Specialistici, ovvero percorsi verticali volti ad approfondire le competenze di una specifica funzione, area aziendale o settore di attività.

All’offerta formativa del MIP si sono aggiunti corsi con tematiche quanto mai attuali, ai quali si aggiungerà a breve anche un percorso internazionale dedicato esclusivamente al mondo dei Big Data, in continua espansione ed evoluzione anche nel settore Supply Chain e Healthcare.

Si tratta di percorsi strutturati in 12 mesi di intensa formazione, project work, company visit e momenti di networking con professionisti, che hanno l’obiettivo di sviluppare le hard e le soft skills dei candidati, tenendo conto delle esigenze delle aziende di oggi.

Ve li descriviamo brevemente:

International Masters in Sustainability Management Con il recente conseguimento della certificazione B Corp, il concetto di sostenibilità ha assunto un peso ancora più forte nei programmi della Scuola. Studiamo e insegniamo in che modo la sostenibilità cambia i processi aziendali, le catene di fornitura, le operazioni e le tecnologie in diversi settori: questo ha portato MIP a creare 5 nuovi master internazionali interamente focalizzati sul tema della sostenibilità.

International Master in Cybersecurity Management La sicurezza informatica sta diventando sempre più rilevante in tutte le organizzazioni, grazie alla crescente digitalizzazione delle attività in un mondo globalmente iperconnesso e inoltre, il Covid-19 con la relativa diffusione dello smartworking, spinge maggiormente a tutelarsi dai rischi informatici. Per questo è nato il master che preparerà gli studenti ad assumere un ruolo di leadership nel mondo della cybersecurity.

International Master in Media and Communication Management Le aziende, le società dei media, le agenzie di comunicazione e le società di comunicazione richiedono nuove competenze, menti fresche e idee innovative all’intersezione tra creatività e capacità analitiche, soprattutto oggi. Nasce per questo un percorso ad hoc, per rafforzerai il bagaglio di competenze nei media e nella comunicazione.

International Master in Digital Transformation La Digital Transformation non è una mera combinazione di tecnologie, ma un più ampio fenomeno con profonde implicazioni strategiche e manageriali per tutte le aziende, a prescindere dall’industria in cui operino. Nasce iMDT per insegnare a guidare la Digital Transformation ovunque, in organizzazioni sia pubbliche che private.

Per avere ulteriori dettagli sui programmi non perdere le giornate di presentazione online: conoscerai i requisiti di accesso, scoprirai di più sull’ampio network aziendale attivo sia durante che dopo il periodo formativo, con internship e project work.

Attivando la tua domanda di ammissione entro il 30 gennaio 2020 potrai accedere ad una scontistica di 1.000€ sulle fee dei Master sopraelencati. Non perdere l’occasione di diventare un digital leader del domani!

86 candidati, provenienti da 24 diversi Paesi, hanno appena iniziato il loro viaggio digitale al MIP chiamato International Flex EMBA

E’ appena partita la nuova edizione del nostro International Flex EMBA, registrando un alto numero di partecipanti da tutto il mondo, pronti a vivere un’indimenticabile esperienza di formazione in distance learning.

Le decine di candidati connessi da 26 differenti Paesi d’Europa, del Medio Oriente, dell’Asia e dell’America Latina, che venerdì 6 novembre hanno ufficialmente iniziato l’Executive MBA in distance learning del MIP, sono la prova tangibile che nulla può fermare la formazione!

Una classe composta in media da professionisti tra i 30 e i 40 anni, con una formazione pregressa prevalentemente nell’ambito dell’ingegneria e dell’economia, già impegnati da oltre 10 anni principalmente nel settore dell’Information Technology e delle Construction nel ruolo di Project, Sales o General Manager, si è appena formata nella nostra Business School.

Questa è evidenza del fatto che tanti professionisti continuano a nutrire la voglia di migliorarsi, di affinare le proprie skills manageriali e soprattutto, di guardare con positività e lungimiranza al futuro. Ma è anche evidenza del fatto che il MIP Politecnico di Milano, servendosi del potenziale del digital learning, intende perseguire con determinazione l’obiettivo di formare innovatori che sapranno fare delle tecnologie digitali una delle leve principali per un impatto economico e sociale. Questo impegno ci ha infatti portato a scalare importanti classifiche mondiali, posizionandoci in particolare 5° nel QS Online MBA Ranking 2020 9° nel Financial Times Online MBA Ranking 2020.

La nostra Scuola è entusiasta della diversity che caratterizza questa edizione dell’EMBA, della sua portata internazionale, dei variegati background dei suoi partecipanti, che arricchiranno senza dubbio il bagaglio culturale e personale di tutti loro. Sono infatti molteplici i commenti degli studenti durante la cerimonia di apertura del master che sottolineano come questa classe sia “un incredibile mix di competenze ed esperienze” in cui “è rappresentato l’intero mondo del business” anche in termini geografici.

Congratulazioni a tutti per aver deciso di investire nella formazione!

E congratulazioni a tutte le centinaia di giovani laureati e professionisti che, da settembre ad oggi, hanno scelto il MIP per la propria crescita professionale e umana.

Career skills e professional development: i servizi del nostro Career Development Center

Oggi è quanto mai fondamentale, soprattutto dal momento in cui si sceglie un percorso di alta specializzazione, lavorare al proprio personal brand.

Che cos’è il personal branding? Quel complesso di strategie messe in atto per promuovere sé stessi, le proprie capacità ed esperienze, la propria carriera alla stregua, appunto, di un brand.

Per questo il nostro Career Development Center offre agli studenti del MIP, sia dei Master EMBA ed MBA che dei Master Specialistici, tutta una serie di servizi finalizzati a sviluppare una strategia di carriera e a potenziare il network professionale, preparandoli ad affrontare il mercato del lavoro, sempre più complesso e cangiante.

Tra le diverse attività in cui vengono coinvolti i canditati, vi sono i cosiddetti Career workshop & LAB, momenti formativi ed esperienziali che hanno l’obiettivo di fornire strumenti concreti per lo sviluppo delle Career skills: Self Awareness & Context Analysis, Career Self- Design, Planning and Execution, sulle quali bisogna lavorare per diventare attori della propria carriera e governarla con successo.

Di recente, ad esempio, i nuovi studenti dell’International Full Time MBA, hanno preso parte ad un progetto innovativo di Assessment Center, dedicato allo sviluppo delle competenze di imprenditorialità. Circa 53 corsisti hanno preso parte a questo momento laboratoriale virtuale, esercitando le proprie attitudini imprenditoriali.

Concretamente, in seguito alla somministrazione di alcuni test di tipo situazionale, i ragazzi si sono dovuti cimentare nell’elaborazione di una propria idea di business. L’idea è stata poi presentata in plenaria, contribuendo così anche all’esercitazione delle competenze di public speaking e alla successiva costruzione di dinamiche di gruppo, lavorando in team al raggiungimento di un obiettivo comune.

Dopo questa esperienza, attraverso incontri one-to-one con i Consulenti Career, potranno creare un piano di sviluppo customizzato per divenire Career Leaders, sulla base delle evidenze emerse durante l’Assessment.

Non c’è hard skill che tenga, senza il supporto di altrettante consolidate soft skills, per raggiungere i più ambiziosi obiettivi professionali!