Global Management Challenge Italy: la squadra del Politecnico di Milano vince la finale nazionale

 

Si chiama “Oltre” la squadra degli studenti della School of Management del Politecnico di Milano che ha vinto la finale nazionale della Global Management Challenge 2021, la più grande competizione di strategia e gestione imprenditoriale del mondo, uno strumento formativo che prepara gli studenti di qualsiasi ordine e grado e dipendenti di azienda alle dinamiche decisionali di impresa a livello di Consiglio di Amministrazione.

I partecipanti, attraverso un simulatore, devono assumere decisioni imprenditoriali per la loro azienda virtuale, che li posizionano nei confronti della concorrenza rappresentata dalle aziende delle altre squadre. Vince chi riesce a gestire in modo più reddituale la propria azienda in questo contesto competitivo.
Molte le skills da mettere in campo durante la competizione: dalla leadership alla gestione dello stress, dalle dinamiche relazionali all’orientamento al risultato, la challenge fornisce un quadro di insieme completo e realistico di cosa vuol dire prendere decisioni a livello manageriale.

Stefano Muciaccia, Emanuele Massarelli, Simone Iudica, Elia Pellizzaro e Samuel Iuliano, studenti della laurea magistrale in ingegneria gestionale, sono arrivati primi in Italia su oltre 60 squadre, guadagnandosi così la partecipazione alla finale internazionale che si è svolta a Nizhny Novgorod, in Russia.
L’ottimo risultato raggiunto in Russia non è stato sufficiente per aggiudicarsi anche qui la vittoria, andata alla squadra Portoghese, ma ai ragazzi del team Oltre va il ringraziamento di GMC Italia e del Politecnico di Milano per aver rappresentato così egregiamente il nostro paese all’edizione 2021, che ha visto la partecipazione di circa 30.000 persone da 40 paesi, con 150 Università.

 

Per maggiori informazioni:
https://globalmanagementchallenge.pt/worldgmc/
http://www.gmcitaly.it/

Credit foto:
RR – Global Management Challenge

Data-powered management: una sfida ambidestra

Dietro all’affermazione di necessità di un potenziamento della cultura dei dati in una impresa, risiede un bisogno profondo di consolidare, potenziare, far evolvere o modificare in modo consapevole il proprio modello di business o il modo di gestire l’impresa. Si tratta di un bisogno cogente e pervasivo, connesso alla constatazione di alcuni trend che modificano lo scenario competitivo.

 

Giuliano Noci, Professore di Strategy and Marketing e Prorettore del Polo territoriale cinese del Politecnico di Milano

 

E’ esperienza comune di chi interagisce con le imprese sentirsi dire “avremmo bisogno di potenziare la nostra cultura del dato”.

Il concetto di “cultura del dato” ha diverse sfumature: la presenza di competenze di analisi dei dati, la capacità di lettura e interpretazione delle analisi, la predisposizione di individui e gruppi di lavoro a poggiare le proprie decisioni su evidenze e dati piuttosto che su sensazioni e istinti, lo sforzo a raccogliere e condividere i dati giusti per supportare le decisioni proprie e altrui.

Evidentemente, la “cultura del dato” è l’insieme di queste dimensioni, e dietro all’affermazione di necessità di un potenziamento risiede un bisogno profondo di consolidare, potenziare, far evolvere o modificare in modo consapevole il proprio modello di business o il modo di gestire l’impresa. Si tratta di un bisogno cogente e pervasivo, connesso alla constatazione di alcuni trend che modificano lo scenario competitivo.

In primo luogo, le pressioni della concorrenza, in mercati sempre più saturi e al contempo sempre più interconnessi, forzano alla ricerca di modelli di business e innovazioni che abilitino funzionalità tanto utili quanto sofisticate. Ciò porta alla ricerca di un arricchimento del contenuto dell’offerta (anche) grazie al lavoro sui dati. A titolo d’esempio, se voglio differenziare radicalmente un elettrodomestico nel mercato occidentale, ragionevolmente dovrò renderlo connesso alla rete e utilizzare i dati che raccoglie per offrire servizi a valore aggiunto per il cliente (ad esempio, in un frigorifero, non solo segnalare anomalie per un intervento tecnico in tempo reale, ma essere in grado di verificare la presenza di un cartone di latte quasi vuoto, e magari, sulla base del tasso di suo utilizzo, stimare quando il latte finirà o con che frequenza suggerire di riacquistarlo). E’ peraltro evidente, che da questo tipo di innovazioni possono nascere evoluzioni del modello di business. Nel caso precedente, ad esempio, l’integrazione con sistemi di eCommerce per offrire refill tempestivi subscription-based.

In secondo luogo, la diversità nei mercati di destinazione sta chiedendo risposte sempre più differenziate a segmenti di mercato molto eterogenei per gusti, preferenze, abitudini di utilizzo del prodotto/servizio, comportamenti di utilizzo dei canali fisici e digitali per interagire con l’impres, implicando una capacità di risposta pressochè one-to-one da parte dell’impresa. Dalla marketing automation alla service automation, le imprese sono sempre più alla ricerca di modelli e algoritmi in grado di comprendere lo stato di salute della relazione con un cliente, la sua propensione a una nuova offerta o ad abbandonare l’impresa.

In terzo luogo, e, di fatto, conseguenza dei precedenti, il focus dell’azione manageriale è sempre più improntato sulla ricerca di precisione, puntualità, riduzione degli sprechi – tanto a livello produttivo quanto di marketing, vendita, customer service, ecc. Anche in questo caso, il dato e la capacità di leggerlo rappresentano leve fondamentali.

Quindi, al netto dell’efficacia comunicativa della locuzione “cultura del dato”, il tema che si pone è lo sviluppo della capacità di ibridare competenze analitiche avanzate con senso del business. Si tratta di una competenza nuova in impresa, e spesso di una competenza che difficilmente è riconducibile ad un profilo professionale, quanto piuttosto a un team. Infatti, spesso le imprese inseriscono figure di data scientist portatrici di grande competenza analitica e tecnica, ma non sempre hanno profili manageriali in grado di far da tramite tra i bisogni di business e le applicazioni tecnico-modellistiche e, di converso, di traduzione degli output analitici in piani di azione in grado di guidare il business.

La nostra Scuola ha recepito questa necessità nell’interazione con le imprese, e da questo ha fatto derivare un profondo potenziamento della propria offerta di corsi di machine learning, statistica applicata e corsi di analytics applicati a discipline manageriali (es. performance measurement, marketing, e anche public sector), con un Major del Master of Science a forte vocazione analitica.  Il notevole successo in termini di scelta di questi corsi da parte degli studenti testimonia una forte sensibilità dei nostri giovani allo sviluppo di una carriera e di una professionalità fortemente “data-powered”.

La sfida pedagogica, in questo contesto, è quella di compendiare una solida preparazione analitica e una altrettanto solida conoscenza degli impatti di business dei sistemi decisionali oggetto dell’analisi modellistica, con un approccio incentrato sulla contestualizzazione di tali modelli negli ambiti applicativi in cui sono utili e promuovendo una discussione ricca ed estensiva sulle ulteriori ricadute nei modelli di funzionamento delle organizzazioni.

Gli Hub di Quartiere contro lo spreco alimentare tra i finalisti dell’Earthshot Prize

Il premio è dedicato alle azioni per proteggere l’ambiente e il progetto di Milano contro lo spreco alimentare è tra i 3 finalisti della sezione “Un mondo senza sprechi”

 

Il 17 settembre scorso il Principe William ha annunciato che la Città di Milano con il progetto degli Hub di quartiere contro lo spreco alimentare, parte della Milano Food Policy, è tra i 15 finalisti della prima edizione dell’Earthshot prize, prestigioso premio internazionale sulle migliori soluzioni innovative per proteggere l’ambiente.

In particolare, Milano si contenderà il premio dedicato alla sezione “Build a Waste Free World” (Un mondo senza sprechi) con altri due progetti: uno di conversione di rifiuti in prodotti sicuri per l’agricoltura (Kenya) e uno che riguarda un impianto di trattamento che trasforma il 98% delle acque reflue in acqua pulita (Giappone). Il progetto degli Hub di quartiere, selezionato tra 750 iniziative candidate da tutto il mondo, propone un modello innovativo di distribuzione di eccedenze e aiuti alimentari per le persone vulnerabili, facendo leva su reti di collaborazione locali. Il progetto permette quindi di ridurre lo spreco di cibo e il suo impatto negativo sull’ambiente, recuperando e distribuendo cibo a chi ha più bisogno nella città.

Essere arrivati alla finale dell’Earthshot prize è il riconoscimento di un grande lavoro di squadra che ha coinvolto l’intera città: grazie al Comune e a tante realtà private e del Terzo settore operative sul territorio, oggi Milano ha 3 Hub di quartiere a Isola (2019), Lambrate (2020) e al Gallaratese (2021).

Il progetto è nato da un protocollo d’intesa siglato nel 2016 tra Comune di Milano, Politecnico di Milano e Assolombarda, in stretta sinergia con il Programma QuBì coordinato da Fondazione Cariplo.

In particolare, il ruolo della School of Management del Politecnico di Milano, attraverso il gruppo di ricerca dell’Osservatorio Food Sustainability, è stato quello di elaborare lo studio di fattibilità della rete e di monitorare l’operatività degli hub e gli impatti generati dal progetto, che ha permesso di costruire un modello logistico estendibile e replicabile in altri quartieri della città.

Ad oggi sono stati coinvolti nel progetto diversi attori privati e la rete è in continua espansione: Banca di Credito Cooperativo di Milano e Fondazione Milan che, insieme a Fondazione Cariplo, hanno finanziato i tre hub attivi, le aziende della rete Assolombarda, tra cui Pellegrini, Siemens, Pirelli, Deutsche Bank, Maire Tecnimont, Samsung e Armando Testa, che partecipano con donazioni di cibo e sponsorizzazioni, l’operatore logistico Number1, che ha messo a disposizione i furgoni refrigerati, e importanti insegne della grande distribuzione organizzata, in qualità di donatori di cibo, tra cui Lidl Italia, Esselunga, Carrefour, NaturaSi, Erbert, Coop Lombardia, Il Gigante, Bennet e Penny market.
Una cordata di associazioni del Terzo Settore dà un contributo fondamentale al funzionamento e alla replicabilità del sistema degli hub: Banco Alimentare della Lombardia, che gestisce gli hub di Isola e Lambrate, Terre des Hommes, gestore dell’hub nel Gallaratese, insieme a Croce Rossa Italiana – Comitato Milano, IBVA – Solidando, Mitades, STAG, Mamme a Scuola, Global Thinking Foundation e Rimaflow – Fuori Mercato.

Con Fondazione Cariplo e SogeMi il Comune di Milano ha inoltre lanciato l’iniziativa Foody Zero Sprechi per recuperare il cibo fresco rimasto invenduto dall’Ortomercato insieme a Banco alimentare della Lombardia, Recup, Croce Rossa, Università degli Studi di Milano e molti altri partner in supporto.

Per saperne di più:
Comunicato Food Policy
Annuncio finalisti

 

Poste Italiane e gli studenti della School of Management per una sfida sull’innovazione

Presentate dagli studenti della School of Management del Politecnico di Milano soluzioni innovative per rispondere alle sfide lanciate da Poste Italiane su tre temi di interesse aziendale: ripensare gli spazi del workplace dopo la pandemia, ideare soluzioni innovative per i pagamenti digitali, rafforzare la brand reputation

 

La challenge è stata organizzata da Poste Italiane e dalla School of Management del Politecnico di Milano, con circa 220 studenti del corso Leadership&Innovation della laurea magistrale in  Ingegneria Gestionale, divisi in 30 team, con lo scopo di avvicinare e creare un ponte tra il mondo accademico e quello dell’impresa.

Ripensare gli ambienti di lavoro del futuro

Agli studenti è stato chiesto di cimentarsi su un tema molto complesso e lontano dalla loro quotidianità, come quello di immaginare come saranno i workplace post pandemia, ovvero gli spazi di lavoro del futuro, per rispondere alle nuove esigenze di lavoro sempre più orientate all’utilizzo di tecnologie digitali di collaboration e allo smart working.
Guardando anche alle realtà aziendali internazionali più innovative, gli studenti hanno immaginato ambienti di lavoro che promuovono la collaborazione grazie a spazi dedicati alle relazioni informali tra i dipendenti, per favorire socialità, come dimensione particolarmente penalizzata durante la pandemia.

Soluzioni per incentivare i pagamenti digitali

Altro tema di particolare rilievo su cui gli studenti hanno espresso la loro progettualità è quello dei pagamenti digitali, che rappresentano una delle innovazioni più rilevati nel processo di digitalizzazione per la crescita di Poste Italiane e di tutto il sistema Paese.
Le soluzioni incentivano la diffusione dei pagamenti digitali, attente in particolare agli aspetti ambientali e di sostenibilità premiando, ad esempio, i merchant che hanno fatto la scelta di aderire a progetti green. Tema particolarmente caro a Poste Italiane che con la nuova carta Postepay Green ha avviato anche nell’ambito dei pagamenti la conversione dei prodotti verso materiali ecosostenibili.
Molti progetti hanno evidenziato anche l’importanza di coinvolgere non solo consumatori e merchant, ma anche associazioni del territorio per promuovere e finanziare iniziative locali e di quartiere. Inoltre, l’acquisto di un particolare servizio o prodotto esprime gusti e preferenze personali e dunque della propria identità verso l’esterno.

In tutti i progetti è emersa l’importanza del coinvolgimento come leva per raggiungere sia i merchant che i clienti, tanto che alcuni studenti hanno ipotizzato anche l’utilizzo dei cosiddetti meccanismi di gamification per mantenere elevato il livello di coinvolgimento.

Rafforzare la brand reputation

Infine, gli studenti si sono cimentati con la sfida di rafforzare la reputazione di Poste Italiane tra i giovani della Generazione Z, in cui gli stessi studenti del Politecnico si sono potuti identificare, essendo molti di loro proprio nati proprio fra il 1995 e il 2001. L’obiettivo di questa Challenge era quello di veicolare un’immagine nuova dell’azienda e renderla attrattiva per questa fascia di giovani, sia a fini professionali ma anche di formazione e orientamento. Diverse le soluzion presentate: piattaforme ed applicazioni volte ad agevolare la conoscenza del mondo Poste tra chi non è ancora parte dell’azienda, nuove modalità di ingaggio, attraverso, ad esempio, eventi on-site fino ad arrivare ad ipotizzare l’utilizzo dei nuovi canali social per raggiungere più facilmente il target.

Financial Times Masters in Management Ranking 2021

La School of Management del Politecnico di Milano si conferma tra le prime 5 Scuole tecniche in Europa per il Master of Science in Management Engineering.

 

La School of Management ottiene nuovamente un prestigioso riconoscimento dal Financial Times, confermando la propria presenza nel Masters in Management 2021 Ranking, dove il Master of Science in Management Engineering migliora di 4 posizioni rispetto al 2020, nonostante il ranking abbia visto l’ingresso di 10 nuove Scuole che lo scorso anno non avevano partecipato.

Tra i criteri che hanno consentito questo avanzamento ci sono, ad esempio, il Salary today e il Salary percentage increase, che confermano l’apprezzamento da parte delle imprese della figura dell’ingegnere gestionale, un profilo sempre più ricercato per la capacità di gestire con efficacia contesti complessi, innovazione e cambiamento.

L’ottimo posizionamento arriva proprio all’inizio dell’anno accademico in cui si inaugura la nuova struttura del Master of Science. Quattordici nuove specializzazioni, denominate “Major”, sono state configurate per fornire agli studenti gli strumenti e le capacità per giocare un ruolo di primo piano nella gestione di sfide economiche, industriali e sociali con cui le imprese, e il Paese in generale, si devono confrontare: Analytics for Business, Business Strategy and Transformation, Circular Economy, Complex Projects Business, Digital Business Innovation, Energy Management, Entrepreneurship, Finance, Industrial Management, Industry 4.0, Innovation Management, International Business, Supply Chain Management, Sustainability and Social Impact.

Dalla finanza all’analytics, dall’economia circolare a all’industria 4.0, dalla gestione dell’innovazione all’impatto sociale: i nuovi major consentono di acquisire competenze trasversali negli ambiti economia, finanza, management e ingegneria industriale, insieme a competenze tecniche indispensabili per capire e governare la trasformazione digitale che sempre di più permeerà lo sviluppo delle imprese.

Nell’ambito di ciascun major sono previsti i laboratori progettuali sviluppati in collaborazione con differenti realtà aziendali, che hanno l’obiettivo di ingaggiare gli studenti nell’affrontare sfide progettuali stimolanti ed in grado di simulare il contesto lavorativo.

Per saperne di più:
FT Masters in Management 2021 Ranking

 

Festival dell’Ingegneria

Dal 10 al 12 settembre 2021 il Politecnico di Milano presenta la Prima Edizione del Festival dell’Ingegneria.

 

Tre giorni di incontri, lezioni, laboratori aperti e spettacoli in cui i visitatori potranno vivere un’esperienza immersiva nel mondo dell’Ingegneria, guidati da docenti, dottorandi e ricercatori che condivideranno con grandi e piccoli la loro vita nei laboratori del Politecnico di Milano, i traguardi già raggiunti nel campo della ricerca e le sfide ancora da vincere, con uno sguardo puntato sempre verso il futuro delle tecnologie.

Gli eventi si svolgeranno presso i campus di Milano Bovisa: La Masa, Lambruschini e Durando.
Tutti gli eventi sono ad ingresso libero, su prenotazione e a posti limitati nel rispetto delle norme COVID.

Anche il Dipartimento di Ingegneria Gestionale della School of Management parteciperà a “POLIMIopenLABS“, con l’apertura dei propri laboratori:

Industry 4.0 Lab
https://www.eventi.polimi.it/events/polimiopenlabs-industry-4-0-lab-11-09/

Pheel – Physiology. Emotion. Experience.
https://www.eventi.polimi.it/events/polimiopenlabs-pheel-physiology-emotion-experience-lab-11-09/

Nella categoria “VISIONI POLITECNICHEsabato 11 settembre alle ore 11.30 il prof. Giuliano Noci, terrà una lezione dal titolo “Cina-USA: perché la paura non innescherà la trappola di Tucidide“.
Per informazioni e iscrizioni alla lezione:
https://www.eventi.polimi.it/events/visioni-politecniche-cina-usa-perche-la-paura-non-inneschera-la-trappola-di-tucidide/

 

Per maggiori informazioni sulla manifestazione:
https://www.eventi.polimi.it/rassegna-evento/festival-dellingegneria-prima-edizione/

Audit interno: riconoscimento per i professori Arena e Azzone

Un articolo dei professori Arena e Azzone sul tema “audit interno” è tra i più citati al mondo.

 

L’Accounting, Auditing & Accountability Journal ha pubblicato il paper “Mapping of internal audit research: A post-Enron structured literature review”, che esamina come la ricerca sul tema dell’audit si è sviluppata dal 2005 fino ad oggi e quali lavori hanno maggiormente influenzato il dibattito in questo campo.

L’articolo dei proff. Marika Arena e Giovanni Azzone del Dipartimento di Ingegneria Gestionale, “Identifying organizational drivers of internal audit effectiveness”, pubblicato nel 2009, è risultato uno dei più rilevanti: infatti, è terzo al mondo per numero totale di citazioni e secondo per numero medio di citazioni per anno.
Si tratta di uno studio che analizza i dati di 153 aziende italiane, mostrando quali fattori influiscono sull’efficacia dell’audit interno e fornendo una prova empirica di quali scelte organizzative potrebbero contribuire ad aumentarla.

Lo studio dei prof. Arena e Azzone

Arena, M. and Azzone, G. (2009),
Identifying Organizational Drivers of Internal Audit Effectiveness,
International Journal of Auditing, 13: 43-60.

Lo studio

 

L’analisi sul settore dell’audit interno post-Enron

Kotb, A., Elbardan, H. and Halabi, H. (2020),
Mapping of internal audit research: a post-Enron structured literature review,
Accounting, Auditing & Accountability Journal, Vol. 33 No. 8, pp. 1969-1996.

Lo studio

CFA Research Challenge 2021: il team del Politecnico di Milano vince la fase italiana

I cinque ingegneri gestionali della School of Management battono l’Università di Napoli Federico II e l’Università Luiss Guido Carli con l’analisi finanziaria di ERG e si preparano alla regionale EMEA. La finale globale si terrà il prossimo 22 aprile.

 

Milano, 3 marzo 2021 – Il team del Politecnico di Milano vince la finale italiana della CFA Research Challenge 2021, competizione mondiale di finanza targata CFA Institute e promossa nel nostro Paese da FactSet e Kaplan Schweser.

La finale si è svolta online lunedì 1 marzo, e ha visto il coinvolgimento di dieci atenei, 47 studenti e oltre 30 professionisti. Alla fase italiana, coordinata da CFA Society Italy, hanno partecipato i team rappresentanti le seguenti università: Università Cattolica, Politecnico di Milano, Ca’ Foscari di Venezia, Università di Roma Tor Vergata, Università di Firenze, Università di Bologna, Libera Università di Bolzano, Università Luiss Guido Carli, Università Politecnica delle Marche e Università di Napoli Federico II.

Gli studenti Riccardo Mellara, Davide Muffolini, Lorenzo Chiesa, Nicola Guidi, e Andrea Baronchelli sotto la guida dei docenti Laura Grassi e Marco Giorgino e del mentor CFA Alberto Mari, hanno presentato la loro analisi finanziaria sul titolo di ERG a una giuria di sei esperti del settore finanziario: Emanuele Oggioni (Banca Akros), Dennis Montagna, CFA (Credit Suisse), Alberto Chiandetti, CFA (Fidelity International), Carla Scarano (Anima SGR), Luca Forlani, CFA (Eurizon Capital), Pinuccia Parini (Fondi e Sicav). Il secondo e terzo posto sono stati assegnati rispettivamente all’Università di Napoli Federico II e all’Università Luiss Guido Carli.

Il Politecnico di Milano proseguirà direttamente per la finale regionale EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa), che si terrà il prossimo 20 aprile. A testimonianza dell’elevata qualità dei nostri studenti e dei professionisti che li seguono, già nel 2016, 2014 e 2011 l’Italia si è aggiudicata la finale regionale EMEA.

La finale mondiale, invece, si disputerà il 22 aprile 2021, mettendo a confronto i vincitori di EMEA, America e Asia Pacifico. 

“CFA Society Italy, nella sua attività pluriennale, ha costruito un’intensa relazione con le università italiane per promuovere i principi di integrità ed eccellenza professionale presso le giovani generazioni”. Ha affermato il coordinatore del progetto, Giuseppe Quarto di Palo, CFA. “Siamo felici di poter offrire alle università e ai loro talenti l’opportunità di misurarsi in una competizione realistica, volta a riprodurre l’esperienza di un ufficio di ricerca di società di gestione o di case di investimento. Ai migliori studenti offriamo, inoltre, borse di studio per accedere al Programma CFA, al fine di ottenere una certificazione globalmente riconosciuta nel settore finanziario”.

“Questa iniziativa consente di raggiungere alcuni obiettivi importanti nel mondo della formazione e delle accademie. Innanzitutto, avvicinare gli studenti al mondo del lavoro, combinando le conoscenze accademiche con le tecniche e gli strumenti utilizzati dai professionisti del settore finanziario. Il secondo obiettivo è quello di dare risalto alle nostre eccellenze universitarie italiane a livello europeo e mondiale”. Ha commentato il presidente di CFA Society Italy, Giancarlo Sandrin. “Questo progetto non potrebbe esistere senza il prezioso contributo dei volontari dell’associazione e dei partner che hanno sostenuto l’iniziativa FactSet, Kaplan Schweser e ERG, società oggetto di ricerca da parte degli studenti”.

“Anche in questa quarta edizione, FactSet ha avuto il piacere di supportare la CFA Research Challenge offrendo la sua piattaforma analitica a tutti gli studenti, professori e mentor”. Ha sottolineato Dorin Agache, Account Manager FactSet. “Quest’anno abbiamo visto un maggior coinvolgimento da parte delle Università partecipanti che hanno colto il valore della competizione utilizzando appieno anche la versione FactSet Web per effettuare l’analisi finanziaria di ERG. Un in bocca al lupo al team del Politecnico di Milano per la fase EMEA!”.

 Con la vittoria italiana della CFA Research Challenge, siamo davvero orgogliosi del livello che ogni anno i nostri ragazzi mostrano sui temi finanziari e che rappresenta la qualità degli studi che questo Ateneo offre”. Sono le parole espresso dai docenti del Politecnico di Milano Marco Giorgino e Laura Grassi.

 La CFA Research Challenge è stata sotto ogni aspetto una delle sfide più grandi della nostra vita. Nonostante questo, i risultati ottenuti e la crescita personale e professionale, ripagano tutti gli sforzi di questi mesi. Abbiamo avuto l’onore di collaborare con un grande esperto del settore, il nostro mentore, Alberto Mari CFA e con i nostri docent Marco Giorgino e Laura Grassi: a loro dedichiamo questo traguardo. Non vediamo l’ora di rappresentare l’Italia alla fase regionale EMEA e cercare di strappare il titolo di vincitori!”. Il primo commento espresso dal team vincitore del Politecnico di Milano.

10 Students | 10 Stories: al via la campagna di raccolta fondi per 10 studenti meritevoli

10 Students | 10 Stories – Insieme per gli studenti e le studentesse di Ingegneria Gestionale” è la campagna di raccolta di fondi che la School of Management del Politecnico di Milano promuove per aiutare 10 brillanti giovani a progettare il loro futuro insieme a noi.

Ogni anno cresce il numero di studenti e studentesse che si iscrivono al corso di studio in ingegneria gestionale: un percorso di formazione multidisciplinare, impegnativo ma gratificante, e molto apprezzato dal mondo del lavoro. Ma non tutti possono sostenere le spese che questa scelta comporta, non ultimo il costo di vivere a Milano. La pandemia COVID-19 ha aggravato il problema, mettendo a dura prova la tenuta del nostro sistema economico.

Ingegneria Gestionale prepara studentesse e studenti a essere protagonisti dell’innovazione e del cambiamento, unendo al rigore scientifico di metodi e teorie la continua ricerca di un impatto positivo per tutta la collettività. Sostenendo studentesse e studenti meritevoli contribuiremo tutti insieme alla creazione di una generazione di professionisti competenti e responsabili.

Tutti insieme, possiamo fare la differenza, soprattutto in questo momento, per giovani di talento.
Per maggiori informazioni, visita la pagina della campagna e dona anche tu!

 

La raccolta fondi è organizzata con il supporto dell’ Ufficio Fundraising del Politecnico di Milano.
Visita anche il sito www.dona.polimi.it.

Nuove connessioni nell’era post-Covid: è online il nuovo numero di SOMeMagazine

E’ uscito il #3 di SOMe, l’eMagazine della nostra Scuola in cui raccontiamo storie, punti di vista e progetti attorno a temi-chiave della nostra missione.

Il titolo di questo numero è New connections in the post-Covid era. Discutiamo del cambiamento di approccio alle collaborazioni, alle partnership, alle reti internazionali e agli eventi, in un mondo che sta cercando di far fronte allo shock economico globale e all’impossibilità di viaggiare.

Ne parliamo con Giuliano Noci, Vice Rettore del Campus Cinese del Politecnico di Milano, che ci racconta come la nostra Università ha sviluppato il primo campus fisico al di fuori del nostro Paese, a Xi’An, in Cina, e come questa specifica situazione storica impone nuove forme di interconnessione in tutto il mondo.

Ci occupiamo poi degli effetti sulle grandi reti industriali, sulle esposizioni mondiali e sulle catene di approvvigionamento: il presente e il futuro del World Manufacturing Forum – con Marco Taisch, Presidente Scientifico della World Manufacturing Foundation; i possibili impatti di Expo Dubai 2020 – con Lucio Lamberti e Lucia Tajoli; la sfida della tracciabilità sulle catene di approvvigionamento globali – con Veronica Leon Bravo.

Infine, raccontiamo storie di progetti di formazione e ricerca, che attraversando con successo le frontiere, si occupano di creazione capacity building e gestione dell’innovazione.

Per leggere SOMe #3 clicca qui.

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I numeri precedenti:

•      # 1 “Sustainability – Beyond good deeds, a good deal?”

•       Special Issue Covid-19 – “Global transformation, ubiquitous responses

•       #2 “Being entrepreneurial in a high-tech world”