I Venture Capitalist in Italia? Sono molto prudenti, 8 volte su 10 puntano sull’imprenditore invece che su tecnologia e prodotto


I risvolti italiani di una survey sulle pratiche dei VC di diversi Paesi europei condotta da 8 prestigiose Business School

 

I Venture Capitalist italiani sono molto più prudenti di quelli statunitensi e anche di quelli europei, almeno se si considerano Paesi come Francia, Germania, Belgio, Spagna, Portogallo e Svezia. Concedono finanziamenti valutando quasi esclusivamente la storia – di successo – dell’imprenditore e poco o nulla il prodotto, la tecnologia e il mercato che vengono loro proposti, quando operano in sindacato lo fanno in prima battuta per condividere i rischi (46,4% dei casi), nelle decisioni sugli investimenti cercano l’unanimità una volta su due e preferiscono venire remunerati con bonus finanziari annuali, meno rischiosi, piuttosto che con percentuali (in genere il 20%) sul capital gain. Sono i principali risultati relativi all’Italia di una survey condotta sulle prassi del Venture Capital europeo da un consorzio di prestigiose Business School del Vecchio Continente, tra cui la School of Management del Politecnico di Milano: Audencia Business School, Vlerick Business School/Ghent University, London Business School, Stockholm School of Economics, Universidad Complutense de Madrid e Univiersité du Luxembourg.

Nel 2020 è stata pubblicata una ricerca autorevole che fotografava le pratiche dei Venture Capitalist statunitensi. – spiega Massimo Colombo, docente di Finanza imprenditoriale alla School of Management del Politecnico di MilanoCi siamo chiesti se gli investitori europei si comportassero allo stesso modo o se – viste le differenze storico-istituzionali, la dimensioni inferiore del mercato, ad esempio in Italia, o la diversa governance – ci fossero differenze significative. Abbiamo quindi proposto un questionario simile a tutti i Venture Capitalist noti in Italia, Francia, Germania, Belgio, Spagna, Portogallo e Svezia e abbiamo raccolto 885 risposte (corrispondenti al 44% dell’ammontare degli investimenti di VC nel 2022) di cui 44 italiane, pari a una simile percentuale sul totale”.

Stando all’indagine, in Italia si ricevono molte meno proposte che in Europa: all’investitore italiano “tipico” ne sono state sottoposte circa 400 negli ultimi 12 mesi, contro le 500 dell’Europa. Tuttavia, gli investitori italiani ne accettano una su 43 invece che una su 51, finendo per essere meno selettivi. E il fattore chiave per decidere se concedere o meno il capitale è sostanzialmente il team imprenditoriale: infatti, 8 volte su 10 investono su chi ha già dimostrato di avere una storia – imprenditoriale o manageriale – di successo. “Anche in Europa si considera l’imprenditore, il joker, più dell’horse, il cavallo, rappresentato da tecnologia, prodotto e mercato – commenta il Prof. Colombo -, ma se in quel caso le percentuali sono 53,1% contro 27,6%, in Italia si sale addirittura a 81,6% contro 7,9%. Anche il fit fra investitore e startup e il valore aggiunto che il VC può apportare hanno scarsa importanza (5,3%) mentre in Europa valgono fino al 12%”.

Ancora, nel team imprenditoriale gli investitori italiani valutano soprattutto la passione e il commitment (28,9%) e l’esperienza settoriale (23,7%), cui attribuiscono un peso decisamente superiore rispetto ai colleghi europei, che apprezzano di più la competenza (28,2%) e non tralasciano l’esperienza imprenditoriale (19,3%).

Quanto al valore aggiunto del VC, anche gli italiani, come gli europei, forniscono il maggior supporto alle startup nella creazione di legami con fornitori, clienti e partner, nelle acquisizioni e nel monitoraggio come membri del CdA. Il supporto strategico e operativo, invece, è meno frequente.

Raramente un Venture Capitalist investe da solo, in genere preferisce investire attraverso un sindacato, ma se in Europa lo fa per trovare competenze complementari (38,5%) e in misura minore per condividere il rischio (28,8%), in Italia quest’ultimo aspetto diventa nettamente preponderante (46,4%), mentre le competenze complementari pesano solo per un terzo. La necessità di superare vincoli di capitale scende poi dal 22,4% europeo al 14,3% (in Italia di solito i round sono di entità inferiore).

Nello scegliere i partner del sindacato, la reputazione e i passati successi sono il fattore determinante, sia in Italia (45,1%) che, in egual misura, in Europa (44,9%), mentre l’esperienza settoriale conta decisamente di più in Italia (35,5% contro 22,5%). Al contrario, le precedenti collaborazioni hanno minor peso (3,2% contro 11,5%). Quando poi si tratta di scegliere su quali startup puntare, gli investitori italiani perseguono nella metà dei casi l’unanimità (contro il 32,8% europeo), mentre in Europa si vota a maggioranza (37,6% contro 35%) e la ricerca del consenso pesa addirittura il doppio (25,9% contro 12,5%).

6 scienziati del Dipartimento di Ingegneria Gestionale nella classifica World’s Top 2% Scientist

Sono stati individuati tra oltre 8 milioni e mezzo di ricercatori che si distinguono a livello mondiale per autorevolezza scientifica

 

Enrico Cagno, Vittorio Chiesa, Massimo Colombo, Christine Harland, Giorgio Locatelli, John Rodney Turner: sono i  docenti del Dipartimento di Ingegneria Gestionale inclusi nella World’s Top 2% Scientist ranking, la classifica mondiale delle scienziate e degli scienziati con livello più elevato di produttività scientifica, elaborata dalla Stanford University in collaborazione con Elsevier e con il database per la ricerca scientifica mondiale “Scopus”.

La classifica è il risultato di uno studio di bibliometria, scienza che utilizza tecniche matematiche e statistiche per analizzare la quantità, la qualità e la diffusione delle pubblicazioni all’interno delle comunità scientifiche. Gli autori hanno analizzato dati relativi a oltre 8 milioni e mezzo di ricercatori provenienti da università e centri di ricerca di tutto il mondo. Tra questi, circa 195 mila scienziati si sono distinti per autorevolezza scientifica e oggi rappresentano appunto il 2% dei migliori.

Circa 5.000 di questi lavorano (o hanno lavorato per la maggior parte della loro carriera) in Italia, e 185 al Politecnico di Milano. Confronta i dati scaricabili a questo link.

Per ogni ricercatore vengono valutati le citazioni e il relativo h-index (un indice che misura la prolificità e l’impatto scientifico di un autore, basandosi sia sul numero delle pubblicazioni, sia sul numero di citazioni ricevute). La classifica indica anche le aree scientifiche di attività, dall’astrofisica alla zoologia, e il relativo ranking, secondo una classificazione del profilo dell’autore ottenuta con avanzate tecniche di machine learning per produrre risultati confrontabili tra le diverse aree scientifiche.

 

Per conoscere la lista completa:

https://alumni.polimi.it/2023/01/10/185-scienziati-del-poli-nella-classifica-dei-200-000-migliori-al-mondo/

 

RITESSERE: gli scarti della seta rinascono in nuovi materiali

Recuperare la sericina per produrre materiali ad alto valore tecnologico, in un’ottica di economia circolare. 

 

Ha preso il via il progetto RITESSERE (Silk Sericin materials from textile industry by-products), che si propone di utilizzare il prodotto di scarto dal trattamento della seta grezza, la sericina, per la produzione di nuovi materiali e dispositivi in ambito delle scienze della vita.

RITESSERE valuterà nuove tecnologie che, partendo dalla sericina ottenuta da materia prima di origine italiana con certificazione di tracciabilità (il bozzolo o la seta grezza), porteranno ad ottenere sia matrici bidimensionali elettrofilate composte solamente da sericina, sia nuovi materiali a base di sericina specificamente modificata. Tali prodotti saranno caratterizzati dal punto di vista chimico-fisico e morfologico, e verrà analizzato l’impatto della loro introduzione nel mercato dell’industria tessile e in altri settori dall’alto valore tecnologico.

In particolare, verranno dimostrati i vantaggi dell’approccio circolare attraverso tre azioni dimostrative:

  • maschere facciali a base di sericina per l’industria cosmetica
  • scaffold tridimensionali di sericina per colture cellulari
  • film a base di sericina modificata per l’industria del packaging.

RITESSERE vuole dimostrare come la sericina possa essere recuperata in modo sistematico e utilizzata per produrre materiali ad alto valore tecnologico. Partendo da seta di origine italiana, RITESSERE definirà e ottimizzerà un processo tecnologico volto a dare nobiltà a questo prodotto di scarto, proponendo un nuovo metodo sostenibile e circolare per il ciclo di produzione della seta.

I risultati del progetto saranno veicolati e messi a disposizione anche mediante una continua interazione con l’Advisory Board, composto da attori con un ruolo propulsivo in ambito dell’industria serica, nella definizione di nuove pratiche di economia circolare e nel coinvolgimento della società civile (Associazione Costruttori Italiani di Macchinario per l’Industria Tessile, Donne in Campo, Ufficio Italiano Seta, MADE-Competence Center Industria 4.0, Rigano Laboratories, Associazione per il Museo della Seta di Como).

Il progetto triennale RITESSERE è un progetto finanziato da Fondazione Cariplo con il programma Economia Circolare – Promuovere ricerca per un futuro sostenibile, ed è condotto dai professori Paolo Rosa e Sergio Terzi del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e dal professor Simone Vesentini del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano.

Il Dipartimento di Ingegneria Gestionale si occuperà delle analisi economiche del mercato della sericina, del settore serico e delle attuali strategie circolari adottate nel settore tessile.

Partner del progetto, coordinato dal nostro ateneo, sono Università degli studi di Milano Bicocca e Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria.

HumanTech: un nuovo e ambizioso progetto di ricerca per i prossimi cinque anni

Il nostro dipartimento ha ottenuto il finanziamento “Dipartimenti di Eccellenza” per il progetto HumanTech – Humans and Technology, che mira a ridefinire il rapporto tra tecnologia e persone in vista di una transizione digitale sostenibile dei sistemi industriali.

 

Federico Caniato, HumanTech Project Manager

 

HumanTech – Humans and Technology è il progetto proposto dal Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, selezionato e finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) per il periodo 2023-2027 nell’ambito dell’iniziativa “Dipartimenti di Eccellenza”. L’iniziativa premia i dipartimenti che si distinguono per la qualità della ricerca prodotta e finanzia progetti di sviluppo specifici volti a sostenere ulteriormente la crescita, nonché il raggiungimento di ambiziosi obiettivi di ricerca.

Il nostro dipartimento è tra i 180 dipartimenti italiani finanziati in tutte le discipline scientifiche ed è al primo posto a livello nazionale nell’area dell’Ingegneria Industriale e dell’Informazione.

Il progetto HumanTech mira a ridefinire il rapporto tra tecnologia e persone in vista di una transizione digitale sostenibile dei sistemi industriali e trova la sua motivazione nella pressante necessità di far evolvere l’attuale modello di sviluppo tecnologico, passando dalla massimizzazione del risultato economico a un modello più armonico che, oltre alle implicazioni economico-finanziarie, consideri anche quelle umane, sociali e ambientali.

All’interno dei sistemi industriali, le nuove tecnologie digitali rappresentano un formidabile terreno di sfida proprio in virtù della loro capacità di trasformazione, della loro velocità di diffusione e della loro pervasività, dal momento che interagiscono con svariate dimensioni. In questo contesto, il progetto mira a proporre nuovi modelli e processi di sviluppo in grado di accelerare la transizione verso sistemi industriali sostenibili, inclusivi e attenti al benessere individuale e collettivo.

Il progetto studierà la complessa relazione tra le persone – considerate tanto nella loro dimensione individuale quanto in quella sociale – e le tecnologie digitali, muovendosi lungo tre principali linee di ricerca:

  1. Modelli e processi di sviluppo della tecnologia digitale incentrati sulla persona. Questa linea si concentrerà sulla modalità di sviluppo delle tecnologie, così da garantire che siano incentrate sull’uomo fin dall’inizio;
  2. Processi di produzione, logistica e catena di approvvigionamento resilienti e sostenibili, resi possibili dalle tecnologie digitali. Questa linea analizzerà come attraverso soluzioni digitali innovative si possa supportare la trasformazione delle catene del valore, di modo che diventino rigenerative e incentrate sull’essere umano;
  3. Modelli organizzativi e sistemi di lavoro resi possibili dalle tecnologie digitali e incentrati sulla persona. Questa linea si concentrerà sull’ambiente di lavoro, per sviluppare tecnologie digitali che sostengano e potenzino il lavoro umano, a beneficio tanto dei singoli individui quanto delle organizzazioni.

Le tre linee di ricerca coprono in modo complementare e sinergico i diversi livelli in cui la relazione persona-tecnologia influenza le caratteristiche chiave dei sistemi industriali, vale a dire lo sviluppo della tecnologia e la sua adozione nei processi di trasformazione dei sistemi organizzativi e nella riconfigurazione dei sistemi di lavoro.

L’obiettivo generale è quello di condurre una ricerca innovativa che abbia un impatto scientifico da un lato e uno educativo e sociale dall’altro, misurato in base a una serie di indicatori specifici, che consenta di raggiungere obiettivi ambiziosi in tutti questi ambiti.

Il progetto finanzierà lo sviluppo di tre infrastrutture di ricerca innovative che potenzieranno la ricerca di frontiera nelle tre linee menzionate:

  1. Laboratorio di Behavioural Research in Immersive Environment, per condurre ricerche sperimentali sul comportamento delle persone in ambienti fisici, virtuali e ibridi (p. es. metaverso e realtà virtuale immersiva);
  2. Laboratorio di Cognitive Ergonomics in Cyber Physical Systems, per la realizzazione di studi ergonomici, comportamentali e cognitivi in contesti produttivi altamente digitalizzati (p. es. cobot, realtà virtuale e aumentata, esoscheletri);
  3. HumanTech Data Hub, un repository di dati per la gestione professionale e integrata dei dati della ricerca, comprese le risorse esistenti e quelle che usciranno dai due nuovi laboratori.

Il progetto sosterrà inoltre il reclutamento di ulteriori docenti e personale amministrativo, in modo da integrare le competenze esistenti con nuove competenze non solo nell’ambito dell’Ingegneria Gestionale, ma anche in quello della Psicologia industriale e organizzativa e dell’Ergonomia cognitiva. Inoltre, sono previsti finanziamenti anche per borse di dottorato e nuovi corsi dedicati, in modo da sviluppare le capacità e le competenze necessarie per la ricerca.

L’unione tra le competenze esistenti e quelle nuove, unitamente alle nuove infrastrutture, permetterà di condurre una ricerca di frontiera e di ottenere così dei risultati rivoluzionari di cui studenti, aziende, responsabili politici e la società in generale potranno ampiamente fruire; l’obiettivo è quello di contribuire a un cambiamento sistemico della modalità in cui le tecnologie digitali sono sviluppate e adottate, nell’ottica di perseguire il benessere individuale e collettivo.

MSCA Post Doctoral Fellowships – Masterclass Polimi

Application deadline: 7 May 2023

 

Politecnico di Milano is launching the 6th edition of the MSCA PF masterclass for potential applicants to the MSCA European Postdoctoral Fellowships call 2023.

The aim of the MSCA PF masterclass is to attract and train young and talented researchers to successfully applying to the European call with Politecnico di Milano as Host Institution.

Promising candidates to MSCA PF masterclass will be invited to attend a full online course on the proposal writing (13-14 June 2023) and to make use of full support in the application writing process by POLIMI advisors.

MSCA PF SEAL OF EXCELLENCE @POLIMI

As additional opportunity, the best 5 MSCA European postdoctoral fellows hosted by Politecnico di Milano, not funded by the European Commission but awarded with the SEAL OF EXCELLENCE in 2023, will be offered a postdoc position for 2 years with 40.000€/year (gross amount) as salary and 20.000€ for startup fund for research activities, training and networking.

 

Supervisors’ project proposals” by the Department of Management, Economics and Industrial Engineering

Economic Sciences

Tommaso AgasistiData analysis for educational equity and efficiency

Stefano Elia  –  A methodology to identify, deal and cope with resource scarcity and strategic dependencies of European Value Chains

Cristina Rossi –  Women’s and space: interdisciplinary perspective

Information Science and Engineering

Matthias Klumpp    – Human-centered Analysis and Process Design in Logistics Operations (HANDS)

Antonella Moretto  –    Human centric supply chain processes, for a resilient and sustainable purpose, thanks to the adoption of digital technologies

Social Sciences and Humanities

Deborah Agostino      Artificial intelligence for inclusive and sustainable public services

Michela Arnaboldi     Not Anymore a Child Left Behind: Designing and Assessing Cultural Agendas For Corporate Responsibility

Raffaella Cagliano     Human-centric organizational models – organizational implications of Industry 5.0 paradigm

Full list of proposals

https://www.polimi.it/personale-docente/lavorare-al-politecnico/bando-msca-pf-master-class-polimi

How to apply

https://www.polimi.it/personale-docente/lavorare-al-politecnico/bando-msca-pf-master-class-polimi/how-to-apply

 

For more information please contact mscamasterclass@polimi.it.

 

 

 

 

QS Online MBA Ranking 2023: POLIMI Graduate School of Management è quarta in Europa con l’International Flex MBA

La School of Management del Politecnico di Milano, vola al quarto posto nella classifica europea e si posiziona prima per la qualità dei docenti e dell’insegnamento.

 

Il QS Online MBA Ranking: Europe 2023, la periodica classifica di Quacquarelli Symonds sulla qualità delle business school a livello internazionale, ha confermato l’eccellenza di POLIMI Graduate School of Management. La business school dell’ateneo milanese, grazie al suo International Flex MBA (Master in Business Administration) erogato in digital learning, è quarta in Europa su 26 scuole valutate. Spicca inoltre il posizionamento rispetto al criterio “Faculty & Teaching” (qualità dei docenti e dell’insegnamento misurata annualmente da survey su oltre 100.000 profili accademici in tutto il mondo) dove l’International Flex MBA si posiziona al 1° posto a livello europeo, raggiungendo il miglior risultato di sempre da quando la scuola è entrata in classifica.

Dall’analisi dei singoli parametri su cui si basa la classifica, oltre al primato europeo per la qualità dei docenti e dell’insegnamento, si segnalano anche i parametri Employability e Class Experience.  Rispetto all’Employability (grado di occupabilità degli iscritti) POLIMI GSoM si trova al 5° posto in Europa. La business school dell’ateneo milanese si posiziona invece al  3° posto per il valore della Class Experience, intesa come esperienza di digital learning offerta ai partecipanti.

“Questo riconoscimento arriva a distanza di poche settimane da quello del Financial Times; essere tra le migliori business school europee con il nostro Executive MBA insegnato in modalità digitale anche secondo l’autorevole ranking QS sancisce, ancora una volta, la nostra leadership in ambito innovazione e digitalizzazione della formazione manageriale” – hanno commentato Vittorio Chiesa e Federico Frattini, rispettivamente Presidente e Dean di POLIMI Graduate School of Management. “Il primo posto in Europa per la qualità dei nostri docenti e del nostro insegnamento rappresenta un risultato storico che non può far altro che renderci orgogliosi poiché contribuisce ad accrescere la reputazione di cui gode la nostra scuola.”

POLIMI Graduate School of Management è nel QS Online MBA Ranking dal 2018, quando vi entrò direttamente al 20° posto al mondo. Da allora è sempre rimasta in classifica, posizionandosi già l’anno dopo in top 10 mondiale, rimanendovi anche negli anni seguenti. Se si considera che il 2023 è l’anno in cui il QS ranking classifica il più ampio numero di sempre di business school il risultato di quest’anno è il migliore da quando la business school milanese è entrata in graduatoria.

Basato su una delle piattaforme di apprendimento digitale tra le più avanzate al mondo, l’International Flex MBA di POLIMI Graduate School of Management è progettato per preparare manager qualificati e motivati a guidare le aziende in un mercato caratterizzato da tecnologie dirompenti e in veloce evoluzione. La durata del Master varia dai 15 ai 32 mesi ed è accessibile a manager con almeno 3 anni di esperienza lavorativa, agevolando altresì gli studenti con una modalità flessibile e in perfetto equilibrio con gli impegni lavorativi.

L’offerta formativa d’eccellenza del POLIMI Graduate School of Management comprende annualmente circa 40 Master, tra cui anche 7 MBA ed Executive MBA, 300 programmi di formazione manageriale e diversi progetti su misura per aziende.

Giorgio Locatelli vince un IPMA Global Research Award 2023

Suo il progetto “Il successo nella progettazione e consegna di Megaprogetti: una prospettiva di breve e lungo termine”

 

Giorgio Locatelli, professore del Dipartimento di Ingegneria Gestionale, ha vinto un IPMA Global Research Award 2023.

Gli IPMA Awards sono un riconoscimento per i project manager che danno il meglio per raggiungere i risultati desiderati dagli stakeholder, dalle organizzazioni o dalla società, affrontando complessità e volatilità sempre crescenti. I giudici hanno valutato le candidature in base ai seguenti criteri: problema di ricerca, processi di ricerca, risultati di ricerca e persone nella ricerca.

Il decennale lavoro di ricerca del professor Locatelli trova un compendio nel progetto “Il successo nella progettazione e consegna di Megaprogetti: una prospettiva di breve e lungo termine”.

I megaprogetti sono progetti caratterizzati da: enormi investimenti (spesso superiori a 1 miliardo di dollari), grande complessità (soprattutto in termini organizzativi) e impatto duraturo sull’economia, l’ambiente e la società.

La ricerca è finalizzata a identificare le caratteristiche dei megaprogetti che influenzano indicatori di successo di breve termine (rispetto dei tempi, costi, qualità – fase 1) e indicatori di successo del progetto di lungo termine (sostenibilità, creazione di valore per gli stakeholder ecc. – fase 2).

Nella fase 1 è stata sviluppata e applicata una metodologia che combina analisi qualitative e quantitative per raccogliere, selezionare e indagare best practices e metodologie per trasferire conoscenze a livello di portfolio. La metodologia è stata applicata alla realizzazione di grandi infrastrutture di trasporto, centrali elettriche e smantellamento di impianti nucleari.

Nella fase 2 è stata sfruttata una gamma più ampia di teorie e approcci, ad esempio: “a social identity perspective” per studiare l’impatto della responsabilità ambientale del megaprogetto, una prospettiva di “microfoundations” per studiare l’esperienza delle persone nel megaprogetto; metodi statistici quantitativi quali il “structural modelling approach” per studiare il nesso tra innovazione nell’azienda e innovazione nei megaprogetti.

CFA Research Challenge 2023: il Politecnico di Milano vince l’edizione italiana

Cinque studenti del Politecnico di Milano battono l’Università di Napoli Federico II e l’Università di Venezia Ca’ Foscari con l’analisi finanziaria di Technogym e si preparano alla regionale EMEA. La finale globale si terrà il prossimo 3 maggio 2023.

 

Il team della School of Management del Politecnico di Milano vince la finale italiana della CFA Research Challenge 2023, competizione mondiale di finanza targata CFA Institute e promossa nel nostro Paese da CFA Society Italy con il supporto di PwC Italia  e Kaplan Schweser.

La finale che ha visto il coinvolgimento di dieci atenei, 48 studenti e oltre 30 professionisti, si è svolta presso l’headquarter milanese di PwC Italia martedì 28 febbraio. Alla fase italiana, coordinata da CFA Society Italy, hanno partecipato i team delle seguenti università: Università Cattolica, Politecnico di Milano, Ca’ Foscari di Venezia, Università di Roma Tor Vergata, Università di Firenze, Università di Bologna, Sapienza Università di Roma , Università di Pavia, Università Politecnica delle Marche e Università di Napoli Federico II.

Gli studenti di Ingegneria Gestionale Alberto Giannetto, Gabriel Mazzante, Andrea Marconi, Giulio Galloni e Alberto Peccol, sotto la guida dei docenti Laura Grassi e Marco Giorgino e del mentor Giacomo Saibene, hanno presentato la loro analisi finanziaria sul titolo di Technogym a una giuria di sei esperti del settore finanziario: Roberto Sollevanti, Andrea Bonfà, Mauro Baragiola, Alberto Mari, CFA, Angelo Meda, CFA, CIPM, Pinuccia Parini.

Il Politecnico di Milano proseguirà direttamente per le semifinali regionali EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa), che si terranno il prossimo 6-7 aprile. A testimonianza dell’elevata qualità dei nostri studenti e dei professionisti che li seguono, già nel 2011, 2014, 2016 e 2022 l’Italia si è aggiudicata la finale regionale EMEA.

La finale mondiale si disputerà il 3 maggio 2023, mettendo a confronto i vincitori di EMEA, America e Asia Pacifico.

“Questa vittoria rappresenta un traguardo importante nel nostro percorso professionale e siamo fieri del duro lavoro che abbiamo svolto per raggiungerlo. La CFA Research Challenge ci ha dato l’opportunità di misurarci con altri ragazzi di altre università e di mettere in pratica gli argomenti studiati durante il percorso accademico.” Queste le prime parole espresse da Alberto Giannetto, Gabriel Mazzante, Andrea Marconi, Giulio Galloni e Alberto Peccol, membri del team vincitore italiano. “Ringraziamo di cuore i nostri docenti Laura Grassi e Marco Giorgino e il nostro mentor Giacomo Saibene. Senza di loro non avremmo mai tagliato questo traguardo. Non vediamo l’ora di affrontare la prossima fase della competizione e siamo fiduciosi di andare avanti”.

“In questi ultimi 10 anni la squadra del Politecnico ha sempre saputo mostrare la sua preparazione sia a livello italiano che internazionale”. Hanno affermato i docenti del Politecnico di Milano Laura Grassi, Assistant Professor of Investment Banking, e Marco Giorgino, Full Professor of Financial markets and Institutions. “Come loro professori, siamo molto fieri delle competenze che la nostra Scuola trasmette loro permettendo di raggiungere questi eccellenti risultati che si confermano di anno in anno”.

“Dopo aver vissuto l’esperienza di studente partecipante alla CFA Research Challenge nel 2011, è stata una grande soddisfazione, oltre che un’emozione incredibile, fare il mentore in questa edizione, aiutando questo fantastico team a sfidare i propri limiti e a costruire una solida analisi critica e un’attenta valutazione finanziaria”. Ha dichiarato Giacomo Saibene, mentor della squadra vincitrice e membro del team italiano che nel 2011 ha vinto il titolo mondiale della competizione.

“La Research Challenge è una iniziativa che incanala verso obiettivi importanti nel mondo della formazione e delle accademie. Diventa sempre più rilevante avvicinare gli studenti al mondo del lavoro, combinando le conoscenze accademiche con le tecniche e gli strumenti utilizzati dai professionisti del settore finanziario. Inoltre, vogliamo dare risalto alle nostre eccellenze universitarie italiane a livello europeo e mondiale”. Ha commentato Giuliano Palumbo, CFA, presidente, CFA Society Italy.

“CFA Society Italy, nella sua attività pluriennale, ha costruito un’intensa relazione con le università italiane per promuovere i principi di integrità ed eccellenza professionale presso le giovani generazioni”. Ha affermato il coordinatore del progetto, Giuseppe Quarto di Palo, CFA. “Siamo felici di poter offrire alle università e ai loro talenti l’opportunità di misurarsi in una competizione realistica, volta a riprodurre l’esperienza di un ufficio di ricerca di società di gestione o di case di investimento. Ai migliori studenti offriamo, inoltre, borse di studio per accedere al Programma CFA, al fine di ottenere una certificazione globalmente riconosciuta nel settore finanziario”.

Economia circolare: al via al progetto CIRC-UITS

Soluzioni digitali per il riuso di componenti elettronici a fine vita nei settori automotive e degli elettrodomestici

 

Ha preso il via il progetto triennale CIRC-UITS (Circular Integration of independent Reverse supply Chains for the smart reUse of IndusTrially relevant Semiconductors), co-finanziato dalla Commissione Europea con il programma Horizon Europe e coordinato dai professori Paolo Rosa e Sergio Terzi del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano.

CIRC-UITS si propone, da un lato, di sviluppare nuove tecnologie per progettare, produrre, disassemblare e riusare in modo efficiente e sostenibile componenti elettronici a fine vita all’interno di nuovi prodotti; dall’altro, di definire nuovi modelli di business migliorando la condivisione e la standardizzazione di dati tra i leader industriali coinvolti nelle stesse filiere.

In particolare verranno dimostrati i vantaggi dell’economia circolare digitale attraverso 4 progetti pilota:

  • Sviluppo di un’unità di controllo elettronica rispettosa dell’ambiente incorporata negli inverter dei veicoli elettrici e nei sistemi di gestione della batteria
  • Sviluppo di sensori per pneumatici di nuova generazione
  • Sviluppo di circuiti integrati
  • Classificazione e stoccaggio dei circuiti stampati obsoleti di varie apparecchiature elettriche ed elettroniche

In tal modo, CIRC-UITS supporterà concretamente le aziende del settore automotive ed elettronica di massa, dimostrando i benefici ottenibili dall’applicazione del paradigma dell’economia circolare sia da un punto di vista del business e delle supply chain che da quello tecnologico e della sostenibilità, attraverso l’adozione delle tecnologie di Industria 4.0 nei processi di gestione dei componenti elettronici fuori uso e nella progettazione dei nuovi prodotti.

Per maggiori informazioni: www.circuitsproject.eu

HumanTech: un progetto da “Dipartimenti di Eccellenza” 2023-2027

Il Dipartimento di Ingegneria Gestionale presenta il progetto Humantech ed entra tra i dipartimenti di eccellenza del MUR

 

Il Dipartimento di Ingegneria Gestionale è tra i 180 dipartimenti italiani selezionati e finanziati dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) per il periodo 2023-2027 nell’ambito dell’iniziativa “Dipartimenti di Eccellenza” (L. 232/2016), l’intervento ministeriale che premia i dipartimenti che spiccano per la qualità della ricerca prodotta e che finanzia specifici progetti sviluppo.

Il DIG ha sottoposto al MUR un progetto di sviluppo della ricerca dipartimentale incentrato sul tema HumanTech – Humans and Technology che ha l’obiettivo di ridisegnare la relazione tra tecnologia e persona per una transizione digitale sostenibile dei sistemi industriali.

Il progetto trova la sua motivazione nella pressante necessità di far evolvere l’attuale modello di sviluppo tecnologico, guidato dalla massimizzazione del risultato economico, verso un modello più armonico che contemperi le implicazioni umane, sociali e ambientali della produzione industriale con quelle economico finanziarie, con l’obiettivo di proporre nuovi modelli e processi di sviluppo e adozione delle tecnologie, capaci di accelerare la transizione verso sistemi industriali sostenibili, inclusivi e attenti al benessere individuale e collettivo.

Per saperne di più: https://www.som.polimi.it/humantech/