Premio per tesi di laurea con impatti sui Sustainable Development Goals

La School of Management del Politecnico di Milano promuove i principi di una gestione responsabile e sostenibile in tutti i suoi programmi e sostiene attività di apprendimento e ricerca coerenti con i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile/ Sustainable Development Goals (SDG) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. In questo contesto nasce il bando per il premio “SOM per gli SDG: Tesi con impatti connessi ai Sustainable Development Goals.”

Possono essere presentate candidature per tesi o tesine che rappresentino un contributo per risolvere le sfide sociali del nostro tempo e individuare modelli di sviluppo sostenibile sul piano ambientale, economico e sociale (es. sviluppo di ricerche in ambito di progetti, prodotti o servizi alla persona per la promozione della salute e del benessere, parità di genere, sicurezza, protezione dell’ambiente, conservazione del patrimonio culturale, miglioramento delle condizioni di vita delle fasce deboli).

I premi sono destinati a laureati/e nel corso di Laurea Magistrale o Laurea Specialistica o V.O in Ingegneria Gestionale presso il Politecnico di Milano che abbiano conseguito il relativo titolo nel periodo Novembre 2018 – Ottobre 2019.

La scadenza del bando è il 9 ottobre 2019. 

Per maggiori informazioni, si prega di consultare il bando disponibile alla pagina https://www.som.polimi.it/albo-e-bandi/

Dall’e-commerce all’omnicanalità

 

Le esigenze del cliente e le opportunità per le aziende

Manuela Balli, Adjunct Professor presso il MIP, e Giulio Lampugnani, Head of seller services FBA di Amazon, spiegano perché l’integrazione dei canali online e fisici è una strategia vincente.

Non è più tempo di contrasti tra gli store digitali e i negozi fisici. Il futuro dell’e-commerce è omnichannel: un modello virtuoso, se sviluppato nel modo giusto, ma anche di notevole complessità, che nasce come risposta alle abitudini d’acquisto multicanale recentemente mostrate dai clienti. Il dato parla da sé: secondo una ricerca dell’Osservatorio Multicanalità del Politecnico di Milano, il 67% della popolazione italiana sopra i 14 anni ha adottato un processo d’acquisto multicanale.

Digital e retail: un’alleanza necessaria

«Oggi, ad esempio, i clienti hanno imparato a ricercare informazioni sui prodotti nei negozi fisici, per poi concludere l’acquisto online, o viceversa: più in generale, i due canali vengono utilizzati in maniera fluida, a seconda delle diverse esigenze» spiega Manuela Balli, Adjunct Professor presso il MIP. «In un simile scenario, la sinergia e la coerenza aziendale diventano fondamentali. L’approccio omnicanale esige un modello cooperativo e collaborativo. All’inizio possono sorgere dei conflitti tra digital e retail, causati magari da dinamiche di prezzo, di comunicazione, di risposta ai diversi stimoli esterni. Ma bisogna trovare una soluzione coerente alla strategia aziendale complessiva. Il vantaggio competitivo delle aziende nasce dalla risposta a questa sfida».
L’obiettivo è costruire un’esperienza d’acquisto impeccabile in ogni suo snodo. Le aziende del lusso forniscono un ottimo esempio: «In questo settore la logica della customer experience viene amplificata. Il consumatore ha delle forti aspettative lungo tutto il processo. Per soddisfarle, è necessario mettere in atto un’analisi del comportamento del consumatore, identificando le logiche dei nuovi percorsi d’acquisto e puntando sul customer relationship management» spiega Balli.

Il modello Amazon

Strategie nuove che si basano su strumenti nuovi, come appunto i canali digitali, ma che in realtà poggiano su un assunto già rodato: la centralità del cliente e la sua soddisfazione. Un esempio di successo è senza dubbio Amazon. Secondo Balli, infatti, «Amazon è un esempio di business capovolto. Parte dal mondo digitale e decide di sviluppare dei punti di vendita fisici, orientandosi verso una presenza omnicanale». Un approccio confermato anche da Giulio Lampugnani, che per Amazon è Head of seller services FBA. «Per capire come mai la nostra azienda ha intrapreso la strada dei negozi fisici, è importante capire quali sono i tre criteri che hanno guidato la nostra azienda fin dalla nascita: il primo prevede di offrire al cliente la maggiore selezione di prodotti possibile. Il secondo, di proporre il prezzo più basso possibile. Il terzo, infine, di garantire il servizio più comodo possibile».
È da quest’ultimo punto che è nata la decisione di Amazon di tentare la strada dei negozi fisici. «Ci siamo accorti che per i clienti era meglio avere anche la possibilità di acquistare alcuni prodotti dal vivo» racconta Lampugnani. «Siamo partiti da Amazon Books e Amazon Go, due catene in cui abbiamo cercato di replicare alcuni dei nostri meccanismi online più distintivi. Nei bookstore, ad esempio, abbiamo affiancato a ogni libro un display con le recensioni degli utenti, uno degli elementi di maggior disruption introdotti da Amazon. Nei punti vendita di Amazon Go, invece, abbiamo voluto replicare la semplicità dell’acquisto online: niente casse, niente code. Si conclude l’acquisto come con un click».

Più digitale, più Made in Italy

Ma, secondo Lampugnani, Amazon fa anche da volano per le aziende che vorrebbero inaugurare una strategia omnicanale all’estero. «Amazon è una vetrina internazionale che può essere sfruttata come canale di sviluppo per far conoscere il brand e condurre così verso una seconda fase in cui si può pensare all’apertura di un canale fisico». Una grande opportunità per le aziende italiane, nonché uno dei motivi che hanno spinto Lampugnani a partecipare in veste di speaker guest al corso Sviluppare fatturato e-commerce attraverso l’omnichannel marketing, che si terrà presso il MIP il 29 ottobre 2019, con la docenza di Manuela Balli. «Teniamo alla crescita delle aziende italiane. Il livello di penetrazione dell’e-commerce nel settore retail italiano è ancora intorno al 7%, mentre nel Regno Unito arriva già al 19%. Una volta colmato questo gap, l’Italia potrà valorizzare un prodotto molto più forte, ovvero il Made in Italy», conclude Lampugnani.

Una giornata a Stresa

 

Venerdì 26 luglio, lo staff MIP ha avuto l’occasione di trascorrere una giornata diversa dal solito, lontana da scrivanie e pc, dismettendo abiti e formalità tipiche di una giornata in ufficio.
Infatti, in occasione del 40esimo anniversario della Scuola, si è deciso di ringraziare con un evento nella stupenda cornice del Lago Maggiore lo Staff di MIP che, con passione  e dedizione, ha contribuito negli anni a raggiungere questo traguardo.

“Si tratta di un risultato importante per il MIP e così abbiamo deciso di dedicare un evento a uno dei nostri stakeholder più importanti – lo staff. In questi 40 anni, siamo cresciuti – anche di numero –  e questa giornata, oltre a celebrare l’anniversario della Scuola, ha proprio l’obiettivo di rafforzare lo spirito di gruppo.” – spiega Andrea Sianesi, Dean del MIP.

 

Così, invece di varcare le soglie del MIP, venerdì mattina, i dipendenti MIP sono partiti tutti insieme verso Stresa per una giornata improntata al liet-motiv della condivisone e della collaborazione, mediante attività organizzate di team building in un contesto informale e rilassato.

Dopo un momento istituzionale con Andrea Sianesi, l’outdoor è entrato nel vivo con una prima un’attività di ice breaking. La giornata è poi continuata nelle splendide isole delle Isole Borromee, dove, dopo il pranzo, lo staff si è messo alla prova con una divertente caccia al tesoro tra l’Isola dei Pescatori e l’Isola Bella.

Creatività, spirito d’iniziativa e tanto divertimento hanno caratterizzato questa attività, volta a rafforzare i rapporti con i colleghi e a conoscersi meglio.
Il tutto con un pizzico di sana competizione, che ha reso il pomeriggio ancora più interessante.

Dopo tutta questa attività, non poteva mancare un aperitivo tutti insieme vista lago, con tanto di premiazione del team vincitore. Congratulazioni al team Green Panthers che con Piera Castaldo, Alberto Coscarelli, Adriana Foti, Francesca Muzzi, Valentina Piccinno, Andrea Di Stefano, Thomas Raimondi, Anna Milesi, Erica Santangelo, Alessandra Manfredi, Maria Chiara Falsaperla, Chiara Marelli e Bhor Dubey, si è aggiudicato il primo posto!

Tempo di project work per il MABIC

Dopo 16 mesi trascorsi in aula e 4 passati “sul campo”,  per gli allievi del Master in Management dei Beni e delle Istituzioni Culturali, è arrivato il momento di concludere il percorso di studi con la discussione del project work finale.

Così il 12 luglio, accompagnati dai tutor delle istituzioni che li hanno accolti in stage, i nostri studenti sono tornati nuovamente sui banchi del MIP per presentare il frutto degli ultimi mesi di lavoro.

Questi progetti, tuttavia, non rimarranno solo sulla carta, ma verranno implementati all’interno degli enti culturali pubblici e privati per i quali sono stati ideati. Ecco perché è stato fissato un incontro a distanza di un anno per verificare l’effettiva realizzazione dei project work e il relativo stato di avanzamento.

Nel frattempo, facciamo le congratulazioni a tutti e diamo appuntamento per la Graduation del 12 dicembre, che avverrà contestualmente all’avvio della nuova edizione del master.

 

 

 

GIOCOnDa, un progetto per la gestione degli Open Data

 

Un progetto internazionale per la gestione condivisa degli open data di una vasta area di confine Italia/Svizzera: è in sintesi il progetto GIOCOnDa, acronimo di “Gestione integrata e olistica del ciclo di vita degli open data”, che è stato presentato lo scorso 21 giugno nella sede di Regione Lombardia, finanziato nell’ambito del Programma di Cooperazione Interreg V-A Italia-Svizzera.
Il progetto GIOCOnDa ha come capofila per l’Italia il Politecnico di Milano, con il Dipartimento di Ingegneria Gestionale, e l’Università Supsi per la Svizzera, ed è coordinato dall’Autorità di Gestione Regione Lombardia con un partenariato che comprende Provincia di Brescia, Provincia di Lecco, EasyGov, Varese Web e la Fondazione Bruno Kessler.

I dati delle PA condivisibili in formato open possono essere messi al servizio del territorio e accelerare lo sviluppo del tessuto imprenditoriale. Ma attualmente la pubblicazione da parte dei Comuni denota una grande varietà di tipologie di dati pubblicati, il che rende difficile sia compararli che utilizzarli a livello nazionale. Per non parlare del livello europeo, per il quale gli open data sono un elemento strategico di governance.

In questo contesto lo scopo di GIOCOnDa è rafforzare la governance transfrontaliera e le capacità di coordinamento e collaborazione delle pubbliche amministrazioni italiane e svizzere della Regio Insubrica. “Solo il 7 per cento dei Comuni ha una gestione virtuosa dei dati. La ricerca che abbiamo condotto nel 2018 dimostra che si è in crescita da questo punto di vista, ma si può fare meglio” commenta Michele Benedetti, Direttore degli Osservatori eGovernment e Agenda Digitale della School of Management del Politecnico di Milano.

E accanto all’utilizzazione sistematica e condivisa dei dati, il progetto ha come obiettivo anche il miglioramento dei processi di partecipazione degli stakeholder – imprese e società civile dei territori coinvolti – insistendo su diverse criticità dell’area: la mancanza, il disallineamento e il sottoutilizzo di informazioni comuni e l’onerosità della condivisione dati. “Individuati i fabbisogni informativi del sistema degli utenti PA e stakeholder, il progetto si occuperà di selezionare e analizzare i relativi dati disponibili, rendendone omogenee le strutture per favorire l’integrazione, l’interoperabilità e l’esposizione tramite un portale dedicato alla Regio Insubrica” spiegano Luca Tangi e Irene Vanini, ricercatori del Politecnico di Milano.

Per Daniele Crespi, responsabile Innovazione Digitale Direzione Strategie e innovazione dell’offerta Lombardia Informatica «Il ruolo di Regione Lombardia con gli Enti del territorio è fondamentale. Nel 2012 siamo partiti con il portale dedicato agli open data e abbiamo detto a tutti gli Enti del territorio che potevano usarlo gratuitamente. Oggi abbiamo lanciato una iniziativa nuova: indicare quali sono i dati utili e gli standard per avere dati omogenei. Il risultato sono 100 Comuni che hanno aderito e messo in comunicazione dati in forma automatica e standard comparabile».

E per la fruizione finale dei dati? “Abbiamo uno spettro di osservazione più ampio grazie al festival di giornalismo Glocal, dove si organizzano costantemente dei percorsi che riguardano gli open data e il data journalism” afferma Tomaso Bassani di Varese Web “in tutte le redazioni si stanno formando persone per la gestione anche giornalistica dei dati. L’evoluzione tecnologica insieme alla crescita di sensibilità ha permesso una prima diffusione, anche nelle redazioni più piccole, di cultura di attenzione al dato, come base del lavoro giornalistico. L’opinione pubblica ha un ruolo importante nel contesto della messa a disposizione del dato”.

Nei prossimi mesi il progetto GIOCOnDa prenderà ulteriormente forma coinvolgendo pubbliche amministrazioni e imprese del territorio insubrico, per arrivare a creare la piattaforma online.

Operazione co-finanziata dall’Unione europea, Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, dallo Stato Italiano, dalla Confederazione elvetica e dai Cantoni nell’ambito del Programma di Cooperazione Interreg V-A Italia-Svizzera.

Dalla personalizzazione alla collaborazione con PoliHub. I nuovi programmi MBA ed EMBA

 

I principali due elementi di innovazione dei corsi MBA ed EMBA della School of Management del Politecnico di Milano sono l’orientamento specifico verso l’area manageriale e imprenditoriale e l’articolazione in funzione dei trend più recenti. «Si tratta di percorsi differenti in grado di garantire competenze indipendentemente dagli ambiti di lavoro, grande azienda o realtà imprenditoriale, indispensabili nella complessità attuale dei mercati» spiega Antonella Moretto, vicedirettore dei programmi MBA ed Executive MBA. «In funzione dei nostri programmi, il manager potrà prendere decisioni con un piglio imprenditoriale e, viceversa, l’imprenditore potrà avere un approccio manageriale».

Un diploma, sei formati. I nuovi programmi MBA ed Executive MBA della School of Management del Politecnico di Milano vantano inoltre un’elevata personalizzazione. «Il singolo partecipante può affrontare un percorso “customizzato” sino al 50% delle attività con una “libreria” completamente nuova» continua Antonella Moretto. «L’ultima parte dei corsi può essere definita optando per argomenti più “di frontiera”, meno legati cioè al percorso accademico, ma si può scegliere anche cosa seguire in aula e cosa seguire in streaming, permettendo di personalizzare al massimo la fruizione. Per esempio, l’Executive MBA si può conseguire con quattro formati differenti: serale (lunedì e martedì sera in aula), part-time (weekend), Flex (a distanza attraverso la piattaforma digitale) e i-Flex (distance learning in lingua inglese). I corsi sono gli stessi, ma possono essere fruiti in modalità differente. L’ultimo aspetto di flessibilità, che credo siamo gli unici a poter offrire, riguarda i tempi della discussione del proprio project work, che possono essere abbreviati rispetto al classico percorso di due anni».

La nuova piattaforma FLEXA

Anche sotto il profilo della digitalizzazione le novità non mancano. «Innanzitutto, abbiamo cambiato gli strumenti in aula in modo da rendere possibile lo streaming di tutte le nostre lezioni. Offriamo così l’opportunità di seguire le lezioni anche online o di rivedere le stesse lezioni seguite front line. Tutto questo con una piattaforma completamente nuova, decisamente più user friendly rispetto alla precedente e con una libreria di clip completamente nuova. Inoltre – continua Antonella Moretto – tutti coloro che usufruiranno di FLEXA, avranno un digital mentor che li accompagnerà dall’inizio e per tutto il percorso sia nell’apprendimento che nella formazione, ma anche nell’avvio del percorso professionale, cioè nel contatto con le startup e le imprese. Offriamo un supporto digitale a 360 gradi. Fin dal primo giorno con FLEXA è previsto, per ogni partecipante, un assessment e le digital, hard e soft skill emerse vengono trasferite al nostro Career Development Officer che, attraverso incontri one-to-one, aiuta i partecipanti a definire la propria strategia di carriera. Nel frattempo, creiamo una serie di opportunità di supporto in questa direzione favorendo contatti con le imprese e le startup». Questo è uno degli aspetti chiave dei programmi MBA ed Executive MBA della School of Management. «Al riguardo – spiega sempre Antonella Moretto – abbiamo enfatizzato la relazione con PoliHub, l’incubatore di imprese e startup del Politecnico di Milano, per permettere di entrare in contatto con le startup sin dall’incubazione delle idee imprenditoriali o per sviluppare dei project work con le startup esistenti».

Il rapporto con PoliHub

«Abbiamo deciso fin da subito di collaborare per offrire agli studenti opportunità di carriera imprenditoriale ma anche per arricchire le competenze manageriali dei nostri startupper che, nel caso in cui provengano da percorsi tecnici, richiedono l’affiancamento di competenze gestionali» spiega Claudia Pingue, general manager PoliHub. «Spesso, infatti, le startup, in particolare quelle deep tech, hanno un team iniziale non sufficiente a garantire una crescita competitiva sui mercati internazionali e arriva un momento in cui è richiesta l’integrazione di competenze manageriali e gestionali e il potenziamento della leadership con l’eventuale presenza di un Ceo. Si è deciso quindi di mettere a disposizione degli studenti degli MBA e degli EMBA il programma Switch to Product, che premia e sostiene annualmente i migliori progetti imprenditoriali presentati all’interno del Politecnico di Milano e di selezionati da centri di ricerca come il CNR, ad esempio. È un’opportunità per gli studenti, che possono accedere a una piattaforma di accelerazione imprenditoriale e prendere così parte a un percorso esperienziale complesso che consente di misurare il proprio potenziale».

Politecnico di Milano, un ecosistema virtuoso

Già dal primo anno è prevista questa collaborazione con PoliHub, che ha due diversi obiettivi: creare un panel di assistenti MBA ed Executive MBA e consentire la candidatura di iniziative imprenditoriali in un panel dedicato, in modo da ricevere feedback ed entrare in un programma di incubazione. Il Politecnico di Milano è l’unica realtà accademica ad avere al proprio interno un incubatore così forte, tra i migliori al mondo, tanto che il 30% dei partecipanti al termine dei corsi decide di lanciare una propria attività imprenditoriale.
Infine, considerando che tutti i servizi di supporto alla carriera valgono per i sei mesi successivi all’acquisizione del diploma, va sottolineata la portata innovativa dell’ecosistema del Politecnico. «I progetti si concretizzano – conclude Antonella Moretto – anche perché c’è il contributo di tutto il sistema che gravita intorno all’ateneo: il Technology Transfer Office, il legame con il fondo di venture capital, il supporto tecnico per l’implementazione delle tecnologie e via dicendo».
Tutto il programma viene fatto conoscere ai potenziali utenti attraverso degli open day che prevedono un road show presso i laboratori. Prossimo appuntamento il 23 maggio 2020 al Campus Bovisa.

Premio di laurea sul tema “Logistica” in memoria del prof. Gino Marchet

A seguito dalla prematura scomparsa nel 2017 del Professor Gino Marchet, Professore Ordinario di Logistica presso il Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, sono stati istituiti 2 premi di laurea sul tema “logistica”.

I premi di laurea del valore ciascuno di € 2.000,00 lordi sono destinati a laureati/e in Ingegneria (Laurea Magistrale) presso le Facoltà di Ingegneria italiane che abbiano conseguito il titolo dal 1 ottobre 2018 al 31 luglio 2019.

I lavori dovranno trattare tematiche di logistica quali: Automazione di magazzino, Picking, Logistica 4.0, Ottimizzazione dei processi logistici e della supply chain, Outsourcing Logistico, Gestione delle scorte.

Per maggiori informazioni, si prega di consultare il bando disponibile alla pagina https://www.som.polimi.it/albo-e-bandi/

Perché le persone sono l’investimento migliore

Il segreto delle eccellenze italiane? Le persone, senza dubbio. È uno degli insegnamenti che gli studenti iscritti all’International Master in Marketing Management, Omnichannel and Consumer Analytics della School of Management del Politecnico di Milano si sono “portati a casa”. Cinque giorni, dal 6 al 10 maggio scorsi, in cui note aziende italiane hanno raccontato il proprio approccio all’Italian Way, illustrando le caratteristiche che hanno portato al successo i loro brand.

Studiare e innovare

«Noi di Artemide da sempre siamo stati molto favorevoli a collaborare con tutte quelle realtà che puntano sulla ricerca e sulla formazione, in un ambito universitario ma non solo», ha spiegato Laura Salviati, marketing and communication manager dell’azienda leader nel settore dell’illuminazione. «Ormai da oltre vent’anni collaboriamo con il Politecnico e altre realtà formative. Lo spirito di Artemide è sostenere la formazione accompagnandola alla ricerca. Abbiamo lanciato una campagna, GenerAction, che segue proprio questo doppio binario. Sosteniamo giovani talenti che si sono distinti per le loro idee: ad esempio, usare il laser per connettersi a Internet (Valerio Pagliarino) o che hanno escogitato un modo per rilevare il piombo nell’acqua (Gitanjali Rao). Intuizioni anche lontane dalla nostra realtà aziendale, legata alla luce e alle sue declinazioni, ma su cui vogliamo puntare ugualmente. Perché teniamo all’innovazione indipendentemente dalle sue declinazioni». E all’innovazione tiene anche Piaggio, come sottolinea l’executive vice president marketing and communication Davide Zanolini: «Piaggio è l’ambiente ideale per chi vuole sempre affrontare le nuove sfide offerte dal presente e dal futuro. Lavoriamo sull’ibrido, sulla sostenibilità, sui sistemi di intelligenza artificiale. Addirittura abbiamo aperto a Boston, negli Stati Uniti, un impianto interamente dedicato alla robotica. Siamo fortemente orientati all’evoluzione continua». Una caratteristica valorizzata e incoraggiata anche tra i dipendenti.

Lo spirito di squadra nasce in università

L’atteggiamento proattivo e propositivo, però, deve riguardare anche lo studio. Sarebbe un errore, infatti, affrontare passivamente i periodi di formazione. Dennis de Munck, head of employer branding in Ferrari, ha voluto offrire un consiglio molto chiaro: «Non c’è niente di più prezioso della curiosità, una caratteristica che non va messa da parte quando si studia, ma anzi va coltivata. È il momento migliore per imparare, confrontandosi non solo con i professori, ma anche con i colleghi. Un’opportunità unica, che aiuta migliorare sé stessi e la capacità di lavorare in team». Come racconta de Munck, Ferrari reputa fondamentale la formazione delle persone. «In tutto il mondo stringiamo rapporti di partnership selettivi con le migliori università, in ogni ambito. Il rapporto è biunivoco: portiamo la nostra esperienza agli studenti, ma al contempo ascoltiamo per conoscere le esigenze dei lavoratori di oggi e di domani».
Atteggiamento analogo da parte di Alessi, marchio storico del design italiano, come spiega l’ad Marco Pozzo: «Vogliamo che le persone che lavorano con noi siano messe nelle condizioni migliori così da massimizzare le proprie competenze. La nostra divisione Omnichannel, ad esempio, è nata grazie alla creazione di un nuovo team costituito da risorse già presenti in azienda e provenienti da vari ambiti come marketing, commerciale, sistemi informativi. Grazie all’unione delle loro competenze, possiamo affrontare le sfide e cogliere le opportunità offerte dal digitale».

Formazione: una mission aziendale

Il valore delle aziende, dunque, non riguarda più soltanto il prodotto. Considerazione che vale per i consumatori, sempre più orientati a premiare realtà con una forte brand identity, ma anche per chi valuta una posizione lavorativa: «Oggi più che mai è importante il sense of purpose trasmesso dall’azienda. Qual è l’obiettivo? Qual è lo scopo? Quali sono i valori in gioco, e che cosa può dare l’azienda ai propri lavoratori? Chi sceglie Ferrari», continua de Munck, «vuole mettere a disposizione le proprie capacità e accrescere le proprie competenze, in un’ottica che è sia top down sia bottom up. Inoltre, la formazione non avviene più solo all’ingresso, ma per tutto l’arco lavorativo. Per noi è importante che questo valga per tutti, colletti blu e colletti bianchi, operai e manager. La nostra scuola mestieri aziendale è aperta a tutti».

La forza delle idee

Imparare, apprendere e saper puntare sulle proprie capacità, dunque. Lo stesso messaggio che ha voluto dare Tancredi Alemagna, amministratore delegato di T’a Milano, azienda dolciaria milanese attiva anche nei settori eventi, ristorazione, catering e banqueting: «Il nostro Paese sta affrontando un periodo economicamente turbolento. Io e mio fratello siamo partiti in due, da una stanza, entrando in un settore spietato come quello del food. Nonostante le difficoltà, oggi abbiamo 54 dipendenti. Siamo un Paese con tante teste brillanti. Sono queste a fare la differenza rispetto ai competitor. Con una visione forte e originale, emergere è una sfida possibile».

IMIM e MPAM: tempo di graduation!

Il mese di giugno ha segnato per alcuni dei nostri allievi la fine del percorso al MIP e l’inizio di una nuova avventura. Si tratta degli studenti del Master in Performing Arts Management e dell’International Master in Industrial Management, che hanno festeggiato la consegna dei diplomi rispettivamente il 25 e il 28 giugno.

Gli allievi del Master in partnership con Accademia Teatro alla Scala sono tornati al MIP in queste settimane proprio per discutere il project work finale, dopo essere stati impegnati nell’internship curricolare in teatri e istituzioni di tutto il mondo.

Gli IMIM, invece, fin dal terzo semestre si sono divisi tra le varie università partner, da Edimburgo a Pechino, da Tolosa a Monaco di Baviera, fino a Florianopolis.
Un primo gruppo ha presentato la propria Master Thesis a Milano a fine giugno, mentre gli altri concluderanno il percorso a Madrid a ottobre.

Congratulazioni a tutti!

Con l’Outdoor Training inizia il percorso di Career Development

La nostra Scuola offre l’opportunità agli studenti Executive MBA di integrare al percorso didattico esperienze volte allo sviluppo di competenze trasversali fin dai primi giorni. L’outdoor training che per molti dei nostri allievi segna l’inizio dell’avventura al MIP e l’occasione per rompere il ghiaccio, è anche il primo step del Programma di Career Development.

Il programma di  Career Development del MIP, infatti, ha l’obiettivo di sviluppare competenze per la definizione, la costruzione e la gestione continua del proprio percorso professionale in un’ottica di autoimprenditorialità, attraverso un programma di sviluppo professionale integrato nella didattica del Master.

A tal fine, l’outdoor training rappresenta una preziosa opportunità per sviluppare le career management skills e cominciare ad acquisire graduale consapevolezza di sé ragionando sui propri punti di forza ed aree di miglioramento.

Quest’anno è stata la suggestiva cornice di Valposchiavo in Svizzera ad accogliere i nostri allievi Flex EMBA ed EMBA Part Time per un’esperienza collettiva volta ad innescare lo sviluppo di competenze strategiche per la carriera quali self awareness & development, team-working, communication & interaction, interpersonal relationships & networking.

Inoltre, l’attività è stata un’occasione per sensibilizzare e riflettere sul tema della Sostenibilità, caro alla nostra Scuola.