Come educare alle competenze future per un manifatturiero avanzato e sostenibile?

 

IoT, stampa 3D, Realtà Virtuale, Realtà Aumentata e robot collaborativi sono oggi presenti in molte realtà produttive e stanno trasformando rapidamente l’industria manifatturiera. Nonostante questo,  lavorare in fabbrica rimane intrinsecamente una questione di persone, le cui competenze devono evolvere di pari passo con le innovazioni tecnologiche introdotte.

 

Sergio Terzi, Professore di Industrial Technologies, School of Management Politecnico di Milano

 

Il comparto manifatturiero – la classica fabbrica – è un contesto in forte trasformazione. I mercati sono sempre più competitivi e complessi, chiedono tempi più stretti, più varietà, più innovazione. Molti consumatori sono diventati – finalmente – attenti anche a nuovi stili di consumo, più sostenibili e meno impattanti per l’ambiente e la società. E le fabbriche devono trovare il modo di soddisfare tali richieste. O meglio, i responsabili di fabbrica (le macchine da sole non fanno ancora nulla, per fortuna) devono trasformarle, creando ambienti e spazi di lavoro agili, efficienti, moderni, puliti, sostenibili, sicuri.

Inoltre, alle porte delle fabbriche preme – come dappertutto – la continua spinta dell’innovazione tecnologica, soprattutto quella digitale. Computer, tablet, smartphone sono oggi oggetti di uso comune, anche nei reparti di produzione, che devono trovare il modo di usarli in modi intelligenti ed efficaci, oltre che sicuri ed affidabili.

Insomma, le fabbriche devono cambiare. O meglio, le fabbriche stanno già cambiando. Non a caso da oltre una decina d’anni si parla – non solo tra addetti ai lavori, ma anche nei media e nella politica – ampiamente di nuova rivoluzione industriale (3,4 5…), di rinascita manifatturiera, di potenziamento degli investimenti industriali, ecc. E la rivoluzione, un passo alla volta, un progetto alla volta, un’azienda alla volta, sta effettivamente accadendo.

Anche vicino a noi, nella produttiva Lombardia, le fabbriche in fase di trasformazione sono molte. Una grande spinta all’ammodernamento è certamente stata data da una serie di incentivi pubblici (Piano Nazionale Industria 4.0, Impresa 4.0, Transizione 4.0 e il più recente PNRR), oltre che da una grande disponibilità di soluzioni tecnologiche. IoT, stampa 3D, Realtà Virtuale, Realtà Aumentata, robot collaborativi (che lavorano fianco a fianco con gli uomini, non al posto di) sono oggi presenti in molte realtà produttive a noi prossime, in cui i nostri laureati si inseriscono proficuamente. E parimenti sta accadendo anche più lontano, in tutti quei territori a vocazione industriale, nazionali ed internazionali. La fabbrica sta davvero cambiando, e pure in fretta!

La fabbrica però prima di essere fatta di macchine, robot e pezzi da produrre, è fatta da persone. Operatori, tecnici, ingegneri, responsabili di reparto, di linea, di impianto, ecc. Una fabbrica è tale proprio per questa sua organizzazione “industriale”, in cui le diverse competenze si uniscono efficacemente per produrre beni e servizi da portare al mercato. L’industria manifatturiera – da “manu facere”, “fatto con le mani” – è intrinsecamente una questione di persone, delle lore abilità e delle loro intelligenze. Non tutti nasciamo con tutte le competenze necessarie a muoverci in ambienti complessi. Anzi, la maggior parte di noi ne deve acquisire di esperienza e conoscenza per essere in grado di relazionarsi con organizzazioni sofisticate. Anche i nativi “digitali” non nascono con i chip inclusi, ma apprendono le tecnologie digitali dalla loro esperienza quotidiana. Insomma, le competenze si acquisiscono. Il contesto della fabbrica moderna richiede competenze che tradizionalmente non erano considerate rilevanti nella formazione tradizionale del tecnico ed ingegnere industriale (dalla capacità negoziale, alle tecnologie informatiche). Occorre quindi fornire queste competenze, sia alle nuove che alla “vecchie” generazioni. La moderna università tecnica – quale siamo noi – non può esimersi da questa richiesta e deve giocoforza divenire un contesto molto più “multidisciplinare” di quanto siamo stati abituati in passato.

La situazione attuale chiede competenze tecniche “fresche”, da manutenere costantemente (l’informatica, ma non solo, evolve velocemente). Chiede inoltre di affrontare spesso contesti multivariati, nei quali è opportuno disporre di una buona capacità di vedere le connessioni tra aspetti diversi (es. tecnologia, processi, business, bisogni, ecc.) e anche una certa predisposizione all’adattamento continuo. Richiede poi una certa pragmaticità e anche una certa attitudine a “sporcarsi le mani” (sperimentare, modellizzare, simulare, prototipare, programmare, ecc.). Per fornire queste competenze, i metodi e i mezzi educativi devono essi stessi cambiare.

Nella nostra Scuola abbiamo raccolto la sfida di fornire competenze nuove per un mondo nuovo già da un po’. Sono tanti gli esempi nei nostri corsi e nei nostri programmi, ma qui pensiamo sia interessante riportare l’esperienza della nostra Teaching Factory Industry 4.0, che dal 2017 è presente nella nostra Scuola con uno spazio fisico, di fronte al nostro Dipartimento di Ingegneria Gestionale, in cui abbiamo installato una piccola fabbrica digitale e connessa. Vi è una linea semi-automatizzata di assemblaggio, due robot collaborativi, due postazioni di lavoro indipendenti, un AGV, diversi dispositivi per il monitoraggio della produzione, un simulatore 3D completo (digital twin).

La Teaching Factory è stata pensata per fare formazione ed applicazione nello stesso spazio, oltre che per essere utilizzata per sperimentare nuovi modelli operativi (simulazione di impianto). È un ambiente popolato da studenti e ricercatori ed è usato anche nei corsi fondamentali di impianti di produzione ai primi anni del corso di laurea. Nel 2018 abbiamo intitolato la Teaching Factory al nostro compianto mentore, prof. Marco Garetti, che fu tra i fondatori del gruppo di ingegneria industriale del nostro Dipartimento e appassionato educatore.

Grazie alla Teaching Factory Industry 4.0 siamo in grado di aiutare i nostri allievi nell’apprendimento pragmatico delle tecnologie, in un contesto che simula in modo molto spinto la realtà delle imprese industriali moderne. L’esperienza maturata con la Teaching Factory Industry 4.0 è stata inoltre molto utile nel momento in cui l’ateneo ha realizzato il più ampio progetto del Made – Competence Center Industria 4.0, che si trova presso il Campus di Bovisa di Milano, non lontano dalla nostra Scuola.

Come Dipartimento, abbiamo fortemente contribuito alla realizzazione di questo più ampio progetto, che si sta rilevando utile mezzo per la divulgazione delle competenze richieste dalla nuova evoluzione industriale anche presso le imprese e non solo i nostri studenti.

NEXT GENERATION UPP: un progetto per migliorare le prestazioni della giustizia nell’Italia del nord-ovest

NEXT GENERATION UPP mira a fornire un metodo più efficiente per gestire gli affari giudiziari e contribuire così ad abbattere l’arretrato e a ridurre la durata media dei procedimenti di giustizia.

 

Il progetto, coordinato dall’Università degli Studi di Torino in partenariato con undici atenei dell’Italia del nord-ovest a cui il Politecnico di Milano partecipa con il Dipartimento di Ingegneria Gestionale, il Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria e il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani, è promosso dal Ministero della Giustizia nell’ambito del PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020 e realizzato in sinergia con gli interventi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) a sostegno della riforma della giustizia.

Next Generation UPP si propone di migliorare le prestazioni della giustizia dell’Italia del nord-ovest attraverso il potenziamento degli Uffici per il processo (UPP), l’innovazione tecnologica e la sperimentazione di nuovi schemi collaborativi tra le università e gli uffici giudiziari ed è rivolto agli uffici giudiziari della Macro Area 01, che include le Corti di appello di Brescia, Genova, Milano e Torino, i Tribunali e i Tribunali per i minorenni dei relativi distretti.

In particolare il gruppo di lavoro del Dipartimento di Ingegneria Gestionale, sotto la guida del Prof. Giancarlo Vecchi, sta realizzando una mappatura dell’organizzazione dell’Ufficio per il processo presso la Corte di Appello e il Tribunale di Milano.
L’analisi mira a rappresentare nel dettaglio le soluzioni organizzative messe in campo, i punti di forza e le criticità, l’impatto sulla riduzione dell’arretrato e sul disposition time, vale a dire il tempo di definizione dei procedimenti di giustizia. Si occuperà inoltre di progettare e sperimentare soluzioni organizzative innovative per consolidare, potenziare e trasferire i risultati ottenuti.

Il progetto, avviato il 1° aprile 2022, terminerà il 30 settembre 2023.


Per maggiori info:
Prof. Giancarlo Vecchi: giancarlo.vecchi@polimi.it

Food Policy. Apre il quinto HUB di quartiere contro lo spreco alimentare

Un nuovo centro di raccolta e stoccaggio delle eccedenze alimentari provenienti da diversi punti vendita della grande distribuzione per ampliare la rete degli hub di quartiere contro lo spreco di cibo realizzata dal Comune di Milano in collaborazione con partner e associazioni del territorio.

Il nuovo Hub del Centro, inaugurato oggi, trova posto negli spazi di Associazione IBVA, in via Santa Croce 15, a fianco di Solidando, social market da anni impegnato nella lotta alla povertà alimentare.

Dopo Gallaratese, Isola e Lambrate, insieme all’Hub di Foody all’interno del mercato agroalimentare di Milano, con l’apertura dell’Hub del Centro si è aggiunto così un altro importante nodo alla rete messa a punto dal Comune di Milano per il contrasto allo spreco alimentare e il supporto alle azioni di aiuto alimentare attive in città, rete già premiata con l’Eartshot Prize 2021 e che sta facendo scuola a livello internazionale.

L’apertura dell’Hub del Centro è stata possibile grazie a un modello già sperimentato di partnership pubblico-privato. Nello specifico l’iniziativa è stata promossa dall’area Food Policy del Comune di Milano, IBVA, Municipio 1, Fondazione Cariplo, Assolombarda e Politecnico di Milano con l’Osservatorio Food Sustainability. L’Hub è stato realizzato grazie al contributo di Banca di Credito Cooperativo di Milano. Un funzionamento equo e green della raccolta e della consegna dei prodotti, sarà poi assicurato dalla partnership con So.De, il delivery sociale, solidale e sostenibile.


I numeri degli Hub di quartiere contro lo spreco alimentare

Sono in tutto quattro gli hub già attivi su tutto il territorio di Milano: l’Hub nel Municipio 4 presso Foody-il mercato agroalimentare di Milano, che rappresenta l’evoluzione dell’Hub Ortofrutta, sviluppato durante il lockdown del 2020 e grazie al quale erano state distribuite 138 tonnellate di prodotti freschi in otto settimane di attività; l’Hub del quartiere Isola (Municipio 9); l’Hub di Lambrate (Municipio 3); l’Hub del Gallaratese (Municipio 8).

Il monitoraggio dei dati dell’iniziativa è realizzato grazie alla collaborazione con l’Osservatorio Food Sustainability del Politecnico di Milano e il supporto di Assolombarda sugli Hub di Isola, Lambrate e Gallaratese e con l’Università Statale di Milano per l’Hub Foody.

Nel 2021 i due hub già attivi di Isola e Lambrate hanno raccolto in tutto oltre 170 tonnellate di cibo per circa 340mila pasti equivalenti. Nel primo semestre del 2022 a questi due hub si sono aggiunti anche quelli del Gallaratese e di Foody, che hanno permesso di raggiungere nei soli primi sei mesi dell’anno quota 130 tonnellate per oltre 260mila pasti equivalenti.

In tutto sono oltre 3mila le famiglie raggiunte grazie all’attività degli hub di quartiere e alla collaborazione di una decina di insegne coinvolte per circa quasi una trentina di punti vendita.

Ranking Financial Times 2022 – Masters in Management

Il Master of Science in Management Engineering del Politecnico di Milano sale al 77esimo posto nel Ranking Masters in Management 2022 del Financial Times, migliorando di 8 posizioni rispetto al 2021.

 

Il Master of Science in Management Engineering, erogato dalla Scuola di Ingegneria Industriale e dell’informazione del Politecnico di Milano, ottiene un prestigioso riconoscimento dal Financial Times, confermando la propria presenza nel Ranking “Masters in Management 2022” dove migliora di 8 posizioni rispetto al 2021 e sale al 77esimo posto, nonostante il ranking abbia visto l’ingresso di 13 nuove Scuole che lo scorso anno non avevano partecipato.

A livello europeo, il programma si colloca tra i primi 15 tra quelli erogati da Università tecniche.
Tra i criteri che hanno consentito questo avanzamento ci sono il Salary increase, il Career progress – che considera le variazioni del livello di seniority e della dimensione dell’organizzazione in cui lavorano gli alumni – e la International course experience – che considera la partecipazione degli studenti a scambi e internships all’estero.

Questo risultato arriva a un anno dalla modifica della struttura del Master of Science, che oggi prevede un primo anno comune e un secondo anno articolato in quattordici diverse specializzazioni, denominate “Major”. Un’offerta didattica molto ricca che mira a fornire agli studenti e alle studentesse del Master of Science, competenze e strumenti per poter rivestire un ruolo di primo piano nella gestione di sfide economiche, industriali e sociali del Paese.

Il corso di laurea magistrale, erogato in lingua inglese, attualmente conta più di 2000 iscritti, di cui il 23% internazionali, e ogni anno vede circa 900 nuovi ingressi.
Il tasso di occupazione entro un anno dalla laurea è del 94% (fonte: indagine occupazionale Career Service Politecnico di Milano 2021) a testimonianza del grande apprezzamento da parte delle imprese per questa figura professionale con una trasversalità di competenze particolarmente ricercata.

 

Festival dell’Ingegneria – seconda edizione

La manifestazione del Politecnico di Milano torna per la seconda edizione dal 9 all’11 settembre 2022 al Campus Bovisa: tre giorni di incontri e spettacoli per mostrare tutte le attività che fervono nei laboratori, le ricerche in corso, la storia dei pionieri della scienza.

 

Dopo il successo dell’anno scorso, il Politecnico di Milano organizza la seconda edizione del Festival dedicato all’Ingegneria in cui docenti e ricercatori raccontano a grandi e piccoli la loro vita nei laboratori e i tanti traguardi raggiunti.

Tre giorni di eventi divulgativi, laboratori aperti, eventi per bambini, cineforum, spettacoli, performance serali e molto altro per offrire l’occasione di vivere un’esperienza che sia al tempo stesso divertente, formativa e soprattutto stimolante per tutti.

Il Festival si terrà presso il Campus Bovisa, l’ingresso è libero e gratuito; per alcune attività è necessaria la prenotazione.

Anche il Dipartimento di Ingegneria Gestionale della School of Management partecipa a “POLIMIopenLABS“ e apre i suoi laboratori: IoT Lab (Internet of Things) e PHEEL Physiology-Emotion-Experience Lab.

Nella categoria “VISIONI POLITECNICHE” sabato 10 settembre alle ore 15.40 il prof. Claudio Dell’Era terrà la lezione “Umanizzare le tecnologie digitali attraverso il design thinking“.
Per maggiori dettagli e iscrizione: https://www.festival-ingegneria.polimi.it/event/umanizzare-le-tecnologie-digitali-attraverso-il-design-thinking-2/

Per la rassegna “POLIMIforKIDS” sabato 10 settembre alle ore 11.30 è prevista l’attività “Diventa un campione nella lotta allo spreco alimentare” a cura di Federica Ciccullo.
Per maggiori dettagli e iscrizione: https://www.festival-ingegneria.polimi.it/event/diventa-un-campione-nella-lotta-allo-spreco-alimentare/

Per ulteriori informazioni sul Festival: https://www.festival-ingegneria.polimi.it/

 

Talents and the challenges for education: pubblicato il nuovo numero di SOMe Magazine

Il mondo della formazione sta evolvendo molto velocemente: cambiano le modalità di relazione tra docenti e studenti, le piattaforme per l’apprendimento, l’esperienza in aula e online, grazie anche alle innovazioni offerte dal digitale.

Di questo e di cosa possiamo aspettarci per il futuro parliamo nel nuovo numero di SOMe: dall’evoluzione della didattica nei corsi undergraduate e negli open programs, alla necessità di nuove competenze dei docenti, all’efficacia dell’insegnamento, le sfide del settore sono presentate da Marika Arena, Antonella Moretto, Tommaso Buganza, Mara Soncin e Tommaso Agasisti.

In “Stories” raccontiamo due progetti di ricerca volti rispettivamente al miglioramento delle condizioni di vita di soggetti non vedenti e al monitoraggio del benessere dei giovani durante lo sport, per terminare con una esperienza di networking internazionale tra giovani ricercatori europei.

Per leggere SOMe #9 clicca qui.

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I numeri precedenti:

  • #8 “The challenge of pursuing impact in research”
  • #7 “From data science to data culture: the emergence of analytics-powered managers”
  • #6 “Innovation with a human touch”
  • #5 “Inclusion: shaping a better society for all”
  • #4 “Multidisciplinarity: a new discipline”
  • #3 “New connections in the post-covid era”
  • #2 “Being entrepreneurial in a high-tech world”
  • Special Issue Covid-19 – “Global transformation, ubiquitous responses”
  • # 1 “Sustainability – Beyond good deeds, a good deal?”

Gli studenti del Lab “Invest in Foreign Markets” tra i migliori nella competizione internazionale “X-Culture”

 

X Culture, la challenge a tema business internazionale, quest’anno ha visto la partecipazione di 6.188 studenti provenienti da 171 università e 53 paesi diversi, suddivisi in 1032 teams misti. Come in ogni edizione, agli studenti viene richiesto di collaborare a distanza per 8 settimane alla realizzazione di un vero e proprio progetto di internazionalizzazione per una delle quattro imprese italiane selezionate da Alibaba.com che hanno aderito a X-Culture.

Alla competizione hanno partecipato i 44 studenti del Lab “Invest in foreign markets” del corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Gestionale che sono stati distribuiti nei team internazionali lavorando a distanza con i colleghi delle università estere. Alla fine della competizione, 12 studenti del Politecnico di Milano  distribuiti in 3 gruppi hanno vinto il premio “Best Team”, conferito sia per le ottime valutazioni peer-to-peer da loro ricevute, sia per la qualità dei report finali da loro realizzati, che rappresentano dei veri e propri business plan a supporto dell’internazionalizzazione delle imprese coinvolte.

Oltre a questo, il Politecnico di Milano si è distinto anche per il premio “Best Instructor”, che è stato conferito al prof. Stefano Elia, supportato da Alessio Di Marco e Ludovico Benetel, per l’impegno e la professionalità con cui sono stati coordinati gli studenti nello svolgimento del loro progetto, consentendo loro di ottenere anche i premi per il “Best Team”.

Studenti premiati:

Gabriele Capobianco
Giuseppe Carrabino
Andrea Cigognini
Federico De Cosmo
Sofia Monica Di Vincenzo
Emma Maria Antonietta Rosa
Francesco Faugno
Alessandro Gastaldo
Simone Gianotti
Martina Mauri
Beatrice Raimondi
Mercedes Maria Ugarte Herrero

Per maggiori dettagli:

Premi, sui progetti e sugli studenti vincitori
Best educators

Nasce il Metaverse Marketing Lab

Il laboratorio promosso dalla School of Management per far provare alle aziende le mille opportunità dei mondi virtuali.

 

Al Politecnico di Milano nasce il Metaverse Marketing Lab, un’iniziativa della School of Management, in collaborazione con UPA e UNA (le associazioni che rappresentano inserzionisti e agenzie pubblicitarie), che intende far conoscere il mondo del Metaverso: un sistema di tecnologie che abilita esperienze di realtà virtuale, aumentata e mista consentendo una sorta di estensione del mondo fisico in universi virtuali e semi-virtuali, con proprie logiche di funzionamento e comunicazione.

L’obiettivo è non solo far conoscere lo stato dell’arte, ma anche tracciare le evoluzioni di un mercato tanto dinamico quanto fluido, diffondere le buone pratiche e analizzare il comportamento del consumatore nella relazione con le esperienze di realtà immersiva, virtuale e aumentata.

Un mercato che secondo gli analisti raggiungerà tra due anni gli 800 miliardi di dollari, con un potenziale di crescita da capogiro: alcune stime parlano di 13 trilioni di dollari entro il 2030, con 5 miliardi di utenti. Al momento si stima siano 350 milioni, +900% nell’ultimo anno, con un’età media di 27 anni, suddivisi su 43 piattaforme.

Sono già molti i brand importanti che hanno deciso di sbarcare nel Metaverso e costruirvi una presenza attrattiva per i consumatori, che grazie a tecnologie sempre più sofisticate vivono esperienze al limite del reale provando e acquistando i prodotti attraverso i loro avatar.

L’obiettivo è comprendere se e in che modo questa ‘ebbrezza da Metaverso’ rappresenti un trend o un’onda. Per questo, oltre a studiare le iniziative dei brand a livello nazionale e confrontarle con le esperienze globali, il Lab si concentrerà sulla prospettiva dell’utente, analizzandone il comportamento e misurandone in maniera oggettiva il coinvolgimento emotivo, commenta Lucio Lamberti, Ordinario di Omnichannel Marketing Management e Responsabile scientifico del Metaverse Marketing Lab.

Durante l’evento di presentazione, una demo realizzata con la collaborazione de Il Salotto di Milano e la tecnologia di SimCoVR ha permesso ai presenti, grazie a un casco per la realtà virtuale, di vivere l’esperienza estremamente realistica di trovarsi sul ponte di una nave da crociera in navigazione, riproducendo esperienze d’acquisito.

Il web 3.0 introduce molte nuove possibilità: dal product placement negli ambienti virtuali alla gestione diretta di spazi da parte della marca, dalla proposta di esperienze immersive all’acquisto in realtà aumentata, fino a una totale rivoluzione dei modelli di offerta (arte digitale dinamica, arredamento e decorazioni digitali, turismo virtuale).

La sfida è duplice: da un lato, mantenere alto il livello di ingaggio con iniziative avvolgenti e coinvolgenti; dall’altro, integrare nelle strategie omnicanale la presenza sul Metaverso, fino a farlo diventare un vero e proprio canale di marketing e vendita, innovando l’esperienza di acquisto, spiega Manuela Balli, Direttrice del Metaverse Marketing Lab.

 

Giovani e ricerca: sempre più internazionali con la European Talent Academy

Intervista a Arianna Seghezzi, Assistant Professor, School of Management Politecnico di Milano

 

Arianna, sei appena rientrata da una esperienza di networking internazionale organizzata dalla European Talent Academy, puoi dirci qualcosa sul programma e su come sei stata coinvolta?

La European Talent Academy è un’iniziativa nata da una partnership tra Imperial College e TUM (Technical University of Munich), che a partire dall’anno accademico 2021-2022 ha coinvolto anche il Politecnico di Milano. L’obiettivo principale è quello di formare e creare occasioni di networking per giovani ricercatori delle tre università, accomunate da una forte vocazione tecnologica e dalla vicinanza al mondo dell’industria, per stimolare collaborazioni tra le parti. Il mio coinvolgimento è avvenuto su invito del “Talent Development”, un programma del Politecnico di Milano dedito a supportare la carriera di alcuni ricercatori del nostro ateneo, a cui ho aderito con piacere lo scorso anno.

E’ stato organizzato un evento a Bruxelles, dal tema “Artificial Intelligence as a key enabling technology to empower society: A European approach on excellence and trust to boost research”. Ci racconti come si è svolto?

L’evento di Bruxelles si è configurato come un workshop di due giorni, in occasione del quale ho avuto la possibilità, insieme ai miei colleghi, di partecipare a interventi e seminari di diversa natura. In particolare, distinguerei due principali tipologie di eventi, che hanno affiancato le molteplici occasioni di networking con i ricercatori degli altri atenei: incontri con esponenti della Commissione Europea e seminari tenuti da ricercatori ed esperti su diversi temi.

Da un lato, abbiamo avuto la possibilità di conoscere e confrontarci con due esponenti della Commissione Europea: l’Europarlamentare Patrizia Toia, Vicepresidente della Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia (ITRE), e con Evangelia Markidou, Officer dell’unità Robotics & AI Excellence and Innovation della Commissione Europea. Con loro abbiamo discusso dei nostri temi di lavoro, e del ruolo che la Commissione Europea ha nel promuovere e sostenere la ricerca in questi ambiti.

A seguire, abbiamo partecipato a seminari formativi e informativi, tenuti da esperti operanti in diversi domini, tutti in qualche modo legati al tema dei progetti di ricerca internazionali nel settore dell’Artificial Intelligence. Alcuni seminari sono stati più “verticali” (volti ad approfondire aspetti legati all’intelligenza artificiale e innovazione digitale), altri più “orizzontali” (incentrati sulla corretta impostazione di richieste di partecipazione a bandi di progetti europei, indipendentemente dalle tematiche specifiche).

Qual è stato lo spirito di questa iniziativa di networking per “giovani ricercatori promettenti”?

Direi che le parole chiave con cui descriverei lo spirito di questa iniziativa sono due.

Primo, internazionalizzazione. Abbiamo avuto la possibilità di conoscere e confrontarci con colleghi che lavorano in due università non italiane, creando terreno fertile per potenziali future collaborazioni con ricercatori internazionali.

Secondo, multidisciplinarietà. Nonostante il fil rouge dell’Artificial Intelligence, gli ambiti di ricerca dei partecipanti erano molto diversi tra loro, attinenti ai potenziali ambiti di applicazione. Da ricercatori in ambito biomedico, a esperti in temi legali e di privacy, l’idea di fondo era provare a mettere a fattor comune background, esperienze e impostazioni diverse.

Ritengo che lavorare congiuntamente abbattendo le barriere geografiche e tematiche sia fondamentale in molti contesti, e che lo sia in modo particolare nel mondo della ricerca. Questa occasione mi ha permesso di vivere in prima persona questi elementi, di conoscere ricercatori dall’Imperial College e dalla TUM, che appartengono a diversi ambiti di ricerca, interessati a temi affini a quelli su cui lavoro io, e spero che questo ponga le basi per un percorso proficuo, efficace (e “promettente”!) verso la creazione di una rete di ricerca sempre più internazionale e multidisciplinare.

T.I.M.E. Association finanzia ricerca sulla transizione circolare dell’industria

Due progetti di ricerca del Politecnico di Milano hanno vinto un grant di 10.000 euro ciascuno nell’ambito dei progetti T.I.M.E. di cui uno coordinato dal Dipartimento di Ingegneria Gestionale della School of Management con la dottoressa Alessandra Neri come principal investigator.

“Il ruolo della digitalizzazione a supporto della transizione circolare dell’industria” è  il tema del progetto chesi propone di indagare la relazione tra l’adozione delle tecnologie digitali e l’implementazione di pratiche di economia circolare all’interno del settore industriale.  L’obiettivo è comprendere il ruolo di supporto offerto dalle tecnologie digitali, passando dalla valorizzazione e generazione di capacità dinamiche. Ciò verrà fatto conducendo un sondaggio internazionale che fornirà approfondimenti empirici.

KTH Royal Institute of Technology (Svezia) e Universidad Politecnica de Madrid (Spagna) sono partner del progetto e membri di T.I.M.E. Association. University of the West of England e Aston University (Regno Unito) partecipano al progetto come membri esterni.

L’Associazione T.I.M.E. (Top International Managers in Engineering), fondata nel 1989, è una rete di importanti università tecniche e scuole di ingegneria in Europa e in tutto il mondo, con una forte dimensione internazionale nell’insegnamento, nella ricerca e nelle relazioni industriali. L’associazione è attualmente composta da 57 membri di 25 paesi e il Politecnico di Milano è membro del Comitato Consultivo.

Oltre alle attività di doppia laurea, T.I.M.E. promuove una serie di altre iniziative, tra cui i progetti T.I.M.E., attraverso i quali l’associazione cofinanzia iniziative nuove o esistenti tra università associate, in cui T.I.M.E. può rappresentare un valore aggiunto.

Per saperne di più:
https://www.polimi.it/articoli/due-progetti-polimi-finanziati-da-time-association/