Nuova vita ai rifiuti elettronici grazie all’economia circolare

Un esempio virtuoso di economia circolare esito del progetto Horizon2020 FENIX di cui è partner il Politecnico di Milano.

 

Come una fenice che rinasce dalle proprie ceneri, il progetto FENIX è riuscito nell’intento di dare nuova vita ai rifiuti elettronici, che diventano così materia prima per prodotti ecocompatibili come nuovi filamenti metallici per la stampa 3D, polveri metalliche green per la manifattura additiva e gioielli sostenibili stampati in 3D.

Il Progetto Horizon 2020 FENIX, di cui il Politecnico di Milano è partner, si è concluso dopo 40 mesi di lavoro e ha raggiunto l’obiettivo di sviluppare nuovi modelli di business e strategie industriali in un’ottica di economia circolare.

In particolare il Laboratorio Industry 4.0 del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano ha implementato una stazione automatizzata per il disassemblaggio di schede elettroniche di cellulari grazie ai collaborative-robot (cobot) che sono tra le soluzioni di automazione più avanzate in termini di tecnologia robotica, in quanto garantiscono flessibilità operativa consentendo interazione con l’ambiente circostante e con gli operatori con cui condividono le mansioni.

Il cobot, tramite un processo semiautomatizzato, riesce a dissaldare i componenti elettronici di una scheda e a salvaguardarne le caratteristiche chimiche: sfruttando un flusso di aria calda scioglie lo stagno che lega i componenti in modo che questi possano essere staccati e gestiti separatamente dalla scheda.

Grazie alla filiera circolare istituita dal consorzio che aderisce al progetto, le schede elettroniche disassemblate dal Politecnico di Milano sono trattate dall’Università dell’Aquila, che recupera dalle schede e dalle componenti elettroniche alcuni materiali puri (quali rame, stagno, oro, argento e platino). Rame e stagno vengono successivamente trasformati sia in polveri metalliche (dall’azienda MBN Nanomaterialia Spa di Treviso) che in filamenti adatti alla stampa 3D (congiuntamente dalle aziende MBN Nanomaterialia Spa, e dalle aziende I3DU e 3DHUB di Atene – Grecia), entrambi testati successivamente dal centro di ricerca Fundaciò CIM di Barcellona – Spagna. I metalli preziosi vengono invece utilizzati dalle aziende I3DU e 3DHUB di Atene – Grecia per la creazione di gioielli ecocompatibili. Questi gioielli realizzati e messi in vendita attraverso il consorzio possono anche essere personalizzati attraverso un servizio di scansione 3D ed assumere le forme di oggetti o visi di persone.

L’auspicio è che al termine del progetto, i modelli di business pensati e testati da FENIX siano replicabili da parte di altri soggetti esterni, al fine di promuovere la creazione di nuove filiere circolari.

Segnaliamo inoltre che due dei risultati sviluppati dal team del Politecnico di Milano coinvolto nel progetto FENIX sono stati citati dall’EU Innovation radar e che un articolo scritto dal team ha ricevuto un riconoscimento dalla casa editrice Taylor & Francis ed appare sul sito dell’ International Journal of Production Research come top cited article. Clicca qui per leggere l’articolo.

Fonte: https://www.polimi.it/pressroom/comunicatistampa/

Per maggiori info sul progetto: http://www.fenix-project.eu/
Link video youtube: https://www.youtube.com/channel/UCEg3DZSWyo62lSaMg7xxZrg

Leave Your Mark: MIP e organizzazioni no-profit insieme per contribuire a costruire un futuro migliore per tutti

Un’iniziativa pensata per consentire a manager, professionisti e giovani talenti che studiano o hanno studiato al MIP di mettere a disposizione le loro competenze – pro bono – a delle istituzioni no-profit che giocano un ruolo chiave nel costruire una società più inclusiva e un futuro migliore per tutti. Una grande occasione di crescita, umana e professionale; ma anche l’opportunità di restituire alla collettività parte di quanto si è ricevuto durante il proprio percorso formativo

Impegnare le proprie risorse ed energie per costruire una società migliore e più inclusiva, partecipando a un programma di volontariato in aiuto di organizzazioni no-profit. È lo scopo dell’iniziativa Leave Your Mark, promossa dal MIP Politecnico di Milano in partnership con l’Associazione Gianluca Spina. «Credo che le business school debbano sempre più farsi promotrici di un profondo processo di cambiamento e formare manager consapevoli di come le loro decisioni possano – e debbano – contribuire a migliorare il mondo in cui viviamo, ed in cui i nostri figli vivranno, e di come questo non sia incompatibile con la ricerca della massimizzazione dei profitti per gli azionisti», spiega il dean Federico Frattini. «Questa iniziativa è l’occasione ideale per mettere alla prova le capacità e le skill acquisite dai nostri studenti nel “mondo reale”, offrendo al contempo un importante aiuto alle organizzazioni no-profit coinvolte».

 

Un’importante occasione di crescita

Quest’anno abbiamo selezionato quattro organizzazioni no-profit: UNICEF Italia, Cidiesse (Cooperativa di Solidarietà Sociale), Istituto di Istruzione Secondaria Daniele Crespi e Open Ethics. Il progetto ha lo scopo di aiutare queste quattro organizzazioni no-profit a migliorare i propri processi in modo da essere sempre più efficienti ed efficaci e accrescere così il loro impatto sulla realtà in cui operano. «Tematiche che da sempre stanno a cuore alla nostra associazione, nata con l’obiettivo di promuovere e sostenere iniziative di formazione e ricerca scientifica sul management, con particolare attenzione all’impatto sociale» spiega Raffaella Cagliano, presidente dell’Associazione Gianluca Spina. «Privilegiamo da sempre gli aspetti formativi e professionali, e teniamo a contribuire alla crescita della formazione manageriale. Leave Your Mark è un progetto che ci ha convinti fin dal primo istante, e così abbiamo deciso di sostenerlo. Il volontariato, infatti, è un’importante occasione di crescita, personale e professionale, e rappresenta pienamente l’aspirazione che ogni manager contribuisca a creare un mondo migliore per tutti».

 

Quattro sfide, quattro ventagli di skill

Un entusiasmo riscontrato anche tra studenti e alumni, che hanno aderito in gran numero. A fronte di oltre cento candidature, sono stati selezionati una ventina di profili, divisi poi in quattro team in base alle skill di ognuno. L’obiettivo infatti era di creare dei gruppi di lavoro con competenze complementari, in grado, con il proprio contributo, di fare veramente la differenza per le istituzioni aderenti al progetto.

A coordinare i team, saranno i professori della Scuola. Sergio Terzi, Associate Dean for Students Engagement and Supporting Services, per esempio, seguirà il team che lavorerà con l’UNICEF Italia: l’obiettivo è supportare l’UNICEF nella formulazione di una strategia di coinvolgimento e collaborazione con le aziende italiane che popolano il panorama B2B. La squadra dovrà essere in grado di identificare gli stakeholder di maggior rilievo, di analizzare e segmentare il mercato B2B e di pianificare dei modelli di collaborazione.

Chi offrirà il proprio contributo al Liceo Crespi, invece, sotto la supervisione di Tommaso Agasisti, Associate Dean for Internationalization Quality and Services. dovrà sviluppare un modello di digitalizzazione che gestisca il flusso della documentazione, adottando anche una prospettiva ecologicamente sostenibile. Sfida ideale per chi sa analizzare i processi di un’organizzazione, soprattutto in ambito scolastico, e come gestire un progetto di digitalizzazione

Davide Chiaroni, Associate Dean for Executive Education, invece, sarà il tutor del terzo progetto. Cidiesse ha già elaborato un ambizioso piano marketing per espandere la propria attività di avvicinamento dei giovani svantaggiati al mondo del lavoro, ma ha bisogno di un’attenta pianificazione del budget, e di creare uno strumento apposito. In questo caso, le skill richieste spaziano dall’esperienza nel manifatturiero al management, passando dall’accounting e dall’Erp (enterprise resource planning).

Infine, Daniel Trabucchi, Assistant Professor nell’area Innovation Management, guiderà il team che aiuterà Open Ethics a creare anche in Italia una cultura della trasparenza per i prodotti digitali che usiamo ogni giorno. Un progetto perfetto per chi vuole mettere alla prova, tra le altre, le proprie nozioni di privacy e gestione dei dati personali, economia comportamentale, Intelligenza Artificiale, marketing e community management.

 

Il volontariato che fa crescere

Mettendo tempo, esperienze, creatività e competenze al servizio di Leave Your Mark, studenti e alumni hanno l’occasione di dare il proprio contributo per la costruzione di un futuro migliore e di aiutare concretamente le organizzazioni selezionate. Ma non solo. Questa esperienza permetterà loro di acquisire nuove skill, allargare il proprio network e adottare una prospettiva diversa, rispetto a quella di un ambiente lavorativo tradizionale.

Un’importante occasione di crescita che, infatti, ha generato un grande entusiasmo nella community. Per questo – e per la vicinanza della Scuola a queste tematiche, come espresso anche dal purpose del MIP – Leave Your Mark è un progetto destinato a continuare nel tempo. L’edizione 2021 è stata appena avviata, ma già si pensa a quella del prossimo anno!

Premio Nazionale per l’Innovazione: assegnata la Menzione Speciale Pari Opportunità del MIP

Bryla e ScreenNeuroPharm sono le due startup tutte al femminile che, grazie alla Menzione Speciale Pari Opportunità, potranno accedere gratuitamente ai corsi della Management Academy del MIP.

Anche quest’anno il MIP, grazie alla menzione speciale “Pari Opportunità”, ha dato il proprio contributo al Premio Nazionale per l’Innovazione, la più importante competizione per start up d’Italia. La menzione, che ha l’obiettivo di favorire l’imprenditorialità femminile, è parte di una business plan competition che non solo vuole sostenere la nascita di imprese ad alto contenuto di innovazione, ma anche favorire il rapporto tra ricercatori, aziende e mondo della finanza, diffondendo così la cultura d’impresa in ambito accademico.

In questa edizione, la “Menzione Pari Opportunità” è andata a Bryla e ScreenNeuroPharm, classificate rispettivamente al primo e al secondo posto.

Ottavia Bettucci, ricercatrice dell’Istituto Italiano di Tecnologia – IIT e co-founder di Bryla, spiega: “Eravamo fortemente spinte dall’idea di concretizzare un’idea di ricerca in qualcosa che potesse avere uno sviluppo più concreto ed essere lanciato sul mercato.”

Così da progetto di ricerca, Bryla, il cerotto fotovoltaico intelligente che tramite stimolazione elettrica permette di accelerare la guarigione delle ferite cutanee e di monitorare il paziente, si è trasformato in startup.

E da quel primo grande salto, Bryla è arrivata fino al PNI. Francesca Santoro, PI IIT e co-founder, spiega: “Dopo aver partecipato alla selezione regionale di Start Cup Campania, dove siamo state accompagnate nella parte di business plan, abbiamo proseguito con la selezione nazionale. Qui abbiamo avuto la possibilità di incontrare altre startup nel settore della tecnologia per l’healthcare e quindi di confrontarci anche con realtà che si dedicano a tematiche affini alle nostre”.

Di healthcare si occupa anche ScreenNeuroPharm, l’altra startup premiata con la Menzione in occasione del PNI.
La loro idea è nata come risposta a un problema ben noto: molte sperimentazioni di nuovi farmaci falliscono in fasi avanzate, portando a un grande dispendio sia economico che in termini di sacrificio animale.
Martina Brofiga, Marietta Pisano e Francesca Callegari ci spiegano: “Creare dei modelli in vitro che mimino meglio la condizione reale può permettere di bloccare la sperimentazione in una fase precedente, portando a un considerevole risparmio di tempo e di risorse, sia a livello economico che di vite animali.”

Un’attenzione per la sostenibilità che emerge in entrambi i progetti. Se ScreenNeuroPharm, come spiega Martina, vuole rendere più sostenibile la filiera della sperimentazione farmacologica, Bryla, si pone invece l’obiettivo di avere un impatto positivo sulla vita dei pazienti e sceglie per il suo “cerotto” dei materiali e una tecnologia green.

Due progetti ambiziosi, che siamo felici di sostenere attraverso l’assegnazione di questa Menzione. Questa vittoria, come hanno sottolineato le scienziate, offre tra l’altro l’occasione ai team di affinare quegli strumenti di business e management utili a far crescere una startup. Il premio, infatti, è erogato in corsi della Management Academy del MIP.

Non ci resta che congratularci con le vincitrici e augurare loro buona fortuna!

FINANCIAL TIMES: L’INTERNATIONAL FLEX MBA DEL MIP POLITECNICO DI MILANO TRA I 10 MIGLIORI MASTER ONLINE NEL MONDO

Il Master è l’unico programma formativo italiano in classifica: guadagna una posizione rispetto allo scorso anno, salendo all’ottavo posto a livello globale, e si conferma tra i primi cinque in Europa

MIP Politecnico di Milano, la Graduate School of Business che fa parte della School of Management dell’ateneo milanese, si conferma tra le migliori business school al mondo nel campo degli MBA online. Secondo il Financial Times Online MBA 2021 Ranking, reso pubblico oggi, l’International Flex MBA del MIP è all’ottavo posto al mondo tra i migliori Master in Business Administration fruibili a distanza (distance learning), guadagnando una posizione rispetto al 2020. Considerando solo le Business School europee, il MIP è al quinto posto e rimane l’unica scuola italiana presente nel ranking stilato annualmente dal quotidiano britannico.

La nostra offerta di alta formazione si conferma tra le più competitive a livello mondiale” – ha dichiarato Vittorio Chiesa, Presidente del MIP – “Per ogni manager, imprenditore e professionista è di vitale importanza aggiornare costantemente skill e competenze, rafforzando quei tratti di leadership fondamentali per guidare grandi multinazionali e PMI in un contesto di mercato dinamico e in rapida trasformazione. Il MIP è ormai un punto di riferimento internazionale per supportare ogni leader in questa sfida”.

Lanciato nel 2016 ed erogato grazie a una innovativa piattaforma sviluppata in partnership con Microsoft, l’International Flex MBA è la versione in lingua inglese del corrispettivo Flex MBA in italiano, il primo Master nel nostro Paese erogato in modalità Smart Learning fin dal 2014, anno del suo esordio nell’offerta formativa del MIP. In 8 anni i due Master hanno formato oltre 550 studenti, con un incremento del 35% degli iscritti solo nel 2020.

Tornando al ranking, dall’analisi dei singoli parametri su cui si basa la classifica emerge come l’International Flex MBA si sia distinto in tutti gli indici di “career progress” (miglioramento graduale della posizione in azienda degli alumni nei tre anni successivi alla conclusione del Master e per dimensioni dell’azienda stessa), per il gender balance all’interno del board, per il carattere internazionale degli studenti e del corpo docente.

Siamo molto orgogliosi del riconoscimento del Financial Times come unica tra le scuole di business in Italia a essere presente nel ranking” – ha aggiunto il Dean del MIP, Federico Frattini. “Il miglioramento della posizione a livello globale conferma la qualità della nostra offerta formativa in distance learning. L’emergenza sanitaria ha impattato inevitabilmente anche sulle modalità con cui si fa alta formazione e ha accelerato un processo di innovazione che noi avevamo già previsto come una naturale evoluzione dell’alta formazione manageriale. L’incremento di iscritti in un anno così particolare come il 2020 è indicativo di come la scelta di introdurre per primi in Italia e tra i primi in Europa lo smart learning, in uno dei nostri Master più prestigiosi, si sia rivelata fondamentale per intercettare una domanda crescente di flessibilità che la nostra business community cominciava a manifestare da tempo”.

Nella top 10 del ranking del Financial Times, il MIP precede la Robert Smith School of Business dell’Università del Maryland (USA) e l’Australian Graduate School of Management dell’UNSW Business School di Sidney. Al primo posto si conferma la Warwick Business School (UK), seguita dall’IE Business School (Spagna) e dall’Imperial College Business School (UK), che fa il suo ingresso per la prima volta nel Ranking.

L’International Flex MBA si inserisce in un’offerta formativa d’eccellenza che comprende annualmente circa 40 Master, tra cui anche 7 MBA ed Executive MBA, 200 programmi executive open e diversi corsi di formazione progettati su misura per aziende.

 

Consulta il ranking completo

Dall’azienda di famiglia al MIP, e ritorno: «Così innoviamo il settore delle trasfusioni»

Barbara Sala, ad di Delcon, racconta il suo percorso formativo e professionale, che l’ha portata alla guida dell’impresa fondata dal padre. «Il nostro obiettivo è rendere più efficiente la filiera: usando il design e ascoltando chi ci lavora»

Innovare, a volte, significa cambiare prospettiva. Come ha fatto Delcon, l’azienda italiana produttrice di dispositivi medici guidata dall’amministratrice delegata Barbara Sala. Un salto in avanti che sarebbe stato più rischioso, o che forse non sarebbe proprio avvenuto, se l’azienda non avesse avuto un purpose a orientarne le scelte: «Soprattutto tenendo conto del settore in cui operiamo, che ha una forte valenza etica», ci spiega Sala. «Avere un obiettivo nobile permette di rischiare qualcosa in più per conseguirlo, adottando una prospettiva di lungo periodo».

Diversificare le esperienze: un valore aggiunto

Prima di arrivare alla guida dell’azienda fondata dal padre, però, Barbara Sala ha percorso diverse strade: dopo la laurea in relazioni pubbliche, ha esplorato le vie del marketing e della tecnologia, lavorando con aziende come Microsoft, Fujitsu-Siemens, Banca Intesa. E anche tentando la via della startup, dando vita al portale turistico AllUCanItaly, che si proponeva di presentare ai turisti l’Italia nella sua forma più autentica e genuina. «Finché, nel 2011, non ho capito che era arrivato il momento di portare in Delcon il valore di tutte queste esperienze. Con il tempo, la diversità delle mie esperienze dopo la laurea si è rivelata un valore aggiunto», racconta Sala. «L’ingresso in Delcon è stata una scelta professionale e di vita decisamente importante, nonché lo stimolo per continuare a formarmi e poter rispondere così alle esigenze che i miei ruoli richiedevano».

La formazione al MIP

Nel 2014, infatti, Sala ha portato a termine il suo Emba presso il MIP Politecnico di Milano. «Un’esperienza che consiglierei a chiunque. Io scelsi il MIP per il background ingegneristico e per la sua attenzione al tema dell’innovazione», spiega Sala. «Ma al di là dell’aspetto formativo, cruciale, mi rimasero impresse anche le grandi possibilità di networking. È stata un’esperienza che mi ha aperto la mente, garantendomi empowerment e un importante boost professionale. Investire in formazione è la scelta migliore che ognuno di noi possa fare, perché il ritorno è immenso».

Il design che nasce dall’uso

Forte dei nuovi strumenti professionali acquisiti, e desiderosa di innovare, Sala ha studiato una strategia di diversificazione per Delcon: «Non è stato facile. Operiamo in un settore che è fortemente normato. Tutti i macchinari e le tecnologie impiegati nella raccolta del sangue devono rispondere a una serie di criteri stringenti. Finora, quindi, la produzione di queste tecnologie partiva sempre dalla normativa». Delcon, a un certo punto, ha deciso di tentare una strada diversa: «Insieme a Cefriel, una società consortile fondata dal Politecnico che segue le aziende innovative, e al New York Blood Center, abbiamo dato vita alla bilancia Milano. Invece che partire dalle norme, abbiamo pensato di intervistare chi in prima persona adopera questi strumenti. Quali erano le loro esigenze? Sulla base delle risposte, abbiamo cominciato a pensare al design della bilancia, perché fosse, oltre che perfettamente a norma, anche funzionale». L’efficienza dello strumento e la sua comodità d’uso, però, non sono stati gli unici criteri che hanno portato alla nascita di Milano: «Abbiamo lavorato anche per creare uno strumento con un design meno asettico rispetto ai tipici prodotti ospedalieri. Ci piace pensare che questi prodotti rendano più accoglienti gli spazi dedicati alle trasfusioni».

Credere nel purpose

Il nuovo approccio di Delcon ha portato anche a una piccola rivoluzione interna, soprattutto dal punto di vista dell’hiring: «La nostra missione era portare innovazione in un’industria che ha sempre avuto difficoltà da questo punto di vista e rendere più efficiente la filiera. E abbiamo capito che a fare la differenza sono quelle persone che aderiscono al nostro progetto con entusiasmo, con convinzione. Per questo, spesso, ci capita di assumere i candidati più per il loro atteggiamento che per il loro curriculum. Cerchiamo persone coraggiose, che come noi abbiano a cuore il futuro di questo settore, così delicato e così importante per tutti», conclude Sala.

Milano Digital Week 2021: gli eventi della School of Management

 

Anche quest’anno il Politecnico di Milano partecipa alla quarta edizione della Milano Digital Week, un’iniziativa promossa dal Comune di Milano che si svolgerà dal 17 al 21 marzo.

Un’edizione completamente online a tema “Città Equa e Sostenibile”, tema riferito a una Milano che vede un suo nuovo orizzonte delinearsi sotto il profilo economico, sociale e ambientale.

Dal lavoro all’ambiente, dalla mobilità all’economia, dalla cultura alla formazione, dalla sostenibilità ai media: questi sono gli ambiti che abbracciano in maniera trasversale la manifestazione e su cui si sviluppa un palinsesto di oltre 650 eventi online composto da talk, webinar, workshop, lectio magistralis, grande cinema, performance e installazioni sonore.

 

In particolare la School of Management del Politecnico di Milano prenderà parte alla manifestazione con le seguenti attività:

18 Marzo, ore 15:00: Le Energy Community come leva per lo sviluppo sostenibile delle città

18 Marzo, ore 16:30: Tecnologie digitali per una filiera agroalimentare circolare inclusiva

19 Marzo, ore 16:30: Le startup in prima linea per fronteggiare l’emergenza sanitaria

19 Marzo, ore 17:00: GIFT – enGIneering For sporT for all Perché lo sport non crei più esclusione sociale

 

La Scuola è inoltre coinvolta nei seguenti eventi:

17 Marzo, ore 18:00: Opening – “Data Language | Il Linguaggio Dei Dati. Dialoghi, Storie e Persone dietro ai Dati”
(a cura di Comune di Milano, Assessorato alla Trasformazione digitale e Servizi civici)

18 Marzo, ore 10:00: The Next Normal – How digital and circular economy will help companies for growth beyond coronavirus
(proposto da Cariplo Factory, Fondazione Silvio Tronchetti Provera)

18 Marzo, ore 14:30: Digital e green: fare bene la spesa è una questione di etichetta
(proposto da GS1 Italy)

19 Marzo, ore 17:00: Cosa il 5G può fare per te: il progetto BASE5G
(proposto da Politecnico di Milano, AKKA, VODAFONE, LIFE, YAPE e ANOTHEREALITY)

20 Marzo, ore 10:00: Inclusione finanziaria e competenze digitali. Per una nuova cittadinanza consapevole e informata (la sfida della complessità)
(proposto da Banca d’Italia, sede di Milano)

 

Per consultare l’intera rassegna eventi di ateneo clicca qui.

Per maggiori informazioni sulla manifestazione: https://www.milanodigitalweek.com/

Da nord a sud. Il campus distribuito del MIP prende vita

Partendo dal Campus Bovisa, cuore nevralgico della Scuola, il MIP si espande sul territorio nazionale dando vita a hub locali distribuiti tra Veneto, Lazio e Puglia. L’obiettivo è valorizzare la vocazione all’innovazione digitale e offrire a studenti e professionisti luoghi di formazione, studio e di incontro. E in autunno aprirà anche una nuova sede sui Navigli

Digitale, distribuito, innovativo: sono i tre aggettivi che descrivono il 2021 del MIP Politecnico di Milano. Se da una parte, infatti, la business school continuerà a puntare sulla formazione digitale, punto di forza riconosciuto ormai a livello internazionale e certificato da diversi ranking, dall’altra mira a rafforzare la propria presenza fisica su tutto il territorio italiano, da nord a sud: «In questi anni ci siamo accorti che la formazione digitale, pur con tutti i suoi vantaggi, non ha annullato il bisogno di spazi fisici, anzi», spiega il Dean Federico Frattini. «Per questo, partendo dal nostro cuore nevralgico che è rappresentato dal Campus della Bovisa, abbiamo pensato di creare degli spazi che consentiranno ai nostri studenti di frequentare momenti di formazione dedicati, di lavorare in gruppo o vivere in presenza una serie di attività esperienziali che completano la nostra offerta formativa. In questi mesi stanno prendendo vita una serie di hub locali distribuiti tra Veneto, Lazio e Puglia, oltre a un nuovo spazio milanese situato sui Navigli».

 

La concretezza degli hub, l’innovazione del digitale

È l’idea di campus distribuito che prende forma: il MIP come business school innovativa, basata a Milano ma presente anche in altri territori. «Il campus di Milano della Bovisa rimarrà il centro nevralgico della nostra business school. Il progetto Bovisa-Goccia infatti rafforzerà ancora di più la vocazione all’innovazione del nostro Campus e permetterà alla nostra Scuola di beneficiare di enormi sinergie e opportunità di scambio», precisa Frattini, «ma entro pochi mesi potremo contare su ulteriori diramazioni, veri e propri punti di contatto disseminati sul territorio italiano». Ognuno degli hub risponderà alle diverse esigenze che scaturiscono dalla loro collocazione geografica. «Pensiamo ai bisogni degli studenti, ovviamente, ma anche a quelli delle aziende, che sono uno stakeholder molto importante per il MIP. Gli spazi fisici danno concretezza a queste esperienze. Inoltre, questi nodi saranno collegati tra loro dal layer costituito dal digitale».

La strategia di rafforzamento mira a raggiungere un numero sempre maggiore di studenti, professionisti e aziende, e ha l’obiettivo di condividere con loro le conoscenze, le competenze e i modelli di formazione, relazione e collaborazione che già contraddistinguono l’hub di Bovisa.

 

A ciascun polo la sua identità

L’obiettivo è ambizioso; per concretizzarsi, punterà sulle partnership con delle realtà locali di eccellenza. In Puglia, per esempio, verrà creato un nuovo polo di alta formazione, in sinergia con UniVersus, Consorzio del Politenico di Bari: «Già tra ottobre e novembre verranno avviati corsi executive che si avvarranno di una faculty mista, mentre dal 2022 cominceranno i master rivolti a figure più junior». Il Veneto, invece, vedrà il coinvolgimento di Istituti Filippin La Salle, mentre a Roma si attiverà una collaborazione con la John Cabot University e una serie di altri partner. Ciascuna di queste partnership sarà contraddistinta da un’identità specifica, modellata sulle esigenze del territorio e delle imprese delle diverse aree di riferimento. «Essere presenti in aree territoriali differenti ci darà modo di concentrarci su temi particolari rilevanti per quella zona. A dimostrazione che la nostra espansione», sottolinea Frattini, «non si traduce in una diluizione dell’offerta formativa ma, anzi, in una forte amplificazione».

 

Il MIP arriva sui Navigli

Non meno interessante è la genesi del nuovo progetto milanese, che nasce dalla volontà di portare la didattica più vicina al centro della città. «Nel quinquennio successivo all’Expo», spiega Frattini, «Milano è diventata una delle mete più ambite al mondo tra gli studenti internazionali. L’inaugurazione di uno spazio in Ripa di Porta Ticinese significa poter offrire agli iscritti, soprattutto a quelli provenienti da altri Paesi, la possibilità di vivere Milano con modalità complementari rispetto a quelle sperimentate finora. Ma l’obiettivo è anche mettere a disposizione delle aziende spazi modulari e flessibili, in linea con le richieste di formazione in classe avanzate dalle imprese». L’inaugurazione è prevista entro la fine dell’anno.

AXA Italia: un successo la prima edizione del corso in Insurance Data Management in partnership con il MIP Politecnico di Milano

E’ giunta al termine la prima edizione del corso di perfezionamento in Insurance Data Management della durata di 12 mesi, ideato dal Gruppo assicurativo AXA Italia in partnership con il MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business.

Protagonisti del corso, 25 collaboratori provenienti da differenti aree aziendali. Da notare la forte presenza dei talenti digitali donne che rappresentano il 44% dei corsisti.

Focus di questo percorso formativo altamente qualificante, è stato lo sviluppo di capacità e competenze strategico-applicative nella gestione del patrimonio data aziendale, per stimolare le capacità di innovazione e di prendere decisioni sempre più data driven, e nello stesso tempo favorire l’espansione della cultura del dato attraverso l’esperienza sul campo di persone provenienti da diverse aree aziendali.

Tre i moduli del corso, basato sia su attività d’aula che action learning con laboratori di allenamento delle competenze: Data Driven Innovation, Data analysis, Tools and tech. Tra le tematiche affrontate: Customer Analytics, Cluster Analysis, Anomalies Detection e Data Visualization, Metodologie di Predictive Analytics & Machine learning.

A conclusione di questa esperienza che ha previsto 160 ore di formazione, gli studenti hanno avuto la possibilità di discutere il loro project work all’attenzione del Management Committee di AXA Italia e molte delle soluzioni proposte sono già state concretamente applicate a diverse tematiche di business e risultano scalabili su altre.

Tre gli ambiti dei project work su cui gli studenti hanno lavorato:

  • Data for predictive intelligence – per un’applicazione in ambiti come l’antifrode.
  • Data for a better Customer centricity con focus sul miglioramento della gestione della relazione con i clienti.
  • Data for efficiency and compliance in cui rientrano progetti di miglioramento dei processi interni.

I progetti riguardano diverse tematiche: dall’applicazione di metodologie di Machine Learning nella fraud detection e nella riduzione dei sinistri con contenzioso, all’uso del Natural Language Processing per analizzare meglio il feedback dei clienti, alla predizione del tasso di conversione di una proposta di acquisto in polizza, fino alle nuove frontiere per conoscere sempre meglio i bisogni dei clienti grazie all’Intelligenza Artificiale.

Il Gruppo ha già in programma una nuova edizione del corso per coinvolgere altri colleghi, a dimostrazione di quanto AXA Italia sia determinata a diventare una compagnia culturalmente sempre più data driven grazie alle competenze specifiche delle sue persone, con un’attenzione particolare, anche rispetto a queste skill, ai suoi talenti donne.

L’iniziativa costituisce un importante tassello di una strategia a 360° che mette al centro il cliente per fornirgli la migliore esperienza sfruttando tecnologia e digitale. Tra gli ambiti chiave per AXA Italia, il trasferimento della architettura dati interamente sul cloud, per ridurre drasticamente il time to market e applicare soluzioni avanzate di machine learning e intelligenza artificiale, oltre a un importante programma di change management per rendere questa rivoluzione pervasiva a tutti i livelli aziendali.

“Abbiamo dato vita a un’iniziativa distintiva per il settore assicurativo italiano, nella consapevolezza del dato come valore e ricchezza trasversale a tutta l’azienda – ha dichiarato Simone Innocenti, Direttore HR, Organization & Change Management del Gruppo AXA Italia. I colleghi coinvolti, infatti, di cui il 44% donne, sono stati identificati a livello cross tra le diverse direzioni proprio per favorire questo processo. Da sempre in AXA vogliamo trarre il meglio dallo scambio fra esperienze professionali e percorsi culturali diversi in ottica di contaminazione positiva, a vantaggio dei nostri clienti e della società nel suo complesso”.

“Questa iniziativa rappresenta un ulteriore passo importante per costruire all’interno della nostra azienda un Data DNA e trasformarci in un’organizzazione davvero guidata dai dati – ha sottolineato Anna Maria Ricco, Chief Transformation Officer del Gruppo AXA Italia. Ambizione su cui anche a livello di Gruppo AXA stiamo investendo molto sia in termini di architettura dati che in termini di costruzione di una cultura realmente data driven ad ogni livello dell’organizzazione”.

Marco Giorgino, Professore di Financial Risk Management che per il MIP Politecnico di Milano ha curato la direzione scientifica del Master, ha dichiarato: “Siamo lieti di aver contribuito a proporre un’iniziativa che consente di aggiornare e rafforzare ulteriormente conoscenze e competenze di un team protagonista nell’accelerazione del processo di innovazione digitale che sta coinvolgendo tutto il settore assicurativo. La forte attenzione che la nostra Scuola pone su approcci di lifelong learning è stata declinata con successo in un modello di apprendimento che ha integrato attività d’aula, laboratori di simulazione e project work”.

Reply e Banca Generali lanciano la prima Reply Sustainable Investment Challenge: non solo investire, ma investire in modo sostenibile

Dopo il successo riscosso nell’edizione 2020, Reply ha deciso di lanciare anche quest’anno l’Investment Challenge, una competizione internazionale rivolta a studenti e giovani professionisti. Novità del 2021 è l’attenzione rivolta al tema della sostenibilità: ai partecipanti non solo sarà richiesto di realizzare piani di investimento, ma di farlo in maniera sostenibile.

Per il secondo anno consecutivo, Banca Generali è tra i partner dell’Investment Challenge. La prima private bank italiana vanta una solida esperienza nell’ambito degli investimenti sostenibili e accompagnerà gli studenti attraverso le diverse fasi della competizione.

All’edizione 2021 prenderanno parte anche MainStreet Partners e MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business. La società londinese specializzata in investimenti sostenibili e in analisi di portafoglio, MainStreet Partners, avrà il compito di fonire i rating ESG che verranno poi usati nella competizione. Il MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business, partecipando alla Reply Investment Challenge, conferma il suo impegno in progetti con un forte approccio esperienziale e basati su sperimentazioni avanzate nel campo della finanza e degli investimenti finanziari.

I partecipanti di ogni parte del mondo avranno a disposizione un capitale virtuale di 1 milione di dollari da investire in tempo reale nel mercato statunitense. Oltre ad approfondire le proprie conoscenze in materia di rating ESG, la competizione consentirà ai partecipanti di ampliare le loro competenze di finanza generale e sugli investimenti anche tramite webinar online, pillole di apprendimento e test. L’obiettivo finale della Challenge è quello di supportare i partecipanti nell’identificazione delle migliori aziende in cui investire, al fine di ottenere il miglior impatto positivo per le generazioni future.

Entrando nei dettagli della challenge, alla fase di iscrizione (dall’8 fino al 16 aprile), seguirà dal 19 al 30 aprile quella di qualifica. I portafogli verranno accreditati con $ 1 milione e tutti i partecipanti potranno iniziare a sfidarsi. I partecipanti verranno quindi classificati e valutati in base alle loro scelte di investimento sostenibile. Solo i primi 100 investitori che otterrano i migliori profitti adottando principi ESG potranno accedere al round finale (12-14 maggio) in cui una giuria premierà i primi tre vincitori.

L’Investment Challenge fa parte del programma Challenge di Reply, che punta ad individuare i trend più innovativi in ambito coding, creatività, cyber security e finanza. Dal 2018 più di 100.000 giocatori hanno aderito alla community Reply Challenge, mentre solo lo scorso anno oltre 8.400 partecipanti hanno preso parte alla prima edizione della Reply Investment Challenge.

Le registrazioni alla Reply Sustainable Investment Challenge sono aperte fino al 16 aprile. Tutte le informazioni disponibili su: challenges.reply.com.

“Inclusione: costruire una societa’ migliore per tutti”: è online il nuovo numero di SOMeMagazine

E’ uscito il #5 di SOMe, l’eMagazine della nostra Scuola in cui raccontiamo storie, punti di vista e progetti attorno a temi-chiave della nostra missione.

In questo numero intitolato “Inclusion: shaping a better society for all” discutiamo del tema dell’inclusione, declinato in ambito universitario, lavorativo e sociale.

Ne parliamo con Donatella Sciuto, Prorettrice del Politecnico di Milano, che ci racconta come le università possano contribuire a ridurre il divario di genere nello studio delle materie STEM, e debbano farsi promotrici di un’inclusione a tutto tondo, creando le condizioni per accogliere la diversità in tutte le sue forme.

Diversità che può essere valore aggiunto nelle aziende, come spiega Guido Micheli nel suo editoriale sull’inclusione dei lavoratori disabili.

Emanuele Lettieri racconta la sfida dell’Healthy Ageing, ossia come invecchiare in salute ed essere “inclusi” come soggetti attivi e partecipativi nella società il più a lungo possibile.

Infine una riflessione di Lucio Lamberti e Alessandro Perego sulla progressiva “remotizzazione” del lavoro e della formazione, che ha stravolto tutti i modelli sociali tradizionali, e la proposta di una piattaforma multidisciplinare per lo studio di benefici e costi sociali della nuova remote economy.

Nelle “Stories” alcuni nostri nuovi progetti di ricerca e azioni sul territorio: dal percorso di dottorato sulla sostenibilità aerea, ai risultati dei Food Hub di quartiere nella lotta contro lo spreco alimentare.

 

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I numeri precedenti:

  • # 1 “Sustainability – Beyond good deeds, a good deal?”
  • Special Issue Covid-19 – “Global transformation, ubiquitous responses
  • #2 “Being entrepreneurial in a high-tech world”
  • #3 “New connections in the post-covid era”
  • #4 “Multidisciplinarity: a new discipline”