I Recruiting Days diventano smart!

Al MIP, i servizi alla carriera sono smart! Dal 15 al 17 giugno, infatti, prende il via nella nostra Business School la prima edizione degli Smart Recruiting Days, tre giornate dedicate ad aziende di diversi settori: Luxury,Fashion & Lifestyle, Digital & Technology, Consulting & Finance, Industrial, Energy & Consumer Goods. I recruiter potranno incontrare i candidati MBA e dei Master Junior per opportunità di networking, employer branding e talent acquisition attraverso colloqui online individuali, prenotati sulla nostra piattaforma di scuola FLEXA.

L’evento, nato in collaborazione con KnackApp, è il primo del suo genere per una Business School italiana e combina le tecniche di gamification con i classici colloqui. Gli studenti coinvolti infatti si sottoporranno a un assessment digitale e, grazie a un’esperienza di gamification messa disposizione da KnackApp, verranno valutate oltre cinquanta soft skill considerate importanti nell’attuale mercato del lavoro. I giochi proposti da KnackApp, infatti servono a testare quelle abilità cognitive che potrebbero essere richieste dai datori di lavoro, come per esempio l’intelligenza emotiva, piuttosto che la propensione al rischio e la capacità di adattamento a situazioni mutevoli. Uno strumento in più a disposizione delle aziende che così, oltre al tradizionale CV, potranno valutare i candidati anche alla luce dei risultati dell’assessment digitale.

I recruiter che vogliono avere maggiori informazioni su come partecipare agli eventi Career organizzati dal MIP possono contattare corporaterelations@mip.polimi.it

Tra digitalizzazione e internazionalizzazione: il contributo del MIP a Smart Export

Le principali business school italiane uniscono le forze per offrire al sistema imprenditoriale italiano una serie di corsi di alta formazione. L’obiettivo è fornire strumenti strategici alle imprese e guidarle all’interno di un panorama globale che sta mutando rapidamente

Guidare le aziende italiane nei processi di digitalizzazione e internazionalizzazione. È il cuore di Smart Export, progetto promosso e finanziato dalla Farnesina e realizzato in collaborazione con Agenzia ICE e CRUI (Conferenza dei rettori delle università italiane), che vede unite cinque business school italiane (oltre al MIP, la Bologna Business School, l’SDA Bocconi School of Management, la Luiss Business School e Federica Web Learning – Università di Napoli Federico II).

L’obiettivo del progetto è ambizioso e urgente. I mutamenti globali causati dal Covid impongono infatti di rafforzare le competenze del sistema imprenditoriale italiano in due ambiti sempre più strategici. Per spiccare quello che il ministero degli Esteri definisce un “salto gestionale e digitale senza precedenti”, le aziende italiane potranno contare sulle eccellenze della formazione italiana. Tra queste, il MIP Politecnico di Milano. «Siamo molto contenti di poter dare il nostro contributo in un ambito considerato critico per lo sviluppo delle imprese», ha spiegato il presidente del MIP Vittorio Chiesa, «e di riversare la nostra esperienza nella trasformazione digitale in questo programma di formazione, che consideriamo di grande valore per il Paese».

La centralità dei canali digitali: il contributo del MIP

La partita, come detto, si gioca sull’internazionalizzazione e sulla digitalizzazione. «È importantissimo che si vadano a coniugare due elementi cruciali per la competitività delle imprese», riprende Vittorio Chiesa, illustrando in particolare quale sarà l’apporto del MIP all’interno di Smart Export. «Il nostro contributo si concentrerà principalmente sul tema dell’e-commerce, fondamentale nella competizione odierna». I numeri dell’ultimo anno parlano chiaro: «La crescita nell’utilizzo di questi strumenti all’interno dei mercati B2C è stata di oltre il 30%. E ha avuto un ruolo decisivo nel contenere il calo generato dalla pandemia sui tradizionali canali dell’export. Il ricorso al canale digitale ha consentito di conservare un buon livello di prestazioni da parte del nostro sistema imprenditoriale». La sfida del commercio elettronico è complessa e articolata: «Si compone di piattaforme, sistemi di pagamento, fatturazione elettronica, esige un sistema logistico strutturato appositamente e chiede che venga scelto un modello di export opportuno», spiega Chiesa. «Il nostro contributo consisterà nell’aiutare e sostenere le imprese a prendere coscienza di questo insieme di aspetti. Il tema della trasformazione digitale, poi, ci sta particolarmente a cuore: mi fa piacere ricordare che abbiamo lanciato il nostro primo Executive MBA in digital learning nel 2014».

Il corso del MIP per Smart Export

Il modulo curato dal MIP per Smart Export, infatti, sarà quello in Trasformazione digitale e gestione del cambiamento. Affrontando i temi dell’E-Commerce B2C, del Digital B2B e dell’export digitale, le aziende saranno in grado di sviluppare una strategia di digital export attraverso l’identificazione di elementi chiave come la scelta del canale commerciale, lo sviluppo di una strategia di marketing e comunicazione efficace e la strutturazione di una rete distributiva adeguata. Competenze fondamentali per poter affrontare le sfide di un mercato globale in cui anche le piccole e medie imprese possono e devono far valere i loro valori produttivi.

Be a Responsible #CareerLeader

Sergio Terzi, Associate Dean for Students Engagement and Supporting Services, ed Erika Ortu, Career Development Center Manager, presentano un nuovo progetto editoriale tutto dedicato sullo sviluppo di carriera.

Scopriamo di più attraverso le loro parole:

”Cari Lettori,

Con l’auspicio di continuare a essere un punto di riferimento come Business School per lo sviluppo e la crescita professionale di chi investe in un percorso di formazione, siamo lieti di presentarvi l’avvio di una rubrica editoriale che vuole ispirare i professionisti di oggi e del futuro fornendo contenuti, caratterizzati da rigore metodologico, su tematiche, tecniche e trend di carriera.

Il concetto di carriera si è evoluto nel corso degli ultimi 30 anni e, non ultimo, con il dipanarsi della pandemia. Quello che si è evidenziato è uno spostamento di significato da progressione lineare, gerarchico-retributiva, costituita da tappe predefinite, caratterizzate da stabilità e sicurezza, a percorso di sviluppo non predefinito da ruoli-status, attività e posizioni in organigramma, ma connotato da competenze e responsabilità individuali.

Nel XXI secolo, globalizzazione, cambiamenti economici, continue sfide e instabilità sono stati gli elementi chiave dello scenario del mercato del lavoro. Questi hanno messo in evidenza l’importanza di individuare modalità efficaci per affrontare con successo le sfide professionali, ormai diventate una costante quotidiana del professionista e del manager, con l’obiettivo di configurare opportunità e crescita in modo diffuso, attraverso il potenziamento del singolo.

In questa direzione, si inserisce il recente contributo della Comunità EU che ha evidenziato la necessità di sviluppare le Career Management Skills, un set di competenze, specifico e complementare alle note hard, soft e digital skills. Questo pone l’accento sull’importanza di acquisire  competenze per la gestione della propria carriera formativa e professionale, volte a favorire la capacità di esplorare quotidianamente molteplici opportunità, individuare nuovi piani di sviluppo professionale e giocare un ruolo attivo nella costruzione di alternative e di carriere di senso e di significato per il singolo.

Il tema delle “carriere” è caratterizzato da una certa complessità, che può essere rappresentata solo con una polifonia.  Nei prossimi articoli vi offriremo lo sguardo privilegiato di Career Professional esperti, al fine di aiutare le persone ad orientarsi nel mare magnum delle opportunità professionali tramite strumenti che consentono di governare con sistematicità la propria crescita.

Tramite la voce dei nostri autori, esploreremo con degli appuntamenti mensili il significato di “Career Leader”.  Partendo dalla ridefinizione del concetto di opportunità professionale, affronteremo questo tema attraverso, metodi e tecniche per la definizione di un obiettivo professionale rigoroso unito a strategie ed action plan, l’utilizzo del personal branding e networking quali leve strategiche per lo sviluppo, e il concetto di carriere socialmente responsabili e sostenibili per favorire l’employability.”

Cambiamento climatico: un grado in più di temperatura costa mancati ricavi alle imprese italiane

Analizzate oltre un milione di aziende per dieci anni (2009-2018): Centro e Nord Est le zone più colpite. Le maggiori perdite si registrano nei settori costruzioni, finanza, estrazioni e ICT, pochi danni a turismo, agricoltura e trasporti.

 

Il cambiamento climatico costa al sistema economico, e non poco: esaminando dieci anni (2009-2018), un grado in più di temperatura ha determinato una riduzione media di fatturato e redditività per le imprese italiane pari rispettivamente a -5,8% e -3,4%. Se poi si considerano le variazioni effettive della temperatura nelle varie aree geografiche, nel solo 2018 – anno particolarmente caldo – il nostro tessuto imprenditoriale ha registrato mancati ricavi per 133 miliardi di euro, con le maggiori perdite percentuali al Nord Est e al Centro.

È quanto emerge dal primo anno di attività dell’Osservatorio Climate Finance della School of Management del Politecnico di Milano, che lo scorso 27 aprile 2021  ha presentato i principali risultati in un convegno online dove sono intervenuti istituzioni, imprese, investitori e associazioni di categoria. Il surriscaldamento globale è ormai a pieno titolo un tema economico.  “Abbiamo sviluppato un database che incrocia le informazioni economico/finanziarie su 1.154.000 imprese in Italia tra il 2009 e il 2018 (22 milioni in Europa) con i dati metereologici di temperatura, piovosità, irraggiamento solare dal 1950 – spiega Vincenzo Butticè, vicedirettore dell’Osservatorioper trovare evidenze empiriche solide sul rapporto che lega clima e sistema economico”. Ne sono derivate metriche affidabili per supportare gli enti regolatori, le istituzioni finanziarie e le realtà produttive nell’analisi economico/finanziaria del cambiamento climatico.

L’Osservatorio ha infatti calcolato i danni reali, non ipotetici, dovuti all’aumento della temperatura di 1 grado centigrado in Italia: le piccole imprese sono quelle che più hanno perso in redditività, mentre le grandi realtà, potendo meglio agire sui costi e sui processi, nonostante una diminuzione di ricavi e di domanda, hanno contenuto meglio le perdite in marginalità.

Tra i settori, ad aver patito i maggiori contraccolpi dall’aumento di temperatura sono le costruzioni, la finanza e le estrazioni. L’information technology, il real estate e la ricerca e innovazione hanno visto lo stesso calo di fatturato (-6,4%) a fronte però di una diminuzione della marginalità più contenuta. Il manifatturiero e il retail sono i settori che si sono meglio difesi, preceduti solo da agricoltura, turismo e trasporti.

In termini geografici invece, sempre a fronte di un grado in più di temperatura, la ricaduta è stata peggiore nel Centro Italia e nel Nord Est, dove però le aziende sono riuscite a conservare una maggiore marginalità. Il Nord Ovest ha visto una brusca perdita di redditività ma non altrettanto di fatturato, mentre il Sud e le Isole hanno risentito poco dei cambiamenti climatici.

Esaminando invece il calo di fatturato in cifre assolute, le perdite decisamente più consistenti si sono registrate in Lazio, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana.

La gestione delle conseguenze del cambiamento climatico e le strategie di mitigazione rappresentano la maggiore sfida che le economie mondiali dovranno affrontare nel corso nei prossimi anni – commenta Roberto Bianchini, direttore dell’Osservatorio Climate Finance -. Ad esempio, l’analisi mostra come un’alluvione possa costare alle aziende del territorio colpito fino al 4% di fatturato e una perdita di valore degli attivi di bilancio di circa lo 0.9%, che sale all’1,9% nel caso di un incendio di vaste proporzioni. Anche l’emergenza mondiale legata alla pandemia ha contribuito ad aumentare la percezione del rischio, perché ha mostrato come gli attori economici subiscano conseguenze non solo in modo diretto, ma anche indiretto, attraverso i canali della domanda, dell’offerta o della propria catena di approvvigionamento”.

Dal punto di vista regolatorio e normativo, nel corso degli ultimi mesi sia la Commissione Europea che le agenzie di regolazione hanno redatto un numero elevato di documenti per migliorare la comprensione delle interrelazioni fra rischi climatici e attività economiche. Un esempio è costituito dalla “Tassonomia verde”, un documento che identifica, all’interno dei diversi settori, gli interventi in grado di promuovere l’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici evitando nel contempo impatti negativi sull’ambiente.

E’ estremamente importante individuare i rischi e identificare strumenti e metriche per quantificare l’esposizione climatica delle attività in portafoglio. In questa direzione rilevante è l’azione della BCE, che ha condotto un’analisi su circa 4 milioni di imprese e 2.000 banche per identificare l’esposizione del sistema finanziario fino ai prossimi 30 anni. Lo studio rivela che i costi per adottare ora strategie di adattamento e mitigazione sono di gran lunga inferiori a quelli che si rischia di dover pagare in futuro: secondo la BCE, la probabilità di default delle banche sarà tanto più elevata quanto minori saranno le azioni intraprese dal sistema economico per modificare la traiettoria di incremento della temperatura.

 

Per maggiori informazioni: https://www.osservatoriefi.it/efi/2021/04/28/climate-change-finance-rischi-e-opportunita-per-le-imprese/

La School of Management del Politecnico di Milano ottiene la certificazione internazionale AACSB e raggiunge la “Triple crown”, i tre accreditamenti più autorevoli per le Business School

Attiva dal 1916, l’Association to Advance Collegiate Schools of Business è l’ente di accreditamento per le business school più longevo al mondo. La certificazione coinvolge l’intera organizzazione, inclusa gestione amministrativa e contabilità, garantendo l’accreditamento a livello internazionale.

Con questo nuovo traguardo, dopo le certificazioni EQUIS e AMBA, la School of Management del Politecnico di Milano raggiunge ufficialmente la “Triple crown”, i tre riconoscimenti più prestigiosi per le Business School.

La School of Management del Politecnico di Milano ottiene la certificazione internazionale AACSB (Association to Advance Collegiate Schools of Business), rilasciata dall’ente di accreditamento per le business school tra i più longevi al mondo, con il più grande network nel campo della business education che unisce studenti, accademici, formatori e aziende di tutti i Paesi.

A livello globale, meno del 6% delle scuole con corsi universitari e post-universitari in business administration possiede questa certificazione. Le scuole accreditate AACSB sono sottoposte a un rigoroso processo di revisione con l’obiettivo di verificarne le risorse, le credenziali e l’impegno verso gli studenti e i risultati raggiunti, offrendo una formazione di prim’ordine orientata al futuro e all’innovazione. Il riconoscimento di AACSB accredita l’intera l’organizzazione, inclusa la gestione amministrativa e la contabilità, garantendo una certificazione riconosciuta a livello internazionale. In media, l’intero processo di accreditamento ha una durata di 4 anni.

Il riconoscimento di AACSB si aggiunge ad altre due prestigiose certificazioni: EQUIS-EFMD Quality Improvement System e AMBA-The Association of MBAs, ottenute rispettivamente nel 2007 e nel 2012. La School of Management del Politecnico di Milano raggiunge così la “Triple crown”, ovvero i tre accreditamenti più autorevoli per le Business School.

“La certificazione AACSB è un grande merito per il nostro ateneo: un riconoscimento alla qualità della didattica, alla preparazione della nostra faculty e alla dimensione internazionale raggiunta dalla School of Management, oggi ampiamente ribadita. Ma soprattutto è un punto di partenza per compiere uno scatto in avanti, per riposizionare l’alta formazione al centro della ripresa economica e sociale – commenta Ferruccio Resta, Rettore del Politecnico di Milano –. Un accreditamento questo che ribadisce il valore della competenza e della conoscenza del Politecnico come risorse fondamentali per la crescita delle nostre città, delle imprese e dei territori”.

“Per la nostra scuola gli accreditamenti internazionali rappresentano uno strumento fondamentale, utile a rafforzare la qualità di insegnamento, ricerca e impegno sociale, in un confronto continuo con il contesto internazionale più innovativo – dichiara Alessandro Perego, Direttore della School of Management del Politecnico di Milano –. Siamo orgogliosi di ricevere la certificazione AACSB, un traguardo che premia i nostri sforzi e ci permette di completare la terna dei più prestigiosi accreditamenti internazionali. Sono certo che questo risultato spingerà tutti i membri della School of Management del Politecnico di Milano a perseverare nella ricerca dell’eccellenza”.

Road to Social Change: un percorso per formare i Social Change Manager del Terzo Settore

La School of Management è uno dei partner promotori di “Road to Social Change”, un progetto dedicato al Terzo Settore che può oggi giocare un ruolo da protagonista nel processo di ripartenza del Paese.

L’iniziativa “Road to Social Change”, nata da un’idea di UniCredit nell’ambito della sua Banking Academy, è stata sviluppata in collaborazione con AICCON, Politecnico di Milano – Centro di Ricerca Tiresia, MIP Graduate School of Business, Fondazione Italiana Accenture e TechSoup.

Si tratta di un percorso di formazione orientato a formare i Social Change Manager, nuove figure professionali che potranno contribuire alla trasformazione e alla crescita del terzo settore. Il Social Change Manager è un professionista in grado di sviluppare una visione trasformativa e, in collaborazione con le comunità locali, di implementare tale visione tramite processi di co-progettazione e co-produzione in partenariato con attori pubblici e privati del territorio, attraverso strumenti di gestione dell’impatto generato e di tecnologie digitali.

Il percorso si articola in 7 Digital Talk nazionali, 14 incontri territoriali, due per ciascuna area territoriale (Sicilia, Sud, Centro, Centro Nord, Nord Est, Nord Ovest, Lombardia), e contenuti video on demand disponibili sulla piattaforma IdeaTre60 di Fondazione Italiana Accenture. Il percorso, partendo dalla formazione e grazie all’attivazione di una rete virtuosa con stakeholder di rilievo nazionale e locale, mira a innescare, valorizzare e accompagnare processi di cambiamento e innovazione ad alto impatto sui territori e sulle comunità che lo abitano.

Al termine del percorso, i partecipanti che avranno frequentato almeno 5 incontri nazionali, due territoriali e avranno fruito di tutti i contenuti on demand potranno ottenere l’Open Badge di Social Change Manager (una certificazione digitale di conoscenze e competenze acquisite) rilasciato dal MIP – Politecnico di Milano Graduate School of Business.

Parallelamente al percorso di formazione, il progetto prevede anche la “Call Road to Social Change”. Le organizzazioni del Terzo Settore sono invitate a proporre progetti di community building a forte ricaduta sociale sui territori, capaci di fornire soluzioni in grado di rendere più solide e coese le comunità, stimolando innovazione e nuove economie.
I 7 vincitori, uno per ciascuna area territoriale, potranno ricevere contributi economici e accompagnamento allo sviluppo delle idee progettuali da parte di Fondazione Italiana Accenture, Politecnico di Milano e TechSoup.

Per maggiori informazioni sul progetto e su come iscriversi:  https://www.unicredit.it/it/chi-siamo/educazionefinanziaria/unicredit-talk/road-to-social-change.html

Venture Capital: il primato di Londra

Qual è la distribuzione geografica del Venture Capital (VC) in Europa? Si concentra in poche aree preferenziali o, piuttosto, siamo di fronte ad una crescente dispersione del VC al di fuori delle grandi aree metropolitane?

 

Il Venture Capital è un’importante risorsa finanziaria per la crescita delle start-up innovative, che contribuiscono in modo significativo alla competitività internazionale di un Paese, in quanto motore essenziale di innovazione, creazione di posti di lavoro e sviluppo economico.

Conoscere la distribuzione geografica degli investimenti di VC è quindi utile per capire come si sviluppano gli ecosistemi imprenditoriali in Europa e di conseguenza costituisce uno strumento prezioso nel momento in cui si approcciano politiche di innovazione.

Attraverso l’analisi e l’interpretazione dei dati nel DATASET VICO di RISIS (European Research Infrastructure for Science, technology and Innovation policy Studies) è stato possibile descrivere i modelli di agglomerazione dell’attività di VC a livello regionale, metropolitano e industriale, e dare così una risposta a queste domande.

Lo studio, realizzato da Massimiliano Guerini, Massimo Colombo e Francesca Enrica Tenca della School of Management del Politecnico di Milano, identifica una serie di evidenze chiave.
Il Regno Unito e la Francia sono i mercati più importanti per il VC in termini numerici, mentre i Paesi dell’Europa dell’Est e Israele hanno i tassi di incidenza più elevati (deal VC/PIL). Inoltre, l’attività di VC si concentra per lo più nelle grandi aree metropolitane, con livelli di concentrazione crescenti fra il 2010 e il 2018. In particolare, la città di Londra, che rappresenta di gran lunga il principale hub per le attività di VC, fra il 2010 e il 2018 ha registrato una crescita delle suddette attività pari al +50%, contro un modesto +6% di Parigi (il secondo hub più importante), e un +23% di Tel Aviv (terzo hub in termini di attività di VC). Alcune aree più piccole in termini di attività di VC hanno registrato tassi di crescita considerevolmente elevati tra il 2010 e il 2018, fra queste Budapest (+167%), Milano (+62%) e Tallinn (+124%).

Si rilevano, inoltre, importanti differenze fra i vari settori. Il settore life science mostra una marcata dispersione dell’attività di VC al di fuori dei principali hub, soprattutto in aree caratterizzate da un’importante attività di knowledge creation. Al contrario, nei settori Software, Internet & TLC, e R&D & engineering l’attività di VC si concentra nelle grandi aree metropolitane.

I risultati dello studio hanno implicazioni politiche rilevanti in termini di democratizzazione dell’accesso al VC nelle aree più periferiche e per lo sviluppo dell’imprenditorialità e invitano al dibattito sulla strutturazione della ricerca e delle politiche di innovazione.

 

Per maggiori informazioni:
Policy Brief
https://www.risis2.eu/

Presentazione dello studio (evento online):
30 aprile 2021
ore 14.00-16.00
7th RISIS Policymakers SessionDemocratising access to smart money in EU, evidence form the VICO-DATASET

 

QS ONLINE MBA RANKING 2021: IL MIP POLITECNICO DI MILANO È SESTO AL MONDO CON L’INTERNATIONAL FLEX MBA

La School of Management del Politecnico di Milano conserva il suo posizionamento in top 10 per il terzo anno consecutivo

MIP Politecnico di Milano, la Graduate School of Business che fa parte della School of Management dell’ateneo milanese, si posiziona al 6° posto a livello mondiale come miglior business school nel campo degli MBA online, grazie all’International Flex MBA, il Master in business administration erogato a distanza. A livello europeo, il MIP sale al 5° posto.

Lo ha certificato il Quacquarelli Symonds (QS) Online MBA 2021 ranking, la classifica annuale sulla qualità dei corsi a distanza diffusa oggi in tutto il mondo.

Unica business school italiana che può vantare il primato di essere in graduatoria, il MIP Politecnico di Milano è nel ranking dal 2018, quando vi entrò direttamente al 20° posto. Da allora è sempre rimasto in classifica, posizionandosi già l’anno dopo in top 10 e non uscendone mai. Se si considera che il 2021 è l’anno in cui il QS ranking classifica il più ampio numero di sempre di business school – 57 in totale – il risultato del MIP di quest’anno è il migliore da quando è in graduatoria.

Lanciato nel 2016 ed erogato grazie a una innovativa piattaforma sviluppata in partnership con Microsoft, l’International Flex MBA è la versione in lingua inglese del corrispettivo Flex MBA in italiano, il primo Master nel nostro Paese erogato in modalità Smart Learning fin dal 2014, anno del suo esordio nell’offerta formativa del MIP. In 8 anni i due Master hanno formato oltre 550 studenti, con un incremento del 35% degli iscritti solo nel 2020.

“Siamo orgogliosi e onorati di essere nuovamente inclusi nelle migliori posizioni dell’autorevole QS Online MBA Ranking” – hanno dichiarato Vittorio Chiesa e Federico Frattini, rispettivamente Presidente e Dean del MIP Politecnico di Milano. “Si tratta di un ottimo risultato che conferma l’importanza degli investimenti in innovazione digitale. Grazie a una delle più avanzate piattaforme tecnologiche di formazione a distanza sviluppata da Microsoft, il MIP Politecnico di Milano offre ai propri studenti – professionisti, manager e imprenditori – sia la flessibilità di cui hanno bisogno per conciliare lo studio e gli impegni professionali che una varietà di corsi di alto livello che si combinano con una ampia gamma di iniziative esperienziali di apprendimento. Lecture di top manager di aziende nostre partner e bootcamp per testare sul campo le skill acquisite, sono solo alcuni degli esempi dell’esperienza formativa che possono garantire i nostri MBA”.

Dall’analisi dei singoli parametri su cui si basa la classifica, emerge come il MIP Politecnico di Milano si sia distinto per la sua offerta formativa. Relativamente alla Class Experience (percentuale di attività svolte in presenza, accessibilità in mobilità / online, supporto tecnico) l’International Flex MBA è terzo a livello mondiale. Riguardo al Faculty & Teaching (docenti e insegnamento) è quarto, mentre sull’Employability (grado di occupabilità degli iscritti) è sesto.

Nella top 10 del ranking QS, il MIP precede l’Indiana University (USA) e segue a distanza di un minimo punto percentuale (0,10) l’Alliance Manchester Business School. Al primo posto si conferma per il quarto anno consecutivo la IE Business School (Spagna), seguita dall’Imperial College Business School (UK) e dalla Warwick Business School (UK).

L’International Flex MBA si inserisce in un’offerta formativa d’eccellenza che comprende annualmente circa 40 Master, tra cui anche 7 MBA ed Executive MBA, 200 programmi executive open e diversi corsi di formazione progettati su misura per aziende.

Il QS Online MBA 2021 Ranking è disponibile qui.

MIP Politecnico di Milano e La Salle International Campus insieme per un nuovo polo della formazione manageriale in Veneto

Partiranno a ottobre i primi percorsi per laureati, manager, professionisti e imprenditori presso La Salle International Campus di Paderno del Grappa (TV). Dal 2022 Master post lauream in settori chiave per il territorio.

Il MIP Politecnico di Milano, Graduate School of Business dell’ateneo milanese, e La Salle International Campus lanciano una nuova e inedita offerta formativa per laureati, professionisti, manager e imprese del Veneto. Partiranno già a ottobre i primi corsi executive su tematiche sempre più strategiche per competere nelle sfide di un mercato in evoluzione e continuare a generare valore sul territorio. Supply chain management, HR business leader e Smart manufacturing sono i primi percorsi formativi pensati per professionisti e profili executive che saranno attivi già dal prossimo autunno. Nel 2022 l’offerta sarà ampliata con programmi dedicati a giovani neolaureati o con alcuni anni di esperienza lavorativa alle spalle, desiderosi di sviluppare il proprio curriculum in aree chiave per lo sviluppo del tessuto produttivo locale. In particolare, il prossimo anno saranno lanciati i primi Master internazionali su temi come il Luxury Management e Business Analytics.

Tutto in un’unica piattaforma didattica congiunta che porterà studenti e manager a frequentare i corsi e i Master presso il rinomato La Salle International Campus di Paderno del Grappa degli Istituti Filippin, che vantano un network di 80 paesi con più di un milione di studenti in tutto il mondo. Quello che si vuole offrire ai partecipanti è un’esperienza formativa innovativa che combina lezioni, attività extra curriculari e momenti di networking sia on campus che online. Qui entra in gioco l’eccellenza riconosciuta al MIP Politecnico di Milano a livello globale nel digital learning.

La partnership tra il MIP Politecnico di Milano e La Salle è stata presentata oggi nel corso di un evento online dai professori Federico Frattini, Dean del MIP Politecnico di Milano, e Sileno Rampado, Direttore Generale di La Salle International Campus. All’evento hanno partecipato i rappresentanti di alcune delle realtà produttive e istituzionali locali: Gianni Potti (Past President di CNCT – Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici), Marco Parlatini, Head of Human Resources ALPAC Group, Mario Pozza (presidente di Unioncamere Veneto) e Annalisa Rampin (Presidente di IPAB Montegrappa e Sindaco di Pieve del Grappa).

“La collaborazione con La Salle International Campus nasce con l’ambizione di creare un punto di riferimento per la formazione manageriale post-graduate di tutto il Nord Est, territorio che ha una tradizione e un tessuto imprenditoriale che rappresentano un contesto perfetto per dar vita a un’offerta formativa di alto livello. L’obiettivo è di creare una proposta in linea con le esigenze delle aziende e del territorio” – hanno dichiarato Vittorio Chiesa e Federico Frattini, rispettivamente Chairman e Dean del MIP Politecnico di Milano. “In un momento chiave per il rilancio del Paese, il ruolo delle business school è fondamentale per fornire a manager, imprenditori, neolaureati e aziende gli strumenti di cui hanno bisogno per intraprendere un percorso di innovazione e crescita. In questo scenario, abbiamo voluto creare in Veneto un punto di contatto con le necessità di aziende locali, studenti e manager che vogliono studiare e lavorare in quell’area geografica. I nostri Master e i percorsi executive sono costruiti su misura sulle esigenze delle aziende locali e sulle loro specificità” – hanno concluso Chiesa e Frattini.

“Mettere a sistema relazioni e creare reti sono i due motivi che ci hanno guidato nella nascita di questa nuova partnership” – ha aggiunto Sileno Rampado, Direttore Generale di La Salle International Campus. “I quasi cento anni di vita dell’Istituto, la fitta rete di alumni, la posizione centrale del nostro campus e una faculty di eccellenza, unite alla solidissima piattaforma didattica del MIP Politecnico di Milano, saranno un’occasione di importante crescita  e sviluppo per il tessuto imprenditoriale. Il Nord Est, come è noto, è ricco di eccellenze industriali, radicate fortemente alle specificità del territorio e conosciute in tutto il mondo. Il nuovo polo per la formazione manageriale sarà anche luogo di contaminazione con la rete delle 70 università lasalliane nel mondo a cui il La Salle Campus appartiene, un centro che potrà permettere ai corsisti attività residenziali ed esperienziali di qualità grazie anche alle sue dimensioni: 450 posti letto, 35000 mq di spazi coperti, un centro sportivo, laboratori informatici, fablab e centro congressi”.

La partnership tra queste due realtà rappresenta una contaminazione virtuosa, capace di valorizzare le reciproche competenze: il MIP Politecnico di Milano con la sua expertise sui temi della formazione manageriale, dell’innovazione digitale e la riconosciuta eccellenza a livello mondiale nel digital learning, e La Salle International Campus, nome di riferimento sul territorio veneto, forte di una conoscenza capillare del tessuto imprenditoriale locale.
Insieme, coniugano le competenze professionali e accademiche per formare talenti in grado di rivestire un ruolo da protagonisti nel mondo del lavoro.

Nasce a Bari Apulia Business Hub, il nuovo punto di riferimento per la formazione manageriale firmato MIP Politecnico di Milano e Universus

Apulia Business Hub partirà a ottobre con un’offerta formativa per laureati, professionisti, manager e imprese del territorio: Master e percorsi Executive su tematiche specialistiche e tecniche, oltre che strategiche e manageriali.

Il MIP Politecnico di Milano, Graduate School of Business dell’ateneo milanese – e UniVersus – il consorzio per la formazione e l’innovazione partecipato dal Politecnico di Bari – hanno ufficialmente dato vita ad Apulia Business Hub, la nuova piattaforma integrata per la formazione rivolta a laureati, professionisti, manager e imprese. Già dal prossimo autunno, Apulia Business Hub erogherà dei percorsi executive su tematiche rilevanti per il mercato locale e nazionale, quali Project Management e Innovation & Design Management.

Apulia Business Hub è stato presentato oggi nel corso di un evento online aperto dai vertici dei partner promotori dell’iniziativa: i professori Federico Frattini (Dean del MIP Politecnico di Milano), Claudio Garavelli (Presidente di UniVersus) e Francesco Cupertino (Rettore del Politencico di Bari). Alla presentazione sono intervenuti anche alcuni rappresentanti del tessuto produttivo locale: Vito Albino (Presidente Arti Puglia – Agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione), Giampiero Bergami (AD Banca Popolare di Bari), Domenico Favuzzi (Presidente e Ceo Exprivia) e Sergio Fontana (Presidente Confindustria Puglia).

Con il 2022, l’attività formativa di Apulia Business Hub sarà ulteriormente ampliata con altri percorsi executive su tematiche verticali, quali Circular Economy, Family Business, Digital Transformation, Finance & Risk Management, per citarne alcuni, e anche con Master internazionali su Fintech, Finance & Digital Innovation e Digital Supply Chain Management, Operations, Procurements and Logistics per profili più junior.

I corsi di Apulia Business Hub si rivolgono da un lato a giovani laureati desiderosi di intraprendere un percorso specialistico, dall’altro a professionisti e imprenditori del territorio pugliese che vogliono accrescere le proprie competenze manageriali.

Apulia Business Hub sarà infatti anche il punto di riferimento per le aziende locali che troveranno risposta al bisogno di formazione dei propri dipendenti, senza perdere il legame identitario col territorio. Le aziende locali avranno la possibilità di co-progettare programmi formativi corporate tarati sulle proprie esigenze, di formato e di contenuto, e sulle proprie specificità. Grazie ai servizi di consulenza di Apulia Business Hub, le aziende del territorio avranno inoltre la possibilità di accedere a strumenti di finanziamento per la formazione corporate, dal Fondo Nuove Competenze al Credito di Imposta 4.0, rendendo così accessibile l’ampio ventaglio di offerta formativa anche per quelle imprese che finora non avevano ancora sviluppato programmi di formazione ad hoc per i propri manager.

«Apulia Business Hub nasce in un anno molto importante per MIP, segnato dalla conferma del valore della sua offerta formativa online, come certificato recentemente dal Financial Times che ha classificato il nostro International Flex MBA all’ottavo posto al mondo tra i migliori Master in Business Administration fruibili a distanza (distance learning). L’esperienza con la formazione digitale, da noi introdotta fin dal 2013, ha tuttavia messo in evidenza come gli spazi di una Business School oggi debbano essere ripensati” – ha dichiarato Federico Frattini, Dean del MIP Politecnico di Milano. La digitalizzazione non ha annullato il fabbisogno di vita di aula ma ci ha reso consapevoli, di quanto un suo ripensamento sia più rispondente alle esigenze attuali. Ecco perché il nostro percorso di evoluzione si fonda su modello innovativo basato su una costellazione di spazi interconnessi per seguire le lezioni on e offline e allo stesso tempo lavorare insieme, studiare, partecipare ad attività extra-curricolari e relazionarsi».

Frattini ha poi aggiunto che «la Puglia per storia, tradizione e posizione geografica rappresenta un contesto molto ricettivo per dar vita con successo a un programma completo di alta formazione, soprattutto se alla base di questa offerta, come nel caso di Apulia Business Hub, c’è anche una articolata proposta tagliata su misura delle aziende del territorio».

«Con la forza di questa partnership, coltiviamo l’ambizione di costituire un centro di eccellenza che sia riferimento per tutto il Centro Sud Italia e per il bacino del Mediterraneo» commenta il rettore del Politecnico di Bari, Francesco Cupertino. «Apulia Business Hub – aggiunge – coniuga gli standard di qualità internazionali del MIP con le potenzialità locali, per attrarre i giovani talenti e contribuire così allo sviluppo del Territorio e del Paese. Il nostro obiettivo – conclude Cupertino – è fornire professionalità di alto profilo in ambiti come la trasformazione digitale, l’aerospazio, il management del turismo, solo per citarne alcuni, che saranno decisivi nei prossimi anni per la ripresa e il rilancio dell’economia».

L’unione tra i due partner rappresenta una contaminazione virtuosa che valorizza reciproche competenze e si riflettono nelle caratteristiche di una realtà unica: il ruolo di MIP Politecnico di Milano come approdo per chi è alla ricerca di un percorso di alta formazione manageriale e di UniVersus come player d’eccellenza sul territorio pugliese, capace di coniugare le competenze professionali e accademiche e formare talenti in grado di rivestire un ruolo da protagonisti nel mondo del lavoro.

L’offerta formativa di Apulia Business Hub è disponibile al seguente link: https://www.apuliabusinesshub.it/