Tempo di project work per il MABIC

Dopo 16 mesi trascorsi in aula e 4 passati “sul campo”,  per gli allievi del Master in Management dei Beni e delle Istituzioni Culturali, è arrivato il momento di concludere il percorso di studi con la discussione del project work finale.

Così il 12 luglio, accompagnati dai tutor delle istituzioni che li hanno accolti in stage, i nostri studenti sono tornati nuovamente sui banchi del MIP per presentare il frutto degli ultimi mesi di lavoro.

Questi progetti, tuttavia, non rimarranno solo sulla carta, ma verranno implementati all’interno degli enti culturali pubblici e privati per i quali sono stati ideati. Ecco perché è stato fissato un incontro a distanza di un anno per verificare l’effettiva realizzazione dei project work e il relativo stato di avanzamento.

Nel frattempo, facciamo le congratulazioni a tutti e diamo appuntamento per la Graduation del 12 dicembre, che avverrà contestualmente all’avvio della nuova edizione del master.

 

 

 

GIOCOnDa, un progetto per la gestione degli Open Data

 

Un progetto internazionale per la gestione condivisa degli open data di una vasta area di confine Italia/Svizzera: è in sintesi il progetto GIOCOnDa, acronimo di “Gestione integrata e olistica del ciclo di vita degli open data”, che è stato presentato lo scorso 21 giugno nella sede di Regione Lombardia, finanziato nell’ambito del Programma di Cooperazione Interreg V-A Italia-Svizzera.
Il progetto GIOCOnDa ha come capofila per l’Italia il Politecnico di Milano, con il Dipartimento di Ingegneria Gestionale, e l’Università Supsi per la Svizzera, ed è coordinato dall’Autorità di Gestione Regione Lombardia con un partenariato che comprende Provincia di Brescia, Provincia di Lecco, EasyGov, Varese Web e la Fondazione Bruno Kessler.

I dati delle PA condivisibili in formato open possono essere messi al servizio del territorio e accelerare lo sviluppo del tessuto imprenditoriale. Ma attualmente la pubblicazione da parte dei Comuni denota una grande varietà di tipologie di dati pubblicati, il che rende difficile sia compararli che utilizzarli a livello nazionale. Per non parlare del livello europeo, per il quale gli open data sono un elemento strategico di governance.

In questo contesto lo scopo di GIOCOnDa è rafforzare la governance transfrontaliera e le capacità di coordinamento e collaborazione delle pubbliche amministrazioni italiane e svizzere della Regio Insubrica. “Solo il 7 per cento dei Comuni ha una gestione virtuosa dei dati. La ricerca che abbiamo condotto nel 2018 dimostra che si è in crescita da questo punto di vista, ma si può fare meglio” commenta Michele Benedetti, Direttore degli Osservatori eGovernment e Agenda Digitale della School of Management del Politecnico di Milano.

E accanto all’utilizzazione sistematica e condivisa dei dati, il progetto ha come obiettivo anche il miglioramento dei processi di partecipazione degli stakeholder – imprese e società civile dei territori coinvolti – insistendo su diverse criticità dell’area: la mancanza, il disallineamento e il sottoutilizzo di informazioni comuni e l’onerosità della condivisione dati. “Individuati i fabbisogni informativi del sistema degli utenti PA e stakeholder, il progetto si occuperà di selezionare e analizzare i relativi dati disponibili, rendendone omogenee le strutture per favorire l’integrazione, l’interoperabilità e l’esposizione tramite un portale dedicato alla Regio Insubrica” spiegano Luca Tangi e Irene Vanini, ricercatori del Politecnico di Milano.

Per Daniele Crespi, responsabile Innovazione Digitale Direzione Strategie e innovazione dell’offerta Lombardia Informatica «Il ruolo di Regione Lombardia con gli Enti del territorio è fondamentale. Nel 2012 siamo partiti con il portale dedicato agli open data e abbiamo detto a tutti gli Enti del territorio che potevano usarlo gratuitamente. Oggi abbiamo lanciato una iniziativa nuova: indicare quali sono i dati utili e gli standard per avere dati omogenei. Il risultato sono 100 Comuni che hanno aderito e messo in comunicazione dati in forma automatica e standard comparabile».

E per la fruizione finale dei dati? “Abbiamo uno spettro di osservazione più ampio grazie al festival di giornalismo Glocal, dove si organizzano costantemente dei percorsi che riguardano gli open data e il data journalism” afferma Tomaso Bassani di Varese Web “in tutte le redazioni si stanno formando persone per la gestione anche giornalistica dei dati. L’evoluzione tecnologica insieme alla crescita di sensibilità ha permesso una prima diffusione, anche nelle redazioni più piccole, di cultura di attenzione al dato, come base del lavoro giornalistico. L’opinione pubblica ha un ruolo importante nel contesto della messa a disposizione del dato”.

Nei prossimi mesi il progetto GIOCOnDa prenderà ulteriormente forma coinvolgendo pubbliche amministrazioni e imprese del territorio insubrico, per arrivare a creare la piattaforma online.

Operazione co-finanziata dall’Unione europea, Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, dallo Stato Italiano, dalla Confederazione elvetica e dai Cantoni nell’ambito del Programma di Cooperazione Interreg V-A Italia-Svizzera.

Dalla personalizzazione alla collaborazione con PoliHub. I nuovi programmi MBA ed EMBA

 

I principali due elementi di innovazione dei corsi MBA ed EMBA della School of Management del Politecnico di Milano sono l’orientamento specifico verso l’area manageriale e imprenditoriale e l’articolazione in funzione dei trend più recenti. «Si tratta di percorsi differenti in grado di garantire competenze indipendentemente dagli ambiti di lavoro, grande azienda o realtà imprenditoriale, indispensabili nella complessità attuale dei mercati» spiega Antonella Moretto, vicedirettore dei programmi MBA ed Executive MBA. «In funzione dei nostri programmi, il manager potrà prendere decisioni con un piglio imprenditoriale e, viceversa, l’imprenditore potrà avere un approccio manageriale».

Un diploma, sei formati. I nuovi programmi MBA ed Executive MBA della School of Management del Politecnico di Milano vantano inoltre un’elevata personalizzazione. «Il singolo partecipante può affrontare un percorso “customizzato” sino al 50% delle attività con una “libreria” completamente nuova» continua Antonella Moretto. «L’ultima parte dei corsi può essere definita optando per argomenti più “di frontiera”, meno legati cioè al percorso accademico, ma si può scegliere anche cosa seguire in aula e cosa seguire in streaming, permettendo di personalizzare al massimo la fruizione. Per esempio, l’Executive MBA si può conseguire con quattro formati differenti: serale (lunedì e martedì sera in aula), part-time (weekend), Flex (a distanza attraverso la piattaforma digitale) e i-Flex (distance learning in lingua inglese). I corsi sono gli stessi, ma possono essere fruiti in modalità differente. L’ultimo aspetto di flessibilità, che credo siamo gli unici a poter offrire, riguarda i tempi della discussione del proprio project work, che possono essere abbreviati rispetto al classico percorso di due anni».

La nuova piattaforma FLEXA

Anche sotto il profilo della digitalizzazione le novità non mancano. «Innanzitutto, abbiamo cambiato gli strumenti in aula in modo da rendere possibile lo streaming di tutte le nostre lezioni. Offriamo così l’opportunità di seguire le lezioni anche online o di rivedere le stesse lezioni seguite front line. Tutto questo con una piattaforma completamente nuova, decisamente più user friendly rispetto alla precedente e con una libreria di clip completamente nuova. Inoltre – continua Antonella Moretto – tutti coloro che usufruiranno di FLEXA, avranno un digital mentor che li accompagnerà dall’inizio e per tutto il percorso sia nell’apprendimento che nella formazione, ma anche nell’avvio del percorso professionale, cioè nel contatto con le startup e le imprese. Offriamo un supporto digitale a 360 gradi. Fin dal primo giorno con FLEXA è previsto, per ogni partecipante, un assessment e le digital, hard e soft skill emerse vengono trasferite al nostro Career Development Officer che, attraverso incontri one-to-one, aiuta i partecipanti a definire la propria strategia di carriera. Nel frattempo, creiamo una serie di opportunità di supporto in questa direzione favorendo contatti con le imprese e le startup». Questo è uno degli aspetti chiave dei programmi MBA ed Executive MBA della School of Management. «Al riguardo – spiega sempre Antonella Moretto – abbiamo enfatizzato la relazione con PoliHub, l’incubatore di imprese e startup del Politecnico di Milano, per permettere di entrare in contatto con le startup sin dall’incubazione delle idee imprenditoriali o per sviluppare dei project work con le startup esistenti».

Il rapporto con PoliHub

«Abbiamo deciso fin da subito di collaborare per offrire agli studenti opportunità di carriera imprenditoriale ma anche per arricchire le competenze manageriali dei nostri startupper che, nel caso in cui provengano da percorsi tecnici, richiedono l’affiancamento di competenze gestionali» spiega Claudia Pingue, general manager PoliHub. «Spesso, infatti, le startup, in particolare quelle deep tech, hanno un team iniziale non sufficiente a garantire una crescita competitiva sui mercati internazionali e arriva un momento in cui è richiesta l’integrazione di competenze manageriali e gestionali e il potenziamento della leadership con l’eventuale presenza di un Ceo. Si è deciso quindi di mettere a disposizione degli studenti degli MBA e degli EMBA il programma Switch to Product, che premia e sostiene annualmente i migliori progetti imprenditoriali presentati all’interno del Politecnico di Milano e di selezionati da centri di ricerca come il CNR, ad esempio. È un’opportunità per gli studenti, che possono accedere a una piattaforma di accelerazione imprenditoriale e prendere così parte a un percorso esperienziale complesso che consente di misurare il proprio potenziale».

Politecnico di Milano, un ecosistema virtuoso

Già dal primo anno è prevista questa collaborazione con PoliHub, che ha due diversi obiettivi: creare un panel di assistenti MBA ed Executive MBA e consentire la candidatura di iniziative imprenditoriali in un panel dedicato, in modo da ricevere feedback ed entrare in un programma di incubazione. Il Politecnico di Milano è l’unica realtà accademica ad avere al proprio interno un incubatore così forte, tra i migliori al mondo, tanto che il 30% dei partecipanti al termine dei corsi decide di lanciare una propria attività imprenditoriale.
Infine, considerando che tutti i servizi di supporto alla carriera valgono per i sei mesi successivi all’acquisizione del diploma, va sottolineata la portata innovativa dell’ecosistema del Politecnico. «I progetti si concretizzano – conclude Antonella Moretto – anche perché c’è il contributo di tutto il sistema che gravita intorno all’ateneo: il Technology Transfer Office, il legame con il fondo di venture capital, il supporto tecnico per l’implementazione delle tecnologie e via dicendo».
Tutto il programma viene fatto conoscere ai potenziali utenti attraverso degli open day che prevedono un road show presso i laboratori. Prossimo appuntamento il 23 maggio 2020 al Campus Bovisa.

Premio di laurea sul tema “Logistica” in memoria del prof. Gino Marchet

A seguito dalla prematura scomparsa nel 2017 del Professor Gino Marchet, Professore Ordinario di Logistica presso il Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, sono stati istituiti 2 premi di laurea sul tema “logistica”.

I premi di laurea del valore ciascuno di € 2.000,00 lordi sono destinati a laureati/e in Ingegneria (Laurea Magistrale) presso le Facoltà di Ingegneria italiane che abbiano conseguito il titolo dal 1 ottobre 2018 al 31 luglio 2019.

I lavori dovranno trattare tematiche di logistica quali: Automazione di magazzino, Picking, Logistica 4.0, Ottimizzazione dei processi logistici e della supply chain, Outsourcing Logistico, Gestione delle scorte.

Per maggiori informazioni, si prega di consultare il bando disponibile alla pagina https://www.som.polimi.it/albo-e-bandi/

Perché le persone sono l’investimento migliore

Il segreto delle eccellenze italiane? Le persone, senza dubbio. È uno degli insegnamenti che gli studenti iscritti all’International Master in Marketing Management, Omnichannel and Consumer Analytics della School of Management del Politecnico di Milano si sono “portati a casa”. Cinque giorni, dal 6 al 10 maggio scorsi, in cui note aziende italiane hanno raccontato il proprio approccio all’Italian Way, illustrando le caratteristiche che hanno portato al successo i loro brand.

Studiare e innovare

«Noi di Artemide da sempre siamo stati molto favorevoli a collaborare con tutte quelle realtà che puntano sulla ricerca e sulla formazione, in un ambito universitario ma non solo», ha spiegato Laura Salviati, marketing and communication manager dell’azienda leader nel settore dell’illuminazione. «Ormai da oltre vent’anni collaboriamo con il Politecnico e altre realtà formative. Lo spirito di Artemide è sostenere la formazione accompagnandola alla ricerca. Abbiamo lanciato una campagna, GenerAction, che segue proprio questo doppio binario. Sosteniamo giovani talenti che si sono distinti per le loro idee: ad esempio, usare il laser per connettersi a Internet (Valerio Pagliarino) o che hanno escogitato un modo per rilevare il piombo nell’acqua (Gitanjali Rao). Intuizioni anche lontane dalla nostra realtà aziendale, legata alla luce e alle sue declinazioni, ma su cui vogliamo puntare ugualmente. Perché teniamo all’innovazione indipendentemente dalle sue declinazioni». E all’innovazione tiene anche Piaggio, come sottolinea l’executive vice president marketing and communication Davide Zanolini: «Piaggio è l’ambiente ideale per chi vuole sempre affrontare le nuove sfide offerte dal presente e dal futuro. Lavoriamo sull’ibrido, sulla sostenibilità, sui sistemi di intelligenza artificiale. Addirittura abbiamo aperto a Boston, negli Stati Uniti, un impianto interamente dedicato alla robotica. Siamo fortemente orientati all’evoluzione continua». Una caratteristica valorizzata e incoraggiata anche tra i dipendenti.

Lo spirito di squadra nasce in università

L’atteggiamento proattivo e propositivo, però, deve riguardare anche lo studio. Sarebbe un errore, infatti, affrontare passivamente i periodi di formazione. Dennis de Munck, head of employer branding in Ferrari, ha voluto offrire un consiglio molto chiaro: «Non c’è niente di più prezioso della curiosità, una caratteristica che non va messa da parte quando si studia, ma anzi va coltivata. È il momento migliore per imparare, confrontandosi non solo con i professori, ma anche con i colleghi. Un’opportunità unica, che aiuta migliorare sé stessi e la capacità di lavorare in team». Come racconta de Munck, Ferrari reputa fondamentale la formazione delle persone. «In tutto il mondo stringiamo rapporti di partnership selettivi con le migliori università, in ogni ambito. Il rapporto è biunivoco: portiamo la nostra esperienza agli studenti, ma al contempo ascoltiamo per conoscere le esigenze dei lavoratori di oggi e di domani».
Atteggiamento analogo da parte di Alessi, marchio storico del design italiano, come spiega l’ad Marco Pozzo: «Vogliamo che le persone che lavorano con noi siano messe nelle condizioni migliori così da massimizzare le proprie competenze. La nostra divisione Omnichannel, ad esempio, è nata grazie alla creazione di un nuovo team costituito da risorse già presenti in azienda e provenienti da vari ambiti come marketing, commerciale, sistemi informativi. Grazie all’unione delle loro competenze, possiamo affrontare le sfide e cogliere le opportunità offerte dal digitale».

Formazione: una mission aziendale

Il valore delle aziende, dunque, non riguarda più soltanto il prodotto. Considerazione che vale per i consumatori, sempre più orientati a premiare realtà con una forte brand identity, ma anche per chi valuta una posizione lavorativa: «Oggi più che mai è importante il sense of purpose trasmesso dall’azienda. Qual è l’obiettivo? Qual è lo scopo? Quali sono i valori in gioco, e che cosa può dare l’azienda ai propri lavoratori? Chi sceglie Ferrari», continua de Munck, «vuole mettere a disposizione le proprie capacità e accrescere le proprie competenze, in un’ottica che è sia top down sia bottom up. Inoltre, la formazione non avviene più solo all’ingresso, ma per tutto l’arco lavorativo. Per noi è importante che questo valga per tutti, colletti blu e colletti bianchi, operai e manager. La nostra scuola mestieri aziendale è aperta a tutti».

La forza delle idee

Imparare, apprendere e saper puntare sulle proprie capacità, dunque. Lo stesso messaggio che ha voluto dare Tancredi Alemagna, amministratore delegato di T’a Milano, azienda dolciaria milanese attiva anche nei settori eventi, ristorazione, catering e banqueting: «Il nostro Paese sta affrontando un periodo economicamente turbolento. Io e mio fratello siamo partiti in due, da una stanza, entrando in un settore spietato come quello del food. Nonostante le difficoltà, oggi abbiamo 54 dipendenti. Siamo un Paese con tante teste brillanti. Sono queste a fare la differenza rispetto ai competitor. Con una visione forte e originale, emergere è una sfida possibile».

IMIM e MPAM: tempo di graduation!

Il mese di giugno ha segnato per alcuni dei nostri allievi la fine del percorso al MIP e l’inizio di una nuova avventura. Si tratta degli studenti del Master in Performing Arts Management e dell’International Master in Industrial Management, che hanno festeggiato la consegna dei diplomi rispettivamente il 25 e il 28 giugno.

Gli allievi del Master in partnership con Accademia Teatro alla Scala sono tornati al MIP in queste settimane proprio per discutere il project work finale, dopo essere stati impegnati nell’internship curricolare in teatri e istituzioni di tutto il mondo.

Gli IMIM, invece, fin dal terzo semestre si sono divisi tra le varie università partner, da Edimburgo a Pechino, da Tolosa a Monaco di Baviera, fino a Florianopolis.
Un primo gruppo ha presentato la propria Master Thesis a Milano a fine giugno, mentre gli altri concluderanno il percorso a Madrid a ottobre.

Congratulazioni a tutti!

Con l’Outdoor Training inizia il percorso di Career Development

La nostra Scuola offre l’opportunità agli studenti Executive MBA di integrare al percorso didattico esperienze volte allo sviluppo di competenze trasversali fin dai primi giorni. L’outdoor training che per molti dei nostri allievi segna l’inizio dell’avventura al MIP e l’occasione per rompere il ghiaccio, è anche il primo step del Programma di Career Development.

Il programma di  Career Development del MIP, infatti, ha l’obiettivo di sviluppare competenze per la definizione, la costruzione e la gestione continua del proprio percorso professionale in un’ottica di autoimprenditorialità, attraverso un programma di sviluppo professionale integrato nella didattica del Master.

A tal fine, l’outdoor training rappresenta una preziosa opportunità per sviluppare le career management skills e cominciare ad acquisire graduale consapevolezza di sé ragionando sui propri punti di forza ed aree di miglioramento.

Quest’anno è stata la suggestiva cornice di Valposchiavo in Svizzera ad accogliere i nostri allievi Flex EMBA ed EMBA Part Time per un’esperienza collettiva volta ad innescare lo sviluppo di competenze strategiche per la carriera quali self awareness & development, team-working, communication & interaction, interpersonal relationships & networking.

Inoltre, l’attività è stata un’occasione per sensibilizzare e riflettere sul tema della Sostenibilità, caro alla nostra Scuola.

Le tre “i” dell’eccellenza: identità, idee, innovazione

La capacità di innovare senza perdere di vista la tradizione, unita alle migliori espressioni del design e dell’industria. Sono gli elementi cruciali che caratterizzano l’eccellenza del business italiano nel mondo, come è emerso dal modulo Italian Way, che si è svolto a maggio e fa parte dell’International Master in Marketing Management, Omnichannel and Consumer Analytics della School of Management del Politecnico di Milano. Tante le aziende che sono intervenute, portando agli iscritti la propria esperienza, declinata in ambiti diversi, ma che in realtà presentano sfide globali sorprendentemente simili.

 
Crescere senza smarrire l’identità

Una delle sfide comuni a tutte le esperienze illustrate durante il modulo Italian way è la necessità di crescere, senza però snaturarsi.

«In Alessi (nota azienda piemontese produttrice di oggetti di design, ndr) abbiamo intrapreso un percorso di internazionalizzazione che mira all’espansione nel mercato statunitense e in quello asiatico», spiega l’amministratore delegato Marco Pozzo. «Vogliamo crescere, ma anche in questo processo la nostra priorità è conservare il DNA italiano. L’adattamento alle necessità espresse dalle diverse aree geografiche non significa dover snaturare la marca, anzi. Vogliamo che Alessi conservi la propria identità, abbracciando approcci alla tavola diversi come quelli orientali, ma anche democratizzando l’approccio ai prodotti di design. Negli Stati Uniti, ad esempio, ci sono diversi nostri oggetti che fanno parte della collezione permanente del MoMA di New York. Ma vogliamo che gli oggetti di design diventino parte integrante della vita quotidiana di tutti».

 

Il coraggio di rischiare

Dalla tavola alla strada, il passaggio è più breve di quanto si pensi. Nelle sale del MoMA di New York, infatti, troviamo anche la Vespa.

«La nostra filosofia è chiara: mantenere una forte coerenza con il passato, ma puntando sempre all’innovazione sia tecnologica sia di design», racconta Davide Zanolini, Executive vice president marketing and communication di Piaggio. «Quello che ci caratterizza nel mondo è il coraggio di rischiare qualcosa in più rispetto a tutti gli altri. Siamo stati i primi a presentare uno scooter a tre ruote, i primi a sperimentare sull’ibrido. In questo riconosciamo la nostra italianità, oltre che in una fortissima vocazione ingegneristico-tecnologica che si presenta al pubblico con elementi di design iconici».

 

Lo spirito di squadra

Innovazione, tecnologia e design sono anche tre delle caratteristiche su cui punta Ferrari per consolidare la propria brand identity nel mondo.

«Siamo orgogliosi di rappresentare un’eccellenza italiana», ha spiegato Dennis de Munck, head of employer branding. «Soprattutto, vogliamo puntare sullo spirito di squadra. Così come Ferrari è la scuderia per cui tifano tutti gli italiani e milioni di persone in tutto il mondo, allo stesso modo vogliamo che chiunque lavori con noi si senta parte di un grande team, il cui obiettivo è rispondere alle sfide con la forza delle idee e dell’innovazione. L’eccellenza è quello che ci distingue, in pista e fuori, e continuerà a farlo. Per questo siamo sempre alla ricerca dei migliori talenti».

 

Accogliere la diversità

L’apertura al mondo e alla diversità è dunque un’altra caratteristica su cui le aziende italiane puntano molto. «Per essere internazionali cerchiamo di aprirci a diverse culture», sottolinea Laura Salviati, training and communication manager di Artemide, azienda leader nel settore dell’illuminazione.

«Nel mondo, l’approccio alla luce varia molto da un Paese all’altro. Nella produzione industriale, però, non possiamo che riconoscere l’eccellenza italiana. All’estero è molto più difficile trovare industrie capaci di seguirci nei processi produttivi. In Italia abbiamo a disposizione un saper fare che riesce a mettere insieme artigianalità e industria. Non siamo interessati a produrre al minor costo possibile, ma alla qualità».

 

Gusto locale, eccellenza globale

Se Artemide valorizza il know how territoriale, c’è chi invece punta su altre risorse e su tutt’altro tipo di materie prime, stavolta nell’ambito del food. È quello che fa Tancredi Alemagna, fondatore e amministratore delegato di T’a Milano:

«Prendiamo il miglior cioccolato sul mercato e lo abbiniamo alla mandorla d’Avola, al limone di Sorrento, al pistacchio di Sicilia. Puntiamo, quando è possibile, sulle eccellenze alimentari del nostro Paese, proponendo un vero e proprio italian journey del gusto. Dalla tavoletta di cioccolato al packaging, tutto deve ricondurre ai nostri valori: italianità, qualità e design».

 

Summer Gala Dinner 2019

Il panel dei relatori durante la tavola rotonda

 

Oltre 700 ospiti per l’undicesima edizione del Summer Gala Dinner degli Alumni della School of Management del Politecnico di Milano per celebrare i 40 anni di MIP Politecnico di Milano e il suo legame con Milano

Si è tenuta lo scorso 20 giugno, presso Super Studio Più di via Tortona, Milano, l’undicesima edizione del Summer Gala Dinner, evento organizzato dalla School of Management del Politecnico di Milano. Si tratta dell’appuntamento annuale più importante dedicato alla community degli Alumni della Business School e della Laurea in Ingegneria Gestionale. Oltre 700 partecipanti tra alumni, studenti, professori ed ospiti aziendali provenienti da diverse parti del mondo, hanno preso parte all’evento.

Gli Alumni rappresentano un grande valore e una risorsa. Mantengono alto il nome del Politecnico di Milano nelle imprese e nelle istituzioni in cui operano. Sono ambasciatori della nostra visione e della nostra progettualità. Grazie a loro riusciamo a mettere in piedi nuove iniziative a vantaggio non solo dell’università, ma di tutta la sua comunità di riferimento: dal finanziamento di borse di studio al contributo per il nuovo Campus, punto di incontro con la città di Milano e con il mondo.” – ha dichiarato Ferruccio Resta, Rettore del Politecnico – “Crediamo nell’orgoglioso spirito dei nostri Alumni e nella loro voglia di restituire come parte integrante dello sviluppo dell’Ateneo”.

Il Summer Gala Dinner ha sancito un importante traguardo nella formazione manageriale: quest’anno, infatti, MIP– la Business School del Politecnico di Milano, fondata nel 1979 – festeggia i suoi 40 anni. La Scuola, nel corso degli anni, ha saputo trasformare in opportunità i cambiamenti derivanti dal contesto economico e tecnologico. In particolare, il MIP, cavalcando le opportunità offerte dalle tecnologie digitali, già nel 2014 lancia il Flex EMBA, il primo Executive MBA in digital learning in Italia. Quest’anno, in occasione del quarantesimo compleanno, il MIP torna a giocare un ruolo da protagonista nell’innovazione della formazione manageriale, aprendo alla community di alumni FLEXA, la piattaforma digitale che – lanciata durante il Summer Gala Dinner 2018è la prima promossa da una Business school a livello internazionale: una piattaforma che, grazie all’intelligenza artificiale, aiuta ad aggiornare le competenze e a restare al passo col mercato del lavoro

I 40 anni di attività del MIP, in un mercato sempre più globale e competitivo, rappresentano un traguardo importante per una business school.”, ha commentato Andrea Sianesi, Dean del MIP, “Arrivare a 40 anni continuando a crescere come numero di studenti, posizionamento nei ranking, apertura internazionale ed immagine di eccellenza è motivo ulteriore di orgoglio per tutte le persone che, come faculty e staff, ci lavorano quotidianamente e per tutti coloro, studenti e alumni, che sono la prova tangibile dei successi raggiunti e sono i migliori ambasciatori della nostra Scuola nel mondo

Per sancire il legame con Milano, il filo conduttore del Summer Gala Dinner 2019 era la crescita di Milano e il racconto delle sue eccellenze. Il cuore dell’evento è stato rappresentato da una tavola rotonda, con la partecipazione di un parterre di relatori che si sono confrontati, raccontando la loro storia professionale sullo sfondo di una Milano in continua evoluzione: Anna Scavuzzo, Vicesindaco e Assessore alla Sicurezza del Comune di Milano, Maria Sebregondi, Co-founder di Moleskine e Presidente di Moleskine Foundation, Armando Brunini, CEO di SEA Milan Airports, Emilio Faroldi, Prorettore delegato del Politecnico di Milano, Professore e esperto di architettura dello sport, Carlo Morfini, Managing Director alla Triennale di Milano, Alberto Rivolta, COO del Gruppo Feltrinelli. A moderare la tavola rotonda sarà il noto giornalista Paolo Valentino, corrispondente diplomatico del Corriere della Sera.

Lo sviluppo della nostra Scuola raccontata in parallelo alla magnifica evoluzione di cui la città di Milano è stata protagonista in questi ultimi 40 anni, diventando importante punto di riferimento economico, culturale e sociale a livello nazionale ed internazionale: questa la sfida che ci siamo posti per la serata del 20 giugno, regalando alla nostra Community Alumni una esperienza memorabile ed ancora una volta di altissimo valore” hanno aggiunto Alessandro Perego, Direttore del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e Marco Taisch, Delegato per le Relazioni con gli Alumni della School of Management.

 

Settimo al mondo nella formazione a distanza e tra i primi 4 in Europa: è il Flex EMBA di MIP Politecnico di Milano

Secondo i QS Distance/Online MBA Rankings 2019 appena pubblicati  il programma per executive della Scuola è salito di ben 13 posizioni in un anno

 

 

“Ancora un riconoscimento che conferma l’eccellenza della School of Management nello sviluppo di soluzioni digitali a supporto dei processi di education”, commentano Andrea Sianesi e Federico Frattini.
E il futuro sarà di FLEXA, la piattaforma di continuous learning che sfrutta l’intelligenza artificiale

Nella top ten mondiale dei migliori master per executive fruibili in distance learning e tra i primi 4 in Europa, l’unico prodotto italiano a figurare in graduatoria è il Flex EMBA di MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business, che sale di ben 13 posizioni a livello globale e risulta settimo al mondo secondo i recentissimi QS Distance/Online MBA Rankings 2019, che misurano le performance dei migliori MBA fruibili a distanza.

Nei ranking che – come QS – considerano tra i principali criteri di valutazione l’esperienza dei partecipanti durante il corso e la qualità della faculty,  la Business School del Politecnico di Milano ottiene sempre posizionamenti eccellenti. E in questo ranking, infatti, il Master Flex EMBA si colloca al primo posto al mondo per ‘Class Experience’ e al secondo per  ‘Faculty and Teaching’.

Erogato in modalità blended grazie a una specifica piattaforma sviluppata in partnership con Microsoft, il Flex EMBA, già selezionato nel 2016 tra i più innovativi MBA al mondo da AMBA (Association of MBAs), può vantare dal 2017 l’accreditamento EOOCS dell’EFMD (European Foundation for Management Development) che certifica la qualità dei programmi online: è il primo programma per executive in Italia ad averlo ottenuto e tra i primi in assoluto.

Siamo orgogliosi di questo risultato – commentano Andrea Sianesi e Federico Frattini, rispettivamente Dean e Direttore dei Programmi MBA ed Executive MBA di MIP – che insieme all’altissima partecipazione (dal 2014 quasi 400 studenti hanno frequentato le due aule, italiana e internazionale) fa del Flex EMBA il Master di maggior successo della Scuola negli ultimi dieci anni. Un traguardo raggiunto grazie ai continui sforzi di miglioramento del programma e di internazionalizzazione del curriculum. Ancora una volta viene riconosciuta la validità dell’offerta formativa online del MIP Politecnico di Milano, che dal 2013 ha investito fortemente sull’applicazione delle tecnologie digitali per rendere ottimale la fruibilità e l’accessibilità dei suoi programmi di formazione, senza però trascurare la qualità dell’insegnamento e la personalizzazione dell’esperienza formativa”.

“I riconoscimenti che negli anni hanno premiato e tuttora premiano il valore del Flex EMBA – continuano Sianesi e Frattini – non fanno che confermare l’eccellenza del MIP nello sviluppo di soluzioni digitali a supporto dei processi di education. Siamo stati i primi in Italia cinque anni fa a credere in un master per executive in digitale, tanto da affiancarvi due anni dopo una versione internazionale, l’i-Flex. Ora, un’altra tessera si è aggiunta al mosaico: da dicembre 2018, gli studenti di MIP possono fruire dei servizi di FLEXA, l’innovativa piattaforma sviluppata sempre in partnership con Microsoft che utilizza l’intelligenza artificiale per offrire servizi di skill assessment, formazione personalizzata e continuous learning, un rivoluzionario e-tutor che aiuta a colmare le lacune e a raggiungere gli obiettivi professionali”.