Food Policy. Apre al Gallaratese il terzo HUB di quartiere contro lo spreco alimentare

Sono oltre 20 le tonnellate al mese recuperate e redistribuite dai due già attivi a Isola e Lambrate.

Sono terminati i lavori di ristrutturazione del terzo Hub di Quartiere contro lo spreco alimentare al Gallaratese (Municipio 8) che apre con due novità, previste nell’avviso pubblico del Comune di Milano dei mesi scorsi: oltre alla raccolta e redistribuzione delle eccedenze, porta con sé anche un market solidale e attività educative e formative per donne e minori in difficoltà.

Il nuovo hub va ad aggiungersi ai due già attivi nel quartiere Isola (Municipio 9) e Lambrate (Municipio 3), che garantiscono il recupero e la redistribuzione di circa 20 tonnellate di cibo al mese (40.000 pasti equivalenti).

Non vediamo l’ora di vedere l’Hub in funzione a pieno regime, sarà un punto di incontro per gli abitanti del quartiere – affermano la Vicesindaco con delega alla Food Policy Anna Scavuzzo e l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti, grazie alla nuova formula che integra diverse realtà, pensata per potenziare l’azione di inclusione sociale a partire dal sostegno e dall’aiuto alimentare”.

“Siamo orgogliosi che il terzo Hub di Quartiere contro lo spreco alimentare abbia trovato la sua casa al Gallaratese – commenta il Presidente del Municipio 8 Simone Zambelli – e sono certo che sarà davvero un valore aggiunto per tutta la nostra zona. Va a riqualificare uno spazio in disuso e si inserirà in una rete associativa già esistente particolarmente viva e creativa, a cui va il ringraziamento delle istituzioni cittadine per lo straordinario lavoro svolto in questi mesi di pandemia”.

Oltre ai partner storici dell’iniziativa, questa apertura è stata resa possibile grazie al contributo di 75.000 euro di Fondazione Milan, che ha permesso di ristrutturare lo spazio del Comune di Milano in via Appennini 50. In particolare, il supporto deriva dall’iniziativa “Derby Together” con cui il Club, in occasione dell’ultimo Derby giocato in campionato, ha chiamato a raccolta i propri sostenitori nel mondo per riempire virtualmente San Siro e sostenere il progetto di charity.

“Siamo orgogliosi di aver contribuito a un progetto così importante per la città a fianco della Food Policy del Comune di Milano: la Fondazione Milan sta diventando sempre più un punto di riferimento per le categorie più fragili, rispondendo alle crescenti istanze che arrivano dalle comunità sul territorio – spiega il Presidente di Fondazione Milan Paolo Scaroni –. Un aiuto reso possibile grazie alla grande generosità della famiglia rossonera: colgo dunque l’occasione per ringraziare, a nome del Club, tutti i sostenitori che hanno partecipato all’iniziativa ’Derby Together’. L’inaugurazione di oggi è un esempio virtuoso di quanto sia importante fare squadra tra pubblico e privato, ma anche tra semplici cittadini, a beneficio della collettività”.

A gestire il nuovo spazio polifunzionale sarà la Fondazione Terre des Hommes, già parte del nuovo Dispositivo di Aiuto Alimentare nei Municipi 7 e 8: “L’apertura dell’hub ci permette di ampliare l’offerta di servizi per la cittadinanza, a partire dalla distribuzione alimentare fino al sostegno educativo a minori e famiglie – racconta la Presidente di Terre des Hommes Italia Donatella Vergari –. I nostri compagni di viaggio saranno IBVA per il market solidale, il Comitato di Milano la Croce Rossa Italiana, Rimaflow, STAG, la rete QuBì del Gallaratese, Mitades, Paloma 2000, Mamme a Scuola e Global Thinking Foundation. Inoltre, sarà prezioso l’aiuto di volontari per garantire una presenza fissa all’Hub e la continuità del servizio. Lanciamo fin d’ora un appello a tutti coloro che abbiano voglia di mettersi in gioco al servizio del quartiere e della cittadinanza”. Per candidarsi e chiedere informazioni è possibile scrivere alla mail  volontarimilano@tdhitaly.org.

Fondazione Cariplo continua il proprio impegno al fianco del Comune nell’ambito della Food Policy – dichiara il Presidente della Fondazione Cariplo Giovanni Fosti –, sia favorendo la connessione fra azioni di economia circolare e sistemi alimentari inclusivi, sia lavorando per il contrasto della povertà alimentare attraverso le reti QuBì diffuse sul territorio”.

Come negli altri Hub di Quartiere il modello logistico è elaborato dal Politecnico di Milano: “Lavoreremo insieme agli altri partner alla sperimentazione di un nuovo modello gestionale nel Gallaratese – aggiunge Marco Melacini, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Food Sustainability del Politecnicoe all’ottimizzazione degli hub già esistenti attraverso il coinvolgimento attivo delle imprese donatrici e il continuo monitoraggio dei processi e dei risultati conseguiti, per rispondere in maniera più efficace ai bisogni emergenti della popolazione urbana”.

Questa terza tappa rappresenta un ulteriore importante passo avanti per ridurre gli sprechi alimentari e per rispondere più da vicino ai bisogni crescenti della città e di coloro che si trovano in condizioni di fragilità – conclude Laura Ferrari, Presidente Gruppo Alimentazione Assolombarda –. Da quando è nato il progetto nel 2016, nell’ambito delle azioni definite nel protocollo ‘Zero Sprechi’, promosso insieme al Comune di Milano, al Politecnico di Milano e Fondazione Cariplo, sempre più imprese e realtà del territorio si sono dimostrate sensibili al tema, in ultima Fondazione Milan, aderendo a questa rete virtuosa. Solo insieme, facendo sistema, possiamo contribuire davvero a creare un nuovo modello economico, davvero sostenibile, di raccolta e redistribuzione del cibo per il contrasto alla povertà alimentare”.

Il MIP Politecnico di Milano arriva sui Navigli

Perfezionato l’acquisto di una nuova sede di circa 2.000 metri quadrati per la Graduate School of Business dell’ateneo milanese per accogliere nuovi studenti da tutto il mondo

Inaugurazione prevista entro i primi mesi del 2022

L’operazione da circa 10 milioni euro ha coinvolto MPS Leasing & Factoring (finanziamento), Carnelutti Law Firm (aspetti legali e fiscali), GVA Redilco (individuazione spazi) e Il Prisma (progettazione e realizzazione)

Il MIP Politecnico di Milano, la Graduate School of Business dell’ateneo milanese, cresce e sbarca sui Navigli, con una nuova sede di circa 2.000 metri quadrati nel cuore della città. Il nuovo campus, che sarà inaugurato entro i primi mesi del 2022, sorgerà su un’area tra Ripa di Porta Ticinese e il Naviglio Grande.

L’investimento nella nuova sede nasce dall’esigenza di accogliere il crescente numero di studenti, manager e professionisti che vedono nel MIP un punto di riferimento per l’alta formazione manageriale, garantita da un’offerta di eccellenza che comprende oltre 40 Master, tra cui 7 MBA ed Executive MBA, 200 programmi executive open e numerosi corsi di formazione progettati su misura per le aziende. Ad oggi sono più di 2.000 gli studenti di oltre 70 nazionalità che ogni anno frequentano il Campus principale della scuola nel quartiere Bovisa, sede che si inserisce in un contesto urbanistico in profonda trasformazione.

Il campus sui Navigli garantirà nuovi spazi di studio, lavoro e interazione per oltre 300 studenti e per i docenti e lo staff della scuola. Il nuovo campus si svilupperà su tre piani secondo una concezione architettonica innovativa e versatile: gli spazi interni sono stati studiati per favorire incontri e scambio di idee, per trasmettere un senso di collettività e per offrire ogni volta soluzioni differenti in base alle necessità.

“Questa operazione si inserisce in un progetto più ampio di campus distribuito sul territorio nazionale che ha già dato vita ad hub locali grazie alle partnership con il Consorzio Universus del Politecnico di Bari, con gli Istituti Filippin La Salle a Pieve del Grappa (TV) e con la John Cabot University a Roma” – ha dichiarato Vittorio Chiesa, Presidente del MIP Politecnico di Milano. “Il MIP continua a impegnarsi ogni giorno per formare studenti, manager e professionisti, contribuendo a generare un impatto positivo sulla società grazie all’innovazione, ed alle partnership con aziende, istituzioni e con il mondo delle università e delle business school”.

La vita nel nuovo campus si inserirà in una zona, quella di Ripa di Porta Ticinese, caratterizzata da un’atmosfera unica, che combina lo spirito della vecchia Milano a una vivace offerta culturale e spazi di verde urbano. Si tratta di aspetti distintivi perfettamente integrati nell’architettura della nuova struttura, che infatti evoca le atmosfere informali – dagli accenti industrial e underground – dei Navigli. Il campus avrà una componente digitale preponderante, in linea con la forte attenzione della business school per l’innovazione tecnologica. Infatti, anche grazie ad aule ideate nell’ottica di flessibilità spaziale, tecnologica e funzionale, gli studenti avranno accesso ad un’esperienza di apprendimento distintiva, capace di annullare le distanze e favorire le “connessioni” tra tutti i partecipanti.

“Si tratta di un passo storico e molto importante per il MIP. Con l’ampliamento sui Navigli i nostri studenti potranno presto vivere un’esperienza formativa d’eccellenza e allo stesso tempo immersa nel cuore della città, a pochi passi dal design district e da altri luoghi simbolo di Milano” – ha dichiarato Federico Frattini, Dean del MIP Politecnico di Milano. “Il centro nevralgico dell’attività continuerà a essere la storica sede della Bovisa: l’hub in Porta Ticinese sarà un elemento in più che potenzierà la nostra offerta per rispondere alle esigenze di un pubblico internazionale e multiculturale”.

L’acquisto dell’immobile da parte del MIP – grazie a un investimento di circa 10 milioni euro – è frutto di un’operazione che ha coinvolto MPS Leasing & Factoring per il finanziamento, Carnelutti Law Firm per gli aspetti legali e fiscali e GVA Redilco, in qualità di advisor per l’individuazione degli spazi e l’accompagnamento nelle diverse fasi. La due diligence tecnica, la progettazione e la realizzazione degli interventi per la riqualificazione dell’edificio, i cui lavori partiranno a settembre 2021, sono affidate a Il Prisma.

Poter sostenere la Business School del Politecnico di Milano, istituto accademico italiano d’eccellenza riconosciuto e accreditato al livello internazionale, rappresenta per Mps Leasing & Factoring una grande opportunità di contribuire alla crescita formativa di studenti e manager su temi di innovazione, imprenditorialità, gestione della tecnologia” – ha concluso Giovanni Maione, responsabile Direzione Leasing di MPS L&F. “Attraverso questo finanziamento, la Banca, da sempre attenta ai temi dell’innovazione tecnologica e del progresso, supporta la realizzazione di un polo di prestigio altamente digitalizzato, da offrire alle future generazioni, creando così valore per l’intera collettività”.

“Da anni collaboriamo con il MIP – Politecnico di Milano su svariati progetti e siamo molto orgogliosi di averli assistiti anche in questa importante operazione che consentirà di ampliare le prospettive della Business School formando sempre più talenti provenienti da ogni parte del mondo”- ha dichiarato Leonardo Spina, partner di Carnelutti Law Firm che ha coordinato il team dedicato all’operazione”.

Giuseppe Carone, Partner de Il Prisma, ha aggiunto: “Progettare la nuova sede del MIP ha significato per noi cercare di tradurre il Dna della Scuola in un luogo di commistione e di Community. Siamo partiti ponendoci la domanda <<In che modo una business school può supportare la crescita non solo professionale, ma anche personale e relazionale di un individuo?>>. La risposta è un hub, un laboratorio pensante e pulsante, ricco di stimoli e idee, di progetti concreti e relazioni autentiche. Un luogo dove ci si mette in gioco per reinventare il futuro – un futuro migliore per tutti”.

Premio di Laurea 2021: Save The Duck e la School of Management del Politecnico di Milano premiano la tesi più sostenibile

Save The Duck, il primo marchio di piumini 100% animal free, ha consegnato oggi nella sua seconda edizione il premio di laurea alla migliore tesi sul tema della sostenibilità nel settore fashion, dedicato agli studenti del Politecnico di Milano

 

Save The Duck, il primo marchio di piumini 100% animal free, in collaborazione con la Sustainable Luxury Academy della School of Management del Politecnico di Milano, ha consegnato oggi il premio di laurea dall’importo di 5.000 euro alla migliore tesi di uno studente o studentessa del Politecnico di Milano che abbia affrontato il tema della sostenibilità nel settore fashion. Ad aggiudicarsi il riconoscimento è stata Eleonora Coira con la tesi “Progettare la circolarità – Strategie progettuali per l’integrazione di modelli di circular economy nel sistema moda”: “un lavoro completo e approfondito – si legge nella motivazione – con diverse idee innovative per aumentare la sostenibilità e aiutare l’evoluzione nel settore moda verso un modello di economia circolare”.

Al premio hanno potuto candidarsi tutti coloro che hanno conseguito il titolo di laurea magistrale al Politecnico di Milano nel periodo aprile 2020 – aprile 2021, in tutti i corsi di studio, e con una votazione non inferiore a 100/110. La vincitrice si è focalizzata sui modelli di business e le scelte progettuali per migliorare l’impatto ecologico di un brand e dei suoi prodotti. Il progetto è incentrato in particolare su come sia possibile integrare nei processi di sviluppo di una collezione i principi di sostenibilità che tengono conto delle 3 P: Profit, Planet, People, individuando le strategie progettuali circolari a oggi percorribili e verificando nuovi approcci alla progettazione sostenibile.

Il riconoscimento è stato consegnato con una cerimonia digitale dalla giuria che ha valutato le tesi, insieme ad Alessandro Brun, direttore del Master in Global Luxury Management e department chief della Sustainable Luxury Academy della School of Management del Politecnico di Milano.

L’obiettivo del progetto promosso da Save The Duck è investire sul futuro delle giovani generazioni e sensibilizzarle ulteriormente su un tema cruciale per tutti: la sostenibilità a 360°. Lanciata nel 2012, l’azienda realizza capi privi di piume, pellami, pellicce e in generale materiali/tessuti di derivazione animale. Nel 2019 è stata la prima azienda fashion in Italia ad avere ottenuto la certificazione B Corp, che distingue le aziende che volontariamente rispettano i più alti standard di responsabilità e trasparenza in ambito sociale e ambientale. Una tematica che sta a cuore a Save The Duck fin dalla sua fondazione e che l’ha resa capofila ed esempio nell’avvicinare la moda alle questioni ambientali e sociali.

“È per noi di Save The Duck fondamentale investire nella formazione dei giovani, affinché arrivino preparati ad affrontare le sfide che li aspettano. Dare spazio alle loro visioni e alle loro proposte di approccio rigenerativo significa dare voce ai protagonisti di domani. Siamo molto contenti del percorso instaurato con il Politecnico di Milano che sicuramente ci vedrà impegnati anche l’anno prossimo con la terza edizione del premio di laurea. ” dichiara Nicolas Bargi, fondatore e CEO di Save the Duck.

“Alla School of Management del Politecnico di Milano siamo convinti di poter contribuire a realizzare un futuro più sostenibile – gli fa eco Alessandro Brun, a capo della Sustainable Luxury Academy e Direttore del Master in Global Luxury Management del Politecnico di MilanoConsapevoli che ‘non esiste un pianeta B’, vogliamo che ogni settore industriale diventi ogni giorno più eco-compatibile, in particolare il fashion-luxury, e in questo cammino siamo grati a Save The Duck per aver finanziato, per il secondo anno, un premio di laurea alla miglior tesi sulla moda sostenibile. I 17 lavori candidati testimoniano che i nostri studenti hanno idee innovative e concrete in grado di impattare sulla società, la tesi vincitrice ad esempio propone un quadro completo di metodologie che i Fashion designer possono applicare per ridurre gli sprechi, adottando un’ottica di prodotti circolari. Il concetto che sta alla base della ‘moda sostenibile’ è una vera rivoluzione: solamente riscrivendo i modelli di business e le pratiche produttive e gestionali si potranno ottenere risultati significativi”.

Oltre l’evento sportivo: come ripensare stadi e palazzetti

Le infrastrutture non possono essere più concepite esclusivamente come teatri di gesta sportive, ma come elementi attivi all’interno di un tessuto sociale, economico e culturale.

Lo spiega Emilio Faroldi, direttore del Master in progettazione e gestione dello sport

Non solo palcoscenici di memorabili imprese atletiche, ma anche luoghi in grado di valorizzare il contesto in cui sorgono, con ricadute positive a livello sociale, economico e culturale. È il futuro, e in certi casi il presente, delle infrastrutture sportive. «Ma lo sport oggi non è soltanto la grande infrastruttura o il monumento dell’evento agonistico d’eccellenza: è tutto ciò che forma caratterialmente e fisicamente i ragazzi. Per questo la cultura dello sport è fondamentale. E gestire lo sport è un lavoro molto complesso», spiega il professor Emilio Faroldi, direttore del Master in progettazione e gestione dello sport e prorettore del Politecnico di Milano.

Ma che cosa significa, in concreto, gestire lo sport?

Prima la gestione, poi la progettazione

«Significa affrontare la gestione degli impianti non solo dal punto di vista tecnico, che comunque è fondamentale, ma anche da quello di processo», spiega Faroldi. «In altre parole, un manager oggi dovrebbe essere in grado di incorporare fin da subito nei temi progettuali gli aspetti di natura gestionale, cercando di anticipare e prevenire i problemi».

Pensiamo ai grandi eventi, come i Giochi olimpici o le competizioni calcistiche maggiori, come Mondiali e Europei. «Nella maggior parte dei casi, la realizzazione di infrastrutture sportive si traduce, subito dopo la manifestazione, in un abbandono della stessa. A volte già poche settimane dopo l’ultima gara. Per ovviare a questo problema bisogna cominciare a concepire lo sport non come evento, ma come elemento ordinario. Bisogna guardare oltre, al futuro», spiega ancora il professor Faroldi.

Tra emozione, esperienza e condivisione

Chi oggi si confronta con la gestione dello sport, poi, non può prescindere nemmeno dalle sue modalità di fruizione, anche e soprattutto digitali. «Il primo aspetto è legato alla crescita degli eSport. In Asia già esistono palazzetti che ospitano competizioni di gaming, e molte società calcistiche hanno squadre di videogiocatori. Il secondo aspetto riguarda invece il modo in cui viviamo gli eventi. La condivisione dell’esperienza sui social è uno degli aspetti che spinge le persone a vivere quello stesso momento dal vivo. Vale per le nuove generazioni in particolare, ma non solo». L’infrastruttura sportiva diventa così spazio di condivisione di un vissuto a cui sono inevitabilmente legate le emozioni. «Non ci affezioniamo all’aspetto di una struttura, ma alle emozioni che abbiamo provato al suo interno. Di uno stadio abbiamo a cuore il ricordo di una vittoria sofferta, o di una serata legata a un concerto. È un parametro che non va affatto messo in secondo piano, quando parliamo di gestione delle infrastrutture sportive».

La competitività esige competenza

Questi sono solo alcuni degli aspetti che mostrano la complessità e la rilevanza strategica dello sport e delle sue strutture, e che quindi richiedono la formazione di figure professionali consapevoli delle numerose implicazioni legate a quest’ambito. Il Master in progettazione e gestione dello sport, erogato dal Politecnico di Milano in collaborazione con MIP, ha proprio questo obiettivo: «Lo sport italiano non può più permettersi un approccio empirico. È un errore lasciare che solo gli sportivi entrino nel management dello sport. Noi ci rivolgiamo invece sia a figure con una formazione tecnica sia a chi proviene da altri settori come l’economia, la giurisprudenza o il design», chiarisce Faroldi. «Gli sbocchi lavorativi sono molteplici. Pensiamo allo Stadium operations manager o ai Project manager di infrastrutture per lo sport e ai Facility project manager che si dedicano allo sport inteso come veicolo di inclusione sociale. Figure che diventano fondamentali in un contesto globale sempre più competitivo, e a cui i club devono guardare, se vogliono creare strutture in grado di apportare benefici economici non limitati ai singoli eventi sportivi».

 

Audit interno: riconoscimento per i professori Arena e Azzone

Un articolo dei professori Arena e Azzone sul tema “audit interno” è tra i più citati al mondo.

 

L’Accounting, Auditing & Accountability Journal ha pubblicato il paper “Mapping of internal audit research: A post-Enron structured literature review”, che esamina come la ricerca sul tema dell’audit si è sviluppata dal 2005 fino ad oggi e quali lavori hanno maggiormente influenzato il dibattito in questo campo.

L’articolo dei proff. Marika Arena e Giovanni Azzone del Dipartimento di Ingegneria Gestionale, “Identifying organizational drivers of internal audit effectiveness”, pubblicato nel 2009, è risultato uno dei più rilevanti: infatti, è terzo al mondo per numero totale di citazioni e secondo per numero medio di citazioni per anno.
Si tratta di uno studio che analizza i dati di 153 aziende italiane, mostrando quali fattori influiscono sull’efficacia dell’audit interno e fornendo una prova empirica di quali scelte organizzative potrebbero contribuire ad aumentarla.

Lo studio dei prof. Arena e Azzone

Arena, M. and Azzone, G. (2009),
Identifying Organizational Drivers of Internal Audit Effectiveness,
International Journal of Auditing, 13: 43-60.

Lo studio

 

L’analisi sul settore dell’audit interno post-Enron

Kotb, A., Elbardan, H. and Halabi, H. (2020),
Mapping of internal audit research: a post-Enron structured literature review,
Accounting, Auditing & Accountability Journal, Vol. 33 No. 8, pp. 1969-1996.

Lo studio

Digital DBI: un viaggio nelle eccellenze italiane (a distanza)

Dal luxury all’industria 4.0: le imprese italiane si raccontano agli studenti stranieri attraverso gli strumenti digitali. «Ma non si tratta di semplici lezioni», come spiega il professor Tommaso Agasisti, che ha curato l’iniziativa

Replicare in digitale un’esperienza concepita per essere fruita in prima persona. È la sfida delle Digital DBI, esperienze rivolte agli studenti delle università partner del MIP Politecnico di Milano, che portano gli alunni stranieri a confrontarsi con la realtà del business italiano. «Le DBI, ossia Doing Business in Italy, sono delle visite di studio di tre, cinque, dieci giorni presso aziende e organizzazioni. La pandemia ci ha costretto a ripensare il modello di queste iniziative per continuare a garantire agli iscritti la possibilità di adottare uno sguardo internazionale nel proprio percorso formativo, portandoli a contatto con la realtà economico-sociale del nostro Paese», racconta il professor Tommaso Agasisti, Associate Dean for Internationalization & Quality.

Molto più di un corso online

L’impegno del MIP nello sviluppo di modelli di formazione a distanza è di gran lunga precedente all’emergenza Covid, ma in questo caso la sfida ha richiesto un approccio diverso. «Un conto è un corso online», precisa Agasisti, «un altro è replicare un’esperienza che include eventi virtuali, interviste con uomini d’azienda, lavori di gruppo e business game. È la prima volta che uniamo questi elementi in un formato diverso dal tradizionale corso online».

Le DBI, infatti, si contraddistinguono per un carattere di “immersione” profonda nel contesto locale. «Questa è stata la sfida più grande: replicare a distanza questa sensazione. Lavorando con i nostri partner siamo riusciti a sviluppare formati digitali di qualità in grado di raccontare a fondo le realtà delle imprese coinvolte, salvaguardando la forma dell’incontro e scongiurando così il rischio di una fruizione passiva dei contenuti».

In questo modo la Digital DBI crea una nuova opportunità: le company visit, infatti, finora erano possibili solo in presenza, ma l’impiego del digitale, e l’utilizzo di contenuti sviluppati appositamente per sfruttarne a pieno le possibilità, consente anche a chi non può partecipare dal vivo di “immergersi” completamente nella realtà aziendale, replicando l’esperienza live.

Un formato che guarda al futuro

Il nuovo formato apre a nuovi sviluppi per il prossimo futuro. «Posso immaginare un’evoluzione naturale che ci porterà a combinare esperienze digitali più brevi rivolte a un numero di studenti più ampio, che magari non ha la possibilità di effettuare una visita “on campus”. E penso che, al contempo, questi appuntamenti potrebbero costituire anche degli incontri preliminari per chi è intenzionato a venire in Italia in un periodo successivo – spiega Agasisti -. L’idea è che le study visit siano progettate per vedere come si traducono, nel concreto, i contenuti studiati nel corso delle lezioni. Costruiamo i programmi sulla base di un fitto dialogo con le università partner, così siamo in grado di comprendere le esigenze formative e possiamo disegnare iniziative non standardizzate, ma legate a specifiche richieste. L’Italia, con le sue eccellenze, è vista come un’ottima opzione e poterla “visitare” anche senza spostarsi fisicamente è un’opportunità in più».

Le eccellenze italiane per gli studenti internazionali

Tra le prime Digital DBI troviamo “The secrets of luxury brand management” e “The new frontiers of industry 4.0”, due ambiti in cui l’Italia rappresenta l’eccellenza. «L’expertise del made in Italy rappresenta un elemento di grande attrattività anche nei confronti delle business school e per questo abbiamo intenzione di concentrare la nostra attenzione verso tutto quello che coinvolge tech, innovazione e design. Ad esempio, abbiamo in programma Digital DBI sul fintech, sulla gestione dell’innovazione e sulla transizione digitale».

In conclusione, che cosa porteranno con sé gli studenti, in termini formativi, dopo questo percorso? «Innanzitutto un modo diverso di studiare, perché si entra in contatto con un mondo differente da quello frequentato fino a quel momento. Secondo, la possibilità di ampliare le proprie conoscenze grazie all’incontro con persone, storie e imprese: è l’occasione per capire come mettere in pratica i concetti appresi durante lo studio. Terzo, si può sviluppare una nuova modalità di acquisizione dei contenuti attraverso un utilizzo intelligente del digitale».

Pietro Fiorentini e MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business insieme per costruire il futuro dell’energia

Nasce la C-Lean Academy, un progetto nato dalla collaborazione tra Pietro Fiorentini e il MIP Politecnico di Milano per sviluppare le competenze necessarie al processo di transizione energetica verso le fonti rinnovabili. 

Pietro Fiorentini e il MIP Politecnico di Milano sono orgogliosi di annunciare la nascita della C-Lean Energy Academy, un programma formativo in ottica di Corporate Social Responsibility rivolto agli studenti del terzo anno universitario o in possesso di una laurea triennale in economia o ingegneria, destinato ad approfondire i temi della transizione energetica, dell’innovazione sostenibile e dell’applicazione del Lean & Agile management nei contesti organizzativi duali.

Il programma prevede tre settimane di lezioni, oltre a un project work finale, erogate tra settembre 2021 e dicembre 2022. Gli incontri comprenderanno momenti di formazione professionale, attività di laboratorio e di networking insieme agli esperti aziendali di Pietro Fiorentini e ai docenti del MIP Politecnico di Milano, con la partecipazione di alcuni top manager provenienti da importanti aziende internazionali.

Oltre alle lezioni in presenza, per tutta la durata del corso sarà creata una virtual community sempre attiva per permettere la condivisione di idee e riflessioni sul futuro dell’energia. Inoltre, una volta concluso il programma gli studenti riceveranno un diploma di partecipazione che permetterà loro di promuovere competenze che saranno fondamentali in un mondo che sta investendo sempre di più nel processo di transizione verso fonti energetiche pulite e nella creazione di modelli organizzativi più sostenibili.

Per tutti coloro che sono interessati a iscriversi, il primo passo è partecipare a uno dei due eventi di presentazione organizzati per illustrare i dettagli del programma:

Durante entrambi gli appuntamenti verranno resi noti i criteri e la procedura di selezione per potersi candidare a essere uno/a dei 25 studenti selezionati che potranno prendere parte al programma.

“Abbiamo creato questo progetto per i giovani, perché saranno loro i principali attori chiamati a costruire il futuro dell’energia in chiave di sostenibilità – dichiara Mario Nardi, Amministratore Delegato del Gruppo Pietro Fiorentini – Per farlo però servono competenze che non sono facilmente disponibili nelle offerte formative tradizionali. Crediamo che questo programma, pensato per condividere la nostra esperienza ventennale nell’applicazione del Lean & Agile Management e gli oltre ottant’anni di storia nel settore dell’energia, potrà rappresentare un punto di riferimento per lo sviluppo di professionalità che saranno fondamentali per il nostro settore negli anni a venire.”

“Siamo felici di essere al fianco di Pietro Fiorentini in questo progetto” – aggiunge Federico Frattini, Dean del MIP Politecnico di Milano. “La C-Lean Energy Academy è un programma formativo che si concentra su una tematica come quella della sostenibilità, considerata prioritaria dalla nostra Business School. Inoltre, in linea con il nostro compito di formare i manager di domani, siamo sempre orgogliosi di poter offrire a giovani talenti gli strumenti necessari per affrontare le sfide del mondo del lavoro.”

Ulteriori informazioni sono reperibili nella pagina dedicata al programma sul sito del Career Service del Politecnico.

https://cm.careerservice.polimi.it/career-program/c-lean/

Premio di laurea sul tema “Logistica” in memoria del prof. Gino Marchet – Anno 2021

 

E’ aperto il bando per 2 premi di Laurea sul tema “Logistica” del valore di € 2.000 ciascuno, istituito in ricordo del Professor Gino Marchet, Professore Ordinario di Logistica presso il Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, scomparso prematuramente nel 2017.

I premi sono destinati a laureati/e in Ingegneria (Laurea Magistrale) che abbiano conseguito il relativo titolo dal 1° ottobre 2020 al 31 luglio 2021.

I lavori dovranno trattare tematiche di Logistica tra cui: Automazione di magazzino, Picking, Logistica 4.0, Ottimizzazione dei processi logistici e della supply chain, Outsourcing Logistico, Gestione delle scorte.

Per maggiori informazioni, si prega di consultare il bando disponibile alla pagina: https://www.som.polimi.it/albo-e-bandi/

QS EXECUTIVE MBA RANKING 2021: IL MIP POLITECNICO DI MILANO TRA I MIGLIORI AL MONDO CON L’ EXECUTIVE MBA

La School of Management del Politecnico di Milano si posiziona 73esima a livello mondiale e 31esima in Europa secondo la graduatoria Quacquarelli Symonds diffusa oggi

MIP Politecnico di Milano, la Graduate School of Business che fa parte della School of Management dell’ateneo milanese, si conferma tra le migliori al mondo. Secondo l’edizione 2021 del QS Executive MBA Rankings, pubblicata oggi dalla società di consulenza globale di formazione superiore Quacquarelli Symonds (QS), il MIP è al 73esimo posto a livello mondiale per la qualità del suo Executive MBA su un totale di 176 business school, prima tra le italiane. A livello europeo il MIP si classifica 31simo su 60 scuole. Se si considera che quest’anno il QS ranking vanta il numero più alto di scuole presenti in classifica – 35 scuole in più rispetto al precedente – il risultato è ancora più significativo, alla luce anche del fatto che la scuola è stabilmente in graduatoria dal 2018, quando vi è entrata per la prima volta.

Dall’analisi dei singoli parametri su cui si basa la classifica, il MIP migliora nei punteggi relativi ai risultati di occupabilità e aumento di stipendio post graduation, al termine cioè della durata dei Master. Il riconoscimento da parte di QS in termini di Career Outcomes (Promotions e Salary Increase) conferma l’efficacia dei percorsi formativi del MIP per accelerare la crescita professionale di manager e imprenditori. Dalle survey interne sugli alumni risulta infatti che nel 75% dei casi il Master favorisce una promozione e che, a tre anni dalla graduation, lo stipendio medio cresce di circa il 50%. Buono anche l’indice di diversity, migliorato rispetto al 2020 per il numero di studenti di diverse nazionalità che frequentano la business school del Politecnico di Milano.

L’Executive MBA del MIP si è inoltre distinto per l’Employer Reputation con il 43esimo posto (19 in Europa) e per la Thought leadership / Academic Reputation con il 74esimo posto (31esimo in Europa). Si tratta di quelle categorie che riconoscono rispettivamente l’apprezzamento del programma formativo da parte delle decine di migliaia di datori di lavoro di aziende a livello globale e l’autorevolezza da parte del mondo accademico nazionale e internazionale.

“La presenza della nostra scuola nel corso degli anni in ranking autorevoli come quelli firmati QS” – hanno  dichiarato Vittorio Chiesa e Federico Frattini, rispettivamente Presidente e Dean del MIP Politecnico di Milano“certifica formalmente la qualità della nostra offerta formativa, in questo specifico caso degli Executive MBA, per professionisti e manager che vedono nell’upskilling e nel reskilling la chiave per sviluppare competenze utili per emergere in un mercato del lavoro in costante aggiornamento. Il buon risultato ottenuto anche quest’anno nel ranking è motivo di orgoglio, soprattutto per ciò che riguarda la conferma del nostro alto valore reputazionale agli occhi dei datori di lavoro in tutto il mondo: il marchio e la solidità di un brand come il MIP Politecnico di Milano sono elementi chiave per attrarre tutti quei professionisti che investono nel lifelong learning. Infatti, nelle scorse settimane abbiamo accolto oltre 80 nuovi partecipanti nelle nostre aule Executive MBA provenienti da diversi settori e funzioni aziendali”.

Il QS Executive MBA 2021 Ranking è consultabile su www.topmba.com.

Bip punta sulla contaminazione dei saperi

Al via la terza edizione del BIP Bootcamp, il business program per brillanti neolaureati di facoltà umanistiche, giuridiche e linguistiche

BIP, multinazionale di consulenza, in collaborazione con MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business presenta la terza edizione del BIP Bootcamp, il programma pensato per giovani talenti che desiderano avviare un percorso professionale nel Management Consulting.

Dopo il successo delle precedenti edizioni, BIP punta anche quest’anno ad arricchire le competenze di chi ha già sviluppato un’attitudine agile, elastica e creativa proponendo una formazione in ambito economics & finance, marketing, management e trasformazione digitale.

Capacità analitiche, pensiero sistemico e pensiero laterale sono caratteristiche, spesso coltivate attraverso studi umanistici, che rappresentano un valore e una potenzialità per una società di consulenza come BIP.

Obiettivo, attraverso il Bootcamp, è quello di superare i più rigidi modelli formativi del passato applicando una reale contaminazione tra saperi. Gli studenti avranno la possibilità di dare vigore alle competenze acquisite nel proprio percorso di studi e dare prova del potenziale all’interno delle più grandi aziende italiane e multinazionali, attingendo all’esperienza e il know[1]how di una delle più vivaci e dinamiche realtà di consulenza in Europa.

“Sono convinta – commenta Ursula Buchmeiser, Head of People Experience & Development in BIP – che l’innovazione del nostro modello di business derivi dalla grande diversificazione e sinergia delle competenze disponibili e dal crescente pluralismo della nostra cultura aziendale. L’ideazione di nuove soluzioni e servizi per i nostri clienti è anche espressione della nostra capacità di anticipare sfide comportamentali ed etiche, e non solo”.

La Bootcamp faculty vede il coinvolgimento di docenti MIP ed esponenti senior della consulenza applicando una metodologia didattica di forte connotazione pratica ed esperienziale, supportato dall’utilizzo di una innovativa piattaforma di apprendimento digitale (DHUB), sviluppata da MIP su tecnologia Microsoft. Il percorso, della durata di 4 settimane, avrà inizio il 10 settembre 2021. Candidature su https://www.bipconsulting.com/it/master-bootcamp/ entro il 23 luglio.