Sostenibilità del trasporto aereo: un PhD in collaborazione tra easyJet e la School of Management

Diego Babuder, pilota easyJet, intraprenderà il percorso di ricerca quadriennale Executive del Programma di Dottorato in Management Engineering

 

Quest’anno la School of Management del Politecnico di Milano, in collaborazione con easyJet, avvia un dottorato Executive in Management Engineering incentrato sulla sostenibilità nel settore aereo. Il percorso pone il focus sulle sfide e sulle opportunità che l’innovazione digitale può avere in quest’ambito, con particolare attenzione a come le compagnie aeree possano contribuire alla decarbonizzazione del settore e a ridurre gli effetti del cambiamento climatico.

La sostenibilità ambientale è un cardine della strategia di sviluppo di easyJet, che nel 2019 ha deciso di compensare le emissioni prodotte dal carburante impiegato su tutti i suoi voli per far fronte alle sfide globali poste dal cambiamento climatico. “Investire ora nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie rivoluzionarie come gli aerei ibridi, elettrici e a idrogeno, è il modo migliore di affrontare efficacemente le sfide globali poste dal cambiamento climatico per questo settore. Questo è un momento storico per l’aviazione commerciale e intendiamo svolgere un ruolo di primo piano nella transizione verso soluzioni capaci di ridurre significativamente l’impatto del settore aereo sull’ambiente” – commenta Lorenzo Lagorio, country manager easyJet Italia.

La transizione verso sistemi industriali più sostenibili e circolari è un processo inarrestabile e per l’aviazione commerciale rappresenta al contempo una sfida ed una grande opportunità. Non si tratta solo di innovazione tecnologica, ma di una complessiva trasformazione dei modelli di business con impatti sistemici a livello di settore che porterà alla nascita di nuove filiere – commenta Paolo Trucco, docente di sistemi industriali della School of Management e responsabile del progetto di ricerca con easyJetE’ per noi motivo di orgoglio e di grande stimolo poter studiare e indirizzare questi fenomeni attraverso una partnership di ricerca e formazione con un’azienda leader di settore come easyJet. E’ significativo poi che questa collaborazione abbia come fulcro il percorso di dottorato di un loro pilota; dimostrazione di quanto lo sviluppo del capitale umano sia alla base della capacità delle organizzazioni di trasformarsi e cogliere tutte le opportunità tecnologiche e operative per rendere il proprio business sempre più sostenibile”.

Diego Babuder, pilota easyJet da oltre 7 anni, ora neo-dottorando al Politecnico, è laureato in gestione del trasporto aereo nel Regno Unito e ha collaborato con il Politecnico di Milano alle lezioni del master di primo livello in “Fondamenti del sistema di trasporto aereo”. “Sono convinto che il trasporto aereo possa giocare un ruolo da protagonista nel contrasto al cambiamento climatico e porsi come esempio per molte altre industrie. C’è molto entusiasmo per i diversi filoni di ricerca che sono attualmente in corso, a partire da quelli che riguardano lo sviluppo dell’aereo ibrido ed elettrico e la produzione di carburanti sostenibili.”

«Grazie all’Mba Full Time imparo a valorizzare il family business»

Fabio Borgia, studente MBA Full Time, ha un ruolo di primo piano nell’azienda agricola Le Rogaie, gestita insieme ai genitori e ai fratelli. Storia di un progetto innovativo che, attraverso i social, racconta una realtà attenta alla sostenibilità sociale, economica e ambientale

Innovare in un settore considerato tra i più tradizionali si può. È quello che fa Le Rogaie, azienda agricola a gestione famigliare nella Maremma toscana, che durante il primo lockdown ha deciso di raccontare online le proprie attività. Il family business è gestito dalla famiglia Borgia: due genitori e cinque figli. Tra questi c’è Fabio Borgia, attualmente iscritto all’MBA Full Time del MIP Politecnico di Milano. Ingegnere di formazione, specializzato nel settore energetico, ci racconta le motivazioni che hanno portato Le Rogaie in rete: «Ci siamo ispirati ad alcuni agricoltori stranieri, che grazie ai social avevano l’opportunità di raccontare la propria realtà in maniera trasparente e senza stereotipi. E così abbiamo deciso di provare anche noi».

L’azienda agricola va online

Così Le Rogaie è sbarcata su YouTube, su Facebook, su Instagram. Le visualizzazioni e le iscrizioni ai canali social sono in crescita, così come l’interesse degli utenti: «Credo che il successo derivi dal mix di tradizione, passione, famigliarità e spirito innovativo. Siamo reali, ci mostriamo per come siamo, e la nostra iniziativa sta già interessando utenti al di fuori dell’Italia. Il volto dell’operazione è mio fratello Edoardo, che nei video racconta le attività della nostra impresa con un linguaggio tecnico ma al contempo divulgativo», spiega Borgia. I contenuti creati, che hanno un obiettivo formativo, e l’apertura dell’azienda alla ricerca hanno suscitato anche l’interesse del mondo accademico e scientifico: «Le Agenzie spaziali europea e italiane, insieme con il Cnr e varie università europee, collaborano con Le Rogaie portando avanti studi avanzati sulla fotosintesi clorofilliana; inoltre effettuano misurazioni utili per la calibrazione dei satelliti».

Tornando “a terra”, invece, vale la pena ricordare l’iniziativa che ha permesso agli studenti delle facoltà agrarie di visitare virtualmente l’azienda, aggirando così le restrizioni causate dalla pandemia: «Grazie alla nostra iniziativa, quelle visite adesso avvengono online. Ma vorremmo dare la possibilità a chiunque di poter vivere un’esperienza reale in fattoria». Le pagine social si rivolgono infatti al pubblico più ampio possibile. «Le Rogaie produce soprattutto latte. La crescente attenzione rivolta al tema dell’allevamento, e alle questioni zootecniche in generale, meritavano degli approfondimenti che raccontassero questa realtà in maniera onesta, sottolineando anche un elemento per noi centrale come quello della sostenibilità».

La sostenibilità è sociale, economica, ambientale

«È un tema che abbiamo sempre sentito molto vicino a noi, e che decliniamo sotto tre punti di vista», spiega Fabio Borgia. «Il primo è quello della sostenibilità sociale. Il nostro primo impegno è coinvolgere le realtà presenti sul territorio, essere presenti, aperti al mondo esterno. Poi viene la sostenibilità economica, che forse è la sfida più grande: ci favorisce, da questo punto di vista, avere conservato le dimensioni di un family business. Ciascuno di noi fa leva sulle proprie competenze specifiche per rafforzare i fondamenti dell’azienda. Io, nello specifico, seguo soprattutto lo sviluppo del ramo online e mi occupo di stabilire nuovi contatti. Da ultima, ma non per importanza, c’è la sostenibilità ambientale». Un tema che, nel caso de Le Rogaie, è strettamente collegato all’attitudine all’innovazione: una tradizione di famiglia, visto che, come racconta Borgia, il padre Giulio non si è mai tirato indietro di fronte alle sperimentazioni, che fossero di carattere social o tecnico. «Nel 2008 abbiamo investito in un impianto a biogas che chiude il ciclo della CO2 e che produce 250 Kwatt di energia elettrica all’ora, ceduti interamente all’Enel. Il nostro obiettivo, ambizioso ma possibile, è trasformare Le Rogaie in una realtà carbon negative. Ci teniamo a far passare il messaggio che l’agricoltura non è sfruttamento della natura, anzi: l’intervento dell’uomo migliora la natura stessa», ricorda Borgia.

Al MIP per un mindset imprenditoriale

Fabio Borgia è attualmente iscritto all’MBA full time del MIP, e si prepara ad affrontare i bootcamp in attesa della summer internship. «Sono un ingegnere, ma mi sto progressivamente interessando ai temi di governance. In generale, trovo che tutto il corso sia ben fatto e ben strutturato. Io ho deciso di iscrivermi a questo Mba perché trovo vincente la tradizione tecnologica del Politecnico di Milano. Per me si è trattato di un investimento motivato da esigenze di curriculum e dalla volontà di accedere a un tipo di formazione in grado di offrire innumerevoli opportunità, anche grazie al forte legame che c’è tra MIP e aziende. Infatti, ho già sostenuto diversi colloqui. Penso poi al PoliHub, l’incubatore del Politecnico. Grazie a questo Mba sto sviluppando un mindset improntato all’entrepreneurship capace di stimolare riflessioni e idee innovative. Idee che, ovviamente, daranno un forte contributo anche alla realtà de Le Rogaie», conclude Borgia.

 

MBA DIGITAL RECRUITING DAY

Sono ufficialmente iniziati gli eventi dedicati al recruitment per i nostri allievi dell’International Full Time MBA. A partire dal mese di maggio, infatti, le lezioni lasceranno spazio ai project work finali ed è arrivato il momento per gli studenti di trovare l’azienda dei loro sogni!

Primo di numerosi altri appuntamenti in calendario, il 28 gennaio si è tenuto il tradizionale MBA Recruiting Day, organizzato anche per questa occasione in veste digital. Tutto è avvenuto online, dalla consultazione dei profili delle aziende partecipanti e delle job description – ospitate su FLEXA – ai colloqui veri e propri, che si sono svolti sotto forma di meeting digitali.
Lo scheduling dei colloqui ha tenuto conto, oltre che delle selezioni fatti dai recruiter, anche delle preferenze espresse dagli studenti, nel caso fossero interessati a un particolare settore o azienda.

Nel dettaglio, hanno partecipato all’MBA Digital Recruiting Day:

 

Consulting&Finance

ASSICURAZIONI GENERALI SPA

BTS Italy

BIP

MARSH

 

Energy&Industrial

ASTRAZENECA

CEVA Logistics

ELI LILLY

ITALGAS

PIRELLI

SNAM

SORGENIA

STEP

 

Retail & Consumer Goods

CARREFOUR ITALIA

ELECTROLUX

L’OREAL

SC JOHNSON

WHIRLPOOL EMEA

 

Technology & Digital

PLUG&PLAY

TEAM SYSTEM

SIA

VODAFONE

NTT DATA Italia

NOVARTIS

 

Luxury, Fashion & Lifestyle

LUXOTTICA

SUCCESSORI REDA

VALENTINO

 

Ad oggi numerosi studenti sono già stati convocati dalle aziende incontrate per proseguire l’iter di selezione. Non ci resta che incrociare le dita per tutti gli altri!

Welfin: premiato a Switch2Product il prestito sostenibile

Il team nato sui banchi dell’Executive MBA del MIP si aggiudica la Menzione Speciale MIP di Switch2Product, la challenge di Politecnico di Milano, Deloitte e PoliHub, che valorizza soluzioni innovative, nuove tecnologie e idee offrendo loro risorse economiche per supportare lo sviluppo tecnologico e un percorso di accelerazione imprenditoriale dedicato realizzato da PoliHub, dal Technology Transfer Office (TTO) e da Officine Innovazione di Deloitte.

Una piattaforma per prestiti Peer 2 Peer, la prima in Italia, in cui sono le aziende stesse a fare da garante per i propri dipendenti. Il risultato? Tassi più bassi per chi prende in prestito, un rendimento sicuro per chi presta e un modo innovativo di fare welfare per le aziende coinvolte.

È Welfin, progetto creato sui banchi dell’Executive MBA dai nostri Alumni Francesco Giordani, Ideo Righi e Alessandra Bellerio, e premiato poche settimane fa a Switch2Product con la “Menzione Speciale MIP”.

Un’idea imprenditoriale che sta dimostrando non solo di essere innovativa, ma di riservare un’attenzione speciale anche a un tema importante per la nostra Scuola, la sostenibilità. Da un lato, infatti, Welfin si impegna a creare impatto sociale offrendo migliori condizioni economiche – i tassi sono vantaggiosi sia per chi prende in prestito che per chi presta; dall’altro, coinvolgendo le aziende come garante, permette l’accesso al credito anche a persone che altrimenti lo avrebbero avuto con difficoltà.

Un progetto come questo non sta passando inosservato: la menzione vinta a Switch2Product, competizione organizzata dal Polihub, infatti arriva a pochi mesi di distanza da un altro riconoscimento, il premio Fintech & Insuretch assegnato dall’omonimo Osservatorio.

Due occasioni importanti, che hanno offerto ai nostri studenti tutti gli elementi per rafforzare non solo il proprio network, ma anche la possibilità di ricevere supporto su aspetti specifici come quelli legali o fiscali.

“A seguito della vittoria del premio Fintech & Insurtech abbiamo potuto beneficiare di un periodo di incubazione di tre mesi presso il Polihub” – spiega Alessandra Bellerio. “Abbiamo cercato di avviare un percorso di networking utile ad acquisire una serie di input – positivi o negativi che fossero – importanti per aggiustare strategia e modello di business. Una delle cose che abbiamo imparato è che ogni opportunità di networking deve essere accolta, perché può trasformarsi in un’occasione di partnership o di confronto.”

Francesco Giordani aggiunge: “Aver vinto Switch2Product ci permette di continuare il percorso di accelerazione che abbiamo già iniziato, che ci ha dato un grande valore aggiunto in termini di competenze e di spunti raccolti. Inoltre, abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con professionalità diverse, di essere guidati da mentor e di incontrare professionisti di spicco dell’ambito bancario. Non solo! Il percorso di accelerazione Switch2Product ci sta traghettando verso un investor & corporate roadshow, che per noi rappresenta un’opportunità da non perdere. Infine, abbiamo anche avuto uno special grant di 30.000 Euro da parte della Camera di Commercio di Milano, Monza Brianza, Lodi, per supportare la fase inziale della startup.”

Switch2Product si sta quindi rivelando per i nostri Alumni un’occasione per mantenere ben saldo il rapporto con il Polihub, con il MIP – che offre ai vincitori della Menzione dei corsi della Management Academy – e, a livello più ampio, con l’ecosistema del Politecnico.

“Siamo figli del Politecnico” – sottolinea con orgoglio Ideo Righi. “Il team si è costituito al MIP, siamo parte dell’Osservatorio Fintech & Insurtech, siamo incubati al Polihub. Questo ci ha dato la possibilità di confrontarci con altri startupper e imprenditori, tutte persone che gravitano intorno al Politecnico. Si tratta di un network importante, che ci ha dato tanto e che pensiamo possa darci ancora molto”.

“E poi non dimentichiamo che ci siamo conosciuti proprio grazie all’EMBA del MIP e lì è nato il nostro team” – aggiunge con un sorriso Alessandra.

Anche Francesco è d’accordo nel definire il team uno degli aspetti strategici: “Siamo stati fortunati, abbiamo avuto tempo di sceglierci, di conoscerci durante l’EMBA. Siamo arrivati già pronti, sapendo di essere accomunati da una visione di fondo – quella di trasformare un’idea di business in un’impresa di successo.”.

Ma c’è di più. Infatti, Giordani continua: “L’Executive MBA è stata l’occasione di rafforzare le nostre competenze. Volendo contestualizzare nell’ambito startup ed entrepreneurship, uno dei temi più interessanti è stato quello della Lean Startup. È uno degli elementi che stiamo applicando a Welfin. Tra l’altro il MIP ci ha fornito dei modelli da applicare ai vari contesti – strategici, di marketing, delle operation. Questo ci guida nel definire la rotta”.  

Tuttavia, l’EMBA non è fatto solo di hard skill, ma anche di soft! Alessandra infatti specifica: “Durante l’Executive MBA ho avuto modo di approfondire dei corsi riguardanti degli aspetti un po’ più personali, ma che ho scoperto essere fondamentali nell’ambito del business. Infatti, perché un’attività sia di successo è importante che il team si efficace: lavorare sulle proprie soft skill e sulla crescita personale è quindi indispensabile. Per me le soft skill si sono rivelate utili per dare risalto a delle componenti tecniche essenziali”.

Anche con un Executive MBA alle spalle, rimane importante non abbandonare mai il processo di continuous learning. E lo sanno bene in nostri Alumni, che stanno già riflettendo su quali tematiche approfondire grazie ai corsi della Management Academy del MIP, vinti in occasione di Switch2Product.
Non vediamo quindi l’ora di riaverli nuovamente sui nostri banchi!

Contro lo spreco alimentare: il successo degli Hub di quartiere per il recupero e il sostegno ai più fragili

In occasione della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare del 5 febbraio 2021, il monitoraggio dei dati effettuato dalla School of Management del Politecnico di Milano evidenzia che, grazie alla raccolta degli Hub Isola e Lambrate, sono state raggiunte oltre 3.300 famiglie con 152.000 pasti.

 

Il bilancio della raccolta delle eccedenze per il 2020 è di 76 tonnellate: 62 quelle raccolte tra gennaio e febbraio e tra giugno e dicembre in via Borsieri e 14 nel neo inaugurato Hub in via Bassini.

L’idea degli Hub di quartiere nasce dal protocollo di intesa “ZeroSprechi”, tra il Comune di Milano, Assolombarda e la School of Management del Politecnico di Milano, firmato nel 2016. Una delle priorità della Food Policy di Milano è ridurre lo spreco di cibo e innovare le modalità di recupero degli alimenti da destinare agli indigenti, progettando e sperimentando un modello di recupero e ridistribuzione delle eccedenze alimentari basato su reti locali di quartiere.

Questo progetto, come dichiara Giovanni Fosti, “è reso possibile dalla presenza di reti sul territorio come il Programma Qubi – la ricetta contro la povertà infantile di Fondazione Cariplo”.

Come afferma Anna Scavuzzo, la Vicesindaco di Milano con delega alla Food Policy, “questa azione ci ha permesso di continuare a lavorare per raggiungere obiettivi di sostenibilità, ma anche di diritto al cibo sano”. L’impegno nella lotta agli sprechi porterà all’apertura nella prossima estate di altri due Hub di quartiere in zona Corvetto e Gallaratese.

Anche di fronte alle difficoltà del periodo – afferma Alessandro Perego, Direttore del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano – i risultati del primo Hub di Isola e del recente Hub di Lambrate hanno dimostrato la sostenibilità di un modello che si basa su processi operativi strutturati e solide collaborazioni intersettoriali. Gli Hub costituiscono anche un punto centrale nella rete sociale di un quartiere. Continueremo a lavorare a stretto contatto con le imprese donatrici e tutti i partner del progetto per garantire la continuità e la replicabilità del sistema in altre aree della città.”

Come dichiara Alessandro Scarabelli, Direttore Generale di Assolombarda, “la crisi causata dal Covid ha colpito pesantemente l’economia di molte famiglie, aggravando purtroppo le condizioni di coloro che già prima avevano difficoltà a reperire beni di prima necessità. Per questo motivo, l’apertura di due nuovi Hub assume una rilevanza ancora più significativa per la tenuta sociale della città. Gli importanti risultati raggiunti sono il segno evidente di quanto sia importante fare squadra e rafforzare il nostro impegno per costruire un modello di recupero delle eccedenze e di redistribuzione a sostegno delle persone più fragili”.

 

Partner del progetto: Comune di Milano, Politecnico di Milano School of Management, Assolombarda, Fondazione Cariplo, Banco Alimentare.

FLEXA, “digital mentor” di MIP Politecnico di Milano e realizzato in collaborazione con Microsoft, è ora accessibile a tutti e in modalità gratuita.

La piattaforma di formazione continua e personalizzata è operativa dallo scorso anno ed è stata riconosciuta come uno dei progetti più innovativi al mondo.

MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business annuncia di aver reso accessibile a tutti e in modalità gratuita FLEXA la piattaforma di formazione continua e personalizzata realizzata in collaborazione con Microsoft e BlueIT. FLEXA promuove inoltre il networking tra studenti, alumni e aziende, alle quali fornisce supporto nelle campagne recruiting attraverso l’utilizzo di algoritmi di intelligenza artificiale che facilitano l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.

Il progetto, già riconosciuto dall’Associazione internazionale AMBA – che certifica i migliori programmi MBA delle business school di tutto il mondo – come uno dei più innovativi promossi da una Business School in assoluto, è operativo da poco più di un anno e fino ad oggi si è rivolto esclusivamente a studenti e alumni della Business School.

FLEXA si basa sulla piattaforma cloud di Azure e sulle funzionalità di analisi e intelligenza artificiale di Microsoft. Si propone come un digital mentor che ha accesso ad un ecosistema di circa 800mila contenuti, tra i quali corsi digitali self-paced, webinar, podcast, articoli e casi di studio, alcuni dei quali restano riservati a studenti e alumni di MIP. La piattaforma crea e suggerisce percorsi formativi personalizzati per ciascun utente partendo da una fase di assessment che valuta i gap di competenze da colmare per raggiungere i propri obiettivi professionali. La modalità di fruizione prevede un approccio “smart”, adattabile cioè alla disponibilità di tempo che ciascuno può spendere per il proprio aggiornamento professionale.

Federico Frattini, Dean del MIP Politecnico di Milano: Dopo un anno siamo riusciti a rispondere all’esigenza di apprendimento e di lifelong learning di un numero sempre più crescente di studenti ed alumni della nostra scuola grazie all’utilizzo di FLEXA. Ora ci proponiamo di contribuire allo sviluppo ed all’aggiornamento delle competenze di chiunque voglia mettersi in gioco e sviluppare continuamente le proprie professionalità nel tempo, aprendo gratuitamente FLEXA a chiunque sia interessato ad utilizzarla.  Crediamo fortemente che ci sia bisogno di un amplissimo processo di re-skilling nel nostro paese ma non solo, per far sì che manager, imprenditori e professionisti restino aggiornati e sviluppino le proprie skills attraverso uno strumento efficace e rigoroso come FLEXA. È per questo che abbiamo deciso di mettere a disposizione la nostra piattaforma a chiunque sia interessato, gratuitamente ”.

Sostenibilità e aziende: verso un modello ibrido

In questi anni il tema della sostenibilità, complici anche le agende delle istituzioni economico-finanziarie a livello europeo, è stato portato sempre più al centro del dibattito.
Proprio per questo abbiamo chiesto alla Prof.ssa Cagliano, docente di People Management and Organization alla School of Management del Politecnico e Direttrice del Master in Sustainability Management and Corporate Social Responsibility del MIP, in che modo un comportamento sostenibile da parte di manager e aziende possa avere un impatto sulla società.

Partiamo dalle basi: quando parliamo di sostenibilità in azienda, a cosa ci riferiamo di preciso?

Oggi le aziende non si devono più concentrare esclusivamente sul raggiungimento del profitto – e quindi sulla sola soddisfazione degli shareholder – ma devono agire a beneficio di un insieme più ampio di stakeholder, che hanno anche obiettivi diversi, come lo sviluppo sostenibile della nostra società, sia dal punto di vista ambientale che sociale.
Obiettivi che però le aziende difficilmente potranno raggiungere da sole. Per dare un contributo significativo è importante che più attori collaborino insieme: imprese, mondo no profit, pubbliche amministrazioni e società civile. Il tema delle partnership è essenziale in questo ambito: solo unendo le forze si può avere un impatto significativo.

Ma cosa sta spingendo le aziende a intraprendere questo cammino proprio ora?

È un percorso iniziato da tempo, anche se ora stiamo assistendo a una sempre maggiore sensibilizzazione su queste tematiche. Soprattutto da parte delle nuove generazioni, che sono più attente e che non accettano più di lavorare per realtà che non sono percepite come sostenibili. Diventa quindi importante per le aziende che vogliono continuare ad attrarre talenti e a vendere a queste fasce di popolazione, muoversi in una nuova direzione più sostenibile.
Da non sottovalutare è poi l’enfasi sempre crescente data a queste tematiche a livello delle istituzioni pubbliche europee, attraverso una serie di politiche che incentivano lo sviluppo sostenibile. Penso al Green New Deal, giusto per citarne una.

Infine, si ha un po’ anche la sensazione che questa pandemia abbia in qualche modo rivitalizzato le coscienze, sensibilizzando le persone su tematiche di più ampio respiro rispetto al passato. Ma si tratta solo di una spinta ulteriore a un fenomeno già ben avviato.

Qualcosa quindi è già cambiato…

Sì, infatti. Proprio questa crescente attenzione per le sfide sociali e ambientali sta avvicinando le imprese ad alcune logiche del mondo no profit.

Siamo di fronte a una sorta di ibridizzazione: se da una parte le aziende “tradizionali” diventano sempre più consapevoli del loro impatto sulla società, quelle “no profit” sfruttano dei modelli di business tipici del mondo imprenditoriale per rendersi economicamente sostenibili e poter reinvestire i profitti negli obiettivi – sociali o ambientali – per cui erano state create.

Proprio questa convergenza tra i due settori ci porta a spiegare come mai il MIP nella propria offerta formativa non abbia dei programmi specifici dedicati al mondo “no profit”.

Piuttosto, si è deciso di declinare il tema della sostenibilità pensando alla funzione aziendale interessata. Infatti, anche se è vero che tutti i manager dovrebbero avere delle competenze sul tema, considerando il ruolo centrale della sostenibilità nella creazione di valore, ci sono anche ambiti che meritano un approccio più specifico.

Così, se per chi deve impostare la strategia di un’azienda in ottica di sostenibilità abbiamo creato l’International Master in Sustainability Management and Corporate Social Responsibility, per chi la vuole applicare al core business produttivo delle aziende industriali, c’è il quello in Sustainable Industrial Management.

Ci sono poi l’International Master in Circular Economy & Green Management, che si concentra sugli obiettivi ambientali, e quello in Social Innovation & Entrepreneurship, che invece tratta di come le aziende e le startup possano affrontare e vincere le grandi sfide sociali.

Infine, un’attenzione specifica è rivolta al mondo della finanza, con l’International Master in Sustainable Finance. Occuparsi di sostenibilità in questo particolare ambito infatti comporta due livelli diversi. Da una parte, sempre più istituzioni finanziarie inseriscono nei propri parametri di valutazione e di scelta degli investimenti anche la sostenibilità; dall’altro, le aziende devono sia gestire i propri asset finanziari includendo una logica di sostenibilità, che sapersi interfacciare correttamente con gli enti finanziatori, che stanno cambiando prospettiva.

Un’offerta formativa così ampia denota una certa attenzione al tema. Dopo tutto il MIP è l’unica Business School in Europa ad aver ricevuto la certificazione B Corp, che attesta l’impegno a coniugare profitto, ricerca di benessere per la società e attenzione all’ambiente…

Ritengo che non si possa insegnare a essere sostenibili se non lo si è in prima persona. Il MIP è un’azienda, che per prima deve applicare quei principi che poi insegna in aula.
Da sempre, per esempio, abbiamo dimostrato un forte interesse per gli aspetti sociali della sostenibilità, come l’inclusione, le pari opportunità e l’accesso alla formazione. Basti pensare all’Associazione Gianluca Spina, che con le sue borse di studio garantisce l’accesso ai Master a giovani meritevoli che altrimenti difficilmente potrebbero farlo.
Tuttavia, negli ultimi anni ci siamo impegnati per abbracciare anche altri aspetti della sostenibilità, come abbiamo fatto per esempio con la riduzione dello spreco alimentare, dell’uso della carta e della plastica e con il corretto smaltimento dei rifiuti.
Degli sforzi che ci sono stati riconosciuti anche dalla certificazione B Corp. Essere l’unica Business School in Europa ad aver ricevuto questa certificazione non deve essere un traguardo, ma il punto di partenza verso un percorso di continua crescita. Proprio per questo la Scuola sta sviluppando un piano strategico volto al miglioramento di quegli aspetti della sostenibilità che ancora necessitano di una spinta ulteriore.
L’idea è quella di diventare una tra le Business School leader a livello mondiale nella trasmissione di questo messaggio. Oltre ovviamente a voler costruire un migliore futuro per tutti.

 

10 Students | 10 Stories: al via la campagna di raccolta fondi per 10 studenti meritevoli

10 Students | 10 Stories – Insieme per gli studenti e le studentesse di Ingegneria Gestionale” è la campagna di raccolta di fondi che la School of Management del Politecnico di Milano promuove per aiutare 10 brillanti giovani a progettare il loro futuro insieme a noi.

Ogni anno cresce il numero di studenti e studentesse che si iscrivono al corso di studio in ingegneria gestionale: un percorso di formazione multidisciplinare, impegnativo ma gratificante, e molto apprezzato dal mondo del lavoro. Ma non tutti possono sostenere le spese che questa scelta comporta, non ultimo il costo di vivere a Milano. La pandemia COVID-19 ha aggravato il problema, mettendo a dura prova la tenuta del nostro sistema economico.

Ingegneria Gestionale prepara studentesse e studenti a essere protagonisti dell’innovazione e del cambiamento, unendo al rigore scientifico di metodi e teorie la continua ricerca di un impatto positivo per tutta la collettività. Sostenendo studentesse e studenti meritevoli contribuiremo tutti insieme alla creazione di una generazione di professionisti competenti e responsabili.

Tutti insieme, possiamo fare la differenza, soprattutto in questo momento, per giovani di talento.
Per maggiori informazioni, visita la pagina della campagna e dona anche tu!

 

La raccolta fondi è organizzata con il supporto dell’ Ufficio Fundraising del Politecnico di Milano.
Visita anche il sito www.dona.polimi.it.

The Economist’s 2021 ranking of full-time MBA programmes: la School of Management del Politecnico di Milano è tra le prime novanta al mondo

Il MIP Politecnico di Milano, parte della School of Management, entra per la prima volta nella classifica stilata da The Economist e dedicata ai migliori full time MBA del mondo.

MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business è lieta di annunciare il proprio ingresso, per la prima volta nella sua storia, nel ranking 2021 dei programmi full-time MBA di The Economist, la classifica che premia i migliori full time Master of Business Administration (MBA) al mondo. La School of Management del Politecnico di Milano è infatti tra le novanta scuole selezionate e, nel dettaglio, si posiziona all’86esimo posto.

A livello europeo, la scuola è l’unica in classifica tra le Università Tecniche che hanno una Business School o un Dipartimento di Management e la quarta tra le Università Generaliste che hanno competenza tecnica e una Business School o un Dipartimento di Management. Più in generale, sono presenti nel ranking trentacinque scuole europee.

Tra i parametri considerati dalla classifica, la School of Management del Politecnico di Milano si distingue nella percentuale di studenti che hanno trovato lavoro a tre mesi dal termine del corso, nell’incremento medio del loro stipendio e nella presenza di studenti e Alumni internazionali.

Vittorio Chiesa e Federico Frattini, rispettivamente Presidente e Dean del MIP Politecnico di Milano: “Siamo onorati di entrare a far parte di questo ranking per la prima volta nella nostra storia. E’ un risultato che vogliamo condividere con tutti gli studenti che hanno scelto la nostra scuola e con quelli che, ci auguriamo, vorranno farlo nel corso dell’anno appena iniziato”.

 

‘Change management e digital innovation’, alla Asl Latina prende il via un innovativo progetto formativo per migliorare l’assistenza a pazienti e cittadini

L’iniziativa, realizzata in collaborazione con MIP Politecnico di Milano e Novartis Farma, parte a febbraio e si svilupperà nell’arco di tre mesi.

L’emergenza sanitaria Covid-19 ha messo in luce alcune criticità del sistema sanitario italiano ma, allo stesso tempo, sta fornendo indicazioni importanti per migliorare questo stesso sistema e rispondere alle esigenze dei pazienti e dei cittadini. La prima consiste senz’altro in un più ampio ricorso alle potenzialità del digitale e, in particolare, alla telemedicina, risorsa in grado di assicurare un vero salto di qualità nell’assistenza al paziente. Consente infatti di evitare spostamenti non necessari, ‘muovendo’ solo i dati, e di migliorare l’accessibilità, la qualità e l’appropriatezza delle prestazioni, nonché di monitorare a distanza l’efficacia del percorso terapeutico.

Inoltre, strumenti avanzati come la televisita e il teleconsulto offrono opportunità ulteriori, su tutte quella di promuovere un approccio multidisciplinare nel gestire le problematiche di salute del paziente, aumentare il grado di accessibilità alle prestazioni e facilitare l’archiviazione dei dati clinici.

Un’evoluzione in questo senso implica anche significativi cambiamenti nelle modalità di lavoro che, inevitabilmente, presuppongono da un lato un diverso rapporto tra medico e paziente, dall’altro una sempre più stretta integrazione di competenze tra gli specialisti, chiamati a collaborare insieme a vantaggio dell’assistito.

In quest’ottica si rende necessaria una formazione specifica, in grado di sostenere questo ‘cambio di passo’, rivolta agli specialisti e in generale ai professionisti della salute.
L’obiettivo è quello di incrementare le soft skill utili tanto per la gestione a distanza del paziente quanto per programmare l’attività complessiva rispetto a determinati segmenti di popolazione.

Nasce da qui ‘Change Management e Digital innovation’, un percorso formativo rivolto agli operatori sanitari di Latina e provincia che prende il via a febbraio 2021 e durerà tre mesi.

L’iniziativa coinvolge la Asl di Latina, il MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business, e Novartis Farma, Dipartimento Medico, che hanno dato vita a questo scopo a una partnership pubblico-privato che mette a fattore comune le diverse competenze di cui ognuno è portatore.

‘Change Management e Digital innovation’ si articolerà in corsi online che utilizzano la piattaforma formativa ad hoc messa a disposizione dal MIP, che da sempre punta sulla qualità e sull’innovazione della didattica e della ricerca.

Il progetto formativo della Asl di Latina si pone nell’ottica di un potenziamento dei servizi sanitari locali a cui l’azienda lavora da anni e si avvale di due importanti partner che rappresentano, ognuno nei propri campi di competenza, delle eccellenze in ambito nazionale e internazionale.

Giorgio Casati, Direttore Generale della Asl di Latina, ha dichiarato: “Il Covid ha messo in evidenza che, nonostante tutti gli sforzi compiuti negli anni, non è stato sviluppato un programma organico per la telemedicina tale da assicurare ai pazienti cronici non Covid di essere adeguatamente seguiti. Soprattutto nel primo lockdown questi pazienti non sono stati gestiti in presenza dai loro medici. In più di qualche caso si è optato per forme ‘minori’ di telemedicina che consentissero comunque un contatto con il paziente a distanza”.

Abbiamo capito in questi mesi difficilissimi che c’è la necessità di rafforzare questa area di attività, non solo in tempi di emergenza sanitaria ma anche come modello di gestione ordinaria dei pazienti cronici.  La telemedicina, infatti, offre l’opportunità di non interrompere la continuità assistenziale e consente di raggiungere tante persone che si trovano in zone distanti dai luoghi di cura. Per questo la Asl di Latina sente il bisogno di inquadrare tutta l’attività svolta in un modello generale e fare in modo che vi partecipi il più elevato numero possibile di professionisti per dare ai pazienti tutti gli strumenti, pur restando a casa, che consentano loro di accedere ai servizi del Ssn”, ha concluso Casati.

Gaia Panina, Direzione Medica di Novartis Farma Italia, partner del progetto, ha sottolineato che “L’iniziativa che si sta per concretizzare a Latina è frutto di un approccio che mira a sviluppare partnership con tutti gli attori del sistema salute, allo scopo di aggregare risorse e competenze di persone, istituzioni e imprese con l’obiettivo di incrementare sempre più la sostenibilità del sistema stesso e l’accessibilità ai pazienti cittadini a servizi e trattamenti più efficaci e innovativi”.

Francisco Garcia, Country Chief Digital Officer di Novartis Italia, a sua volta ha ricordato che “Attraverso le proprie attività di ricerca scientifica e le progettualità messe in campo in collaborazione con i propri interlocutori, Novartis è fortemente impegnata nel cogliere le opportunità che il Data & Digital offre per migliorare il più possibile l’efficacia degli strumenti a disposizione di clinici e operatori sanitari nell’assistenza e la cura ai pazienti”.

“Siamo lieti di essere accanto a Novartis e ad Asl Latina in un progetto che, facilitando la vita dei pazienti, rappresenta un passo in avanti verso un futuro migliore per tutti”, spiega infine Davide Chiaroni, Associate Dean for Executive Education del MIP.

In questi mesi è emerso in modo forte quanto l’innovazione tecnologica possa migliorare la nostra vita, sia nella quotidianità che in ambiti di primaria importanza come la salute. Siamo quindi orgogliosi di dare il nostro contributo, mettendo a disposizione del settore sanitario, così coinvolto dalla pandemia, il nostro know-how accademico e un’innovativa piattaforma di distance learning.”